E Learning @ Social Media Lab - Mario Pireddu

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Mario Pireddu [email protected] om

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Mario [email protected]

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“The Machine is Us/ing Us”by Michael WeschAssistant Professor of Cultural AnthropologyKansas State University

http://www.youtube.com/user/mweschhttp://mediatedcultures.net

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… new media pedagogies (as with other emergent pedagogies) often lead to forms of learning that do not neatly fit into traditional frameworks of disciplinary learning and cognitive and critical skills, such as emotional and affective dimensions, capacities for risk-taking and uncertainty, creativity and invention, blurred boundaries between personal and public expression, or the importance of self-identity and self-understanding to the development of disciplinary understanding, etc..

http://www.academiccommons.org/issue/january-2009

learning

e-learning lifelong learning

FaDonline education

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Formazione a distanza [FaD]

Tre distinte generazioni:

formazione per corrispondenza [prima generazione]fine del XIX secolo: nuove tecniche di stampa e trasporto ferroviario rendono possibile la produzione e la distribuzione estensiva di materiale di insegnamento su vaste aree geografiche; scambio di elaborati e questionari di valutazione, rari incontri in presenza.

formazione pluri/multimediale [seconda generazione]dagli anni Sessanta: uso integrato di materiale a stampa, trasmissioni televisive, registrazioni sonore, primi software didattici (courseware). Aggiunta di assistenza telefonica attività tutoriali in presenza, fax e posta elettronica

formazione in rete [terza generazione]oggi: processi formativi in rete (online education), interazione tra partecipanti, comunità di apprendimento; superamento dell’isolamento del singolo e valorizzazione dei suoi rapporti con il gruppo

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Tra formazione ‘convenzionale’ e formazione in rete

prima e seconda generazione: processo estensivo (grandi numeri)terza generazione: processo intensivo (numeri più contenuti ma forte interattività)

Differenze nell’approccio alla formazione di rete

Rete come medium trasmissivostrumento per accedere al materiale educativo per autoistruzione(teleinsegnamento, da uno a molti, repository)

Rete come medium collaborativoambiente di partecipazione e formazione di comunità di apprendimento

Apprendere in rete?- incidental learning- apprendimento assistito- apprendimento collaborativo- apprendimento reciproco- learning by doing

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Un passo indietro

La scuola, nella sua mente istituzionale, non ritiene che gli insegnanti abbiano un ruolo creativo; li considera solo dei tecnici che svolgono un lavoro tecnico e in tal caso la parola addestramento è perfettamente adeguata. […] La scuola ha una tendenza connaturata a rendere infantili i bambini mettendoli in condizione di dover seguire le istruzioni altrui, di svolgere compiti dettati da altri e che, soprattutto, non hanno alcun valore intrinseco: a scuola si studia solo perché chi ha predisposto i programmi ha deciso che determinati insegnamenti servono a plasmare lo studente secondo una forma desiderabile.

Seymour Papert (1994), I bambini e il computer. Nuove idee per i nuovi strumenti dell’educazione, Rizzoli, Milano.

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questo sistema educativo, che dovrebbe aiutare la gioventù a capire la rivoluzione in atto nel suo ambiente ed adattarvisi, viene invece usato come uno strumento d’aggressione culturale, che impone alla gioventù […] gli antiquati valori visuali della morente epoca alfabetica. Il nostro intero sistema educativo è reazionario, orientato verso valori e tecnologie del passato, e continuerà senza dubbio su questa linea finché la vecchia generazione non cederà il potere. Il divario tra le generazioni è in realtà un baratro, che non soltanto divide due gruppi d’età diversa ma due culture largamente divergenti. Io capisco il fermento nelle nostre scuole, perché il nostro sistema educativo […] è un sistema morente e sorpassato, fondato su valori alfabetici, e su dati frammentari e categorie interamente inadatte ai bisogni di questa generazione, la prima nata dalla televisione.

Marshall McLuhan, Intervista con Eric Norden, Playboy, marzo 1969 [in McLuhan M. (1982), Dall’occhio all’orecchio, Armando, Roma]

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Per McLuhan, già negli anni Sessanta, chiedere a un ragazzo dell’epoca elettronica di reagire favorevolmente alle formule del vecchio sistema educativo «è come chiedere a un’aquila di nuotare».

c’è una differenza abissale tra il moderno ambiente familiare delle informazioni elettriche integrate e l'aula scolastica. Il ragazzino televisivo di oggi è sintonizzato sulle notizie “adulte” minuto per minuto: inflazione, sommosse, guerre, tasse, delitti, bellezze al bagno. Resta sconvolto quando entra nell’ambiente ottocentesco che ancora caratterizza l'ordinamento scolastico, in cui le informazioni sono scarse, ma ordinate e strutturate secondo modi, argomenti e orari frammentari e classificati. È per natura un ambiente molto simile a qualsiasi organizzazione di fabbrica, coi suoi depositi di materie prime e le sue catene di montaggio.

McLuhan M., Fiore Q. (1968), Il medium è il massaggio. Un inventario di effetti, Feltrinelli, Milano.

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Ancora, per McLuhan ogni interpretazione della trasformazione sociale e culturale è impossibile senza una conoscenza del modo in cui i media funzionano da ambienti.

Di fronte a una situazione assolutamente nuova, tendiamo sempre ad attaccarci agli oggetti, all’aroma del passato più prossimo. Guardiamo il presente in uno specchietto retrovisore. Arretriamo nel futuro.

