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37121 Verona - Via Teatro Filarmonico, 5 - Sito internet: www.ance.it - E-mail: [email protected] Rassegna mensile del Collegio Costruttori Edili della Provincia di Verona Poste Italiane SpA - Spedizione in A.P. - 70% - DBD - Vr GIUGNO 2009 VERONESE EDILIZIA STATI GENERALI DELLE COSTRUZIONI Roma, 14 maggio 2009 SISMA: COSTRUIRE IN SICUREZZA INCONTRO DI PRESENTAZIONE DEL PIANO CASA VENETO

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giugno 2009

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STATI GENERALI DELLE COSTRUZIONIRoma, 14 maggio 2009

SISMA:COSTRUIRE IN SICUREZZAINCONTRO DI

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Autorizzazione del Tribunale C.P.di Verona n. 3763del 12-6-1948

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gli articoli non pubblicati non ven-gono restituiti.La riproduzione, anche parziale di articoli o disegni, è subordinata alla citazione della fonte.

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gIugno 09sommario

ARTICOLI DI FONDO • La conferma di andrea marani alla presidenza di Ance Verona

• Stati Generali delle Costruzioni. Roma 14 maggio 2009• Sisma: costruire in sicurezza• Incontro di presentazione del Piano Casa Veneto. Verona,

30 aprile 2009• Piano Casa del Veneto approvato dalla Commissione

urbanistica Regionale. Approvazione definitiva entro la metà del mese di maggio

• Pdl 398/2009. Piano Casa Regione Veneto• Firmato in Provincia il Piano Anticrisi. “E’ vitale che le banche

non blocchino il credito alle imprese”• E’ necessario riformare l’ IVA per rilanciare il mercato• Arrivano 2,5 milioni. Serviranno per le bonifiche e per gli

impianti sportivi• Lettera del Presidente di Ance Veneto, ing. Stefano Pelliciari,

al Presidente Galan• Far ripartire il settore entro il 2010• San Giorgio in Braida. Presentato il libro di Stefano Lodi• Riunione delle Zone

• Riforma della contrattazione collettiva. Accordo interconfederale 15 aprile 2009. I riflessi sull’edilizia

• Convegno di aggiornamento sui primi tre anni di applicazione del D. Lgs. 122/2005 a tutela degli acquirenti di immobili da costruire

• Trasferimento d’azienda e accesso ai benefici contributivi. Risposta ad interpello del Ministero del Lavoro n. 18 del 20 marzo 2009.

• Pensione di anzianità con quaranta anni di contribuzione Ccessazione del rapporto di lavoro e successiva assunzione Modalità e requisiti. Risposta ad interpello del Ministero del Lavoro n. 19 del 20 marzo 2009.

• Vigilanza del personale ispettivo sull’applicazione dei contratti collettivi di lavoro – Risposta ad interpello del Ministero del Lavoro n. 21 del 20 marzo 2009

ATTIVITÀ DEI VICEpRESIDENTI E DEGLI ENTI pARITETICI

NEWS

GRUppO GIOVANI

NOTIZIARIO

Fiscale

Sindacale

•Gli errori più comuni commessi nella prassi dei rimborsi spese per trasferta

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giugno 2009 327

ARTICOLI DI FONDO

Gr. Uff. Geom. Marani

LA CONFERMA DI ANDREA MARANI ALLA pRESIDENZA DI ANCE VERONA

Nella riunione del Consiglio Direttivo del 16 giugno scorso, Il Geom. Andrea Marani è stato riconfermato all’unanimità alla guida dello stesso per altri tre anni. «Ci attende un compito impegnativo, dato che questa crisi sta sconfessando teorie economiche e convinzioni ormai consolidate In un clima di incertezza, in cui i modelli macro-economici hanno mostrato tutti i loro limiti. Ance Verona ha scelto la strada della continuità, potendo contare sulla professionalità e l’esperienza di imprenditori che conoscono tanto le dinamiche di settore quanto le funzioni di rappresentanza e difesa degli interessi delle aziende». Cosi’ ha detto il Presidente Marani al termine della seduta. L’obiettivo del presidente Marani è di intensificare gli sforzi e l’impegno sulla strada intrapresa nello scorso triennio per una maggior peso specifico di Ance Verona all’interno dello scacchiere economico-istituzionale scaligero e nazionale in modo da poter meglio rappresentare gli interessi delle imprese. «Prosegue naturalmente il nostro percorso di sensibilizzazione delle

pubbliche amministrazioni sul rispetto dei tempi di pagamento: non è accettabile che Comuni ed enti locali utilizzino le imprese edili come banche», ha spiegato Marani «e a proposito di rapporti con il sistema finanziario, è necessario reimpostare le relazioni sui fondamentali delle imprese e sulla loro progettualità e capacità di fare business, non solo sui bilanci, che spesso, più che riflettere le realtà imprenditoriali sono non sono altro che il riflesso delle norme farraginose e complicate con cui le imprese si trovano oggi a dover fare i conti». Burocrazia, lentezze nei pagamenti, un mercato in stagnazione, questi sono i nodi da sciogliere a valle della filiera, ma anche a monte vi sono problematiche che Ance sta affrontando con decisione. «Ci battiamo da tempo» ha proseguito il Gr. Uff. Marani, «per elevare il criterio sia del costruttore, sia del cliente, con un sistema trasparente di cosa si offre in una costruzione. La casa è un bene durevole, il cui valore sociale va ben oltre il prezzo, ma sempre di prodotto si tratta e resta ancora oggi l’unico valore nel tempo».

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giugno 2009 329

ARTICOLI DI FONDO

Ing. Buzzetti

STATI GENERALI DELLE COSTRUZIONI

Roma, 14 maggio 2009

Il 14 maggio scorso, presso la nuova Fiera di Roma, si sono riuniti gli Stati Generali delle Costru-zioni con grande partecipazione di operatori e delle organizzazioni sindacali insieme.E’ stato certamente un evento straordinario, per la prima volta infatti, tutte le organizzazioni impren-ditoriali e sindacali dell’edilizia, insieme a quelle della filiera delle costruzioni, hanno fatto fronte co-mune e hanno chiesto innanzitutto l’immediata ero-gazioni dei sette miliardi di euro già preassegnati a marzo dal Cipe al Fondo Infrastrutture per opere che possano aprire i cantieri rapidamente.Una folta delegazione di Ance Verona, guidata dal presidente Andrea Marani, ha raggiunto la capitale già nella primissima mattinata. Lo stesso presidente Marani, nei suoi interventi, ha chiesto più libertà d’azione per le imprese e più valore per il lavoro, in una congiuntura come l’attuale, in cui i tradizionali ammortizzatori sociali e gli interventi attuati finora non bastano più. “Occorre partire al più presto col pia-no casa,” ha sottolineato il presidente di Ance Verona, “sbloccare risorse pubbliche imbrigliate nei bilanci comunali dei patti di stabilità e adottare il silenzio assen-so per l’approvazione delle concessioni. “Solo così i cantieri potranno partire e si potrà finalmente uscire da questa situa-zione”. “Maggioranza e opposizione do-vrebbero superare i dissidi per un obietti-vo superiore: il benessere delle centinaia di migliaia di persone che dipendono dal settore”. “Le imprese veronesi, ha rimar-cato il presidente Marani, sono 2700 e impiegano 12mila addetti, senza conside-rare l’indotto.Il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, prendendo atto degli impegni presi dal governo, ha però so-stenuto la necessità di fare presto affinchè questi impegni di investimento non rimangano sulla car-ta. Buzzetti ha presentato al governo un documen-

to articolato in dodici punti, dall’estensione della cassa integrazione al piano di housing sociale, da una vera qualificazione delle imprese alla sem-plificazione amministrativa, dai pagamenti certi e regolari da parte dello Stato alla riduzione degli ostacoli da parte del settore creditizio. “Fateci tor-nare ad essere impresa” ha proseguito Buzzetti, “e ad assumere i tecnici necessari ai cantieri e quindi geometri, architetti, ingegneri”. “E’assolutamente necessario smetterla con le carte bollate e smetter-la di sostituirsi allo Stato nei suoi compiti specifici di accertamento e controllo”. In merito al patto di stabilità e al blocco dei pagamenti, il Presidente dell’Ance ha richiamato “l’onorabilità delle am-ministrazioni e dello stesso governo nazionale al rispetto dei contratti sottoscritti”. Non è mancata l’autocritica. Buzzetti ha concluso sostenendo infat-ti la necessità di una selezione delle imprese, per-ché rimangano sul mercato e siano sostenute,solo quelle sane e che agiscono nella legalità. Ricor-diamo a questo proposito che a Verona, Cassa Edile, Inps e Inail hanno siglato un accordo per incrociare i dati delle realtà edili sul territorio per contrastare le evasioni contributive.Il Documento “Manifesto” è stato accettato in pie-no dal Presidente del Consiglio Berlusconi che ha anche sottolineato tra l’altro la possibilità di un al-lentamento dei vincoli che andrebbe a sbloccare proprio quelle piccole opere subito cantierabili, tanto care all’Ance e alle piccole e medie imprese. Berlusconi ha anche annunciato che è allo studio in piano di investimenti per carceri e edilizia sco-lastica. Il governo ha anche accettato la richiesta di istituire un “Tavolo permanente di discussione delle problematiche aperte” presso la Presidenza del Consiglio al quale il Premier parteciperà perso-nalmente insieme ai rappresentanti delle categorie datoriali e sindacali.Il Presidente del Consiglio ha anche chiesto l’aiuto dei costruttori per un progetto di nuovo insedia-mento da effettuarsi nei capoluoghi di provincia, da realizzare al 50% con capitali privati.

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giugno 2009 331

ARTICOLI DI FONDO

SISMA:COSTRUIRE IN SICUREZZA

Gr. Uff. Geom. Marani

I recenti avvenimenti occorsi nel territorio abruz-zese hanno gettato ombre sull’operato dell’intera Categoria.

Le responsabilità non possono e non devono es-sere addossate esclusivamente ai Costruttori Edili.

Solo recentemente, infatti, è stata emanata la circo-lare con le istruzioni per l’applicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni (D.M. 14.01.08).

Le nuove norme tecniche, tuttavia, diventeranno obbligatorie a partire dal 30 giugno 2010, ad ec-cezione della parte relativa all’acciaio che entrerà in vigore il 30 giugno 2009.

Ritenendolo estremamente utile, Ti allego uno sche-matico promemoria sugli adempimenti relativi alla nuove costruzioni, ristrutturazioni e sopraelevazio-ni, a seconda della classificazione sismica del Co-mune della nostra provincia in cui devono essere realizzate.

Dimostriamo ancora una volta la serietà delle Im-prese Associate ad Ance.

Il Presidente Andrea Marani

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giugno 2009 332

ALLEGATO 1

Per procedere a nuove costruzioni, ristrutturazioni e sopraelevazioni, fermo restando l'obbligo della concessione edilizia o della dichiarazione di inizio attività, è necessario:

COMUNI IN ZONA 2 COMUNI IN ZONA 3 COMUNI IN ZONA 4

ADEMPIMENTI

Depositare il progetto architettonico

costituito dai seguenti elaborati: • planimetria, piante, prospetti e sezioni; • relazione tecnica; • fascicolo dei calcoli delle strutture portanti, sia in fondazione che in elevazione; • particolari esecutivi delle strutture; • relazione geologica e geomorfologica

e corredato del progetto delle strutture, in doppio esemplare, sottoscritto sia da un tecnico abilitato e iscritto al relativo albo professionale, che dal direttore dei lavori.

Calcolazioni: devono essere redatte in conformità, tra le altre, alle norme tecniche di cui al D.M. 14 settembre 2005 che, per la parte relativa all'acciaio, dal 30 giugno 2009 saranno sostituite dalle nuove norme tecniche di cui al D.M. 14 gennaio 2008.

Autorizzazione all'inizio dei lavori: è

costituita dall'attestazione dell'avvenuto deposito del progetto rilasciata dal Comune.

