Funboard 147
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F IREMOVE LT D
FIREMOVE X-Tech/W-Tech
FIREMOVE E-Tech
Model Size Fin R·S·SFiremove LTD 100 236x69 cms MFC LIQUID PRO 34 CNC G-10 5.2-7.2Firemove LTD 110 236x75 cms MFC LIQUID PRO 36 CNC G-10 6.0-8.0Firemove LTD 120 236x80 cms MFC LIQUID PRO 38 CNC G-10 6.8-9.0Firemove LTD 130 236x85 cms MFC LIQUID PRO 46 CNC G-10 7.2-9.5Firemove LTD 140 238x90 cms MFC LIQUID PRO 48 CNC G-10 7.5-10
Model Size Fin R·S·SFiremove X-Tech 100 236x69 cms MFC LIQUID PRO 34 CNC G-10 5.2-7.2Firemove X-Tech 110 236x75 cms MFC LIQUID PRO 36 CNC G-10 6.0-8.0Firemove X-Tech 120 236x80 cms MFC LIQUID PRO 38 CNC G-10 6.8-9.0Firemove W-Tech 130 236x85 cms MFC LIQUID PRO 46 CNC G-10 7.2-9.5Firemove W-Tech 140 238x90 cms MFC LIQUID PRO 48 CNC G-10 7.5-10
Model Size Fin R·S·SFiremove E-Tech 100 236x69 cms MFC ZX 40 5.2-7.2Firemove E-Tech 110 236x75 cms MFC ZX 40 6.0-8.0Firemove E-Tech 120 236x80 cms MFC ZX 40 6.8-9.0Firemove E-Tech 130 236x85 cms MFC ZX 40 7.2-9.5Firemove E-Tech 140 238x90 cms MFC ZX 40 7.5-10
Seguici su Facebook: www.facebook.com/RRD.italiaS
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RRD FIREMOVE Collection“Light feel, great control, quick manouvers”
La linea Firemove completa la gamma FIRE della collezione RRD. Le Firemove sono le tavole freemove più vicine al concetto freestyle wave, e rappresentano una straordinaria sintesi fra vivacità, velocità di punta e potenziale di controllo. Insomma, la combinazione vincente per quanti sono alla ricerca di una tavola divertente sia col vento leggero, sia in presenza di chop. La linea Firemove si presenta alla stagione 2012 arricchita di due nuovi volumi 130 e 140 litri, e di una nuova tecnologia
di costruzione E-Tech.
Programma: Freemove
ANNO XVIII - NUMERO 147GIUGNO 2012
DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]
REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]
ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]
GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]
IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]
FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi: Fabio Calò, Ricardo Campello, Marco Carletto, Valentina Crugnola, Federico LaCroce,Francesca LaCroce, Andrea Franchini, Federico Infantino, Luigi Madeddu, Matteo Iachino, SimonePierini, Mattia Pedrani, Francesco Prati, Christoph Pressler, Axel Reese, Carlo Silvestro, NicolaSpadea, Matteo Spanu, Robert Stroj, Jacopo Testa.immagini: Valeria Agnesi, Eric Bellande, John Carter, Emanuela Cauli, Giangi Chiesura,FotoFiore,Tommy Della Frana, Adele Frola, Jimmie Hepp, Jacqueline Herrmann, Jerome Houyvet,Francesca LaCroce, Marion Neumair, Cristobal Palma, Valerio Pedrani, Kevin Pritchard, Axel Reese,Robby Swift, Deivis Paternina, Christoph Pressler, Kerstin Reiger, Matteo Testa, Benjamin Thouard,Dave White, Darrell Wong.
EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it
AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]
SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAPress-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l.20090 Segrate (MI)
DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano
SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTEROJohnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milanotel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - [email protected] attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.
MODALITA’ DI PAGAMENTOBonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 MilanoBanca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199CAUSALE: abbonamento FUNBOARD - NOMINATIVO E INDIRIZZO
Funboard è una testata della società Johnsons Media
srl che pubblica anche i periodici
KiteMagazineStance (kite), Suptime (stand up
paddle), Surf Latino (surf), 6:00 AM (skateboard),
En3 snowboardmag, Snowmap (snowboard),
Soul rider (sci freeride) 4Skiers (sci freestyle freeride)
e gli annuari Surfing (windsurf, surf, kitesurf) e
Snowb (snowboard).
Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva
autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non
espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,
nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di
riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso
essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati
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Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.
PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00
ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00
PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio
ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234
STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)
>ECCETERA
Cover Story
La nuova vela del Campione del Mondo FreestyleSteven van Broeckhoven nelle sapienti mani di unaltro forte rider, Brian Perez, durante ilphotoshooting per i materiali 2013. Nelle prossimepagine troverete molte novità della prossimastagione.
RIDER Brian Perez LOCATION Spreckelsville, Maui FOTO Jerome Houyvet
Inside
Lo avrete letto un po’ ovunque che il Windsurf non sarà più disciplina Olimpica dai giochi di Rio
2016, al suo posto ci sarà il Kite. Oltre al domandarci come mai non potessero coesistere
entrambe le discipline essendo profondamente diverse, ma ai vertici di chi conta e tira le fila del
“gioco” evidentemente non la pensano come noi, dovremmo forse farci qualche domanda in più,
magari guardandoci internamente prima, analizzando l’attuale situazione, per poi tutti uniti
crescere facendoci forza l’un l’altro e tentare di sovvertire questa ingiusta, almeno secondo noi,
sentenza. L’unione fa la forza e se il movimento italiano del Windsurf sarà una voce sola, avrà più
peso in futuro anche nelle scelte al di fuori dei nostri confini. Straordinariamente per questo
editoriale vi propongo il commento di Carlo Cottafavi, presidente della AICW che rispecchia in
parte anche le nostre considerazioni su quanto avvenuto. Carlo Cottafavi: “Da diverse settimane
tutto il movimento windsurfistico ha appreso la notizia dell’esclusione dell’RS-X dalle Olimpiadi
del 2016. Tanti hanno detto la loro, mi preme però invitare tutti, ad una importante
considerazione. Primo chiarimento importante, è stato escluso l’RS-X! Una tavola criticata da
tutti, di un singolo produttore, lontana anni luce, come è sempre stato dal vero windsurf, quindi
non è stato escluso il windsurf, ma una specifica tavola. Il kite da subito si è presentato come
un movimento sportivo unito, a cui dobbiamo massimo rispetto, invece da tanto, troppo tempo,
lo scrissi oltre 25 anni fa, il mondo del windsurf è diviso, frammentato. Vediamo la realtà
nazionale. Esistono tante, troppe Classi; quando divenni Segretario AICW invitai tutti i Segretari
delle altre Classi a riunirsi in AICW, fare le regate tutti insieme, presentarsi in FIV come un unico
movimento, presentarsi ai media, agli sponsor come un’unica forte realtà. Ognuno dovrebbe
fare il proprio mestiere, gli allenatori dovrebbero allenare ma valorizzando e facendo divertire
i giovani su tutte le diverse tavole, i circoli dovrebbero fare il loro lavoro, le aziende il loro, le
scuole il loro, mentre vedo invece sempre troppi interessi personali e/o commerciali, la Classe
dovrebbe essere in primis il punto di riferimento per tutti; vogliamo che il Windsurf possa
tornare Olimpico? Eliminare da subito tante Classi, tutto in AICW (Associazione Italiana Classi
Windsurf), i soci decideranno il nuovo direttivo e il nuovo Segretario, poi si lavorerà per un
obiettivo comune al Windsurf nel suo insieme. Cerchiamo di imparare dagli errori del passato,
prendiamo il meglio da altri sport e adattiamolo alle nostre esigenze. I budget verranno gestiti
per la nuova classe Olimpica ma mantenendo un focus su tutto il movimento della tavola a vela,
basta frammentazioni, in rete ci sono troppi siti personali e/o blog, ognuno che tira per sé
stesso paventando sempre una passione per il nostro sport ma dimenticando sempre una
visione unitaria. Facevo Windsurf prima che questo fosse olimpico e prendendo spunto da uno
sport molto vicino a noi vi saluto con una riflessione, il surf da onda non è mai stato olimpico
ma è nettamente più praticato e ha visibilità maggiore di kite e windsurf messi insieme...
riflettiamo mai come ora insieme! Ci vediamo in acqua.”
Rock your summer!
Fabio I-720
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RIDER Kevin Pritchard | LOCATION Saint Barthelemy | FOTO courtesy KPSommario
38 BLACK SHEEPDI Fabio CalòVi presentiamo un gruppo di appassionati windsurfisti che si sono riuniti al Garda per il loro primo meeting ufficiale,e usano tutti delle vele nere.
64 IL GIOIELLO NASCOSTO DEI CARAIBI, SAINT BARTHELEMYDI Kevin PritchardUn’isola caraibica esclusiva per una clientela VIP ma che può offrire delle condizioni ideali per il cruising e per lo slalom,l’unico inconveniente è la particolare pista dell’aeroporto.
44 ATTENTI A QUEI DUEDI Simone PieriniUn accanito freestyler e un radicale waver hanno trascorso una vacanza indimenticabile insieme, li abbiamo intervistatifacendogli anche qualche domanda un po’ scomoda.
50 JUMP SPECIALDI Robby SwiftIl Back Loop con le sue varianti e il Push Loop sono gli ingredienti di questa seconda puntata per imparare a saltare come si deve,il team JP ci fa vedere come si fa.
56 ROBERT STROJDI Fabio CalòEsclusivo! Intervista al sail designer Neil Pryde che ci ha aperto le porte di casa facendoci entrare nel suo riservatissimo mondo.
70 SAO MIGUEL DO GOSTOSODI Jacopo TestaTre giovani freestyler milanesi hanno trascorso l’inverno in Brasile e ci raccontano la loro avventura.
24 TOYSEsclusivo il test della nuovaNeil Pryde Wizard.Anticipazioni Starboard 2013
76 FAQLa sezione di Funboard dedicata a chi vuole surfare meglio e divertirsi di più.In questo numero:• Freestyle con vento leggero• Ponch vs Goyter• Doppia Taka• Crash of the month
88 SPOT GUIDEChris Pressler ci porta alla scopertadi Bodrum e di Datca, in Turchia.
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Ecstasy, cibo per la mente!
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RIDER Nicola Spadea | LOCATION Hookipa, Maui | FOTO Amorphia Photography
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IL NUOVO FUNBOARDMAG.COMLo avevamo annunciato… con largo anticipo e lo
abbiamo anche rimandato diverse volte! Perché
volevamo essere sicuri di quello che stavamo per
offrirvi, una nuova piattaforma, un portale del
windsurf unico, rinnovato, dedicato a tutti voi che con
un semplice clic avete voglia di immergervi nel nostro
mondo, quello di FUNBOARD! Funboardmag.com, il
nuovo sito del windsurf italiano, ma non solo, è on
line! Dopo due anni della vecchia versione di
funboardmag.com e sostenuti dalle vostre visite in
continua e costante crescita, abbiamo deciso quindi
di rinnovarci, proponendovi un nuovo sito, un portale
più completo e interattivo in grado di soddisfare le
esigenze del popolo del web. Provate a girovagare su questo nuovo sito per vedere se vi piace. Interagite
con noi, lasciate il vostro commento sotto una news, oppure cliccate su “mi piace”, sfogliate le riviste
vecchie o scaricatevi le nostre FAQ e Spot Guide! Guardate i video… o mandateci i vostri o le foto delle
vostre uscite ([email protected]). Tenete sotto controllo l’AGENDA per non perdervi nessun appuntamento.
Entrate nel nostro mondo! I nuovi contenuti del rinnovato funboardmag.com non avranno nulla a che fare
con quello che potete semplicemente trovare sui vari “contenitori web copia/incolla” comprese le pagine
Facebook, vi proporremo articoli esclusivi, sarà uno strumento multimediale che integrerà e amplierà la
rivista cartacea con le sue 96 pagine mensili. La pagina Facebook di Funboard Magazine continuerà a
svolgere la sua funzione di contenitore delle notizie che sono facilmente fruibili anche da tutti voi, per tutto
il resto… funboardmag.com! Ringraziamo tutti voi che ci sostenete da anni, e siete tantissimi, che
continuate a seguirci con la rivista e da oggi avrete uno strumento più completo per continuare a
informarvi sognando su questo nostro fantastico mondo del windsurf! www.funboardmag.com
JUNIOR SURF CAMP 2012 AL VASCO RENNAPROFESSIONAL SURF CENTERDal 22 al 29 luglio si svolgerà a Torbole, presso il
Vasco Renna Professional Surf Center, il SURF
CAMP 2012 dedicato a tutti i giovanissimi surfisti. Si
tratta di un appuntamento ormai tradizionale nel
Centro di Vasco che, ogni anno, vede la
partecipazione di entusiasti surfisti dai 9 ai 14 anni
pronti a lasciare a casa le famiglie per una
vacanza con i propri coetanei all’insegna del
windsurf. Il camp prevede giornate intense a tutto
surf con lezioni sia per principianti che per livelli
più avanzati, allenamenti e regata finale con premi
e riconoscimenti per tutti.
Per info e prenotazioni: Vasco Renna Professional
Surf Center, Parco della Pavese, 9- 38069 Torbole
sul Garda (Trento) - Tel. 0464/505993 - Fax
0464/506254 e-mail: [email protected]
Fast news
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DOMANI PLANO ANCH’IO… AL SURFSEGNANAAnche quest’anno saranno moltissime le iniziative proposte da iParassiti.com: il 16 e 17 giugno ritorna il “Domani plano
anch’io… forse” in collaborazione con il SurfSegnana di Torbole sul Garda. Una due giorni di avviamento al windsurf, nella
quale i primi rudimenti del windsurf vengono impartiti ad aspiranti planatori/planatrici (anche cuccioli) con un approccio
molto concreto e centrato sulla pratica, in un contesto di divertimento e di festa continui (con aperitivi e buffet a gogo), in
pieno spirito parassita. Contattate la segreteria SurfSegnana per ogni informazione sulle iniziative o per saperne di più sui
convenientissimi pacchetti tutto compreso “Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro.
INFO: SurfSegnana – Foci del Sarca – 38069 Torbole sul Garda (TN). Tel. 0464-505963. Web: www.surfsegnana.it - e-mail:
YOUNG GUN CAMP 2012 + SHAKA BUMP&JUMP Dopo 10 anni ritorna dal 2 al 6 luglio il camp “Young Guns” sul Lago di Garda in Conca d’Oro! Grazie alla
collaborazione tra JP e Shaka Surf Center è stata organizzata questa fantastica occasione per i giovani
freestyler di surfare ed imparare. Per 5 spettacolari giorni i “youngster” potranno imparare i trucchi più
radicali insieme al Campione del mondo di Freestyle, Steven van Broeckhoven, con il supporto di un Team
di istruttori professionali. L’ultimo giorno dell’evento sarà dedicato a una gara per poter premiare il
miglior Rookie con una tavola JP, inoltre i primi tre avranno la possibilità di partecipare alla mitica
Bump&Jump che si svolgerà il 7 e 8 luglio! Se sai planare, fare la partenza dall’acqua e fai le prime
manovre freestyle, questo camp è l’evento che aspettavi! Il prezzo per 5 giorni di camp è 210 euro escluso
il soggiorno. Due alberghi saranno i partner durante questo evento. Hotel Residence Torbole e Hotel
Santoni. Nell’alloggio è inclusa la colazione. I pranzi si effettueranno direttamente sul posto e per la cena
si organizzeranno varie uscite. Grazie alla collaborazione con JP e alle riviste Funboard e Surf Magazin è stato possibile avere dei partner per rendere questo evento
una realtà. Il concetto è semplice: i campioni del Freestyle svelano dei segreti per affrontare le manovre fattibili, aiutati da un team di istruttori con esperienza
dell’insegnamento. Divertirsi, conoscere altre culture e imparare le manovre di Freestyle in fretta, sono le tre parole chiave di questo evento. Teamrider: Steven van
Broeckhoven. Trainer: Steve Chismar, Frank Lewish, Fabio Calò, Moabio Arujo de Tomasi. Massimo partecipanti: 30. Requisiti: partenza dall’acqua (sicura), andatura
nelle strap. Organizzazione: Shaka Surf Center, Via Lungolago Conca d’Oro, 12 - 38069 Torbole sul Garda (TN). Tel. +39 0464 506347
RIDER: Nicolas SlijkFOTO: fotofiore/canon
UN NUOVO NETWORK DI SCUOLE IN PUGLIANasce in Puglia il primo network
tra scuole di windsurf/paddle surf
e il TIKI PRO SHOP STARBOARD,
marchio leader nella produzione e
vendita di attrezzature windsurf e
paddle surf. La prima scuola,
HORIZONT VELA di Margherita di
Savoia (BT) che a partire
dall’apertura della stagione estiva
potrà vantare attrezzature 2012 a
disposizione dei propri fruitori.
HORIZONT VELA, a Margherita di
Savoia, scuola windsurf,
catamarani e paddlesurf ed ospita
al suo interno ogni anno circa 200 praticanti. L’accordo nasce con l’intento di
offrire alle scuole la possibilità di far testare attrezzature all’avanguardia e di
ultima generazione naturalmente in un’ottica di promozione dello sport e di
crescita del numero di praticanti. Starboard tramite il TIKI PRO SHOP Bari
conferma in questo modo il proprio impegno nella diffusione degli sport da
scivolamento. Presto altre scuole entreranno a far parte del network.
www.tikisurf.it - www.horizontvela.com
GOYA WINDSURF TEST CENTERGoya Windsurf Italia è
lieta di annunciare la
realizzazione di un test
center dove tutti i
windsurfisti avranno la
possibilità di provare i
materiali Goya: vele,
alberi e tavole. La gamma
Goya sarà interamente
rappresentata, con tavole
e vele di vari litraggi,
misure e tipologie, in
modo da soddisfare le
esigenze di tutti i
windsurfisti, dall’amante
del freeride al freestyler.
Il centro test si trova
proprio a Torbole, ovvero
in uno degli spot più
conosciuti, frequentati e
ventosi d’Italia e sarà gestito da Goya Italia assieme a Seatex. Tramite il sito
www.seatexboards.com verrà data l’opportunità di prenotare il materiale per il
test e l’attrezzatura sarà ritirabile direttamente a Torbole presso Seatex
Boards, in via Strada Granda 87. Per info tecniche sul materiale Goya: Nico
Salvini cel. 335/6004765 , [email protected]
Fast news
16Beppe Caldarulo e Mirko
stringono l’accordo.
ISE 2012 R U READY?ITALIA SURF EXPO – The surf culture & Music Festival. 13, 14 e 15 luglio Santa Severa, Roma. Consacrato come
l’evento più cool dell’estate, punto di riferimento degli amanti dei watersport, dal 13 al 15 luglio ITALIA SURF EXPO
torna ad animare il magnifico scenario di Santa Severa, splendida località del litorale laziale in provincia di
Roma, con la sua 14° edizione. Con il supporto istituzionale della Regione Lazio, della Provincia di Roma e del
Comune di Santa Marinella verrà allestito un “beach village” imponente che disporrà di un nuovo e innovativo
sistema di illuminazione a sfere per un effetto spettacolare! Tante le attività previste di giorno e di notte tra
beach party, dj set di altissimo livello, live music con la Reef “acustic Session”, le sfilate in bikini con 69 Slam e
molto altro. Grazie alla collaborazione con Vodafone, che per la prima volta entra come main sponsor dell’evento,
anche le feste di ISE 2012 per quest’anno non avranno fine, dalle prime ore della mattina fino a notte fonda… con
tanti gadget very cool per tutti. Ad arricchire il tutto, il magnifico sfondo fornito dal Castello di origine medievale,
sede del "Museo del Mare e della Navigazione Antica". Tra le novità c’è il graditissimo ritorno della Ducati che, in
occasione della manifestazione della “surf culture” più amata d’Italia, presenterà in spiaggia i suoi modelli e per
la prima volta organizzerà dei test drive mozzafiato. Altra importante new entry sarà la DAB, mitica “cruda”
leader assoluta in Germania, che vestirà il ruolo di birra ufficiale dell’evento… ed ancora Red Bull con tante novità
dal mondo action-sport e i suoi stravaganti allestimenti, una radio ancora top secret che vi sveleremo sotto data sul nostro sito con un programma mozzafiato e
per il secondo anno il Bug Jump per provare salti da 12 mt al massimo dell’adrenalina! Passando per il “green” e come ogni edizione, fondamentale sarà l’impatto
“zero” e la cura dell’ambiente. Molte infatti le iniziative eco-friendly promosse grazie al contributo della Tirreno Power, azienda nazionale di energia elettrica che
riveste grande attenzione al rispetto dei parametri ambientali. In quest’ottica va letto l’invito a tutti gli studenti delle scuole del circondario, per dare loro
l’opportunità di accedere gratuitamente ai corsi di surf tenuti da Rip Curl School of Surf, di Sup e di Windsurf con la rinomata XRay Windsurf Academy di Raimondo
Gasperini. Confermata poi anche la partecipazione dell’inventore dell’INDOBOARD, Hunter Joslin, pronto ad incontrare il grande pubblico per svelare le ultime
tecniche di allenamento. Con l’occasione nell’arco dei tre giorni si svolgerà un contest Indoboard con tanti premi in palio.Come ogni anno, infine, la Surf Art sarà
impegnata a far conoscere nuovi artisti da tutta l’Italia. Oltre alla riconferma dell’illustratore torinese Marco Simeoni saranno presenti anche: Gabriele Sciusco,
Alessia Veltrone, Nicoletta Pucci e Gian Luca Gentile con opere davvero sorprendenti. Presente per il secondo anno consecutivo anche Sea Sheperd non poteva
mancare con infopoint, merchandise e video. Come di consueto previsti contest, esibizioni, sfilate, video première, vip, stand per tutti i gusti e molto altro ancora da
scoprire ogni giorno sul sito www.italiasurfexpo.it e su facebook. Stay Tuned! Funboard è media partner di ISE 2012!
Fast news
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E-WAW BLU BY SPORTXTREMESportXtreme presenta e-waw blu:
il lettore Mp3 Bluetooth da
portare in spiaggia! Con l’estate
alle porte, SportXtreme, divisione
di SofTeam dedicata alla
distribuzione di prodotti
tecnologici pensati per chi
pratica sport, presenta e-waw
blu, il lettore Mp3 Bluetooth
subacqueo ad alte prestazioni, da
portare in vacanza! Resistente
all’acqua (fino a 3 metri di
profondità!), al vento, al sole e
alla sabbia, è dotato di una
memoria interna da 4GB che permette di caricare oltre 500 brani MP3/1000 WMA e di particolari auricolari
impermeabili che lo rendono perfetto per ascoltare della propria musica preferita sia in acqua che fuori.
Leggerissimo e particolarmente indicato per gli amanti del nuoto e delle immersioni, ma anche per chi fa
bicicletta e sport all’aperto, è dotato della tecnologia Bluetooth per interagire con gli smartphone e
trasformarsi cosi in un vero e proprio auricolare telefonico in grado di gestire le chiamate attraverso i
comandi per la regolazione del volume e la selezione brani, posizionati direttamente sulle cuffie.
L’autonomia fino a 10 ore, il design ergonomico pensato per aderire alla forma della testa e tutta la
tecnologia SportXtreme racchiusa all’interno, rendono e-waw blu un accessorio estivo indispensabile per
gli sportivi. Pratico e comodo da indossare, e-waw blu di SportXtreme non intralcia i movimenti e
garantisce un sound chiaro e pulito!
SporXtreme: www.sportxtreme.it - https://www.facebook.com/www.sportxtreme.it
ULSAN WORLD CUP KOREADal 5 al 11 maggio si è svolta la seconda tappa
del PWA Slalom 2012. Alberto Menegatti
(Starboard/Gaastra), Matteo Iachino (F2,
Challenger) e Andrea Rosati (RRD/Gaastra)
hanno rappresentato l’Italia in Korea. La vittoria
è andata a Micah Buzianis (JP/MauiSails) seguito
dai sorprendenti Antoine Questel (Starboard/Loft
Sails) e Ross Williams (Gaastra/Tabou Boards).