In nome del “progresso” la nostra cultura ufficiale sta cercando di costringere i nuovi media a fare il lavoro dei vecchi.

Noi imponiamo la forma del vecchio al contenuto del nuovo.

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Oggi i giovani vivono miticamente e in profondità. Ma vanno incontro all’istruzione in situazioni organizzate secondo informazioni classificate: le materie sono sconnesse tra loro, sono concepite visivamente come cianografie. Molte nostre istituzioni sopprimono tutta l’esperienza naturale diretta dei giovani, che reagiscono con gioia innata alla poesia e alla bellezza del nuovo ambiente tecnologico, l’ambiente della cultura popolare. E questa, se fosse studiata come una forza attiva (e non necessariamente benigna), potrebbe essere la loro porta di accesso a tutte le imprese del passato.

È cosa della massima urgenza che i nostri istituti scolastici si rendano conto che ora ci troviamo in piena guerra civile tra questi ambienti creati da media diversi da quelli della parola stampata. Oggi l’aula scolastica è una lotta vitale per la sopravvivenza contro il mondo “esterno” immensamente persuasivo creato dai nuovi media d'informazione. L’educazione deve spostarsi dall’istruzione, dall’imposizione di normografi, alla scoperta, al sondaggio e all’esplorazione, alla ricognizione del linguaggio delle forme.

McLuhan M., Fiore Q. (1968), Il medium è il massaggio. Un inventario di effetti, Feltrinelli, Milano.

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Da McLuhan alle dimensioni della partecipazione online

Nell’ambito dell’e-learning, prima del Web 2.0, era dominante l’idea dell’insegnamento come erogazione: dalla fonte al ricevente, come nelle prime teorie sui media.

Mentre nell’ambito delle teorie della comunicazione il paradigma ipodermico appartiene al passato già da tempo, in ambito educativo si inizia solo ora (peraltro più fuori che dentro le istituzioni formative) a considerare realmente la possibilità di seguire logiche di costruzione partecipata del sapere, di lavorare seguendo dinamiche reticolari, di dar vita a comunità di pratica e di apprendimento che operino dentro i media e con i media, non più privilegiando una sola, salvifica, porzione dell’intero sistema mediale.

È necessario considerare:

- sistema dei media

- superamento dello schema basato sulla contrapposizione mediale

- la tecnologia ha a che fare con le forme di comunicazione ed educazione

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Da McLuhan alle dimensioni della partecipazione online

I mass media cedono il passo a tecnologie più personali e a forme di comunicazione e apprendimento insieme sociali e fortemente individuali.

La crescente esigenza di comunicazioni più personali e più situate - più decentrate e interattive - rivela le qualità di uno scambio che proprio gli stessi mass media avevano suggerito nelle performance dei loro consumatori.

La comunicazione di flusso della radio e della televisione si è prodotta in decenni di conflitti e integrazione tra comunicazione collettiva e consumo individuale, in un processo dialettico di rimandi tra massa e individuo, tra omologazione e diversificazione.

Se i media sono “matrici e tessuto dell’esperienza” (Silverstone 2002), allora le piattaforme espressive e i nuovi media in grado di dare alle persone più controllo, più spazio, e più iniziativa – tecnologie come quelle che consentono l’editing, il remixing e la condivisione di materiali audio-video, i wiki, i social network, gli ambienti immersivi, i videogames, etc. – vanno interpretate per quello che sono:

media connessi a percorsi di apprendimento diffusi che sarebbe insensato lasciare ai margini delle esperienze educative istituzionali.

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Un sistema educativo che dipende esclusivamente dalla tecnologia della scrittura e della stampa non può e non riesce così a dare risposte alle sollecitazioni di una dimensione fortemente orale come quella delle trasmissioni radiofoniche e televisive, e così potentemente interattiva e immersiva come quella della rete.

Eppure l’educazione viene ancora organizzata secondo l’ordine sequenziale [fordista] di una divisione asettica e schematica della conoscenza, che oltre a risultare non di rado lontana dagli interessi, dai desideri e dai sentimenti delle persone coinvolte nel processo d’apprendimento, comporta perfino una organizzazione in compartimenti stagni del sapere, spesso non comunicanti tra loro.

Ancora McLuhan: “l’ordinamento scolastico, in cui le informazioni sono scarse ma ordinate e strutturate secondo modi, argomenti e orari frammentari e classificati […] è per natura un ambiente molto simile a qualsiasi organizzazione di fabbrica, coi suoi depositi di materie prime e le sue catene di montaggio”.

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Non è possibile parlare di educazione se non all'interno dei processi di determinazione prodotti dai molti media del presente.

E-learning: il senso della “e”

- apprendimento tramite qualsiasi tecnologia informatica?- apprendimento in rete?

exciting, energetic, enthusiastic, emotional, extended, excellent, and educational(Bernard Luskin)

E-learning come semplicemente learning?

In un primo momento la rete serviva a supportare e riprodurre a distanza la didattica tradizionale basata sulla presenza.

Successivamente sono emerse caratteristiche originali, avanzate, specifiche dell’on-line, impossibili da riprodurre nella didattica frontale.

Per questo si inizia a parlare di i-learning (internet-learning). Non è la tecnologia della “e” che fa la didattica, ma sono le reti di persone che vi partecipano e le loro modalità di relazione: la “i” quindi evidenzia la internet-ness dell’apprendimento on-line.

