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EMN Focussed Study 2013:
The Organisation of Reception Facilities for Asylum Seekers in different Member States
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EMN FOCUSSED STUDY 2013
The Organisation of Reception Facilities for Asylum Seekers in different Member
States
Top-line “Factsheet”
(National Contribution)
Executive Summary
(Synthesis Report)
National contribution (one page only)
Overview of the National Contribution – introducing the study and drawing out key facts and
figures from across all sections of the Focussed Study, with a particular emphasis on elements
that will be of relevance to (national) policymakers.
In Italia, il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo è costituito da diversi tipi di strutture: vi sono
i Centri di accoglienza per migranti (CDA/CPSA) ove i migranti ricevono prima assistenza e
vengono fotosegnalati ai fini dell’identificazione; i Centri di accoglienza per richiedenti asilo
(CARA) ove sono accolti i richiedenti asilo per il tempo necessario all’esame della loro domanda; i
Centri di identificazione ed espulsione (CIE) ove talvolta possono essere ospitati anche i richiedenti
protezione internazionale, quando presentano domanda dopo l’emanazione del provvedimento di
espatrio; i progetti territoriali del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR);
ed, infine, ulteriori centri ubicati nelle aree metropolitane.
Le condizioni materiali di assistenza e la gamma dei servizi offerti variano a seconda della tipologia
della struttura: mentre i CARA e i CDA sono grandi centri collettivi, la cui capienza può variare da
100 a 2.000 unità, lo SPRAR è costituito da piccole strutture collegate con il territorio, articolate sia
in centri collettivi di medie dimensioni sia in appartamenti, talvolta autogestiti.
Nonostante questa eterogeneità, tutti gli alloggi sono tenuti a garantire servizi di sostegno socio-
psicologico, di orientamento legale e di mediazione linguistico-culturale. Nel caso dello SPRAR
vengono altresì garantiti servizi di orientamento al lavoro e inserimento professionale, anche
mediante tirocini formativi svolti in convenzione con enti territoriali, nonché di sostegno nella
ricerca di soluzioni abitative autonome. Particolare attenzione viene riservata ai soggetti più
vulnerabili, quali le vittime di tortura, di violenza sessuale o di genere e le persone con disabilità
e/o con disagio mentale o psicologico.
Parallelamente a questo sistema di accoglienza ordinario, in particolari contesti emergenziali
vengono messi in atto appositi meccanismi di flessibilità tesi a far fronte a flussi in entrata
particolarmente consistenti. È questo il caso del Piano per l’accoglienza, il documento ufficiale che
ha definito la risposta operativa del Sistema nazionale di Protezione Civile alla cosiddetta
“emergenza Nord Africa” verificatasi all’inizio nel 2011, i cui effetti sul sistema di accoglienza
nazionale si sono protratti nel corso del biennio successivo.
L’Italia, infatti, così come altri Stati membri ubicati nell’area mediterranea, costituisce un naturale
punto di approdo per i profughi in fuga dall’Africa e dal Medio Oriente. Come si evince dall’analisi
degli archivi di Eurostat relativi alle istanze di protezione internazionale, l’andamento dei flussi di
richiedenti asilo mostra certamente questa peculiarità.
Obiettivo del presente studio, redatto nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca a livello
comunitario facente capo alla rete European Migration Network (EMN), consiste pertanto nel
descrivere in maniera il più possibile esaustiva il sistema di accoglienza nazionale per i richiedenti
asilo nelle sue varie articolazioni, mettendo in luce i punti di forza e le naturali criticità. Nonostante
l’introduzione di standard di accoglienza uniformi a livello europeo, misure a cui l’Italia si è da
tempo uniformata con la trasposizione della normativa UE nell’ordinamento nazionale, sussiste
l’esigenza da parte dei policy maker di valutare la prassi adottata nei singoli Stati membri.
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In questo contesto si colloca il presente studio di focus, che auspicabilmente contribuirà a far luce
su questo delicato aspetto delle politiche migratorie, con particolare beneficio per i richiedenti
protezione internazionale che scelgono l’Italia come paese di destinazione.
Legenda degli acronimi
CDA Centro di accoglienza
CPSA Centro di primo soccorso e accoglienza
CARA Centro di accoglienza per richiedenti asilo
CIE Centro di identificazione ed espulsione
SPRAR Sistema di protezione richiedenti asilo e
rifugiati
Synthesis Report (up three pages)
Executive Summary of Synthesis Report: this will form the basis of an EMN Inform, which will
have EU and National policymakers as its main target audience.
Section 1
Different types of Reception Facilities and different Actors
(Maximum 4 pages)
This section of the Synthesis Report will address the organisation of reception facilities in different
(Member) States. An overview will be provided of the different types of accommodation facilities,
and different actors involved in the provision of reception facilities.
The Reception Conditions Directive (Directive 2003/9/EC, Article 13) and the Commission’s
proposal for the recast Reception Conditions Directive (Article 17) stipulate that Member States
shall ensure availability of material reception conditions to applicants for international protection.
Housing constitutes an essential, if not the primary, element of reception conditions. Provision of
accommodation can be provided in a variety of possible manners. Directive 2003/9/EC (Article 14)
makes broad reference to: a) accommodation premises for applicants who lodged their application
at the border; b) accommodation centres which guarantee an adequate standard of living; c)
private houses, flats, hotels or other premises adapted for housing applicants for international
protection. Consequently, (Member) States have established different types of reception facilities,
such as, collective/communal reception facilities, individual housing (private houses, flats or hotels
arranged and paid for by the State), or, some also offer the applicant financial compensation which
covers housing expenses.
This Section aims to provide an overview of the different types of reception facilities (Member)
States have in place. It will also provide an overview on the number of facilities as well as their
capacity. With regard to the organisation, this Section will furthermore address the different actors
involved in the provision of reception facilities to applicants for international protection, specifying
which authorities carry financial and executive responsibility and whether third parties are
involved, such as for example, NGOs or other actors of civil society.
Q1. Please indicate in Table 1 below what type of reception facilities exist in your (Member)
State.
In case your (Member) State offers a different type of facility which is not listed in the table
below, please include and describe this by adding additional rows to the table below. Please also
indicate how many of these facilities exist and indicate what their capacity is and how many
applicants were accommodated in these facilities per year starting from 1 January 2008 to 31
December 2012.
Should your (Member) State not be able to provide the maximum capacity, please provide a brief
explanation for this and specify the actual number of applicants accommodated in a certain type
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of facility on an annual basis for the period 2008-2012.
Tabella 1 Le diverse tipologie di strutture di accoglienza*
Tipologia di
struttura
Tale
tipologia
esiste in
Italia?
Se sì, quante di
queste strutture
esistevano alla fine
del 2012?
Specifica il
numero massimo
di richiedenti che
possono essere
ospitati in queste
strutture
Numero di
richiedenti
ospitati in queste
strutture nel
periodo 2008-
2012 (per anno)
Centri di
accoglienza
collettivi
iniziali/di
transito
Sì/No
13 centri in totale1,2
, di
cui:
- 9 CDA/CARA
- 3 CPSA
- 1 centro di
primissimo soccorso
A partire dal gennaio
2013 è stato utilizzato
quale CARA anche il
Centro di Mineo (CT),
già attivato durante
l’emergenza nord Africa,
avente una capienza di
2000 posti. Al momento,
la destinazione della
struttura è prorogata sino
al 30 settembre 2013.
4.810 posti in totale,
di cui:
- 4029 nei
CDA/CARA
- 781 nei CPSA
2008:
2009: 14.395 di cui CDA/CARA:12.179
CPSA: 2.216
2010: 9.916 di cui CDA/CARA: 9.511
CPSA: 405
2011: 81.774 di cui CDA/CARA:
25.162
CPSA: 56.612
2012: 17.610 di cui CDA/CARA:
10.159
CPSA: 7.451
Centri di
accoglienza
collettivi
aperti
Sì/No
Centri di Sì/No All’interno dello 500 posti SPRAR 2008: 884
1 I centri di accoglienza di grandi dimensioni: 1) I Centri di accoglienza (CDA) sono strutture destinate all’accoglienza
degli immigrati per il periodo necessario alla definizione dei provvedimenti amministrativi relativi alla posizione degli
stessi sul territorio nazionale (Legge 29 dicembre 1995 n. 563 – c.d. Legge Puglia); sono strutture destinate soprattutto a
garantire un primo soccorso allo straniero irregolare rintracciato sul territorio nazionale. 2) I Centri di accoglienza per
Richiedenti asilo (CARA) sono strutture destinate all’accoglienza dei richiedenti asilo per il periodo necessario alla loro
identificazione o all’esame della domanda d’asilo da parte della Commissione territoriale (Decreto Lg.vo 28 gennaio 2008
n. 25); sono centri aperti nelle ore diurne che prevedono un periodo di permanenza massimo di 20-35 giorni. Solo per
periodi di tempo superiori o per le ore notturne è previsto l’obbligo di chiedere al Prefetto l’autorizzazione
all’allontanamento temporaneo. 3) I Centri di primo soccorso ed assistenza (CPSA) sono strutture in prossimità dei
luoghi di sbarco destinate all’accoglienza degli immigrati per il tempo strettamente occorrente al loro trasferimento presso
altri centri (indicativamente 24/48 ore); sono strutture provvisorie presso le quali vengono garantite prima assistenza e
soccorso sanitario in occasione di situazioni critiche, ed in particolare per emergenze umanitarie caratterizzate dai flussi di
massa. Spesso vi sono ospitati anche richiedenti asilo, ed è in questi centri che gli ospiti manifestano l’intenzione di fare
richiesta di asilo. 4) Inoltre, la domanda di asilo può “essere presentata in ogni caso anche dallo straniero destinatario di un
provvedimento di espulsione al quale non ha ottemperato, o il cui allontanamento sia in fase di esecuzione, anche mediante
trattenimento in uno dei Centri di identificazione ed espulsione (CIE - così denominati ai sensi del Decreto legge 23
maggio 2008 n. 92), ovvero che abbia fatto reingresso in Italia prima della scadenza del periodo di cui all’art. 13 co. 14 del
D. Lgs 286/98 in cui vige il divieto di reingresso. I CIE sono “strutture destinate al trattenimento dell’immigrato irregolare
per il tempo necessario alle forze dell’ordine per eseguire il provvedimento di espulsione (Legge 6 marzo 1998 n. 40)”. (Fonti : Rapporto Annuale 2011/2012, SPRAR, La tutela del richiedente asilo. Manuale giuridico per l’operatore (2012)
SPRAR, e www.interno.gov.it). 2Oltre a questi centri “governativi”, nel 2010 si é registrato un elevato numero di centri collettivi all’interno del Sistema
di protezione SPRAR, come descritto al punto seguente, a cui si aggiungono i cd. centri polifunzionali attivi nelle aree
metropolitane. “Il modello organizzativo dei centri polifunzionali, avente carattere temporaneo, è stato ideato per le città
che devono affrontare la maggiore emergenza dovuta al grande numero di stranieri titolari di protezione internazionale o
appartenenti a categorie vulnerabili. Non in tutte le città i centri sono coordinati con lo SPRAR. (Rapporto Annuale
2011/2012, SPRAR).
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accoglienza
speciali o
strutture per
gruppi
vulnerabili
(vittime di
tortura o
particolari
categorie di
donne)
SPRAR3 sono stati
ospitati:
- in 56 strutture le
donne sole con figli
- in 40 strutture le
donne singole
- in 159 strutture le
famiglie
- in altre 331
strutture gli uomini
e le donne singoli,
tra cui eventuali
casi vulnerabili.