Antoine Albeau (RRD/NeilPryde) solo in 4°
posizione mentre Bjorn Dunkerbeck compie il
primo passo falso stagionale con un mediocre 9°
posto. Josh Angulo con le italianissime Point-7
rimane all’interno per un soffio della Top 10. Tra
i nostri ragazzi, sicuramente sia Alberto che
Matteo hanno fatto vedere che hanno i numeri
per scalare le classifiche. Alberto ha confermato
ancora una volta la sua ottima velocità, tra le più
alte nel Tour, e che quando infila l’albero nella
sua 9.5 non ce n’è per nessuno, arriva 15° per
qualche errore di troppo non sempre causato da
lui; Matteo invece dimostra che i suoi
allenamenti invernali sono serviti ed è pronto a
farsi vedere là davanti, ottiene un 19° posto che
dice molto di più della posizione in classifica
ottenuta. Andrea Rosati invece in 28° posizione.
19
ROBERTO VUILLEUMIER, PROMOVIDEOPromovideo è uno studio di
produzione impegnato da
circa trenta anni nella
realizzazione di audiovisivi,
programmi per la
televisione, fotografia
pubblicitaria e di reportage,
servizi multimediali. Il
concetto di “convergenza
creativa” si sviluppa con
grande passione in tutti
quei progetti dove la flessibilità operativa diventa l’aspetto prioritario.
La società nasce dall’esperienza di Roberto Vuilleumier, che inizia la sua carriera
nel 1978 a Verona con la Canon Italia nell’ufficio pubblicità per la realizzazione di
stage per professionisti del settore e con esperienze nel campo della
“multivision”. Lavora poi a Milano come fotografo e coordinatore della galleria “Il
Diaframma Fotografia Italiana” a fianco di Lanfranco Colombo. In seguito
l’interesse lo spinge verso il mondo della televisione con varie esperienze come
direttore della fotografia e operatore specializzato. Nel 1985 matura quindi la
convinzione di trasferire la sua conoscenza nel mondo della comunicazione
pubblicitaria. La Promovideo si occupa da allora di produzioni film e video
broadcast per la tv e la pubblicità, oltre che di fotografia industriale e sportiva. La
strategia di lavoro si basa sulla compartecipazione di vari professionisti esperti
nei vari campi della comunicazione: registi, operatori di ripresa, direttori della
fotografia, creativi, giornalisti, media producer, designer, copy-writer e fotografi.
In questo modo la Promovideo è in grado di realizzare produzioni di alto livello
con costi adeguati allo sviluppo delle proposte creative. Oltre venticinque anni di
esperienza a disposizione di chi vuole promuovere con successo i propri prodotti
e i propri servizi. Promovideo è cresciuta insieme ai suoi clienti, fino a diventare
una realtà di uomini e mezzi in grado di soddisfare ogni esigenza di
comunicazione. Negli ultimi 15 anni Promovideo ha sviluppato una particolare
attenzione alle produzioni specializzate in acqua, quindi sailing e windsurf
partecipando come produttore ai maggiori eventi sportivi legati al mondo della
vela. Il windsurf in particolare è stato sempre seguito con grande passione con lo
sviluppo di tecniche di produzione avanzate per migliorarne visibilità e diffusione
sui circuiti internazionali. Abbiamo intervistato Roberto Vuilleumier al recente
Trofeo Neirotti di Torbole sul Garda, caratterizzato purtroppo per questa edizione
dalla quasi totale assenza di vento e quindi non è stato possibile gareggiare.
Ciao Roberto, quando hai iniziato a riprendere le regate di Windsurf? Mi
occupo da circa trent’anni di produzioni televisive e fotografia, con il windsurf ho
iniziato nel 1986 su una produzione con i fratelli Simmer. Dopo tanto tempo di
lavoro professionale continuo a divertirmi con un grande entusiasmo condiviso
con tutte le persone ed amici che collaborano ai miei progetti. Sono un grande
appassionato di windsurf e vela, mi ritengo molto fortunato perchè vivo e lavoro a
Riva del Garda, nel posto giusto per rimanere in contatto con la natura e lo sport
che amo e trasferire nei miei lavori l’emozione delle cose semplici e vere.
Hai sempre lavorato qui al Lago di Garda, oppure anche da altre parti, per
quanto riguarda le riprese windsurf? Dopo le prime produzioni sul Garda, nei
primi anni ‘90 ho vissuto in pieno il boom del windsurf producendo video per
quasi tutte le aziende dell’epoca: il periodo d’oro è durato fino 1998 con bellissime
produzioni in giro per il mondo Hawaii, Sud Africa, Australia, Egitto, Canarie,
Caraibi. Ricordo con molto piacere le produzioni per Merit Cup Cif, i videolearning
storici con i migliori rider.
La regata che ricordi con maggiore soddisfazione dal tuo punto di vista
lavorativo? Sicuramente quelle del circuito PWA dell’epoca, poi il Circuito Italiano
Funboard in giro per l’Italia, e tutte le magnifiche regate dei primi anni ‘90, Coast
to Coast, North One Hour e tante altre. C’era uno spirito di gruppo e di
coinvolgimento unico, i mezzi tecnici dell’epoca erano costosissimi e le produzioni
in acqua difficili, ma nonostante tutto c’era sempre un profondo senso di
appagamento per quello che facevamo.
Stai utilizzando delle tecniche particolari per la ripresa, produzione e
editing dei tuoi video? Parlare di convergenza creativa significa proprio essere
sensibili e aggiornati su tutte le nuove tecniche: nella mia professionalità
convivono due identità diverse, fotografo e cineoperatore (ho iniziato con la
pellicola cine 35/16mm); questo mi ha permesso di essere pronto per gli sviluppi
attuali e le tendenze sull’editing del momento: la fruizione sul web ha reso tutto
molto veloce e alla portata di tutti. È indispensabile però la capacità di
interpretazione e l’esperienza per poter gestire tutto il mix di tecnologie che il
mercato ci offre. In acqua sul gommone quando sei a 25 nodi dietro ad un
windsurf devi avere tecnica e soprattutto braccia per portare a casa riprese
stabili che servano ad una buona produzione.
Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti? Con il windsurf tutte le regate più
importanti sul Garda, Mondiale Slalom Youth, One Hour con il Circolo Surf Torbole.
Il resto sono quasi tutte produzioni vela e documentari. Purtroppo il mercato del
windsurf impone limiti di budget, non esistono più produzioni broadcast e quello
che facciamo è frutto di questa "maledetta" passione che ci mette sull’attenti a
ogni soffio di vento...
Fast news
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UNA PRIMAVERA VENTOSA SUI LAGHI DEL NORDQuesta primavera ce la ricorderemo a lungo, perturbata, piovosa e fredda, ma ha regalato a tutto il popolo windsurfista d’Italia un bel po’ di vento e onde, da nord
a sud. Epico in Liguria con 10 giorni di vento e onda prima da Ovest e poi da Est verso fine aprile, ma anche il litorale romano non ha scherzato, come la Sardegna,
la Sicilia, la Puglia… Ha fatto anche Bora sull’Adriatico, insomma vento ovunque o quasi! E i laghi?!? Dopo un inizio di primavera decisamente povero di venti termici
ecco che con l’arrivo di maggio la situazione è decisamente cambiata. Complice il vento da Est in pianura e il raffreddamento dell’acqua, che aveva iniziato a
riscaldarsi per poi ritornare a essere piuttosto “frizzante”, i venti termici da Sud hanno dato il meglio di loro regalando splendide giornate di Ora sull’Alto Garda e
di Breva sul Lago di Como. Ebbene sì, perché quando c’è l’azione congiunta delle correnti da Est e lo sbalzo termico dell’acqua ancora fredda con la temperatura
dell’aria gradevole (tipica situazione primaverile), i venti termici da Sud dei Laghi del Nord si incanalano e rinforzano con vigore, non è raro quindi con questa
situazione metereologica uscire con la 4.5! Sabato 12 maggio è stato un giorno di questi: Bora dichiarata a Sottomarina e tempo perturbato. Chi per impegni vari
non ha potuto sfruttare la Bora al mare, si è potuto comunque divertire rimanendo sui laghi “cittadini” con una fantastica Ora sul Lago di Garda, e una ancora più
vigorosa Breva sul Lago di Como. In queste giornate è essenziale scegliere lo spot lacustre giusto, quindi ricordatevi che per il Garda in queste condizioni
funzionano meglio gli spot di Torbole, e sul Lago di Como la scelta giusta è Colico, come ci fa vedere il nostro collaboratore Federico LaCroce nella foto qui sopra in
Shaka con la sua 4.5, anche se una bella 4.0 sarebbe stata meglio come ha commentato lui stesso. Tavola: 99 Freestyle TE. Vela: Hot Sails Maui Firelight.
CENTRO SUN + FUN ALACATI SI RINNOVATurchia, il governo dà fondi per ristrutturare un centro surf... Il centro ASPC ha ricevuto fondi statali per
modernizzare il suo centro surf ad Alacati. In questo modo è stato possibile rinnovare la struttura e
costruire una piccola palestra, un campo da basket e un campo giochi per bambini. Le attrezzature appena
acquistate sono tavole JP e vele NP 2012. Per tutti i clienti prenotati tramite sun+fun ci sono alcuni vantaggi:
- Alacati Explorer Bike Tour gratis
- Utilizzo gratuito dei 10 nuovi Imagine Surf Kayaks
- 15% di sconto per i massaggi offerti in loco
- Endless Summer Kids Surf Camp, prenotabile in esclusiva da sun+fun
In loco vi aspettano i ragazzi del centro, simpaticissimi, inclusa Eva, austriaca, che parla perfettamente
italiano. Per informazioni e prenotazioni: sun+fun www.vacanzewindsurf.com ; [email protected] ;
Tel. Italia: 0365.918700
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RIDER: Federico LaCroceLOCATION: Colico, Lago di ComoFOTO: Valeria Agnesi
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TESTO DI Nicola Spadea | FOTO DI Jimmie Hepp
NON SEMPRE UN ALBERO AL 100% IN CARBONIO RAPPRESENTA LA SCELTA OTTIMALE. NICOLA SPADEA CI AIUTA ACAPIRE QUANDO È IL CASO DI UTILIZZARE UN ALBERO CON UNA PERCENTUALE DI CARBONIO INFERIORE.Sinceramente avevo sempre pensato che per ottenere il massimo delle
performance dalla mia vela un albero 100% carbonio fosse la miglior scelta da
fare in qualsiasi caso. Qualche anno fa parlando con Valter Scotto dei migliori
alberi della gamma il collega ligure tirò fuori lo Stilo 200 di MaverX, un 85%
carbonio! Perché scegliere un 85% quando puoi avere un 100%!? Gli domandai…
E il buon Valter con un bel po’ di esperienza in più di me riguardo vele piccole e
venti sopra i 40 nodi mi parlò di comfort e gestibilità della vela.
Quando i venti iniziano a essere superiori ai 25/30 nodi l’impatto della raffica
nella vela può essere abbastanza brusco, lo stesso può capitare con lo
strattone all’atterraggio da un salto o manovra. Armando la vela con un albero
leggermente più morbido i benefici in termini di confort e conducibilità sono
notevoli, il range della vela aumenta e la sensazione di controllo rispetto a una
stessa vela armata con un albero dal refelx più spinto è maggiore.
Lo Stilo 200 grazie alla scelta delle fibre di carbonio con cui è costruito e al
lavoro di ottimizzazione in fase progettuale è un ottimo compromesso tra
reattività, controllo e robustezza. Rispetto al modello precedente è stato dotato
di un rinforzo in zona boma e in penna con un tessuto tecnico per proteggere
le aree dai possibili impatti e dall’esposizione in penna dell’albero che molte
vele con vario top lasciano scoperto.
Le condizioni wave sono quelle in cui è più facile riscontrare le caratteristiche
presentate ma in generale da una misura di vela da 5.0m2 in giù anche in una
tipica giornata di vento forte del proprio spot, mare o lago che sia, freeride o
freestyle che si voglia praticare, è possibile apprezzare le qualità di un albero
più morbido e i vantaggi acquisiti.
MAVERX STILO 200 (RDM)Misura Carbonio IMCS Peso (gr.)340 85% 16 1400
370 85% 17 1550
400 85% 19 1850
430 85% 21 2050
Toys
FBR_
412
cattura ogni singola emozione
goGoal FUNPermette riprese a 60/50fps per realizzare video in HD“slow-motion”. Video in qualità Full HD 1080p oppurefoto a 8 MPx con obiettivo grandangolare 170 gradi.Display anteprima per il posizionamento e la ricerca del-l’inquadratura. Telecomando in radiofrequenza utilis-simo per lo “Start e Stop” della registrazione, rendendosemplice girare brevi clip. Con goGoal FUN potrete ri-vedere le vostre performance, la soluzione ideale percondividere video e immagini con gli amici attraversoi più famosi social network (YouTube™, FaceBook™, ecc.)Utilizzabile in altri sport con gli accessori dedicati.
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Rimini Wellness
10-13 maggio 2012
Pad A1 - Stand 191
TESTO DI Fabio Calò
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STARBOARD ANTICIPA DECISAMENTE I TEMPI ED ESCE ALLO SCOPERTO CON LA SUA NUOVA LINEA DI TAVOLE WAVE E FREESTYLE PER IL 2013. ESSENDOARRIVATA QUESTA BREAKING NEWS PROPRIO NEI GIORNI PRIMA DI ANDARE IN STAMPA, ABBIAMO DECISO DI PUBBLICARE SOLAMENTE PARTE DELLA NUOVACOLLEZIONE. TUTTO IL RESTO, INSIEME ANCHE A TUTTE LE NOVITÀ 2013 DELLE ALTRE AZIENDE, LE POTRETE TROVARE SUL NUMERO DI LUGLIO.
Starboard introduce i nuovi range wave e freestyle. La nuova entrata nel line up
wave della Starboard è l’innovativo NuEvo, che si ispira al surf da onda più che
mai, risultando l’arma perfetta per onde da mezzo metro ad un albero.
Sicuramente il NuEvo rappresenta la tavola più innovativa del range wave 2013.
È diversa da qualsiasi altra tavola ed è lunga solamente 224 cm. Progettata e
realizzata da James Hooper in Australia, la NuEvo presenta un setup di pinne
twinzer che sono molto più distanziae tra loro e sui rail, come le tavole da surf
da onda. I rail morbidi e arrotondati, combinati alla coperta piatta derivano
anch’essi dagli shape di surf da onda, rendendola la tavola perfetta per tutti
quei rider che vogliono provare una pura sensazione di surfata.
Tra i range NuEvo e Quad balza all’occhio anche il nuovo “Koster” Kode, che è
stato suddiviso in due sottocategorie: il Kode Wave, e il Kode Freestyle-Wave.
Il Kode Wave è una tavola twinzer, convertibile a single fin, sviluppata in
collaborazione con l’attuale campione del mondo Philip Koster, da cui deriva il
nomignolo Koster Kode. Proprio come Philip, infatti, la tavola è estremamente
veloce e adatta ai nuovi trick aerei più radicali della new school, mantenendo
però la capacità di curve perfette che faranno impazzire anche i puristi del
waveriding, o di chiudere doppi forward in planata.
Il range Quad 2013 è stato completamente rivisitato, per aumentarne
ulteriormente la spinta, le performance, sia in condizioni di onda piccola che
grossa grazie al nuovo square-tail. Questa tavola è imperniata sui rail e sul surf.
Essendo il pro model di Scott McKercher, le nuove Quad sono ancora più veloci,
radicali e potenti.
I Flare 2013 sono la punta di diamante del freestyle della Starboard. Gli shape
pluripremiati dai test di SURF magazine e Windsurf Journal restano quasi
inalterati anche per il 2013, ma con grafiche nuove ed ancora più aggressive.
Nate dalla collaborazione tra Taty Frans e Sven Akerboom, queste solo le tavole
esatte che i pro usano durante le gare di coppa del mondo.
RIDER: Philip KosterBOARD: Starboard Kode Wave 82SAIL: Neil Pryde CombatLOCATION: Maui HookipaFOTO: John Carter
Starboard Quad 2013 Starboard Flare 2013
Toys
KODE WAVE: Primo della lista è il nuovissimo Koster Kode 2013, una tavola fatta con e per l’attuale campione del mondo PWA
Wave. È la concretizzazione del progressivo stile di surfata della nuova generazione, permettendo al rider di fare qualsiasi trick
sul lip. Essendo così veloce, potente e manovrabile, chiunque la prova non può che restarne entusiasta!
• Le tavole wave di nuova generazione di Philip Koster, col suo tipico stile aereo.
• Veloce, reattiva e potente. Il mix perfetto tra i trick e le rotazioni sull’onda della new-school, permettendoti di volare sopra i lip
di spot come Tenerife, Gran Canaria, Danimarca e Sylt.
• Dimensioni disponibili 72, 77, 82, 87.
• Assetto Twin fin, convertibile a single fin. Pinne MB Twinzers in dotazione.
• Pad da 10mm senza bumper per una immediata e riposta diretta sulla tavola
• Poppa square tail per aumentare l’aderenza e la velocità anche sulle onde piccole, aiuta inoltre la tavola nelle manovre in reverse.
• Un ampio mono-concavo nella sezione della poppa per aumentare il drive e la potenza.
• Verso la prua una V profonda per velocizzare e aumentare il feeling quando si spenge sui rail per il bottom turn
• Tail della poppa piatto per un ingresso in planata più efficiente, una migliore accelerazione e una velocità di punta più alta.
• Nuove pinne disegnate da MB Fins (set up twinzer) che generano un miglior controllo della tavola.
• Disponibili in costruzioni carbon, wood e Technora®
NuEVO: Una linea completamente differente è invece il NuEVO 2013, che offre tavole basate interamente sui concetti dello shape
di surf da onda, realizzate tramite collaborazione esterna con James Hooper, l’uomo dietro al marchio di tavole australiano,
Nude boards. Queste tavole chiudono lo spazio mancante tra surf e windsurf, assicurando la performance, sensazione e
reattività di una tavola da surf da onda.
• Ideale per surfate pulite e senza il minimo sforzo.
• Lo shape più vicino a una tavola da puro surf da onda, sia per reattività, che come sensazione e performance.
• Disponibile nelle misure 73, 80 e 93.
• Outline molto compatto “chopped-off tail and nose”.
• Bordi molto arrotondati per uno stile in surfata morbido.
• Pad a doppi strato per un feeling morbido e di massimo confort durante la surfata.
• Assetto Twin fin, pinne G10 Drake Twin Surf in dotazione.
• Disponibili in costruzioni carbon e wood.
Name Length Width Sail Range (cm) (cm) (m2)
Kode Wave 72 Carbon / Wood / TechnoraTM
223 55,5 3,0-5,0
Kode Wave 77 Carbon / Wood / TechnoraTM
227 60 3,3-5,3
Kode Wave 82 Carbon / Wood / TechnoraTM
233 58,4 3,5-5,5
Kode Wave 87 Carbon / Wood / TechnoraTM
234 61 4,0-6,0
Kode FS Wave 86 Carbon / Wood / TechnoraTM
234 59 4,0-6,0
Kode FS Wave 94 Carbon / Wood / TechnoraTM
234 61 4,5-6,5
Kode FS Wave 103 Carbon / Wood / TechnoraTM
234 64,5 5,0-7,0
Name Length Width Sail Range (cm) (cm) (m2)
NuEvo 73 Wood / Carbon 221 55 3,0-5,0
NuEvo 80 Wood / Carbon 224 60 4,2-5,3
NuEvo 93 Wood / Carbon 227 59,5 4,7-6,0
Starboard Kode Wave 2013
Starboard NuEvo 2013
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DA QUANDO IL CAMPIONE DEL MONDO FREESTYLE 2011, STEVEN VAN BROECKHOVEN, È PASSATO A NEIL PRYDE, TUTTI SI CHIEDEVANO SE SAREBBE STATASVILUPPATA UNA NUOVA VELA DEDICATA ALLA DISCIPLINA. DA ALCUNI ANNI NEIL PRYDE SI PROPONEVA AGLI AMANTI DELLE MANOVRE CON LA FIREFLY, UNACLASSICA VELA FREESTYLE 5 STECCHE, MA IL PODIO DEL PWA ERA SALDAMENTE NELLE MANI DI ALTRI BRAND. ERA NELL’ARIA QUINDI UN GROSSOINVESTIMENTO DI NEIL PRYDE NEL FREESTYLE, ED È ARRIVATO PUNTUALE CON L’ENTRATA NEL TEAM DEL GIOVANE BELGA CAMPIONE DEL MONDO. IL PASSOSUCCESSIVO NON POTEVA CHE ESSERE QUELLO DI CREARE UN MODELLO DEDICATO AL NUOVO STILE FREESTYLE DI OGGI, E CHE PERMETTESSE A STEVEN DIRIMANERE AI VERTICI DELLE CLASSIFICHE. COSÌ, DA GENNAIO SI È INCOMINCIATA A VEDERE UNA NUOVA VELA A 4 STECCHE DI NP, PROTOTIPI E SOLO NELLEMANI DI STEVEN, MA ORA, DOPO MESI DI SVILUPPO E LA SUA PRIMA USCITA UFFICIALE DURANTE IL PWA DI PODERSDORF, LA WIZARD È PRONTA!
Ho avuto l’onore di provare uno degli ultimi prototipi, prima della versione
definitiva, della Wizard a febbraio in Sud Africa. Mi trovavo a Sunset e Steven
van Broeckhoven era in acqua a testare questa nuova 4 stecche di Neil Pryde, il
nome e i dettagli della vela erano ancora top secret. La giornata era un
“classico” Sunset da 4.7 full power e due metri d’onda, non proprio le
condizioni ideali per fare Freestyle. Steven snocciolava doppi Forward e Push
Loop Tweacked a uscire, con manovre al rientro tipo doppia Burner, Shove it
Spock into Culo e Switch Kono altissime. Finita la sua session Steven mi fa
provare la sua vela, misura 4.5. La primissima impressione che ho avuto è stata
quella di estrema leggerezza, sia a terra sollevando la vela, sia in acqua
durante la navigazione; queste due caratteristiche non necessariamente vanno
sempre di pari passo ed è molto più importante la seconda. Il vento era molto
rafficato ma ho potuto verificare un ingresso in planata fulmineo e
un’accelerazione notevole quando il vento andava ancora bene per la 4.7.
Successivamente, con il vento in deciso rinforzo, molti avevano già armato la
4.2, ho riscontrato nelle raffiche più forti un leggero “imballonamento” della
vela ma che rimaneva comunque gestibile. Fatto del tutto normale tenendo in
considerazione lo shape a 4 stecche e il vento in aumento. Nei salti avevo una
giusta pressione sulla mano di bugna che mi permetteva di aprire o chiudere
la vela generando o togliendo potenza a secondo del tipo di manovra. In breve…
quando chiudevo per girare in Forward la vela mi dava la potenza necessaria
per una perfetta rotazione. La velocità di punta e la risalita sopravento,
fondamentale durante una heat di freestyle o per non perdere troppa acqua
dopo le manovre, mi è sembrata ottima. Al rientro, nel flat tra i set di onda, la
vela ha dato il meglio di se, pur non avendo ancora il controllo perfetto del
passaggio in Duck per poi fare tutte le nuove manovre tipo Kono, Burner etc… la
Size Luff +/- 1cm Boom +/- 1cm Base Battens Cams Weight Ideal Mast Top Finis.3.8 367 145 28/0 4 0 3 340/370 Vario Top
4.2 384 151 14 4 0 3.2 370 Vario Top
4.5 398 156 28 4 0 3.3 370/400 Vario Top
4.8 409 161 10 4 0 3.4 400 Fixed Head
5.1 424 166 24 4 0 3.45 400 Fixed Head
5.4 438 171 8 4 0 3.55 430 Fixed Head
5.7 448 176 18 4 0 3.65 430 Fixed Head
6.1 459 181 30 5 0 4.05 430 Fixed Head
6.5 469 187 10/40 5 0 4.2 460/430 Fixed Head
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TESTO DI Fabio Calò | FOTO DI Jerome Houyvet
vela si neutralizza immediatamente facilitandoti il passaggio per poi darti una
spinta pop-up davvero fuori dal comune per farti volare in aria. Attualmente per
una vela Freestyle questa deve essere una delle caratteristiche principali. Il
motivo di questa neutralità ed esplosività risiede nel nuovo tipo di costruzione
della vela con un panello in Tetoron che segue tutto il profilo dell’albero, che
mantiene le stecche “a filo” durante i passaggi in Duck e lontane dall’albero, e
si modifica generando profilo e quindi portanza quando la vela è nel vento.
