Drink_Style_nov_dic_2012
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La rivista del Bere Bene di
Bimestrale di informazione sul mondo del beverage
Anno 6 - n°36 - Nov/Dic 2012
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Le cose da fareChe anno ci attende? La ripresa ci sa-rà, la ripresa non ci sarà?È difficile fare previsioni, anche per-ché non è ancora chiaro se il governo Monti, o chi ne prenderà fra qualche mese il posto, continuerà a tenere sot-to pressione (con leggi, tasse e balzel-li) coloro che in Italia sono impegnati nella cosiddetta economia reale. È stato detto che la stretta fiscale è stata necessaria per evitare che il paese precipitasse in un default tipo Grecia. Ma per i più la medicina Monti è stata amarissima e per certi ancora più do-lorosa del male. “La cura è riuscita, ma il paziente è morto”, la caustica battuta non sarebbe poi tanto lontana dalla realtà.Ma per fortuna il paziente respira an-cora, è messo molto male, ma c’è. Ci vorrebbe qualcosa di forte per riani-marlo.Ma relativamente alla ripresa il Gover-no ha fatto pochissimo. Quel poco si chiama decreto sulle “Liberalizzazio-ni”, una serie di norme che dovrebbe-ro ridare slancio all’economia. Nel decreto ci sta anche il famoso Art.62, che regola i tempi di paga-mento e stabilisce interessi e sanzioni
per gli inadempienti. L’impatto che avrà l’art 62 sul mercato è tutto, ovviamente, da verificare.C’è chi afferma che impedirà a molte aziende di sopravvivere, chi invece sostiene che servirà a fare ordine sul mercato tagliando tanti rami secchi e qualificando chi opera correttamente. Un fatto è però certo: la contingenta-zione dei tempi di pagamento costrin-gerà le aziende della filiera Horeca a lavorare più e meglio sulla gestione del magazzino e sul servizio. La gestione del magazzino è fonda-mentale per evitare di comprare “tan-ta” merce, (magari perché c’è il prez-zo) ma che poi si fa fatica a vendere e quindi a pagare nei 60 giorni.Così come fondamentale sarà conse-gnare, al bar o al ristorante che sia, piccole partite di merce, più semplici da smaltire e quindi da farsi pagare. Attenta gestione del magazzino, una più certosina gestione del cliente e una maggiore valenza del “servizio”: sono queste le cose che bisogna fare, che la crisi e l’Art. 62, volente o no-lente “costringerà” a fare. E se si faran-no, e si faranno bene, il nuovo anno potrà offrire qualche soddisfazione in più, con magari qualche tassa in me-no.
Rivista specializzata di:72021 Francavilla Fontana (Br)
C.da Carlo Di Noi InferioreVia per Ceglie Km 1
Tel. 0831.815906 - Fax 0831.811050www.udial.it - [email protected]
Anno 6 - Numero 36Novembre/Dicembre 2012
Direttore Responsabile: Giuseppe Rotolo
Editore:
Iscrizione al R.O.C. n°6648V.le Aldo Moro, 44 - 70043 Monopoli (BA)
Tel. 080.9306460 - Fax [email protected] - www.inputsrl.it
Testi e collaborazioni: Marianna Iodice, Angela Svezia,
Maria Vittoria Petrosillo, Valeria Todisco.
Tutti i diritti di riproduzione di testi e foto, in qualsi-asi forma, compresa la messa in rete, sono riservati. Per qualsiasi utilizzo è necessaria un’autorizzazione scritta dell’editore.
Ai sensi dell’Art. 10 della L. 675/1996, le finalità del trattamento dei dati relativi ai destinatari del presente periodico consistono nell’assicurare un’informazione tecnica, professionale e specializzata a soggetti iden-tificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interes-sati i diritti di cui all’Art. 13 della suddetta legge.
Reg. Trib. Bari n°49 del 10/12/2007
a cura di Giuseppe Rotolo
La rivista Drink Style è di proprietà del consorzio U.DI.AL. - Consorzio fra distributori indipendenti di bevande. La pubblicazione ha il compito di trasferire e implementare, attraverso l’informazione puntale, credibile e professionale, il sapere e la cultura del fuoricasa italiano.La rivista è edita bimestralmente e postalizzata in modo mirato verso i locali altovendenti ho.re.ca. e superhoreca, clienti dei soci del consorzio.
edizioni
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Nella prima metà dell’anno le
stime del CDA e di altre fonti non
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tranne che per il segmento aperitivi.
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2012 : il beverage fra consumi e nuove leggiPrima di affrontare l’anno che verrà, il 2013 che, al bando la scaramanzia, ci si auspica porti bene, tiriamo una sin-tesi di questo 2012 che ha dato gioie e dolori a tutta la filiera del fuori casa.Il beverage ha vissuto cali e crescite, soprattutto in dipendenza delle tipolo-gie di prodotto analizzate.
