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La devastazione dellabuso di oppiacei

Le qualit enteogene e positivamente psicoattive di ogni sostanza capace di indurre stati alterati di coscienza tendono a diminuire quando insorge, in chi ne fa un uso improprio e sregolato, il fenomeno dellassuefazione e in particolare per alcol, barbiturici e oppiacei della graduale dipendenza fisica. In tali circostanze, che costituiscono lo sfondo dellattuale flagello della tossicodipendenza di massa, la mutazione neurologica creativa si trasmuta in forme di perniciosa intossicazione e la droga sacra diviene un autentico veleno coattivo, il cui utilizzo, necessariamente sempre pi frequente e sproporzionato, avr leffetto non pi di dilatare sensi e mente, bens di mantenere uno status di equilibrio psicofisiologico sopportabile nellambito di un generale e crescente squilibrio organico e mentale.

La cosiddetta sindrome da astinenza, vissuta da chi abbia sviluppato una dipendenza fisica da oppiacei (morfina, codeina e soprattutto eroina) e se ne trovi anche solo temporaneamente privato, una delle esperienze fisiologiche pi devastanti che si possano immaginare. Nel gergo popolare dei tossicodipendenti viene definita la rota o, tra i pi colti, la scimmia, resa celebre negli anni 50 dal romanzo di William Burroughs La scimmia sulla schiena.

Sacerdoti e sciamani delle pi diverse culture hanno da sempre sostenuto che le divinit del giardino magico puniscono atrocemente i loro profanatori e la spaventosa descrizione degli sconvolgimenti fisiologici attraversati dallintossicato in astinenza unevidente conferma di questi ammonimenti.

Circa 12 ore dopo lultima assunzione di morfina o eroina il soggetto avverte una violenta agitazione. Si sente debole, sbadiglia, rabbrividisce, suda, mentre un muco acquoso comincia a colare dagli occhi e allinterno del naso. Se limperioso desiderio di riassumere la sostanza non viene soddisfatto nelle successive 11, 12 ore gli effetti si moltiplicano. Gli sbadigli possono essere tanto violenti da slogare la mascella, il muco cola sempre pi copioso, le pupille si dilatano, i peli di braccia e gambe si rizzano e lepidermide si raffredda rapidamente causando sensazioni di freddo intenso. Stomaco e intestini iniziano a contrarsi con estrema violenza, con conseguenti esplosioni di vomito spesso misto a sangue e di diarrea. Le continue evacuazioni intestinali, accompagnate da dolori lancinanti, possono raggiungere 60 scariche diarroiche in un solo giorno, mentre sopraggiungono dolori ossei e muscolari. Dopo 36 ore circa dallultima dose se non vi sono state nuove assunzioni della sostanza i sintomi raggiungono il culmine. Bere e mangiare divengono azioni impossibili, cos come dormire; estrema debolezza e prostrazione si alternano a stati febbrili, brividi violenti e spasimi corporei, che spesso portano a un involontario scalciare dellintossicato che non controlla pi i suoi movimenti. Le secrezioni liquide dal naso e dagli occhi divengono abnormi e aumenta la frequenza di scariche di vomito e diarrea, spesso aggiunte a orgasmi eiaculatori spontanei nei soggetti maschi, peraltro gi resi momentaneamente impotenti.

Soltanto dopo sette, otto giorni di questa tempesta psicofisiologica se non viene immessa nel sangue altra droga, e se lintossicato sopravvissuto, i sintomi iniziano gradualmente a diminuire, lasciando un organismo debilitato e prostrato, le cui malfunzioni richiederanno tempo e molte cure prima di scomparire.