Questa caratteristica non esisteva nella FireFly, anche se nel modello ’12 si era
cercato un compromesso. Nella navigazione bugna avanti per le manovre clew
first, dallo Spock al Misty Flip, la vela rimane potente e la penna abbastanza
stabile facilitando in questo modo il mantenimento della velocità, fondamentale
per l’esecuzione di questo tipo di manovre. Lo shape di questa vela rimane
comunque compatto ma con un albero non troppo corto, in modo da avere una
sezione della vela in penna importante ma non ingombrante. Alberi RDM sono
l’unica soluzione per questa nuova vela. Finita la mia breve prova riconsegno la
vela a Steven e ritorno in acqua con la mia 4.7, e mi sembrava di avere in mano
un metro in più di vela, e non solo 0.2 in più!
INFO: Il centro di design della NeilPryde assieme al campione del mondo
Freestyle, Steven Van Broeckhoven hanno unito le forze per pensare e
realizzare la Wizard, la vela perfetta per tutte le powermove che
contraddistinguono la new school del freestyle. Più potenza, più reattività, più
spinta. Facile da gestire, maneggevole, planata anticipata. Tu davanti, loro
dietro. Fa magie.
Quattro stecche fino alla 5.7: In modo da mantenere il peso della vela al
minimo, per garantire la massima performance. 5 stecche per le misure 6.1 e 6.5.
Panello dell’albero in Tetoron: combinato con una nuova tasca d’albero che
permette alla vela di passare da neutrale alla massima spinta in un batter
d’occhio.
Shape bilanciato distribuito su tutta la vela, fino alla penna, in modo che la
Wizard sia estremamente veloce in andatura ed in ingresso di planata, offrendo
la massima spinta durante gli stacchi dei trick.
Profilo centrato garantisce la combinazione perfetta di spinta e controllo
anche con vento.
Robert Stroj, sail designer Neil Pryde: “L’aumento della curvatura della
parte superiore dell’albero assicura un’ottima potenza e tensione superficiale
della vela, rendendo la penna stabile e reattiva. Così facendo si ottiene
un’erogazione costante della potenza, in modo che essa possa diventare
completamente neutrale al momento del passaggio sottovento, e avendo
abbastanza tensione in penna per garantire la massima spinta anche bugna
avanti, permettendo di combinare le manovre più complicate e disparate.”
Steven van Broeckhoven, Campione del Mondo Freestyle 2011:
“È fondamentale armare la Wizard correttamente. È una vela dedicata
puramente al freestyle, e non necessita quindi di essere cazzata di caricabasso
quanto una vela wave. Basta armarla in modo che la vela sventi tra le due
stecche superiori. Così facendo il profilo della vela incanala tutta la potenza in
avanti, che è la discriminante per staccare e chiudere tutti i trick new-school.”
Bryan Perez: “È davvero importante regolare correttamente la tensione della
bugna in modo che la vela non tocchi troppo il boma quando plani. Il trim
perfetto è armare la vela in modo che la stecca superiore al boma sia circa a
metà albero.”
La nuova Wizard sarà disponibile in due colori:giallo/verde (c3) e blu/viola (c2)RIDER: Steven van Broeckhoven.
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SU QUESTO NUMERO DI FUNBOARD CI OCCUPEREMO DELLA POSIZIONE DEL BOMA A SECONDA DELLE CONDIZIONI. COME HO GIÀ DETTO NEGLI SCORSI NUMERINEL WINDSURF È MOLTO IMPORTANTE SETTARE I MATERIALI IN MODO DA UTILIZZARLI AL MEGLIO PER LE PROPRIE CAPACITÀ E PER LE CONDIZIONI CHEAFFRONTEREMO UNA VOLTA IN ACQUA. E NELLO SLALOM QUESTO FATTORE È ANCORA PIÙ IMPORTANTE PER PERMETTERCI DI AVERE PIÙ CONTROLLO E VELOCITÀIN OGNI CONDIZIONE. ANDIAMO QUINDI A VEDERE COME CAMBIA L'ASSETTO DELLA NOSTRA ATTREZZATURA IN BASE ALLA POSIZIONE DEL BOMA.
LA POSIZIONE DEL BOMA: Partiamo dal presupposto di posizionare il boma in una
posizione di altezza media tra le vostre spalle e il mento. Da qui possiamo iniziare
a provare a spostarlo per vederne gli effetti sull’assetto della tavola e della vela.
Boma basso:
• la tavola risulterà più schiacciata sull’acqua.
• maggiore controllo dell’attrezzatura in condizioni difficili di chop e soprainvelatura.
• posizione più rannicchiata con gambe più piegate, migliore per il vento forte
ma negativa in condizioni di vento leggero.
• la vela rimane meno inclinata verso di noi, più dritta sulla tavola e si effettua
meno leva sull’albero; effetti analoghi all’avanzamento del piede d’albero visto
nello scorso numero.
Boma alto:
• la tavola risulterà più alta sull’acqua, più libera.
• minore controllo dell’attrezzatura sotto raffica e in caso di aumento del vento
ma migliori prestazioni in caso di vento leggero.
• posizione del corpo più distesa con gambe quasi dritte, assetto migliore per
vento medio leggero ma che genera poco controllo nel vento forte e chop.
• la vela è più inclinata verso di noi (praticamente ce la tiriamo verso l’acqua) e
si fa più leva sull’albero; con boma più alto talvolta vi sentirete “appesi” alla
vela e in questo momento perderete pressione sulla pinna con conseguente
possibile spin-out. Per questo in casi simili potreste aver bisogno di una pinna
più lunga per non incorrere negli spin-out e utilizzare al meglio gli effetti
positivi del boma alto nel vento leggero; effetti analoghi all’arretramento del
piede d’albero visto nello scorso numero.
CONSIGLI: Ricordatevi di spostare il boma in alto e in basso di 1, massimo 2 cm,
non esagerate se no non capirete mai nulla in quanto i cambiamenti saranno
troppo radicali. Come avrete capito gli spostamenti del boma vanno di pari
passo con quelli del piede d’albero. In generale è preferibile spostare il piede
d’albero e cercare di tenere il boma il più alto possibile e sempre nella stessa
posizione. In questo modo la vela funziona sicuramente meglio. Quindi una volta
trovata la posizione ottimale del boma dopo vari test in acqua in cui lo
31
TESTO DI Matteo Iachino
muoverete per vederne gli effetti, segnatela sulla tasca dell’albero sulla vela, e
ogni volta posizionatelo alla medesima altezza. Solo in casi al limite oltre a
spostare il piedino muoverete anche il boma.
LE CIME DEL TRAPEZIO: Altro fatto da tenere presente è: che trapezio usate?
Quanto sono lunghe le vostre cime del trapezio? Logicamente a parità di
lunghezza di cime del trapezio e di altezza del boma con il trapezio alto potrete
provare il boma più in alto che con il trapezio basso, non c’è bisogno di
spiegarne il motivo visto che già il nome dei due tipi di trapezio lo esplica. Ma dei
trapezi ci occuperemo in un altro momento. Tornando alle cime del trapezio,
esse funzionano come l’altezza del boma e come il piede d’albero. Accorciando le
cime otterremo gli stessi effetti che abbiamo alzando il boma, allungandole,
avremo l’effetto che si ha abbassando il boma. È meglio accorciare e allungare
le cime in base al vento che spostare il boma dalla posizione che avrete trovato
come ottimale, esattamente come è meglio spostare il piede d’albero che
spostare il boma. Quindi se vi sentite “appesi” alla vela e non riuscite a fare
pressione sui piedi per questo motivo limitatevi, in un primo momento, ad
allungare le cime del trapezio e vedrete che questa sensazione passerà subito e
vi troverete meglio. Al contrario se vi sentite “accartocciati” su voi stessi, seduti
e schiacciati accorciate le cime del trapezio e avrete effetti positivi.
Sostanzialmente in vento leggero e mare piatto sono preferibili cime del trapezio
corte (possono essere da 24” per esempio) per arrivare a cime decisamente più
lunghe in condizioni difficili e di ventone (anche 34”). Ricordiamoci però che
dobbiamo sempre toccare il boma con le mani quindi se non siamo dei “vatussi”
con braccia lunghe 2 metri forse le cime da 34” possiamo evitarle e possiamo
spaziare da 24” a 30” a seconda delle condizioni che troviamo. Io personalmente
tengo le cime fisse a 32” e riesco a navigarci dal vento leggero al vento forte e
con qualsiasi vela, questione di abitudine! Per quanto riguarda il posizionamento
delle cime del trapezio sul boma questo è un fatto totalmente soggettivo. Con le
cime spostate più verso l’albero la vela in andatura rimarrà più aperta e starà a
noi chiuderla con il braccio dietro, usandolo come un acceleratore. È logico che
con vento forte questo sarà molto faticoso ma ci sono molti rider che utilizzano
le cime avanti. C’è poi una posizione intermedia nella quale avremo la vela un po’
meno aperta e potremo chiuderla con il braccio dietro ma giocando su un
angolo minore. Per finire possiamo posizionarle molto indietro sul boma verso
la bugna e in questo caso annulleremo quasi del tutto il lavoro del braccio dietro
in quanto la vela appena saremo agganciati al trapezio risulterà chiusa
completamente. Sta a voi decidere in base al vostro feeling con l’attrezzatura
quale posizione adottare. Provate tutto ma cambiando una cosa per volta
altrimenti non capirete mai quale delle cose che avete cambiato vi fa andare
meglio o peggio e trovate il vostro assetto ottimale! Alla prossima!
Boma alto: posizione distesa.© John Carter/PWA
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VI PRESENTIAMO UNA NUOVA E PAZZESCA MANOVRA, LO STESSO RICARDO AMMETTE CHE NON È AFFATTO FACILE TROVARE LE CONDIZIONIIDEALI PER PROVARCI, MA SE CI RIUSCITE OTTERRETE DEI BUONI RISULTATI. QUESTA COMBINAZIONE RAPPRESENTA ALLA PERFEZIONE ILNUOVO STILE WAVE PORTATO DAI TERRIBILI RAGAZZI DEL FREESTYLE, UN MISTO TRA UNA NUOVA MANOVRA FREESTYLE, LA SWITCH KONO,E IL SUPER CLASSICO SALTO PER ECCELLENZA, IL FORWARD, CHE COMBINATI ASSIEME HANNO UN EFFETTO SBALORDITIVO.
Ho chiamato questa manovra Papacu, è un simpatico nome brasiliano, ci
stavo pensando da molto tempo e sono riuscito a chiudere la prima a
Camp One (Maui) di fronte a Nik Baker 6 anni fa! Poi ho iniziato a riprovarla
di nuovo durante i photoshoot JP per diversi anni ma non sono mai riuscito
realmente a chiudere questa combinazione in piedi. Così l’anno scorso,
sempre durante il photoshoot di JP ci ho riprovato nuovamente e sono
riuscito a chiuderla atterrando in piedi!
Essenzialmente la Papacu è la combinazione di una Switch Kono seguita da
un Forward! È molto difficile trovare le condizioni giuste di vento e onda,
ma quando è tutto perfetto come in questa sequenza, non è impossibile.
Prima devi girare i piedi e poi fare il passaggio in duck della vela. È molto
importante cercare la giusta rampa prima di fare tutto questo, perché devi
essere sicuro che quando impatterai l’onda per saltare la vela deve essere
in potenza e non andare troppo di bolina, in questo modo riuscirai a
saltare abbastanza alto e una volta che hai girato devi poi chiudere la vela
per fare il Forward. Abbastanza semplice no?!?
33
TESTO DI Ricardo Campello | FOTO DI Darrell Wong | RIDER Ricardo Campello | LOCATION Maui
34
Funboard @FunboardMag 25 Apr
Per la prima tappa di PWA freestyle abbiamo deciso di fare qualcosa di
diverso; abbiamo chiesto a qualche atleta e a qualche personaggio del
mondo del windsurf di raccontarci stile twitter quello che è accaduto
[notte e giorno] a Podersdorf … buona lettura!
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 25 Apr
#PWAReggioCalabria FATTO! Prossima fermata PODO per un po’ di
freestyle, festa e amici… #Fiumicino #perdendoilvolo
Max Matissek @9max7 26 Apr
Il contest potrebbe iniziare sabato/domenica con vento da 5.0.
Aspettiamo e vediamo cosa ci dirà il meteo domani… #southwind
#nonsisamai
Amanda Beenen @Amanda_H87 26 Apr
Yeah! Sulla strada per Podersdorf con @Manu_ Grafenauer! Una
settimana di relax, incontri e festa per me, non essendo una freestyler.
Non vedo l’ora di vedere i ragazzi in azione #PWApodersdorf
Yarden Mayer @Yarde_ISR91 27 Apr
Buongiorno! Primo giorno, prima tappa… non so cosa aspettarmi. Il
vento dovrebbe essere leggero per tutta la settimana ma in questo
spot tutto può succedere! @registartion
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 27 Apr
30° gradi e niente vento… @NicolaSpadea spacca tutto nel tow-in
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 27 Apr
Ha pubblicato delle foto @FunboardMag
Podersdorf 2012!
Max Matissek @9max7 27 Apr
2° ex equo con Tsaty e qualificato per le finali di lunedì! Super felice!
#top10 al 100% #TowinEM #solounabirra okey?
Amanda Beenen @Amanda_H87 27 Apr
Wauw i freestyler Dutchie sono carichi! È ora di far festaaaa al
#RoyalCaptians #forlife
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 28 Apr
South Gusty Wind ma i rider in acqua_ bandiera verde_ heat 1
@MattiaFabrizi non ce la fa, @NicolaSpadea passa e Jacopo Testa vince
la heat 3 contro De Zeeuw… Il rider del giorno è Adrian Beholz, ha fatto
di tutto durante la sua heat contro Lorenz Forstenlechner #è iniziata …
adesso seconda eliminazione al tow-in @MattiaFabrizi full power e
#speriamoindomani #ifesta!
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 28 Apr
Ha pubblicato delle foto @FunboardMag
Nicola Spadea
Mattia Fabrizi
Jacopo Testa
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TESTO E FOTO DI Francesca LaCroce
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 29 Apr
Podersdorf chiusa nessuna macchina può più entrare… circa 30.000
persone in spiaggia e 30 gradi… fortuna che sono sulla barca della
giuria a scattare foto… perché sì il vento c’è ancora… @NicolaSpadea e
Jacopo Testa si fermano al round 2; la wild card Andreas Lachauer
arriva fino al 3° round lasciando tutti senza parole; Akgazciyan arriva
ai quarti vincendo su Tonky Frans; la semifinale è @estredogollito VS
Kiri Thode (per pochi punti vince Mr. Gollito) e il sottoinvelato
@StevenB72 VS un informissimo Taty Frans... Kiri e Steven combattono
per il terzo e quarto posto a colpi di air bob air funnel into funnel flaka
into ponch etc … winner’s final: Taty ci prova chiudendo una perfetta
air cachoo, ma Estredo sfodera burner da entrambe le mura e la
manovra della giornata flaka shaka flaka #senzaparole
#aspettiamodomani #festeggiamostanotte
Funboard @FunboardMag 29 Apr
@estredogollito vince il single seguito da Taty Frans, Kiri Thode e
Steven VanBroechoven
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 29 Apr
Ha pubblicato delle foto @FunboardMag
Taty Frans vs Nicolas Akgazciyan
Amanda Beenen @Amanda_H87 29 Apr
Le feste epiche! Devo dire @Colink99 Dixon sa come divertirsi così
come Aeberli! Difficile risveglio stamattina… ma non c’è un risveglio
migliore di uno con il vento! #F2mostridellefesteinripresaallago
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 29 Apr
Ha pubblicato delle foto @FunboardMag
Rock the party! Taty e Tonky Frans con amica.
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 30 Apr
13.30 che il double abbia inizio! Heat 26 @MattiaFabrizi
#nonsisailperchè non passa il turno contro Andy Bubble Chambers … il
vento è veramente rafficato e le heat vengono annullate e riiniziate … Il
capo giuria Duncan Combs decide di terminare la giornata dopo un
ultimo tentativo fallito della heat 30! Le previsioni per domani non
promettono bene... staremo a vedere! #lasperanzaèl’ultimaamorire
Max Matissek @9max7 30 Apr
6° overall nel #TowIn campionato europeo! #superfelice congratulazioni
ai vincitori!
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 30 Apr
Ha pubblicato delle foto @FunboardMag
Yarden Mayer
Yarden Mayer @Yarde_ISR91 30 Mag
Ahahhahahha è toccato a Adam Grivel dormire in corridoio
quest’anno… per fortuna qui sono preparati a tutto ! #crazyparty
Amanda Beenen @Amanda_H87 30 Apr
Divertimento Full Power! La finale di Tow-In è stata epica, ottimo lavoro
Broccoli e ancora festa dove mi sono fatta stracciare a Beerpong dal
campione indiscusso Paskosky… #GrazieRCdamikeandmanu
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 30 Apr
Ha pubblicato delle foto @FunboardMag
La nuova cronista del PWA live streaming: Amanda Beenen
Yarden Mayer @Yarde_ISR91 01 Mag
Finisce così: un solo single e nessuna possibilità di avanzare o
retrocedere … 9° NON MALE!
Grazie all’organizzazione e ai miei sponsor [fanatic, Simmerstyle,
Alubin, Ultrafins] #felice #direzioneLanzarote
Max Matissek @9max7 01 Mag
Premiazione @tonismartinskeller #festagrande @StevenB72 &
@maartenvanochten stanno già ululando canzoni folk del Benelux
#fmultitalentedNOT
Gollito Estredo @estredogollito 01 Mag
Felice di aver vinto la prima competizione della stagione… PWA World
Cup in Austria …
Francesca La Croce @Fran_LaCroix 01 Apr
Ha pubblicato una foto @FunboardMag
Gollito, grande rientro dopo il suo infortunio di questo inverno.
Funboard @FunboardMag 02 Mag
@estredogollito (Fanatic/North Sails) vince #PWApodersdorf 012 …
Full Power Man!
2° Taty Frans (Starboard/Maui Sails)
3° Kiri Thode (Starboard/Gaastra)
4° il campione del mondo in carica @StevenB72 (JP/NP)
….
17° Jacopo Testa (RRD/RRD) e Nicola Spadea (Starboard/Gun Sails)
33° Mattia Fabrizi (Fanatic/North Sails)
#END … #aspettiamoil2013
@NicolaSpadea #Podersdorf 2012 ha battuto qualsiasi aspettativa! Gli
organizzatori hanno superato se stessi e il tempo è stato dalla loro
parte regalando una settimana di sole nella regione del #Burgerland.
Nei giorni festivi sono state vendute più di 20.000 entrate e il windsurf
ha fatto da protagonista. Sia di giorno che di notte gli atleti sono stati
continuamente in acqua montando un vero e proprio show per il gran
numero di spettatori ma mentre di giorno il campo di regata rimaneva
leggermente isolato al centro del lago per via del vento da terra, la
sera durante le session di tow-in notturno il pubblico ha potuto
apprezzare salti e manovre dei migliori windsurfisti al mondo a pochi
metri dalla riva. I migliori?! #Gollito, #Taty Frans e #van Broeckoven e
ovviamente noi italiani che abbiamo tutte le carte in regola per essere
al top.
Francesca LaCroce e la dura vita dell’inviata...
Daniel Aeberli in splendida forma serale.
36
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IN UN WEEK-END DI FINE APRILE SI È RITROVATO A TORBOLE SUL GARDA UN NUMEROSO GRUPPO DI SURFISTI. NON SONO PROFESSIONISTI, NEMMENO ADDETTIAL SETTORE, SONO PERSONE NORMALISSIME SENZA NESSUNA VELLEITÀ AGONISTICA, MOSSE UNICAMENTE DA UNA GRANDE PASSIONE E DALLO SPIRITOGOLIARDICO DI QUESTO SPORT. NON SONO UN’ASSOCIAZIONE, MA HANNO UN GRUPPO SU FACEBOOK E SE VOLETE FAR PARTE DEL LORO GRUPPO DOVETE AVEREUN PICCOLO MA FONDAMENTALE DETTAGLIO CHE VI CONTRADDISTINGUA DALLA MASSA: DOVETE ESSERE DEVOTI AL BLACK SIDE DEL WINDSURF…
People
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INTERVISTA DI Fabio Calò | FOTO DI tommydellafrana
In queste pagine vi presento delle persone che si
sono riunite e hanno formato un gruppo
chiamato “Black Sheep”. Il loro denominatore
comune è quello di essere tutti affezionati clienti
di Point-7. Non fanno gare, non cercano di
primeggiare gli uni sugli altri, ma vogliono
semplicemente divertirsi facendo windsurf. Dal
punto di vista commerciale è un ottimo esempio
di fidelizzazione del cliente da parte di Point-7,
anche se quello che vi presentiamo è puramente
un’iniziativa di un gruppo di persone, nata da
una loro idea e portata avanti anche grazie
all’aiuto di Facebook.
Al quartier generale di Point-7 ho incontrato una
parte delle Black Sheep durante il loro meeting
di Torbole e tre di loro, Marco Gabbatel, Daniele
Viganò e Max Stridi, che hanno fatto da
portavoce, mi hanno spiegato cosa sono e cosa
fanno le pecore nere.
Come è nato il gruppo Black Sheep?
Il nostro gruppo è nato a Porto Pollo, dove
sostanzialmente ci siamo incontrati e conosciuti.
Prima ancora della nascita delle Black Sheep tutti
noi frequentavamo lo spot di Porto Pollo e
utilizzavamo le Point-7, questo era il denominatore
comune e quindi abbiamo iniziato a conoscerci
meglio e a diventare amici. Con l’andare del tempo
questa amicizia si è consolidata, dal vederci solo in
spiaggia abbiamo continuato a tenere i contatti
anche d’inverno scambiando e commentando le
nostre foto, fino a quando la scorsa estate abbiamo
formato questo gruppo. Abbiamo quindi iniziato a
condividere la nostra passione, i racconti delle
esperienze vissute in acqua, le sensazioni sui
materiali e l’elemento aggregante è sempre stato
quello che tutti noi utilizzavamo le vele nere. In uno
spot affollato come Porto Pollo in estate con tante
vele tutte colorate, il nostro gruppo non passava
certamente inosservato, anche perché abbiamo
iniziato a uscire tutti insieme contemporaneamente
formando una bella macchia nera; così un giorno ci
40
siamo detti che sarebbe stato bello creare un vero
gruppo. Chiaramente abbiamo subito pensato a
Facebook che era sempre più in forte espansione
con una logica di condivisione come il nostro
ideale, una forma di comunicazione nuova per
tenerci in contatto tra di noi anche dopo le vacanze,
dove ognuno ritornava alla propria vita in differenti
zone di Italia e anche d’Europa. Poi abbiamo
pensato a creare delle magliette e licre per
identificare il gruppo che si stava ufficializzando.
Abbiamo quindi aperto una pagina su Facebook con
la volontà di postare foto di windsurf anche dopo
l’estate in modo tale da rimanere collegati e
condividere tutti insieme i nostri momenti di
windsurf. È nato quindi il gruppo Windsurfing Black
Sheep Team.
Da dove arriva il nome Black Sheep?
Durante la seconda guerra mondiale gli americani
formarono una pattuglia di aviatori, erano stati
selezionati tra i piloti più scarsi in assoluto e furono
mandati allo sbaraglio nel Pacifico per dimostrare
che anche l’America stava facendo qualche cosa. La
pattuglia era composta da orfani, novelli piloti e
anziani piloti, avevano pochi aerei funzionanti e
soprattutto non avevano meccanici per ripararli.
Questo gruppo dalle scarse speranze ha però
iniziato a vincere tutte le battaglie aeree e poco alla
volta sono diventati famosi con il nome di “pecore
nere”; esiste anche una memoria cinematografica
su questo gruppo. Abbiamo poi associato il “black”
al fatto che tutti noi usiamo le Point-7, e il “sheep”
perché ci siamo conosciuti in Sardegna a Porto
Pollo patria delle pecore. A dire la verità però la
parte romantica degli aviatori americani per
l’origine del nome è venuta fuori dopo che avevamo
già pensato al nome Black Sheep, quando ci siamo
informati se esisteva già un gruppo con quel
nome… ma ci piace comunque raccontare questa
particolare coincidenza.
E per quanto riguarda la vostra pagina di
Facebook?
In perfetto stile social abbiamo quindi aperto la
nostra pagina su Facebook e abbiamo deciso di
creare un gruppo chiuso dove chi vi accede deve
essere in sintonia con un certo modo di pensare e
soprattutto usare esclusivamente le Point-7;
vogliamo un gruppo di amici tranquillo, senza la
volontà di primeggiare sull’altro, una semplice e
non agonistica condivisione della nostra passione.