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Rethinking didactics: towards i-learning

Moodle International Conference, Rome 2008

http://www.moodlemoot.it

esercitazione e dimostrazione:http://moodle.org

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E-learning

Secondo le definizioni correnti, i materiali didattici dovrebbero essere costruiti in modo da garantire alcune caratteristiche della formazione online:

modularitàil materiale didattico deve essere composto da moduli didattici, chiamati anche Learning object (LO) in modo che l'utente possa dedicare alla formazione brevi lassi di tempo (indicativamente 15/20 minuti di tempo), personalizzando così tempi e modalità di approccio ai contenuti.

interattivitàl'utente deve interagire con il materiale didattico, che deve rispondere efficacemente alle necessità motivazionali dell'interazione uomo-macchina.

esaustivitàogni Learning Object deve rispondere a un obiettivo formativo e portare l'utente al completamento di tale obiettivo.

interoperabilitài materiali didattici devono essere predisposti per poter essere distribuiti su qualsiasi piattaforma tecnologica e per garantire la tracciabilità dell'azione formativa. Sono stati individuati degli standard (AICC, SCORM, IMS) che devono essere implementati per garantire la comunicazione fra diversi sistemi.

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E-learning

LEARNING OBJECTUn learning object è ogni risorsa digitale che può essere riutilizzata per supportare l’apprendimento. Tecnicamente, una unità di istruzione per l'e-learning, riutilizzabile.

I LO sono risorse di apprendimento autoconsistenti, dotate di modularità, reperibilità (tramite metadati), riusabilità e interoperabilità, che ne consentono la possibilità di impiego in contesti diversi.

SCORMLo SCORM (“Shareable Content Object Reference Model”, ovvero “Modello di Riferimento per gli Oggetti di Contenuto Condivisibili”) è tecnicamente un “modello virtuale” (reference model), una raccolta di particolari tecniche che consente lo scambio di contenuti digitali in maniera indipendente dalla piattaforma.

SCORM definisce, nell'e-Learning, le specifiche relative al riutilizzo, al tracciamento e alla catalogazione learning object con i quali vengono strutturati i corsi. La piattaforma di e-learning (LMS) ha il compito di “dialogare” con l’oggetto, interpretando i messaggi che gli vengono passati.

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E-learning

Learning Management System (LMS)

da Wikipedia: “piattaforma applicativa (o insieme di programmi) che permette l’erogazione dei corsi in modalità e-learning”.

I LMS gestiscono i corsi on-line, l’iscrizione e la registrazione degli studenti, il tracciamento delle attività on-line, e sono spesso associati a LCMS (Learning Content Management System) che vengono utilizzati per gestire direttamente i contenuti, lasciando all’LMS la gestione degli utenti e l'analisi delle statistiche.

Caratteristiche:- utilizzo della connessione in rete per la fruizione dei materiali didattici e lo sviluppo di attività formative- minori vincoli di presenza fisica o di orari specifici- monitoraggio costante dei processi di apprendimento- multimedialità- interattività e interazione- partecipazione sincrona e asincrona

LMS, VLE, PLE:e-learning e “insegnamento centrato sullo studente”http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_personal_learning_environments

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E-learning 2.0?

«Web 2.0 è la rete come piattaforma, comprendente tutti i dispositivi interconnessi; le applicazioni Web 2.0 sono quelle che sfruttano maggiormente i vantaggi specifici di tale piattaforma: la distribuzione di software come servizio continuamente aggiornato che diventa migliore quanto più viene utilizzato, con il consumo e il remix di dati da molteplici fonti, inclusi i singoli utenti, che mettono a disposizione i propri dati e servizi in una forma che consente ad altri di remixarli, producendo effetti di rete attraverso una “architettura della partecipazione”, e oltrepassando la metafora della pagina del Web 1.0 per offrire esperienze utente sempre più ricche».http://radar.oreilly.com/archives/2005/10/web_20_compact_definition.html

- passaggio da una prima articolazione in senso reticolare a organizzazioni e strutture prettamente connettive (mettono strettamente in relazione contenuti e utenti)

- web come piattaforma: importanza della decentralizzazione e della partecipazione nell’attuale regime di scambio comunicazionale.

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E-learning 2.0?

applicazioni nate, pensate, utilizzate e modificate:

a)interamente online e non attraverso software da installare su ogni computer (the software never need be distributed but only performed).

b)in maniera collaborativa (the service automatically gets better the more people use it).

“ogni client diventa (può diventare) un server”“ogni lettore diventa (può diventare) un editore”

L’apporto produttivo di ogni ‘nodo’ riveste un ruolo fondamentale per l’organizzazione, lo scambio e più in generale per la crescita del sapere condiviso dagli utenti che fanno parte del processo comunicativo e formativo.

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E-learning 2.0?

Il “web come piattaforma” è alla base della formulazione del concetto di architettura della partecipazione:

contenuti, servizi, funzionalità ed efficienza di programmi e applicazioni migliorano con l’aumentare costante degli utenti che li utilizzano. In quest’ottica sono gli utenti ad aggiungere valore agli strumenti e ai prodotti degli scambi comunicativi.

Yochai Benkler (Yale University): social sharing come modalità economico-produttiva

Alla produzione fondata sui prezzi di mercato e a quella legata all’intervento statale, si sta affiancando una terza modalità produttiva legata alle trasformazioni tecnologiche e basata sulla condivisione.

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E-learning 2.0?

Social bookmarking, tagging e folksonomy sono realtà che si fanno spazio, seppur timidamente, all’interno dei programmi delle istituzioni educative.