Certificazione di rispondenza alle norme

sismiche: è costituita dal certificato di collaudo statico ovvero, qualora non sia richiesta l'effettuazione del collaudo statico, dalla dichiarazione di conformità sottoscritta dal direttore dei lavori, con il visto del Comune di attestazione dell'avvenuto deposito.

Il progettista è tenuto ad

allegare al progetto l'attestazione che le calcolazioni sono conformi alle normative sismiche vigenti.

Non sono necessari né il deposito dei progetti, né gli adempimenti successivi, fermo restando l'obbligo di progettazione antisismica.

Non vi è obbligo di

progettazione antisismica, salvo che per gli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità, durante gli eventi sismici, assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile nonché per gli edifici e le opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso.

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giugno 2009 333

ARTICOLI DI FONDO

ALLEGATO 2

CLASSIFICAZIONE SISMICA DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI VERONA

ZONA 1 – SISMICITÀ ELEVATA-CATASTROFICA

NESSUN COMUNE

ZONA 2 – SISMICITÀ MEDIO-ALTA

BADIA CALAVENA S. ZENO DI MONTAGNA TREGNAGO BRENZONE TORRI DEL BENACO VESTENANOVA S. MAURO DI SALINE

ZONA 3 – SISMICITÀ BASSA

AFFI MONTECCHIA DI CROSARA ALBAREDO D'ADIGE MONTEFORTE D'ALPONE ARCOLE NEGRAR BARDOLINO OPPEANO BELFIORE PALÙ BOSCO CHIESANUOVA PASTRENGO BRENTINO BELLUNO PESCANTINA BUSSOLENGO PESCHIERA DEL GARDA BUTTAPIETRA POVEGLIANO VERONESE CALDIERO RIVOLI VERONESE CAPRINO VERONESE RONCÀ CASTEL D'AZZANO RONCO ALL'ADIGE CASTELNUOVO DEL GARDA ROVERE' VERONESE CAVAION VERONESE S. AMBROGIO DI VALPOLICELLA CAZZANO DI TRAMIGNA S. ANNA D'ALFAEDO CERRO VERONESE S. MARTINO BUON ALBERGO COLOGNA VENETA SAN BONIFACIO COLOGNOLA AI COLLI SAN GIOVANNI LUPATOTO COSTERMANO SAN GIOVANNI ILARIONE DOLCÈ SAN PIETRO IN CARIANO ERBEZZO SELVA DI PROGNO FERRARA DI MONTE BALDO SOAVE FUMANE SOMMACAMPAGNA GARDA SONA GREZZANA VALEGGIO SUL MINCIO ILLASI VELO VERONESE ISOLA RIZZA VERONA LAVAGNO VERONELLA LAZISE VILLAFRANCA DI VERONA MALCESINE ZEVIO MARANO VALPOLICELLA ZIMELLA MEZZANE DI SOTTO

ZONA 4 – SISMICITÀ IRRILEVANTE

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giugno 2009 337

ARTICOLI DI FONDO

Gr. Uff. Geom. Marani

INCONTRO DI pRESENTAZIONE DEL pIANO CASA VENETO

Verona, 30 aprile 2009

Si è svolto giovedì 30 aprile, presso la sede di Confindustria Verona, l’incontro di presentazione del Piano Casa approvato il 21 aprile dalla Secon-da Commissione Consiliare Regionale, promosso da Ance Verona, Confindustria Verona e Comune di Verona.

L’incontro è stato l’occasione per fare il punto della situazione sull’iter di appro-vazione del disegno di legge regionale ma, soprattutto, per approfondirne i ri-svolti tecnici ed urbanistici con il confronto tra il presidente di Ance Verona Andrea Marani, il Vice presidente di Confindustria Verona Giuseppe parolini, l’Assessore Re-gionale all’Urbanistica Renzo Marangon, il presidente della Commissione Urbanisti-ca Regionale Tiziano Zigiotto, l’Assessore all’Urbanistica del Comune di Verona Vito Giacino e il Deputato Europeo Lia Sartori.

Renzo Marangon ha illustrato brevemente l’iter che ha portato alla formulazione attuale del disegno di legge, modificato in parte a seguito degli incon-tri con le categorie economiche; il provvedimento dovrebbe vedere la luce entro la metà del mese di maggio.L’Assessore ha sottolineato la possibilità di amplia-mento, in seguito alla demolizione e ricostruzione, che la Regione ha portato fino al 40% al fine di promuovere l’utilizzo di tecniche di edilizia soste-nibile e di fonti di energia rinnovabile, e la possi-bilità di andare in deroga agli strumenti e regola-menti urbanistici regionali, provinciali e comunali, trovando come unico limite le disposizioni nazio-

nali, in particolare con riferimento alle distanze ed alle altezze.Andrea Marani ha innanzitutto messo in primo pia-no i dati dell’attuale crisi: calo degli investimenti del 9% rispetto al 2008, addirittura del 15% ri-spetto al 2007, e perdita di oltre 150 mila posti di lavoro, di cui 30 mila in Veneto e circa 7 mila a Verona; a ciò si aggiungono la stretta degli istituti di credito, la burocrazia che “soffoca” le imprese e l’assenza di controlli sulle imprese che chiedono l’iscrizione in Camera di Commercio.“Un plauso và fatto alla Regione” – ha dichiarato il Presidente di Ance Verona – “che ha dimostrato una grande sensibilità sulla situazione di crisi. Il Piano porterà effetti sicuramente positivi, soprattut-to in merito ai tempi di attesa dalla presentazione del progetto all’inizio dei lavori, che al momento sono in media di cinque anni ma che, con questa legge, potranno ridursi ad uno”.“Il ruolo più importante” – ha proseguito – “è sicura-mente quello affidato ai progettisti, mentre le banche devono credere in questa legge e concedere i finan-ziamenti necessari alle imprese ed alle famiglie”.

Tiziano Zigiotto ha voluto, per prima cosa, riba-dire che il provvedimento è finalizzato al rilancio dell’economia più che dell’urbanistica, finalità di-mostrata dal fatto che gli interventi consentiti van-no in deroga agli strumenti urbanistici regionali, provinciali e regionali; ciò non significa consenti-re una cementificazione incontrollata ma, anzi, la legge potrà essere utilizzata per riqualificare quel-le parti di territorio che più ne hanno necessità, raccomandando alle Amministrazioni Comunali un’applicazione omogenea.

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giugno 2009 338

Ha inoltre ricordato che l’Amministrazione Regio-nale ha già messo in atto altre misure concrete: il solo Passante di Mestre, ad esempio, ha generato un giro d’affari per oltre un miliardo di euro, e le opere attese in futuro, quali la Pedemontana, la Nogara-Mare, la Valdastico Sud, il sistema delle tangenziali, genereranno lavoro per circa 12,7 miliardi di euro.

Vito Giacino ha evidenziato come la legge possa essere sfruttata da ATER ed AGEC per recuperare il proprio patrimonio edilizio.Con l’intervento in parte pubblico ed in parte pri-vato, utilizzando anche l’istituto del credito edili-zio, si potrà avviare una fase di riqualificazione della Città, obiettivo fissato dallo stesso PAT che dovrà essere concretizzato nel Piano degli Inter-venti, attualmente in fase di predisposizione.Proprio il fatto di aver un PAT già approvato, che comprende un dettagliato Quadro Conoscitivo, permetterà all’Amministrazione Comunale di defi-nire in tempi rapidi in quali zone e con riferimento a quali immobili sarà possibili utilizzare le possibi-lità offerte dalla legge.La pianificazione previgente ha creato e sta crean-do alcune difficoltà procedimentali, ma la “dere-gulation” prevista dal Piano porterà effetti positivi anche da questo punto di vista.

Ampio spazio è stato quindi dato alle domande dei partecipanti, mirate soprattutto ad ottenere chiarimenti di natura più che altro tecnica sul con-tenuto del disegno di legge: la norma non prevede

la possibilità di modificare la destinazione d’uso dei fabbricati; per interventi di edilizia sostenibile il riferimento è costituito dalla Legge Regionale n. 4/2007; in materia di altezze e di distanze tro-vano applicazione solamente i limiti stabiliti con legge nazionale.

La chiusura dell’incontro è stata affidata a Lia Sar-tori, che ha sottolineato l’ottimo lavoro svolto dalla Regione Veneto.A livello europeo il provvedimento nazionale ha dato vita ad un dibattito costruttivo, sfociato nell’approvazione da parte della Commissione Ambiente del Parlamento Europea di una Direttiva di aggiornamento in materia di risparmio energeti-co che, partendo dalla considerazione che gli edi-fici sono responsabili del 40% del consumo globa-le di energia nell’Unione europea, ha stabilito che la riduzione del consumo energetico e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili nel settore dell’edilizia costituiscono un capitolo importante delle misure necessarie per ridurre la dipendenza energetica e le emissioni di gas serra. L’obiettivo è la riduzione entro il 2020 delle emissioni globali di gas serra di almeno il 20% al di sotto dei livelli del 1990.

Giuseppe Parolini ha ringraziato i relatori che con i loro interventi hanno contribuito a chiarire molti aspetti della normativa in fase di approvazione, ed i numerosissimi partecipanti a testimonianza di quanto l’argomento sia sentito e delle aspettative che ha creato in tutti gli operatori coinvolti nel pro-cesso edilizio.

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giugno 2009 341

ARTICOLI DI FONDO

pIANO CASA DEL VENETO AppROVATO DALLA COMMISSIONE URbANISTICA REGIONALE

AppROVAZIONE DEFINITIVA ENTRO LA METÀ DEL MESE DI MAGGIO

La Commissione Urbanistica del Consiglio Regio-nale, nella seduta del 21 aprile, ha approvato il progetto di legge cosiddetto “Piano Casa”, volto a promuovere misure per sostenere il settore edili-zio con interventi finalizzati a migliorare la qualità abitativa, per preservare, ricostruire e rivitalizzare il patrimonio esistente e per favorire l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile.

Il testo passerà ora al Consiglio Regionale, che dovrebbe approvarlo definitivamente entro la metà del mese di maggio.

Il Presidente della Commissione Tiziano Zigiotto, commenta soddisfatto che: “Una volta approvata, questa legge darà ossigeno a un settore che rap-presenta il 27% del Pil, conta 100 mila addetti e 500 mila occupati nella filiera dell’indotto, contri-buendo così al rilancio dell’economia veneta”.

La norma infatti, prevede la possibilità di ampliare edifici residenziali fino al 20% del volume esisten-te, del 20% della superficie coperta se si tratta di edifici diversi dai residenziali, in deroga ai piani urbanistici vigenti.

Sempre in deroga ai piani urbanistici, consente inoltre di demolire e ricostruire edifici realizzati prima del 1989, con un ampliamento del 30% del volume esistente per gli edifici residenziali, del 30% della superficie coperta per gli altri edifici.Tale percentuale può arrivare fino al 40%, inoltre, nel caso siano utilizzate tecniche di edilizia soste-nibile o sia previsto l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile.

È estremamente importante sottolineare che il dise-gno di legge dà la possibilità di abbattere e rico-struire anche in un’area diversa, purché la classifi-cazione urbanistica sia la stessa.

Vengono anche previsti incentivi economici per gli interventi consentiti: in caso di ampliamento, infat-ti, il contributo sarà commisurato solamente alla parte realizzata in ampliamento con una riduzio-ne del 20%, che sale fino al 60% nel caso in cui l’edificio sia destinato a prima casa; nel caso di demolizione e ricostruzione, invece, il contributo sarà determinato in ragione dell’80% per la parte ampliata e del 20% per quella ricostruita, ridotti del 50% nel caso in cui l’edificio sia destinato a prima casa.

Dalla data di entrata in vigore della legge i Comu-ni avranno quindi 60 giorni di tempo per escluder-ne o limitarne l’applicabilità in relazione a specifi-ci immobili o zone dei territorio; trascorso questo termine la legge si applica integralmente.