Chi va giù e chi va suI dati più certi sono quelli che riguar-dano la prima metà dell’anno: le sti-me del CDA e di altre fonti non sono entusiasmanti, tranne che per il seg-mento aperitivi. Ci sono stati cali (glo-balmente intorno al -6%) per tutte le merceologie, le aree geografiche e i canali. Sembra che l’italiano medio progressivamente rinunci a molte oc-casioni di consumo, con qualche ec-cezione come colazioni e aperitivi:
tende sempre meno a bere, mangiare, divertirsi fuori dalle mura domestiche, comportamento che ha una unica ori-gine, la minor propensione alla spesa causata da un portafogli più leggero. Nel primo semestre tutti i punti vendi-ta registrano cali fra il 4% e il 7%, bar, ristorazione, locali serali. Questi ulti-mi sono stati i più colpiti dalla crisi.Per quanto concerne le referenze, tut-te le tipologie di prodotto hanno subi-to delle battute d’arresto (parliamo sempre dei primi sei mesi dell’anno). Ad andar peggio di tutti sono i succhi; se la cavano molto meglio, pur con alcuni punti percentuali di perdita, bevande gassate, birra in fusti, birra in bottiglia. Persino l’acqua minerale nel primo semestre è scesa del 4,5%.Non risentono della crisi, invece, gli aperitivi alcolici (+ 1%) e i superalco-lici (+ 0,8%), legati al monetò dell’hap-py hour e dell’aperitivo, vero re delle occasioni di consumo, momento che unisce il beverage al pasteggio e che, a costi low, sostituisce sempre più spesso la cena.
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Le vendite di vino in Italia si
sono quasi dimezzate negli ultimi dieci anni
e nel primo semestre del
2012 diminuiscono
anche i consumi interni di spumante
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Il mercato degli aperitivi, anche quelli non alcolici, già da qualche anno trai-na i consumi fuori casa: miscelato o liscio, l’aperitivo è sempre più gradito anche per fattori alternativi al costo: è un momento di convivialità e permet-te accostamenti con appetizer diversi, sempre più assortiti e “presi in presti-to” dalla gastronomia gourmet o re-gionale. Anche il secondo semestre dell’anno ha confermato che l’aperiti-vo è il punto focale del fuori casa, un momento di consumo cruciale per il bar, un’occasione di consumo che si sta estendendo anche ad altri tipi di locale.
Vini e spumantiAnche per il vino il mercato nazionale è zoppicante e registra una diminu-zione di consumi in volume. Le vendi-te di vino in Italia si sono quasi dimez-zate negli ultimi dieci anni e nel pri-mo semestre del 2012 diminuiscono anche i consumi interni di spumante (-36 milioni di euro di giro d’affari). A salvare le aziende produttrici è l’ex-port, dato che i vini italiani sono i vini più bevuti nel mondo, e le cifre delle
vendite fuori dall’Italia crescono con-tinuamente.Un mercato altamente promettente per i vini italiani (non solo per gli spu-manti) è quello cinese, che registra nel 2012 un +32% (primo trimestre).Affianco ai vini crescono gli spuman-ti, sempre più amati per qualità e co-sto competitivo rispetto agli champa-gne francesi. I numeri dell’export rela-tivi al 2012, diffusi dall’Ovse (Osser-vatorio vini spumanti effervescenti) dicono che nei primi 6 mesi dell’anno le esportazioni in volume sono cre-sciute del 6,6%. l’Ovse stima che sui mercati esteri, nel canale dei punti vendita al consumo (bar, distribuzio-ne, grossisti, ristoranti, enoteche) la crescita sia del 9,2% in valore.Gli spumanti italiani sono molto ap-prezzati in Germania (+6%, mentre lo champagne ha perso il 24%) e in Gran Bretagna. Appetibile è poi in mercato dell’ex URSS (dove i consumi nell’ul-timo anno sono cresciuti dell’8% con un incremento dei valori del 2%). Molto interessanti il mercato del Giap-pone e dell’Estremo Oriente (+11% in volume, +20% in valore), ma anche quello del Sud America .
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Con la nuova norma si parla di “vino biologico” e non di vino da
coltivazione biologica.
Tuttavia, la legge è
perfettibile.
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La vendemmia 2012Magra un po’ in tutta Europa, la ven-demmia 2012 ha però visto il sorpas-so dell’Italia (40,8 milioni di ettolitri) sulla Francia. Sebbene la vendemmia sia calata in quantità (-3% sulla Peni-sola, -19% nell’Esagono) la qualità del vino è stata alta. Gli italiani che, come abbiamo detto in precedenza, bevono meno, sono però diventati buon gu-stai, tant’è che in un calo generale la vendita dei vini Doc è cresciuta del 2%.
Per il bio non c’è crisi Mentre in generale le vendite rallentano, i prodotti bio, in ogni canale, cresce a dispetto della crisi. Il biologico sta passando, dun-que, da prodotto di nicchia a status di moda. I dati Ismea relativi al primo semestre 2012 ci dicono che il 75% degli italiani dichiara di acquistare prodotti biologici almeno una volta al mese. Nell’ultimo anno i ristoranti con menù Bio sono cresciuti del 24%, gli agriturismi dell’11%, per un totale di oltre un milione di pasti biologici serviti ogni giorno in Italia. Nel menu Bio, ovviante, ci sono anche le bevan-de biologiche, come birra e vino.
Le leggi nel 2012Il 2012 è stato anche l’anno di nuove leggi che hanno riguardato il mondo del beverage, influenzando produzio-ne e mercato.Per primo ricordiamo il decreto Bal-
duzzi che sancisce l’obbligo di porta-re la percentuale di frutta al 20% nei succhi e nelle bibite a base di agrumi.Un decreto salva agricoltura, per il Ministro, che gioverebbe anche alla salute, ma che non è stato accolto con troppa gioia da molte aziende, le qua-li temono che l’aumento di frutta pos-sa cambiare il sapore delle bibite, sa-pore oramai “consolidato” nel “gusto collettivo” dei consumatori.Il rischio, per molte grandi produttrici, sarebbe quello di alterare prodotti la cui ricetta è frutto di lunghi anni di ritocchi nella percentuale degli ingre-dienti e degli aromi, rischiando di ve-derli fuori dal mercato.Il secondo provvedimento che ha ca-ratterizzato il 2012 riguarda il nuovo regolamento 203/12 sul vino biologi-co, legge che ha ricevuto tanto plausi quanto critiche. La legge è andata a colmare un vuoto legislativo: prima di tale provvedimento le uve prodotte da agricoltura biologica potevano essere trasformate sia con tecniche di ispira-zione bio che in maniera convenzio-nale.Con la nuova norma si parla di “vino biologico” e non di vino da coltiva-zione biologica. Tuttavia, la legge è perfettibile: una nota stonata, a dire di molti produttori, sta nella liceità sull’uso di alcune sostanze (fortemen-te volute da parte dei paesi dal clima freddo); la legge rimuove l’uso di ad-ditivi come DMDC, PVPP, mannopro-teine, CMC, lisozima, ma la solforosa è solo ridotta del 30%. La nuova legge vieta le dealcolazioni, le desolforazio-ni e l’elettrodialisi, ma permette anco-ra il trattamento termico e la microfil-trazione.