Quindi non volevamo avere a bordo gente che come
succede in tanti blog intervengono solo per mettere
zizzania o per dimostrarsi migliori di qualcun altro.
Essenzialmente vogliamo che la nostra passione ed
amore verso il windsurf rimanga tale e non sia
condizionata da uno spirito di agonismo. Abbiamo
quindi chiuso il gruppo e ad oggi siamo a 180
membri e tutti noi utilizziamo solo ed
esclusivamente le vele Point-7.
Anche se questo gruppo è molto brandizzato,
l’aspetto tecnico viene di rado sollevato, mentre
prevale costantemente l’aspetto ludico del nostro
sport con il piacere di condividere le proprie
esperienze.
Nel gruppo si sono iscritti anche atleti Point-7
importanti, sia nazionali che internazionali, come
Pascal Toselli, Greta Benvenuti, Andrea Cucchi
ovviamente etc… Si è così creata questa
41
meravigliosa intersecazione tra il principiante e
magari l’atleta top 10 al PWA, che si confrontano
sullo stesso livello continuando a mantenere
l’aspetto più divertente del windsurf a prescindere
dal livello.
Il nostro gruppo su Facebook sta aumentando
vertiginosamente ed invitiamo tutti coloro che
condividono i nostri ideali e soprattutto che sono
Black Sail oriented 100% ad iscriversi per
condividere insieme a tutti noi nuove esperienze. Gli
amministratori della pagina “esamineranno” le
richieste e saranno felici di avere nuovi membri a
bordo!
La pagina è nata nell’ottobre 2011 e c’è molto
equilibrio tra numeri di membri italiani e stranieri
e questo ci rende molto felici.
Per potersi iscrivere l'ideale è andare sul sito
www.blacksheepteam.it e seguire il link per
l'iscrizione a Facebook sul quale si svolge il 99%
dell'attività del gruppo, lo scambio di
comunicazioni, report, fotografie, consigli su trim e
proposte di viaggio.
Il Black Sheep Team è composto da italiani,
tedeschi, danesi, svedesi, giapponesi e sloveni,
riuniti e accomunati dalle Black Sails e dalla stessa
fortissima passione per il windsurf.
Quello di Torbole è stato il vostro primo
raduno?
Questo week-end è stato il nostro primo raduno
ufficiale, è stato organizzato da noi ed eravamo
una cinquantina. Sabato mattina ci siamo
incontrati in Coca d’Oro con tutto il team Point-7
che ci ha dato preziosi consigli su come armare
al meglio le nostre vele e ci ha dato un po’ di
lezioni sulla tecnica corretta di trim
dell’attrezzatura. Poi siamo usciti tutti insieme in
acqua con una fantastica giornata di Ora. Non
eravamo solo italiani ma c’erano anche tedeschi
e austriaci. Dopo il surf abbiamo poi fatto
l’aperitivo al Wind’s Bar e cena da Villa Cian per
concludere la giornata.
I vostri prossimi progetti?
Abbiamo avuto degli ottimi feedback di questo
raduno e l’idea di ritrovarsi tutti insieme è molto
piaciuta, quindi stiamo organizzando il prossimo
appuntamento dove prevarrà sempre lo stesso
spirito che non vuole essere un confronto tecnico
ma un momento di condivisione della nostra
passione per stare insieme. La prossima location
potrebbe essere il Lago di Como a Colico, magari in
concomitanza della Lario Speed.
Tra i prossimi impegni di rilievo ci sarà lo stage
slalom P7 al Garda nel mese di luglio, dove
contiamo di radunare una buona parte del gregge
e realizzare un raduno ancora migliore di quello
appena realizzato il 28-29 di aprile, contiamo di
riempire ancora di più il lago di nero. Abbiamo in
mente di realizzare un bellissimo raduno in
concomitanza con lo stage a cui parteciperemo
tutti per apprendere i segreti dei pro.
Interviene Tobi Ullrich, ragazzo tedesco che fa
parte delle Black Sheep:
“Sono molto contento di far parte di questo gruppo,
ci divertiamo insieme sia dentro che fuori
dall’acqua e sono nate delle amicizie solide, tutto
questo non sarebbe mai avvenuto senza il fattore
comune delle Point-7. Vivo a Monaco, non troppo
lontano dal Garda, ma conoscevo questi ragazzi
solo virtualmente su Facebook. Grazie a questo
meeting ora gli ho incontrati tutti anche dal vivo.
Penso che questo dovrebbe essere lo spirito del
windsurf, divertirsi in acqua e condividere con gioia
le nostre esperienze. Molti altri ragazzi e ragazze
tedesche si stanno unendo a questo gruppo.”
A fine intervista anche Andrea Cucchi
interviene:
“Un gruppo composto da appassionati di windsurf,
dove il fattore comune è quello di stare insieme e
divertirsi facendo windsurf e non quello di mettersi
in prima persona per dimostrare qualche cosa, ma
semplicemente riunirsi per godersi una giornata di
windsurf tra amici.”
42
Erano un po’ di giorni che le onde da ponente rimbombavano con tutta la loro
forza sulle coste della Liguria e i local di Bordighera tenevano sott’occhio le
previsioni meteo nella speranza che arrivasse una bella ma difficile condizione
chiamata: “REBOSSO”.
Per chi non la conoscesse, sicuramente spettacolare da ammirare ma
accessibile solo a pochi, proprio per le difficili condizioni di surfata nello shore-
break e vento side-off.
La sua peculiarità è quella di manifestarsi all’improvviso anche dopo una
mattinata di vento che soffia da ovest sud/ovest senza avvisare proprio
nessuno tanto che solo i local possono cogliere quest’imprevedibile occasione!
Giovedì 12 aprile è stata una di quelle giornate fortunate per Andrea Franchini
e Federico Infantino, local rider di Bordighera…
Proprio davanti al No Stress Team, scuola di windsurf, kite, catamarano gestita
dallo stesso local e rider Andrea, si è aperto lo scenario del mitico Rebosso;
vento teso, onde lisce e potenti, acqua azzurra e due atleti che mi hanno
regalato adrenalina e scatti da urlo…
Surfate radicali nello shore-break, aerealoni e wipe out: queste sono le parole
che mi vengono in mente se dovessi fare un brainstorm di quella giornata
emozionante; anche per me che ero una spettatrice e cercavo di immortalare
le migliori azioni dei rider.
Se passate da queste parti e vedete due ragazzi surfare in condizioni “mission
impossibile” vi do un consiglio… Fermatevi a guardare perché lo spettacolo è
assicurato!!
ALOHA! Adele
PS. Il CRASH OF THE MONTH di questo numero di Funboard se lo aggiudica
Federico Infantino con un'entrata da suicidio proprio durante questa giornata
(pag. 86-87).
Extreme sessions
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TESTO E FOTO DI Adele Frola | RIDER Andrea Franchini | LOCATION Bordighera (IM)
44
Nome, età e luogo di nascita?
Madeddu: Luigi, nato a Sassari, ho 30 anni.
Spanu: Matteo, nato a Oristano, ho 36 anni.
Situazione sentimentale?
Madeddu: Fidanzato con Corinne, che vive con
me a Sa Barra.
Spanu: Sposato con Debora e papà di due
bambini stupendi: Niccolò e Maddalena.
Un aggettivo per descriverti?
Madeddu: Entusiasta.
Spanu: Competitivo.
Un aggettivo per descrivere l’altro?
Madeddu: Direi matto.
Spanu: Stiloso nel freestyle.
Un aneddoto divertente con l’altro?
Madeddu: Era il 2004. Ci siamo incontrati a
Funtana Meiga la prima volta, lui non ricorda è
smemorato! Dovevo chiudere la cerniera della
muta e gli ho chiesto aiuto. “Ma tu sei Matteo
Spanu?”. Ovviamente sapevo chi era. E lui pieno di
orgoglio: “Si! E tu chi sei?”. “Mi chiamo Luigi
Madeddu, mi chiamano tutti Gigi”. “Ah ho capito”,
ha subito esclamato, “ho sentito parlare di te, mi
hanno detto che te la cavi”. E io: “insomma”. Mesi
dopo il mondo del freestyle era in fermento
perché tutti volevano imparare la flaka, e io ero
vicino a chiuderla. Dopo un’uscita squilla il
cellulare: “Pronto, ciao sono Matteo Spanu, ti
ricordi di me? Mi hanno detto che stai imparando
la flaka, ti va di fare qualche uscita assieme?”. Da
quel momento abbiamo fatto coppia fissa.
FREESTYLE E WAVE. DUE DISCIPLINE AFFASCINANTI, SPETTACOLARI, ESTREME, MA COSÌ DIVERSE.DIFFERENTE È LA PREPARAZIONE, L'ALLENAMENTO, MA SOPRATTUTTO L'ATTESA PER LE CONDIZIONIIDEALI. DIFFERENTI SONO I MATERIALI, I TRIMMAGGI E GLI ASSETTI DELLE ATTREZZATURE. UGUALEL'APPROCCIO ALL'USCITA. SCOPRIAMO QUESTE DUE VISIONI DEL WINDSURF ATTRAVERSO UNA SIMPATICAINTERVISTA DOPPIA A DUE RIDER ITALIANI, DUE AMICI CHE IN TANTE OCCASIONI HANNO CONDIVISO LAPASSIONE PER QUESTE DUE MAGNIFICHE REALTÀ. LUIGI MADEDDU E MATTEO SPANU.
People
Gigi Madeddu
Matteo Spanu
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INTERVISTA DI Simone Pierini | FOTO DI Emanuela Cauli, Jimmie Hepp, Giangi Chiesura
WHO IS WHO - LUIGI MADEDDUNome: Luigi • Cognome: Madeddu
Nickname: Gigi
Nato a: Sassari • Età: 30
Altezza: 175 cm • Peso: 70 kg
Cittadinanza: sarda… e italiana
Dove vive: Sant’Antioco. Esattamente a Sa Barra
Hobby: surf, sup e tutto ciò che mi diverte!
Sponsor: North Sails, Fanatic, Arbeke,
Gas Fins, White Reef, Fausat.it,
www.windsurf-santantioco.com
BEST AND WORSTBionde o brune: brune
Wave riding o jump: wave riding
Goofy o regular: goofy
Destra o sinistra: nessuna delle due
Dunkerbeck o Naish: Naish
Kite o surf: surf
Macchina o furgone: furgone
Ichnusa o Coca Cola: Ichnusa
WHO IS WHO - MATTEO SPANUNome: Matteo • Cognome: Spanu
Nickname: “Sfidino”
Nato a: Oristano • Età: 36 anni
Altezza: 176 cm • Peso: 72kg
Cittadinanza: sarda… e italiana
Dove vivi: Oristano
Hobby: mountain bike, corsa, sup, calcetto e…
tu sfidami a qualcosa e io mi alleno e ti batto!
Sponsor: North Sails, Fanatic, Arbeke, Gas Fins,
White Reef, Al360, Gillo
BEST AND WORSTBionde o brune: brune
Wave riding o jump: non lo so! 50 e 50
Goofy o regular: goofy
Destra o sinistra: mure a dritta!
Dunkerbeck o Naish: Dunkerbeck per le vittorie,
Naish per tutto il resto
Kite o surf: surf
Macchina o furgone: furgone
Ichnusa o Coca Cola: Ichnusa
LOCATION: Sa Barra
LOCATION: Hookipa
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Spanu: Tutti sanno che il “signor Gigi” non si
sposta per fare wave quando è a casa sua,
anche quando le condizioni sono notevoli. A
novembre sono riuscito a portalo alle Hawaii.
Dopo una decina di giorni che uscivamo a
Hookipa arriviamo in spiaggia e la condizione
era molto interessante, vedevo le barre segnare
il mare da molto lontano. Gigi forse assonnato o
distratto dalla mancanza del freestyle non si è
reso conto della condizione (un albero di media
con dei set da 5/6 metri. Metri hawaianii, non
italiani! Vento da 4.7). Si gira verso da me e
dice “Matte come la vedi?”, io da str..o “ma
tranquillo non è cosi pericoloso!”. Gigi monta la
4.7 e entriamo in acqua. Passiamo raso gli
scogli, come Hookipa comanda, e poi superato il
canale arriva il primo set che per sfiga di Gigi
era bello grosso. Lui stramba e io lo seguo. Si
gira, guarda l’onda e si rende conto che era
veramente grossa. Non lo vedevo più, anche
perché sinceramente pensavo alla mia onda.
Ogni tanto davo uno sguardo ma non vedevo
neanche la penna della sua vela, dopo la mia
prima onda ne seguono altre due o tre ma Gigi
non si vedeva. Guardo in spiaggia, e lo vedo
seduto vicino alla attrezzatura, tiro dritto e
vado da lui che mi dice con occhi sgranati “ma
tu sei scemo, mi sono cagato sotto. Io non entro
più stavo per morire”. Io mi metto a ridere e gli
dico “ma non ti sei accorto che era grosso?”. E
47
lui “mi sono fidato di te, str…o!”.
Ci siamo fatti una risata, forse io più di lui! E
cavolo non è che devo sempre subire le sue
manovre a Sa Barra, ogni tanto devo rimettere
le cose in ordine. Ciao Gigi!.
Disciplina preferita?
Madeddu: Freestyle e wave.
Spanu: Mmm... forse… fatemi pensare… slalo…
no! Frees… no! Ah si certo… wave! Poi il freestyle.
Spot preferito?
Madeddu: Sa Barra, full power! Ho visto vari
spot in giro per il mondo e ogni volta che vado
all'estero divento sempre più consapevole che
per fare freestyle abito in uno degli spot migliori
che esistono!
Spanu: In Italia Funtana Meiga. Adesso tutti
diranno “ma Matteo il Capo?”. A me piace saltare
e surfare, non metto in discussione la qualità
dell’onda, ma vuoi mettere 2,5 metri con la 4,7 a
Funtana. In giro per il mondo non saprei sceglie
tra Hookipa e Ponta Preta (Capo Verde).
Spot più frequentato?
Madeddu: Ovviamente Sa Barra, è casa mia!
Spanu: Funtana Meiga quando è buono.
Numero di uscite all’anno?
Madeddu: Scusa Matteo ma in questo caso non c’è
storia… 240. Tutte a Sa Barra. Senza prendere un
aereo, ma solamente aprendo il cancello di casa!
Spanu: Non so, non ho mai tenuto il conto ma
penso che stando in Sardegna 40 uscite in wave
siano anche troppe. Solo quest’anno, che
finalmente sto segnando le uscite sul calendario,
considerando Capo Verde al 16 aprile sono a
quota 29: tra slalom, freestyle e wave.
Tavola e vela più usata?
Madeddu: Per la maggior parte delle mie uscite
uso vele North Sails (Ice, Id o Hero) 5.0, 4.7 e 4.2.
Tavola Fanatic Skate 99lt. Le armi perfette per la
mia disciplina.
Spanu: In inverno North Sails Hero 4.7 e Fanatic
Quad 75lt. In estate 5.3 Hero e Quad 81 in wave e
4.7 Hero e Skate 99 in freestyle.
Che tipo di allenamenti segui quando non sei
in acqua?
Madeddu: Vado in palestra cinque volte a
settimana. Da quando abito tra mare e
campagna poi ho imparato ad usare la zappa per
portare avanti i lavori e fare manutenzione
presso il windsurfing club. Un allenamento che
consiglio a tutti!
Spanu: Quando riesco a essere costante esco in
mountan bike due volte la settimana più la
domenica. Vado a correre tre volte la settimana
a cui abbino un po’ di pesi. Tutto questo se non
esco in windsurf.
Gigi a Hookipa.
Gigi e Matteo entrano a Hookipa.
Cosa ti emoziona di più quando sei in acqua?
Madeddu: Planare! Ogni volta che metto piede
sulla mia tavola è una nuova emozione. Sentire
silenzio attorno a me, percepire un senso di
libertà e poter volare sull'acqua sono sensazioni
davvero indimenticabili. Inoltre vedere i miei
allievi progredire di uscita in uscita è una cosa
che mi riempie di orgoglio, qualcuno di loro
potrebbe emergere in un futuro non molto
lontano.
Spanu: So che può essere la solita risposta,
però stare in acqua con gli amici e divertirsi a
manovrare in un ambiente di totale libertà.
Questo mi fa stare bene.
Cosa ti spaventa di più quando sei in acqua?
Madeddu: Non saprei, forse le persone che non
rispettano gli spot e gli altri rider.
Spanu: Bella domanda, direi niente ma non per
presunzione, forse per incoscienza, anche se ho
due bellissimi bambini e una moglie splendida.
Posso dire di aver avuto paura quando ci stavo
per lasciare le penne a Chia, qualche anno fa.
Ho passato dei momenti veramente brutti e
sono stato in preda al panico per qualche
secondo, ma poi sono stato razionale nel
momento critico. Colgo quest’occasione per
ringraziare tutti quei ragazzi che dalle rocce mi
hanno dato quella forza per uscirne vivo.
E dico a tutti di non entrare in acqua quando
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siete troppo stanchi e poco lucidi, magari per
motivi di lavoro. È fondamentale capire quando
si deve stare a casa e riposare anche per un
solo giorno.
A me è andata bene perché mi alleno al di fuori
del windsurf, ma solo nel periodo di Natale
sono morti due ragazzi in Sardegna e uno a
Capo Verde. E come sforzo fisico il windsurf non
è uno sport da sottovalutare e il buon senso è
sempre ben accetto.
Cosa consigli a chi vuole iniziare il freestyle?
Madeddu: Pazienza, tenacia, un gruppo di
ragazzi con cui praticarlo e tanta felicità di
andare in mare.
Spanu: Uscire il più possibile, provare un
milione di volte e non mollare.
Cosa consigli a chi vuole iniziare il wave?
Madeddu: Bella domanda. Essere consapevole
delle proprie capacità per non mettere in
pericolo se stesso e gli altri.
Spanu: Sicuramente scegliere dei posti non molto
difficili, come Funtana Meiga. Uscire in condizioni
facili (1.5 m di onda e vele dalla 4.7 in su), farsi
consigliare da chi ha un po’ di esperienza
(regolazione strap, altezza boma, posizione pinna o
pinne ecc…). Cose molto importanti che la gente
sottovaluta, ma che ti possono essere utili per
surfare in maniera comoda, corretto e per
esprimere al meglio il proprio stile.
Cosa consigli all’altro?
Madeddu: Dovrebbe fare più freestyle,
spaccherebbe di brutto!
Spanu: Gigi quando vieni a Funtana?
Siete stati a Maui insieme, cosa hai imparato
dall’altro?
Madeddu: Ho imparato qualche trucco in
cucina… scherzo!
Oltre quello tanti particolari su come affrontare
un uscita nelle onde in tutti i sensi…Trim del
materiale ecc. Matteo ha cercato di farmi da
tutor per tutta la vacanza spiegandomi come
affrontare certe condizioni, come leggere
un’onda della velocità di Hookipa e anche come
frullare senza danni!
Spanu: La pazienza è la virtù dei forti (forse!).
Cosa pensate di fare nel vostro immediato
futuro?
Madeddu: Vorrei fare più windsurf che posso, e
migliorare giorno dopo giorno. Far crescere il
movimento windsurfistico nella mia isola e
aiutare i giovani rider a progredire e a
innamorarsi di questo fantastico sport. Il nostro
spot è davvero incredibile. Con volontà tenacia e
passione potrebbero davvero nascere nuovi
talenti per questo sport.
Spanu: Viaggiare il più possibile, coniugando
impegni di lavoro e familiari.
49Matteo Spanu in aerial tweacked.
Matteo sdraia la vela come sa fare lui.
50
Didattica
BACKLOOPIl back loop è a mio avviso la rotazione singola
più difficile da chiudere. Logicamente le varianti
one handed, one footed e bugna avanti sono
ancora più difficili…
PIC 1: Come si vede dalla foto, ho scelto una
rampa molto ripida, impattando il lip proprio nel
punto che sta per rompere. Salto leggermente
sottovento, in modo da salire il più possibile
prima di innescare la rotazione.
ROBBY SWIFT, CON LA COLLABORAZIONE DEL TEAM JP E DI AXEL REESE (REMEDIA.DE), CI AIUTA A RIPASSARE LE DIVERSETIPOLOGIE DI SALTO; IN QUESTO NUMERO ANALIZZEREMO LE ROTAZIONI ALL’INDIETRO. LEGGETE CON ATTENZIONE QUESTIIMPORTANTI CONSIGLI E APPENA POTETE CORRETE IN ACQUA PER METTERLI IN PRATICA. NEL PROSSIMO NUMERO TROVERETELA TERZA E ULTIMA PUNTATA DI QUESTO SPECIAL CON ALTRE RADICALI MANOVRE ANCORA PIÙ COMPLESSE!
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TESTO DI Robby Swift | FOTO DI Darrell Wong | THANKS TO remedia
PIC 2: In questa foto comincio a salire e tengo le
gambe piegate per far sì che il vento possa
creare portanza sollevando la chiglia della
tavola. In questa sequenza, il vento è piuttosto
offshore, quindi la bugna è piuttosto aperta.
Se invece il vento fosse stato più side o onshore,
avrei tenuto la bugna più cazzata per salire
ancora di più.
PIC 3. Punto dritto nel cielo, e non ho ancora
iniziato a ruotare. Questo aspetto è importante
perchè appena cominci a girare, smetti di salire.
PIC 4. Sono dunque arrivato all’apice del salto e
comincio a guardare oltre la mia spalla
anteriore.
Da notare come lo sguardo punti sopra la spalla
posteriore e non oltre la testa verso dietro come
farei invece per innescare la rotazione di un
push loop.
Le gambe sono ancora piegate.
PIC 5. Qui ho già inquadrato il mio punto
d’atterraggio, e comincio a cazzare sulla vela per
ruotare. Le gambe sono ancora piegate.
PIC 6. Girando nella fase discendente del salto,
tra poco apro la vela in modo da controllare
meglio la rotazione.
PIC 7. Ecco che ho aperto leggermente la bugna,
con le gambe ancora piegate, sempre tenendo lo
sguardo puntato sul punto in cui atterrerò.
PIC 8. Apro la vela ancora un po’ e comincio a
far arretrare la mano posteriore verso bugna. Le
gambe sono ancora piegate, in modo che la prua
della tavola fenda l’acqua all’atterraggio. Questo
è il punto più critico del trick.
PIC 9. Sto per impattare l’acqua ed ho allargato
la mia mano posteriore fino quasi alla bugna,
preparandomi allo strattone che darà
all’atterraggio.
PIC 10. Questo backloop l’ho chiuso proprio bene e
infatti la tavola affonda pochissimo ed è già quasi
ripartita in planata. La potenza accumulata nella
vela quindi è stata dissipata velocemente e in
maniera morbida, permettendomi di ripartire
immediatamente. Solitamente atterrò un po’ più di
prua e mi inabisso un po’ di più, sforzando molto
l’albero che deve flettere per rilasciare la potenza
in eccesso. È consigliabile atterrare quasi in
planata come in questa sequenza, ma anche
nell’altro modo va comunque bene. Nel secondo
caso è molto più sicuro e facile chiudere il trick, nel
primo invece rischi molto di più di rompere la
tavola o overruotare a meno di non essere perfetto.
PIC 11. Dalla foto si vede un po’ di spruzzo salire
per l’atterraggio, ma è molto poco rispetto alle
altre volte. Non chiudo tanti back loop precisi
come questo…
PIC 12. Riparti.
PUSH LOOPIl push loop è un trick relativamente facile. È
abbastanza spaventoso all’inizio in quanto devi fare
un backflip completamente sopra il materiale,
mentre precipiti verso l’acqua. Una volta che però
passi la paura di cadere sul boma con le costole, la
rotazione è molto più facile da chiudere rispetto ad
un back loop.
PIC 1: Kauli colpisce l’onda nel punto più ripido in
modo da venire proiettato dritto in aria. Per il push
loop è consigliabile saltare ancora più verticale
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BACK LOOP ONE FOOTQuesto trick è veramente difficile.
In quanto tale, quindi, garantisce un ottimo
punteggio se fatto in gara!
PIC 1. Kauli stacca da una rampa verticale, in
modo da innescare la rotazione di un normale
backloop.
PIC 2. Kauli continua a salire e si sta già
preparando a togliere il piede anteriore dalla strap.
PIC 3. Qui si vede che toglie il piede anteriore,
tenendo la gamba posteriore piegata, in modo da
controllare la tavola. Questo dettaglio è molto
importante.