In sede di approvazione da parte del Consiglio Re-gionale il testo potrebbe subire alcune modifiche, come dichiarato dall’Assessore all’Urbanistica del-la Regione Renzo Marangon, tra le quali l’obbligo di rispettare le normative antisismiche.

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giugno 2009 343

ARTICOLI DI FONDO

pIANO CASA REGIONE VENETOpDL N. 398/2009

Il 21 aprile la Commissione Urbanistica del Con-siglio Regionale ha licenziato il disegno di legge “Intervento regionale a sostegno del settore edili-zio e per promuovere le tecniche di bioedilizia e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile”, (Piano Casa).Il provvedimento dovrebbe ora essere approvato definitivamente dal Consiglio Regionale entro la prima metà del mese di maggio.I Comuni avranno, quindi, 60 giorni di tempo per delimitare l’ambito di applicazione della legge a singoli immobili o zone del territorio.

Si riporta il testo integrale del disegno di legge.

Art. 1 - Finalità.1. La Regione del Veneto promuove misure per

il sostegno del settore edilizio attraverso interventi finalizzati al miglioramento della qualità abitativa per preservare, mantenere, ricostituire e rivitalizza-re il patrimonio edilizio esistente nonché per favori-re l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile.

2. Le disposizioni di cui alla presente legge si applicano anche agli edifici soggetti a specifiche forme di tutela a condizione che gli interventi pos-sano essere autorizzati dalle competenti autorità ai sensi della normativa vigente.

Art. 2 - Interventi edilizi.1. Per le finalità di cui all’articolo 1, in deroga

alle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali, comunali, pro-vinciali e regionali, è consentito l’ampliamento de-gli edifici esistenti nei limiti del 20 per cento del

volume se destinati ad uso residenziale e del 20 per cento della superficie coperta se adibiti ad uso diverso.

2. L’ampliamento di cui al comma 1 deve essere realizzato in contiguità rispetto al fabbricato esi-stente; ove ciò risulti materialmente o giuridicamen-te impossibile, può essere autorizzata la costruzio-ne di un corpo edilizio separato, di carattere ac-cessorio e pertinenziale.

3. In caso di edifici composti da più unità immo-biliari l’ampliamento potrà essere realizzato anche separatamente per ciascuna di esse, compatibil-mente con le leggi che disciplinano il condominio negli edifici, fermo restando il limite complessivo stabilito al comma 1. In ipotesi di case a schiera l’ampliamento è ammesso qualora esso venga rea-lizzato in maniera uniforme con le stesse modalità su tutte le case appartenenti alla schiera.

Art. 3 - Interventi per favorire il rinnova-mento del patrimonio edilizio esistente.

1. La Regione promuove la sostituzione e il rinno-vamento del patrimonio edilizio esistente mediante la demolizione e ricostruzione degli edifici rea-lizzati anteriormente al 1989 che necessitano di essere adeguati agli attuali standard qualitativi, ar-chitettonici, energetici, tecnologici e di sicurezza.

2. Per incentivare gli interventi di cui al comma 1 finalizzati al perseguimento degli attuali standard qualitativi architettonici, energetici, tecnologici, in deroga alle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali, comunali, provinciali e regionali, sono consentiti interventi di demolizione e integrale ricostruzione che preveda-no aumenti fino al 30 per cento del volume esisten-

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giugno 2009 344

te per gli edifici residenziali e fino al 30 per cento della superficie coperta per quelli adibiti ad uso diverso. Tali interventi possono essere attuati an-che mediante una ricomposizione planivolumetri-ca con forme architettoniche diverse da quelle esi-stenti comportanti la modifica dell’area di sedime nonché delle sagome degli edifici originari e sono consentiti all’interno del lotto su cui insiste l’origina-rio sedime oppure su area diversa rispetto al lotto su cui insiste l’originario sedime purchè avente la medesima classificazione di zona. Tali disposizioni si applicano anche nel caso che gli edifici di cui al comma 1 siano demoliti o in corso di demolizione sulla base di un regolare permesso di costruire, purchè, all’entrata in vigore della presente legge non sia già avvenuta la ricostruzione.

3. La percentuale di cui al comma 2 può essere elevata fino al 40 per cento in caso di utilizzo delle tecniche costruttive di cui alla legge regionale 9 marzo 2007, n. 4 “Iniziative a favore dell’edilizia sostenibile” o che prevedano l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile.

Art. 4 - Interventi per favorire l’installa-zione di impianti solari e fotovoltaici.

1. Non concorrono a formare cubatura le pen-siline e le tettoie realizzate su abitazioni esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge finalizzate all’installazione di impianti solari e foto-voltaici, così come definiti dalla normativa statale, di tipo integrato o parzialmente integrato, con po-tenza non superiore a 6 kWp.

2. Le pensiline e le tettoie di cui al comma 1 sono realizzabili anche in zona agricola e sono sottopo-ste a denuncia di inizio attività (DIA).

3. La Giunta regionale, entro novanta giorni dal-la data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce le caratteristiche tipologiche e dimensio-nali delle pensiline e tettoie di cui al comma 1.

Art. 5 - Oneri.1. Per gli interventi di cui all’articolo 2, il contri-

buto di costruzione, ove dovuto, è commisurato al solo volume o alla sola superficie coperta realiz-zati in ampliamento ridotto del 20 per cento. Tale riduzione diventa del 60 per cento nell’ipotesi di edificio o unità immobiliari destinati a prima abita-zione del proprietario o dell’avente titolo.

2. Il contributo di costruzione dovuto per gli inter-venti di cui all’articolo 3 è determinato in ragione dell’80 per cento per la parte eseguita in amplia-mento e del 20 per cento per la parte ricostruita ed è comunque ulteriormente ridotto del 50 per cento in caso di edificio o unità immobiliari destinati a

prima abitazione del proprietario o dell’avente ti-tolo.

3. Il costo di costruzione non è dovuto qualora gli interventi di cui agli articoli 2 e 3 siano compren-sivi anche della installazione di impianti di produ-zione di energia da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non infe-riore a 1 chilowatt (KW) per ciascuna unità abita-tiva elevata a 5 KW per i fabbricati industriali con superficie non inferiore a 100 metri quadrati.

4. I comuni possono stabilire ulteriori incentivi di carattere economico in caso di utilizzo delle tecni-che costruttive della bioedilizia o che prevedano il ricorso alle energie rinnovabili. Art. 6 - Elenchi.

1. I comuni, a fini conoscitivi, provvedono ad istituire ed aggiornare l’elenco degli ampliamenti autorizzati ai sensi degli articoli 2 e 3.

Art. 7 - Ambito di applicazione.1. Fermo restando quanto previsto all’articolo 4,

gli interventi di cui alla presente legge sono subor-dinati al titolo edilizio previsto dal decreto del Pre-sidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 “Testo unico delle disposizioni legislative e regola-mentari in materia edilizia” e successive modifiche e integrazioni.

2. L’istanza intesa ad ottenere il titolo abilitativo per gli interventi di cui all’articolo 2 riguarda fab-bricati il cui progetto o richiesta del titolo edilizio siano stati presentati al Comune entro il 31 marzo 2009.

3. I comuni, entro il termine perentorio di ses-santa giorni dall’entrata in vigore della presente legge, possono escludere l’applicabilità delle nor-me di cui agli articoli 2 e 3 in relazione a specifici immobili o zone del proprio territorio, sulla base di specifiche valutazioni o ragioni di carattere urba-nistico, edilizio, paesaggistico, ambientale, come pure stabilire limiti differenziati in ordine alle possi-bilità di ampliamento accordate da detti articoli, in relazione alle caratteristiche proprie delle singole zone e del diverso loro grado di saturazione edili-zia. Decorso inutilmente tale termine è da intender-si che non vi siano ambiti o immobili da escludere.

4. Le istanze relative agli interventi di cui agli articoli 2 e 3 devono essere presentate entro ven-tiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge ed i relativi interventi non possono iniziare prima del decorso del termine di cui al comma 3 e comunque non prima del rilascio del titolo edilizio ove previsto.

5. Gli interventi di cui alla presente legge sono subordinati all’esistenza delle opere di urbaniz-

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giugno 2009 345

ARTICOLI DI FONDO

zazione primaria ovvero al loro adeguamento in ragione del maggiore carico urbanistico connesso al previsto aumento di volume o di superficie degli edifici esistenti.

6. Non può essere riconosciuto alcun aumento di volume o di superficie ai fabbricati anche par-zialmente abusivi soggetti all’obbligo della demo-lizione, così come agli edifici che sorgono su aree demaniali o vincolate ad uso pubblico o dichiarate inedificabili per legge, sentenza o provvedimento amministrativo.

7. La presente legge non può essere applicata agli edifici aventi destinazione commerciale al fine di eludere o derogare alle disposizioni regionali in materia di programmazione, insediamento ed

apertura di grandi strutture di vendita, centri com-merciali e parchi commerciali.

8. È fatto salvo quanto stabilito dal Decreto legi-slativo 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137” e successive modificazioni, per gli immobili aventi valore cultu-rale o paesaggistico nonché quanto previsto dalla normativa statale in materia di distanze.

Art. 8 - Dichiarazione d’urgenza.1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi

dell’articolo 44 dello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo alla data della sua pubblicazio-ne nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.

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giugno 2009 346

Gr. Uff. Geom. Marani

FIRMATO IN pROVINCIA IL pIANO ANTI CRISI

“è vitale che le banche non blocchino il credito alle imprese”

Venerdì 24 aprile 2009, è stato firmato nella sede della Provincia, fra le maggiori realtà imprendito-riali e sindacali veronesi, un protocollo comune in otto punti per combattere la crisi economica in atto.

Grande soddisfazione, ha espresso il Presidente della provincia, Elio Mosele per essere riuscito a mettere tutti intorno ad un tavolo per trovare assie-me le possibili azioni che possano far fronte alla grave crisi che sta attraversando anche il nostro territorio.

Oltre alle tre sigle provinciali dei rappresentanti dei lavoratori Cgil, Cisl ed Uil erano presenti alla sottoscrizione dell’accordo le associazioni im-prenditoriali, Ance Verona Costruttori Edili, Confindustria, Confapi Veneto-Apindustria, Con-fcommercio, Casartigiani, Upa, Cia e Camera di Commercio di Verona.

Tutte le categorie si sono trovate d’accordo sulla necessità che le banche non blocchino il credito alle aziende perché questo comporterebbe senz’al-tro ad una inevitabile chiusura delle aziende con i conseguenti risvolti sociali.

Il presidente di Ance Verona Costruttori Edili, Andrea Marani, si è congratulato con il presidente Mosele per il risultato ottenu-to, ma ha auspicato che quanto sottoscritto venga al più presto tradotto in azioni concrete in quanto è indispensabile agire subito, per evitare che una situazione non facile peggiori ulteriormente.

Il presidente Andrea Marani ha proposto che il ta-volo creato con tutte le categorie si riunisca perio-dicamente, proprio per fare il punto della situazio-ne e per un confronto sulle problematiche.

Il protocollo firmato si articola su otto punti che pre-vedono:

- il coinvolgimento dei parlamentari veronesi per allentare il patto di stabilità degli Enti locali;- un accordo con la Regione per indurre le banche a sostenere il credito alle imprese e alle famiglie;- rilancio dell’edilizia residenziale e riqualificazio-ne degli edifici pubblici;- l’avvio di piani di edilizia popolare per alloggi a prezzi calmierati e la riduzione delle tariffe dei servizi pubblici; con priorità sulle rette degli asili nido e delle case di riposo;- riduzione dei tempi di pagamento alle imprese dalle Pubbliche Amministrazioni;- riqualificazione dei Verona Sud, strategica per il rilancio dell’economia, puntando sulla valoriz-zazione del sistema aeroportuale, della rete delle infrastrutture, sullo sviluppo della Fiera e del Qua-drante Europa, attivando sinergie con le Regioni vicine. - l’incontro domanda-offerta di lavoro informatizza-ta, oltre al reddito di sostegno e formazione; velo-cizzare l’autorizzazione alla Cig, anticipando per i primi mesi i soldi ai lavoratori in caso di ritardi burocratici;- potenziamento dell’Osservatorio dei prezzi e del Servizio di sorveglianza dei prezzi.