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Nel 2012U.DI.AL. ha
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U.DI.AL. Un anno da non dimenticare.È stata un’ottima annata: spesso si di-ce così di un vino particolarmente ri-uscito, ma questa volta, e ancora una volta parliamo del consorzio U.DI.AL. e dei risultati che in quest’anno co-munque particolarmente difficile è ri-uscito a conseguire.Anzitutto il risultato della numerica della sua base sociale. Infatti nel 2012 U.DI.AL. ha tagliato il lusinghiero tra-guardo delle 200 aziende associate. Una crescita che ha visto sulla ribalta le regioni Sicilia, Sardegna e Lazio. In particolare in Sicilia il consorzio ha gettato le basi per sviluppare un otti-mo lavoro con l’apertura di una sede di riferimento a Capaci e il consolida-mento della sua base sociale nell’iso-la.
La mappatura del mercatoAltra importante operazione, tutt’ora in corso, è data dall’aggiornamento della mappatura del proprio mercato: quanti e quali locali servono i soci U.DI.AL.? Con quanti mezzi lo fanno, di quanti uomini è composta la rete vendita? Quanta superficie a deposito è disponibile? Sono questi alcuni dei dati e delle informazioni che emerge-ranno dal censimento che il consorzio sta compiendo presso la sua base. Emergeranno numeri e dati che per-metteranno di operare meglio in ter-mini di servizio e assortimento e con-
sentiranno al consorzio e alle aziende partner di porre in atto strategie e progetti più mirati alle reali esigenze dei distributori U.DI.AL.
Novità e diversificazioniIl 2012 è stato anche l’anno della messa a punto di progetti che puntano a una diversificazione degli assorti-menti. Nello specifico si è lavorato per mettere a punto un pacchetto di prodotti food che i soci hanno potuto inserire come completamento e raffor-zamento della loro offerta, nello spe-cifico per quanto riguarda le pizzerie. Il Progetto Food, che entrerà a regime il prossimo anno prevede dei specifici momenti di formazione da offrire ai grossisti soci e ai loro clienti.
Verso il 2013Nel nuovo anno saranno ancora più affinate e potenziate le attività promo-zionali e di marketing che sono parti-colarmente apprezzate dal mercato, specie nei momenti di crisi come quelli attuali. Va sottolineato che quest’arma è stata adoperata nel 2012 ben 150 volte, e a riguardato tutte le categorie merceologiche in assorti-mento, offrendo di fatto ai soci U.DI.AL. un validissimo supporto per soste-nere le vendite in un mercato sempre molto competitivo. «Le continue programmazioni di atti-vità promozionali - ha sottolineato Luigi Cetrangolo - hanno consentito alle aziende di raggiungere i loro obiettivi commerciali. Nello specifico
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cezionale che ci vede performare in maniera molto positiva in controten-denza con i dati generali del merca-
to».Per il 2013 non mancheranno inol-tre specifiche atti-vità di incentive per i soci insieme al consueto lavoro di supporto che lo staff U.DI.AL. ga-rantisce in conti-nuo alla propria base sociale.
7ª edizione del convegno U.DI.AL.
occasione nella quale i soci del consorzio e i
manager dell’industria del
beverage s’incontreranno per discutere e
dibattere le problematiche
del settore
Siamo giunti alla 7ª edizione del convegno U.DI.AL. occasione nella quale i soci del consorzio e i manager dell’industria del beverage s’incontreranno per discutere e dibattere le problematiche del settore. «Il convegno U.DI.AL. è un appuntamento molto atteso, sia dai nostri soci che dalle aziende partner - dichiara Luigi Cetrangolo Generale Manager di U.DI.AL. - ogni anno viene organizzato in una diversa località nelle regioni nelle quali operano i nostri distributori. Quest’anno la scelta è stata fatta su Caserta, anche come omaggio ai tanti nostri soci Campani. La location che abbiamo individuato, il Grand Hotel Vanvitelli, ubicato molto vicino all’autostrada, all’uscita di Caserta Sud, è mol-to suggestivo e di grande prestigio e contribuirà a dare quel tocco di classe e qualità che il nostro even-to, sin dalla sua prima edizione, ha sempre avuto».
7° CONVEGNO15 Gennaio 2013Grand Hotel Vanvitelli - Caserta
Distribuzione e consumi Ho.Re.Ca. fra criticità e prospettive di crescita
In anteprima la nuova Home Page del sito www.udial.it rinnovato nella grafica e nei contenuti...presto online.