Le logiche del 2.0 e della rete tendono a “rimediare” e a ristrutturare potentemente le logiche su cui si fondano i sistemi educativi istituzionali.

social bookmarkingCondivisione in rete dei segnalibri, i riferimenti a siti visitati e ritenuti degni di interesse (e scambio). Popolarità e classificazione sociale dei contenuti attraverso elenchi pubblici: utilità maggiore rispetto ai motori di ricerca che si basano su logiche di fatto più quantitative che qualitative.

taggingAttribuzione di una o più parole chiave, dette tag, che individuano l’argomento di cui si sta trattando, a documenti o, più in generale, file e risorse della rete. Le persone collaborano spontaneamente per organizzare in categorie “dal basso” le informazioni disponibili.

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E-learning 2.0?

FolksonomyNeologismo attribuito a Thomas Vander Wal, da “folk” e “taxonomy”: una folksonomy è una tassonomia (dal greco - taxis e nomos, ‘ordine’ e ‘amministrazione’) generata dagli utenti in modo partecipato e non ricevuta dall’alto (es. Flickr, YouTube, etc.). Si distingue dai metodi di classificazione formale (tassonomie classiche, top-down taxonomies), e prende corpo in modo particolare in comunità non gerarchiche (o diversamente gerarchiche) legate ad applicazioni web attraverso le quali vengono diffusi contenuti testuali o multimediali.

Implicazioni per l’apprendimento: “esperti” e “non esperti” nel 2.0

La logica del sapere e dell’apprendimento tradizionale e le logiche della partecipazione possono convivere?

Dal ‘wiki’ a Wikipedia passando per la costruzione della scienza moderna

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Quali connessioni tra e-learning, web 2.0 e ampliamento delle logiche della scienza moderna?

Wiki“wiki” viene da un termine in lingua hawaiiana che significa “rapido”, “molto veloce”. Ward Cunningham (il padre del primo wiki, Portland Pattern Repository del 1995) si ispirò al nome wiki wiki usato per i bus navetta dell’aeroporto di Honolulu.

Sito (o serie di documenti ipertestuali in rete) che può essere modificato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso.

La modifica dei contenuti è aperta, nel senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti (a volte soltanto se registrati, altre volte anche anonimi) procedendo non solo per aggiunte, ma anche cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Ogni modifica è registrata in una cronologia che permette in caso di necessità di riportare il testo alla versione precedente; lo scopo è quello di condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare la conoscenza in modo collaborativo. “wiki” indica anche il software collaborativo utilizzato per creare il sito web.

Un wiki permette di scrivere collettivamente dei documenti in un semplice linguaggio di markup usando un web browser.

Una singola pagina in un wiki è chiamata “pagina wiki”, mentre l'insieme delle pagine, che sono usualmente strettamente interconnesse, è chiamato “il wiki”.

Una caratteristica distintiva della tecnologia wiki è la facilità con cui le pagine possono essere create e aggiornate.

wiki: documentazione, knowledge base (anche d’impresa), enciclopedie, wiki comunitarie, wiki personali, wiki aziendali, etc.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

WikipediaIl progetto: la creazione collettiva della enciclopedia libera e affidabile più grande della storia, in termini sia di ampiezza che profondità degli argomenti trattati.

Condivisione da parte dei wikipedians della filosofia «open» alla base dell’intero progetto, la partecipazione attiva – e in continua crescita – dei membri, la creazione di progetti “fratelli” non più legati esclusivamente al sapere enciclopedico, nonché l’architettura del software (wiki).

Wikipedia (2001) nacque come piano di lavoro complementare di Nupedia (2000), un progetto con scopo analogo la cui redazione era affidata ad esperti che lavoravano seguendo processi formali di revisione.

Da Wikipedia e Nupedia fu creata la Fondazione Wikimedia il 20 giugno 2003: Wikipedia e i progetti fratelli operano da allora sotto questa organizzazione.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

La cultura free knowledge/open source cerca di concretizzare nella produzione di software i valori e i metodi propri della ricerca scientifica: libertà, partecipazione, efficienza, diffusione delle acquisizioni, condivisione della conoscenza.

La diffusione libera della conoscenza è considerata in quest’ottica un elemento chiave per la costruzione di una cultura libera.

La comunità di Wikipedia accoglie in modo originale l’eredità dell’avventura enciclopedica settecentesca, con la costruzione nel tempo di un’enciclopedia che si vuole ‘libera’ da pregiudizi e ‘libera’ da vincoli legislativi legati alla riproduzione e alla diffusione del sapere.

A muovere gli enciclopedisti era la volontà di seguire una philosophie pratique, un pensiero che fosse ‘pratico’ ma anche «staccato e distante» di fronte alla politica dei re, dei principi, dei ricchi. La forma che questo atteggiamento («l’indipendenza da tutti i poteri») assume in Wikipedia è il Neutral Point Of View (NPOV).

