Digitalic n26 tech for fashion
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Carta Inuit Ultra Smooth Brilliant White by ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS Stampa a caldo by PI-EMME
Foil by LUXORO
Cliché by h + m
Stampa UV by GRAF3
MAGGIONI
MARABU ITALIA
Elaborazione immagine by IMAGEM
AAAAPPPPRRRRIIIILLLLLEE 22000011111444444
BBB OO L OOO GGG NNN AAAQ U AQ U A R T IR T IT I E R EE F IF IF IF I E R IEEE S T IT IT C Ow ww w w .w . c oo s ms o pp r or oo fff .f c oc oc mm
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BOLOGNA LALALALALALALAS S S SSS SSS VVVEVEVEVEGAGAGAGGAASSSS HONG KONG
UN NUOVOO MMMMMMMMMMMMMMMMMMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOONNNNNNNNNNNNNNNDDDDDDDDDDDDDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO PPPPPPPPPPPPPPPEEEEEEEEEEEEEEEEEEERRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR LLLLLLLLLA BELLEZZA
Organizzato da SoGeCos s.p.a. - Milano - tel +33333339.09.09.09.099.09.9... 2.796.4202020fax +39.02.795.036 - [email protected] -- c- c- coomompom any of In collaborazione con
EDITORIALE FRANCESCO MARINO
www.digitalic.it
Un pc su ogni scrivania: era
il sogno di Bill Gates quando ha
lanciato Windows. La realtà ha
ampiamente superato quella visione.
I pc sono arrivati in ogni borsa,
grazie ai notebook, e poi in ogni
tasca con gli smartphone. Oggi i
dispositivi digitali si apprestano a
conquistare un nuovo territorio,
il corpo umano: questo è il sogno
della wearable technology. Perché
l’hardware è il nuovo software e le
idee più innovative prendono una
forma solida. Un infinito numero di
start-up sta lanciando nuovi hardware
per attività anche molto specifiche,
parecchie delle quali hanno a che fare
con il corpo umano.
Chi braccia, mani e gambe li ha
conquistati da tempo, ovvero le
aziende della moda, sta introducendo
sistemi digitali nei vestiti, nei gioielli
e nelle scarpe. Questi due mondi,
fashion e high-tech, sembrano
andare nella stessa direzione, anche
se con sfide diverse da affrontare. I
dispositivi digitali hanno il difficile
compito di diventare oggetti di
lusso, dotati di fascino e non solo di
funzionalità. La moda invece dovrà
accettare le nuove tecnologie non
solo come gingillo da aggiungere a
qualche capo, ma come elemento
centrale dei suoi prodotti e della
sua attività, altrimenti rischierà
di essere una goffa inseguitrice
dell’innovazione. Il futuro che si
prospetta è affascinante e confuso:
decine di oggetti diversi che puntano
ad essere indossati al polso, sugli
occhi, al collo, alcuni anche sui
piedi, tutti diversi e con una loro
logica e un differente software. La
battaglia rischia di lasciare sul campo
molte aziende e nei cassetti tanti
dispositivi inutilizzati. Si apre però
uno spazio enorme per l’integrazione
ad ogni livello. Certo, lo smartphone
è oggi il centro a cui tutto cerca
di collegarsi, ed è anche il cervello
remoto a cui vengono demandati
i calcoli computazionali di molte
“periferiche”. È insomma il nostro
data center portatile, che lavora in
wireless con un’infinita gamma di
sensori e di visualizzatori: bisogna
tenerlo presente anche quando si
pensa alla tecnologia per le aziende,
in quanto abbiamo tanti piccoli data
center che già lavorano in cloud.
Direttore responsabile di Digitalic M@[email protected]
T F
Chissà cosa ne pensa Bill Gates... il
suo sogno di un pc su ogni scrivania
è stato trasfigurato e ora abbiamo
un data center in ogni tasca. Forse
anche per questo, Microsoft ha
cambiato radicalmente linea,
nominando un nuovo Ceo (Nadella)
e chiedendo a Gates di lasciare il
suo posto di presidente del consiglio
d’amministrazione: servono sogni
nuovi. Noi abbiamo provato ad
immaginare, con la nostra copertina,
un futuro fatto di abiti intelligenti,
che non hanno bisogno di dispositivi
ma hanno il digitale nelle loro stesse
fibre. Tutto ciò senza perdere il
fascino, e il glamour, di un vestito
da sera.
V E S T I T I D I T E C N O L O G I A| 03
Girly TechLe mode del Web
SmartphoneHaier entra nell’arena
del mobile
VoIPWildix, la voce dell’Europa
ServiziFujitsu IT Future,
sei passi per cambiare
ManifestazioniTre cose che si possono
imparare dal Motor Bike Expo
InnovazionePZero, la tecnologia
corre per la moda
FashionITLa tecnologia si fi rma
Geogra aIl mondo social
dei brand fashion
RetròIl primo smartwatch
era Linux
ServerIBM arriva
alla sesta generazione
PrintingLa stampa
è tutt’uno con il Web
Punto GUn futuro più umano,
dall’economia wiki e social
Il BossL’anno della wearable
technology
ManagementImparate dal fashion le
tecniche di social networking
Integrazione Stealth, le soluzioni per le
imprese del fashion
RisultatiLa crescita di Dell
DocumentiFujitsu,
scanner all’altezza
News
GuruI segreti del
fashion business
Photo Pebble, il piccolo
smartwatch che ha battuto i grandi
Trend
I social che crescono
White PaperTecno/Fashion Cover
Geek ChicSe sei tecno, sei glamour
Tra me e TechPiegarsi alla bellezza
DossierIl gestionale non ha
più confi ni
PLMIl software che unisce
creativi e manager
DistribuzioneIl messaggio
di Dell e V-Valley
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Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/1/2012-31/12/2012
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Responsabile di Produzione:Raffaella Navarra - [email protected]
Hanno collaborato:Luca Bastia, Fabio Bossi, Cecilia Cantadore, Sara Fevola, Giuseppe Goglio, Marco Lombardo, Luca Mirani, Elena Moriondo, Marco Sampietro, Daniela Schicchi, Barbara Silbe, Antonella Tagliabue
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Ufficio Abbonamenti: [email protected]
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Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontolo-gia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivi-sta Digitalic rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’uf-fi cio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie redazionali (fax 039.2326449).
sommarioANNO 3‚ NUMERO 26‚ FEBBRAIO 2014
WWW.DIGITALIC.IT
Alias
Arjowiggins Creative Papers
Brevi
Canon
Ciemmeci Light Mark
Computer Gross - Arcipelago
Epson
Evolution
Fespa
Fiera Sicurezza
Fortinet
Graf3
Il Triangolo
Imagem
iStore
Kelyan
Lenovo
Luxoro
Maggioni Serigra a Oggiono
Marabu Italia
Nital
Pi-Emme
Rds Webprinting
Reed Exhibitions Italia - Viscom
Smau
Snt Technologies
SoGeCos - Cosmoprof
Synology
The Innovation Group
5
63
35
20-21
46-47
24-25
13
11
64
41
37
73
39
79
53
30-31
43
17
61
48
55
IV cop
III cop
26
69-71
33
II cop
7
59
Inserzionisti
06
08
10
12
14
18
36
38
42
44
40
50
56
58
62
60
66
72
70
76
74
82
78
80
28
22
MERCATO
TECNOLOGIA
WEB SOCIAL
68
04 ||
Next generation firewall.
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20 ANNI20 ANNI
NEWS
Wide Side ha chiuso ufficialmente una partnership importante con Positive Technologies, uno dei dieci principali vendor a livello mondiale di sistemi di rilevamento di vulnerabilità ed una delle prime cinque aziende dalla più rapida crescita globale nella sicurezza. Il sistema MaxPatrol rappresenta un metodo accurato e conveniente per scansionare grosse reti aziendali nei confronti di vulnerabilità in grado di aprire delle porte agli aggressori. Si tratta di un sistema “all in one” che consente
È il miglior distributore europeo di Symantec: Computer Gross, con la sua divisione J.Soft guidata da David Baldinotti, è stato premiato durante il Partner Excellence Award di Budapest con il Symantec Emea Best Distributor of the Year, ritirato da Silvia Restelli. Il premio si è basato non solo sui risultati di fatturato, ma anche sui voti e le preferenze arrivate dai clienti. È un altro alloro che si aggiunge alla bacheca di Computer Gross, distributore a valore che da sempre punta sulla
fascia alta del mercato proponendo soluzioni oltre che prodotti. Gli Awards premiano i partner che, nel corso dell’anno precedente, hanno dimostrato l’eccellenza nella fornitura di prodotti Symantec e sono stati in grado di soddisfare le richieste dei clienti in termini di migliore efficienza, ROI, riduzione dei costi e protezione. I premi riconoscono anche l’innovazione nello sviluppo e il bringing-to-market di nuove soluzioni basate sulle tecnologie Symantec.