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Ad ospitare il gruppo l’isola di Santo Domingo, lussureggiante e
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U.DI.AL. a Santo Domingo 10-18 Novembre 2012 Per la prima volta nella sua storia il consorzio U.DI.AL. ha sorvolato l’o-ceano per vivere una fantastica vacan-za dall’altra parte del mondo. É stata bellissima e…indimenticabile.Ad ospitare il gruppo, anche in questa occasione numeroso e compatto, ben 270 partecipanti, l’isola di Santo Do-mingo, lussureggiante e solare, cir-condata dal meraviglioso e smeraldi-no mar dei caraibi, praticamente uno dei luoghi più affascinati del mondo.Gli ospiti sono stati accolti nel lussuo-
so ed esclusivo Resort a 5 stelle Barce-lò Palace De Luxe di Punta Cana. Una struttura da favola, dotata di ogni possibile comfort, ricca di attrazioni e immersa nel verde, insomma un luogo perfetto che ha saputo accogliere e coccolare nel modo migliore tutto il gruppo.E poi eccitanti escursioni, come quel-la all’isola di Samoa e nella città di Santo Domingo con le sue variopinte architetture, poi ancora indimentica-bili serate e tanto, tantissimo diverti-mento. Ma come sempre, l’aspetto più coinvolgente della vacanza è stato quello umano, un valore nel quale il gruppo U.DI.AL. si riconosce sempre, anche se si trova nell’altra parte del
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mondo. Ma andiamo per ordine e ri-prendiamo il filo del racconto per de-scrivere giorno dopo giorno questa indimenticabile vacanza.Si parte sabato 10 novembre, ben tre gli aeroporti per le pratiche di imbar-co: Roma, Milano e Bari, da dove è decollato un charter completo tutto targato U.DI.AL.Sorvolato l’oceano atlantico, dopo circa nove ore di volo, si giunge all’a-eroporto La Romana, poi tutti sul tor-pedone destinazione Punta Cana ver-so il Barcelò Bavaro Palace Deluxe. Prima di proseguire il racconto della
vacanza vale la pena però spendere due parole sulla struttura che ha ospi-tato per una settimana gli ospiti del consorzio.
Il Barcelò di Punta Cana“Un piccolo paradiso” è stato definito. Mai definizione poteva essere più az-zeccata se consideriamo che il resort, immerso nel lussureggiante verde ca-raibico, s’affac-cia su una
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spiaggia definita fra le più belle al mondo. Una distesa di sabbia dorata bagnata da un mare dal colore turche-se. Più avanti la barriera corallina che forma una vera e propria piscina che rende l’ingresso in acqua dolce e gra-duale. Ma in questo eden il mare è solo una delle attrazioni, superlative e apprez-zatissime le 4 piscine e il parco ac-quatico, campi da golf e altri impianti sportivi di ogni tipo, discoteche per grandi e piccoli, e poi tanti ristoranti e diversi punti di ristoro disseminati in ogni dove. Locali fascinosi dalle ar-chitetture originali nei quali apprezza-re ogni genere di prelibatezza, con in primis pesce freschissimo. Insomma, se non è questo il paradiso poco ci manca. Peccato fosse un paradiso a tempo: solo una settimana.
Le escursioniE se il resort aveva tutto e tutto offriva, quello che gli ospiti hanno molto ap-prezzato sono state le due escursioni in programma.La prima escursione ha avuto luogo lunedì 12 novembre all’Isola di Sao-na. Dire che si tratta di una piccola isoletta da sogno è dire poco, la spiag-gia era un ricamo di palme con la magica luce dei caraibi che faceva splendere di bello ogni scorcio e ogni cosa. L’isola è stata raggiunta a bordo di imbarcazioni tutte imbandierate-con il logo U.DI.AL. Il benvenuto, con gli ospiti ancora in acqua che cercava-no di guadagnare la riva, è stato dato a suon di cocktail, rum e cola per tutti. E poi una volta a terra, con atmo-sfere ed ambientazioni del tipo “L’iso-la dei famosi” il gruppo ha mangiato
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Un ringraziamento a
per aver contribuito alla speciale serata
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di gusto, tuffandosi in un ricco buffet allestito, sotto i gazebo, proprio sulla spiaggia.L’altra indimenticabile escursione è stata vissuta giovedì 15 novembre. Non si poteva non visitare la capitale dell’isola dichiarata dall’UNESCO Pa-trimonio dell’Umanità. Si sono ammi-rati i palazzi con le caratteristiche ar-chitetture del XVI secolo fra le quali, la bellissima Santa Maria la Menor, la prima cattedrale costruita nel nuovo continente. Molto affascinante e foto-grafata poi la zona coloniale che risa-le al 1500. Tappa inevitabile infine al muro della vergo-gna e alla tomba di Colombo.Va anche detto che, a parte le bellissime escursioni, durante i giorni al villaggio non sono
mancati giochi e gioconi in spiaggia con lo staff dell’animazione sempre pronto a coinvolgere, trascinare e di-vertire: insomma la noia da queste parti non si è fatta vedere, né sentire.