(2011. Fonte: Rapporto Annuale
2011/2012, SPRAR)
assegnati in totale
per le categorie
vulnerabili, di cui:
- 50 dedicati alla
categoria “disagio
mentale”4
(Graduatoria finale
SPRAR per il
triennio 2011/2013)5
2009: 852
2010: 823
2011: 857
2012: 815
Centri di
accoglienza
separati per
minori non
accompagnati
Sì/No
52 strutture SPRAR, di
cui:
- 18 appartamenti,
- 6 centri di
accoglienza,
- 28 comunità
alloggio
(2011, Fonte: Rapporto
Annuale 2011/2012,
SPRAR)
232 posti finanziati
per minori stranieri
non accompagnati
richiedenti
asilo/MSNRA.
(2011. Fonte: Rapporto Annuale
2011/2012, SPRAR )
Beneficiari
MSNRA:
2008:
2009:
2010: 253
beneficiari
2011: 312
beneficiari
2012: 358
beneficiari
Case private o
appartamenti:
organizzati e
finanziati
dalle autorità
competenti
Sì/No
2010: sono 511 le
strutture di
accoglienza attive
nello SPRAR:
appartamenti: 357
(70%); centri
collettivi 123 (24%);
comunitá alloggio:
31(6%).
Beneficiari accolti
nel Sistema di
protezione
SPRAR:
2008: Tot. 8.412,
di cui richiedenti:
3.587 (43%).
2009: Tot. 7.845,
di cui richiedenti
2.540 (32%).
2010: Tot. 6.855,
di cui richiedenti
2.161 (32%).
2011: Tot. 7.598
beneficiari, di cui
richiedenti 2.120
(28%).
2012: Tot. 7.823
beneficiari, di cui
richiedenti 2.347
3 Nel 2011 il numero totale delle strutture attivate all’interno dello SPRAR è stato pari a 638 (l’incremento di 127
strutture rispetto al 2010 é dovuto all’attivazione dei posti straordinari, gestite con le risorse della Protezione Civile). 4 Per il triennio 2011-2013 sono stati assegnati in totale 3.000 posti; 2.500 per la categoria “ordinari” e 500 per le
categorie vulnerabili (il decreto ministeriale del 5 agosto 2010 fissa la durata triennale degli interventi dello SPRAR per il
periodo 2011/2013). Inoltre, l’Italia interviene con disposizioni ad hoc in caso di flussi straordinari; p.es. nel 2011 sono
stati finanziati 702 posti straordinari aggiuntivi in favore di richiedenti e titolari di protezione internazionale messi a
disposizione dagli Enti locali (OPCM n.3965, 21.09.2011). 5 www.serviziocentrale.it.
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(30%).
Hotel privati:
organizzati e
finanziati
dalle autorità
competenti
Sì/No
Modalità di
accoglienza
messa in atto
solo in caso
di emergenza.
Alloggi
indipendenti
come case,
appartamenti,
hotel e/o
sistemazioni
in casa di
amici o
parenti6
Sì/No Dato non registrato in quanto canale non gestito dalle autorità, ma
dal singolo richiedente.
Altri locali
adibiti
all’accoglienza
di richiedenti
protezione
internazionale
che vengono
organizzati e
finanziati
dalle autorità
competenti
Sì/No
In Italia sono
presenti
inoltre i cd.:
- Centri di
prima
accoglienza
della
Protezione
Civile
(attivati nel
2011 a
causa
dell’emerge
nza nord-
africana), e
- Numerosi centri in
tutta Italia
2011: Circa 24.000
posti nei centri della
Protezione Civile7.
(2011. Fonte: Rapporto Annuale
2011/2012, SPRAR)
- Centri
Polifunzion
ali, che sono
stati ideati
per le città,
come
spiegato
nella nota 2.
- 4 Centri
Polifunzionali nelle
aree
metropolitane8.
(2011. Fonte: Rapporto
Annuale 2011/2012,
SPRAR)
2011: 1.153 posti
messi a
disposizione
(2011. Fonte: Rapporto Annuale
2011/2012, SPRAR)
2011: 2.079 accolti.
6 Please specify whether applicants receive (or have the possibility of receiving) a financial allowance in case they
have individually arranged their accommodation: I richiedenti risultati privi dei mezzi di sussistenza possono essere
inseriti nel sistema di accoglienza. Se i posti sono esauriti (sia all’interno della rete SPRAR o nei centri CARA) il
richiedente può percepire un contributo economico di prima assistenza previsto all’art. 6 comma 7 del d.lgs. 140/2005. La
domanda di contributo deve essere presentata alla Questura competente che poi la inoltrerà alla Prefettura. Il contributo è
pari ad una somma di 27,89 euro pro die pro capite. 7 72,4% del totale dei posti per rifugiati e richiedenti protezione internazionale.
8 Roma, Milano, Firenze, Torino.
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Q2. Which authority(ies) carry financial responsibility over the reception facilities?
(a) State authorities (Sì)
(b) Local authorities / regional governments (Sì)
(c) External service provider such as NGOs, actors from the private sector or any other kind
of third party involvement? (In parte, secondo la vigente contrattazione)
Come dimostrato nella Tabella 1, il sistema nazionale di accoglienza è articolato in due parti
diversamente coordinate. Vi è l’insieme dei 13 centri di grandi dimensioni (i centri CDA, CPSA,
CARA), che potrebbero essere definiti anche “iniziali” essendo il periodo massimo di permanenza
limitato nel tempo, completato poi a livello territoriale dal Sistema di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati (SPRAR)9, al cui interno sono gestiti centri collettivi di medie e piccole dimensioni,
appartamenti, comunità di alloggio e altre strutture di accoglienza (strutture metropolitane o altre
strutture provvisorie) attivate in situazioni di emergenza.
Il finanziamento delle strutture di accoglienza è di carattere prettamente pubblico, ma la
ripartizione dei fondi segue la logica multilivello della gestione.
Per il funzionamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) sono
messe a disposizione varie risorse pubbliche, tra cui le più significative sono contenute nel Fondo
nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA), che confluisce nel Fondo Europeo per i
rifugiati ed è coordinato e ripartito dalla Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e
l’asilo – nell’ambito del Dipartimento per la libertà civili e l’immigrazione del Ministero
dell’Interno. Le risorse, secondo un modello di cofinanziamento10
, vengono attribuite agli enti
locali che, con il fondamentale supporto delle realtà del privato-sociale, attivano servizi di
accoglienza e di integrazione in favore di richiedenti e titolari di protezione internazionale.
Oltre ai progetti finanziati dal fondo nazionale FNPSA, possono essere assimilati al “modello”
SPRAR altri progetti realizzati attraverso risorse straordinarie, quali quelle relative al cd. Otto per
Mille, risorsa pubblica ripartita in base alle scelte individuali dei contribuenti, ricavata dall’Imposta
sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) ed assegnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con tali risorse, negli anni recenti, sono stati finanziati progetti di accoglienza, tutela ed
integrazione posti in essere da enti locali o da associazioni di settore, tra le quali, quella di maggior
evidenza, è l’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI).
L’ANCI riveste un ruolo di rilievo nell’ambito della gestione delle politiche di accoglienza in
quanto ha in affidamento, dal Ministero dell'Interno attraverso la legge n.189/2002, la gestione del
Servizio centrale, struttura di monitoraggio e assistenza del sistema SPRAR.
Completano il quadro i posti aggiuntivi attivati dagli enti locali facenti parte della rete SPRAR. Si
tratta di interventi di accoglienza straordinaria messi in atto nell’ambito della cosiddetta
Emergenza Nord Africa, realizzati tramite le risorse della Protezione Civile (Ordinanza del
9 Per il triennio 2011/2013 si tratta di una rete di 128 enti locali (Comuni, province, unione comuni) e di 151 progetti
territoriali di accoglienza. 10
Secondo le graduatorie dei progetti ammessi, il cofinanziamento degli enti locali Per il triennio 2011/2013,
ammontava al 23% dei costi complessivi.
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Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3933/2011 con validità prorogata fino al 31/12/2012). Per
rispondere alle complessive esigenze di accoglienza legate ai consistenti flussi migratori sulle coste
italiane, sono stati attivati nel periodo dicembre 2012 – luglio 2013 ulteriori 2.400, portando la
capacità dello SPRAR a 5.400 posti.
Invece, i centri di accoglienza di grandi dimensioni (CPSA, CDA, CARA, CIE) sono pianificati
sempre dalla Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo, ma sono gestiti dalla
Prefettura – Ufficio territoriale del Governo tramite convenzioni con enti, associazioni o cooperative
aggiudicatarie di appalti del servizio.
Q3. Which authorities carry executive responsibility over the facilities:
(a) State authorities (No)
(b) Local authorities / regional government (Sì)
(c) External service provider such as NGOs, actors from the private sector or any other kind
of third party involvement? (Sì)
In Italia il sistema di accoglienza ha carattere pubblico per quel che concerne le modalità di
finanziamento, ripartito però secondo una logica di governance multilivello, che nella gestione
coinvolge non solo il Ministero dell’Interno (l’ente centrale di coordinamento), ma anche enti locali
(responsabili dell'accoglienza) e una vasta gamma di strutture del privato-sociale. Questo insieme
variegato di organizzazioni favorisce interventi di accoglienza integrata diffusa su tutto il territorio
nazionale, e ciò è fondamentale per assicurare un alto livello di flessibilità del sistema, che in questo
modo riesce a rispondere non solo alle diverse esigenze territoriali, ma anche alla discontinuità dei
flussi vissuta dall’Italia durante gli ultimi decenni.
Per quanto riguarda i centri di accoglienza di grandi dimensioni (CPSA, CDA, CARA, CIE) il
gestore – che può essere un ente, un’associazione o una cooperativa aggiudicataria – viene
selezionato tramite appalti specifici per ogni centro. Il gestore è responsabile per la gestione
giornaliera del centro, delle rendicontazioni, dei report e di eventuali subappalti, mentre l’attività di
controllo e monitoraggio sulla gestione è svolta dalla Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo ed
è diretta a verificare il rispetto delle modalità di erogazione e di qualità dei servizi. Le prestazioni e i
servizi assicurati dalle convenzioni sono diversificati: assistenza alla persona (vitto, alloggio,
assistenza sanitaria, assistenza psico-sociale, mediazione linguistico culturale, ecc.), ristorazione,
servizio di pulizia ed igiene ambientale, manutenzione della struttura e degli impianti, mentre “è
ammesso il subappalto per le forniture del materiale previsto per i “kit per gli ospiti”, per la fornitura
ed il servizio pasti, per il servizio di pulizia ed igiene ambientale e per la raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti, compresi quelli speciali e la raccolta dei liquami…”11
.
Per quanto riguarda la rete SPRAR, la ripartizione dei fondi avviene tramite la partecipazione ai
bandi del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA), cui possono accedere gli
enti locali, anche eventualmente associati, le loro unioni o consorzi, sotto il controllo del
Dipartimento per la libertà civili e l’immigrazione attraverso il Servizio Centrale (e non delle
Prefetture), secondo le modalità stabilite dall’art.12 del Decreto del Ministero dell’Interno del 22
luglio 2008 modificato con DM 5 agosto 2010. Lo stesso articolo prevede che, entro il 30 aprile di
ciascun anno, il Ministero dell’Interno trasmetta alla Conferenza Unificata un rapporto sintetico
sull’attività del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, elaborato dal Servizio centrale
e relativo all’anno precedente.
11
Art. 17. dello Schema di capitolato di appalto per la gestione dei centri di accoglienza per immigrati.
www.interno.gov.it
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Q4. In case reception facilities are run by local authorities/regional governments or with the
involvement of an external service provider (e.g. NGOs or actors from civil society), please
indicate whether the reception facilities are centrally coordinated (i.e. does one single authority
still carry overall responsibility for the reception of applicants for international protection?)