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giugno 2009 347

ARTICOLI DI FONDO

pROpOSTA RIFORMA DELL’IVA pER IL RILANCIO DEL MERCATO IMMObILIARE La Regione porterà una proposta di Ance Veneto alla conferenza Stato-Regioni

Una riforma della disciplina sull’Iva nelle ope-razioni immobiliari come antidoto all’attuale periodo di recessione. La proposta è stata conse-gnata dal Comitato direttivo di Ance Veneto, a Isi Coppola, assessore al bilancio della Regione Veneto, nel corso di un incontro che si è tenuto in maggio nella sede dell’Ance a Padova.L’obiettivo è modificare l’attuale normativa nazio-nale, puntando sull’aiuto della Regione. Già in passato il Veneto si è dimostrato capace di fare da apripista per importanti riforme, come nel caso della procedura negoziata per gli appalti pubblici sotto la soglia dei 500 mila euro.«Vogliamo che si faccia un po’ di giustizia fiscale ha commentato l’Ing. Stefano pelliciari, presi-dente di Ance Veneto -. La nostra associazione, formata da esperti e conoscitori del territorio, ha elaborato una proposta di modifica alla legislazio-ne attuale e riteniamo di poter offrire un contributo costruttivo».L’attuale normativa sull’Iva per la cessione delle co-struzioni abitative (così come emendata dalla leg-ge Visco-Bersani nel 2006) prevede un regime di esenzione dal pagamento dell’Iva da parte dell’acquirente nel caso l’abitazione sia ceduta dopo 4 anni dall’ultimazione dei lavori, con la con-

seguenza che l’impresa costruttrice deve restituire l’Iva già detratta in fase di costruzione dell’immobi-le. Ciò comporta un notevole incremento dei costi di produzione, che penalizza le imprese soprattut-to in un periodo di recessione come quello attuale, nel quale risulta difficile vendere tempestivamente (entro il limite di 4 anni) gli immobili costruiti. Ance Veneto ha quindi presentato una bozza di legge in cui si propone, in via transitoria e contestualmente al periodo di difficoltà economica, di estendere l’esenzione da Iva al quinto anno dall’ultimazione dei lavori (contro l’attuale limite di 4). Oppure, in alternativa, si chiede che l’esenzione venga sospesa qualora il termine dei quattro anni scada entro il 31 dicembre 2010. Oltre alla richiesta di misure straordinarie anticon-giunturali, Ance Veneto ha avanzato all’assessore Isi Coppola una serie di proposte per il riordino della fiscalità immobiliare per il settore del-le costruzioni, al fine, da un lato, di modulare la legislazione vigente in funzione delle variabili congiunturali; dall’altro di eliminare le spe-requazioni attualmente esistenti che penalizzano il settore immobiliare.

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giugno 2009 349

ARTICOLI DI FONDO

SONO IN ARRIVO 2,5 MILIONI DI EURO

Serviranno per le bonifiche e per gli impianti sportivi

La Regione ha ripartito, con una delibera di Giun-ta dell’assessore Massimo Giorgetti, 14 milioni di euro per l’edilizia scolastica nelle sette province venete, fondi che serviranno per ampliare gli spazi destinati alle attività sportive, per ammodernare gli impianti tecnologici, per qualificare gli spazi del-la didattica, per consolidare e impermeabilizzare i tetti, per bonificare alcuni locali dal gas radon. «Studiare e lavorare in strutture sicure e moderne è un diritto degli studenti e dei loro insegnanti, ma è soprattutto un dovere, e direi quasi un obbligo morale, per le istituzioni», ha detto l’assessore che ha sottolineato come il Veneto poi, «sia l’uni-ca regione che ha imposto l’obbligo agli edifici scolastici di dotarsi di un certificato antisismico». Nel dettaglio, la provincia di Verona potrà con-tare su due milioni e 500 mila euro: saranno ri-sorse destinate ai comuni di Belfiore, Boschi Sant’Anna, Cerea, Cologna Veneta, Colognola ai Colli, Dolcè, Erbè, Gazzo Veronese, Grezza-na, Illasi, Isola Rizza, Legnago, Nogara, Oppe-

ano, Pastrengo, Pescantina, Ronco all’Adige, Roverchiara, Roveredo di Guà, San Martino Buon Albergo, San Pietro di Morubio, San Pie-tro in Cariano, San Giovanni Ilarione, Soave, Valeggio sul Mincio, Verona, Vigasio, Zimella. In città sono previsti contributi per la scuola ma-terna Cetti Bianca con 13.296 euro, la materna Elisabetta Vianini con 8.800 euro, la materna di Madonna di Campagna con 12.760 euro. Per la scuola elementare Europa Unita sono previsti 57.200 euro, per la materna Carso arriveranno 55 mila euro, alla media Fainelli invece 9.240 euro più altri 88 mila per interventi strutturali, alla scuola elementare Renato Simoni 88 mila euro e al-trettanti alla materna Carso per altri interventi strut-turali; la materna Monte Tesoro avrà 30.800 euro; la materna Girolamo Dai Libri avrà 22 mila euro; la scuola media privata Carlo Perucci dell’Istituto Sorelle della Sacra Famiglia di Marzana riceverà 15 mila euro per rifare l’impianto elettrico.

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giugno 2009 351

ARTICOLI DI FONDO

Ing. Pelliciari

LETTERA DEL pRESIDENTE DI ANCE VENETO, ING. STEFANO pELLICIARI AL pRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO, ON. GIANCARLO GALAN

Il Presidente di Ance Veneto, Ing. Stefano Pelliciari ha scritto al Presidente della Regione Veneto, On. Giancarlo Galan, per manifestare la disponibilità delle Aziende associate all’Ance a cooperare negli aiuti a favore delle zone d’Abruzzo colpite dal terremoto. Pubblichiamo di seguito il testo della lettera.

Preg.mo Sig.On. GIANCARLO GALAN

PresidenteREGIONE VENETO

Palazzo BalbiDorsoduro 3901

VENEZIA

Gent.mo Presidente,

i recenti tragici fatti legati al sisma che ha colpito l’Abruzzo hanno trovato risposta nella grande solidarietà di tutto il Paese e quindi anche del Veneto, che come Tu hai prontamente sottolineato, si è sempre distinto per l’impegno e la qualità dei propri interventi a favore dei Territori e delle popolazioni colpite.

In qualità di Presidente di Ance Veneto, che rappresenta la grande maggioranza delle imprese venete dell’industria delle costruzioni, Ti scrivo per comunicarTi la nostra disponibilità a sostenere e a promuovere l’attività del Veneto di aiuto alle popolazioni abruzzesi.

Credo che le capacità tecniche e, soprattutto, l’ampia gamma di specializzazioni delle nostre imprese possano essere poste utilmente al servizio delle necessità immediate rappresentate dalla messa in sicurezza e dal restauro tempestivo degli edifici che hanno subito danni minori, nonchè delle attività di ricostruzione degli edifici storici-monumentali, di quelli pubblici e privati, e di realizzazione dei sottoservizi o di case prefabbricate che prima dell’inverno dovranno essere fornite agli abitanti delle zone colpite.

A tal proposito, ritengo che possa essere interessante richiedere al Governo l’attribuzione di uno specifico progetto di ricostruzione che, con le risorse statali adeguate e mediante il coordinamento della Protezione Civile della nostra Regione, possa essere realizzato dalle nostre imprese.

Ciò garantirebbe la massima efficacia ed efficienza all’intervento promosso dalla Regione Veneto e sostenuto dalle imprese e dai cittadini veneti.

In attesa di un Tuo riscontro, colgo l’occasione per porgerTi i più cordiali saluti.

Stefano Pelliciari

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giugno 2009 354

FAR RIpARTIRE IL SETTOREENTRO IL 2010

Il Cresme, istituto di ricerca economica per l’edili-zia, prevede che il piano casa possa far decollare investimenti aggiuntivi nel settore edile per almeno 42 miliardi tra il 2009 e il 2012. Quarantadue miliardi equivalgono a 106 milioni di metri cubi di nuova costruzione per un aumento percentuale per l’edilizia di un 27/% spalmato su tutto il settore. E’ una valutazione prudente che potrebbe anche essere superiore secondo quanto annunciato dal Presidente del Consiglio in occasione degli Stati Generali, lo scorso 14 maggio.Le previsioni partono ovviamente dall’ipotesi che il piano sia attuato, perché su questo punto permane una grassa incognita, e sull’intero territorio nazio-nale, Le regioni non sono però sulla stessa linea e

si presume quindi che, nella migliore delle ipotesi, ancora una volta, ci sarà un Italia a più velocità.Le regioni hanno chiesto l’estensione dello sgravio Irpef del 55% su tutti i lavori di adeguamento de-gli edifici esistenti agli standard antisismici. Una misura di questo tipo è già presente nel decreto per l’Abruzzo, ma solo per le case che la Protezione Civile riterrà a rischio. Le regioni vogliono invece che l’incentivo fiscale vada a tutti i proprietari di abitazioni dentro le fasce sismiche 1 e 2 a rischio medio e alto. Su questo punto i responsabili econo-mici del governo sembrano poco concordi e quin-di governo e regioni si dovranno incontrare per studiare una “valida” via d’uscita buona per tutti.

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giugno 2009 355

ARTICOLI DI FONDO

SAN GIORGIO IN bRAIDA:

Il Sanmicheli “ad usanza nuova”presentato il libro di Stefano Lodi, storico dell’arte veronese, sulla chiesa ristrutturata e parzialmente progettata dal noto architetto rinascimentale

Verona, 24 aprile 2009. Un capolavoro del Sanmicheli per celebrare l’undicesima edizione della Settimana della Cultura, promossa dal Mini-stero per le attività e i Beni Culturali. La Soprinten-denza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza ha scelto di presentare la Chiesa di San Giorgio in Braida a Verona, gioiello dell’architettura rinascimentale veronese.Un monumento simbolico al particolare valore paesaggistico e architettonico del centro scalige-ro che la Soprintendenza monitora attentamente. “La conservazione di palazzi e immobili di pregio – commenta la Soprintendente di Verona, Rovigo e Vicenza, Sabina Ferrari – dipende dalle risorse a disposizione dei proprietari degli immobili, ten-denzialmente si verifica che gli immobili utilizzati siano quelli in migliori condizioni”. L’attenzione per gli immobili di pregio si va estendendo anche al contesto in cui si inseriscono: “va tutelato anche il contesto paesaggistico, ovvero tutti quelli immo-bili di edilizia minore, ma solo di nome. Si tratta di immobili non soggetti a vincolo perciò una ri-strutturazione rispettosa degli stili e dei materiali dell’epoca è affidata interamente al buon senso dei proprietari e dei progettisti”.Un’attenzione, sollecitata e sottolineata anche da pietro Aloisi, vice presidente di Ance Verona, che ha ospitato il convegno di presentazione del libro di San Giorgio in braida dello storico dell’arte veronese Stefano Lodi, nella sua aula conferenze: “progettisti e costruttori debbono saper conciliare le esigenze economiche della committenza con la necessità di tutelare la natura e le caratteristiche

del patrimonio architettonico veronese”. La Chiesa di San Giorgio in Braida, ad esempio, è conside-rata dagli storici dell’arte, a cominciare dal Vasari, amico fraterno del Sanmicheli un vero e proprio gioiello. “Penso al Sanmicheli come ad un grande urbanista – commenta Loredana Olivato, Docente di storia dell’arte dell’Università degli studi di Ve-rona – che ha saputo creare uno splendido colpo d’occhio lungo l’Adige, realizzando la cupola e il basamento del campanile, in linea con la cupola del Duomo e con il centro di Verona. Per dirla con il Palladio, ha saputo ricreare “ad usanza nuova” un’architettura storica”. La Chiesa,però, rimane ancora un mistero tutto da scoprire. “Nonostante i contributi e le ricerche di Pierpaolo Brugnoli, cui rimando per approfondimenti specifici, - commenta l’autore del libro, Stefano Lodi – non è ancora stato sufficientemente indagato il materiale archivistico della congregazione di San Giorgio in Alga, con-servato nell’Archivio Segreto Vaticano”.