Le serate specialiMa il divertimento continua fino a tardi: oltre alle varie occasioni di di-
vertimento che il resort offriva, gli ospiti hanno potu-to vivere meravi-gliose serate. La prima esclusiva e affascinante si è te-nuta il 14 novem-bre presso lo Steak House Restaurant. L’evento, battezza-to “White Night” è stato organizzato con il contributo di
Birra Peroni e Sanpellegrino, aziende alle quali va un grazie speciale. La
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seconda esclusiva serata di è vissuta la sera del 15 al Seafood restaurant, un nome che era tutto un programma, infatti gli ospiti sono stati ingolositi da centinaia di aragoste appena pescate e preparate a puntino. E poi il botto finale, la serata di arrive-derci, il 16 novembre, una sorta di disco party con uno show a sorpresa. Ad allietare e divertire gli ospiti ci ha pensato Mister Phino attore comico della scuderia di Zelig. La serata di arrivederci è stata inoltre, e come di consueto, la specialissima occasione per il tradizionale taglio torta e un brindisi per festeggiare in allegria e armonia questo bellissimo viaggio.Estremamente significativo, per l’oc-casione, il discorso del presidente Antonio Argentieri, il quale nel ringra-
ziare tutti i presenti ha voluto sottoli-neare lo straordinario percorso di cre-scita che ha contraddistinto il consor-zio U.DI.AL.«Dieci anni fa - ha rimarcato con or-goglio Argentieri - la prima, timida, uscita fu fatta a San Giovanni Roton-do, era, allora, un piccolo ma volente-roso gruppo il nostro che si apprestava ad intraprendere un cammino lungo e faticoso. Oggi siamo qui a Santo Do-mingo.Da San Giovanni Rotondo a Santo Domingo, di strada ne abbiamo fatta tanta, ma tanta ce ne resta da fare. Con fiducia e tanta buona volontà e soprattutto con un gruppo come U.DI.AL. possiamo arrivare ovunque. Arrivederci al prossimo grande viag-gio».
Un doveroso ringraziamento va a quelle aziende che hanno offerto il loro con-tributo: Santal, Nerea, Conserve Italia, San Benedetto, Birra Peroni, Sangemini, Vini Anselmi, Gaudianello, Zuegg, Sant’Anna, Pago, Bottega, Sanpellegrino, Cantine Maschio, Campari, Ferrarelle, Heineken, Acqua Santa Maria.Foto a cura di Pasquale Liguori.
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Rubrica di informazione giuridico finanziaria a cura dello STUDIO GIORDANO
L’art. 62 DL n.1/2012 del 24 gennaio 2012, c.d. “Decreto Liberalizzazioni”, ha introdotto una specifica disciplina finaliz-zata a favorire una maggiore trasparenza ed efficienza nel settore agroalimentare evitan-do, in particolare, l’utilizzo di termini di pagamento eccessi-vamente lunghi e l’applicazio-ne, da parte del contraente che dispone di una maggior forza commerciale, di condizioni contrattuali “ingiustificatamen-te” gravose.La norma riguarda le cessioni di prodotti agricoli e alimenta-ri, la cui consegna avviene nel territorio della Repubblica Ita-liana con riferimento a:
- rapporti di compravendita tra il produttore ed il distributo-re;- rapporti di compravendita tra distributori;- rapporti di compravendita tra il distributore e la GDO;- rapporti di compravendita tra il produttore e/o il distribu-tore e il dettagliante.
sono escluse invece:- le cessioni di prodotti agri-coli/alimentari effettuati alle cooperative, ex art.1 comma 2,
D.Lgs. n.228/2001;- da parte dei soci delle coo-perative stesse, le cessioni di prodotti agricoli/alimentari ef-fettuati alle organizzazioni di produttori, ex D. Lgs. n.102/2005, da parte dei soci delle organizzazioni stesse; - le cessioni di prodotti agri-coli/alimentari effettuati tra im-prenditori ittici, ex art.4, D.Lgs. n.4/2012; - le cessioni di prodotti agri-coli e alimentari istantanee, con contestuale consegna e pagamento del prezzo pattuito.
Di seguito i principali punti:1) FORMA SCRITTA DEL CON-TRATTO (art. 3, comma 2)I contratti aventi ad oggetto la cessione dei prodotti agricoli ed alimentari, ad eccezione di quelli conclusi con il consu-matore finale, devono, a pena di nullità, essere stipulati in forma scritta ed indicare la du-rata, la quantità, le caratteristi-che del prodotto venduto, il prezzo, le modalità di conse-gna e di pagamento. L’art. 3, comma 2 del citato Decreto attuativo specifica che per “for-ma scritta si intende qualsiasi forma di comunicazione scrit-ta, anche trasmessa in forma
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LA NUOVA DISCIPLINA RELAZIONI COMMERCIALI IN MATERIA DI CESSIONE PRODOTTI AGRICOLI E AGROALIMENTARI
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elettronica o a mezzo telefax, anche priva di sottoscrizione”.I documenti di trasporto, o di consegna, nonché le fatture, integrati con tutti gli elementi richiesti dall’articolo 62, com-ma 1, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, tranne che nelle fattispecie di cui al comma 3, assolvono gli obbli-ghi di cui al predetto comma 1 e devono riportare la seguente dicitura: “Assolve gli obblighi di cui all’articolo 62, comma 1, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 24 mar-zo 2012, n. 27”.
2) TERMINI DI PAGAMENTO E FATTURAZIONE (art. 62, comma 3)Il comma 3 del citato art. 62 dispone che, con riferimento ai contratti di cui al citato comma 1, il termine di pagamento del corrispettivo va effettuato:
• per le merci deteriorabili, entro il termine legale di 30 giorni;• per tutte le altre merci, entro 60 giorni.In entrambi i casi, il termine di pagamento decorre dal-l’“ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura”.Così ad esempio, se la fattura è ricevuta il 5.11.2012 il relativo pagamento dovrà essere ese-guito entro il 30.12.2012 (ov-
vero entro il 29.1.2013 nel ca-so di prodotti non deteriorabi-li).Gli interessi decorrono dal giorno successivo alla scaden-za del termine di pagamento del corrispettivo; il saggio degli interessi è maggiorato di ulte-riori 2 punti percentuali ed è inderogabile.La fatturazione va effettuata considerando le differenti tipo-logie di termini di pagamento previste per le cessioni dei pro-dotti, il cedente deve emettere fattura separata per cessioni di prodotti assoggettate a termini di pagamento differenti. In ca-so di ritardato pagamento al fi-ne dell’individuazione del cal-colo degli interessi dovuti assu-me particolare rilevanza la data di ricevimento della fattura, tale data è “validamente certifi-cata” soltanto se il ricevimento della fattura è avvenuto tramite consegna “a mani”, raccoman-data A.R., o tramite sistema EDI (o altro mezzo equivalente). Se vi è incertezza in merito alla data di ricevimento della fattu-ra va fatto riferimento alla data di consegna dei prodotti.