Le vendite di Tech Data hanno una nuova guida. Si tratta di Michele Papa, la cui scelta segnala una focalizzazione ancora più attenta sul segmento a valore. Papa ha infatti maturato una significativa esperienza in ITway, occupandosi della gestione e dello sviluppo delle attività di vendita e delle relazioni esterne, fino a raggiungere nel 2009 il ruolo di country manager. “Con grande entusiasmo accolgo questa sfida – ha detto Papa – entrando in un’azienda leader mondiale nel mercato distributivo. I piani di
Wide Side, sicurezza positiva
Computer Gross sulla vetta d’Europa con Symantec
Da oggi Digitalic, in occasione di fiere
ed eventi, sarà distribuita in una veste di
classe. Sarà infatti contenuta all’interno
di una busta Snazzybag, realizzata ad
hoc per la rivista, con manico, chiusura a
pressione e in versione bicolore: argento
trasparente davanti, per dare meritata
visibilità alle copertine speciali, e nera dietro, elegante
e discreta. La gamma Snazzybags è composta da
buste in poliestere colorate, metallizzate, anche
trasparenti, disponibili in vari formati e colori per
valorizzare l’attività di comunicazione e dare un forte
impatto ai mailing. Per proteggere e impreziosire
un gadget, un regalo o un articolo promozionale è
disponibile la versione pluriball Snazzybubble.
È possibile richiedere formati su misura. Le gamme
Snazzybags e Snazzybubble sono distribuite in Italia
da Paper & People. www.paperandpeople.com
crescita sono ambiziosi e sono certo che Tech Data abbia tutte le caratteristiche per vincere questa sfida. Sono estremamente motivato nell’apportare il mio contributo nel guidare il team commerciale, dove ho trovato una squadra molto preparata. Tech Data è il distributore ideale per mettere a frutto le mie esperienze precedenti”. Al suo posto in ITway Vad è stato scelto Silvio Calcina, nella squadra dal 2011.
inoltre affidabili valutazioni del livello di conformità di un’azienda riguardo a standard industriali quali Pci Dss, Iso e Sox. “Positive Technologies – ha spiegato Jesusleny Gomes, strategic account manager di Wide Side – ha messo la ricerca al cuore del ciclo operativo, creando uno dei maggiori centri in Europa. Il suo team comprende i più progrediti hacker “white hat” nel settore, che rilevano più di 100 “day 0” vulnerabilità all’anno”.
Michele Papa guida le vendite di Tech Data
Sgargianti su misura
06 ||
del fashionbusinessÈ CONSIDERATO TRA I MASSIMI ESPERTI NEL BUSINESS DELLA MODA. SALVO TESTA, PROFESSORE DELL’UNIVERSITÀ BOCCONI CON UNA LUNGA ESPERIENZA NEI SETTORI MODA E DESIGN, SVELA IN QUESTA INTERVISTA I SEGRETI DEL SUCCESSO DEL FASHION E DÀ QUALCHE CONSIGLIO PER IL MONDO DELLA TECNOLOGIA CHE VUOLE LAVORARE CON I GRANDI BRAND
GURU
del fashionbusiness
I SEGRETI
DI FRANCESCO MARINO
Tutti guardano al mondo della moda, perché è
affascinante, perché è tra i settori italiani che funzionano
meglio, perché ha grande successo all’estero, perché
rappresenta il nostro Paese nel Mondo. Ma cosa ha di
speciale il fashion? E come può la tecnologia essere d’aiuto
a questo grande comparto? Lo abbiamo chiesto ad uno dei
massimi esperti del settore: Salvo Testa, docente di fashion
management all’Università Bocconi e ideatore della
piattaforma fashion&design di SDA Bocconi.
PERCHÉ LE AZIENDE ITALIANE DI MODA HANNO PIÙ SUCCESSO DI ALTRE? PER IL PRODOTTO, PER L’ORGANIZZAZIONE O PER LA FLESSIBILITÀ?In Italia, paese ormai unico al mondo, esiste una
filiera completa che consente di proporre e realizzare
continuamente un’innovazione di prodotto (anche se
spesso si tratta solo di novità estetiche). Tale filiera è al
08 ||
QUALI SONO LE TENDENZE PIÙ SIGNIFICATIVE IN ATTO NEL MONDO DELLA MODA ITALIANA?La prima, consolidata, riguarda
la supremazia dei big retailer di
massa, come Zara, H&M, Uniqlo,
GAP, nuovi attori competitivi che
stanno coprendo fasce di consumo
sempre maggiori, diventando anche
“propositivi” sul piano del prodotto
oltre ad essere insuperabili sul piano
dei prezzi e del servizi.
Vi è poi una seconda tendenza tuttora
in atto: l’e-commerce e la digital
strategy (con riferimento al rapporto
one-to-one con il consumatore finale)
stanno cambiando completamente
non solo la fase terminale (marketing
e distribuzione), ma anche il “modello
di business” in tutti i suoi aspetti.
Infine, in prospettiva è possibile
individuare una terza tendenza,
quella della maggiore attenzione
alla sostenibilità, dal riciclo fino
all’utilizzo di materiali e processi più
ecologici.
Grande importanza assume, in
quest’ottica, la totale “tracciabilità”
del prodotto, per offrire al
consumatore una trasparente
informazione su dove e come è
realizzato ogni singolo capo.
IN CHE MODO LA TECNOLOGIA PUÒ ESSERE D’AIUTO A QUESTE IMPRESE?Enormemente, in tutti i processi
innovativi delineati (marketing,
distribuzione, produzione,
innovazione), anche se c’è ancora
un potenziale inespresso per la
strutturale ritrosia di tale settore
ad accettare le innovazioni.
LA TECNOLOGIA VIENE APPREZZATA, CAPITA, BEN VALUTATA?Poco: la moda è un settore per sua
cultura molto autoreferenziale,
ancorato a logiche conservative, ma
probabilmente le nuove generazioni
potranno modificare tale limite e
sfruttare al meglio le potenzialità
delle nuove tecnologie.
CHE COSA POSSONO IMPARARE LE IMPRESE DI ALTRI SETTORI DALLE AZIENDE DI MODA?La gestione continua del processo di
innovazione, non solo nel prodotto
ma anche nelle altre aree aziendali;
l'alchimia del rapporto tra creativi
(designer, stilisti, art director,
architetti) e manager; la capacità
di fare 'storytelling' del brand e di
vendere e comunicare 'emozioni e
sogni', non solo prodotti e servizi.
servizio sia dei brand italiani (tanti,
dai big alle numerose piccole e medie
aziende familiari di nicchia), sia di
quelli internazionali che vogliono
posizionarsi nella fascia alta di
qualità/immagine/distribuzione/
prezzo. Inoltre il sistema delle sfilate
e delle fiere (Milano, Firenze) in tutte
le categorie merceologiche (uomo,
donna, accessori, tessuti e filati) è
quello che sviluppa i numeri più
elevati, specie nel segmento medio
alto e alto, per cui rimane un punto
di riferimento per tutti gli operatori
internazionali del settore, dai
fornitori fino ai buyer.