Geom. Aloisi

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giugno 2009 357

ARTICOLI DI FONDO

RIUNIONI DI ZONA

Nei giorni 8 e maggio si sono riunite le assemblee delle Zone 4 (Alto Veronese) a Bardolino e 5 (Villa-franca e centri limitrofi) a Custoza. Il Presidente Marani, nei suoi interventi, ha rife-rito in ordine ai segni positivi che si intravvedono per una pur lenta uscita dalla crisi, ed ha rilevato l’enormità del credito vantato dai costruttori nei confronti della Pubblica Amministrazione, ammon-tante a circa sessanta miliardi di euro. “Sono ne-cessari trecento giorni per avere i soldi pattuiti dal-la P.A. contro i sessantotto della media europea” ha proseguito il Presidente di Ance Verona; “le no-tizie sull’evasione fiscale comparse in questi ultimi giorni sulla Stampa, non si riferiscono alle nostre imprese, ma ai così detti pirati dell’edilizia, gente che opera al di fuori di ogni legalità, molti dei qua-li sono assolutamente sconosciute al fisco, gli stessi che stanno distruggendo il mercato con ribassi del 25% nei pubblici appalti”. Nel rimarcare questo dato di fatto, il Presidente Marani ha comunque rilevato le varie distorsioni del mercato Italiano, ad esempio quando si pretende che le opere risultino tecnicamente impeccabili ma non si vuole pagare il giusto prezzo. Il Presidente Marani ha poi rela-zionato sulla normativa prevista dal famoso “Piano Casa” che dovrebbe essere definitivamente appro-vata entro breve termine e che dovrebbe essere in grado di eliminare una buona parte di burocrazia, un altro grave problema che affligge la categoria. Il Presidente Andrea Marani ha ricordato che Ance Verona si è attivata per la raccolta di fondi pro terremotati d’Abruzzo, che non sarà una semplice elargizione di denaro ma si concretizzerà nella co-struzione o ricostruzione di manufatti in provincia di L’Aquila, sulla scia di quanto farà anche Ance

Nazionale che ricostruirà la Casa dello Studente del capoluogo Abruzzese. Ha quindi ricordato l’esito estremamente positivo degli Stati Generali delle Costruzioni, che si sono svolti il 14 maggio a Roma, con la partecipazione di oltre 2500 imprese, a testimonianza della com-pattezza del settore; il Presidente Nazionale Ing. Buzzetti ha rimarcato con forza al Presidente del Consiglio Berlusconi ed agli altri numerosi politici presenti, l’unanime volontà del settore di poter la-vorare, puntando il dito sull’eccessiva burocrazia che aggrava ulteriormente la situazione attuale; è stato evidenziato inoltre come quello della sicurez-za non sia un problema legato solamente all’edili-zia: purtroppo, tuttavia, spesso gli incidenti vengo-no collegati al mondo delle costruzioni anche se, in realtà, non c’entrano per nulla.Sono successivamente intervenuti per relazionare nei temi di competenza il Vice Presidente Vica-rio, Geom. Aloisi, il Presidente della Cassa Edile, Geom. Renzo Begalli, il Vice Presidente con de-lega ai rapporti sindacali, Geom. Carlo Trestini, il Presidente di Edilscuola Sig. Ottavio Pasquali, il Presidente Onorario ing. Francesco Farinelli, il Rag. Antonio Savio e l’ospite nella riunione di Cu-stoza, il Presidente dell’Ater, Niko Cordioli, che ha informato che l’ente da lui presieduto sta attenden-do l’approvazione del Piano Casa, che consenti-rebbe all’Azienda di riqualificare numerosi immo-bili di proprietà. Come Coordinatore delle Ater del Veneto, ha proseguito Niko Cordioli, “ho parteci-pato ad un sopralluogo per verificare le zone più degradate nelle quali sarebbe più opportuno uti-lizzare le possibilità offerte dal Piano; sono inoltre stati approvati tre progetti, già cantierabili e per i

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giugno 2009 358

quali si è in attesa del relativo finanziamento che consentirà di partire con i lavori. Cordioli ha infine ricordato di essere candidato per le prossime ele-zioni Provinciali ed ha chiesto il voto e l’appoggio dei costruttori.L’assemblea della Zona 4 ha eletto all’unanimità nell’incarico di Delegato della zona stessa l’Arch. Andrea Allegri. Allo stesso modo sono stati elet-ti nell’incarico di Consiglieri di Zona, la Dott. ssa Patrizia Anele, il Geom. Francesco Cazzola, il

Geom. Francesco Lavelli, il Sig. Rosario Danilo So-tero e il Sig. Giovanni Veronesi.L’assemblea della Zona 5 ha eletto all’unanimità nell’incarico di Delegato della zona stessa l’Ing. Fortunato Serpelloni. Allo stesso modo sono stati eletti nell’incarico di Consiglieri di zona, il Sig. Giorgio Basalico, il Geom. Giancarlo Mauro, il Geom. Alessandro Morandini, il Sig. Claudio Mu-rari e il Sig. Marco Perizzolo.

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giugno 2009 359

ATTIvITà DeI vICepResIDeNTI e DegLI eNTI pARITeTICI

Geom. Trestini

RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA

Accordo interconfederale 15 aprile 2009I riflessi sull’edilizia

Il 15 aprile 2009 è stato sottoscritto da Confindu-stria , Cisl ed Uil, senza la firma della Cgil, “l’Ac-cordo Interconfederale per l’attuazione dell’accor-do quadro sulla riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009”.

Il nuovo accordo per la riforma della contrattazione collettiva mofdifica e sostituisce le regole contenute nel protocollo del luglio 1993; avra` carattere spe-rimentale per la durata di quattro anni - a decorre-re dal 15 aprile 2009 fino al 15 aprile 2013 - e sarà monitorato da un apposito Comitato Paritetico in cui saranno rappresentate a livello confederale le parti sociali.

E` stato confermata l`articolazione contrattuale su due livelli.

Per il contratto collettivo nazionale e` prevista una durata triennale, sia per la parte normativa che per la parte economica, che sostituisce l`attuale biennalità economica e il quadriennio normativo. Anche gli accordi di secondo livello, territoriali per l`edilizia, avranno durata triennale.

Di fondamentale importanza e` la novità legata all`individuazione, per la dinamica degli effetti economici dei contratti collettivi nazionali, di un nuovo indice previsionale (che sostituisce il tasso di inflazione programmato) costituito sulla base dell`IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armoniz-zato in ambito europeo per l`Italia), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati.

Pertanto gli aumenti del Contratto Collettivo Na-

zionale saranno determinati sulla base di questo nuovo indice, elaborato da un soggetto terzo di riconosciuta autorevolezza ed affidabilità.

Il testo in esame prevede una particolare tempistica per evitare l`allungamento delle trattative contrat-tuali nazionali. Infatti, le piattaforme vanno presen-tate in tempo utile per consentire l`apertura del ta-volo negoziale sei mesi prima della scadenza con-trattuale e la parte datoriale deve rispondere entro i successivi venti giorni. Al rispetto di detti tempi e delle procedure e` condizionata l`applicazione del meccanismo che, dalla data precedente, riconosce copertura economica nella misura stabilita nel con-tratto collettivo nazionale.

Per quanto concerne la contrattazione di secondo livello questa riguarda le materie delegate, in tutto o in parte, dal contratto nazionale o dalla legge e, secondo il principio del ``ne bis in idem``, deve riguardare argomenti che non siano già stati nego-ziati in altri livelli.

In particolare, il premio variabile sarà calcolato in base ai risultati conseguiti rispetto ad obiettivi concordati dalle parti sociali, legati ad incrementi di produttivita`, di redditivita`, di innovazione, di efficienza organizzativa ed altri elementi rilevanti ai fini del miglioramento della competitivita` azien-dale nonche` ai risultati legati all`andamento eco-nomico dell`impresa.

Il premio deve avere caratteristiche tali da consen-tire l`applicazione dei particolari trattamenti con-tributivi e fiscali previsti dalla normativa di legge.

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giugno 2009 360

Nel caso - come quello dell`edilizia - di contratti territoriali, i criteri di misurazione e valutazione economica della produttivita`, della qualita` e de-gli altri elementi di competitivita`, devono essere determinati sulla base di indicatori assunti a livello territoriale con riferimento alla specificita` delle im-prese del settore.

Le proposte di rinnovo della contrattazione territo-riale devono essere presentate in tempo utile al fine di consentire l`apertura della trattativa due mesi prima della scadenza dell`accordo. La parte che ha ricevuto tali proposte dovra` rispondere entro venti giorni decorrenti dalla data di ricevimento delle stesse.

Infine, la riforma di che trattasi consente di fissare a livello territoriale deroghe al contratto collettivo nazionale per governare direttamente nel territo-

rio situazioni di crisi aziendali o per favorire lo sviluppo economico ed occupazionale dell`area interessata.

Le parti sociali territoriali possono accordarsi, per-tanto, per modificare, in tutto o in parte, anche in via sperimentale e temporanea, singoli istituti economici o normativi del contratto collettivo na-zionale. Tali modifiche devono fare riferimento a parametri stabiliti nel contratto nazionale come l`aumento del mercato del lavoro, il tasso di pro-duttivita`, il livello di avvio e di cessazione del-le iniziative produttive, la necessita` di favorire l`attrattivita` per nuovi investimenti.

Al riguardo e` necessaria l`approvazione preven-tiva delle parti che hanno sottoscritto il c.c.n.l. al fine di rendere efficaci le suddette deroghe.

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giugno 2009 361

NewsNewsIl 20 aprile, presso il Comune di Verona, si è tenuta la prima riunione del Tavolo Anticrisi, convocata dal Sindaco Tosi e dall’Assessore ai Servizi Sociali e Famiglia Bertacco. Lo scopo è di definire e programmare iniziative per cercare di dare soluzioni concrete alla grave crisi economica. Erano presenti le massime autorità politiche, economiche e finanziarie della Provincia. E’ intervenuto il Presidente di Ance Verona Gr. Uff.. Geom. Andrea Marani. ***Il 30 aprile, a Milano, presso Finlombarda, si è svolto il convegno “Finanza & Housing Sociale, tema che ha assunto grande rilievo nelle politiche attuali. Sono state esaminate le principali esperienze a livello europeo, soprattutto dal punto di vista degli strumenti finanziari adottati. Ha partecipato il Presidente Andrea Marani. ***Il 9 maggio, in piazza Dei Signori a Verona, si è svolta la cerimonia celebrativa del 157° Anniversario della fondazione della Polizia. E’ intervenuto il Presidente Geom. Marani. ***Il 12 maggio si è riunita la Commissione Opere Pubbliche di Ance Verona. All’ordine del giorno vi erano importanti tematiche quali l’esame della normativa su: Opere a scomputo, D.L. della Regione Veneto sui criteri di selezione nelle procedure ristrette e negoziate, Pagamenti e Patto di stabilità, subappalti. E’ intervenuto il Presidente Geom. Marani. ***Il 13 maggio, si è riunita la Giunta dell’Ance per predisporre, tra l’altro, il conto consuntivo per l’anno 2008 e il bilancio preventivo 2009. E’ intervenuto il Presidente Andrea Marani. *** Il 14 maggio, presso la Nuova Fiera di Roma, hanno avuto luogo gli stati Generali delle Costruzioni. Ha partecipato una delegazione di Ance Verona guidata dal Presidente Marani.

Il 24 aprile, presso la sala convegni di Ance Verona, si è svolta la presentazione della guida “San Giorgio In Braida”Architettura e arti Figurative del Cinquecento, organizzata dalla Sovrintendenza per i beni architettonici della provincia di Verona. In rappresentanza di Ance Verona ha partecipato il Geom. Pietro Aloisi.