3) MERCI DETERIORABILI (art. 62, comma 4)Ai sensi del comma 4 del citato art. 62 sono prodotti alimentari deteriorabili quelli che rientra-no in una delle seguenti cate-gorie:a) prodotti agricoli, ittici e ali-mentari preconfezionati che ri-
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portano una data di scadenza o un termine minimo di conser-vazione non superiore a 60 giorni;b) prodotti agricoli, ittici e ali-mentari sfusi, comprese erbe e piante aromatiche, anche se posti in involucro protettivo o refrigerati, non sottoposti a trat-tamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a 60 giorni;c) prodotti a base di carne che presentano, alternativamente, una delle seguenti caratteristi-che fisico - chimiche: aW su-periore a 0,95 e pH superiore a 5,2; aW superiore a 0,91; pH uguale o superiore a 4,5;d) tutti i tipi di latte.
4) ENTRATA IN VIGORELa disposizione di cui all’art. 62, comma 1, DL n.1/2012, per quanto riguarda l’obbligo della “forma scritta”, si applica a tutti i contratti di cessione stipulati dal 24 ottobre 2012.I contratti in essere al 24 otto-bre 2012 vanno adeguati ai nuovi requisiti entro il 31 di-cembre 2012. I contratti stipu-lati in presenza di norme co-munitarie da cui discendono termini per la stipula dei con-tratti stessi, precedenti al 24 ottobre 2012, vanno adeguati per la campagna agricola suc-cessiva.La disposizione di cui all’art.62, comma 2 e 3, DL n.1/2012, per quanto riguarda il divieto di condotte sleali e termini di pa-
gamento, si applica a decorre-re dal 24 ottobre 2012, con ri-ferimento anche ai contratti in essere a tale data a prescindere dagli eventuali adeguamenti.
5) REGIME SANZIONATORIOSalvo che il fatto costituisca reato, il contraente, ad ecce-zione del consumatore finale, che contravviene agli obblighi di cui al comma 1 è sottoposto alla sanzione amministrativa pecuniaria da €516,00 ad €20.000,00.L’entità della sanzione è deter-minata facendo riferimento al valore dei beni oggetto di ces-sione.Salvo che il fatto costituisca reato, il contraente, ad ecce-zione del consumatore finale, che contravviene agli obblighi di cui al comma 2 è punito con la sanzione amministrativa pe-cuniaria da €516,00 ad €3.000,00. La misura della sanzione è determinata facen-do riferimento al beneficio ri-cevuto dal soggetto che non ha rispettato i divieti di cui al comma 2.- Salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto, da parte del debitore, dei termini di pagamento stabiliti al com-ma 3 è punito con sanzione amministrativa pecuniaria da €500,00 ad €500.000,00. L’en-tità della sanzione viene deter-minata in ragione del fatturato dell’azienda, della ricorrenza e della misura dei ritardi.
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Francesca Romana Tomassini, dal 1 ottobre è la nuo-va responsabile della gestione dei consorzi di Birra Peroni. Tomassini è in Peroni dal 2007, dove si è occupata dapprima della gestione del porta-foglio progetti strategici, successi-vamente, nel 2009, ha assunto la responsabilità del progetto di di-segno della nuova Route To Mar-ket. Dal 2010 al 2012 ha gestito il team di Revenue Management occupandosi di politica commer-ciale e politiche di prezzo. Da ottobre 2012 segue i consorzi fra distributori di bevande.«Dopo ruoli di indirizzo strate-gico, confrontarmi direttamente con i nostri Partner principali, è una grande responsabilità con la quale mi sto misurando con grande entusiasmo - dichiara Tomassini - infatti, nel difficile contesto economico
nel quale operiamo, le performances di questi mesi, da una parte stanno confermando la correttezza della direzione strategica, dall’altra ci stanno for-nendo i giusti stimoli per raffinare il nostro approc-
cio al mercato: elemento chiave per il raggiungimento dei nostri obiettivi di crescita condivisi con i nostri distributori Partner. Que-sti i nostri numeri più significati-vi per il periodo gennaio-ottobre 2012: le performances a sell-in (+2,4%) sono trascinate dai part-ner (+4,2%); l’analisi IRI Gennaio/Settembre evidenzia come, in un mercato negativo (-1,4%), Birra Peroni mostri l’unica performance
positiva (+0,4%); i nostri dati RTM dimostrano che il peso dei prodotti di Birra Peroni nel sell-out dei nostri Partner sia aumentato del 1,4%, dove la crescita del fusto (+4%)».
All’Agro.Ce.Pa.Ciok di Lecce dal 13 al 17 ottobre segnaliamo la presenza della C.D.P. Import di Co-rigliano D’Otranto, Lecce, azienda asso-ciata al consorzio U.DI.AL. Lo stand, organizzato come una birreria, metteva in bella mostra una parte del suo specia-
listico assortimento birraio. Decine e decine di eti-chette e di diversi stili che fanno della CDP una delle aziende più fornite per quanto riguarda la birra.
Grande affluenza da parte dei tanti clienti che han-no visitato lo stand e potuto apprezzare le specialità della casa. A far gli onori di casa nello stand della CDP la signora Rossana Bono e il direttore marke-ting Giovanni Monaco.