IN CHE COSA DOVREBBERO MIGLIORARE PER CONTINUARE A DOMINARE LA SCENA LE IMPRESE DELLA MODA ITALIANA?Molte aziende piccole e medie, con
forte contenuto artigianale e di
prodotto, sono ancora carenti sul
piano del marketing e della capacità
commerciale, specie sui mercati
internazionali in forte sviluppo
(Russia, Asia, Medio Oriente e
Sud America). Inoltre, la stessa
innovazione di prodotto rimane
ancora un po’ troppo ancorata ad
uno schema di “novità” (semplici
variazioni estetiche di prodotti già
esistenti) anziché perseguire la sfida
di “vere innovazioni” (nuovi materiali,
nuove funzionalità, nuovi concetti
di prodotto), pur disponendo di una
filiera che consentirebbe di porsi tali
obiettivi. Un’altra carenza è quella
delle nuove tecnologie digitali: siamo
molto indietro su questo fronte, che
è uno dei pochi in cui i consumi
sono in forte crescita anche in
questo settore. Tutti questi elementi
(marketing/commerciale, innovazione
radicale di prodotto, strategie
digitali) confermano la necessità di
un ricambio generazionale senza cui
non è possibile il ricambio culturale
del settore, ovvero difendere il
patrimonio storico inserendovi al
contempo nuovi elementi volti a
rivitalizzarlo e a potenziarlo.
C’è necessità di un ricambio generazionale senza cui non è possibile il ricambio culturale del settore.
| 09
T F
PHOTO
Pebble è indubbiamente lo
smartwatch che ha colpito di più.
Partito dal sito di crowdfunding
Kickstarter, ha raccolto in breve
tempo 10 milioni di dollari, a fronte
di una richiesta iniziale di soli
100mila. Ben 69.000 persone, senza
che l’orologio esistesse, hanno dato
fiducia ad Eric Migicovsky.
Oggi è il primo smartwatch a tentare
la strada del glamour con il nuovo
modello Pebble Steel.
Interamente in metallo, con due
cinturini intercambiabili (uno in
pelle) e 3 colori, punta non solo
sulla tecnologia ma anche sullo stile,
rimanendo comunque abbordabile
con i suoi 269 dollari di prezzo.
La versione in metallo è stata seguita
anche da miglioramenti tecnologici,
come l'apertura di uno store online
interamente dedicato alle App per
Pebble.
Le grandi società si sono fatte
sorprendere da un piccolo inventore
che ha chiesto alla Rete i soldi per
partire. Oggi devono inseguirlo.
Internet è stata capace di sovvertire
le gerarchie, almeno per una volta.
PEBBLE IL PICCOLO SMARTWATCHCHE HA BATTUTO I GRANDIARRIVA LA VERSIONE “GIOIELLO”
DI FRANCESCO MARINO
10 |
TREND
DI FRANCESCO MARINO
È INSTAGRAM IL SOCIAL CHE FA IL RECORD DI CRESCITA IN BASE AGLI UTENTI ATTIVI. FACEBOOK SI CONTRAE (-3%). IN MODERATA AVANZATA TWITTER E G+. MA I SOCIAL SONO LA NUOVA FRONTIERA DEL BUSINESS: IL 44% DELLE PERSONE CI PASSA PIÙ DI UN’ORA LA GIORNO ALLA RICERCA DI IDEE E PRODOTTI
I SOCIAL CHE CRESCONO
È l’era dei social network, ma non
tutti sono in crescita, anzi… alcuni
scompaiono, altri si stabilizzano, altri
ancora vedono ridursi il numero degli
utenti. Indubbiamente quello che ha
fatto registrare la crescita maggiore
negli ultimi sei mesi è Instagram.
Il network fotografico ha segnato
un +23%, passando da 73,72 milioni
a 90,77 milioni di
utenti. Al secondo
posto Reddit con un
+13%, poi LinkedIn
(+9%), Google+ (+6%)
eTwitter (+2%).
A sorpresa cala Facebook, che segna
per la prima volta un arretramento in
termini di utenti attivi (-3%). Altro big
in calo è Youtube con un -3%, mentre
il “big loser” rimane MySpace (-12%).
Instagram si conferma il social più
ammirato (soprattutto dalle aziende)
e quello più amato dai giovanissimi
(16-24 anni), che rappresentano il
39% degli utenti; per Facebook la
comunità più numerosa (29%) è quella
rappresentata dalla fascia 25-35 anni,
la stessa che domina LinkedIn con il
32% e G+ (31%). Il social network più
giovane è Tumblr, che vanta il 45% di
utenti tra 16 e 24 anni.
Nonostante il calo Facebook ha
molti primati (oltre al numero degli
iscritti): è, ad esempio, il social più
frequentato, con il 56% degli utenti
che lo visita più di una volta al giorno;
per Twitter sono il 35%, per YouTube
il 33%, per Instagram il 31%, mentre
per G+ sono il 30%..
CRESCITA DEGLI UTENTI ATTIVI
Tencent Weibo
Yammer
Sina Weibo
Badoo
Tumblr
Quora
Google+
Viadeo
Orkut
Bebo
YouTube
vkontakte (Solo in Russia)
Odnoklassniki (Solo in Russia)
Myspace
23%
13%
9%
9%
8%
6%
6%
6%
6%
6%
6%
6%
2%
1%
0%
-3%
-3%
-3%
-4%
-12%
UTENTI SOCIAL IN BASE ALL’ETÀ
LLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL
16-24 25-35
29% 32% 31% 31% 32% 39% 32% 37% 35% 45%
ORE SPESE SUI SOCIAL DAGLI UTENTI
13%
21%
22%
17%
9%
18%
Non li usa
3 o più ore
Da 2 a 3 ore
Da 1 a 2 ore
Da 30 minuti a 1 ora
Meno di 30 minuti
12 |
WHITE PAPER
TECNO/FASHIONCOVER
DI DANIELA SCHICCHI
C
UNIRE MODA E DIGITALE, TECNOLOGIA E TENDENZE. QUESTO NUMERO DI DIGITALIC SI SPINGE IN UN NUOVO TERRITORIO CHE PROMETTE GRANDI NOVITÀ. LA SUA COVER RAPPRESENTA TUTTE LE EMOZIONI DI UN’INNOVAZIONE CHE SI SPOSA CON GLI EFFETTI SPECIALI DELLA MODA
olori, emozioni e tendenze: questo
è il fashion. E questo è anche il
cuore della nostra nuova cover (e
di tutto il numero), che mette al
centro il mondo della moda e la sua
interpretazione tecnologica e digitale.
Una modella-robot, dunque, che
si veste con uno strascico fatto di
numeri ed effetti speciali unici.
Moda e tecnologia che si fondono
per creare qualcosa di inedito.
Ancora una volta quello che state
ammirando è il frutto del lavoro di
partner d’eccellenza. Non vi resta che
gustarvelo.
CON IL CALDO… È MEGLIOIntramontabile, sensuale,
emotivamente elettrizzante e
prezioso, il caldo. Anche stavolta
torna Pi-Emme con il suo tocco
magico, che rende speciale anche
il più piccolo dettaglio. La stampa
a caldo, ormai lo sappiamo bene, è
una specialità di questa azienda, e in
questa nuova copertina ha permesso
al foil argento di Luxoro di aderire
perfettamente garantendo il risultato
finale che potete vedere. Brillante, a
registro e luminosissimo. Una tecnica
che rappresenta il lusso, la ricchezza
e la ricercatezza di un progetto che,
nel “caldo”, trova sempre un alleato
in grado di stupire ogni volta come se
fosse la prima.
UV, ALLA RADICE DI TUTTOPartner affezionato alla sua terza
cover è anche Graf 3, che ha stampato
l’intera copertina in UV per garantire
un risultato finale in grado di esaltare
tutti i successivi passaggi che gli
altri specialisti hanno realizzato.
La stampa UV rende vividi e pieni i
colori su ogni superficie
e su ogni tonalità. In questo
caso, poi, la base bianca rende
tutto ancora più esaltante e
pieno. La stampa ha dovuto
poggiare sul foil argento
lasciandone però intravedere
i riflessi cangianti, una tecnica
raffinata e complessa.
TOCCO DA MAESTRIUn’opera editoriale, la cover di
Digitalic, che ha potuto godere della
professionalità di Maggioni Serigrafia,
nuovo nome all’esordio sul nostro
magazine. L’azienda è specializzata
nelle lavorazioni che abbelliscono
e, come si dice in gergo, nobilitano
ogni progetto stampato. Le vernici di
Marabu Italia, dunque, sono state stese
ad arte sulla superficie stampata, per
ottenere quegli effetti unici e speciali
insiti nei prodotti e che solo l’arte
serigrafica è in grado di tirare fuori al
meglio. Sono stati necessarie grande
precisione ed esperienza per realizzare
i tre diversi effetti in serigrafia: lucido,
glitter e perlescente.