PIC 4. Kauli continua a salire. Non ha ancora
rispetto al back loop, ed è anche possibile staccare
più al lasco. Se invece stacchi troppo di bolina,
spesso finisci per overroutare in quanto la bugna si
riempie troppo e ti fa perdere il controllo.
PIC 2: Qui si vede quanto Kauli salti verticale.
Aspetta di salire ancora prima di innescare la
rotazione.
PIC 3: Continua a salire…
PIC 4: Qui si vede bene cosa intendo quando dico di
saltare in verticale. Non sta guardando oltre la sua
spalla anteriore come un back loop, piuttosto gira
la testa completamente indietro, come se volesse
guardare l’acqua dietro la sua testa. È questo
aspetto che distingue la rotazione tra push loop e
back loop. Il braccio anteriore è molto piegato. È
importante notare questo dettaglio per avere
maggiore controllo nel salto. Se dovessi tenere il
braccio anteriore steso, ti ritroveresti troppo
lontano dal materiale e la rotazione diventa troppo
veloce e difficile da controllare e fermare.
PIC 5: Qui sta già ruotando velocemente. Ha le
gambe piegate, col vento sotto la chiglia della
tavola che lo aiuta a girare, ed è già quasi
all’apice del salto.
PIC 6: La tavola a questo punto è più alta della vela, e
l’albero ruota sotto di te. Da notare come la sua testa
sia diretta verso l’acqua, in modo da essere sicuro di
continuare a ruotare. Ricorda che il materiale segue
la rotazione impressa con la testa e le spalle.
PIC 7-8. La rotazione è quasi ultimata molto
velocemente. Kauli non perde neanche un po’
d’altezza tra queste due foto, e si ritrova ancora in
volo, a galleggiare sopra il materiale. È proprio
questo che rende il push loop così divertente.
PIC 9: Il vento riempie la vela controvento, ed è il
momento di spingere sulla mano posteriore per
fermare la rotazione e cominciare a raddrizzarsi.
(Push, cioè spingere. È da qui che deriva il nome).
PIC 10: Il vento a questo punto viene nuovamente
dalla direzione giusta e la vela si riempie, mentre
comincia la discesa, preparandosi per un
atterraggio di poppa.
PIC 11: Kauli ora raddrizza un po’ le braccia e le
gambe in modo da prepararsi ad ammortizzare
l’atterraggio.
PIC 12. Qui le gambe sono completamente stese in
modo da atterrare di poppa.
PIC 13: L’atterraggio dal salto è morbido, e la vela è
in potenza. È proprio per questa ragione che il push
loop è più facile da chiudere rispetto al back loop.
PIC 14. Kauli piega ora le gambe, permettendo al
fisico di abbassarsi fino a toccare l’acqua, in modo
da ammortizzare ulteriormente l’atterraggio,
rilasciando la pressione dalla tavola.
PIC 15. Riparti.
53
iniziato a ruotare, e la gamba anteriore ora è
completamente stesa.
PIC 5. Non è ancora giunto all’apice della rotazione,
ma si sta già preparando a rimettere il piede nella
strap. Appena lo rimette, comincia a ruotare.
PIC 6. Kauli si ritrova in una rotazione di back
loop molto verticale, preparandosi a girare lo
sguardo verso l’acqua, in modo da innescare la
rotazione.
PIC 7. Il piede ora è già nella strap, e il suo
sguardo punta oltre la spalla anteriore, in modo
da girare come per un normale back loop, e la
maggior parte della rotazione è eseguita proprio
all’apice del salto.
PIC 8. Ora piega le gambe e apre leggermente la
bugna, in modo da controllare la rotazione alla
perfezione.
PIC 9. Kauli ha già individuato il punto in cui
atterrerà. Le gambe sono ancora piegate, e
gestisce la rotazione con la mano posteriore.
PIC 10. Mentre scende verso l’acqua, Kauli rallenta
la rotazione.
PIC 11. Fa arretrare la mano posteriore, arrivando
quasi fino a bugna.
PIC 12. È pronto ad atterrare, tutto rannicchiato.
PIC 13. Le gambe sono ancora piegate per atterrare
di prua. Questa è la parte più difficile della chiusura
di un back loop.
PIC 14. Kauli sta per toccare l’acqua. Le gambe sono
ancora leggermente piegate, e la mano posteriore
è pronta per la botta che la vela da all’atterraggio.
PIC 15. Appena tocca l’acqua, infatti, la vela sventa
con violenza, ma la mano arretrata e il peso a
bugna permettono di contrastare questa potenza,
gestendo al meglio la vela. Ciò si intuisce da quanto
si piega l’albero. Appena questo succede, la potenza
della vela torna a livelli gestibili.
PIC 16. Kauli ora riparte.
BACKLOOP CLEW FIRST: A dir la verità questo è un crazy pete clew first,
non un back loop. Per un back loop atterrerebbe
di prua e non girerebbe la vela in aria,
atterrando ancora bugna in avanti.
Questo trick è una delle specialità di Kauli. Poca
gente lo sa fare, e ancora meno riescono a farlo
con così tanto stile ed andando così alti. Devi
girare la vela bugna in avanti prima d’impattare
la rampa, a una distanza piuttosto ravvicinata, in
modo da non perdere troppa velocità prima di
staccare e potendo andare il più alto possibile.
PUSHLOOP TABLE TOPQuesto è uno dei miei trick preferiti. Non solo per la
bellezza in foto, ma soprattutto per la sensazione
che ti da. Mi ricordo quando io e Ricardo stavamo
facendo i primi tentativi circa 7 anni fa a Lanzarote,
e nessuno ancora sapeva cosa fossero. La
sensazione di galleggiare sopra al materiale con le
gambe all’aria, più in alto della testa, è eccezionale.
Se spingi bene sulla bugna, la vela si carica
talmente di potenza che ti permette anche, volendo,
di attaccarci una rotazione in forward mentre stai
scendendo!
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PIC 1. Punta una rampa piuttosto ripida, avendo
già girato la vela e tenendo entrambe le braccia
piegate per aver maggiore controllo sul rig.
PIC 2. Come per un normale back loop, Kauli
utilizza sia la tavola che la vela per farsi spingere
in aria dal vento. Le gambe restano piegate in
modo che il vento crei portanza sulla chiglia
della tavola.
PIC 3. Kauli continua a salire, aspettando a
innescare la rotazione.
PIC 4. Sale ancora. Non vuole iniziare a ruotare
troppo presto.
PIC 5. Ora è giunto all’apice del salto e può
cominciare a girare, guardando oltre la sua
spalla anteriore come per un normale back loop.
PIC 6. Qui è in piena rotazione, e guarda il punto
in cui andrà ad atterrare in acqua, tenendo sia
braccia che gambe piegate. Questa è una bella
posizione da vedere.
PIC 7. Sta ora cominciando la discesa verso
l’acqua, e sta decidendo se atterrare di prua
come per un back loop normale o ruotare la vela
e fare un crazy pete.
PIC 8. Si rende ora conto che è troppo alto per
controllare la rotazione bugna in avanti fino alla
fine e allora decide di girare la vela, lasciando
che la tavola completi la rotazione sotto di lui.
PIC 9. Lascia quindi che la tavola continui a
ruotare, mentre cerca di prendere il boma sulle
altre mure.
PIC 10. Incrocia le braccia sopra la maniglia per
andare a prendere il boma sulle nuove mure.
PIC 11. Ecco che comincia a prendere il boma
sulle nuove mure.
PIC 12. Deve ora riuscire a mettere la mano
posteriore sul boma in modo da poter
controllare la potenza all’atterraggio. Questa è la
fase più critica.
PIC 13. Ora è riuscito a piazzare anche la mano
posteriore sul boma e non gli resta che chiudere
la vela per riprendere potenza e ripartire.
PIC 14. Riparte dopo aver fatto un trick davvero
notevole!
PIC 1. Vado a impattare una rampa bella ripida e
grossa per volare in cielo il più in alto possibile.
PIC 2. La dimensione dell’onda e la velocità
d’impatto mi fanno schizzare in orbita molto
velocemente. Cerco di girare la testa
completamente indietro, in modo che la rotazione
sia verticale, invece che laterale come un back loop.
PIC 3. Ora sto spingendo il rig sotto di me, mentre
spingo la tavola oltre l’apice della rotazione. Come
si può vedere, il braccio anteriore è piegato, mentre
quello posteriore è disteso. È fondamentale tenere
la mano anteriore vicino al corpo.
PIC 4. In questa foto la vela sta per essere mandata
in avanti, e le mie gambe resteranno in questa
posizione, mentre con lo sguardo ho già individuato
il punto in cui atterrerò.
PIC 5. In questa foto sono completamente steso per
aria, mentre continuo a salire, e mi preparo a
controllare il vento che spinge dall’altra parte la vela.
PIC 6. Ora spingo con violenza sulla mano
posteriore, in modo che il vento riempia la vela al
contrario e mi aiuti a raddrizzarmi sulle nuove
mure. Le gambe sono ancora completamente stese
dietro di me. Questa è la parte più divertente del
trick e quella più radicale da vedere.
PIC 7. Non ho ancora cominciato la discesa, in
quanto il vento continua a farmi galleggiare a testa
in giù all’apice del salto.
PIC 8. Solo adesso comincio la discesa, mentre
continuo a spingere con forza sul braccio
posteriore per controllare la rotazione. Ora
comincio a ritirarmi le gambe sotto per completare
la rotazione.
PIC 9. Continuo a spingere sul braccio posteriore e
a richiamare le gambe.
PIC 10. La vela ora è completamente neutra, non c’è
vento in essa. Le gambe stanno ritornando dove
dovrebbero essere e comincio a stenderle in modo
da atterrare di poppa e attutire l’impatto.
PIC 11. Il vento ora comincia a riempire nuovamente
la vela, ma stavolta dalla parte giusta. Cazzo la
bugna per riacquistare potenza e ammorbidire
l’atterraggio.
PIC 12. Quando sto per colpire l’acqua, stendo la
gamba posteriore in modo da atterrare di poppa,
per poi piegare entrambe le ginocchia e assorbire
l’impatto dell’atterraggio.
PIC 13. Sebbene ero piuttosto alto e sospeso sopra
alla vela a metà del salto, questo ha reso la caduta
molto più morbida. Ora la vela ha ripreso potenza e
posso atterrare correttamente e morbidamente.
PIC 14-16. Riparti.
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56
INTRO BY MARCO CARLETTOForse era il 1992. La nostra veleria, Spindler Design, sfornava a Malcesine le
vele che “bisognava” avere per essere veloci.
La veleria che Monty Spindler, Mario Turazza ed io avevamo costruito era più un
esperimento sociologico che una seria impresa commerciale. I ragazzi che
lavoravano venivano da quattro continenti diversi, gli orari dipendevano dal
vento, l’organizzazione del lavoro era piuttosto creativa… le feste tra le migliori
che si ricordino in questa zona. In quegli anni i Paesi balcanici erano in preda
ad una guerra le cui immagini ci venivano riproposte, nella loro crudezza, in
tutti i telegiornali. Era un conflitto feroce e vicino, che suscitava orrore e
compassione. Una sera mi telefona Monty e mi dice: “Ho conosciuto un ragazzo
croato, è scappato dal suo paese in guerra, ha bisogno di lavorare, non sa dove
andare e mi ha chiesto se possiamo prenderlo in veleria… ti chiederei di
incontrarlo e di vedere se possiamo assumerlo per dargli una mano”; “Ok,
mandamelo e vediamo” fu la mia risposta. Non avevamo bisogno di altri
collaboratori, ma il pensiero di dare una mano a qualcuno in difficoltà faceva
perfettamente parte di quell’esperimento sociologico….
La sera, mentre preparavo la cena, suona il campanello e si presenta questo
ragazzino magrolino, occhi azzurri vivaci, lunghi capelli biondi raccolti in una
coda. “Ciao, I’m Robert” fu la sua presentazione.
Lo invito ad entrare e, tutto preso dal mio ruolo di salvatore dell’umanità, gli
riferisco quello che mi ha detto Monty, esprimo tutta la mia partecipazione ai
TRA LE VARIE INTERVISTE AI PERSONAGGI TOP DI MAUI CHE AVETE LETTO NEGLI ULTIMI NUMERI E CHE AVRETE MODO DI LEGGERE ANCHENEI PROSSIMI, CE N’É STATA UNA CHE PER UNA SERIE DI COINCIDENZE È STATA PIÙ PROBLEMATICA DELLE ALTRE. RIUSCIRE A FARCOINCIDERE GLI INNUMEREVOLI IMPEGNI DI UNO DEI VELAI PIÙ FAMOSI E BLASONATI AL MONDO, CON LA VOGLIA DI FARE WINDSURFDEGLI ULTIMI GIORNI DELLA NOSTRA VACANZA, NON È STATA UNA COSA FACILE. COME DI INCANTO POI, PROPRIO IL GIORNO DELLANOSTRA PARTENZA PER TORNARE IN ITALIA, ECCO CHE KAULI CI PORTA A CASA DI ROBERT STROJ, SAIL DESIGNER DI NEIL PRYDE.
La vista da casa di Robert Stroj sullaNorth Shore di Maui e sull’Haleakala.
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INTERVISTA DI Fabio Calò | INTRO DI Marco Carletto | FOTO DI Jerome Houyvet, Cristobal Palma, Jacqueline Herrmann
Robert Stroj.© Ronny Kiaulehn
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problemi della sua terra, gli chiedo se ha dovuto affrontare violenze e difficoltà
per riuscire a fuggire, se ha da mangiare ed un posto dove stare.
Robert mi ascolta, serio, mi lascia finire e poi, con la massima calma, mi dice
che: 1) nel suo Paese c’è la guerra, ma ben lontana da casa sua; 2) non è
fuggito, ma ha solamente preso la sua bella Alfa Giulietta rossa ed è venuto in
Italia; 3) i suoi genitori sono medici, grazie a Dio stanno bene e grazie a loro
non ha problemi economici. La verità, mi dice, è un po’ diversa: “Penso che
Monty Spindler sia il miglior velaio del mondo. Siccome io voglio diventare il
miglior velaio del mondo mi piacerebbe imparare da Monty. Tutto qui”.
Tutto il mio castello di buoni propositi umanitari crollò in un istante. Ma quel
ragazzo mi aveva colpito per la sua determinazione e per la fierezza con cui mi
aveva, in breve, spiegato il suo progetto di vita. Pensai che uno così avrebbe
potuto dare un buon contributo al gruppo della veleria, perché trasmetteva una
sensazione di volontà e concretezza. “OK, proviamo!” fu allora la risposta.
E così Robert iniziò la sua esperienza di velaio. E noi trovammo un altro valido
aiutante ed un nuovo amico.
Sono passati vent’anni.
Rivederlo a Maui, dopo tanto tempo, nella posizione che aveva sognato fin da
giovane, realizzato capo del reparto R&D di Neil Pryde, mi ha riempito di gioia.
Non solo ho rivisto un amico che è riuscito a raggiungere il suo obiettivo, ma
ho pensato che, infine, qualcosa della nostra bella veleria è stato trasmesso nei
giocattoli che tanti di noi ancora oggi usano.
L’INCONTROCome scritto nel sommario, per incontrare Robert Stroj abbiamo avuto qualche
difficoltà, ovviamente non per volontà sua, né tantomeno nostra, ma per una
serie di coincidenze di impegni non posticipabili. Basti pensare che proprio in
quei giorni Robert era al lavoro sulle ultime modifiche della TheFly 2013 e stava
arrivando sull’isola (cosa che però ancora in pochi ne erano a conoscenza) il
Campione del Mondo Freestyle, Steven van Broeckhoven, per firmare il
contratto con Neil Pryde ed iniziare lo sviluppo della nuova 4 stecche NP per il
Freestyle. Giorni molto concitati, quindi. Inoltre, Robert è una persona riservata
La Combat di Robby Swift.
La casa di Robert e sul retro il suo loft.
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e che spesso rimane nel suo quartier generale a differenza della quasi totalità
della “Maui che conta”, che si può incontrare facilmente in giro per Paia,
Hookipa, Haiuku o Kahului; capiremo dopo il motivo.
Finalmente, l’ultimo giorno prima di ripartire per l’Italia, fissiamo
l’appuntamento con Robert, a casa sua. Mi reco al mattino presto, come da
buona abitudine a Maui, al negozio Neil Pryde di Kahului dove ad attendermi ci
sono Kauli Seadi e Pieter Bijl. Per l’occasione mi accompagna anche Jacqueline,
mia moglie (che ho sposato a Maui appena qualche giorno prima), mentre il
solito “gruppo vacanze Funboard” rimane a casa approfittandone per fare le
valige e surfare un’ultima volta a Hookipa. Io le valige le avevo già fatte la sera
prima e non avevo ad ogni modo nessuna intenzione di perdermi l’uscita a
Hookipa nel pomeriggio, prima di salire sull’aereo alla sera…
Kauli sale sulla nostra macchina, mentre Pieter ci saluta informandoci che non
poteva stare con noi perché aveva da lavorare in acqua sullo sviluppo delle vele
Race. Kauli mi dice: “Andiamo con una macchina sola perché la strada è lunga,
poi, quando arriviamo a casa di Robert, tu fai il tuo lavoro mentre io ne
approfitto per continuare il mio apprendimento nella realizzazione/riparazione
delle vele”. Rispondo chiedendo perché volesse imparare a riparare le vele e lui
mi spiega: “Così, quando sono in giro per il mondo su qualche reef
“impegnativo”, posso fare io le riparazioni ed, inoltre, nel mio centro di Sao
Miguel do Gostoso posso riparare direttamente io le vele che i clienti
rompono”. Penso: “Che professionista! In tutto e per tutto”.
Kauli ci indica la strada, sapevo che Robert abitava un po’ fuori, ma non
pensavo così lontano. In linea d’aria non sono tanti chilometri da percorrere,
abita dopo la città, ma sono tutti su strada di montagna e molto stretta. Dopo
30 minuti e una bella chiacchierata, finalmente Kauli mi indica il cancello in cui
dovevo entrare, parcheggio la macchina sul prato, scendiamo e la prima cosa
che esclamo è: “Wow!”. Siamo in un posto pazzesco, la casa di Robert è una villa
bellissima, con un giardino mozzafiato, caratterizzata da un’enorme vetrata che
domina tutta la North Shore di Maui dove si possono vedere, in lontananza, tutti
gli spot, da Kanaha a Jaws, uno spettacolo. Robert ci viene in contro e ci apre la
porta di casa sua, la moglie ed i figli sono in città, quindi c’è solo lui ed il suo
cane. Subito, con molto orgoglio, ci informa che prima di noi ci sono stati dei
giornalisti di una rivista tedesca di case di design per fare un articolo sulla sua.
Entriamo in un open space minimalista, il soggiorno, la cucina, il living sono
dominati dalla vetrata che illumina tutta la casa, il divano è ricavato da un
enorme scalino, mentre nelle stanze da letto i materassi sono appoggiati sul
pavimento. Tutta la casa segue un unico principio, il minimalismo, ed è
veramente bella. Dopo il breve tour guidato, ci porta sul retro e ci fa entrare
nel loft in cui vengono progettate e sviluppate le vele Neil Pryde. Kauli è già al
lavoro con un aiutante di Robert e sta provando a sostituire un ferzo rotto di
una sua vecchia vela. Ci spostiamo poi nell’ufficio di Robert che si trova tra il
loft e l’ingresso della casa ed inizia la nostra intervista.
L’INTERVISTARobert, com’è una tua giornata tipo qui a Maui?
Dipende molto dalla tipologia di vele su cui stiamo lavorando, ma in generale
qui cerchiamo di realizzare quasi un prototipo di vele al giorno. Il mio lavoro
principale, quindi, è quello di progettare una vela e preparare un file con tutte
le specifiche, la vela viene tagliata ed assemblata in veleria la mattina, in modo
Durante l’intervista con Robert Stroj nel suo studio,Kauli lavora nel loft per imparare a riparare le vele.
Pieter Bijl a tutta velocità con la H2.
da poterla così testare già il pomeriggio stesso, avendo dei feedback su cui poi
lavorare la mattina seguente. Questo è il processo generale, a volte però,
quando per esempio si sviluppano nuovi concetti, ci vuole molto di più.
Il main tester è il nostro teamrider Peter Bijl, che poi viene affiancato dagli altri
rider. Lui testa tutti i prototipi, sia in wave che in freeride e slalom, avvalendosi
anche delle conoscenze specifiche di Robby (Swift) e Ricardo (Campello) per il
wave e Micah (Buzianis) e Antoine (Albeau) per lo slalom e le vele racing.
Antoine Albeau passa molto tempo a Maui?
Solitamente viene in autunno, per poi ritornare la primavera successiva ed
anche un po’ in estate, soprattutto per testare ed allenarsi assieme a Micah.
Qual è la misura principale che sviluppate per ogni modello? E come fate
a realizzarla?
Adesso stiamo lavorando alla nuova TheFly assieme a Kauli. Abbiamo realizzato
5/6 diversi prototipi della misura di riferimento, solitamente la 4.8, ognuna con
peculiarità specifiche. Una volta che viene individuato il prototipo migliore di
quella misura, utilizziamo gli stessi concetti in proporzione per realizzare le
misure più grandi e più piccole, come la 4.2 e la 5.4. Una volta sistemate anche
quelle, si procede con le restanti misure intermedie, come la 4.5 e la 5.1, e con
tutte le misure più piccole. In generale, praticamente tutte le misure vengono
sviluppate e testate da singoli prototipi. Le vele più piccole le facevamo testare
al nostro ex teamrider Morgan Noireaux che, essendo giovane e leggero, ci
poteva dare un feedback efficace. Penso sia importante sottolineare che Neil
Pryde è uno dei pochi marchi che realizza i propri prototipi nella propria
veleria. Io quindi progetto e compongo ogni vela da zero, facendola crescere,
passo passo, qui a Maui. Questo è perfetto per i tempi di sviluppo, perché qui è
una questione di ore, mentre dalla Cina i prototipi impiegavano 2 settimane. Ci
si basa molto di più sui risultati piuttosto che sulle convinzioni ed il processo è
molto più efficace e diretto. Da un paio d’anni abbiamo anche cominciato a
realizzare i nostri materiali in veleria in Cina ed, infatti, ieri sono stato su skype
fino a tardi per dare le direttive sulla costruzione di specifici materiali, tra cui
lo spessore del monofilm, il tipo e disposizione delle tramature ecc. Ci vengono
poi mandati dei campioni che proviamo sia qui a Maui che nei centri vela in
giro per il mondo, in quanto le scuole rappresentano comunque un ottimo
banco di prova. Non dovendo più acquistare il materiale dal produttore
comune, possiamo quindi decidere fin nei minimi dettagli come realizzarlo, in
modo da accentuare ulteriormente le caratteristiche delle nostre vele.
60Il Campione del Mondo Wave
Philip Koster con le sue Atlas.
La famiglia Strojall’interno della casa.
È risaputo che lo sviluppo delle vele wave è già molto dispendioso e
faticoso. Cosa mi puoi dire dello slalom però? Tutti i marchi ora stanno
dando il massimo per realizzare la perfetta macchina da corsa. Com’è il
vostro approccio?
Le vele slalom e freeride sono sempre le più delicate ed interessanti, ma anche
quelle più critiche e dispendiose in termini di tempo e di energie. È un mondo a
parte in cui le mode del mercato sono molto meno influenti e si valuta
esclusivamente la performance finale del prodotto. In generale procediamo
dividendo l’anno in due deadline. La prima comprende l’autunno e l’inverno ed
è caratterizzata dalla realizzazione della “collection sail”, cioè di tutti i range in
commercio che vengono completati verso marzo. Tutta la primavera e l’estate,
invece, sono dedicate esclusivamente alle vele racing. Lo sviluppo delle sole vele
race quindi impiega lo stesso tempo di sviluppo di tutto il resto della collezione!
Anche la fase di testing viene suddivisa tra “freesurf” e “contest testing”,
perché in gara subentrano anche altri fattori che non sono considerati in
andatura, come lo spunto in partenza ed all’uscita dalle boe.
Spesso, inoltre, i concetti innovativi vengono introdotti e testati su queste vele,
per poi essere riadattati su tutto il resto della collezione, apportando benefici
notevoli riutilizzando le nozioni apprese nel race.
Quando hai cominciato a lavorare per Neil Pryde?