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Una delle linee guida di Wikipedia prevede che tutte le voci siano trattate da un punto di vista neutrale. Secondo le idee del fondatore Jimbo Wales, NPOV è una regola assoluta e non discutibile. L’uso del NPOV è perciò regola inderogabile di Wikipedia. Suo esatto contrario può essere considerato il cosiddetto POV, punto di vista personale e/o unilaterale assolutamente da evitare. Il NPOV è un concetto fondamentale in Wikipedia: un’enciclopedia non assume alcuna posizione, né di condivisione, né di rigetto di alcuna interpretazione di ciò che descrive. Un’enciclopedia assume la sola posizione di un punto di vista neutrale, sul quale tutte le parti interessate possano concordare. [wikipedia/aiuto:NPOV]

Il “punto di vista neutrale” deriva dall’elaborazione delle premesse teoriche alla base della scienza moderna, e dal ragionamento scientifico in generale, come risulta evidente dal seguente passaggio:

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Non è naturalmente sempre possibile ottenere un consenso unanime su tutti i temi trattati: differenze ci sono e ci saranno sempre, ed è nel fondamento medesimo della scienza moderna evitare di assumere valori assoluti come eternamente immodificabili. È però possibile, ed anzi preferibile, effettuare una razionale disamina degli argomenti trattati, di modo che i concetti esposti possano essere considerati da tutti i lettori come oggettiva ed affidabile base di considerazione. Wikipedia non assume pertanto alcuna posizione di avallo o di ricusazione, nessuna idea è prevalente se non, per scientifico ragionamento, abbia a rivelarsi effettivamente preferibile alla luce di oggettive ed obiettive considerazioni generali. [wikipedia/aiuto:NPOV]

Nell’invito a una “razionale disamina degli argomenti trattati”, nelle posizioni assunte “alla luce di oggettive ed obiettive considerazioni generali”, è possibile rintracciare i valori alla base dello sviluppo secentesco della scienza moderna.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

La stessa mentalità enciclopedica, basata sull’ordine e la classificazione, si sviluppa nei primi decenni del Settecento a partire dal metodo baconiano di classificazione e raccolta, per definizione volto a un «rinnovamento perpetuo».

“Perpetual beta” del 2.0

Un buon wikipediano presenterà le diverse opinioni in contrasto, segnalando lealmente le ragioni dei sostenitori e quelle degli oppositori. […] in Wikipedia saranno presenti solo voci che seriamente, oggettivamente e lealmente descrivano la realtà dei fatti e delle situazioni, possibilmente col supporto di fonti autorevoli e dati attendibili. [wikipedia/aiuto:NPOV]

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

In quel “possibilmente” si può leggere il rifiuto del formalismo pseudoaccademico degli enciclopedisti wikipediani, in favore di una creazione pratica anche imperfetta, parziale, difettosa, ma fruttifera .

gli accademici sono esperti nello scrivere per altri accademici, ma una enciclopedia necessita di essere accessibile a chiunque[wikipedia:Risposte_alle_obiezioni_comuni]

Il fatto stesso che l’enciclopedia sia un corpus di conoscenze in continua evoluzione, ovvero in continuo aggiornamento (e revisione), implica la perfettibilità di ogni suo articolo da parte della comunità. È evidente, in un siffatto ordine del discorso, l’accettazione della «socialità» di ogni verità.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Dal «rendre la philosophie populaire» dell’Illuminismo agli obiettivi di Wikipedia:

l’accesso pubblico alla letteratura, all’arte, alla musica, ai film, ecc., è essenziale per preservare e far progredire la nostra eredità culturale [wiki/Pubblico_dominio]

Già dai tempi del processo a Galileo numerosi scienziati e pensatori europei convinti dell’utilità sociale della scienza fecero appelli pubblici per incoraggiare lo studio della natura e l’accesso alla scienza da parte di tutti i gruppi sociali.

Wikipedia non si limita a condividere l’idea della libera fruizione della conoscenza, ma ne promuove la libera creazione da parte di chiunque. Nella pagina principale della comunità è presente un invito rivolto a tutti i visitatori del sito: “You can help build Wikipedia into a better encyclopedia and wiki community by editing and creating new articles”.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

La conoscenza proviene sia dall’esterno che dall’interno: nasce dal confronto di testi e documenti e dalla libera rielaborazione degli stessi, attraverso la cooperazione alla creazione delle voci e delle pagine.

La riformulazione è alla base della maggior parte dei contenuti di Wikipedia: dalle letture di saggi, articoli di enciclopedie, ricerche o altri materiali, i membri rielaborano le informazioni necessarie per creare gli articoli e pubblicarli.

L’informazione su Wikipedia è libera, e quel che la licenza GFDL assicura è proprio la libertà dell’informazione e della circolazione del sapere.

La conoscenza non è mai data una volta per tutte: Wikipedia è concepita dai propri membri come un lavoro in corso, una bozza, una eterna “versione beta”.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

cos’è più corretto?

1.Un articolo che ha un’ampia circolazione, soggetto a scrutinio, correzioni, e miglioramento potenzialmente costante, in un periodo di mesi o anni, da parte di un ampio numero di esperti ed entusiasti.

2.Un articolo scritto, come succede per molti articoli di enciclopedia, da uno scrittore professionista non specializzato o da uno studioso medio, e non soggetto a revisione pubblica e miglioramento.

[wikipedia:Risposte_alle_obiezioni_comuni]

La mole di informazioni accumulata nel tempo deve però essere indicizzata in maniera efficiente: Wikipedia è infatti un gigantesco ipertesto, e la funzione del linking è essenziale sia per i collegamenti interni che per quelli esterni.

La profonda differenza tra un’enciclopedia digitale e una tradizionale è una tecnologia che consente realmente di collegare tra loro le informazioni, e di collegare tra loro le persone.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

La politica della comunità non privilegia le distinzioni tra persone (ad es. accademici contro dilettanti) ma cerca di integrare le diversità di competenze e gli stili di scrittura nella prospettiva di una creazione collaborativa della conoscenza.