SEMBRA FACILE, MA NON LO ÈL’elaborazione dell’immagine che
vedete è opera, ancora una volta, di
Imagem. Tutto è stato modellato in
3D utilizzando due software, uno per
creare il manichino-robot e l'altro
espressamente dedicato al mondo
della moda. Quest'ultimo permette di
disegnare, tagliare e cucire un abito
T F
14 ||
“Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport
e fi tness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – infi ne – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature. Ho scoperto che le
parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.
conformandolo a un modello virtuale,
scegliendo il materiale e osservando
come il tutto si disponga nello spazio
tridimensionale seguendo le leggi della
fisica e assecondando le caratteristiche
di peso, elasticità, viscosità e attrito
del materiale scelto. Per lo strascico,
invece, è stato impiegato un software
in grado di sostituire alle fibre i numeri;
è realizzato da una trama di cifre
(da 0 a 9) intrecciate tra loro. Grazie
alla fantasia di Carlo Magrì è stato
enfatizzato l’effetto ed è stato reso
"caotico" il processo di "detramatura",
che si è trasformato in una sorta di
esplosione che rivela la natura digitale
del vestito.
PERFETTA COME STOFFA PREGIATALiscia, bianca, morbida, praticamente
perfetta. È la carta scelta per questa
nuova cover, firmata Arjowiggins
Creative Papers. Si tratta di Inuit,
nella variante Ultra Smooth Brilliant
white da 300 grammi, una carta non
patinata e certificata FSC la cui polpa,
quindi, proviene da foreste gestite
responsabilmente. La sua superficie
perfetta e omogenea è l’ideale per
diversi tipi di lavorazioni, come la
stampa a caldo o l’embossing.
Di un bianco estremamente elegante
e luminoso, è risultata ancora una
volta l’alleata perfetta per supportare il
messaggio da veicolare e per garantire il
risultato impeccabile alle nobilitazioni
realizzate sulla sua superficie vellutata.
VERNICI, GIOIELLI UNICII materiali usati per le numerose
nobilitazioni comprendono le vernici
serigrafiche di Marabu Italia, come
sempre preziose e tecnicamente
perfette.
Su tutto l’abito blu e sul braccio
della modella robot è stata stesa una
vernice UV lucida ad alta flessibilità e
brillantezza. A questa si aggiungono
prima il glitter Iriodin Blue dall’effetto
perlescente, fine e preciso sui
piccolissimi numeri che rappresentano
la coda dell’abito e che si alternano
perfetti sulla vernice lucida, e infine
il glitter C52 Violet, utilizzato sulla
testata e sull’esagono centrale - non
sulle scritte - che conferisce un
ulteriore effetto cangiante.
ARJOWIGGINSCREATIVE PAPERS
Arjowiggins Creative Papers, produttore e leader nel settore dei supporti creativi,commercializza brand ben noti quali Conqueror, Opale, Inuit, Curious Collection, Keaykolour, Rives e Pop’Set. I prodotti sono certificati FSC e coprono un’offerta di carte 100% riciclate premium, senza dimenticare che la gamma Conqueror è classificata Carbon Neutral in molti Paesi. L’attenzione per la creatività è supportata da “The Blank Sheet Project”, piattaforma che aggrega la comunità creativa e la invita a lasciare un segno nel mondo in modo responsabile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
ARJOWIGGINSCREATIVEPAPERS.COM
LUXORO
Luxoro ha scelto la via della qualità e delle tecnologie più innovative nel settore delle foglie per stampare a caldo. Luxoro è partner esclusivo del gruppo Kurz in Italia dal 1968, leader sul mercato internazionale. I prodotti sono divisi per settore: industria grafica, decorazione della plastica, industria del legno e del mobile, settore moda, nastri per trasferimento termico, codifica, protezione del marchio, card, biglietteria e macchine per la stampa a caldo.
LUXORO.IT
| 15
ARGENTO E DOPPIO CLICHÉ: GLI OCCHI RINGRAZIANOTorna la preziosità dei
materiali forniti da Luxoro e
da h+m. Iniziando dal primo
partner, troviamo la lamina
sovrastampabile argento
ALUFIN che dona, anche in
questo caso, un effetto brillante
e luminoso unico nel suo
genere. Ma non poteva essere
tutto piatto nemmeno questa
volta! Ecco, allora, i vari livelli
che potete toccare e scoprire
sulla copertina, realizzati grazie
ai clichè di h+m. Questi sono in
ottone, perfetti per la stampa
in piano del fondo metallizzato
che, successivamente, è stato
sovrastampato in offset UV.
Il secondo cliché, invece, ha
permesso di realizzare i due
livelli dei bracciali posti sul
braccio del robot, che spunta
curioso nell’angolo superiore
destro della cover.
HINDERER & MUEHLICH
h+m è sinonimo di innovazione e accuratezza nel mercato della stampa a caldo. Ecco perché Luxoro si avvale della collaborazione di h+m (azienda partner di Kurz) con oltre 40 anni di esperienza nella produzione di accessori e attrezzature per la stampa a caldo, per realizzare i suoi pregiati prodotti. L’azienda è leader, infatti, nella realizzazione di clichés e tecnologie ad alta precisione mirate a un risultato finale simbolo di vera eccellenza. Caratteristica che fa di h+m un partner sempre affidabile per un successo garantito.
HINDERER-MUEHLICH.DE
Graf3 è un’azienda che opera nel mercato delle arti grafiche da oltre 40 anni, con lo scopo di fornire ai suoi clienti la più ampia gamma di soluzioni per la comunicazione, mettendo al servizio del cliente stesso conoscenze e tecnologie di ultima generazione. Per questo, alle macchine lito-offset UV e tradizionali, al reparto serigrafico e a quello per la produzione e personalizzazione di card, da settembre 2013 si è affiancato il reparto di stampa digitale wide format, al quale si aggiungono il reparto grafico e quello di prestampa per controllare la qualità e la conformità a quanto desiderato dal cliente. Il tutto per diventare non solo stampatore, ma partner di ogni progetto.
WWW.GRAF3.COM
Srl
PI-EMME
Nata nel 1988, è in breve diventata una delle aziende leader nel settore della stampa a caldo per tutta l’Europa.Proprio in virtù di ciò, PI-EMME è il partner ideale di tutti coloro che, operando nelle arti grafiche, necessitano di avere prodotti arricchiti e nobilitati dalla stampa a caldo. La pluriennale esperienza maturata permette aPI-EMME di offrire la massima qualità ai propri clienti, così come le numerose macchine presenti in azienda unite alla competenza tecnica degli operatori, le consentono di poter soddisfare, quotidianamente, ogni esigenza nell’ambito delle graphic arts.
PI-EMME.COM
IMAGEM
Imagem è costituita da un team di architetti, ingegneri, grafici, fotografi e compositori, in grado di seguire tutte le fasi di un prodotto multimediale, dall’ideazione alla modellazione, dall’animazione sino alla colonna sonora originale. Grazie a questo approccio multidisciplinare, il team può spaziare nelle varie aree della comunicazione e del marketing, garantendo risultati originali e mai convenzionali.Carlo Magrì, architetto e musicista, si occupa da più di quindici anni di comunicazione, computer grafica, modellazione tridimensionale e visualizzazione fotorealistica nell’ambito dell’architettura e del design. Collabora con varie testate giornalistiche nazionali e con software house italiane ed internazionali per le fasi di sviluppo e testing di programmi. Insieme a Pao la Samoggia ha dato vita nel 2007 ad Imagem srl.
IMAGEM.IT
GRAF3
MARABU ITALIA
Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafiche e industriali. L’azienda, che ha la sua sede centrale in Germania,è presente – però - in tuttoil mondo con filiali e partners di distribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la filiale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano)e opera su tutto il territorio nazionale per offrire un portfolio di innumerevoli prodotti e soluzioni per la stampa serigrafica, tampografica e digitale, grazie alle esclusive rappresentanze estere garantite.
MARABU-ITALIA.IT
MAGGIONI
Maggioni Serigrafia nasce nel 1973 come produttore di pellicole e telai per serigrafia, per poi espandere l’attività nel settore della stampa serigrafica. Gli investimenti in tecnologie e infrastrutture hanno permesso all’azienda di essere sempre allineata alle richieste del mercato, fino ad affiancare alla stampa serigrafica tradizionale le più innovative tecnologie digitali. Oggi, nei due stabilimenti, viene offerto un servizio completo di service di stampa con una grande varietà di tecniche e materiali. Attenzione totale al cliente, abilità nello sviluppare partnership continuative, flessibilità, capacità di accettare sempre sfide nuove e complesse, rispetto dei valori umani e della natura sono i cardini del lavoro di Maggioni Serigrafia.