Il 24 aprile, presso Ance Veneto, si è svolta la riunione della Commissione Sindacale in occasione della quale è stata, tra l’altro, fatta una valutazione circa le possibili soluzioni relative al tema della Formazione in preparazione dei decisivi prossimi incontri in agenda. Per Ance Verona erano presenti il Geom. Carlo Trestini ed il Direttore Rag. Alberto Sandri. ***Il 6 maggio, si è riunita presso l’Ance, la Commissione Referente per le Relazioni Industriali e Affari Sociali per proseguire l’esame dei temi sindacali. Hanno partecipato il Geom. Trestini ed il Direttore Rag. Sandri.

Il 30 aprile, si è riunito a Padova, presso Ance Veneto, il Gruppo di Lavoro Urbanistica che ha tra l’altro esaminato la documentazione guida per gli interventi di urbanizzazione dopo l’emissione della circolare regionale e la bozza della legge regionale a sostegno del settore edilizio. Per Ance Verona è intervenuto l’Arch. Antonio Calò.

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giugno 2009 362

In vista dell’assemblea generale, si sono svolte a Bardolino e a Custoza, rispettivamente l’8 e il 15 maggio, le assemblee delle Zone 4 (Alto Veronese) e 5 (Villafranchese). Nella zona 4 è stato eletto all’unanimità nell’incarico di Delegato, l’Arch. Andrea Allegri. Nella zona 5 è stato eletto, anch’egli all’unanimità, l’Ing. Fortunato Serpelloni

Il 25 aprile, in piazza Brà a Verona, si è svolta la Festa della Liberazione, con gli interventi, tra gli altri, del Sindaco di Verona, dell’Ambasciatore di Germania e del Console Generale Americano. L’ing. Francesco Farinelli ha partecipato in rappresentanza di Ance Verona.

ANCE VENETOIl 20 maggio scorso, presso il Centro Congressi Laguna Palace di Venezia Mestre, si è svolto il Convegno “Qualità del Territorio: la città vissuta e da vivere. Azioni e strumenti per il futuro del Veneto. Piano Casa, Ptrc, Social housing, questi i vari e complessi strumenti normativi di cui si è discusso per il futuro urbanistico, paesaggistico e ambientale del Veneto. Ma quali sono le linee guida che dovranno ispirare le istituzioni nel mettere in pratica questi provvedi-menti? Il Convegno, con il confronto di rappresentanti del mondo politico ed economico, si è proposto di discutere e delineare le azioni e i principi fondamentali che dovranno essere alla base del nuovo Veneto. Tra i relatori, vi erano il Ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, il Sindaco di Verona, Flavio Tosi, l’Assessore alle Politiche del Territorio della Regione Veneto, Renzo Marangon, il Presidente di Ance Veneto, Stefano Pelliciari e il Presidente di Ance Verona, Andrea Marani.

***Il 12 maggio scorso, il Comitato Direttivo di Ance Veneto, ha consegnato una proposta di riforma della disciplina sull’IVA nelle operazioni immobiliari all’Assessore al Bilancio della Regione Veneto. Le modifiche proposte alla Regione Veneto appaiono quanto mai necessarie soprattutto nell’attuale periodo di recessione economica. Ne par-liamo più diffusamente all’interno di questo numero di Edilizia Veronese.

Fondo per il sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto

Ance Verona Costruttori Edili ha istituito un fondo a favore delle popolazioni dell’Abruzzo colpite dal sisma. Le Im-prese Associate che volessero compiere un gesto di solidarietà possono effettuare un versamento sul conto corrente istitu-ito appositamente presso la “Crever banca Spa”, con codice IbAN: IT92H0324511700000000003333 causale “Solidarietà Abruzzo”. Ance Verona Costruttori Edili si rende disponibile a valutare proposte di rea-lizzazione di opere per le popolazioni colpite.Ance Verona, aderendo ad una iniziativa della provincia di Verona, ha intanto inviato 200 paia di scarpe a favore delle popolazioni terremotate

Nell’Assemblea Generale delle Imprese Associate svoltasi venerdì 29 maggio scorso, sono stati eletti, come da Statuto, otto Consiglieri nelle Persone di: Marani Gr. Uff. Geom. Andrea, Aloisi Geom.Pietro, Cacciatori Arch. Renzo, Calò Arch. Antonio, Mantovani Ing. Luca, Sartori P.I. Maurizio, Trestini Geom. Carlo e Vignola Arch. Alessandro.

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CONVEGNO DI AGGIORNAMENTO SUL pRIMI TRE ANNI DI AppLICAZIONE DEL D.LGS. 122/2005 A TUTELA DEGLI ACqUIRENTI DI IMMObILI DA COSTRUIRE

giugno 2009 365

gRuppO gIOvANI

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giugno 2009 366

Si è tenuto mercoledì 22 aprile il convegno dal titolo “D.Lgs. n. 122 – Polizze assicurative a garan-zia dei diritti patrimoniali dei promissari acquirenti di immobili da costruire – Aggiornamento sullo stato dell’arte a più di tre anni dall’entrata in vigore della legge”, organizzato dal Gruppo Giovani di Ance Verona in collaborazione con Reale Mutua Assi-curazioni.

Il convegno è stato utile per far luce sugli obblighi im-posti dalla norma e per un aggiornamento sullo stato dell’arte in relazione alla sua applicazione concreta, in considerazione del fatto che ad oltre tre anni dalla sua entrata in vigore vi sono ancora numerosi dubbi al ri-guardo..

Ha aperto i lavori il Presidente Andrea Marani, che ha svolto una rapida disamina sul momento che sta attraversando il settore, interrogandosi provocatoriamente sull’utilità degli obblighi im-posti dal D.Lgs. 122 (fideiussione e polizza po-stuma decennale).

Il Presidente del Gruppo Giovani, Damiano Bel-lè, ha sottolineato la sensibilità del Gruppo sulle tematiche tecniche, dimostrata anche in questa occasione nella quale è sembrato doveroso fare il punto della situazione sull’applicazione della normativa, auspicando che possa essere fatta chiarezza n particolare sul contenuto dell’assi-curazione decennale.

Marco Bussinello, Agente Generale di Reale Mu-tua Assicurazioni di Verona, ha ringraziato Ance Verona per aver colto con prontezza la proposta di organizzare il convegno che dà la possibilità di fare “cultura assicurativa”, evidenziando che la polizza postuma non potrà mai sostituire, in ogni caso, la serietà dell’impresa.

Il Notaio Lorenzo Salvatore, dopo un rapido ex-cursus sui contenuti della norma, ha posto l’ac-cento sul pericolo rappresentato dalla mancan-za delle fideiussioni, che espone le imprese alla nullità del contratto preliminare che può essere fatta valere unicamente dall’acquirente.Sempre per le imprese si possono verificare alcuni problemi anche quando la fideiussione viene prestata: la sua efficacia, infatti, termina solamente con il trasferimento della proprietà, e può verificarsi il caso in cui l’acquirente minacci di ritardare il rogito (e lo svincolo della fideius-sione) solo per motivi pretestuosi e non previsti nel contratto; è pertanto opportuno, ha suggeri-to il Notaio, che il preliminare venga redatto in

modo preciso, allegando anche il progetto ed in-serendo una clausola che preveda che nel caso suddetto venga nominato un arbitro (meglio un tecnico) con il compito di valutare se lo stato dei lavori consenta o meno di recarsi dal notaio per il passaggio della proprietà.Il rilascio della polizza postuma decennale è invece, dalla sua esperienza, ampliamente ap-plicato; il problema in questo caso è il conte-nuto della polizza, nel senso che la norma fà riferimento all’art. 1669 del codice civile mentre i casi in cui i giudici hanno ritenuto responsabi-le il costruttore sono estremamente più ampi di quelli previsti dal codice civile.Tuttavia, il mancato rilascio della polizza potreb-be essere fatto valere dall’acquirente come ina-dempimento, potendo chiedere di conseguenza anche la risoluzione del contratto di compraven-dita.

Mauro Gentini, Responsabile della Linea Cau-zioni Reale Mutua Assicurazioni, ha approfondi-to la tematica delle fideiussioni, partendo dalla considerazione che il fondo istituito dalla norma, destinato a risarcire le vittime dei fallimenti delle imprese costruttrici, ha una dotazione finanzia-ria non sufficiente a coprire tutte le domande; per questo sono stati costituiti due tavoli di lavo-ro, a livello governativo, che stanno studiando la problematica.Relativamente alle fideiussioni ha sottolineato tre problemi: l’elusione della norma, la mancata scrematura del mercato (nel senso che le imprese che non riescono a farsi rilasciare le fideiussioni semplicemente non le rilasciano) e la mancata pubblicità data alla norma, che ancora non è molto conosciuta.Reale Mutua, prima di rilasciare le fideiussioni, effettua un’attenta valutazione del progetto e, dopo aver attentamente verificato l’esistenza di un’adeguata copertura finanziaria, stipula una convenzione con l’impresa con la quale vengo-no disciplinati dettagliatamente gli obblighi a carico sia dell’assicurazione che dell’impresa, convenzione che prevede anche un costante mo-nitoraggio sullo stato di avanzamento dei lavori che permetta l’intervento della compagnia prima che si verifichino i problemi.

Gian Paolo Pelissero, Responsabile del Settore Edilizia Car – Ear Reale Mutua Assicurazioni, ha fornito alcune delucidazioni sulla polizza po-stuma decennale, sul contenuto della quale pesa la dicitura estremamente generica dell’art. 1669 c.c. al quale rimanda il D.Lgs. 122: cosa si in-

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giugno 2009 367

gRuppO gIOvANI

tende, infatti, per gravi difetti? La giurisprudenza ha fatto rientrare nella responsabilità decennale del costruttore perfino casi di semplice distacco di mattonelle, vanificando di fatto la distinzione tra i difetti previsti dall’art. 1667 c.c. (che pre-vedono la responsabilità biennale) e quelli di cui all’art. 1669.Reale Mutua, in ogni caso, al fine di tutelare al meglio sia l’impresa che l’acquirente, richiedono obbligatoriamente che la polizza sia sottoscrit-ta anche a copertura dei difetti dell’involucro e dell’impermeabilizzazione della copertura.L’Associazione Nazionale delle Imprese di As-sicurazione (ANIA) ha costituito al riguardo un gruppo di lavoro, con il compito di studiare un contenuto base della polizza che garantisca al meglio l’acquirente (e, di conseguenza, l’impre-sa); al momento, tuttavia, i lavori del gruppo sono congelati in attesa di un confronto con i rappresentanti del governo, dei costruttori e de-gli acquirenti.La maggior criticità riscontrata relativamente alla polizza postuma è costituita, anche in que-sto caso, dall’elusione della normativa: sembra infatti che solamente il 20% dei fabbricati sia as-sicurato; ancora una volta la soluzione potrebbe essere un’adeguata campagna di informazione e formazione, tanto nei confronti degli acquiren-ti quanto dei costruttori.