[(Yes/No) if yes, please briefly describe]
Si. L’Ufficio II della Direzione centrale dei servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del Ministero
dell’Interno svolge la funzione di coordinamento dell’intero sistema di accoglienza. Esso “ha il
compito di valutare le condizioni di accoglienza e gestione di tutte le strutture che accolgono ed
assistono gli immigrati accolti nei centri (CPSA, CDA, CARA, CIE), nonché di monitorare le
presenze e la movimentazione al loro interno. Inoltre, la gestione degli interventi emergenziali
(quelli collegati con un afflusso massiccio) spetta all’Ufficio I, che svolge anche attività di
supporto agli uffici periferici nel primo soccorso ed assistenza nei confronti di clandestini rinvenuti
sul territorio nazionale o sbarcati sulle coste italiane”12
.
L’idea di un “Programma nazionale asilo” pubblico e coordinato a livello centrale
(successivamente confluito nella rete SPRAR) è nata nel 2001 sotto forma di un protocollo d'intesa
tra il Ministero dell'Interno - Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, l'Associazione
nazionale dei comuni italiani (ANCI) e l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati
(UNHCR). Il programma, insieme al Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza,
monitoraggio e supporto tecnico agli enti locali (in breve il Servizio Centrale, struttura di
coordinamento del sistema) è stato istituzionalizzato tramite la legge n. 189/2002, che ne ha
nominato gestore l’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI).
Q5. In case reception facilities are run by local authorities/regional governments or with
involvement of an external service provider (e.g. NGOs or actors from civil society), how is their
involvement regulated?
Il coinvolgimento dei gestori dei centri di accoglienza (CPSA,CDA,CARA,CIE) viene attraverso
appalti Per quanto riguarda i centri di accoglienza di grande dimensioni, si fa riferimento allo
schema di capitolato di appalto per il funzionamento e la gestione dei centri di accoglienza per
immigrati, approvato con decreto ministeriale del 21 novembre 2008. “Gli appalti (…)
appartengono a quelli compresi nell’allegato IIB della Direttiva 2004/18/CE e del corrispondente
allegato IIB del Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 163/2006) e sono soggetti a detta disciplina
solo per le norme inerenti le specifiche tecniche e gli avvisi post-aggiudicazione. L’appalto è
aggiudicato ex art. 27 del codice dei Contratti pubblici, previo avviso pubblico, a favore del
soggetto che presenti l'offerta economicamente più vantaggiosa secondo i criteri di cui all'allegato
2 (schema di struttura dell'offerta) che fa parte integrante del presente capitolato”13 14
.
Nel caso della rete SPRAR gli enti locali sono i titolari della domanda per accedere al Fondo
nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA). I progetti possono essere presentati in
collaborazione con associazioni del terzo settore, in qualità di enti attuatori. Le modalità di accesso
al contributo nonché le indicazioni per la corretta gestione dei servizi di accoglienza, tutela ed
integrazione, sono recati dalle “Linee guida” allegate al DM 22 luglio 2012 (bando) e ampiamente
descritte da un apposito “Manuale Operativo per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza
e integrazione per richiedenti e titolari di protezione internazionale” curato dal Servizio Centrale.
12
www.interno.gov.it 13
Schema di capitolato di appalto per la gestione dei centri di accoglienza per immigrati
www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/15/0145_capit_interno.pdf 14
A partire dal 2012, gli appalti sono stati aggiudicati con il criterio del prezzo più basso rispetto alla base
d’asta, fissata a €30 più IVA per ottemperare alle disposizioni legislative, emanate in tema di contenimento
della spesa pubblica e di superamento della crisi economica (Decreti Legge n. 98/2011, n. 138/2011 e Legge n.
183/2011 – legge di stabilità per il 2012), che hanno ridotto le risorse finanziarie disponibili.
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The Organisation of Reception Facilities for Asylum Seekers in different Member States
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Sono inoltre previste le modalità di utilizzo delle economie, di controllo della corretta gestione del
contributo assegnato, nonché le modalità per la sua eventuale revoca.
Have any formal coordination mechanisms between the different actors been signed (for
example cooperation agreements stipulating the division of competences)?
[(Yes/No) if yes, please briefly describe]
Come descritto nei punti precedenti, il Servizio Centrale è responsabile dell’attività di
coordinamento tra i vari attori della rete SPRAR: nel 2011-2013 si tratta di una rete composta da
128 enti locali (Comuni, province, unione comuni), per un totale di 151 progetti territoriali di
accoglienza. Per quel che concerne le segnalazioni delle richieste d’accoglienza, le operazioni di
trasferimento, le richieste di proroghe del prolungamento del periodo di accoglienza, così come il
monitoraggio della presenza della popolazione rifugiata nei singoli territori, queste ed altri funzioni
vengono coordinate tramite il supporto di una Banca dati e di un Gruppo operativo che, oltre a
occuparsi del controllo e del monitoraggio, ha anche il compito di favorire una efficace gestione dei
servizi dei progetti territoriali, anche a livello dei percorsi dei singoli beneficiari - e che, con il
proprio settore di Rendicontazione, segue tutti gli aspetti finanziari e amministrativo-contabili.
Section 2
Take up of Reception Facilities: Factors determining access to the different types of facilities
(Maximum 4 pages)
This Section of the Synthesis Report aims to investigate which categories of applicants for
international protection are entitled to reception facilities (standard or specific) and whether, on
specific occasions/for specific reasons, authorities exclude such entitled applicants from reception
facilities. It will map the competent authorities who decide on the allocation of applicants to
(different) reception facilities, and will more specifically, provide an overview on what factors
influence the allocation to accommodation. Such factors may, for example, relate to the capacity of
centres, existence of a dispersal mechanism (for purposes of burden-sharing as to evenly distribute
the costs throughout the country), the stage/type of procedure, profile of the applicant, duration of
proceedings or any other factors. It will also be investigated whether Member States take into
account the specific needs of vulnerable groups of applicants when deciding on allocation.
Q6. Please provide a short overview of which applicants for international protection are entitled
to reception facilities provided by the State. Please complete Table 2 below: L’accoglienza presso apposite strutture è prevista per tutte le categorie di richiedenti asilo (casi
Dublino, minori non accompagnati, categorie vulnerabili, ecc.), fatta eccezione per la casistica
descritta al punto Q7.
Come si evince dalla tabella sottostante, non tutti i richiedenti asilo vengono ospitati in strutture di
accoglienza standard e per taluni sono previste sistemazioni ad hoc. In Italia il sistema di
accoglienza è infatti piuttosto articolato: vi è l’insieme dei centri CDA/CPSA e CARA, completato
dal Sistema di inclusione a livello territoriale SPRAR. Ma ci sono anche le strutture di accoglienza
metropolitane così come particolari strutture di emergenza, quali quelle messe in atto durante la
“Primavera araba”. Senza contare la presenza di richiedenti asilo che, in determinate circostanze
che verranno di seguito descritte (vedi Q9), trovano accoglienza presso i Centri di identificazione
ed espulsione denominati CIE. Per un quadro esaustivo delle varie tipologie di accoglienza
destinate ai richiedenti asilo si rimanda alla Sezione 1.
Table 2 Categories of applicants entitled to reception facilities
Different categories of applicants
depending on type/stage of procedure
Entitled to reception
facilities (Yes/No)
Are these applicants
entitled to standard or
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The Organisation of Reception Facilities for Asylum Seekers in different Member States
10 of 33
specific reception
facilities?
Applicants under Dublin II Sì Standard
Applicants in admissibility
procedures
Sì Standard
Applicants subject to accelerated
procedures
Sì Speciale
Vulnerable groups of applicants (with
specific psychological/medical
assistance needs)
Sì Speciale
Unaccompanied minors awaiting
decision for international protection
Sì Speciale
Unaccompanied minors who have
exhausted the procedure for
international protection and are
awaiting return
Sì15
Speciale
Applicants who have lodged an
appeal procedure
Sì, ma solo se impossibilitati a
svolgere un’attività lavorativa
Standard
Applicants who have lodged a
subsequent application
Sì (vedi sopra. In Italia il
ricorso attiva automaticamente
il riesame dell’istanza e non è
necessario presentare una
nuova domanda di asilo)
Standard
Applicants who have received a
positive decision on their
international protection application
Sì16
Standard
Applicants who have exhausted the
procedure for international
protection and who are awaiting
return
No -
Other (e.g. applicants from other EU
Member States, families with
children with an irregular migrant
status, applicants from safe third
countries of origin etc. Please specify)
- -
Q7. From the aforementioned categories of applicants who are entitled to reception, can any be
excluded from reception facilities for particular reasons (e.g. because the applicant has
sufficient financial means, or because the applicant has misbehaved in a reception facility, or
any other reasons)?
15
I minori stranieri non possono essere espulsi, tranne che per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato
(in tal caso è competente il Tribunale per i minorenni). I minori stranieri non accompagnati possono tuttavia
essere rimpatriati attraverso la misura del rimpatrio assistito, finalizzata a garantire il diritto all’unità familiare.
Il provvedimento è adottato solo se, in seguito a un’indagine specifica, attivata e svolta dal Comitato per i
minori stranieri nel Paese d’origine, si ritiene che ciò sia opportuno nell’interesse del minore. Il rimpatrio
assistito è disposto dal Comitato per i minori stranieri e viene eseguito accompagnando il minore fino al
riaffidamento alla famiglia o alle autorità responsabili del Paese d’origine. Per approfondimenti si rimanda allo
studio dell’EMN Italia Minori non accompagnati. Ritorno assistito. Protezione internazionale. Secondo
Rapporto EMN Italia (2010), disponibile sul sito istituzionale http://emnitaly.it/pb-05.htm. 16
I tempi di permanenza all’interno del Sistema di protezione sono: sei mesi nel caso di rifugiati, titolari di
protezione sussidiaria o umanitari; sei mesi dalla data di notifica del provvedimento della Commissione
territoriale che riconosce la protezione internazionale, qualora il beneficiario sia entrato nello SPRAR da
richiedente asilo. È possibile procedere a una richiesta di proroga.
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Sì. Secondo quanto previsto dall’art. 5, commi 2 e 7 del D. Lgs. n. 140/2005, l’accesso alle misure
di accoglienza nelle strutture governative è garantito al richiedente asilo che risulta privo dei mezzi
di sussistenza per sé e per i propri familiari. Tale accesso è consentito inoltre al ricorrente
autorizzato a permanere nel territorio dello Stato, ma solo per il periodo in cui non gli è consentito
lavorare o non può lavorare per problemi di salute.
La valutazione dell’insufficienza dei mezzi di sussistenza, da riferirsi a un periodo non superiore ai
sei mesi, è effettuata dalla Prefettura – Ufficio territoriale del Governo, in base ai criteri relativi al
soggiorno per motivi di turismo, definiti dalla direttiva del Ministro dell’Interno di cui all’art. 4,
comma 3, del Testo Unico sull’Immigrazione.
L’accesso alle misure di accoglienza è disposto dal momento della presentazione della domanda di
asilo ed è garantito a condizione che il richiedente dimostri di aver presentato l’istanza entro il
termine previsto dall’art. 5, comma 2, del Testo Unico, decorrente dall’ingresso nel territorio
nazionale (ossia entro otto giorni). Nel caso in cui il richiedente sia soggiornante legalmente nel
territorio nazionale ad altro titolo, il suddetto termine decorre dal verificarsi dei motivi di
persecuzione addotti nella domanda.
Avverso il provvedimento di diniego delle misure di accoglienza è ammesso ricorso al Tribunale
amministrativo regionale competente.