MAGGIONISERIGRAFIA.COM
16 ||
www. luxoro . i tLuxoro è a Impatto Zero®. Le emissioni di CO2 generate sono state
compensate contribuendo alla creazione e tutela di foreste in crescita.Luxoro utilizza energia rinnovabilea Impatto Zero®.
le monde fantastique
DISTRIBUTORI ESCLUSIVI PER L’ITALIA DELLE FOGLIE KURZ PER LA STAMPA A CALDO E A FREDDO
K_GRAPHICbellezza & valore
Le tue idee prendono vita con
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stupende lavorazioni applicate al
mondo del packaging.
Il tuo prodotto è un sogno che
diventà realtà.
OVVERO, COME L’IT È DIVENTATA UNA DELLE CHIAVI DI INTERPRETAZIONE DI STILE E TENDENZE PER IL FASHION SYSTEM
GEEK CHIC
DI SARA FEVOLA
era del digitale avanza e conquista anche il mondo della
“haute couture”. Il futuro tanto sognato da designer e
artisti come Depero, Tanaka e Sterbak – pionieri nel
concepire una moda tecnologizzata nel secolo scorso
– ha oggi trovato piena espressione, un posto al sole
riconosciuto, voluto, acclamato dalle passerelle di tutto il
mondo ed entrato a piena forza nella nostra quotidianità.
La tecnologia e l’informatica sono, infatti, parti integranti
sia di creazioni straordinarie, come quelle di alta moda, sia
di prodotti altamente ingegneristici ma dedicati al mercato
di massa, destinati a entrare nelle nostre case e nei nostri
armadi. Poteva la moda, seduttrice per eccellenza delle
nostre menti, rimanere indenne da ciò che è diventato
una tendenza dilagante, ovvero il wearable computing?
Assolutamente no. Via, allora, all’esplorazione di una
nuova strada verso l’orizzonte della technocouture, la
tecnologia che si indossa!
T F
L
18 ||
stampati con le nuovissime tecnologie
di stampa 3D Objet Connex di
Stratasys e Materialise, per dare “più
corpo” ai suoi disegni. Anche Victoria
Secrets, il noto brand americano di
lingerie, ha adottato questa tecnologia
per stampare in 3D un suo corsetto.
TESSUTI INTELLIGENTI, FUTURISTICI, INNOVATIVI
La ricerca nel campo dei tessuti
tecnologici è molto attiva. La
sperimentazione è continua e
coinvolge sia i big dell’alta moda
sia le società emergenti, impegnate
in numerose startup di successo.
Traspirazione, resistenza ai raggi
UV, utilizzo di nano particelle e
di metalli, led e fibre ottiche... ma
si lavora anche sui materiali di
recupero e green, come ad esempio
i tessuti in fibra di bamboo. Sono
stati avviati alcuni progetti per lo
studio e la messa a punto di tessuti
smart che avranno una superficie
luminosa e touch, sottile e flessibile.
Interessante, a questo proposito, il
percorso intrapreso dal gruppo Binda,
che con l’orologio Hip Hop è riuscita,
tramite la lavorazione RPL (Rubber
Pressing Lamination), ad applicare il
tessuto sul cinturino di silicone, senza
l’utilizzo di colle o elementi tossici.
WEARABLE TECHNOLOGY: CHI PIÙ NE HA, PIÙ NE METTA…
Una moda intelligente non è però
appannaggio esclusivo dell’haute
couture, abituata ai sensazionalismi
e ai grandi compratori. La wearable
technology ha fatto molto di più,
costruendo un legame tra moda e
informatica, vestendo di design gli
ultimi nanoprocessori (come Edison
di Intel, presentato all’ultimo CES
a Las Vegas) e trasformandoli in
oggetti glamour, utili e irrinunciabili
sia per i fashion addicted che per i
geek. Il paradigma “Se sei tecno, sei
glam!” è la nuova chiave di lettura
che il marketing non può ignorare.
La moda lo ha capito e allora ecco un
fiorire di soluzioni fashion per ogni
tipo di tecnologia, di servizio e di
consumatore, dal più modaiolo allo
sportivo. ED – Emotional Design, ad
esempio, è un brand tutto italiano
che produce borse molto particolari.
Aprendole, uno strip led ne illumina
l’interno facilitando la ricerca di
portafogli, chiavi, smartphone… e, a
questo proposito, la borsa è dotata
DALL’ELETTRONICA ALLA STAMPA 3D: UNA STELLA CHE NASCE SI RICONOSCE DALLA PASSERELLA
Una moda hi-tech è sicuramente un
prodotto che fa tendenza, destinato
a far parlare di sé. Ecco perché
abbiamo scelto le passerelle e i red
carpet per iniziare a darvi un’idea di
come questa collaborazione sia oggi
più concreta che mai. L’inglese Cute
Circuit ha già fatto parlare di sé per
gli abiti luminosi
indossati da Katy
Perry e dai Black
Eyed Peas, oltre
che per il Galaxy
dress, un abito
con una base di
seta e organza
su cui sono
stati applicati
ben 24.000 led
ultrapiatti e oltre
4000 cristalli
Swarovski.
Sempre dalle
passerelle è
impossibile non
farsi sedurre
dall’estro creativo
di fashion
designers come Vega Wang, che si è
ispirata alla costellazione di Alpha
Lyrae per creare una collezione di
sette abiti luminosi e cangianti, in
collaborazione con Vice e Intel. In
questo caso, il segreto sta nella scelta
di accoppiare il tessuto del vestito a
un materiale elettroluminescente in
grado, una volta alimentato, di dare
profondità all’universo stampato.
Assolutamente innovativa e più
che attuale è la scelta fatta, invece,
dalla stilista Iris Van Herpen. La sua
passerella ha visto sfilare alcuni abiti
STAMPANTI 3DIl CES 2014 ne ha decretato il successo. Le previsioni di fatturato vedono nei prossimi sei anni uno sviluppo di mercato tale da raggiungere un volume di oltre dieci miliardi di dollari. Stiamo parlando della stampa 3D, una nuova tendenza che coinvolgerà trasversalmente numerosi mercati. Poteva il fashion system stare ai margini? Il 3D printing permette ai fashion designer di giocare con più materiali, combinando tra loro spessori e consistenze differenti per vestire dalla testa ai piedi: dagli abiti agli occhiali e alle scarpe, per una personalizzazione estrema e senza limiti. Ne attendiamo gli sviluppi dalle prossime passerelle.
anche di un’uscita Usb per ricaricare
telefonini, videocamere, tablet. È
di Ermenegildo Zegna iJacket, la
giacca porta iPod che permette di
comandare il lettore mp3 sfiorando
un touch control posto sulla manica.
Sempre su quest’onda, gli States
attendono per la primavera l’arrivo
di Motif, un trench impermeabile
dotato di un dispositivo wifi e di un
caricatore per smartphone posto nel
taschino interno, compatibile con gli
ultimi modelli Samsung e Apple.
…ALTRIMENTI CORRETE AI RIPARI!
Potete scommettere che a Cupertino
non stanno certo con le mani in mano
riguardo a un argomento così di moda
come la tecnocouture.
Nasce così la collaborazione tra
Apple e Nike: Nike Plus (Nike+).
Da Cupertino corriamo a Mountain
View: Google e Adidas stanno
sperimentando Talking Shoe, una
scarpa da running in grado di chattare
con i propri contatti di Google +
e condividere i progressi fatti in
allenamento. E che Google abbia in
testa la moda lo hanno fatto capire
i celeberrimi Google Glass… Sempre
per gli amanti dello sport, all’ultimo
Pitti Uomo sono state presentate le
calze con led integrato firmate da
Gallo. Indossate, la striscia di led
si attiva su tutta la lunghezza del
polpaccio, segnalando il corridore o
chi le ha scelte solo per vezzo.
| 19
DIGITALIC PER CANON
C A N O N E
L A M O D A ,
A M O R E A
P R I M A
P A S S E R E L L A
20 ||
Un’altra Milano Fashion Week, un altro fiume di flash
e immagini per celebrare quello che – indubbiamente –
resta un avvenimento mediatico, oltre che professionale,
di indiscussa portata. Proprio sulla base di tutte queste
premesse, si comprende facilmente come Canon sia
sempre protagonista quando c’è di mezzo il fashion
system. Un rapporto stretto e intenso quello tra la moda
e l’azienda che, dal 2005, condivide la sua passione per
il potere dell’immagine con i professionisti del settore;
durante la MFW, ad esempio, grazie all’area Canon
Professional Service (CPS) i fotografi presenti alla
manifestazione hanno potuto usufruire di un supporto
tecnico di qualità, in grado di consentire loro di operare
con tranquillità e sicurezza durante le sfilate e non solo.