Ha chiuso gli interventi tecnici Fabio Vallati, Re-sponsabile Area Manager di Rina Industry Spa, che ha spiegato i motivi del controllo tecnico ed i vantaggi che questo rappresenta per le imprese.Rina, in quanto incaricato del controllo tecnico,

è un soggetto terzo rispetto all’assicurazione e all’impresa; l’imparzialità è garantita dall’accre-ditamento rilasciato dal Sincert.Il controllo ha lo scopo di normalizzare il rischio per la compagnia assicurativa, che solitamen-te non ha le competenze necessarie per verifi-che di tipo estremamente tecnico; il controllo si concretizza nella verifica tanto del progetto quanto della sue esecuzione, che deve essere in grado di garantire la stabilità e la durabilità dell’opera, oltre naturalmente la conformità alle prescrizioni della normativa applicabile ed alle specifiche di buona pratica progettuale, in parti-colare dell’adeguatezza dei materiali impiegati; gli elementi sui quali viene effettuato il controllo sono, nello specifico, quelli che influenzano la solidità strutturale.Al termine del processo produttivo Rina rilascia un parere finale sulla stabilità, la resistenza mec-canica, la durabilità e la manutenibilità dell’ope-ra oggetto del controllo tecnico.Il vantaggio è non per la compagnia assicura-tiva, ma anche per il committente che in questo modo riesce a controllare meglio l’impresa ese-cutrice ed i progettisti, e per l’impresa stessa tra-mite il controllo sui fornitori e sui subappaltatori, oltre ad una migliore relazione con la direzione lavori.Al termine del convegno ampio spazio è stato concesso alle domande del pubblico, che ha partecipato numeroso ed attivamente ai lavori a testimonianza di quanto l’argomento sia sentito dalle imprese che, soprattutto in questo partico-lare momento, hanno estrema necessità di chia-rezza per rimanere competitive nel mercato.

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maggio 2009 371

FIsCALe

GLI ERRORI pIù COMUNI COMMESSI NELLA pRASSI DEI RIMbORSI SpESE pER TRASFERTA.

premessa.Nell’ambito della pratica professionale è abba-stanza frequente riscontrare procedure azien-dali inadeguate per la corretta gestione dei rim-borsi spese.Scopo del presente lavoro è indirizzare l’attività amministrativa ad un corretto approccio “fi-scale” al fine di minimizzare i rischi in caso di accertamenti da parte del Fisco.Il concetto di trasferta può essere riassunto nel concetto di spostamento temporaneo del di-pendente/amministratore dalla propria sede di lavoro per ragioni di servizio.A titolo di esempio, si pensi al caso dell’am-ministratore di una società che fa visita ad un im-portante cliente per la conclusione di un contratto d’appalto.

Errori e soluzioni operative.1) Spostamenti tra la residenza anagrafica del lavoratore e la sede di lavoro.Non vi è dubbio che detti spostamenti non siano inquadrabili come trasferte.In tal senso la C.M. 326/E/1997 ha chiarito che la normativa ha previsto specifiche detrazio-ni d’imposta per dipendenti (e redditi assimilati) “anche per tener conto degli oneri inerenti alla produzione del reddito”.2) Trasferte occasionali e strutturali.Alcuni settori (tipo il nostro) sono caratterizzati dalla frequenza con cui avvengono gli sposta-menti dei lavoratori.In questi casi, tuttavia, espletare la propria attività lavorativa in luoghi sempre variabili e diver-si integra la fattispecie normata dall’art.51,co.6,

D.P.R.917/86, ovvero la disciplina dei cd. trasferisti.Lo status di “trasfertista” permette di ottenere vantaggi fiscali e contributivi: d’altro can-to, il Ministero del Lavoro, all’interno della nota del 20.06.2008, ha chiarito che l’indicazione di una precisa sede di lavoro nella lettera di assunzione è elemento incompatibile con lo status di trasfertista.Nel settore edile, ad esempio, viene riconosciu-ta una specifica diaria all’operaio che presta la propria opera in un cantiere diverso da quello per il quale è stato assunto.In quest ultimo caso, quindi, tale somma è as-soggettabile alla disciplina delle trasferte e non a quella dei trasfertisti, in virtù dell’individua-zione della sede di lavoro nella lettera di as-sunzione (o altro documento idoneo).3) Calcolo dei rimborsi chilometrici.L’ACI pubblica ogni anno delle tabelle da utiliz-zare per i rimborsi chilometrici degli automez-zi di proprietà di dipendenti e amministra-tori.L’utilizzo di questi valori rappresenta il rimborso massimo che può essere corrisposto al dipenden-te mantenendo al tempo stesso la deducibilità in capo all’impresa.Queste tabelle non vanno confuse con quel-le che servono per la quantificazione del fringe benefit relativo all’auto concessa in uso pro-miscuo al dipendente né con quelle che fanno ri-ferimento al contratto integrativo aziendale (irrilevanti ai fini fiscali).

Dott.Alberto Rossi (Ufficio Fiscale)

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TRASFERIMENTO D’AZIENDA E ACCESSO AI bENEFICI CONTRIbUTIVI

Il Ministero del Lavoro, si pronuncia in merito alla possibilità, per le società concessionarie di impre-se che abbiano proceduto a riduzioni di personale ai sensi dell`artt. 4 e 24 della legge n. 223/91, di accedere alle agevolazioni contributive di cui all`art. 8, commi 2 e 4, della stessa legge n. 223, qualora assumano il medesimo personale posto in mobilità, decorso il termine di sei mesi dalla in-timazione del licenziamento e in considerazione dell`orientamento espresso dalla giurisprudenza di legittimità (cfr. Cass. sentenza n. 5554/07).

La risposta ad interpello chiarisce che il diritto ai

benefici economici previsti dalla legge n. 223 non sussiste con riferimento ai lavoratori che siano stati collocati in mobilità, nei sei mesi precedenti, da parte di imprese dello stesso o di diverso settore di attività che, al momento del licenziamento, presen-tino assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli dell`impresa che assume ovvero risulti-no con quest`ultima in rapporto di collegamento o controllo.

E` così confermato quanto già chiarito con la pre-cedente risposta ad interpello del 13 luglio 2006, prot. 25/I/0001564.

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giugno 2009 373

sINDACALe

1

INTERPELLO N. 18/2009

Roma, 20 marzo 2009

Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

Al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti Piazza della Repubblica 59 00185 Roma

DIREZIONE GENERALE PER L’ATTIVITÀ ISPETTIVA

Prot. 25/I/0003905

Oggetto: art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 – trasferimento d’azienda ed accesso a benefici

contributivi.

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ha avanzato richiesta di interpello per

conoscere il parere di questa Direzione generale in merito alla possibilità, per le società cessionarie

di aziende che abbiano proceduto a riduzioni di personale ai sensi degli artt. 4 e 24 della L. n.

223/1991, di accedere alle agevolazioni contributive di cui all’art. 8, commi 2 e 4, della stessa L. n.

223 qualora assumano il medesimo personale posto in mobilità, decorso il termine di sei mesi

dall’intimazione di licenziamento.

Al riguardo, acquisito il parere della Direzione generale per le Politiche Previdenziali, della

Direzione generale degli Ammortizzatori Sociali e Incentivi all’Occupazione, della Direzione

generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro e dell’INPS, si rappresenta quanto segue.

Preliminarmente appare opportuno ricordare che, in virtù dell’espressa disposizione

normativa di cui al comma 1 del sopra citato art. 8, i benefici in questione spettano al datore di

lavoro il quale, “senza esservi tenuto”, riassuma quegli stessi lavoratori, precedentemente posti in

mobilità, che si trovano ad essere ormai privi del diritto di precedenza nelle assunzioni, pari a sei

mesi, così come previsto dal comma 6 dell’art. 15 della L. n. 264/1949, come modificato ed

integrato dal D.Lgs. n. 297/2002.

Inoltre, secondo la consolidata interpretazione giurisprudenziale di legittimità, il

riconoscimento delle agevolazioni è previsto dalla legge in favore di quelle imprese che procedano

all’assunzione di personale in base ad effettive esigenze economiche e che non pongano quindi in

essere condotte dirette esclusivamente al godimento degli incentivi mediante fittizie interruzioni dei

rapporti lavorativi. Eventualità, questa, che il Legislatore ha inteso evitare proprio attraverso la

previsione del termine temporale di sei mesi, considerato sufficientemente ampio per contrastare

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giugno 2009 374 2

possibili comportamenti elusivi della disciplina (cfr. ex multis Cass. 22 gennaio 2004 n. 1112; Cass.

3 novembre 2003 n. 16444; Cass. 28 ottobre 2002 n. 15207; INPS circ. n. 109/2003).

Per quanto specificamente attiene all’ipotesi del trasferimento di azienda, si osserva quanto

segue.

La nozione di “azienda” cui fanno riferimento le norme in materia – in conformità sia della

complessiva evoluzione indotta dal diritto comunitario, segnatamente attraverso le direttive nn.

77/187/CEE e 98/50/CEE, sia dei numerosi precedenti della Corte di Giustizia – è quella di entità

economica, caratterizzata dall’impiego complessivo di mezzi (secondo il dettato dell’art. 2555 c.c.)

e di lavoratori stabilmente organizzati al fine di svolgere un’attività produttiva, non rilevando

invece il soggetto titolare ovvero l’imprenditore datore di lavoro (cfr. Cass. 20 gennaio 2005 n.

1113).

Ciò premesso, giova sottolineare che l’art. 2112 c.c., comma 5, individua espressamente il

concetto di “trasferimento d’azienda”, stabilendo che esso si realizza mediante “qualsiasi

operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarità

di un’attività economica organizzata (…) che conserva nel trasferimento la propria identità”, a

prescindere dalla tipologia negoziale utilizzata. Il comma 1 del citato articolo precisa inoltre che, in

caso di trasferimento d’azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore

conserva tutti i diritti che ne derivano.

Con riferimento alle eventuali agevolazioni contributive, la Suprema Corte ha precisato, più

volte, che il loro riconoscimento presuppone l’effettiva cessazione dell’azienda originaria e la

sussistenza, in caso di nuove assunzioni da parte di altra impresa, di reali esigenze economiche. Ne

consegue che ove l’azienda originaria, intesa nel suo complesso, abbia continuato o riprenda ad

operare, non rilevando né se titolare sia lo stesso imprenditore o altro subentrante né lo strumento

negoziale utilizzato per la cessione, “la prosecuzione del rapporto o la sua riattivazione presso la

nuova impresa costituiscono non la manifestazione di una libera opzione del datore di lavoro, ma

l’effetto di un preciso obbligo previsto dalla legge (art. 2112 c.c., e succ. mod.), come tale non

meritevole dei benefici della decontribuzione” (ex multis Cass. 9 marzo 2007 n. 5554; Cass. 20

gennaio 2005 n. 1113; Cass. 28 ottobre 2002 n. 15207).

Tenendo dunque in debito conto le precisazioni della Suprema Corte, appare dunque corretto

ribadire quanto già chiarito con risposta ad interpello prot. 25/I/0001564 del 13 luglio 2006,

secondo cui “non appare superfluo ricordare il disposto dell’art. 8, comma 4 bis, della L. n.

223/1991. In base al comma richiamato e all’art. 2, comma 1, della L. 19 luglio 1994, n. 451, che

ha convertito il D.Lgs. n. 299/1994, il diritto ai benefici economici previsti dalla legge non sussiste

con riferimento ai lavoratori che siano stati collocati in mobilità, nei sei mesi precedenti, da parte

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giugno 2009 375

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3

di imprese dello stesso o di diverso settore di attività che, al momento del licenziamento, presentino

assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli dell’impresa che assume ovvero risultino

con quest'ultima in rapporto di collegamento o controllo. Le disposizioni intendono garantire che le

agevolazioni contributive vengano riconosciute esclusivamente per assunzioni dettate da reali

esigenze economiche e non perché finalizzate al solo godimento degli incentivi attraverso fittizie

interruzioni dei rapporti di lavoro già precedentemente decise. In conclusione, dunque, l’azienda

che ha posto in mobilità i lavoratori può riassumerli usufruendo di benefici contributivi ed

economici una volta che siano trascorsi sei mesi dal licenziamento”.

IL DIRETTORE GENERALE

(f.to Paolo Pennesi) GM

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Il Ministero del Lavoro, afferma che il lavoratore che intenda accedere alla pensione di anzianità con quaranta anni o più di contribuzione e voglia poi instaurare un nuovo rapporto di lavoro col me-desimo o con altro datore di lavoro, e` necessario che alla data di presentazione della domanda di pensione non abbia in corso alcun rapporto di la-voro, essendo, in ogni caso, indispensabile una soluzione di continuità per conseguire il trattamen-to pensionistico.

Infatti, non appare possibile concedere trattamenti di anzianità nel caso in cui vi sia coincidenza tem-porale tra la data di rioccupazione e la decorren-za della pensione stessa.