È dal 1999 che lavoro per Neil Pryde. Prima facevo il velaio per Art, che però
dopo poco è stata chiusa da Boards&More. Stavo cercando lavoro e
fortunatamente ho avuto un’offerta dalla Neil Pryde. Sono di origine slovena,
nato a Zagreb e, dopo aver passato 8 anni a Tarifa e 3 estati al Garda, mi hanno
fatto venire a Maui.
Cosa ne pensi di Maui? Pro e contro?
Il problema principale è il dover viaggiare in Europa, ma anche le
comunicazioni sono abbastanza problematiche come tempistiche per la
differenza di orario.
Per il mio lavoro, però, non potrei chiedere di meglio. Quando ero a Tarifa
dovevo andare in Sud Africa per 3 mesi a testare le vele wave, mentre ora
posso trovare qualsiasi condizione nel giro di 50km. Il vento è molto
costante, consistente ed offre un ampio range di condizioni molto diverse,
che permettono veramente di fare qualsiasi tipo di test.
Le vele slalom 2012 sono già ultimate. State facendo qualcosa di nuovo
per le 2013?
Le vele Racing, come le chiamo io, non sono proprio distinte da un anno
all’altro. Stiamo comunque cominciando a testare assieme ad Antoine dei
concetti veramente innovativi che potrebbero fare una grande differenza,
ma per adesso è tutto ancora in fase embrionale.
Quali sono le differenze principali tra vele Race 2011 e 2012 e quelle di
nuova generazione?
Il cambio principale è stato l’innalzamento dell’Aspect ratio, in modo da
aumentare notevolmente la velocità di punta, sia in strambata che in
andatura, anche sulle vele più piccole. Anche le misure sono state
cambiate, separando maggiormente le misure piccole da 5.8 a 6.4, per
coprire meglio le condizioni in PWA. Abbiamo soprattutto rifinito alcuni
dettagli, come la bugna integrata e l’Ultracam, in modo da ottenere le
massime performance.
61Il loft di Neil Pryde.
62
Quando cominciate a lavorare sulle nuove collezioni di vele, vi guardate
un po’ in giro sul mercato prima od iniziate a testa bassa?
Lavoro in sinergia con un altro ragazzo neozelandase. Lui è un saildesigner che
si occupa delle grafiche, mentre io di tutti gli aspetti tecnici. Segue un gusto e
ha una visione tutta sua e siamo molto contenti del risultato, in quanto le vele
sono molto pulite ed aggressive e risaltano immediatamente, tanto che molti
marchi cercano di copiarci. Bisogna credere in sé stessi e seguire la propria
strada. Ovviamente, prima ci coordiniamo anche con gli importatori per avere
un quadro generale del mercato, tramite quello che noi chiamiamo “collection
brief”, in cui si specifica il trend del mercato in ogni singolo paese grazie ai
feedback dei distributori. Facciamo dei veri e propri brand meeting, anche
assieme a Neil ed a Mark (marketing manager), in cui gettiamo le basi delle
nuove collezioni, decidendo le strategie e su quali modelli lavorare, quali
spingere ecc, ecc. Così facendo si realizza il brief che viene poi presentato agli
importatori. In generale questo brief con le linee guida viene realizzato in estate
ed io lavoro seguendone le direttive durante l’inverno. Le vele poi vengono
finalizzate per il photoshoot che è verso aprile, per andare poi in produzione in
estate e venir lanciate sul mercato in autunno. L’anno nuovo, quindi, comincia
ad inizio autunno.
Qual è il vostro mercato dominante?
Per noi è senza dubbio la Germania. La Francia segue a ruota, ma in generale
in Europa si vende molto di più che in America. Adesso ci stiamo anche
espandendo un sacco in Asia ed Australia.
Quali sono le differenze principali tra 4 e 5 stecche?
Negli ultimi 4 anni è stata fatta un sacco di ricerca e sviluppo intorno al
concetto delle 4 stecche. Il design è migliorato tantissimo, rendendo le vele più
leggere e manovrabili. Ogni cosa però è sempre un compromesso, le vele
hanno un range di vento più limitato rispetto alle vele a 5 stecche. In generale,
quindi, se cerchi una vela per condizioni sideshore, con un range di vento
abbastanza ristretto, le vele a 4 stecche sono perfette. In condizioni più rafficate
ed europee, con vento onshore e mare formato, è consigliabile l’utilizzo delle 5
stecche, che coprono con efficacia un range più vasto, restando anche più
stabili. Sulle misure più piccole penso che sia molto consigliato avere 4
stecche, grazie alla superficie ridotta, mentre sulle vele più grandi è
consigliabile 5, altrimenti diventa abbastanza difficile da gestire.
Stiamo collaborando con il nostro nuovo teamrider, Steven van Broeckhoven,
esplorando anche la possibilità di realizzare una nuova vela a 4 stecche
partendo dalla FireFly. Sarà però molto più specializzata e “ristretta” rispetto
alla FireFly, che ora come ora è davvero una vela overall eccezionale.
Ogni anno Neil Pryde riesce sempre a stupire più di ogni altro marchio,
sia per il design che per la grafica. Come ci riuscite?!?
Collaborando con Jamie, il saildesigner neozelandese, che ha un occhio e
un gusto davvero impeccabili. Viene qui circa due mesi all’anno ed in quel
periodo realizziamo insieme tutte le grafiche e i design specifici. E’ davvero
bravo a fare il suo lavoro, riesce sempre ad essere fresco ed innovativo,
senza prendere spunto da nessuno. Non solo sono più belle, ma sono anche
state molto rinforzate per sfatare il mito che le nostre vele siano belle ma
fragili. Ovviamente, producendo i nostri materiali, riusciamo ora a ottenere
la massima resistenza, tenendo però il peso entro limiti molto bassi.
Bisogna vedere il monofilm come il materiale elastico che genera potenza.
È per questo che nelle vele slalom c’è solo il film, mentre nelle vele più
soggette ad impatti, come le wave, viene utilizzato anche il tramato per
rinforzare la struttura del film ed impedire che si strappi. Se viene
utilizzato un ottimo tramato, come il dyneema, si riesce a realizzare una
vela wave con lo stesso spessore del monofilm di una slalom, quindi
leggerissima e performante, che però è molto più resistente grazie alla
tramatura di alta qualità.
Jason Polakow vola con la TheFly2.Vela che nella versione 2011 era sviluppatada lui secondo le sue necessità, mentrenel 2012 e 2013 è tornata ad essere ilprogetto ideato e sviluppato da Kauli Seadi(ndr: indiscrezione fornita direttamenteda Kauli).
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KEVIN PRITCHARD CI FA CONOSCERE UNA PERLA DEI CARAIBI, MOLTO RINOMATA TRA I VIP E FORSE POCO CONOSCIUTA ANOI COMUNI WINDSURFISTI. SE AVETE VOGLIA DI VACANZA IN UNA META NUOVA, RINFRESCATI DA UNA LEGGERA BREZZAIDEALE PER IL FREERIDE E IL CRUISING, IMMERSI IN UNO DEGLI SCENARI PIÙ BELLI AL MONDO, L’ISOLA DI SAINT BARTHPOTREBBE FARE AL CASO VOSTRO, MA DOVETE ESSERE PRONTI AD UN ATTERRAGGIO AEREO MOLTO PARTICOLARE…
Endless summer
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TESTO E FOTO DI Kevin Pritchard
Fuori piove, le temperature si sono inabissate sotto lo zero, la macchina ha il
parabrezza congelato e il sole tramonta ancora prima che tu finisca il tuo turno
di 8 ore lavorative. Benvenuti in inverno… Ci vorrebbe proprio una lunga spiaggia
bianca, con sole cocente ed acqua cristallina per tirarmi su il morale.
Aruba, Barbados, Bonaire, Margareta, sono solo alcune delle destinazioni da
sogno nei Caraibi per i windsurfisti che viaggiano per il mondo, ed io,
personalmente, sono già stato in tutte le isole. Non ho però mai visto un’acqua
così cristallina e di un blu così intenso, da lasciarmi a bocca aperta mentre
camminavo sulla spiaggia, quanto quella di St. Barth. La West Indian Island è
rinomata come località di ritrovo delle stelle del cinema e dei ricconi di tutti il
Kevin Pritchard nello splendidoscenario di una delle perle dei Caraibi.
66
globo, ma non ne ho mai sentito parlare come destinazione windsurfistica. Il
caldo torrido di questo paradiso tropicale viene raffreddato leggermente da una
brezza marina, che fa raggiungere all’isola la temperatura ideale.
St. Barth si trova nei Caraibi, di fianco a St. Marteen. Quando si viaggia con un
po’ del proprio materiale, conviene volare sull’aeroporto di St. Marteen per poi
andare a St. Barth in barca. Sebbene possa sembrare pesante e complicato, è
invece piuttosto pratico e conveniente. Puoi già cominciare a farti un’idea
dell’acqua guardandone il colore nel porto di Gustavia. Immediatamente ti
renderai conto che qui è diversa. È assolutamente surreale. Anche l’atmosfera è
molto diversa. Non ci sono McDonalds, né cani o gatti che corrono per strada,
niente spazzatura, né inquinamento, solamente piccoli negozi caratteristici e
qualche villetta accogliente. Le uniche cose che colpiscono per la dimensione
sono gli yacht ormeggiati al porto. Non stiamo parlando di belle barche… intendo
quasi piccole navi da crociera private. È uno spettacolo piuttosto unico vedere
un porto riempito fino all’orlo da barche milionarie. È però comprensibile dato
che l’intera comunità si basa su questo. I piccoli negozi sono proprio lungo il
porto, permettendo a chiunque di godersi la bellezza paradisiaca dell’isola a
pochi passi di distanza dalla propria imbarcazione. Ci sono negozi di souvenir,
boutique ed altri posti usciti dai sogni delle mogli. L’equilibrio perfetto tra
consumismo e bellezza naturale. Una volta sbarcati e dopo aver superato il
porto, vieni subito salutato e quasi assalito dai colori sgargianti tipici dei
Caraibi. I tetti rossi del metallo liscio che riflettono il sole, con le finiture giallo
canarino e serramenti bianchi. Ci sono una serie di piccole casette e
improvvisamente una villa enorme situata sul bordo di un lookout. Le piccole
case sono arroccate sulle pendici di una montagna come un piccolo alveare,
mentre la villa è ormai dismessa e trasandata. Dalle montagne sovrastanti la
visuale è davvero eccezionale. Dei grossi arbusti di un verde intenso adornano le
colline, con colori che sembra siano stati ritoccati come in una pellicola
fotografica. Appena guardi la maestosità e l’imponenza dell’Oceano, con la sua
acqua blu ed azzurra intensa che colora le spiagge bianche, resti assolutamente
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a bocca aperta. Ed il tutto circonda il verde della vegetazione delle colline. St.
Barth è un’isola piccola, popolata da solo 8.705 persone locali. Perché non si
dovrebbe voler vivere in questo paradiso tropicale e fiscale? Dopo 5 anni a
passare 6 mesi all’anno sull’isola, ottiene il privilegio di non dover più pagare
tasse. Un regalo notevole!!! Tutto a St. Barth ricorda la Francia, perché infatti è
una colonia francese. La gente ha proprio l’atteggiamento e lo stile tipico dei
francesi. Sicuramente l’atmosfera quindi è un po’ snob, essendo anche un’isola
di lusso. Se vi piace la vera cucina francese, allora vi troverete assolutamente a
vostro agio! Ci sono panetterie ad ogni angolo, cantine di vino, baguette,
croissant, formaggio… è una piccola Francia in versione tropicale. Anche le
strade a St. Barth sono piuttosto piccole. C’è praticamente una singola strada
principale che circumnaviga l’intera isola, che può essere girata per intero in
sole 2-3 ore. L’unica cosa più piccola delle strade, è l’aeroporto! Se non te la
senti di salire su un aereo che precipita in picchiata per usare ogni metro della
minuscola pista, probabilmente la tua unica possibilità è venirci in barca.
Questo piccolo aeroporto è rinomato nei Caraibi come una delle piste più difficili
in assoluto. Tutti i piloti che ci volano hanno un permesso speciale e solo loro
possono decollare ed atterrare qui. Fortunatamente per me, uno di quei piloti
abilitati al traffico è anche un windsurfista. Conoscendo Vincent Beauvarlet, ci si
rende conto che non bisogna aver proprio tutte le rotelle per atterrare in un
posto del genere. Vincent è un rider molto talentuoso, ma è un pazzo furioso.
Appena arrivate a St. Barth, chiedete a lui. Feste, wind, surf… conosce l’isola
come le sue tasche. Cos’altro c’è da fare dopo aver fatto il giro di questa piccola
isola, dopo qualche ora che sei arrivato? Cosa fai se ti fermi una settimana in
più? Ti rilassi e te la godi! Anche le condizioni windsurfistiche sono ottime.
Generalmente c’è una brezza da nordest che non funziona tanto bene per il
wavesailing. Questo leggero aliseo però la rende una destinazione ideale per il
freeride, offrendo condizioni a dir poco eccezionali. Nella zona della Villa lodge,
la baia è circondata da un basso reef su cui rompe ogni chop più grosso di 10
cm, rendendo la laguna piatta come un biliardo. Perfetto per imparare a fare
KP durante la Saint Barth Fun Cup a cui hanno preso partediversi campioni, tra cui anche Antoine Albeau e Taty Frans.
Taty Frans e Kevin Pritchard.
freeride e sfrecciare a tutta velocità nella laguna cristallina, che raramente
raggiunge il metro di profondità. Si può bordeggiare da una parte all’altra di
questa baia stupenda, per poi fermarti un secondo in piedi a riprendere il fiato
e ripartire a tutta velocità, facendo windsurf in una delle location più idilliache al
mondo. L’altro spot principale per fare windsurf è proprio vicino all’aeroporto. È
piuttosto divertente bordeggiare mentre gli aerei ti decollano sopra la testa, su
questa bellissima baia montagnosa. Le misure raccomandate sono dalla 6.5 alla
7.5, durante il periodo più ventoso dell’anno. Se sei fortunato, però, riesci
perfino ad uscire con la 5.0. La sensazione di surfare a St. Barth è
assolutamente surreale. Il colore dell’acqua tra le isole sembra finto. Si può
risalire un po’ e scorrazzare tra le piccole isole, esplorando le spiagge vergini e
bianche, facendo freeride senza nessuno intorno. Un’altra cosa da fare è il giro
dell’isola su un 4x4. St. Barth Adventure organizza il tutto ed è veramente
un’esperienza unica. Il proprietario della St. Barth Adventure è a sua volta un
windsurfista e può organizzare tutto in modo da farti vedere i vari spot, i reef, le
lagune, ed anche le spiagge più belle e meno affollate che ci fanno impazzire. Da
quel punto in poi ci sono solo spiagge ed è solo vita da spiaggia. Spiaggia e
divertimento. Le acque turchesi della Grande Saline sono il posto perfetto per
abbronzarsi, godendosi la bellezza della spiaggia bianchissima. Non c’è da
sorprendersi se la gente ci viene da tutto il mondo per rilassarsi nelle acque
turchesi. L’isola è così eccezionalmente bella che spesso si vedono modelle,
celebrità, gente che fa servizi fotografici o che si diverte. È un posto perfetto per
conoscere molta gente interessante. I ristoranti sono estremamente belli, con
ottime specialità di cucina francese. Sebbene un panino sia quasi irreperibile, il
mio adorato Mahi-Mahi è ovunque. Quando si esce però, se non si sceglie bene e
ci si fa prendere un po’ la mano, ci si può far andar tutto sullo stomaco al
momento in cui arriva il conto. La scelta del ristorante adatto è molto
importante. St. Barth è un’isola assolutamente magica. Il sole, la sabbia, la
bellezza del paesaggio ed il windsurf. Non è la destinazione ideale per tutti, ma
sicuramente è una destinazione da sogno!
68KP: “Questo piccolo aeroporto è rinomato nei Caraibi
come una delle piste più difficili in assoluto. Tutti ipiloti che ci volano hanno un permesso speciale, e
solo loro possono decollare e atterrare qui.”
V 111Ricardo
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SINGLETHRUSTER
Oberalp AG/SpA, Via Waltraud Gebert Deeg 4, 39100 Bolzano, Tel. 0039-0471-242874, Email: [email protected], www.oberalp.it
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Winter training
Japo a Praia do Marco.
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TESTO DI Jacopo Testa | FOTO DI Matteo Testa
TRE GIOVANI FREESTYLER, TRE RAGAZZI DI MILANO, MASOPRATTUTTO TRE AMICI. IL LORO SOGNO È QUELLO DI FARE
WINDSURF IL PIÙ POSSIBILE, OGNUNO DI LORO HA IL PROPRIOSTILE E I PROPRI OBIETTIVI, CHI HA GIÀ UN LAVORO, CHI DEVEFINIRE DI STUDIARE E CHI STA PROVANDO A FARE LA VITA DEL
PROFESSIONISTA. NE SENTIREMO PARLARE ANCORA PER TANTOTEMPO DI QUESTI TRE, INTANTO, AL MOMENTO CI RACCONTANO
LA LORO AVVENTURA BRASILIANA DI QUEST’INVERNO.
Matteo Testa, Jacopo Testae Demetrio Genazzani.
INTROAvete presente quello stile di vita cantato dai Beach Boys e sognato da tutti
noi generazione degli anni ’80? Quei personaggi alla “Un mercoledì da leoni”
con un misto di “Point Break" ed una forte contaminazione da secondo
millennio? Ciò che li rende speciali è che conservano intatto quello spirito
che dovrebbe contraddistinguere ogni surfista del globo che sia riuscito a
farne la propria filosofia di vita. Quella libertà che ti motiva come se fosse la
prima volta, quella sensazione d’infinito che nell’individualismo del mondo ti
avvicina alla natura e ti unisce con amicizie inseparabili… Se li conoscete e li
guardate negli occhi vi accorgerete di quell’energia che li circonda come dei
veri “cavalieri dello zodiaco” dove l’acqua è il loro elemento, la tavola il loro
destriero e le vele le loro armi di battaglia…
… Correva l’anno 1985 quando iniziarono a comparire i primi bambini
prodigio del windsurf sulle coste italiane. Quasi sempre figli di vecchie glorie
degli anni ’70/’80 .Questi autentici campioncini di 5/7 anni ci facevano buttar
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l’occhio in acqua anche con refoli di 12/14 nodi e scatenavano un sentimento
misto tra rabbia, nel vedere quanto sembrava facile il windsurf, e desiderio, nel
sentirsi attratti da quel veleggiare leggeri sull’acqua.
Usavano i primi materiali super leggeri dalle forme “gnomesche”, disegnate
con figure dei cartoni animati, dai colori sgargianti e dalle forme molto
simpatiche.
Dei personaggini che provavano l’ebbrezza di surfare come i loro papà e che,
come spesso accade, ben presto da allievi superavano i loro maestri.
Si può dire che siano ormai volti noti del settore anche perché da quando è
nato il freestyle new style hanno sempre primeggiato tra gli juniores italiani,
europei ed anche a livello mondiale… Ora però, oltre a coltivare quello spirito
agonistico che li ritrae da anni durante le varie manifestazioni sui giornali di
settore, li ritroviamo in versione vacanziera, anzi direi più nell’autenticità del
loro modo di essere e di affrontare la vita.
Si conoscono da sempre, beh 2 di loro per forza di cose, perché, anche se così
diversi, sono fratelli. Il windsurf li unisce fin da quando provavano le prime
virate e li ha portati a girare insieme il mondo.
Stanno cercando, come tanti ragazzi della loro età, un senso a questo loro
peregrinare e divertirsi per poter continuare a farlo, probabilmente!
Uno di loro, ormai 18enne, ha un talento innato per l’arte. Spigoloso, capello
rasta, trasandato, chitarra, skate, surf, il suo stile e la sua professionalità lo
hanno portato ad aprire uno studio di tatoo vicino a casa ad Arese. Il successo
è assicurato e i suoi lavori stanno iniziando a precederlo in tutti gli spot...
Il più piccolo, appena diciassettenne, con il suo inseparabile skate, scruta il
mondo attraverso l’obbiettivo della sua macchina fotografica. Grazie alla sua
sensibilità e a qualche corso professionale sta coltivando una grande passione.
Le sue idee non sono proprio chiare, ma di sicuro tanti vorrebbero surfare
come fa lui e pochi riescono a chiudere trick con tanta spontaneità. Il più
grande è anche il più conosciuto nel nostro ambiente. Ha deciso di provarci e
da un paio d’anni si allena per arrivare ai massimi livelli del freestyle… Ciò che
lo contraddistingue è di sicuro l’umiltà insieme ad un attitudine sempre
positiva e un fare pacato che lo accompagnano in ogni dove. Ha deciso di
smettere di studiare e lavora part-time come istruttore allo Sporting Club
Sardinia, ma spera un giorno di poter avere una sua scuola, magari proprio in
Brasile dove trascorre i suoi inverni.
Dove potete trovarli e conoscerli di persona tutti insieme? Tutte le estati
lavorano e si allenano in Sardegna, a Palau, nella scuola che li ha visti crescere
come surfisti e come ragazzi: lo Sporting Club Sardinia di Porto Pollo.
In questo servizio ci mostreranno Sao Miguel do Gostoso, uno dei neo angoli di
paradiso per surfisti dove hanno trascorso un mese in compagnia di vento,
onde e tanto, tanto sano divertimento…
Demetrio Genazzani, Matteo Testa, Jacopo Testa.
Matti flaka no hand a Lagoa Grande.
73Demy air bob in laguna.
Japo in Air Chachoo.
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LO SPOTSao Miguel do Gostoso, uno tra gli spot più belli di tutto il Brasile, si trova sulla
costa dello stato del Rio Grande do Norte, 100 km a Nord di Natal. Un piccolo
paesino di circa 8.000 abitanti nato come villaggio di pescatori, ma che in
questi ultimi anni sta avendo un forte sviluppo turistico, dovuto soprattutto
all'affluenza di wind e kite surfisti.
I nativi sono tutte persone semplici, cordiali e disponibili, pronte ad accogliere i
nuovi turisti. Puoi trovare vari ristoranti e pousade gestite dalla popolazione
locale ed anche da europei che ormai si sono trasferiti per vivere in questa
magica cittadina dove il tempo sembra si sia fermato.
Il clima è praticamente perfetto tutto l'anno, varia tra i 24 e i 34 gradi, invece la
temperatura dell'acqua si aggira intorno ai 26 gradi. Le piogge sono molto
scarse, non durano quasi mai giornate intere, i mesi più a rischio sono marzo,
aprile e maggio. L'immensa baia di sabbia bianca viene colpita dall'Aliseo, un
vento che proviene da Nord-Est, soffia costante con un intensità di 20-25 nodi
circa nei mesi che vanno da ottobre a febbraio, durante i mesi da giugno a
settembre soffia con maggiore intensità fino a toccare 30 nodi, però la
direzione è differente, Sud-Est più da terra e quindi un po’ rafficato e bucato. Le
vele che ho usato di più sono state la 4.5 e 5.0, Kauli esce sempre con la 4.8!!!
Durante una giornata normale il vento comincia ad entrare già verso le 10-11 di
mattina e cala verso le 16-17.
I punti migliori in cui uscire sono 2: davanti alla scuola di Paolo Migliorini dove
per i primi 200 metri si ha acqua piatta con un'ondina di prua che varia in base
alla marea, proseguendo più a largo i chop aumentano, ma tutto sulla destra si
trova il reef che affiora solo con la bassa marea, alla sua sinistra il fondale è
composto da un banco di sabbia dove nelle giornate di swell (abbastanza rare)
si srotolano delle onde liscissime che possono variare dai 2 metri in su o in giù.
Più sottovento al primo spot si può trovare la nuovissima scuola di Kauli Seadi,
anche qui c’è un reef misto a sabbia che parte perpendicolarmente dalla
spiaggia e entra nel mare per circa 150 metri, sopravento si possono trovare
tutti i giorni delle belle rampe per saltare, invece sottovento plani
perfettamente parallelo al reef dove l'acqua è piattissima!!!
Ma non è finita qui! Noleggiando un buggy puoi spostarti in molte altre spiagge
costeggiando il mare, salendo e scendendo dune di sabbia bianca. Importante è
andare in giro almeno con due buggy, perchè quando uno è alle prime armi
sicuramente si infosserà!
Dirigendosi verso nord la prima spiaggia che si incontra dopo 10 minuti è
Torinho, una baia con onde perfette e completamente riparata dal vento grazie
a una scogliera (perfetto per imparare a fare surf).