Per quanto riguarda i richiedenti asilo, i casi di revoca delle misure di accoglienza vengono definiti
all’art. 12 del D. Lgs. n. 140/2005 e riguardano la mancata presentazione presso la struttura
individuata o l’abbandono del centro di accoglienza senza debita comunicazione da parte del
beneficiario. L’allontanamento da un centro di accoglienza può avvenire anche nei casi di
impossibilità di proseguimento del percorso di accoglienza a causa di gravi e ripetute violazioni
delle norme interne.
Q8. a) Does your (Member) State carry out an assessment of vulnerability which could result in
assignment to special reception facilities for vulnerable groups of applicants?
Sì. L’accoglienza è effettuata in considerazione delle esigenze dei richiedenti asilo e dei loro
familiari, in particolare delle persone vulnerabili. Nell’ambito dello SPRAR sono attivati servizi
speciali di accoglienza per persone portatrici di esigenze particolari, minori, disabili anziani, nuclei
monoparentali con figli minori, persone che hanno subito forme di violenza o torture, soggetti in
situazione di disagio mentale o psicologico. Anche presso i CARA sono tutelate, tramite
un’adeguata assistenza, una serie di situazioni come i casi di persone di età avanzata, in stato di
gravidanza, con problemi fisici e psicologici legati a violenze sessuali, torture o maltrattamenti,
affetti da malattie.
La definizione di categoria vulnerabile è contenuta nel D. Lgs. n. 140 del 30 maggio 2005,
Attuazione della direttiva 2003/9/CE che stabilisce norme minime relative all’accoglienza dei
richiedenti asilo negli Stati membri. L’art. 8, al comma 1, stabilisce infatti che “L’accoglienza è
effettuata in considerazione delle esigenze dei richiedenti asilo e dei loro familiari, in particolare
delle persone vulnerabili quali minori, disabili, anziani, donne in stato di gravidanza, genitori singoli
con figli minori, persone per le quali è stato accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme
gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale”. Il Decreto del Ministero dell’Interno del 22 luglio
2008 (Revisione e aggiornamento linee guida, per la verifica della corretta gestione del contributo
erogato dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo) include nella categoria vulnerabile
i soggetti che necessitano di assistenza sanitaria e domiciliare specialistica e/o prolungata e coloro
che presentano una disabilità anche temporanea. Infine, con riferimento alle donne in stato di
gravidanza, viene specificato che le stesse debbono ritenersi comprese nelle categorie vulnerabili
soltanto se donne singole.
Q8. b) If yes, please indicate whether the assessment of vulnerability is:
a) Obligatory and laid down in law Sì
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b) Standard practice
c) Optional
Q9. Which authority/(ies) carry responsibility for deciding on the allocation of applicants for
international protection to different reception facilities?
Qualora il richiedente asilo (esclusi i casi soggetti ad accoglienza in un CARA o a trattenimento in
un CIE) risulti privo dei mezzi di sussistenza può essere inserito in uno dei centri gestiti dallo
SPRAR, così come disciplinato dalla normativa vigente (D. Lgs n. 140/2005, D. Lgs n. 25/2008 art.
20, D. Lgs n. 159/08). Ai fini dell’inserimento occorre che la Questura, ricevuta apposita richiesta
con dichiarazione di mancanza dei mezzi di sussistenza dal richiedente asilo, la trasmetta alla
Prefettura. Quest’ultima, a sua volta, valuta l’insufficienza dei mezzi di sussistenza e verificata la
disponibilità secondo le modalità stabilite con provvedimento del Capo del Dipartimento per Libertà
Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, richiede il posto in accoglienza al Servizio
centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. La Prefettura - Ufficio territoriale
del Governo provvede all’invio del richiedente nella struttura individuata, anche avvalendosi dei
mezzi di trasporto messi a disposizione dal centro stesso. Gli oneri conseguenti sono a carico della
Prefettura.
Se i posti sono esauriti il richiedente asilo può essere accolto, in via residuale, in un CARA17
.
L’invio ai centri di accoglienza diviene sempre obbligatorio in presenza delle ipotesi previste dalla
legge. Il Decreto legislativo del 28 gennaio 2008, n. 25, all’art. 20 stabilisce in quali casi il
richiedente protezione internazionale può essere inviato a soggiornare presso tali strutture.
Diversa, invece, è l’ipotesi del trattenimento del richiedente protezione internazionale presso un
Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) che ricorre qualora lo stesso sia già stato colpito da un
provvedimento di espulsione o respingimento; ovvero qualora la domanda di protezione
internazionale sia stata presentata dopo la condanna per uno dei delitti previsti dall’art. 380 commi 1
e 2 del Codice di Procedura Penale o per reati inerenti agli stupefacenti, alla libertà sessuale, al
favoreggiamento dell’immigrazione e dell’emigrazione non autorizzata, o per reati diretti al
reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o di minori da impiegare in attività illecita.
Devono, inoltre, essere trattenuti nei CIE coloro che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo
1 paragrafo F della Convenzione di Ginevra (ovvero che abbiano commesso un crimine contro la
pace, di guerra o contro l’umanità, coloro che abbiano commesso un crimine grave di diritto comune
al di fuori del paese di accoglimento o coloro che si siano resi colpevoli di azioni contrarie ai fini e
ai principi delle Nazioni Unite). L’art. 21 del D. Lgs. 25/08 recante attuazione della Direttiva
2005/85/CE, come modificato dal D. Lgs 159/2008, disciplina le ipotesi in cui si dispone il
trattenimento del richiedente asilo in un CIE. Se il trattenimento è già in corso, il Questore chiede la
proroga del trattenimento al Tribunale in composizione monocratica per un periodo massimo di 30
giorni, se ciò risulti necessario per l’espletamento della procedura di asilo.
Q10. How do these authorities allocate applicants to different types of reception facilities?
Please state whether one of the scenarios below, or a combination thereof, are applicable to your
(Member) State and briefly describe:
i) Capacity;
17
Per un approfondimento sul tema si rimanda allo studio dell’EMN Italia Establishing Identity for
International Protection: Challenges and Practices (2012), disponibile sul sito istituzionale
http://emnitaly.it/rs-30.htm.
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Your (Member) State assigns applicants for international protection according to capacity, e.g.
your (Member) State monitors occupancy rate of each reception centre and assigns applicants
accordingly.
ii) Dispersal Mechanism;
Your (Member) State applies a dispersal scheme which defines how many applicants each
reception centre at national/regional/local level ought to receive (either in percentages or
based on a specific quota).
iii) Type of asylum procedure;
Your (Member) State takes into account the type of asylum procedure and assigns applicants
accordingly to a specific reception facility. For example, one or more of the below is
applicable to your (Member) State:
- Applicants who fall under the Dublin II Regulation are accommodated in specific reception
facilities;
- Applicants subject to accelerated procedures are assigned to specific reception facilities;
- Etc.
iv) Stage of asylum procedure;
Your (Member) State takes into account the stage of the asylum procedure and assigns
applicants accordingly to a specific facility. For example, one or more of the below is
applicable to your Member State:
- Applicants during the admissibility procedure - when a (multiple) application is assessed
for admissibility or when a Dublin examination is carried out – are temporarily placed in
specific initial/transit reception facilities;
- Applicants who are awaiting a first instance decision are placed in specific reception
facilities;
- Applicants who have lodged an appeal procedure are transferred to specific reception
facilities;
- Failed/rejected applicants for international protection are transferred to specific reception
facilities.
v) Profile of the asylum applicant;
Your (Member) State takes into account the profile of the applicant for international protection
(e.g. special needs, nationality, or specific motives underpinning the application) and assigns
applicants accordingly to a specific reception facility.
vi) Duration of the asylum procedure;
Your (Member) State moves applicants for international protection from one facility to another
after a certain time period has elapsed.
vii) Other criteria (e.g. family composition)?
Please describe
Lo SPRAR valuta l’insieme delle richieste di accoglienza sulla base della disponibilità dei posti e
delle caratteristiche dei richiedenti. I criteri di cui si tiene conto sono: la data della richiesta, le
peculiarità dei richiedenti (famiglia o singolo; donne o uomini soli; nuclei monoparentali; minori,
sia in famiglia che non accompagnati), la vulnerabilità, la tipologia del permesso di soggiorno e la
località da cui provengono le segnalazioni. I tempi di inserimento sono condizionati dalla
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disponibilità di posti e dal numero di richieste pervenute18
.
La piattaforma territoriale favorisce di per sé la dispersione sul territorio, facilitando così
l’assistenza e l’integrazione socio-economica.
Q11. Is the process for assignment of applicants to different reception facilities:
a) Laid down in legislation;
b) Outlined in soft law/guidelines; Sì
c) Not outlined in official documents, but there is a standard practice in place
Q12. Provided there is sufficient capacity, does your (Member) State offer the applicant a choice
for reception facility/location?
No.
Q13. a) Does your (Member) State provide for a possibility to relocate applicants for
international protection to different reception facilities after initial assignment to a reception
centre?
Sì.
Q13. b) If yes, which of the below criteria are applied, or a combination thereof, for relocation to
a different reception centre:
i) Capacity/bed management issues
ii) Change in family profile (e.g. birth of a child)
iii) Medical or special need reasons
iv) Incidents at centres which may require transfer to alternative accommodation
v) Time limits (procedural-driven)
vi) Programme for voluntary return to the country of origin
vii) Any other reasons?
L’accoglienza è disposta nella struttura individuata ed è subordinata all’effettiva residenza del
richiedente in quella struttura, salvo il trasferimento in altro centro, che può essere ordinato, per
motivate ragioni, dalla Prefettura - Ufficio territoriale del Governo in cui ha sede la struttura di
accoglienza che ospita il richiedente.
Il trasferimento può avvenire per diversi motivi, quali il cambiamento dello status familiare (come
la nascita di un figlio) o l’insorgere di questioni mediche che rendono il richiedente bisognoso di
prestazioni specifiche, che possono essere erogate esclusivamente in una struttura per categorie
vulnerabili. Il trasferimento può essere altresì motivato da questioni disciplinari che impediscono la
permanenza del richiedente nel centro di accoglienza.
Vi sono, inoltre, degli specifici requisiti procedurali che segnano il passaggio dalla prima alla
seconda accoglienza (ove disponibile) e che in questo senso possono incidere su eventuali
trasferimenti. Ad esempio, la permanenza presso i CARA è consentita esclusivamente fino alla
definizione dello status ma ciò non esclude che il cittadino straniero, ormai divenuto beneficiario di
protezione, non possa in seguito usufruire del circuito SPRAR o accedere a progetti di seconda
accoglienza.
18
www.serviziocentrale.it/file/pdf/manuale.pdf.
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Section 3 Quality:
National Legislation on Material Reception Conditions
The Synthesis Report will review Member States’ national legislation on basic material reception
conditions (i.e. the provision of food, clothing, and financial allowance) that relate to the nature of
the experience of being accommodated in a reception facility. Additionally, the Synthesis Report
aims to provide an overview on some other quality criteria that relate to the nature of the
experience of being accommodated in a reception facility, such as the available surface per
applicant, the supervision rate (number of staff per applicant), and the possibility of leisure
activities. Furthermore, to provide a more comprehensive overview of non-material reception
conditions, a table is included in the Annex which will map additional rights granted to applicants
for international protection in the (Member) State’s reception system as laid down in national
legislation. Member States are kindly requested to fill out table 1A in Annex 1 for this purpose.
Q14. According to national legislation in your (Member) State, what are applicants for
international protection who are accommodated in reception facilities entitled to in terms of the
following reception conditions:
a) Food;
b) Clothing;
c) Financial allowance.