Wikipedia fornisce spazio su server gratis e senza limiti e strumenti di costruzione delle pagine ben progettati, per chiunque voglia fare qualcosa che rientri nella missione di Wikipedia e non si preoccupi di possedere l’informazione; una descrizione che corrisponde al prototipo del ricercatore accademico. Potrebbe essere divertente, per persone intellettualmente serie sapere che stiamo creando una cosa di qualità. È parte dell’etica del volontario – la gioia di aiutare gli altri. E […] molte persone credono che noi, qui, stiamo creando una cosa di qualità. [Wikipedia:Risposte_alle_obiezioni_comuni]

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Wikipedia ha la sua parte di lavoro amatoriale, «bene intenzionato ma male informato». Il lavoro dei dilettanti è il benvenuto, perché per scelta si preferisce avere un articolo amatoriale su un argomento (che può essere in seguito migliorato), piuttosto che lasciare l’argomento scoperto.

Di norma, poi, il lavoro amatoriale viene col tempo corretto, come viene spiegato nel sito: «Gli errori macroscopici vengono sistemati rapidamente dalle tante persone che leggono Wikipedia ogni giorno. […] Wikipedia beneficia dei dilettanti e degli esperti, che lavorano assieme. Questo può rendere i nostri articoli di matematica più comprensibili del libro di testo medio».

Si ritiene che più persone ci saranno ad abusare di Wikipedia, più ce ne saranno ad evitare gli abusi: con l’aumentare del traffico aumenterà il numero di persone che lavorano o si prendono cura del progetto.

In quest’ottica, un maggior numero di articoli e partecipanti porterà a una qualità maggiore: più utenti vedono un articolo, più evidenti diverranno gli errori nel tempo.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Inoltre, statisticamente, più gente partecipa, più alto sarà il numero di esperti, e questa sembra essere l’esperienza osservata finora.

Va detto anche che le persone normalmente tendono a non occuparsi di articoli di cui non sanno niente, e in particolar modo quando l’articolo appare ben sviluppato.

Il problema della qualità di testi scritti da un arbitrario gruppo di persone è dunque ben chiaro ai membri della comunità, i quali ritengono però che «più occhi vedono un articolo, più trasparenti appariranno gli errori (a lungo andare)», a prescindere dalla notorietà dei contributors:

Wikipedia è sia un prodotto sia un processo. Anche se il prodotto non è ancora perfetto, il processo assicura che alla fine di ogni giorno l’enciclopedia avrà una qualità maggiore di quella che aveva all’inizio del giorno. Questo non garantisce che alla fine raggiungeremo la perfezione (se una cosa simile è possibile), ma è qualcosa in cui credere. […]

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

In altre parole, la conoscenza del processo, e il fatto che include partecipanti che sono esperti in un ampia gamma di argomenti, è potenzialmente un sostituto della conoscenza che qualche particolare (supposto) esperto abbia scritto un particolare articolo.

Forse la domanda importante da porsi è, “Quanto esperta è la comunità di persone che hanno creato Wikipedia?” La risposta è, “Noi abbiamo esperti in campi differenti, e nuove persone altamente qualificate arrivano in ogni momento”. […] l’ipotesi che l’apertura sia di beneficio alla qualità è già stata provata, a beneficio dell’ipotesi: gli articoli su cui hanno lavorato molte persone diverse nel contesto di Wikipedia, sono ora comparabili agli articoli che si possono trovare in alcune eccellenti enciclopedie. [wikipedia:Risposte_alle_obiezioni_comuni]

Dicembre 2005: ricerca di Nature su Wikipedia e l’Encyclopædia Britannica, e relativo dibattito. Secondo la rivista, le due enciclopedie sono sostanzialmente equiparabili per numero di errori e qualità degli articoli.

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Wiki, Wikipedia, le logiche della conoscenza

Le divisioni gerarchiche tra i membri di Wikipedia sono ridotte al minimo, quel che basta “per mantenere l’ordine” e mantenere il progetto nella giusta direzione.

I membri preposti al buon funzionamento pratico (e tecnico) della comunità sono gli amministratori, i burocrati, gli steward.

The message of Wikipedia is not “trust authority” but “explore authority.”

Authorized information is not beyond discussion on Wikipedia, information is authorized through discussion, and this discussion is available for the world to see and even participate in. This culture of discussion and participation is now available on any website with the emerging “second layer” of the web through applications like Diigo which allow you to add notes and tags to any website anywhere.

Michael Wesch

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Moodle (http://moodle.org): pacchetto software per la produzione di siti web e corsi “internet-based”, un progetto di sviluppo in continua evoluzione creato e gestito in maniera volontaria e collaborativa da una comunità di insegnanti e addetti ai lavori di diverse nazioni, e pensato per un’educazione di impostazione socio-costruttivista.

Il nome è l’acronimo per Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment: si tratta di un course management system (CMS) open source rilasciato su licenza GNU. Moodle è nato per aiutare gli educatori a creare vere e proprie online learning communities.

Dietro l’idea di «social constructionist pedagogy» vi è un richiamo seppur rapido ai concetti di constructivism, constructionism, social constructivism, separated/connected behaviour: la costruzione di qualcosa di cui altri possano fruire, la condivisione di una cultura che produca «shared artifacts with shared meanings», e dunque la costruzione di nuova conoscenza attraverso l’interazione in un ambiente dinamico e in continuo cambiamento

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Obiettivo: coniugare l’approccio ‘oggettivo’ e fattuale tipico dell’istruzione tradizionale e del ragionamento scientifico con un approccio più aperto allo scambio e alla costruzione di sapere condiviso.