Proseguendo ancora più a nord si trova Praia do Marco che con la bassa
marea diventa una piscina, acqua bassa e completamente flat su tutte e due le
mura, per il freestyle è perfetto (ci sono sempre 3/5 nodi in più).
Andando a Sud di Sao Miguel, a circa 50 minuti, si possono trovare varie
lagune, ma la più bella è la Lagoa Grande dove il vento è come un fohn,
un’immensa laguna di acqua dolce con colori fantastici circondata da sabbia
bianca. A circa 15 minuti da qui, andando verso il mare, si trova Maracajau una
spiaggia frequentata maggiormente dai kite, ma altrettanto bella. La giornata
finisce circa alle 18.00 quando il sole cala.
Per quanto riguarda la vita notturna ci stanno ancora lavorando, ci sono vari
bar dove poter sorseggiare un ottima caipirinha e le sue varianti in tutta
tranquillità.
Demy Chachoo SW a Praia do Marco.
Distributore Italiano: Pandora srl - [email protected]
Faq Sommario
DI Gigi Madeddu
Il forte local di Sa Barra ci spiega alcune cose fondamentali da sapere
per tutti quelli che stanno pensando di approcciarsi al freestyle e
vogliono farlo nel modo giusto, senza perdite di tempo e in sicurezza.
DIDATTICA PAG. 78
DI Mattia Pedrani
Il freestyle che si mescola nel wave e viceversa, la nuova generazione di
waver ha nel repertorio molte manovre “da acqua piatta” e il risultato
esplosivo è sotto gli occhi di tutti noi.
FREESTYLE VS WAVE PAG. 80
DI Carlo Silvestro
Se non vi è bastata la Taka dello scorso numero del nostro nuovo
collaboratore siciliano, ecco che vi serviamo la variante doppia!
FREESTYLE PAG. 84
DI Federico Infantino
Uno dei shore break più duri d’Italia ha colpito pesantemente il nostro
collaboratore, che però ci ha fornito una sequenza davvero ignorante.
CRASH OF THE MONTH PAG. 86
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Faq Wave-Freestyle
Vuoi entrare nel mondo del freestyle? Hai visto i video del campione del mondo
Steven Van Broeckhoven, di Gollito Estredo e dei ragazzi "terribili" di Bonaire e
sogni di emularne le gesta? Pensi che sia impossibile chiudere manovre di quel
livello? Il segreto è tutto nell’allenamento. L’errore più grande però è affrettare i
tempi. Ogni evoluzione sull’acqua è frutto di una serie di piccoli esercizi
propedeutici alla realizzazione. Una sorta di puzzle che va costruito pian piano
fino al raggiungimento dell’obiettivo. Come tutte le discipline è essenziale
lavorare sulla base e non pensare che un’uscita con poco vento sia tempo
sprecato… Anzi. Le nuove tavole, arricchite dall’avvento dei SUP (capaci di
sdoppiarsi nella doppia veste di surfboard e windsurfboard), sono capaci di
rendere piacevole anche una giornata che al primo impatto sembrerebbe inutile.
I trick da vento leggero sono i primi passi da mettere assieme per arrivare a
sognare nuove move aeree. I freestyler si differenziano per due motivi principali:
tecnica e potenza. La potenza è una cosa che va allenata fuori dall’acqua con
attività fisica alternativa al windsurf. Nessun windsurfista nasce potente, solo chi
si allena fuori dall’acqua lo può diventare. La tecnica invece è una di quelle
qualità che ognuno di noi è obbligato ad allenare in acqua praticando il nostro
bellissimo sport. Quando guardiamo i video dei ragazzi che competono in coppa
del mondo possiamo subito notare che molti di loro, specialmente i primi,
possiedono un feeling davvero impressionante con il proprio materiale. Siamo
nell’era delle manovre in ducking e quindi una componente fondamentale è il
passaggio sotto la vela (ducking deriva appunto da duck jibe). Ma anche le
manovre più "datate" possiedono passaggi come diablo, cana brava o addirittura
andatura in blind (spalle alla vela). Ecco perché l’ideale per imparare queste
tecniche è entrare in acqua con il vento leggero e mettersi a "trickettare".
Spesso capita di andare al mare o al lago e prendere la sempre temuta "cippa".
Il freestyle ci da così l’opportunità di allenarci e imparare ad usare la nostra
attrezzatura come se fosse un giocattolo. Affinare il feeling vuol dire anche
migliorare il nostro stile, cosa importante per un freestyler che si rispetti. Nelle
giornate di vento leggero, spesso, prendo la mia vela più piccola (o la mia
Il passaggio in cana brava, fondamentale per manovre come la Flaka
o la Puneta con questa particolare variante.
Andatura spalle alla vela, in “blind”,
utile per imparare la gozada.
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GIGI MADEDDU CI DÀ DEGLI UTILISSIMI CONSIGLI SU COME OTTENERE IL MASSIMO DALLE GIORNATE
CON POCO VENTO. ANDATE IN ACQUA E PROVATE SENZA PLANARE LE MANOVRE CHE VI SPIEGA GIGI,
IN QUESTO MODO IMPARERETE PIÙ IN FRETTA E MIGLIORERETE LA VOSTRA TECNICA!
TESTO DI Gigi Madeddu | FOTO DI Emanuela Cauli
Virata bugna avanti, serve per imparare meglio
la gestione della vela durante l’e-slide.
L’importantissimo passaggio in duck (sottovento alla vela),
step obbligatorio per tutte le nuove manovre.
preferita) e la monto su un SUP, la tavola perfetta per allenarmi e divertirmi in
due discipline diverse utilizzando lo stesso materiale. Il mio SUP è un 9’2, ottimo
sia per andare nelle onde che trickettare con il vento leggero. Questo modello
infatti ha la possibilità di montare il piedino così da poter essere sfruttato per
allenarmi con la vela e di conseguenza migliorare la mia tecnica. Un esercizio
ideale è quello di imparare il passaggio diablo o cana brava. Allenatevi nella
Helicopter Tack e a fine move iniziate ad inserire il passaggio sotto la vela. In
questo modo, più facile da eseguire, riuscirete a capire le fasi principali del gesto
tecnico. Una volta imparato, sulla vostra tavola da freestyle sarà sicuramente
necessaria più velocità di esecuzione, ma il movimento sarà il medesimo. Così
facendo riuscirete quasi sicuramente a chiudere la vostra manovra con variante
diablo con meno tentativi rispetto a un rider che non ha idea da dove iniziare. Un
altro esercizio che potrete eseguire sarà quello della navigazione con la bugna in
avanti. Iniziate a prendere confidenza con i movimenti per girare la vela e
mettervi con la bugna in avanti. Una volta girata la vela imparate a navigare a
sentire la pressione del vento su di essa. Fatto questo potrete anche azzardare
un helicopter tack clew first (bugna in avanti), esercizio propedeutico per
imparare una manovra switch come l’eslider. Poi imparate a navigare sotto
vento alla vela e a regolare la pressione del vento da questa posizione. Così
facendo, quando vi troverete a provare manovre della new school come Kono o
Burner, avrete già un’idea di come poter sfruttare la potenza del vento o al
contrario scaricare la vela se necessario. A seguire c’è la navigazione spalle alla
vela, con la quale potere provare virate come il Jizz, ormai un po’ passata di
moda, ma sempre di grande effetto! Questa posizione vi tornerà sicuramente
utile per la navigare in blinde, fondamentale per manovre come la Gozzada (uno
dei pochi trick spalle alla vela). Per concludere, sfruttate il vostro tempo non solo
nell’attesa del vento, ma approfittatene per imparare a muovervi in sintonia con
il vostro materiale. Essere un tutt’uno con esso vi darà quella confidenza e
sicurezza in più che vi porterà a trovare il coraggio per provare le manovre,
accorciando così il vostro tempo d’apprendimento.
È un freestyler incallito, quasi maniacale nello studio delle manovre. Sempre tra i primi in Italia in
tutte le competizioni, nel sud della Sardegna è divenuto ormai un guru.
Il suo spot, Sa Barra, offre condizioni perfette per la disciplina più tecnica del windsurf. La sua
passione sfrenata per questo sport lo ha portato ad aprirsi una scuola, il Windsurf Club Sa Barra,
per fare del suo sogno la sua vita.
I suoi sponsor sono North Sails, Fanatic, Gas Fins, Arbeke, Fausat.it e www.windsurf-santantioco.com
LUIGI MADEDDU - SAR 3
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Faq Wave vs Freestyle
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IL WAVE ISPIRA IL FREESTYLE CHE POI RIVITALIZZA IL WAVE. PARTE 1, OVVERO:
DA GOITER A PONCH PER TORNARE AL GOITER.
1) GOITER – WAVE RIDING “PIONIERISTICO”
Il Goiter (che in inglese significa “gozzo”, malattia caratterizzata da un forte
gonfiore alla gola) è stato creato alla metà degli anni ’90 da Mark Angulo, che
l’avrebbe sognata di notte e messa in pratica ad Ho’okipa il giorno successivo;
questo folle e stilosissimo rider che a 40 anni suonati riesce ancora ad
inventare manovre estreme come la “Mutant”, a quei tempi era un ragazzo
prodigio che aveva già creato il GuScrew (Front Side Wave 360), che ancora
oggi è uno dei trick più ricercati e meglio valutati anche nelle gare di PWA!!!
Dave Kalama, altro padre fondatore del wave riding moderno, sostiene però che
Angulo ha pensato la manovra e l’ha provata per primo, ma il primo a
chiuderla sarebbe stato proprio Dave il giorno dopo, anticipandolo Mark solo
per un misero quarto d’ora.
TESTO DI Mattia Pedrani | FOTO DI Valerio Pedrani | RIDER M. Pedrani | LOCATION Malcesine, Lago di Garda; Carrò, Francia
Freestyler e waver dalle indiscusse capacità tecniche, i suoi video lo dimostrano chiaramente.
Campione Italiano Freestyle 2008 e appassionato di Rap, le sue canzoni fanno da colonna sonora
ai sui cliccatissimi video. Trasferitosi al Lago di Garda ormai da alcuni anni è un assiduo
frequentatore di Malcesine e del Pier, anche quando le temperature sarebbero più appropriate
ad uscite sulla neve con lo snowboard. I suoi sponsor sono: Starboard, Simmer Sails, AL360,
Scorpion Bay, PierWindsurf, Windcatcher, Circolo Surf Torbole, Residence VerdeBlu.
MATTIA PEDRANI I-00
81
DESCRIZIONE DEL GOITER
La chiusura del Goiter dipende per un buon 80% dal mix tra scelta dell’onda
ideale e timing impeccabile. Appena parti sull’onda buttati in down the line per
arrivare alla massima velocità e comincia a individuare una sezione in cui il lip
sta per rompere, tubando, in modo che al momento dell’impatto la tavola
venga spinta verso la base dell’onda. È consigliabile fare un bottom più stretto,
senza andare troppo verso la base dell’onda, in modo da non perdere velocità
e non impattare troppo verticali, rischiando di finire dietro l’onda. È
fondamentale spingere sulla tavola al momento d’impatto col lip, in modo da
venir proiettati in avanti e poter chiudere la manovra davanti all’onda.
Ovviamente, il Goiter è chiuso solo se davanti all’onda. Una rotazione
completata perfettamente, ma dietro l’onda, è pur sempre un Ponch… o se
82
proprio vogliamo esser puntigliosi, un Goiter sbagliato. Appena senti la spinta
del lip sotto la tavola, butta il il tuo corpo sottovento e in avanti, spingendo la
bugna nel vento col braccio posteriore e portando l’albero verso poppa.
Scalcia la tavola sottovento e gira testa e spalle nel vento, sperando che l’onda
ti imprima abbastanza proiezione in avanti per completare la rotazione
correttamente. Appena la tavola completa la rotazione, cerca di sbilanciare il
peso in avanti, tirando sul braccio anteriore in modo che l’albero esca
dall’acqua e la vela riprenda potenza, riuscendo a restare davanti al lip. La
condizione ideale per impararlo è col vento sideshore, in quanto più il vento è
da terra, più tende a spingerti dietro l’onda, sia durante la fase aerea che
all’atterraggio.
2) PONCH – FREESTYLE
Fine anni 90. I fratelli Siver e i Ponitchera Bros (Kyle e Kevin) sbarcano dal
Gorge a Maui decisi a farsi notare.
Mentre Kyle non riuscirà a sfondare, Kevin entrerà nel team “Maui Project”,
compagnia posseduta da F2 e dedicata solo al wave; Peter Thommen è lo
shaper, i rider sono 3 giovani talenti che cambieranno per sempre la disciplina,
con il loro approccio strettamente New School: Levi Siver, Kevin Ponitchera e
Andy Wolff. Il loro video “Resonance” è un classico dei VHS windsurfistici, e uno
dei video più radicali in circolazione ancora oggi. All’inizio degli anni 2000 Kevin
decide di trasportare il Goiter in acqua piatta, e battezza il nuovo trick
“Stinger”. Essendo il suo cognome praticamente impronunciabile, gli amici lo
chiamavano “Ponch”, e per qualche strana ragione il grande pubblico ha
cominciato a chiamare il trick col suo soprannome, ribattezzandolo da Stinger
a Ponch, appunto. Da subito tutti i freestyler guardano con enorme rispetto
questo trick dall’aspetto terrificante; nel mio caso, mentre sono riuscito a
chiudere manovre come Grubby, Flaka e Shaka nel giro di qualche mese dopo
averle viste per la prima volta, per il Ponch ho dovuto aspettare 2 o 3 anni, e i
primi tentativi li ho fatti con l’aiuto dell’onda di Ho’okipa e del beach break di
Sotavento, per poi riuscire finalmente a chiudere il trick al Garda. La radicalità
del trick è proporzionale al male fisico che ci si può fare sbagliandolo in
malomodo, risultando in caviglie che si gonfiano quanto piccoli meloni per
distorsioni più o meno gravi. Ginocchia, costole, caviglie... tutte ad alto rischio
durante i primi tentativi, in cui bisogna proprio fare un salto nel buio,
buttandosi a testa bassa. L’evoluzione violenta del freestyle ha poi generato la
Burner partendo da questo antenato (Ponch sottovento alla vela ma in switch),
che oggi è uno dei trick di freestyle che non mancano mai in una batteria di
coppa del mondo.
DESCRIZIONE DEL PONCH
Proprio come il suo fratello nel wave, anche per il ponch tra gli ingredienti
fondamentali troviamo la velocità d’ingresso ed il timing. Qui poi bisogna anche
aggiungere una buona dose di fiducia nelle proprie capacità e anche “palle” nel
ruotare senza esitare sopra al materiale, a tutta velocità. È importante impattare
il dorso di un piccolo chop dopo aver fatto una curva stretta ma full power, che
ti permetta di staccare al lasco pieno. Così facendo, la vela sarà più neutra, e ti
sbilancerà di meno durante la rotazione aerea, che è la fase fisicamente ed
effettivamente più critica. Appena senti che la tavola sta per staccare, spingi la
bugna nel vento col braccio posteriore, portando l’albero verso poppa con
decisione. Gira spalle e testa sopravento, scalciando la tavola sottovento e
continuando a spingere sul braccio posteriore, facendo una sorta di ruota a
mezz’aria. Il problema è che, in caso di caduta, non c’è la morbidezza dell’acqua
ad attenderti, piuttosto il boma, l’albero, la vela e anche la tavola. Una volta
completata la rotazione aerea, come per il Goiter, devi portare il peso in avanti e
tirare sul braccio anteriore, in modo che la bugna non s’inabissi troppo e da far
riprendere potenza alla vela, potendo quindi ultimare il trick con successo!
3) GOITER – WAVE RIDING “MODERNO” / CONCLUSIONE
Mentre alla fine degli anni 90 / inizio anni 2000 i wave rider che avevano il
Goiter nel loro repertorio erano veramente pochi e di livello stellare (Kalama,
Levi Siver), oggi il Goiter è una manovra quasi di routine per un waver PWA, e la
variante “one hand” o “no hand” è già uno standard per Brawnzinho e Graham
Ezzy. La spiegazione è semplice: per i freestyler il Ponch è una manovra difficile
ma non impossibile, invece per i pionieri del wave old school, ogni tentativo di
Goiter significava sacrificare una bell’onda trasformandola in una frullata che
ad Ho’okipa spesso è sinonimo di escursione gratuita a Rock Garden: come
biasimarli se non smaniavano per imparare questa manovra?
Certo, il Ponch è una delle manovre freestyle più “dolorose”: un Ponch sbagliato
è stata la manovra che mi ha portato più vicino alla “sala gessi” di un ospedale,
e ho in mente diversi atleti italiani che si sono infortunati imparandolo o
eseguendolo, però puoi impararlo su qualsiasi specchio d’acqua e una volta
che lo chiudi in scioltezza sei pronto ad entrare nel corpo d’elite dei waver,
dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che il freestyle è molto
più tecnico del wave. Ed è grazie al freestyle che il wave sta arrivando a nuovi
livelli. Certo, devi saper scegliere l’onda perché non tutte le onde possono
ospitare un Goiter, e devi saper scegliere il momento e il punto preciso in cui
staccare, ma tutti voi che chiudete senza problemi il Ponch, cosa aspettate? Il
primo Goiter è più vicino di quanto immaginiate!
Faq Wave-Freestyle
Avendo ormai un buon controllo della Taka non c’è niente di meglio che
chiuderla doppia! Posso provare questa manovra in tutte le condizioni da
side-on a side-off, ma è molto più semplice in condizioni side-off.
Fase 1. Rispetto a quanto avviene nella Taka normale, non devo prepararmi
ad eseguire la manovra totalmente al lasco, preceduto da un bottom secco,
ma più al traverso. Questa andatura mi permette di avere la vela più piena
e di girare la prima rotazione più velocemente e fuori dall’acqua.
Fase 2. Nella fase dello stacco devo colpire il lip nel punto che mi proietta
quanto più in alto possibile in maniera da ruotare completamente in aria.
Fase 3. Come in una Taka normale scarico la vela e la inserisco con forza
nel vento. È importante atterrare al lasco scaricando tutto il peso sui
talloni, così da mandare la tavola in slashata e innescare la seconda
rotazione.
Fase 4. Mentre scendo dall’onda pinna avanti, mi preparo già ad inserire la
vela nel vento. A questo punto devo spostare il peso sulle punte dei piedi, in
modo da anticipare i movimenti della seconda rotazione. In questa fase è
importante il lavoro delle caviglie, che devono liberare il rail della tavola,
prima scaricando sulle punte poi sui talloni.
Fase 5. Mi trovo completamente disteso in avanti, vela contro, e mi preparo
flettendo le gambe a completare la seconda rotazione, portando adesso il
peso sui talloni e ammortizzando la potenza della vela con il braccio
posteriore.
TIPS
Il segreto per chiudere la manovra dentro l’onda sta nella potenza/trazione
della vela nell’ultima fase della rotazione. Se ammortizzate troppo col
braccio posteriore l’onda vi scapperà da sotto i piedi.
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NELLO SCORSO NUMERO VI ABBIAMO PRESENTATO UN NOSTRO NUOVO COLLABORATORE, CARLO SILVESTRO, GIOVANE
RAGAZZO CATANESE, CHE CI HA SPIEGATO COME ESEGUIRE LA TAKA. ORA RADDOPPIAMO E CARLO CI SPIEGA LA DOPPIA
TAKA. HO DECISO DI PUBBLICARE QUESTA SEQUENZA VEDENDO LE FOTO DI UNʼINCREDIBILE DOPPIA TAKA IN PLANATA DI
CARLO NELLE ONDE DI JERICOACOARA. PURTROPPO QUELLA SEQUENZA ERA ESTRAPOLATA DA UN VIDEO E QUINDI NON
UTILIZZABILE PER LA CARTA STAMPATA. CI SIAMO QUINDI SALVATI CON QUESTA ALTRA SEQUENZA CHE VI PROPONIAMO,
ANCHE SE NON È DEL TUTTO COMPLETA… MA IL RAGAZZO CI HA DIMOSTRATO DI ESSERE IN GRADO DI ESEGUIRE UNA
DOPPIA TAKA ALLA PERFEZIONE!
TESTO DI Carlo Silvestro | FOTO DI Dave White | RIDER Carlo Silvestro | LOCATION Jericoacoara, Brasile
Carlo Silvestro forte rider siciliano si dedica con passione al suo centro surf “La Tartaruga,
l’Università del windsurf” nello splendido golfo di Catania. Da anni trascorre l’inverno nella
suggestiva location di Jericoacoara, dove si allena e organizza indimenticabili camp. Atletico e
preparato è sempre alla ricerca del vento e dell’onda perfetta da surfare.
I suoi sponsor sono: Oberalp per le tavole JP, NeilPryde, Rip Curl, “latartaruga” surf school,
Lovefruit e DNAshock.
CARLO SILVESTRO
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F@#K Crash of the month
Aspettavamo il Sud Ovest ma c’era la possibilità che la mitica condizione
bordigotta potesse entrare: il Rebosso, onde dritte da mare e vento da nord
est side off, condizione rara che entra 4/5 volte l’anno e dura al massimo
qualche oretta! Leggete l’articolo di Andrea Franchini e Adele Frola di
pag.42.
Quel giorno è entrato! Tutto il materiale era pronto sul furgone di Andrea e
alle 15:30 il vento è forte e ben disteso ma i set d’onda non arrivano
costanti, scappo dal lavoro e alle 16:00 entro in acqua con Andrea.
Al contrario di quasi tutti gli spot, a Bordighera più l’onda è piccola più la
condizione è difficile in quanto si surfa sul puro shore break e il picco più
figo si alza sopra una scogliera che affiora ad ogni onda… Godzilla!
Mi trovavo sopra vento a Godzilla e avevo appena preso la quarta onda
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TESTO DI Federico Infantino | FOTO DI Adele Frola | RIDER Federico Infantino | LOCATION Bordighera, NST (IM)
Ligure doc, vive e lavora a Bordighera nell’estremo ponente, spot rinomato per la cattiveria del
suo shore break, soprattutto con le mareggiate da Ovest. Infatti non è raro trovare Federico
surfarsi le onde del suo home spot finendo letteralmente in spiaggia. È molto giovane e dopo un
passato trascorso nelle classi giovanili del windsurf ora si sta dedicando a tempo pieno al wave
partecipando a gare nazionali e internazionali come il recente FWC ‘12.
I suoi sponsor sono: Quatro, Goya, MaverX, Al360, MFC.
FEDERICO INFANTINO ITA-999
della giornata, l’intenzione era quella di provare un aerial ma dopo essere
partito in bottom sono andato un po’ troppo lungo trovandomi sopra
Godzilla, come detto prima lì sopra il lip si alza in un attimo e se non si è
iper concentrati nell’evitare gli scogli con il timing perfetto con l’onda… bhe
succede più o meno questo!
Ero in evidente ritardo ma, se sei in acqua da solo con Andrea Franchini nel
tuo home spot al N.S.T., vige solo una regola: “In ogni caso, ci devi entrare!”,
risultato mega wipe out schiacciato dall’attrezzatura sulla scogliera
subacquea! Buon test per il mio albero MaverX che ne è uscito illeso, buon
inizio di riabilitazione per il mio ginocchio, ma soprattutto gran
soddisfazione per essermi aggiudicato il best wipe out by Funboard del
mese!
87
“Puoi dormire la mattina, fare colazione con calma
direttamente in spiaggia e nel primo pomeriggio
sale una termica dai 15 ai 20 nodi, che increspa il
blu intenso del Mar Egeo e di notte si respira la
tipica atmosfera turca a Camel Beach o nell’antica
città di Bodrum”, ci dice Lena.
Assieme ai suoi genitori, Lena Erdil gestisce la
scuola windsurfista VIP. Per la maggior parte
dell’anno, Lena gira per il mondo, seguendo le varie
tappe del tour PWA Slalom, poi studia Politica e
Psicologia. Appena siamo arrivati sul posto, Lena
era tornata da poco dall’evento PWA ad Alacati.