Please briefly describe your national legislation in relation to aforementioned material reception
conditions and make reference to the relevant provisions in national legislation.
Le indicazioni per l’accoglienza presso i progetti territoriali dello SPRAR sono contenute nel citato
“Manuale operativo” redatto deal Servizio Centrale (Q5), armonizzato alle disposizioni del D. Lgs.
del 30 maggio 2005, n. 140” e relativi allegati19
.
Il vitto include la colazione e i due pasti principali. Le modalità di erogazione variano a seconda
della tipologia e dell’organizzazione del centro. Il servizio mensa può essere organizzato
internamente se nel centro collettivo è disponibile una cucina (secondo le disposizioni previste
dalle Aziende sanitarie locali), oppure esternamente (di solito con buoni pasto) o attraverso un
servizio di catering con consegna dei pasti presso il centro. Negli appartamenti è invece prevista
una completa autonomia, di solito sostenuta dall’erogazione diretta ai beneficiari del denaro
necessario per l’acquisto degli alimenti oppure attraverso la distribuzione di buoni alimentari pre-
pagati. Alcune strutture (sia collettive che divise per appartamenti) optano, infine, per la
distribuzione diretta dei generi alimentari.
La fornitura di vestiario e calzature può essere effettuata tramite erogazione diretta (acquisto di
capi nuovi e/o accordi con centri di raccolta di capi usati purché in buone condizioni e sterilizzati)
o attraverso contributi in denaro o buoni spesa. Lo stesso vale per i prodotti per l’igiene personale.
Alcune strutture prevedono un contributo in denaro denominato “pocket money”, commisurato al
numero di componenti il nucleo familiare e destinato alle piccole spese personali.
Per quel che concerne i CARA (DPR 303/2004 - D. Lgs. n. 25/2008) e i CDA (L. 563/1995), le
prestazioni e i servizi assicurati sono i seguenti:
1) Assistenza alla persona
- mediazione linguistica culturale
- Informazione su normativa
- servizio barberia
-servizio lavanderia
-sostegno socio psicologico
-organizzazione tempo libero
19
www.serviziocentrale.it/?Normativa&i=8&s=17.
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-insegnamento lingua italiana
-orientamento al territorio
- informazione sui programmi di rimpatrio volontario assistito
2) assistenza sanitaria
3) Servizio di pulizia ed igiene ambientale.
4) Manutenzione della struttura e degli impianti.
Q15. Please indicate in Table 3 below for each type of reception facility in place in your
(Member) State: the available surface per applicant (in square meters); the supervision rate
(number of staff per applicant); and specify whether applicants have the possibility to take part
in organised leisure activities.
I requisiti minimi si ispirano sia all’esperienza maturata nel Programma Nazionale Asilo istituito
nel 2001 e poi confluito nel Sistema SPRAR, sia al D. Lgs. n. 140/2005 di attuazione della
Direttiva 2003/09/CE sugli standard minimi per l’accoglienza dei richiedenti asilo e al DM n.
308/2001 relativo ai requisiti minimi strutturali ed organizzativi delle strutture a ciclo residenziale
a norma dell’art. 11 della Legge n. 328 dell’8 novembre 200020
.
I centri devono essere collocati in luoghi abitati, facilmente raggiungibili tramite trasporto
pubblico così da consentire un facile accesso ai servizi del territorio. Il centro deve essere dotato di
servizi igienici adeguati e in numero sufficiente in rapporto ai beneficiari accolti (in media 1 ogni
6) e proporzionalmente superiore in base al numero di beneficiari e laddove vi sia una presenza
mista di uomini e donne. Anche il numero delle stanze è proporzionale agli ospiti: massimo 4
persone per stanza in caso di centri collettivi di medie dimensioni e 2-3 beneficiari per stanza per
quanto riguarda gli appartamenti.
Oltre alle camere a ai servizi igienici, nei centri sono previsti spazi per la socializzazione e le
attività collettive. A seconda della grandezza del centro, è previsto almeno uno spazio ricreativo
con un angolo tv.
Nel contesto italiano non viene specificata la superficie in metri quadri per ciascun ospite né
tantomeno il numero di operatori per centro. Per quel che riguarda lo staff, vengono però previsti i
profili professionali richiesti (assistente sociale e/o psicologo; educatore professionale; mediatore
linguistico-culturale; operatore legale e/o avvocato).
Table 3 Other quality criteria for reception facilities that relate to the applicant’s experience
of being accommodated in a reception facility
Type of accommodation Available
surface per
applicant in
square meters
Supervision rate
(number of staff
per applicant)
Possibility of leisure
activities?
Yes/No. If yes, briefly
describe
Collective initial/transit reception
centres
Non
disponibile
Non disponibile Ciascun gestore è
tenuto, in base al
contratto stipulato con
la Prefettura, a offrire
agli ospiti la
possibilità di svolgere
attività ricreative
quali, lettura di libri,
giornali e riviste,
20
www.serviziocentrale.it/file/pdf/manuale.pdf.
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giochi da tavolo,
attività sportive,
laboratori, ecc.
Collective open reception centres Non
disponibile
Non disponibile Ciascun gestore è
tenuto, in base al
contratto stipulato con
la Prefettura, a offrire
agli ospiti la
possibilità di svolgere
attività ricreative
quali, lettura di libri,
giornali e riviste,
giochi da tavolo,
attività sportive,
laboratori, ecc.
Special reception centres or
facilities for vulnerable groups (e.g.
victims of torture or specific
vulnerable female applicants)
Per le informazioni concernenti lo SPRAR si rimanda alla
descrizione contenuta nella premessa.
Special separate reception centres
for unaccompanied minors
Private houses or flats: arranged
and paid for by competent
authorities
Private hotels: arranged and paid
for by competent authorities
Modalità di accoglienza messa in atto solo in caso di emergenza.
Individually arranged
accommodation such as houses,
flats, hotels and/or possibilities of
staying with friends and/or family
Dato non registrato in quanto canale non gestito dalle autorità,
ma dal singolo richiedente.
Other premises for the purpose of
accommodating applicants for
international protection which are
arranged and paid for by the
competent authorities
Non
disponibile
Non disponibile Ciascun gestore è
tenuto, in base al
contratto stipulato con
la Prefettura, a offrire
agli ospiti la
possibilità di svolgere
attività ricreative
quali, lettura di libri,
giornali e riviste,
giochi da tavolo,
attività sportive,
laboratori, ecc.
Q16. Has your (Member) State developed guidelines or a handbook in relation to the reception
offered to applicants for international protection?
Sì. Lo SPRAR ha elaborato una serie di manuali operativi che forniscono utili strumenti di
organizzazione delle strutture di accoglienza per i richiedenti asilo e per le altre categorie di
beneficiari ospitate dal Sistema. Un elenco dettagliato dei manuali SPRAR è riportato di seguito:
- Manuale Operativo per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza e integrazione per
richiedenti e titolari di protezione internazionale (pdf);
- Manuale operativo - Aggiornamento novembre 2011, L’orientamento legale (pdf);
- Manuale operativo - Aggiornamento settembre 2010, L’accoglienza di richiedenti e titolari di
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protezione internazionale con disagio mentale (pdf);
- Manuale operatore e visitatore Banca dati SPRAR (pdf);
- Manuale unico per la rendicontazione SPRAR (pdf).
Inoltre, dalla pagina dedicata del Centro di documentazione dello SPRAR21
, è possibile scaricare
numerosi studi e guide sul Servizio centrale e sul Sistema di protezione, oltre alla modulistica e
alla pubblicazione dei progetti territoriali approvati.
Q17. What control mechanisms are in place to ensure that reception conditions are provided
according to the standards specified in national legislation or other protocols/regulations?
Come menzionato nella Sezione 1 il Servizio centrale, struttura operativa istituita dal Ministero
dell’Interno con Legge n. 189/2002 e affidata con convenzione all’ANCI (Associazione Nazionale
Comuni Italiani), ha compiti di informazione, promozione, consulenza e assistenza tecnica, nonché
di monitoraggio. Inoltre, lo SPRAR realizza dettagliati Rapporti annuali che consentono di
verificare lo stato dell’arte del sistema di accoglienza italiano per l’asilo. Esso fornisce, inoltre,
compendi statistici aggiornati e comprendenti tutti i progetti territoriali attivati nel corso del periodo
in esame. Anche questa documentazione è reperibile sulla pagina del Centro di documentazione
dello SPRAR, oltre ad utili esempi di buone prassi tratte dai progetti territoriali.
Per quel che concerne i CDA e i CARA, essi sono pianificati dalla Direzione Centrale dei Servizi
Civili per l’Immigrazione e l’Asilo del Ministero dell’Interno. Il monitoraggio è curato dalle
Prefetture che gestiscono tali centri tramite convenzioni con enti, associazioni o cooperative
aggiudicatarie di appalti del servizio. A partire dal 2013 sono operative presso ciascun centro anche
Commissioni a composizione mista, con la partecipazione di rappresentanti dei partner del progetto
“Praesidium”22
, con il compito di monitorare il rispetto degli standard di gestione.
Q18. Has there been a public debate about the quality of reception facilities in your Member
State in the period from 2008 onwards - to date?
(Yes/No). If yes, please describe the parties involved and their main arguments.
Il dibattito a livello politico e pubblico si è concentrato sulla disomogeneità dei diversi sistemi di
accoglienza e sulla conseguente frammentazione dei vari percorsi di integrazione tesi a facilitare i
processi di inclusione sociale dei richiedenti asilo. Tale dibattito è stato particolarmente intenso nel
2011, quando l’incremento degli sbarchi a causa della situazione politica nel Nord-Africa ha inciso
sul flusso di domande di protezione pervenute (triplicate rispetto all’anno precedente), con
significative ricadute sull’apparato italiano dell’accoglienza. Fin dall’inizio, nel superamento dello
stato di emergenza, sono state coinvolte diverse organizzazioni (quali UNHCR, OIM, Croce Rossa
Italiana) e, con l’Ordinanza n. 3933 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 aprile 2011, il
Dipartimento per la Protezione Civile è stato incaricato di realizzare tutti gli interventi necessari a
fronteggiare l’emergenza. L’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale ha continuato ad
essere realizzata dal Servizio Centrale dello SPRAR, ma la compresenza di questi due sistemi di
accoglienza ha determinato una diversificazione degli interventi e una stratificazione dei sistemi
ricettivi23
. In risposta agli auspici di emersione sono state messe in atto diverse misure tese a
rafforzare la collaborazione tra il Sistema centrale e la Protezione civile quali, ad esempio, il
21
www.serviziocentrale.it/?Documenti&i=7. 22
Il progetto, operativo dal 2006, è finalizzato al potenziamento dell’accoglienza rispetto ai flussi migratori via
mare che interessano la frontiera sud dell’Italia. Il progetto è stato avviato dal Ministero dell’Interno, in
partenariato con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), la Croce Rossa Italiana (CRI) e, dal
2008, con Save the Children Italia. 23
EMN Italy (a cura di), Annual Policy Report 2011. Cf. http://emnitaly.it/rs-29.htm.
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monitoraggio delle presenze e dei servizi erogati attraverso l’utilizzo della Banca Dati dello
SPRAR.
Q19. Does primary research exist in your Member State, evaluating the quality of reception
facilities?
(Yes/No). If yes, please indicate the source and the outcome.
Numerose ricerche sulla qualità delle strutture di accoglienza sono state realizzate in Italia dal
mondo accademico e da realtà del terzo settore coinvolte nell’assistenza ai richiedenti asilo, per lo
più a livello di esperienze territoriali.