Il portfolio di prodotti Canon è in grado di soddisfare
qualsiasi esigenza: dalla fotografia alle videoriprese, per
arrivare al printing con la stampa fotografica home e
business, ognuno può trovare il device giusto.
Il mondo della moda ha visto protagonista l’azienda
affiliata del gigante giapponese Canon Inc., leader
mondiale nell’innovazione e nella produzione di soluzioni
per l’immagine e l’IT, con un vasto panorama di dispositivi
user friendly e professionali di vario genere, proprio per
dimostrare che il lato consumer e quello professional
possono convivere e integrarsi sapientemente in un
settore tanto ambìto ed esclusivo come quello della
moda. Naturalmente tutte le attività dell’azienda sono
supportate da una vasta gamma di prodotti. Tra le ultime
novità ricordiamo PowerShot N100, la selfie camera
per raccontare le storie a 360°, dotata di sensore da 12,1
megapixel, zoom ottico 5x, video in formato Full HD e
modulo Wi-Fi. La particolarità è il secondo obiettivo
posizionato sopra lo schermo posteriore, che serve
per immortalare anche l’utente e non solo il soggetto
inquadrato. C’è poi Legria mini, il nuovo e originale
modello di videocamera che offre flessibilità e libertà
ineguagliabili per esprimere e condividere, in tutta
semplicità, le proprie passioni attraverso i social media.
Legria mini racchiude la tecnologia più innovativa e
garantisce un utilizzo facile e pratico, grazie all’obiettivo
ultra grandangolare Canon, allo schermo LCD orientabile,
al sostegno incorporato e alla connettività Wi-Fi. C’è, poi,
EOS 70D, la reflex che combina la tecnologia di imaging
Canon con funzioni potenti e creative di condivisione
wireless, risultando così una fotocamera ideale per tutti
gli usi e in grado di catturare l’istante con immagini e
video Full HD mozzafiato. Ha un nuovo sensore CMOS
APS-C da 20,2 MP ed è la prima reflex digitale al mondo
dotata dell’innovativa tecnologia autofocus Dual Pixel
CMOS AF, che offre una messa a fuoco automatica
continua durante la ripresa di filmati Full HD e rapida
quando si scatta in modalità Live View. Ci sono, inoltre,
PowerShot G16 e PowerShot S120, costruite per fornire
un entusiasmante livello di qualità delle immagini e di
prestazioni nella gamma delle compatte Canon.
La capacità innovativa di Canon è a disposizione anche
delle aziende, da quelle grandi alle piccole realtà che
animano il settore della moda e non solo. Il design, infatti,
non si applica solo ai prodotti, ma anche ai processi e ai
servizi. Sfruttando le sue competenze e le sue tecnologie,
Canon ha elaborato una soluzione in grado di far
risparmiare sui costi di stampa e contemporaneamente
migliorare la gestione documentale. La serie di tecnologie
e servizi che rende possibile tutto questo si chiama MPS
(Managed print services). Con MPS, Canon si pone
come partner per la gestione totale o parziale del parco
stampanti del cliente, offrendo uno studio sui processi
di stampa e quindi l’implementazione della soluzione.
Canon dunque non vende più solo prodotti, ma offre un
servizio in cui condivide con l’azienda cliente l’obiettivo
di ottimizzare le risorse, ridurre i costi e produrre un
risparmio concreto. Questo servizio oggi è disponibile
non solo per le grandi imprese, ma anche per quelle da
10 dipendenti in su. Con il servizio MPS, Canon si fa
carico di tutta l’infrastruttura di stampa, dalle printer ai
consumabili, mentre il cliente paga una quota mensile
per tutte le sue stampe. MPS si articola in una prima fase
di assessment report, che prevede un’indagine sottoposta
al cliente online, e in una seconda fase di strutturazione
del progetto che definisce le “print policy”, il manuale
operativo e la struttura hardware e software. Il programma
si conclude con l'implementazione del progetto e con
l'integrazione dei dispositivi di stampa nell'infrastruttura,
con relativo training per il personale.
WWW.CANON.IT
STRADA PADANA SUPERIORE, 2/B
20063
CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI)
|| 21
T F
TRA ME E TECH DI MARCO LOMBARDODirettore di “Style” - Il Giornale
22 ||
ANCHE UNA DELLE FIRME PIÙ GLAMOUR DEGLI USA ORA SI INTERESSA DI TECNOLOGIA, PER COLPA DI UNA SUA AMICA. LA STORIA DI RUTHIE FRIEDLANDER E DI COME LA TECNOLOGIA DEBBA ASSOMIGLIARE ALLA GIOIELLERIA PER FINIRE (DAVVERO) INDOSSOALLE PERSONE
Ruthie Friedlander è una giornalista di moda di Elle.
Cosa ci facesse lo scorso inizio gennaio a Las Vegas
non era chiaro ai più, ma Ruthie in realtà era andata
volontariamente ad esplorare un mondo alieno. Ed era
tutta colpa di una sua amica: “Allegra lavora nella moda
come me ed è una ragazza che ha un gusto grandioso nel
vestire. Eppure da un po’ di tempo gira con un terribile
braccialetto al polso: si chiama Nike Fuelband e non se ne
stacca mai. Com’è possibile? Quel dannato braccialetto mi
sta uccidendo”.
Ecco dunque perché una columnist di moda si era
spinta in Nevada, ma soprattutto ecco perché il mondo
del fashion si trova davanti ad una rivoluzione che - a
differenza del solito - deve subire: questa volta infatti è la
tecnologia ad essere di moda. O quantomeno a diventarlo.
Il problema però è mettere insieme le due cose e la chiave
- spiega Daniella Vitale, manager (donna) del brand di
lusso Barneys - è “disegnare un accessorio tanto bello da
diventare oggetto del desiderio”. Roba da stilisti, dunque.
E così, ecco che in fondo il giro di Ruthie Friedlander
a Las Vegas comincia ad
avere un senso: quello
tra fashion e hi-tech è un
matrimonio che s’ha da
fare, l’importante è sapere
come. “Indossare sempre
quel braccialetto al polso è
come vestire delle sneakers
in metropolitana e cambiarle con dei tacchi a spillo prima
di entrare in ufficio. Uccide le mie vibrazioni”.
E probabilmente non solo le sue. E quindi: soluzioni?
Ayse Ildeniz, vicepresidente di Intel, ne ha una: “Le cose
che una persona indossa sono emozionalmente legate
al suo carattere, riflettono il suo io. Oggi avere al polso
un braccialetto per rilevare l’attività fisica non evoca lo
stesso attaccamento di un blazer di Ferragamo o di un
vestito di Prada. Il vero successo sarà quando le persone
si sentiranno fashion con un accessorio hi-tech addosso”.
Il che vuol dire design, cioè ciò che può unire i due
mondi che Ruthie
fatica ancora a
mettere insieme.
A Las Vegas ad
esempio ci hanno
provato quelli di
Peeble, l’azienda
che ha lanciato
lo smartwatch
un anno e mezzo
fa e che ora si è
presentata con
modelli in acciaio
dal design più
vicino a un orologio vero: “Stiamo cercando di produrre
qualcosa che non venga considerato solo un pezzo di
hardware, ma un modello di gioielleria”.
Il risultato di ciò è ancora migliorabile, ma di sicuro è il
primo passo in attesa che i chip entrino direttamente nei
vestiti, così come futuro comanda.