La prospettiva costruttivista di Moodle prevede studenti attivamente impegnati nella creazione di significati, coinvolti nella ricerca e nella produzione di conoscenza, in base anche a ciò che già conoscono, e non solo sulla scorta di nozioni e processi che possono ripetere in maniera meccanica.

Oltre che dagli insegnanti, gli studenti imparano gli uni dagli altri, in un percorso non più unidirezionale e decisamente meno gerarchico.

Moodle ha una struttura modulare (PHP con interfaccia grafica basata su fogli di stile CSS), per cui aggiungere le ‘attività’ che formano un corso è un’operazione relativamente semplice; la responsabilità della creazione dei corsi è attribuita agli insegnanti, e di norma i corsi sono divisi in corsi settimanali, per argomento, o relazionali.

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Cinque livelli di utenza

Amministratorigestiscono di norma l’intera piattaforma, e si occupano dei corsi, dei moduli e dell’assegnazione agli utenti di ruoli, livelli e poteri di controllo; possono creare, eliminare e modificare pressoché tutti i materiali presenti sul sistema

Insegnantihanno poteri di gestione (creazione, eliminazione, modifica) solo sui corsi in cui sono docenti: si occupano della gestione degli utenti iscritti (attribuzione di livello all’interno dei corsi, valutazione e controllo) come delle attività e dei vari moduli, dell’impaginazione e della collocazione delle risorse e dei materiali.

Insegnanti senza poteri di modificavengono accreditati ai corsi senza la funzione di editor, e possono moderare i forum, attribuire valutazioni e consultare i rapporti delle attività dei corsisti, ma non possono intervenire sulla gestione vera e propria della piattaforma.

Utenti normalidi solito sono gli studenti, possono intervenire in alcuni moduli e non in altri, e non possono creare, eliminare o modificare materiali; gli studenti non possono accedere ai resoconto delle attività di altri utenti.

Ospitiutenti non registrati ai quali amministratori e insegnanti permettono l’accesso ai corsi per semplice consultazione.

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In Moodle i corsi sono suddivisibili in categorie e sottocategorie, oppure vengono inseriti in una lista senza attribuzioni di sorta; a ogni corso di norma vengono assegnati un titolo e un nome breve, per una rapida identificazione all’interno della pagina principale.

I corsi possono essere classificati per argomenti, per cadenze temporali, o per tipo di relazione con altre risorse (attraverso il forum centrale vengono disposti attività, blocchi, etc.).

‘Attività’:- compito, da svolgere online e offline;- chat, per la comunicazione sincrona tra i partecipanti;- scelta, per veloci sondaggi a cui gli studenti possono rispondere; - forum, area per discussioni tematiche;- glossario dei termini utilizzati nei corsi- lezione, creata dall’insegnante secondo una struttura a cascata di pagine navigabili dallo studente;- quiz, comprendente varie forme di domanda (vero/falso, a scelta multipla, a risposta breve, a corrispondenza, a caso, numeriche, incluse nel testo);- workshop, lavoro di gruppo per il controllo e la valutazione reciproca dei lavori che gli studenti gestiscono online (anche se ciascun partecipante può giudicare il lavoro degli altri, è l’insegnante che determina la valutazione finale degli studenti e controlla inizio e fine delle attività);- scorm, per il tracciamento;- wiki, per la creazione partecipata e la condivisione di materiali.

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L’insegnante non si limita a creare contenuti didattici, ma si occupa della gestione degli studenti, delle informazioni su ogni allievo, dei calendari (di siti, corsi, utenti), dei voti, delle scale di valutazione, delle registrazioni e degli accessi di ogni utente, così come del caricamento sulla piattaforma di files e documentazione varia, ecc.

Gli studenti hanno diversi gradi di libertà, a seconda del tipo di attività in cui sono coinvolti (tutti hanno la possibilità di creare il proprio profilo inserendo dati, foto, ecc.), e partecipano a uno o più gruppi di attività.

Sia gli studenti che gli insegnanti possono essere iscritti manualmente a un corso o venirne cancellati dagli amministratori (la gestione avviene attraverso un pannello di controllo di Amministrazione).

I Log di Moodle registrano e mostrano nel dettaglio l’attività di ogni studente, archiviando tempi e tipi di risorse utilizzate, ‘attività’ a cui si è preso parte, ecc. Naturalmente gli studenti possono collegarsi «a qualunque ora di qualunque giorno, da qualunque computer, per interagire con il proprio corso».

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La comunità di Moodle è attiva anche su Second Life (http://secondlife.com), l’ambiente multiutente e tridimensionale creato nel 2003 dalla società americana Linden Lab.

Il progetto in corso si chiama Sloodle (Second Life Object Oriented Distributed Learning Environment), e grazie ad esso i residenti di Second Life interagiscono con servizi e contenuti di learning management sincroni e asincroni (oggetti e risorse distribuiti nell’ambiente virtuale, meeting, conferenze, lezioni, etc.).

Oggetti didattici di Sloodle (http://sloodle.com) possono essere ad esempio delle presentazioni, visualizzate o proiettate su lavagne di classi virtuali.