A livello istituzionale si registra, nel 2007, la pubblicazione del Rapporto della Commissione per le
verifiche e le strategie dei Centri per gli immigrati presieduta dall’Ambasciatore Staffan De
Mistura24
. Il Rapporto ha costituito la premessa per la revisione dell’intero sistema di accoglienza e
di trattenimento nel suo complesso, con particolare attenzione per le categorie vulnerabili quali i
richiedenti asilo.
Quindi, è stata condotta un’inchiesta condotta da Medici senza Frontiere sulle varie tipologie di
centri di accoglienza per immigrati e richiedenti asilo, confluita nel Rapporto “Al di là del muro”
(gennaio 2010)25
. Dallo studio è emersa una maggiore difficoltà per le strutture di grande
dimensioni di garantire percorsi individuali di assistenza e il ripetersi di un approccio spesso
assistenzialista ed emergenziale. I centri di dimensioni modeste sono risultati, invece, più efficienti
nella presa in carico dei richiedenti.
Di particolare interesse è il Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei
centri di accoglienza e trattenimento per migranti in Italia, curato dalla Commissione straordinaria
per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e pubblicato nel marzo 201226
. Secondo il
Rapporto (p. 122-123): “l’UNHCR, pur manifestando il proprio apprezzamento per i miglioramenti
apportati al sistema di prima accoglienza, ha sottolineato la presenza di alcuni aspetti ancora
problematici che necessitano di soluzioni durature. Il sistema di accoglienza ordinario dovrebbe
poter disporre strutturalmente di un numero di posti che sia in grado di rispondere in maniera
flessibile anche a particolari pressioni migratorie. La capacità ricettiva ordinaria, infatti, risulta ad
oggi ancora insufficiente”.
In generale, le ricerche condotte hanno evidenziato la necessità di superare la gestione
dell’accoglienza in poche strutture di ampie dimensioni e di seguire l’esempio dell’attuale Sistema
SPRAR, con piccoli progetti di accoglienza diffusi sull’intero territorio nazionale secondo una
logica decentrata. Il modello suggerito da più fonti è, pertanto, quello della cosiddetta “accoglienza
integrata”, svolta in sinergia con gli enti locali e il privato sociale.
Il 24 aprile 2013 è stato convocato il Tavolo di Coordinamento Nazionale, istituito per il
superamento dell’Emergenza Nord Africa, nel corso del quale, al fine di dare continuità e piena
applicazione agli impegni assunti con il Documento congiunto Regioni/UPI/ANCI del 25 luglio
2012 e con il “Documento di indirizzo per il Superamento dell’emergenza Nord Africa” su cui è
stata sancita l’intesa in sede di Conferenza Unificata il 26 settembre 2012, si è concordato di
predisporre un nuovo documento di indirizzo per il passaggio alla gestione ordinaria dei flussi
migratori non programmati (Richiedenti/titolari di protezione internazionale e minori stranieri non
accompagnati).
Il nuovo documento adottato nella successiva riunione dell’8 maggio - inviato alla Conferenza
24
www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/1/2007131181826.pdf. 25
www.medicisenzafrontiere.it/Immagini/file/pubblicazioni/ITA_abstract_aldila_muro.pdf. 26
www.cestim.it/argomenti/25cpt/2012_commissione_straordinaria_senato_rapporto_diritti_umani_carceri_ce
ntri_accoglienza.pdf.
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unificata per sancirne l’intesa - fissa le seguenti linee di intervento:
• uniformare i sistemi di accoglienza per richiedenti/titolari di protezione internazionale
presenti in Italia per ricondurli al modello dello SPRAR, ritenuto una best practice anche a livello
europeo, e quindi per dotare il Paese di un “sistema” in grado di rispondere con strumenti di
carattere ordinario anche a flussi migratori non programmati;
• indirizzare prioritariamente l’attività verso la realizzazione di centri finalizzati
all’accoglienza a breve termine (HUB) in stretto raccordo con lo SPRAR;
• rendere permanenti il “Tavolo di coordinamento nazionale” e i “Tavoli di coordinamento
regionali” quali strumenti di governance interistituzionali sperimentati nell’ambito della
“Emergenza Nord Africa”.
Section 4
Flexibility
The Synthesis Report will analyse the flexibility of reception facilities in (Member) States vis-à-vis
the fluctuating and/or sudden influxes of applicants for international protection. (Member) States
are asked to provide figures or estimations on the total number of applicants entitled to reception,
the total number of applicants accommodated in reception facilities, as well as figures or
estimations on the maximum capacity and average occupation rate of reception facilities.
(Member) States are asked to describe whether they have experienced any (disproportionate)
pressure on their reception systems during 2008-2012 and are asked to provide an overview of the
different flexibility mechanisms that they have in place and/or have applied. The Synthesis Report
will aim to identify good practices of (Member) States in handling (disproportionate) pressure on
their reception system, and where relevant, reference will be made to the use (and effectiveness) of
flexibility mechanisms.
Q20 Please fill out the national statistics in Table 4 below:
Table 4 National statistics on flexibility
2008 2009 2010 2011 2012
Total number
of applicants
entitled to
reception
34.145 17.670 10.050 34.115 17.350
Total number
of applicants
accommodated
in reception
facilities
Non disponibile CPSA 2.216
CDA E
CARA
12.179
CPSA 405
CDA E
CARA 9.511
CPSA
56.612
CDA E
CARA
25.162
CPSA 7.451
CDA E
CARA
10.159
Maximum
number of
applicants that
could be
accommodated
in reception
facilities
Non disponibile 6.443 4.373 5.116 5.516
Average
occupation rate
in reception
facilities
Non disponibile. Tendenzialmente i posti disponibili vengono occupati pienamente
nel corso dell’anno.
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Q 21. Please describe any pressure that your (Member) State may have experienced in relation
to the reception of applicants for international protection during the period 2008-2012 and
briefly explain possible reasons for such pressure. (Note that annual statistics from Eurostat on
the number of applications for international protection, first decisions, etc. over the years 2008-
2012 will be incorporated in the relevant section of the Synthesis Report. Hence, if relevant, you
may refer to a period of pressure by comparing the number of applications with the capacity of
your (Member) State’s reception system).
Nel periodo 2008-2012 gli archivi statistici curati da Eurostat hanno registrato un andamento delle
istanze di protezione internazionale molto variabile, in quanto profondamente influenzato dal
contesto geopolitico. I flussi migratori forzati, per la loro stessa natura, sono infatti imprevedibili e
particolarmente mutevoli.
Dopo le 34.145 istanze presentate nel 2008, nell’anno seguente si è riscontrato un decremento di
16.475 unità; un dato in forte contrasto con l’andamento crescente che aveva caratterizzato le annate
precedenti. Tale diminuzione può essere attribuita alle politiche restrittive attuate nel canale di
Sicilia tra Italia e Libia, prima fra tutte la prassi dei respingimenti in mare, che hanno portato a un
forte calo degli sbarchi. Il trend decrescente è proseguito nel 2010, anno in cui le domande di asilo
presentate hanno superato di poco le 10.000 unità. Nel 2011 gli eventi della cosiddetta “primavera
araba” hanno fortemente inciso sul sistema di asilo nazionale, tanto che le istanze presentate
nell’anno sono più che triplicate (34.115 unità), facendo registrare un flusso paragonabile soltanto a
quello registrato nel 2008 nel pieno dell’emergenza sbarchi. I flussi in entrata sono poi diminuiti del
49% nel corso del 2012, ultimo anno disponibile.
Pertanto, sulla base dei dati statistici, è possibile affermare che i periodi di maggior pressione per
l’Italia sono coincisi con gli anni 2008 e 2011.
D’altronde, la stessa collocazione geografica del Paese rende l’Italia una terra particolarmente
esposta a flussi di richiedenti asilo provenienti dal bacino del Mediterraneo. In presenza di
condizioni meteorologiche favorevoli, nonché di particolari congiunture politiche nei Paesi di
origine, il fenomeno degli sbarchi lungo le coste meridionali si ripropone ciclicamente. Per far
fronte a questa situazione e garantire l’accesso alla protezione internazionale ai richiedenti sono
stati messi a punto negli anni meccanismi di flessibilità nel sistema di accoglienza di varia natura,
che verranno illustrati nel punto seguente.
Q 22. Which flexibility mechanisms are foreseen and/or have been used in case there are
shortages or surpluses in reception facilities? Please answer this question by indicating in Table
5 below whether any of the below mechanisms exist in your Member State and whether they
have been actually used:
Table 5 Flexibility Mechanisms
Type of mechanism Does this exist in your
(Member) State?
(Yes/No)
If yes, please describe Has this
mechanism been
used? (Yes/No) If
yes, please
describe
Early warning mechanism
(including any software
programmes monitoring
capacity and occupancy in
reception facilities)
Sì La banca dati SPRAR
consente un
monitoraggio delle
presenze, dei posti
disponibili, dei servizi
erogati e delle
caratteristiche dei
beneficiari, al fine di
gestire la rete di
La banca dati viene
utilizzata
quotidianamente.
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accoglienza.
Additional reception
centres acting as buffer
capacity
Sì L’Italia interviene con
disposizioni ad hoc in
caso di flussi
straordinari. Tali misure
riguardano sia
l’allestimento di alloggi
che l’incremento dei
fondi destinati
all’attività di prima
accoglienza.
Tale meccanismo è
stato utilizzato in
diverse occasioni.
Ad esempio,
nell’ambito dello
SPRAR, attraverso
l’OPCM n. 3965 del
21 settembre 2011 e
la n. 26 del 23
novembre 2012
sono stati finanziati
2.400 posti
straordinari
aggiuntivi in favore
di richiedenti e
titolari di protezione
internazionale messi
a disposizione dagli
Enti locali.
Emergency plans
Budget flexibility (to in-or
decrease the budget when
necessary)
Employing more case-
workers to speed up
decision-making
Il processo decisionale
in merito alla protezione
internazionale non è
connesso al sistema di
accoglienza poiché
attribuibile a diverse
autorità
- - - -
Fast-tracking procedures Sì La Direttiva sulle
procedure e il relativo
decreto di recepimento
hanno introdotto casi di
“esame prioritario” che,
garantendo pur sempre i
necessari accertamenti
in ordine alla domanda,
presentano una valenza
di snellimento
procedurale.
È questo il caso del
richiedente nei
confronti del quale
è disposta
l’accoglienza nei
CARA ai sensi
dell’art. 20 del
decreto procedure
(D. Lgs. 25/2008).
Application of different
standards/modalities of
reception conditions in
emergency situations
Sì In un contesto
emergenziale
l’accoglienza può
essere disposta anche
presso strutture
alberghiere.
Tale modalità di
accoglienza è stata
utilizzata nella
gestione dei flussi
riconducibili alla
“primavera araba”
(2011).
Provision of financial
vouchers/allowance to
cover costs of private
accommodation
No - - - -
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Review for specific
categories of applicants
who obtain priority access
to reception
Sì L’accesso prioritario
presso le strutture di
accoglienza è garantito
alle categorie
vulnerabili. È questa
una prassi ordinaria non
necessariamente
riconducibile a
situazioni di
emergenza.
Prassi ordinaria.
The use of excess space for
other purposes
No - - - -
Other? - - - - - -
Q 23. Please indicate best practices in handling (disproportionate) pressure as well as ability to
adjust to fluctuating numbers of applications over time. Where possible, please refer to the use
(and effectiveness) of any of the aforementioned flexibility mechanisms.