Nuova responsabile gestione consorzi in Peroni
CDP in fiera
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A distanza di 25 anni dalla nascita di Prime Uve, ac-quavite d’uva, la distilleria Bonaventura Maschio ce-lebra l’anniversario con una speciale selezione che si distingue per la particolare ricchezza aromatica.Prime Uve Selezione 25° Anniversario è un’interpretazione diversa della at-tuale Prime Uve, mantenendone asso-lutamente inalterate filosofia e caratte-ristiche qualitative. Il risultato finale è una selezionata acquavite molto carat-terizzata, che permette al consumatore di riassaporare con spigolature diverse i punti di forza dell’acquavite d’uva; ma ancora una volta, le uve più pre-giate, la fermentazione a distillazione sottovuoto se-condo il metodo messo a punto nel corso degli anni dalla Bonaventura Maschio, ne fanno un’acquavite di grande pregio. Si consiglia fresca per una appa-gante degustazione.
Caratteristiche organolettiche: Profumo intenso, frut-tato e floreale. Gusto elegante ed armonico.La specialità dell’edizione non si ferma al contenuto,
presentando un’etichetta che propone su carta speciale una preziosa rappre-sentazione della vigna e dei grappoli d’uva, come fonte diretta della materia prima dell’acquavite d’uva. I formati che verranno coinvolti nell’edizione speciale saranno lo 0,70 litro, il litro e il 3 litri doppio magnum in cassetta legno. A disposizione esclusivamente per il canale enoteca/dettaglio tradi-zionale la Prime Uve Selezione 25° Anniversario in tubo. Ad eccezione di
quest’ultima referenza, i formati 0,70 e litro vedran-no la presenza nel collo da 6 bottiglie di una bottiglia Selezione 25°. 1 su 5 dunque, per poter apprezzare le diverse sfumature tra la referenza “Selezione” con la Prime Uve a cui sono affezionati i consumatori.
Chiamatela magia del Natale, chiamatela richiamo della tradizione, ma la vecchia, cara consuetudine di ritrovarsi tutti insieme - fami-liari e amici di vecchia data - a festeggiare tra tavole imban-dite e rilassanti chiacchierate in salotto batte la concorren-za dei Social Media.Per l’occasione, Pago, leader mondiale nei succhi di frut-ta premium, ci suggerisce tre ricette per realizzare cocktail in linea con lo spirito natali-zio, gustosi e di sicuro effetto, perfetti sia per accogliere con calore gli ospiti sia per rianimare con stile l’atmosfera sonnacchiosa che se-gue i banchetti delle grandi occasioni.
Protagonisti dei cocktail natalizi proposti da Pago sono i sapori e i profumi esotici dei succhi di frutta
World of Nature, l’innova-tiva linea che “racconta” i sapori e la natura di Africa, Asia e Amazzonia mettendo in bottiglia la migliore frut-ta allo stato liquido dei tre continenti.Il gusto morbido e seducen-te e l’aromaticità dei suc-chi Pago World of Nature aggiungono un tocco tutto naturale di eleganza cosmo-
polita e fanno sperimentare l’insolita, piacevolissima sensazione di fare il giro del mondo in un bicchiere... senza mai perdere la bussola.
Bonaventura Maschio festeggia i 25 anni di Prime Uve
Da Pago, i cocktail natalizi gustosi e cosmopoliti per natura
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Il ristorante di cartoneSi chiama Carton Restaurant il risto-rante in cui tutto è fatto di cartone; si trova a Taichung City, nello Stato di Taiwan, all’interno del Carton King Creativity Park. Qui arredi (come tavo-li e sedie), decorazioni e piatti sono stati realizzati con un materiale carto-nato dagli strati ondulati. L’unica cosa che non è di cartone è il cibo! Ideato-re del ristorante è Huang Fang-liang, fondatore e general manager del Chin Tang Paperware. L’intento del proget-to, fra gli altri, è mostrare quanto un materiale così sottovalutato come il cartone possa essere resistente ed eco-logico.
Birra fra Cina ed EuropaL’Europa? Un mercato fermo per le multinazionali della birra: calano i consumi, persino nei pub britannici (-6,5%), e così le aziende cercano nuovi sbocchi.Un mercato interessante per i grossi gruppi è la Cina che da sola consuma
il 35% di birra prodotta nel mon-do. In questo Paese i maggiori gruppi brassicoli industriali detengono il 63% delle quote locali. Tra essi ricordiamo Carlsberg ed Hei-neken, due giganti che giocano sullo scacchiere asiatico un’importante par-
tita industriale. Ma se “la Cina è vici-na” per i colossi della birra industria-le, l’America invece sembra più lonta-na: infatti, secondo The Wall Street Journal negli USA cresce la realtà dei produttori artigianali che rappresenta-no già il 6% del mercato a volume e il 9% a valore. Una piccola percentua-le, è vero, ma sintomatica. Le birre artigianali sono una realtà in pieno sviluppo e saranno la concorrenza del prossimo futuro. La Brewers Associa-tion, l’associazione che rappresenta i produttori artigianali, diffonde la noti-zia secondo la quale nel primo seme-
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Wine kit: a frenare questo
fenomeno è intervenuta
l’Unione Europea
stre 2012 le vendite delle birre artigia-nali sono cresciute del 12% a volume, e del 14% a valore. E indovinate qual è il miglior mercato di sbocco delle artigianali americane? È proprio la vecchia Europa.