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giugno 2009 377

sINDACALe

1

INTERPELLO N. 19/2009

Roma, 20 marzo 2009

Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

DIREZIONE GENERALE PER L’ATTIVITÀ ISPETTIVA

prot. 25/I/0003906

Alla

Alla

ConfcommercioVia G. G. Belli 2 00153 Roma

Associazione Costruttori Italiani Macchine Utensili Robot e Automazione (UCIMU) V.le Fulvio Testi 128 20092 Cinisello Balsamo (MI)

Oggetto: art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 – pensione di anzianità con quaranta anni di contribuzione

– cessazione del rapporto di lavoro e successiva assunzione – modalità e requisiti.

La Confcommercio e l’UCIMU hanno presentato istanza di interpello al fine di conoscere il

parere di questa Direzione in merito ai termini ed alle modalità per l’instaurazione di un nuovo

rapporto di lavoro, con lo stesso o diverso datore, da parte di un lavoratore subordinato che,

maturati 40 anni o più di contribuzione, abbia risolto il proprio precedente rapporto.

In particolare, si chiede se debba sussistere o meno soluzione di continuità fra il pregresso ed

il nuovo rapporto di lavoro e se, ai fini della maturazione del diritto alla pensione di anzianità,

l’inizio del nuovo rapporto debba essere successivo alla data di decorrenza di quest’ultima.

In relazione a quanto sopra, acquisito il parere della Direzione generale delle Politiche

Previdenziali e dell’INPS, si rappresenta quanto segue.

Il diritto alla pensione, nella generalità dei casi, ai sensi dell’art. 22, comma 1, lett. c), L. n.

153/1969, matura in capo al lavoratore interessato alla presenza di un duplice requisito

rappresentato dal raggiungimento dell’anzianità contributiva e dalla cessazione dell’attività

lavorativa subordinata alla data di presentazione della relativa domanda.

Con la riforma introdotta dal D.Lgs. n. 503/1992, il Legislatore ha ribadito che il diritto alla

pensione di anzianità è subordinato alla cessazione dell’attività di lavoro dipendente (art. 10,

comma 6), estendendo tale requisito anche alla pensione di vecchiaia (art. 1, comma 7).

Si precisa in proposito che per entrambe le disposizioni citate il requisito della cessazione del

rapporto di lavoro costituisce una “presunzione di bisogno” che giustifica l’erogazione della

prestazione sociale ai sensi dell’art. 38 Cost.

Secondo la Corte di Cassazione, infatti, “la prosecuzione del rapporto di lavoro subordinato e

la produzione, che ne consegue, di reddito da lavoro - dopo il perfezionamento dei requisiti -

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giugno 2009 378 2

esclude lo stato di bisogno del lavoratore (…) e, quindi, anche l’esigenza di garantire al lavoratore

medesimo (ai sensi dell’art. 38, comma 2, della Costituzione) mezzi adeguati alle esigenze di vita”.

Per tali motivi, il conseguimento del diritto alla pensione è subordinato alla cessazione di

qualsiasi rapporto di lavoro in essere, anche diverso da quello in riferimento al quale sono stati

versati i contributi alla gestione deputata ad erogare la prestazione (cfr. Cass. civ. n. 17530/2005).

In merito al momento del perfezionamento del requisito della cessazione del rapporto di

lavoro, l’INPS con circolari nn. 53422/1970 e 65/1995, ha precisato che la cessazione deve,

comunque, avvenire entro la fine del mese di presentazione della domanda cioè del mese precedente

la decorrenza.

Per quanto concerne la data di decorrenza della prestazione pensionistica la materia è stata

recentemente disciplinata dalla L. n. 247/2007 che ha previsto, anche per le pensioni anticipate con

40 anni di contribuzione, un contingentamento delle uscite con l’introduzione del sistema delle

finestre di accesso al pensionamento, articolate in relazione al raggiungimento dei requisiti previsti

dalla legge.

In tal caso, dunque, il dipendente potrà cessare la propria attività lavorativa entro il mese

precedente l’apertura della finestra, qualora abbia presentato la domanda di pensione prima di tale

data.

Peraltro, l’interpretazione giurisprudenziale in materia, oltre a considerare, come sopra

ricordato, la cessazione dell’attività lavorativa, al pari dell’anzianità contributiva ed assicurativa,

quale presupposto necessario per l’insorgenza del diritto alla pensione di anzianità (Cass. civ. n.

6571/2002), ritiene momento fondante quello di presentazione della domanda (Cass. civ. n.

14132/2004).

Dalle premesse svolte si desume, quindi, che alla data di presentazione della domanda di

pensione non deve sussistere alcun rapporto di lavoro con il medesimo datore di lavoro, essendo in

ogni caso necessaria una soluzione di continuità per conseguire il diritto al trattamento

pensionistico. Ciò al fine di evitare che la percezione della pensione di anzianità avvenga

contemporaneamente alla prestazione dell’attività lavorativa subordinata.

Pertanto, non sembra possibile concedere trattamenti di anzianità nel caso in cui vi sia

coincidenza temporale tra la data di rioccupazione (riscontrabile dalle comunicazioni da effettuarsi

ai sensi della normativa vigente) e la decorrenza della pensione stessa.

Si evidenzia, inoltre, che l’interpretazione sostenuta possa ritenersi applicabile anche alla

seconda ipotesi, prospettata dall’istante, di stipulazione di un nuovo contratto di lavoro con datore

di lavoro diverso dal precedente, tenuto conto che per il passaggio dalla condizione di lavoratore

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giugno 2009 379

sINDACALe

3

attivo a quella di lavoratore pensionato, è necessario il conseguimento del diritto stesso alla

pensione.

In definitiva, è possibile affermare che, sia in caso di medesimo che di diverso datore, risulta

comunque necessaria una soluzione di continuità fra i successivi rapporti di lavoro al momento

della richiesta della pensione di anzianità e alla decorrenza della pensione stessa.

IL DIRETTORE GENERALE (f.to Paolo Pennesi)

FF/AR

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Il Ministero del Lavoro, precisa che per quanto at-tiene al concreto esplicarsi della attività di vigilan-za, va precisato che l`eventuale accertamento, da parte del personale ispettivo, di inosservanza ai precetti contrattuali collettivi, in genere, non deter-mina l`applicazione di sanzioni pecuniarie ammi-nistrative, salve talune ipotesi individuate espres-samente dal legislatore e salva l`inosservanza di contratti collettivi erga omnes, di cui alla cosiddet-ta ``Legge Vigorelli`` (legge n. 741/59).

In tali ultimi casi il principale strumento da attua-re risiede nell`istituto della diffida accertativa per crediti patrimoniali disciplinata dall`art. 12 del Dlgs n. 124/04, il quale consente di diffidare, in sede ispettiva, il datore di lavoro a corrispondere direttamente al lavoratore le somme di denaro che risultino accertate quale crediti retributivi derivanti dalla corretta applicazione di contratti collettivi di lavoro applicabili.

VIGILANZA DEL pERSONALE ISpETTIVO SULL’AppLICAZIONE DEI CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO

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giugno 2009 381

sINDACALe

1

INTERPELLO N. 21/2009

Roma, 20 marzo 2009

Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

Alla CONFSAL Viale di Trastevere, 60 00153 Roma

DIREZIONE GENERALE PER L’ATTIVITÀ ISPETTIVA

Prot. 25/I/0003907

Oggetto: art. 9, D.Lgs. n. 124/2004 – art. 7, comma 1 lett. b), del D.Lgs. n. 124/2004 –

vigilanza del personale ispettivo sull’applicazione dei contratti collettivi di lavoro.

La CONFSAL ha presentato istanza di interpello per conoscere il parere di questa Direzione

in merito all’esatta portata dell’art. 7 del D.Lgs. n. 124/2004, relativo ai compiti del personale

ispettivo. In particolare, si chiede di sapere quali siano i provvedimenti adottabili da parte del

personale di vigilanza di questo Ministero nel caso in cui rilevi l’erronea applicazione di un

contratto collettivo di lavoro.

Con il D.Lgs. n. 124/2004 il Legislatore ha, com’è noto, ridisegnato i compiti di vigilanza del

personale ispettivo di questo Ministero, attribuendo ad esso un ampio raggio di azione e di

competenze.

Merita, in tal senso, di essere valorizzato il contenuto dell’art. 1 del Decreto citato, ove si

delinea la competenza in materia di vigilanza sui rapporti di lavoro e sui “livelli essenziali delle

prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio

nazionale, con particolare riferimento allo svolgimento delle attività di vigilanza mirate alla

prevenzione ed alla promozione dell’osservanza delle norme di legislazione sociale e del lavoro, ivi

compresa l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro (…)”.

Nel declinare poi i compiti del personale ispettivo, l’art. 7, comma 1 lett. b), del D.Lgs. n.

124/2004, menziona la vigilanza sulla “corretta applicazione dei contratti e di accordi collettivi di

lavoro”.

La formulazione utilizzata nel testo normativo induce a ritenere che l’ambito dell’attività di

controllo da parte del personale ispettivo riguardi non solo la contrattazione nazionale, ma anche

quella di secondo livello, territoriale o aziendale.

Giova ricordare, peraltro, che nell’ordinamento giuridico italiano la valenza dei contratti

collettivi di lavoro di diritto comune, in applicazione del principio di libertà di organizzazione

sindacale sancito dall'art. 39, comma 1, Cost., è stabilita dalle parti stipulanti. Pertanto tali contratti,

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giugno 2009 382 2

privi di efficacia erga omnes, vincolano solo le parti contraenti, pur se in sede giurisprudenziale si

afferma che il contratto collettivo debba essere applicato, perlomeno con riferimento alla parte

economico – normativa, a tutti i dipendenti ogni qual volta il datore di lavoro vi abbia aderito,

esplicitamente (ad es. rinviando alla disciplina del CCNL nella lettera di assunzione) od

implicitamente (ad es. applicando istituti e norme del contratto collettivo).

Ciò premesso, per quanto attiene al concreto esplicarsi della attività di vigilanza oggetto del

quesito, va anzitutto precisato che l’eventuale accertamento, da parte del personale ispettivo, di

inosservanze ai precetti contrattuali collettivi, in genere, non determina in linea di massima

l’applicazione di sanzioni pecuniarie amministrative, salve talune ipotesi individuate esplicitamente

dal Legislatore (ad es. la violazione dell’art. 5, comma 5, D.Lgs. n. 66/2003, secondo il quale “il

lavoro straordinario deve essere (…) compensato con le maggiorazioni retributive previste dai

contratti collettivi di lavoro”, è punita in via amministrativa con una somma da € 25 ad € 154) e

salva l’inosservanza di contratti collettivi erga omnes, di cui alla c.d. “Legge Vigorelli” (L. n.

741/1959).

Peraltro, fermi restando i casi da ultimo citati, attualmente del tutto residuali nella prassi, può

ritenersi che la vigilanza sui contratti collettivi di lavoro, di cui al citato art. 7, comma 1 lett. b), del

D.Lgs. n. 124/2004 trovi il suo principale strumento attuativo nell’istituto della diffida accertativa

per crediti patrimoniali disciplinata dall’art. 12 del medesimo Decreto.

La previsione da ultimo menzionata consente, infatti, al personale ispettivo di questo

Ministero di diffidare, in sede ispettiva, il datore di lavoro a corrispondere direttamente al lavoratore

le somme che risultino accertate quali crediti retributivi derivanti dalla corretta applicazione dei

contratti collettivi di lavoro applicabili.

Infine, sotto altro e differente profilo, vale la pena ricordare che la vigilanza di cui all’art. 7,

comma 1, lett. b), del D.Lgs. n. 124/2004 può concentrarsi anche sulla corretta determinazione della

retribuzione da assoggettare a contribuzione, a norma dell’art. 1 del D.L. n. 338/1989, come

convertito nella L. n. 389/1989.

IL DIRETTORE GENERALE (f.to Paolo Pennesi)

LA

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