Uno specifico esempio di buone prassi adottate dall’Italia dinanzi a flussi particolarmente ingenti di
richiedenti asilo è riconducibile alla recente gestione dell’emergenza Nord-Africa. Nel 2011 l’Italia
ha riconosciuto una specifica forma di tutela per i profughi che hanno fatto ingresso nel Paese a
seguito dell’instabilità politica determinatasi nel corso della cosiddetta “primavera araba”, la quale
ha profondamente segnato l’area nordafricana e del Maghreb, determinando una rinnovata mobilità
dei flussi migratori lungo la rotta mediterranea. Per “rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di
conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all’Unione
Europea”, è previsto che il Presidente del Consiglio adotti misure di “protezione temporanea”27
(un
istituto adottato, ad esempio, già in occasione della crisi del Kosovo del 1999).
Per quel che concerne nello specifico il sistema di accoglienza e la gestione operativa dei nuovi
flussi, il Consiglio dei Ministri, riunito in via straordinaria, ha proclamato l’emergenza con DPCM
del 12 febbraio 201128
. La successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18
febbraio 201129
ha poi stabilito “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di
emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di appartenenti ai
Paesi del Nord Africa, nonché per la gestione dell’afflusso di cittadini di Stati extra-UE”.
Il Piano per l’accoglienza è il documento ufficiale che ha definito la risposta operativa del Sistema
nazionale di Protezione Civile all’emergenza. Obiettivi del Piano sono stati assicurare la prima
accoglienza, garantire l’equa distribuzione dei beneficiari nel territorio e provvedere all’assistenza
dei profughi. A questo scopo il Piano, attivato operativamente il 15 aprile 2011, ha definito le
procedure e le responsabilità da attribuire ai diversi attori coinvolti: il Dipartimento della Protezione
Civile, le Amministrazioni regionali e le Province Autonome, gli Enti Locali e altri soggetti
appartenenti al sistema nazionale. Il documento ha proposto un modello di accoglienza modulare
per garantire assistenza a un massimo di 50mila migranti entrati in Italia tra il 1 gennaio e il 5 aprile
2011 presso strutture dedicate. Il Piano ha poi previsto che fossero assicurate l’assistenza sanitaria e
di primo ristoro anche ai cittadini stranieri giunti nella fase successiva.
Dal Piano nazionale sono derivati i diversi piani regionali per l’attuazione delle misure di assistenza
a livello locale. La distribuzione sul territorio nazionale si è basata sui concetti di equa distribuzione
e modularità, attraverso la suddivisione del numero di migranti attesi in gruppi multipli di 10mila
unità da assegnare alle diverse Regioni in base al fattore “d” (ovvero la percentuale relativa di
popolazione totale residente nel territorio di ogni singola Regione rispetto al totale nazionale, basata
27
Art. 20 del D.lgs 286/98, “Misure straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali”. 28
www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/DPCMdel1222011AfflussocittadiniNordAfrica.pdf. 29
www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/21/0253_ordinanza_18_febbraio_2011.pdf.
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sui dati del censimento Istat 2010).
Definito il programma d’azione che ha previsto il censimento degli sbarcati e l’attivazione delle
strutture di emergenza, è stato emanato il DPCM del 5 aprile 201130
, che ha conferito la protezione
temporanea attraverso il rilascio di un permesso di soggiorno semestrale per motivi umanitari in
favore dei cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa, affluiti nel territorio nazionale dal 1°
gennaio 2011 alla mezzanotte del 5 aprile 2011.
Sono susseguite ulteriori ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri tese a perfezionare la
strategia nazionale. Lo stato di emergenza è stato successivamente prorogato per dare continuazione
all’azione di tutela vero i profughi nordafricani coinvolti, erogando servizi straordinari di
accoglienza e assistenza. Nell’audizione del 27 novembre 201231
, il Ministro Cancellieri ha
illustrato le misure di accoglienza in corso a tale data: oltre 17.500 persone risultavano assistite nei
centri di accoglienza diffusa, localizzati nelle diverse Regioni, poco più di 2.000 erano presenti nel
Centro di accoglienza siciliano di Mineo e oltre 6.200 si trovavano nelle strutture di prima
accoglienza e per richiedenti asilo (CARA, CDA, CPSA).
Il 26 settembre 2012 è stata sancita l’intesa tra Governo, Regioni ed enti locali sul “Documento di
indirizzo per il superamento dell’emergenza nord-Africa” nel quale vengono illustrate le linee di
intervento e la pianificazione finanziaria32
. L’OCDPC n. 33 del 28 dicembre 201233
ha
regolamentato la chiusura dello stato di emergenza umanitaria e il rientro nella gestione ordinaria da
parte del Ministero dell’Interno e delle altre amministrazioni competenti.
30
http://212.14.136.135/dipim/site/it/documentazione/pubblicazioni/Asilo/Pubblicato_il_DPCM_5_4_2011_per
messi_temporanei_6_mesi_prot_umanitaria.html. 31
www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/interview/Interventi/2099_500_mi
nistro/2012_11_27_senato_diritti_umani.html. 32
EMN Italia (a cura di), Annual Policy Report 2012, Roma, 2013. 33
www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_prov.wp;jsessionid=E33146F58F376C1DBEADE963A766DCF8?
contentId=LEG37002.
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Section 5
Efficiency
(Maximum 2 pages)
The Synthesis Report will provide an overview of the costs of the current reception facilities
provided in the (Member) States, as well as the median and interquartile ranges of the duration of
an applicant’s stay and average occupancy rate in reception facilities. In Table 6 below, Member
States are requested to fill out information on the total costs of reception, split up in direct and
indirect costs, and Dublin and non-Dublin cases. (Member) States are kindly asked to also explain
what is covered by such costs.
The aim is to start collection of such statistics to gain an insight into what is covered under the
total costs of reception in different Member States. The Synthesis Report will not aim to compare
reception costs between Member States due to the complexity involved (e.g. Member States include
different services under costs).
Q24. Please fill in the national statistics Table 6 below (please provide figures or, if not possible,
estimates thereof):
Table 6 National Statistics on Efficiency
2008 2009 2010 2011 2012
National budget
allocated to the
reception of applicants
for international
protection
Il sistema di accoglienza per motivi di protezione internazionale non
permette una disaggregazione tra costi sostenuti per beneficiari richiedenti
asilo o titolari dello status di rifugiato/protezione sussidiaria.
Lo stesso dicasi per i costi indiretti, in quanto le voci di spesa imputabili a
servizi pubblici quali istruzione o sanità, di cui sono stati beneficiari i
richiedenti asilo, non possono essere disaggregate individualmente.
Per un’analisi dettagliata dei fondi disponibili si rimanda, pertanto, al punto
successivo (Q25), contenente un approfondimento sul tema alla luce del
contesto nazionale.
Total costs of
reception
Total direct costs
Total indirect costs
Total costs of
reception including
Dublin cases
Total costs of
reception excluding
Dublin cases
Inflow of new
applicants to reception
facilities
n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
Inflow/return of
applicants who have
temporarily left a
reception facility
n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
Outflow of applicants
from reception
facilities, who do not
return later
n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
Share of applicants in
reception facilities
who have received a
n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
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final decision on their
application
Median34
range of an
applicant’s stay
n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
Interquartile35
ranges
of an applicant’s stay
n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
Q25. Are cost (estimations) available for the flexibility mechanisms used in your Member State
(see Question 22)?
In Italia, come si è visto, l’accoglienza dei richiedenti asilo si basa su specifici progetti di
integrazione implementati a livello territoriale, che vengono finanziati attraverso il Fondo nazionale
per le politiche e i servizi relativi all’asilo (FNPSA). Per il triennio 2011-2013, il Ministero
dell’Interno ha approvato 151 progetti, per una spesa complessiva di quasi 35 milioni di euro l’anno
(di cui l’80% finanziato dal FNPSA e il 20% dagli enti locali) divisi in 3 categorie di beneficiari:
Casi psichiatrici € 453.988,23 (enti locali) - € 1.476.017,39 (FNPSA)
Casi vulnerabili € 2.282.682,22 (enti locali) € 6.972.183,65 (FNPSA)
Casi ordinari € 7.956.422,88 (enti locali) € 26.719.354,15 (FNPSA).
Ulteriori servizi e attività complementari sono stati offerti senza alcun costo aggiuntivo dagli enti di
volontariato presenti sul territorio.
In aggiunta a tali finanziamenti, a partire dal periodo 2008-2013 il FER III (linea di finanziamento
istituita con la Decisione 573/2007/CE), non è stato più destinato all’attività istituzionale per
l’accoglienza, realizzata attraverso lo SPRAR, bensì a favore di azioni complementari, integrative e
rafforzative di essa.
Sono stati assegnati:
per il 2008, €2.821.520,30 (per misure d’urgenza sono stati assegnati €7.088.000,00);
per il 2009, €4.470.815,00;
per il 2010, €7.202.618,28;
per il 2011, €8.224.535,43 (per misure d’urgenza sono stati assegnati €11.616.000,00);
per il 2012, €6.992.321,00 (per misure d’urgenza sono stati assegnati €5.000.000,00).
per il 2013, €6.858.797,00 (la previsione di assegnazione dovrà trovare una conferma
definitiva con successive determinazioni della Commissione Europea).
Inoltre ogni anno il Ministero dell’Economia può ripartire la quota di fondi Otto per mille
dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) destinata alla diretta gestione statale anche
a sostegno di interventi straordinari destinati all’assistenza ai rifugiati. Per l’assistenza dei rifugiati
il Fondo 2010 a valere per il 2011 è stato pari a €12.826.864,06. Tuttavia, l’anno successivo tali
fondi, pari inizialmente a circa 145 milioni di euro, sono stato destinati alla Protezione civile
(rafforzamento flotta aerea antincendi) e alle esigenze dell’edilizia carceraria.
Una voce di spesa a parte è rappresentata da quei richiedenti asilo accolti nei Centri di accoglienza
richiedenti asilo (CARA) per motivi di identificazione (massimo 20 giorni) o perché siano stati
elusi i controlli di frontiera, in caso di soggiorno irregolare, o quando la domanda di asilo sia stata
presentata dopo l’espulsione o il respingimento (massimo 35 giorni). Il Decreto legislativo 28
gennaio 2008, n. 25 recante “Attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le
34
The median is the numerical value separating the higher half of the distribution of the lower half (middle
value). 35
The interquartile ranges refer to the value of the first quartile (25 percentile) and the third quartile (75
percentile) in a distribution.
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procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di
rifugiato” valuta l’onere derivante da questa attività di accoglienza pari a €12.218.250 a decorrere
dall’anno 2008.
Per quel che concerne i costi indiretti, le voci di spesa non computano una serie di voci imputabili ai
servizi pubblici di cui sono stati beneficiari i richiedenti asilo, che però non possono essere
disaggregate individualmente (per. esempio sanità, scuola, ecc).
Inoltre, ad eccezione dei CARA, i centri SPRAR ospitano anche rifugiati e titolari di protezione
sussidiaria e umanitaria, così come i CDA/CPSA accolgono la più ampia categoria dei migranti. Per
quel che concerne i costi non sono disponibili disaggregazioni per tipologia di beneficiario,
tantomeno in riferimento ai casi Dublino. Pertanto, non è possibile definire una stima complessiva
della spesa prevista per l’accoglienza di richiedenti asilo.
Q26. What is the tolerance time for extended stay of applicants in reception facilities who have
already received a final decision on their application?
I tempi di permanenza all’interno del Sistema di protezione SPRAR sono: sei mesi nel caso di
rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitari; sei mesi dalla data di notifica del
provvedimento della Commissione territoriale che riconosce la protezione internazionale, qualora il
beneficiario sia entrato nello SPRAR da richiedente asilo. I tempi di accoglienza dei titolari di
protezione internazionale e umanitaria possono essere comunque prorogati per circostanze
eccezionali, debitamente motivate, anche in relazione ai percorsi di integrazione avviati o a
comprovate necessità.