Nell’attesa - e in attesa di convincere Ruthie - non c’è
dubbio che la moda debba adeguarsi ai tempi, così come la
tecnologia debba piegarsi alla bellezza. Ma soprattutto il
primo passaggio sarà spiegare a Rachel Arthur, giornalista
del Daily Telegraph, cosa c’è davvero di bello in Nevada
ad inizio gennaio: “Durante il Ces ci sono almeno 150mila
persone in più a Las Vegas, eppure per entrare nel bagno
delle donne non c’è mai la coda”. Ecco: il giorno in cui
quei bagni saranno pieni, allora sì che la tecnologia sarà
veramente cool.
Le cose che una persona indossa sono emozionalmente legate al suo carattere, riflettonoil suo io. Oggi avere al polso un braccialetto per rilevare l’attività fisica non evoca lo stesso attaccamento di un blazer di Ferragamo o di un vestito di Prada.
Il vero successo sarà quando le persone si sentiranno fashion con un accessoriohi-tech addosso.
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INNOVAZIONE IT
livelli di sicurezza e affidabilità,
ospitando un’architettura cloud
IaaS scalabile e sicura. Le aree di
lavoro adibite all’allestimento e alla
manutenzione sono esterne all’area
riservata ai rack ed è disponibile
un team di tecnici di supporto alle
attività degli operatori ICT. Per il
monitoraggio dell’infrastruttura
interna e dei servizi di cooling,
powering ed UPS è stato adottato
un unico sistema informativo, che
permette di avere 6 livelli di alert
e relative procedure di intervento,
garantendo SLA elevatissimi per i
clienti. Il data center è interconnesso
con le reti pubbliche più importanti
a livello nazionale ed internazionale.
IL CLOUD APRE NUOVE STRADEIl cloud non è solo una modalità
innovativa di offrire tecnologia, ma
una vera e propria rivoluzione che
apre nuove strade alle software house
italiane.
Grazie ad Arcipelago.net i partner
di canale possono offrire le proprie
soluzioni in cloud integrandole
all’offerta Computer Gross ed i clienti
possono utilizzarle attraverso una
connessione web, corrispondendo
un canone mensile, certi di avere
sempre le soluzioni tecnologicamente
più aggiornate sul mercato. Per i
ARCIPELAGO.NETby COMPUTER GROSSLa soluzione Cloud 100% per il canale
I l cloud è una grande opportunità
di business, una delle migliori che la
tecnologia metta oggi a disposizione
del canale IT. Rappresenta un vero
e proprio abilitatore d’innovazione,
perché permette di offrire
infrastrutture e software as a service,
riducendo sia il time to market sia
i costi, integrandosi perfettamente
con il business tradizionale. Due
anni fa Computer Gross ha deciso
di operare da protagonista in questo
settore e ha fatto forti investimenti
infrastrutturali ed organizzativi per
poter offrire ai propri rivenditori
servizi cloud “white label”, attraverso
la business unit Arcipelago.net.
I servizi cloud che i partner decidono
di portare sul mercato sono erogati
dal data center di Computer Gross.
Il rapporto con l’utente finale viene
quindi condotto completamente dal
partner che può aggiungere il proprio
valore all’offerta. Bisogna immaginare
il data center come un magazzino
futuristico che racchiude servizi
cloud anziché hardware e software.
È un’offerta che il rivenditore può
scegliere, comporre, integrare e
proporre, gestendo
ogni aspetto della
vendita e del
servizio. Computer
Gross rimane così
il fornitore ICT di riferimento per le
aziende italiane anche nella delicata
transizione verso il cloud. L’offerta
Arcipelago.net spazia dai servizi di
data center (co-location, housing,
hosting, banda di qualità garantita) a
quelli di cloud infrastructure (IaaS)
come le macchine virtuali e lo storage
on demand, senza dimenticare il
data management (backup, disaster
recovery e business continuity) e
gli applicativi in SaaS. Una gamma
vastissima che consente di creare
delle soluzioni a valore aggiunto
per il canale. Inoltre il data center è
italiano al 100%, un vantaggio da non
sottovalutare. Le maggiori resistenze
che il cloud incontra, infatti, sono
legate alla perdita di controllo sui
dati: gli imprenditori vogliono sapere
dove si trovano le proprie risorse
IT e vogliono essere rassicurati
sulla possibilità di verificarne la
collocazione, cosa che non è possibile
se ci si rivolge ad altri operatori.
Il data center, che ha ottenuto in
pochissimo tempo la certificazione
ISO/IEC 27001:2005, è stato
progettato per garantire elevatissimi
IL CLOUD È UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER L’AMPLIAMENTO DEL BUSINESS DEGLI OPERATORI DEL MERCATO ICT. ARCIPELAGO.NET RENDE DISPONIBILEA RIVENDITORI, ISV E SYSTEM INTEGRATOR LE INFRASTRUTTURE, I SERVIZI E LE COMPETENZE INDISPENSABILI PER PORTARE IN AUTONOMIA SUL MERCATO UN'OFFERTA COMPLETA IN QUESTA MODALITÀ24 ||
La nostra missione è essere il partner di riferimento e neutrale per gli operatori di canale nella loro offerta cloud
produttori di software ciò si traduce
in un una riduzione dei costi (anche
di assistenza) e soprattutto nella
possibilità di approcciare nuovi
mercati. “Come Computer Gross è il
distributore a valore di riferimento
per i prodotti tecnologici hardware
e software, così Arcipelago vuole
essere il partner principale per tutti
gli operatori di canale in merito
al cloud – dichiara Moreno Falchi,
responsabile dell’intero progetto –.
La modalità white label consente
agli operatori italiani di crescere
nei managed services aggiungendo
alla loro offerta un ampio portfolio
di servizi cloud. Il programma di
canale che Arcipelago.net mette
a disposizione è chiaro e attento
a preservare il ruolo centrale del
partner nella relazione con il
cliente finale e la sua autonomia
nella definizione della marginalità.
Grazie al “Cloud Resource Center”
– conclude Falchi –, attraverso un
portale e un team di specialisti, siamo
in grado di assistere i nostri business
partner sia nelle attività commerciali
che nelle attività di marketing
e post-vendita”.
“Computer Gross Italia sta
investendo in modo significativo sia
nell’infrastruttura del Data Center
sia nella creazione di servizi cloud
tra
sti
tto
cia
om
alo
ti t
e, c
il p
ope
al c
e nel supporto
specialistico –
commenta Paolo
Castellacci,
presidente
della società –.
Abbiamo deciso
di creare una
business unit
completamente
focalizzata
sul cloud
“Arcipelago.net”
che è a totale
disposizione dei
partner. Per noi
si tratta di una
scelta strategica
in linea con la
nostra missione:
vogliamo
garantire agli
operatori
italiani di
informatica il
mantenimento
del loro ruolo nei confronti dei
clienti, offrendo servizi cloud ospitati
nel territorio nazionale ed erogati
con un provider che, per sua natura, li
affiancherà sempre nella crescita del
loro business. Il nostro successo sarà
sempre e indissolubilmente legato al
successo del nostro canale.”
COMPUTERGROSS.ITARCIPELAGO.NETVIA DEL PINO 1 50053 EMPOLI (FI) TEL. 0571 9977 FAX 0571 997 333
| 25
COSTRUIRE UN COLOSSO IN 48 ORE
Sono bastate 48 ore a Lenovo per
guadagnare il posto d’onore al centro del
mondo hardware.
L'operazione non è stata economica,
anzi: l'azienda cinese ha speso infatti
5,21 miliardi di dollari per assicurarsi la
divisione server pc di IBM e per rilevare
Motorola da Google, che l’aveva comprata
solo nel 2011 per 12,3 miliardi di dollari.
Il mondo dell’hardware è di fronte ad
un nuovo cambiamento di baricentro,
spostatosi ad Oriente.
Lenovo, dopo aver acquisito anni fa la
divisione pc di IBM, si è presa un altro
importante pezzo di Big Blue: tutti i server
x86, ovvero quelli con processore “pc”.
IBM continua dunque nella sua strategia
di concentrarsi solo sui business a più alto
valore, mentre Lenovo marcia spedita verso
la vetta dei produttori hardware, non solo
pc, ma anche server.
IBM manterrà la serie Z (mainframe), i
Power System, gli Storage System e tutta
la linea PureSystem, e proseguirà nello
sviluppo di software per le piattaforme
Windows e Linux. Contestualmente alla
vendita è stato raggiunto anche un accordo
Oem: IBM continuerà quindi a fornire
il software per i server x86.