L’aeroporto di Milas è proprio dietro l’angolo e
“BODRUM, BODRUM, HAVING A GOOD FEELING, THAT WAS ALL I WANTED,
A BIT OF SEA AND A LITTLE SLEEP.” QUESTO CANTAVANO MAZHAR, FUAT
E ÖZKAN DEL GRUPPO MFÖ NEL 1984 RIGUARDO LA CITTÀ DI BODRUM,
LA ST. TROPEZ DELLA TURCHIA. IL VIAGGIO INFATTI È INIZIATO PROPRIO
DA QUI. SEBBENE LA CITTÀ SIA ALLAGATA DAL TURISMO DI MASSA, NE
ERAVAMO PARTICOLARMENTE ATTRATTI, SOPRATTUTTO PERCHÉ LENA
ERDIL, UNA DELLE PERSONALITÀ DELLO SLALOM PIÙ RINOMATE DELLA
SCENA, GESTISCE UNA SCUOLA DI WINDSURF ASSIEME AI SUOI GENITORI,
SULLA SPIAGGIA DI ORTAKENT.
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TESTO DI Christoph Pressler | FOTO DI Christoph Pressler, Kerstin Reiger
facilita molto il viaggio. Proprio di fianco al centro
VIP, si trova anche il centro British Neilson
Watersports. Ma il VIP e Neilson sono molto più che
vicini, infatti Lena si è innamorata di Simon
Hayhurst, il manager del centro inglese. Proprio
davanti alla spiaggia di Ortakent c’è la spoglia isola
di Celebi, che rappresenta anche un ottimo punto di
approdo per tutti quei rider che spaccano il
materiale. Oggi l’isola si riflette perfettamente
nell’acqua calma della laguna, quindi stiamo già
preparando un piano alternativo, perché sembra
che sarà impossibile fare windsurf.
Qualche minuto dopo le 12, mentre ci stavamo
gustando la tipica bevanda turca, l’Ayran, a base di
yoghurt salato, le fronde delle palme cominciano ad
ondeggiare, e la leggera brezza da mare ora ha
cambiato direzione. È ora di prepararsi. Conviene
armare una vela freeride in pochissimo tempo, in
quanto tra poco avrà inizio la Red Bull Prince of the
Islands, la prima edizione di una gara di un’ora su
un circuito fissato. Il vento sembrava molto leggero
e morbido, a causa dell’aria calda infuocata dalla
temperatura di mezzogiorno e sembrava che avrei
planato a fatica con la mia 8 metri. Avremmo
dovuto fare un percorso a 8, girando attorno ad
una grossa barca in legno, che era stata
appositamente ancorata nel canale tra la spiaggia
e l’isola di Adesi Celebi.
Il colore dell’acqua è assolutamente eccezionale, un
blu profondo che è già stato descritto dal famoso
poeta Omero. Il vento ora soffia già a più di 15 nodi.
Condivido questo sogno ad occhi aperti con altri 50
rider, tra cui anche la campionessa del mondo
freestyle, Sarah-Quita Offringa, l’eroina locale Lena
Erdil, il rapper e freestyler Ruben Petrisie ed anche
la crew della Neilson tra cui Simon Hayhurst.
Stessa storia il giorno successivo. Colazione in
relax, e poi condizioni perfette per il freeride con la
8.0. Ancora una volta giriamo intorno alla barca di
89Bodrum, lo spot Ortakent.
Uno dei tanti mulini a vento di Datca.
90
legno all’isola di Celebi. 4 round completi in 60
minuti. Alla fine, riesco a guadagnarmi un posto sul
podio e mi intasco un po’ di soldi della Red Bull.
Una volta finita la gara, abbiamo subito noleggiato
una macchina in modo da andare a esplorare tutta
la penisola di Bodrum. Chissà se il paradiso delle
feste e delle vacanze visitato da più di 700.000
turisti l’anno ha anche qualche altro spot
windsurfistico da offrire?!?! Ci sono un sacco di
vecchi mulini a vento, che è un buon segno, per
indicare che la zona sia ventosa.
La penisola di Bodrum è situata in un’area
geografica in cui il rinomato aliseo Meltemi soffia
con costanza. Simon Hayhurst del centro Neilson è
un esperto della zona e ci consiglia di andare a fare
un giro alla spiaggia di Fener: “Il Meltemi qui
s’incanala nello stretto canale tra la penisola di
Bordum e l’isola greca di Kos, ed è quasi
completamente side-shore. Il centro windsurfistico
di Fener Beachè gestito da Yale e forse incontrerete
Hüseyin Sert in acqua. È considerato il local più
veloce della zona.”
Siamo fortunati. Il vento rinforza a 4 Beaufort
attorno al capo di Kemer, ed iniziamo con una
session vicino al faro. Il vento è di una costanza
impressionante e mi diverto un sacco in acqua.
30°C d’aria e 25°C d’acqua, con 15 nodi di vento
costante che mi permettono di surfare in costume.
Le condizioni idilliache per il freeride.
Non abbiamo incontrato Huseyin, solo barche da
festa, che stavano tornando verso il porto di
Turgutreis. Una musica fortissima pompa da
Tarkan o Hande Yener e tutti i turisti contenti si
muovono, ballando a tempo. Ora siamo veramente
entrati nell’atmosfera della famosa penisola di
Bodrum, fatta da feste e un sacco di windsurf. Il
viaggio da Ortakent, facendo tappa a Bagla e
Akyarlar è davvero interessante e c’è un’atmosfera
surreale: costoni spogli, ripide colline che si
gettano nel mare, con delle gigantesche ville qua e
là. Sempre affacciate sul mare blu. Lena ci ha
spiegato la situazione alla perfezione!
DATCA
Il nostro tempo sulla lussuosa penisola di Bodrum
è ormai finito. Berk Yalgin, il nostro amico turco, ci
ha già inviato un sacco di sms, chiedendoci la
conferma dell’ora di arrivo. Dalla marina di Bodrum
alla spiaggia di Ortakent ci vogliono una trentina di
minuti, e pochi minuti dopo ci siamo ritrovati sul
ponte di un piccolo traghetto. Una leggera brezza
rinfrescava l’aria, mentre ci dirigevamo dritti verso
il porto di Körnum, situato a nord della penisola
allungata e molto sconnessa e montagnosa di
Datca. Datca è rinomate per le sue 3 B, come ci
anticipa la nostra guida turistica: Badem per le
mandorle, Balik per il pesce fresco e Bal per il
Datca freestyle corner.
91
miele. Noi poi aggiungeremo anche un’altra B, di
Berk. Volevamo infatti visitare la casa e gli
homespot del nostro amico Berk Yalgin, che era
pronto ad accoglierci da un po’. “Qui c’è sempre
vento,” ci ha detto. “Riesco ad avere abbastanza
tempo per lavorare sul mio livello in freestyle, per
allenarmi in slalom, gestire il mio negozio
Quiksilver e anche andare a pescare la mattina
presto.” Berk ha anche una piccola famiglia, e
nonostante tutto è riuscito a piazzarsi in 18esima
posizione alla tappa di coppa del mondo PWA del
Vietnam nel 2011, arrivando 34esimo nello Slalom.
Già dall’inizio ci siamo sentiti a nostro agio. C’era
pochissimo traffico e aria fresca da respirare. Si
pensa infatti che qui l’aria abbia anche proprietà
terapeutiche. Durante la nostra prima sera, Berk ci
ha portato a Fevzi'nin Yeri, il famoso ristorante tra
le strette vie della città di Datca. Berk ha ordinato
parecchie specialità turche, accompagnate da vino
sempre di produzione locale. In questo ristorante si
respira veramente il profondo amore per la cucina
e si sente molto l’influenza greca.
Datca si trova molto vicina all’Egeo meridionale,
circondato dalle isole greche di Simi, Rodi, Kos e
Tilos. Non c’è da sorprendersi quindi che si respiri
lo spirito greco. La strada E90 passa di fianco agli
antichi mulini a vento di Kizlan e un’infinità di
mercatini della frutta, prima di arrivare poi a
costeggiare il mare. Qui sono stati costruiti
esclusivamente “Surf Holiday Village” e centri
windsurfistici, senza la minima protesta, nel bel
mezzo della lunghissima baia di Datca. C’è una
piccola oasi di vegetazione lussureggiante,
punteggiata da bungalow, un centro di windsurf e
un ristorante. Il vento soffia side-offshore da
sinistra, ed è subito ora di entrare per fare la
nostra prima session. Berk gira come un pazzo tra
Flaka e Shaka, mentre io accelero a tutta velocità a
bordo del mio materiale da freeride, facendo delle
strambate pennellate proprio vicino alla spiaggia.
Ogni anno verso la fine di giugno a Datca si disputa
anche una tappa del tour turco di slalom. Enes
Yilmazer, attualmente in testa alla classifica, mi ha
detto: “Quello spot mi piace molto. C’è vento forte e
spesso ho usato la 6.2 per fare slalom a tutta
velocità, come se fossi stato ad Alacati o
addirittura a Fuerteventura. Per me, quella zona è
perfetta per rilassarmi, proprio perché è piuttosto
remota. Riesco a riorganizzare i miei pensieri e mi
diverto sempre un sacco ogni volta che ci vado.”
Dopo aver condiviso questa prima session, anche
noi eravamo molto contenti. Il vento era
assolutamente costante e riempiva le nostre vele
con potenza a volontà. Siamo riusciti a manovrare a
pochi metri dalla spiaggia. Sullo sfondo poi si
ammirano le campagne verdi che poi s’inerpicano
sulle montagne che arrivano fino a 1000 metri
d’altitudine! Dalla parte opposta invece si vedono i
pendii brulli e scoscesi dell’isola greca di Symi, che
separa l’Egeo dal Mediterraneo. La penisola di
Datca, anche conosciuta col nome di Resadiye,
Doric o penisola di Knidos, è situata nella regione
egea che confina sul Mediterraneo. Ci sono circa
300 giorni di sole all’anno, che rendono questo
posto molto appetibile per i turisti.
Nel 2004 è stato costruito il Surf Village Windsurf
Center, anche conosciuto come Surf Tatil Köyö. I
3bft di vento onshore vengono accelerati a 5bft
side-offshore per il riscaldamento dovuto al
passaggio sulla penisola. Anche nei giorni di
Meltemi leggerissimo, in questo canale il vento
aumenta sempre di almeno 10 nodi. Conviene
quindi portare anche la 7,5 o 8,5 per i giorni in cui è
veramente leggero.
“In giugno e luglio il vento è solitamente più forte.
In agosto la temperatura dell’acqua arriva anche a
27°C, mentre l’aria supera i 35°C. È estate piena e si
surfa in costume come nei caraibi!” ci dice Berk.
Oggi però, sebbene le temperature estive
infuochino l’atmosfera, il vento sembra non
cooperare. Ci aspettavamo 20 nodi e invece
abbiamo deciso di andare in esplorazione verso
due altri spot della baia.
Due chilometri sopravento al Surf Holiday Village,
armiamo le nostre vele da freestyle all’ombra di
enormi alberi di eucalipto. Il vento continua ad
aumentare e le foglie ondeggiano concitate.
Berk ha già cominciato a sparare trick di freestyle,
facendoci vedere il suo intero repertorio,
chiudendo Shaka, Chacho e Flaka nella acque
turchesi. Anche le mie capacità in freestyle stanno
ritornando in vita, sebbene abbia passato gli ultimi
mesi a usare materiale Slalom. Le due ore
successive sono state la concretizzazione di una
perfetta session di freestyle, sempre a far manovre
vicino alla spiaggia, circondato dai pittoreschi
mulini a vento, con le montagne che si stagliano
sullo sfondo. Il bello, poi, è che eravamo in acqua
solo noi! Nessun altro! Dopo una breve pausa
all’ombra, abbiamo deciso di proseguire verso lo
Il porto turistico di Bodrum.
Un sito archeologico di Knidos, Dacta.
Chris al Datca Tatilkoyu holliday village.
Datca Guelluek Perili Koesk.
spot successivo. Berk: “Guidiamo verso la fine della
baia, è ora di surfare a Gulluk beach!”.
Questa baia di ghiaia fine è esposta perfettamente
al Meltemi. Il vento poi s’incanala tra la spiaggia e
l’isola dalla parte opposta, rinforzando
notevolmente. Bisogna però stare attenti a non
usare pinne troppo grosse! Nella zona sottovento
della baia poi l’acqua è perfettamente piatta, ideale
per fare qualsiasi tipo di manovra.
Come se tutto questo già non bastasse, Datca offre
anche un sacco di siti archeologici rinomati,
chiamati Knidos. Questi si trovano sulla punta più
occidentale della penisola a circa 80 km da Datca.
Personalmente consiglio vivamente di andarci, o
prendendo una barca dalla città di Datca, o
andando in macchina. C’è una strada molto
tortuosa e scoscesa che attraversa i villaggi tra cui
Yaka o Yazi, in cui si vedono uomini e donne
indaffarati nella raccolta delle mandorle. Se poi
immagini che il faro di Alessandria è stato
originariamente progetto a Knidos, assieme alla
bellissima statua di Afrodite nuda, il tutto diventa
ancora più interessante. Ce ne stiamo qui seduti
sull’ultimo gradino dell’anfiteatro che sovrasta le
Sporadi meridionali. A destra c’è Kos, Tilos a
sinistra, e in lontananza nella nebbia si scorge
Rodi.Bodrum e Datca sono completamente diverse,
ma entrambe soddisfano appieno le necessità di
qualsiasi freerider, racer o freestyler. In entrambe
le regioni ci sono spot da windsurf davvero
eccellenti, con vento quasi assicurato durante i
mesi estivi. Potendo, dovresti visitare entrambe le
location, così decidere quale sia la tua preferita.
Datca e Bodrum non hanno proprio niente in
comune, sia in termini di turismo, che di alberghi e
di vita notturna. Chiunque sia alla ricerca di feste e
locali, e predilige lo shopping e la vita notturna
dovrebbe puntare su Bodrum. Datca è
probabilmente più adatta al turista avventuroso
che cerca un’atmosfera più rilassata in un
ambiente più selvaggio, dove si trovano comunque
degli ottimi ristoranti.
Anche Berk ama molto questo posto idilliaco, ma
gli piace anche quando c’è un po’ più di gente
durante il periodo del turismo estivo. “Il mio
negozio Quiksilver continua ad andare sempre
meglio. Spero che sempre più gente e soprattutto
windsurfisti vengano a Datca, e passino poi a farci
visita qui al negozio.” In caso si affollasse troppo,
poi, Berk ha sempre a disposizione il suo piccolo
paradiso personale, che condivide assieme alla
moglie e due bambini, con una vista stupenda sulla
baia di Datca, e anche una barca per pescare, la
sua seconda passione.
Durante la nostra ultima sera ci siamo incontrati
al bar Eclipse proprio nel porto di Datca. Berk ha
92Vista dello spot di Bodrum Ortakent.
La vita notturna di Bodrum.
visite. Si tratta di Hüseyin Sert, che ha
abbandonato Bodrum per qualche giorno. “C’era
troppa gente!”. Presto la mattina seguente hanno
catturato un Lahoz, pesce locale di dodici
chilogrammi! Questa è la prova che Datca
rappresenta al meglio ogni sua B, anche quella di
Balik, che significa proprio pesce!
INFORMAZIONI PER BODRUM E DATCA
VIA AEREA: Volare su Bodrum o Dalaman
(soprattutto via Istanbul).
Pegasus Airlines vola ogni giorno a buon prezzo sia
verso Bodrum che Dalaman: www.flypgs.com. Per
l’alloggio e la macchina si può prenotare tutto online
a prezzi molto convenienti. Il materiale da windsurf
viene fatto pagare come extra bagaglio a forfait.
Distanze: Bodrum Milas Airport – spiaggia di Fener:
55 km; Bodrum Milas Airport – spiaggia di Ortakent:
37 km; Ortakent - spiaggia di Fener: 18 km; Ortakent
– porto di Bodrum: 10 km; Ortakent - Kadikalesi:
16.4 km; aeroporto di Bodrum Milas - Datca: 182
km; aeroporto di Dalaman - Datca: 164 km;
aeroporto di Dalaman - Bodrum:198 km.
VIA TERRA O VIA FERRY:
Dall’Italia a Cesme, Cesme - Bodrum: 321 km;
da Rhodi e Symi verso Datca: traghetto 3 volte a
settimana. Traghetto Kos - Bodrum: tutto l’anno.
Traghetti Bodrum - Datca: il terminal dei traghetti è
situato alla marina di Bodrum.
Tempo d’attraversata: 90 minuti. Da giugno, il
traghetto parte due volte al giorno, la mattina alle
9:30 e la sera alle 17:30.
Si consiglia di prenotare per le macchine:
Tel +90.(0).252/712.21.43, www.datcaferibot.net
o anche alle agenzie di viaggi locali.
CAMPEGGI:
Bodrum: Camping Zetas, Gümbet
Tel +90.(0).252/316.14.07,
e-mail: [email protected]
Datca: Aktur Camping & Lodges. Il campeggio è
vicino alla strada principale che porta a Marmaris,
a circa 8 km dallo spot di Güllük,
[email protected], Tel +90.(0).252/724.61.67 -
Ilica Camping: Tende & Bungalow con piscina, vicino
al centro windsurfistico di Datca,
www.ilicacamping.com
NOLEGGIO MACCHINE:
www.flypgs.com
Bodrum: Akustik tourism center, E-mail:
[email protected], Mobile: +90.(0).252/313.17.87
VENTO:
Bodrum: il periodo col vento più forte è durante
l’estate, col picco ad agosto. Le misure più usate
vanno dalla 5.0 alla 8.0. Durante le giornate di
forte Meltemi si possono surfare delle piccole
onde a Kadikalesi o Fener beach. Quando il vento
gira dai quadranti meridionali è consigliabile
andare a Fener.
Datca: durante i mesi estivi ci sono il 70-80% di
giornate con più di 4 Bft. Nelle giornate più forti
arriva anche a 7 Beaufort. Vele consigliate dalla
4.5 alla 7.5. Durante l’inverno ci sono piogge molto
abbondanti e onde abbastanza grosse nella baia
di Datca.
SPOT A BODRUM
1) Spiaggia di Bitez: Il centro Rush Windsurfing si
trova a solo 15 minuti dal centro della città di
Bodrum. La baia è molto urbanizzata, rendendo il
vento molto rafficato. È un buono spot per
principianti. Ci sono un sacco di alberghi, bar e
ristoranti. www.rushwindsurf.itgo.com
2) Ortakent: Il vento soffia side-offshore da destra,
con condizioni facili e sicure, grazie alla piccola
isola in mezzo alla baia. Il vento aumenta
avvicinandosi all’isola, quindi questo posto è
perfetto anche per fare freestyle con vele più
piccole.
VIP Windsurf Center: la rider turca Erdil Lena e i
suoi genitori gestiscono questo centro di windsurf
a Ortakent beach. Il centro offre corsi di windsurf,
deposito e noleggio del materiale, barche a vela,
campi da beach volley, un bar, WIFI e parcheggio.
www.ortakentwindsurf.com, [email protected],
cell +90.(0).532/598.40.03 o tel +90.(0).252/358.63.14
Neilson Centre: gestita da Simon Hayhurst. La
scuola offre tutti i materiali nuovi della Starboard
e Tushingham. Altri sport: moto d’acqua e barca a
vela. L’albergo Seaside appartiene al centro e
offre alloggio proprio sullo spot.
E-mail: [email protected],
www.neilson.co.uk, tel +90.(0).252/358.59.67
Yakamoz Otel: situato proprio sulla spiaggia di
Ortakent, a circa 500 metri dai centri di windsurf.
Tipico hotel turco: www. yakamozotel.com. La baia
di Ortakent offre una vasta scelta di alloggi, bar e
ristoranti.
3) Spiaggia di Fener/Akyarlar: Centro windsurfistico
di Fener: si trova a metà baia, a sud del faro della
spiaggia di Fener. È uno spot adatto a qualsiasi
livello. Si può noleggiare materiale Fanatic e Neil
Pryde: www.fenerwindsurf.com, Tel.
+90.(0).252/393.84.14
E-mail: info@fenerwindsurf. com,
Alloggio alla spiaggia di Fener (si può anche
chiedere al Fener Windsurf Center): Bendis Hotel,
Golden Beach, Club Armonia, Yelken Apartments,
Villas Olcay.
4) Kadikalesi, Turgutreis: Nella baia di Kadikalesi
c’è il Pure Water Sports Centre. Il vento soffia side-
on shore e durante i giorni in cui il Meltemi soffia
più forte si formano anche delle piccole rampette
sul banco di sabbia.
Si può noleggiare materiale Bic, Starboard,
NeilPryde, Tiga e Gun Sails. Si può anche chiedere
per l’alloggio. Il centro è a circa 20 minuti a piedi
da Turgutreis, la seconda città più grande della
penisola di Bodrum.
www.puretourism.co.uk/windsurfing,
e-mail: reserved [email protected]
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SPOT DATCA
1) Freestyle Beach: A 8.5 km da Datca. Dopo 7.5 km
si gira in una strada verso la spiaggia, lasciandosi
un resort alle spalle. L’acqua è perfettamente
piatta, quindi ideale per il freestyle.
2) Surf Holiday Village: Bungalows a 10.5 km da
Datca. Queste scuole di windsurf UCPA offrono
anche noleggio del materiale, immensi prati, campi
da volley ed un grosso bar, che si affaccia su una
piccola spiaggia di ghiaia. Il vento è cross-offshore
da destra. www.datcasurf.com,
3) Güllük/Peril Kösk: A 14 km da Datca, con spiaggia
parzialmente sabbiosa e con lastre di reef, con
piccole isole dalla parte opposta. Verso sinistra
della baia l’acqua è molto bassa, con acqua piatta,
mentre sulla destra è più choppata e quando il
vento aumenta si fanno anche piccole onde.
4) Körmen: A 8 km da Datca, vicino al porto. Lo spot
è perfetto per le tavole più piccole con forti venti
settentrionali.
5) Amazon: Amazon Bay Club: adatto solo ai
principianti www.klupamazon.com.
Datca ha delle ottime infrastrutture, benzinai,
numerosi alberghi, ristoranti e supermercati, una
grande stazione degli autobus, moltissimi traghetti,
nightclub, bar, bancomat e banche.
Il sabato ci sono dei grossi mercati che offrono
spezie, nocciole e mandorle, frutta, verdura e altri
prodotti tipici. Ristoranti: Restaurant Emek
www.emekrestaurant.com, con una terrazza con
vista sul porto e FevzininYeri nel secondo passante
sulla spiaggia della città di Kumluk.
ESCURSIONI:
Knidos: sito archeologico di Knidos, che ti permette
di diventare un aspirante archeologo e ci sono un
sacco di belle spiagge dove nuotare tra le colonne
e gli anfiteatri. Si trova a 35 km da Datca, proprio
sulla fine della penisola. Ci si può arrivare in
macchina oppure in autobus o nave da Datca.
Spiagge: si può andare a fare una gita nelle
bellissime spiagge di Ovabükü o Palamutbükü.
Viaggio verso Amazon Bay e serata all’Amazon
Club: 44.5 km da Datca sulla E90 verso Marmaris,
per poi girare a nord. Dopo circa 8km di strada
costiera si arriva all’Amazon Club, che è nella
giungla selvaggia, ben lontano da tutti gli altri
resort. Il club offre parecchie attività, tra cui lezioni
di windsurf per principianti, ed è la location
perfetta per vacanze di famiglia. Con vento
nordoccidentale molto forte, la baia si tramuta
anche in uno spot wave, ma non c’è assolutamente
la costanza del vento tipica degli altri spot turchi.
Amazon Bay quindi è indicata solo per i principianti
oppure per andarci in giornata quando le
previsioni sono favorevoli. Club Amazon:
www.klupamazon.com
94Datca Tatilkoyu Holiday Village.
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RIDER Philip Soltysiak, Michael Rossmeier | LOCATION Diani Beac, Kenya | FOTO Marion NeumairNext Ride
Kenya, la nuova frontiera del windsurf.
I freestyler P. Soltysiak e M. Rossmeier
ci portano alla scoperta di questa
affascinante meta, tra session di
wave e di freestyle in splendide acque
turchesi spazzolate dal forte vento.
ESCLUSIVO: siamo andati nel quartier
generale di Robby Naish a Maui e
abbiamo intervistato il suo product
manager Michi Schweiger e sua
moglie Julia, che ci sveleranno i
retroscena di un marchio leggendario.
Jump special: 4 specialisti dei salti,
Ricardo Campello, Kauli Seadi, Robby
Swift e Jason Polakow, ci sveleranno
nella terza e ultima parte tutti i
trucchi per imparare più velocemente
la vostra manovra dei sogni.
E come sempre, tanti altri articoli
esclusivi, approfondimenti, didattica,
la rubrica per le ragazze Onde e
Curve, i gossip più hot da Maui e
tanto altro ancora...