Vini in polvere: interviene l’Unione EuropeaSi chiamano “wine kit” e servono per la preparazione dei vini: a frenare questo fenomeno interviene di recen-te l’Unione Europea. Nei “wine kit” si trova un liquido (mosto concentrato) e diversi tipi di polveri (il lievito per la fermentazione, la bentonite per la chiarificazione del vino, il metabisol-fito di potassio, il sorbato di potassio come antifermentativo e il liquido chiarificatore, e talvolta anche segatu-ra per dare un sentore di legno); rime-scolando il liquido e le polveri è pos-sibile produrre 30 bottiglie di prodotto in circa 5 giorni.
Il Commissario all’agricoltura Dacian Ciolos ha specificato che tali pratiche violano le norme in materia di etichet-tatura nel settore vitivinicolo stabilite dalla legislazione europea. Inoltre i prodotti in questione non possono essere commercializzati utilizzando una denominazione di origine protet-ta (DOP) o un’indicazione geografica protetta (IGP), nemmeno attraverso una semplice evocazione del nome.
Caffè e distributori automaticiCresce il numero di pause caffè ai di-stributori automatici per un totale di 6,8 milioni di utenti in un anno (+2,9% la frequenza di utilizzo). La distribuzione automatica sta sempre più diffondendosi, e fra i primi fattori c’è il prezzo. Così, a dispetto della crisi, il fatturato (2,6 miliardi di euro) si conferma stabile nel 2012 rispetto al 2011. Oltre al Caffé, cioccolata e thé sono le consumazioni più fre-
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Il primo locale gestito da
ragazzi sordi è a Bologna e si
chiama “Senza nome”
quenti; aumenta poi il consumo di acqua (+10%), decresce quello di be-vande gassate (-3,6%) succhi di frutta (-4,9%), thé freddo (-6,33%).
Mojito, qui si ordina con i segniIl primo locale gestito da ragazzi sordi è a Bologna e si chiama “Senza no-me”: sulla porta d’ingresso gli avven-tori vedono le foto dei segni che indi-cono, nel linguaggio Lis dei gesti, ter-mini come caffè, mojito, birra.Per chi non vuol cimentarsi nel lin-guaggio dei sordomuti non c’è proble-ma: nella bacheca del locale denomi-nata “l’angolo del cocciuto” ci i bi-gliettini con i cibi e le bevande in menu, da staccare e portare al banco-ne.Mentre si gustano caffè, drink o qual-cosa da stuzzicare, è possibile intrat-tenersi con l’evento della giornata: mostre, concerti, djset, presentazioni di libri , corsi di yoga o shiatsu In menù panini, friselle, bruschette e piadine con il nome degli amici che
hanno dato una mano ai titolari a rea-lizzare questo speciale locale.
A Natale regala Havana Club Malecón EditionUno speciale pack natalizio pensato per regalare a tutti le ineguagliabili atmosfere di Cuba: un tuffo nel leg-gendario lungomare dell’Havana gra-zie all’esclusiva confezione di latta.Dopo essere tornato alla ribalta sulle passerelle di tutto il mondo, quest’an-no il vintage sarà il grande protagoni-sta anche del Natale, che avrà un gu-sto un po’ new retrò con lo speciale pack natalizio Havana Club Malecón Edition, disponibile a metà novembre in un numero limitato di pezzi. Una preziosa scatola in latta ci riporterà immediatamente indietro nel tempo alle bellissime confezioni di una vol-ta, che con i loro disegni e le loro decorazioni hanno da sempre riempi-to le case dei nostri nonni.
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Centonovanta sono al momento gli ettari vitati in
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Giuseppe e Luigi Anselmici raccontano la loro azienda, nata dai nonni e sviluppatasi generazione dopo generazione nel nome della qualità
Non lontano da Aquileia, cittadina di origine romana e da Palmano-
va, storica città fortezza fondata nel Cinquecento dai veneziani, si trova il comune di Pocenia, dove la coltivazio-ne della vite trova il suo terreno ideale e dove vengono prodotti gli ottimi vini Doc del Friuli. Siamo nella Provincia di Udine ed è proprio in questo territorio che sorge la Società Agricola Anselmi Giuseppe e Luigi, fondata nel 1928 dai nonni Anselmi, che hanno poi trasmes-so ai figli e ai nipoti la loro esperienza e la loro dedizione alla coltivazione della terra con grande senso di appar-tenenza.Centonovanta sono al momento gli et-tari vitati in azienda, dove vengono coltivate diverse varietà, sia autoctone come Refosco dal peduncolo rosso, Friulano, Pignolo o Ribolla Gialla, sia internazionali come Pinot Grigio, Chardonnay, Merlot o Cabernet.Particolarmente importante è la produ-zione di Prosecco Doc Spumante a cui
sono dedicati 60 ettari e che è spumantizzato ed imbottigliato direttamente in azienda. La sua grada-zione inferiore rispetto ai bianchi fermi friulani e le sue piacevoli bollicine, lo avvicinano a quel pubblico che ricerca vini semplici da bere ma ugualmente dall’ottima qualità.Recentemente sono inoltre stati im-piantati dai fratelli Anselmi alcuni vi-gneti nell’area vitivinicola del Collio e le uve qui prodotte sono vinificate nella nuova cantina di Dolegna del Collio denominata “La Reguta”.Dalle due cantine aziendali escono ogni anno circa 1,6 milioni di bottiglie di vini bianchi e rossi che sono molto apprezzati nel mercato italiano ed in quello estero, se si considera che sono esportati in oltre venti paesi di tutti i continenti.Con gli anni Giuseppe e Luigi Anselmi hanno portato la loro azienda a cresce-re e migliorarsi, potendo annoverare anche significativi riconoscimenti, pre-mi nazionali ed internazionali e recen-sioni di tecnici degustatori di grande esperienza.
Vini Anselmi, lacertezza della qualità friulana
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