Nell’ipotesi di decisione negativa della Commissione Territoriale, il richiedente protezione
internazionale può permanere in accoglienza per la durata del ricorso giurisdizionale, o comunque
finché non gli sia consentito di svolgere attività lavorativa ai sensi dell’articolo 11 c. 1 del D.Lgs.
140/05, e sempre nel caso in cui le sue condizioni fisiche non gli consentano di svolgere alcuna
attività lavorativa.
Al contrario, per quel che concerne i CARA, l’ospite non è in alcun modo autorizzato a restare una
volta definito lo status, trattandosi di centri di accoglienza dedicati esclusivamente ai richiedenti
asilo.
È possibile procedere a una richiesta di proroga.
Section 6
Conclusions
(Maximum 2 pages)
This Section will outline the main findings of the Study and present conclusions as to what extent
the organisation of the reception system impacts on the flexibility, efficiency, and quality of
reception facilities.
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Q27. Please summarise the organisation of reception facilities in your (Member) State,
indicating main strengths and weaknesses (please specify any evidence for these findings)
Lo sviluppo del sistema di accoglienza italiano è fortemente legato alle esperienze pratiche
accumulate negli ultimi decenni, dovute soprattutto alla vicinanza geografica dell’Italia ad aree
caratterizzate da conflitti, un fattore che ha causato un grande, spesso inaspettato e improvviso
incremento e decremento nel numero degli arrivi (si rimanda al punto Q21 e alla sezione 4).
Per far fronte dell’alternanza tra periodi “calmi” e periodi di “flussi consistenti” è stato sviluppato
l’attuale sistema italiano di accoglienza che, grazie alla sua elasticità, è capace di rispondere a
particolari pressioni migratorie e alle necessità di accompagnare l’accoglienza con servizi di
integrazione.
Il sistema attuale consiste in due sottosistemi paralleli, cui si aggiunge un ulteriore sottosistema
che viene attivato in caso di emergenza: i centri iniziali di accoglienza di grandi dimensioni sono
coordinati dalle autorità centrali (CDA, CPSA, CARA), mentre la vasta rete del settore sociale e
privato facente capo allo SPRAR - coordinato dall’ANCI - realizza progetti di piccola e media
portata fornendo servizi ad hoc e percorsi individuali di accoglienza e di integrazione. A questi due
sistemi, che realizzano il cosiddetto modello di “accoglienza integrata”, si aggiunge un terzo
sistema parallelo, gestito dalla Protezione civile, ma solo in caso di una dichiarata situazione di
emergenza (per il sistema di accoglienza si rimanda alla Sezione 1).
È proprio questa eterogeneità ed estrema elasticità a rappresentare la forza del sistema di
accoglienza nazionale e a costituirne, al tempo stesso, la principale sfida a livello organizzativo, in
particolare dinanzi a una legislazione comunitaria che richiede una sempre maggiore omogeneità.
Ulteriori difficoltà si riscontrano nell’ambito della valutazione e del controllo, innanzitutto per
quanto riguarda la varietà delle prestazioni offerte nei diversi centri e la frammentazione dei
percorsi di integrazione. Inoltre, le situazioni straordinarie, cui l’Italia deve spesso far fronte,
rendono difficile la pianificazione finanziaria.
Q28. Please summarise whether your (Member) State has experienced pressure on its reception
facilities (in terms of both in-and outflow, and duration of the processing time of applications)
and indicate what measures have been most successful in handling such pressure
Come conseguenza della sua collocazione geografica, l’Italia è particolarmente esposta a forti
pressioni migratorie, anche imprevedibili, che necessariamente gravano su tutto il sistema. Per far
fronte a questa situazione è stato sviluppato un sistema di carattere flessibile per garantire la
protezione internazionale ai richiedenti che, anche tramite provvedimenti straordinari, è capace di
assicurare una sua funzionalità durante le emergenze umanitarie. Alla base di questo sistema vi è,
da un lato, la possibilità di emanare provvedimenti ad hoc di natura finanziaria ed organizzativa e,
dall’altro, la presenza di una vasta rete di organizzazioni di varia natura e di diversi settori che, in
una eventuale crisi, possono essere velocemente attivate. A questo riguardo occorre menzionare
l’opportunità del coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore e degli enti di volontariato,
strutture capaci di reagire rapidamente dinanzi ai mutamenti repentini delle dinamiche migratorie.
Particolarmente rilevante è l’efficacia del meccanismo di dispersione territoriale, che consente una
distribuzione dei richiedenti asilo in tutto il territorio nazionale.
Come descritto nella sezione 4, periodi di crescita e di diminuzione si sono alternati in Italia tra il
2008 e il 2012, anche come conseguenza delle politiche migratorie attuate in quel periodo. Un
buon esempio di natura giuridica delle misure implementate è dato dall’introduzione di una
specifica forma di tutela per i profughi che, nel 2011, hanno fatto ingresso nel Paese nel corso della
cosiddetta “primavera araba” (si rimanda al punto Q23). Nello stesso tempo una soluzione di
carattere organizzativo modulare è stata offerta attraverso il coinvolgimento della Protezione
Civile nazionale che ha permesso di garantire, oltre all’assistenza sanitaria e al primo ristoro,
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anche l’equa distribuzione dei beneficiari nel territorio, evitando così la saturazione in alcune
località.
Il “sistema italiano” si è perfezionato anche attraverso il consolidamento di iniziative spontanee di
accoglienza ad opera del mondo sociale, che gli enti locali e regionali e lo Stato (in primis il
Ministero dell’Interno) si sono impegnati via via a mettere a regime. L’efficacia del sistema di
accoglienza può essere potenziata alla luce degli elementi innovativi di estremo interesse introdotti
nell’ambito dell’Emergenza Nord Africa (“burden sharing” regionale e talvolta provinciale,
coinvolgimento delle Regioni, creazione di “embrionali” meccanismi di monitoraggio nazionale e
regionale, ecc.).
La complessità del problema nonché l’eterogeneità degli interventi evidenzia l’esigenza di un
coordinamento, sia a livello nazionale che a livello regionale, al fine di assicurare una sinergia tra le
diverse azioni, evitare la sovrapposizione di iniziative uguali o simili e valorizzare le esperienze
positive.
Q29. Please describe best practices in controlling costs of reception facilities whilst ensuring
quality (maximum half a page)
In un Paese come Italia, dove l’intensità dei flussi migratori varia nel tempo, vige un sistema
articolato e flessibile che coinvolge numerose organizzazioni, le quali realizzano progetti di
diversa natura e dimensioni. In tale contesto, assicurare uniformità e pari qualità nell’erogazione
dei servizi in tutte le strutture di accoglienza è una grande sfida. A fronte di quanto sopra esposto,
oltre al sistema di accoglienza in sé, anche la pianificazione dei costi contiene necessariamente
meccanismi di flessibilità e, oltre alle misure ordinarie, lascia un margine finanziario che, tramite
interventi ad hoc, assicura la fornitura dei servizi e dei posti straordinari aggiunti in caso di
necessità.
Come descritto nel punto Q3, il controllo delle modalità di erogazione e di qualità dei servizi è
diretto dalle autorità territoriali (Prefetture UTG) nel caso dei centri “iniziali” di grandi dimensioni
(CPSA, CDA, CARA, CIE), e dal Dipartimento per la Libertà Civili e l’Immigrazione (tramite il
Servizio Centrale) nel caso dei progetti SPRAR.
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Annex 1 Reception Conditions in different Reception facilities
Please fill out the table below concerning the rights granted to applicants for international protection as laid down in national legislation in
different reception facilities.
Table A1.1 Reception conditions in different reception facilities Collective
initial/
transit
reception
centres
Collective
open
reception
centres
Special
reception
centres/
facilities for
vulnerable
groups
Special
separate
receptions
centres for
UAMs
Private
houses or
flats36
Private
hotels37
Individually
arranged
accommodation38
Other
premises
Comments
Food X X X X X X X Tutte le strutture di
accoglienza forniscono
il vitto tramite servizio
mensa, erogazione di
buoni pasto o consegna
di generi alimentari. Clothing X X X X X X X La fornitura di vestiario
è effettuata tramite
erogazione diretta
(acquisto di capi nuovi
e/o accordi con centri di
raccolta di capi usati
purché in buone
condizioni e sterilizzati)
o attraverso contributi in
denaro o buoni spesa.
36
Arranged and paid for by competent authorities. 37
Arranged and paid for by competent authorities. 38
E.g. houses/flats/hotels and/or staying with friends and family.
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Financial
allowance
Solo in
alcuni
centri
collettivi
gestiti dallo
SPRAR
X X X X Il contributo in denaro,
previsto in alcuni
progetti SPRAR, è
commisurato al numero
di componenti il nucleo
familiare ed è destinato
alle piccole spese
personali.
Emergency
health care
X X X X X X X X Le cure urgenti sono
assicurate a tutti i
cittadini stranieri,
compresi gli irregolari.
Medical care X X X X X X X X I richiedenti asilo e i
loro familiari inseriti nei
servizi di accoglienza
sono iscritti al Servizio
Sanitario Nazionale.
L’iscrizione è
obbligatoria.
Psychological
care
X X X X X X Il richiedente asilo
che vive
autonomamente
può rivolgersi al
consultorio
(gratuito) oppure
ricorrere al servizio
psicologico
dell’Azienda
Sanitaria Locale
più vicina (prime
sedute gratuite e
poi pagamento del
ticket). Sul
territorio esistono
servizi sanitari
gratuiti riservati a
richiedenti asilo e
X Il servizio di assistenza
psico-sociale è previsto
sia nei CARA che nei
centri SPRAR. Inoltre,
numerose associazioni
forniscono assistenza
psicologica gratuita per
richiedenti asilo e
rifugiati.
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rifugiati e gestiti da
realtà del privato
sociale. Free legal
assistance
X X X X X X Per accedere al
gratuito patrocinio,
se il richiedente
vive solo, la somma
dei suoi redditi non
deve superare
€9.296,22. La
somma aumenta in
maniera
proporzionale nel
caso di convivenza
con familiari.
X Il servizio di assistenza
legale è offerto dai
centri di accoglienza e
anche da diverse
associazioni che
operano sul territorio a
titolo gratuito. Può
essere ammesso al
patrocinio a spese dello
Stato chi si trova in
condizioni tali da essere
considerato come non
abbiente.
Interpretation
services
X X X X X X La figura del
mediatore è ormai
presente in
numerosi uffici
pubblici (uffici
immigrazione di
questure, comuni e
circoscrizioni,
sportelli per il
pubblico, scuole,
ospedali, ecc.) e di
tale strumento
possono usufruire
tutti gli utenti,
anche coloro che
non soggiornano
all’interno dei
centri di
accoglienza.
X La mediazione
linguistico-culturale è
prevista nelle varie
strutture di accoglienza.
Le modalità di
erogazione del servizio
(lingue disponibili,
orari, ecc.) possono
variare a seconda del
progetto.
Access to
education
X X X X X X X X Il diritto all’istruzione è
sempre garantito nell’età
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dell’obbligo (6-16 anni).
Access to
vocational
training
X X X X X X I richiedenti asilo
maggiorenni hanno il
diritto di accesso ai corsi
di formazione
professionali.
Access to
employment
(after which
period of time?)
X X X X X X Il richiedente asilo può
lavorare dopo 6 mesi
dalla presentazione
dell’istanza. Il permesso
di soggiorno riporta la
dicitura “Richiesta asilo
– consente di svolgere
attività lavorativa ai
sensi dell’art. 11 del D.
Lgs. n. 140/2005” e ha
durata semestrale, dando
la possibilità di lavorare
fino al termine della
procedura di esame.
Other? Please
add - - - - - - - - -