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L’ambiente Moodle può essere visto come linguaggio o enciclopedia, ovvero:- la forma che diamo alla nostra attività didattica- lo spazio mentale entro cui si progetta e si realizza la formazione

Le prospettive della didattica costruzionista e quelle dell’insegnamento frontale in linea di principio non sono distanti:

• motivare sapere

• favorire apertura mentale

• sollecitare esperienza e conoscenza

• far crescere consapevolezza

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-A questi aspetti si deve aggiungere sensibilità strategica per

• esperienza condivisa• conoscenza reticolare• creatività connettiva• sapere dialogico• pratica comunitaria

In rete si pongono le condizioni per una rimediazione della didattica.

La testualità libresca ha dato forma alla didattica che tuttora conosciamo e pratichiamo, caratterizzata da

disciplina – oggettualità – isolamento – distacco

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Emergono caratteristiche come:

- reticolarità- interattività- condivisione- partecipazione

In questo senso l’ipertestualità della rete non è alternativa alla testualità, ma è la cornice che consente di problematizzare la testualità.

La formazione di rete non si contrappone alla formazione in presenza enon ricalca la formazione in presenza.

In questo senso, la pratica e il sapere di rete rimediano la didattica, e restituiscono complessità alla dimensione dell’apprendimento.

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Formale e informale

e-learning e facebook[da una discussione su forum di corso moodle per master online]

Giuseppe:Mi sono iscritto su facebook e l'ho detto ai miei allievi del quinto. Mi pongo un problema: alcuni di loro mi hanno chiesto di diventare loro amico, cosa devo fare? Con i miei allievi ho sempre cercato di mantenere un rapporto basato sul rispetto dei ruoli e delle regole, ma ora la nuova piazza virtuale della rete dove tutti passano e possono interagire mette in discussione il mio assunto. Cerco consigli.

Marco:Se mi posso permettere di rispondere, credo tu solo debba scegliere che cosa vuoi fare sempre secondo la tua personalità.Io su FaceBook, oltre agli amici di pari età, sono letteralmente invaso dai miei allievi attuali, post-diploma, laureandi e laureati.Mi fa solo piacere.Se vuoi puoi vedere da me, cerco il tuo nome e ti aggiungo alla lista dei miei amici, così potrai osservare da vicino.PS: una cosa sola però devo aggiungere, lì, su FB, non sono più solo il loro professore, sono fuori, in piazza e come tale devo comportarmi.

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Formale e informale

e-learning e facebook?Peter:Come collega mi permetto di scriverti anche io raccontando la mia esperienza.Ho iniziato a usare Facebook da diversi mesi e ho "fatto amico" molti studenti, presenti e passati. Non credo di aver perso rispetto per questo, poiche' ritengo che siano altri i comportamenti che minano la fiducia e il rispetto degli studenti verso i docenti. Piuttosto Facebook mi da' un canale ulteriore per conoscere meglio i ragazzi che in classe risultano sfuggenti, diffidenti e talora ostili.E' vero che le comunicazioni su FB si riverberano in modo incontrollato e incontrollabile in direzioni inaspettate e ignote, e che occorre pesare con saggezza cio' che si scrive o che non si scrive. Ovvero meglio rinviare l'invio di una mail o di un messaggio di mezza ora piuttosto che fare velocemente una sciocchezza. Fra l'altro: nulla è più duraturo della volatilita' di internet. Una foto inadeguata che resta in rete per 12 ore può restare per la vita sull'hard-disk di qualcuno a noi ignoto.Un aspetto a cui presto attenzione e' la privacy dei miei studenti. SU FB è facile conoscere una grande quantità di cose su abitudini, trasgressioni, delusioni e quant'altro dei miei studenti/studentesse. Comportamenti che occorre trattare con sensibilita' e rispetto delle persone. In questi casi una mail inviata in privato o un colloquio nel “mondo reale” sono utili. Aggiungerei che FB è stato utile in alcune situazioni difficili per i ragazzi, molto di piu' della mail. Soprattutto e' stato possibile parlare di argomenti che "in the real life" mai e poi mai sarebbero stati trattati.Un secondo aspetto sono le sorprese sulla personalità e sulle virtù degli studenti. Il ruolo recitato in classe spesso è diverso da quello che si rivela in FB. E come puoi immaginare, molte volte le persone che in classe danno più problemi, fuori dalla classe, e quindi anche su Facebook, rivelano intelligenza e sensiblita'. Lasciati stupire.L'importante è non fare la lezione su FB come fai in classe, questo ti rende stucchevole. FB piuttosto è una cartina di tornasole della qualità dei rapporti. Con questo non intendo dire che FB sia la VERITA' che risolve tutti i problemi; più semplicemente credo che se la qualità dei rapporti è buona nella vita reale, FB rifletta tale bontà. Questo non assicura che i rapporti migliorino per il solo fatto di usare FB.

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“Information R/evolution”by Michael WeschAssistant Professor of Cultural AnthropologyKansas State University

http://www.youtube.com/user/mweschhttp://mediatedcultures.net

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“A Vision of Students Today”by Michael WeschAssistant Professor of Cultural AnthropologyKansas State University

http://www.youtube.com/user/mweschhttp://mediatedcultures.net

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Riferimenti

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Webhttp://moodle.org http://www.moodlemoot.it http://en.wikiversity.org/wiki/Moodle http://www.eduspaces.net http://mediatedcultures.net http://www.diigo.com http://ltaonline.uniroma3.it http://www.academiccommons.org/issue/january-2009 http://en.wikipedia.org/wiki/History_of_personal_learning_environments http://www.britannica.com/blogs/2008/10/a-vision-of-students-today-what-teachers-must-do/ http://www.google.com/a/help/intl/it/admins/resources/setup/step_six.html

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contatti:

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