Il prezzo previsto è di 2,3 miliardi di dollari
(di cui 2 miliardi in liquidità e il rimanente
in azioni Lenovo). 7.500 dipendenti IBM
passeranno al brand cinese, o almeno
riceveranno un’offerta per cambiare
“casacca”. 48 ore dopo i server è arrivata
l’acquisizione da Google, per quasi 3
miliardi di dollari, di Motorola.
L’accordo prevede il pagamento di 2,91
miliardi di dollari, di cui 1,41 versati alla
chiusura dell’accordo (660 milioni in
contanti e 750 in azioni Lenovo); il resto
verrà pagato nel corso dei prossimi 3 anni.
La multinazionale cinese così si porta a
casa tutto il portafoglio di prodotti mobile
di Motorola, compresi i famosi Moto X
e Moto G, mentre i brevetti rimangono a
Google.
Una delle ragioni che può aver spinto Big
G a vendere Motorola così in fretta è la
volontà di fare pace con Samsung grazie
alla cessione di un concorrente diretto
del suo principale partner hardware.
Per Lenovo, invece, questa acquisizione
significa assicurarsi una posizione
preminente nel mondo mobile, potendo
sfruttare le sue fabbriche per economia di
scala e rendendo il brand più profittevole.
Molto soddisfatto Yang Yuanqing, Ceo di
Lenovo, che ha dichiarato di poter contare
ora su un brand iconico.
Prima di queste due acquisizioni Lenovo
era già una multinazionale potente, al
primo posto al mondo nella produzione
di pc, ma adesso è un vero e proprio
colosso, in grado di competere con tutti
in ogni segmento hardware.
DI FRANCESCO MARINO
MERCATO
| 27
DOSSIER
IL GESTIONALE NON HA PIÙ CONFINI
INTERNAZIONALIZZAZIONE E MOBILITÀ SONO I NUOVI REQUISITI PER SOLUZIONI CHIAMATE AD ESSERE SEMPRE PIÙ FLESSIBILI E FACILI DA USARE, DOVE L'INTEGRAZIONE NON DEVE RAPPRESENTARE UN OSTACOLO E ILCLOUD È UNA RISORSA
DI GIUSEPPE GOGLIO
28 ||
Nel gestionale di oggi è rimasto ben poco dei vecchi
programmi di amministrazione per uffici. Divenuto il
centro del sistema informatico di molte imprese, spesso
è il trampolino di lancio per nuovi progetti, tecnologie
inedite e piani di espansione all’estero.
“Le priorità delle aziende vanno nella direzione
della flessibilità e della capacità di analisi legate
strettamente alle esigenze di mercato, che portano
all’internazionalizzazione e all’adozione di strategie che
permettano di reagire ai cambiamenti – esordisce Gianluca
De Cristofaro, direttore vendite medie aziende Oracle
Applications di Oracle –. La domanda di flessibilità trova
una risposta nel cloud, mentre le valutazioni costruite sui
dati devono essere infallibili, perché oggi non si possono
commettere errori”.
Gli aspetti da prendere in considerazione per chi propone
e per chi cerca un Erp in linea con le più attuali esigenze
sono molteplici. “Nonostante la maturità, il settore
continua a crescere mostrando trend positivi – osserva
Riccardo Sponza, direttore marketing della divisione
Dynamics di Microsoft –. Le funzionalità richieste sono
variabili, ma è possibile individuare alcuni elementi che
trainano questo mercato, tra cui la facilità d’adozione e di
utilizzo e la mobility, oltre all’integrazione con i social”.
La serie di combinazioni è notevole, ma per le software
house questa è una possibilità in più di individuare un
settore nel quale specializzarsi. “Le richieste sono molto
eterogenee, ma ultimamente spicca l’e-commerce – spiega
Saimor Schiavon, product manager di Evolution –. Tutti
vogliono sfruttare la base dell’Erp e trasformarla in uno
strumento di crescita tramite questo servizio”.
“Gestione snella della supply chain, internazionalizzazione
dei processi e business analytics pervasiva sono elementi
emergenti – aggiunge Luisa Ferrari, responsabile presales
Sage Erp X3 di Formula –, che si completano con processi
visuali intuitivi, workflow strutturato e Crm nativo”.
Di fronte a una situazione interna poco favorevole,
è importante cercare fortuna all’estero. “Osserviamo
ultimamente una maggiore richiesta di Erp in grado di
supportare esigenze di internazionalizzazione – sottolinea
Massimiliano Ortalli, general business director E&C
organization di SAP –. Anche le Pmi italiane cercano
quindi soluzioni in grado di gestire non solo lingue
differenti, ma anche fiscalità di diversi Paesi”.
“Le imprese che competono sono quelle che dimostrano
la capacità di muoversi sui mercati internazionali, e
questo impone ai produttori di rispettare nuovi requisiti
– conferma Alessandro Guidi, business development
JGalileo di 4Words –. Oltre a localizzazione e fiscalità,
anche integrazione di processi e dati con strumenti
di BPM e performance management, indispensabile
per andare oltre il tradizionale controllo di gestione e
osservare le prestazioni dei singoli processi”.
Nuovi scenari determinano quindi nuove esigenze, di
fronte alle quali l’offerta deve adeguarsi prontamente.
“Fondamentale è anche il mobile Erp – puntualizza
Alexander Kiesswetter, director cast business applications
di Dedagroup Ict Network –. Tentativi di mappare tutte
le esigenze dell’azienda in un unico gestionale spesso sono
falliti, cosa che sta portando lentamente a sistemi più
aperti, integrabili e di conseguenza più flessibili”.
“Ultime, ma non perché meno importanti, le funzionalità
di business risk, ossia rendere disponibili nativamente
dati ed elaborazioni atti a calcolare l’affidabilità dei
clienti, anche potenziali, e dei fornitori – interviene
Attilio Bachetti, product marketing manager di gruppo
TeamSystem –. Una funzione che, a causa del contesto
economico difficile, sta assumendo sempre più importanza
nella gestione aziendale quotidiana”.
Dove aumenta la complessità, acquisisce importanza la
capacità di combinare gli strumenti a propria disposizione.
“La parola chiave è integrazione con tutti gli applicativi
aziendali – avverte Giorgio Mini, vicepresidente di
Zucchetti –. Un altro requisito fondamentale è la
tecnologia web, che rende possibile un modo di lavorare
partecipativo e collaborativo”. Rispetto ai primi progetti
gestionali c’è però un fattore importante con il quale i
fornitori sono chiamati a fare i conti. “Gli utenti sono
più esigenti – rileva Massimo Vaccarino, amministratore
delegato di Thesma –. Si sta affermando la consapevolezza
che un Erp non serve soltanto a rispondere alle esigenze
amministrative e gestionali di un’azienda, ed emergono
dunque esigenze che in passato davamo per scontate.
Funzionalità apparentemente consolidate, quali budget,
contabilità analitica, Crm ed e-commerce, vengono ora
richieste anche dalle aziende meno strutturate”.
INCERTEZZA NELLA NUVOLAProbabilmente più che in ogni altro settore, l’opzione
cloud negli Erp pone un’azienda di fronte al fatidico
dilemma sul se, come e quando adottare il nuovo modello.
“Attualmente lo spostamento nel cloud rimane ancora
pionieristico – rileva Giuseppe D’Amelio, ES Italy industry
leader manufacturing di HP –, con ostacoli diversi che
vanno dal semplice scetticismo alla sicurezza dei dati, fino
alla difficoltà di cogliere i benefici di una trasformazione
che cambia gli asset del dipartimento IT ”.
Prima ancora delle valutazioni tecnologiche, resta spesso
insormontabile l’ostacolo di natura emotiva. “La diffidenza
in Italia è ancora forte – ammette Guidi –. Tuttavia, due
cambiamenti nei costumi individuali ne porteranno in
tempi brevi al superamento. Prima di tutto, la generazione
digitale è abituata a condividere la propria vita privata in
Rete, e inoltre stiamo passando dalla modalità informatica
individuale solitaria a quella individuale collaborativa”.
Dopo anni di titubanze il cambiamento non sembra
lontano. “Negli ultimi dodici mesi il ruolo del cloud è
mutato radicalmente – riflette Vaccarino –. Le perplessità
iniziali, in particolare delle aziende più piccole, sembrano
essere state superate. Ormai la quasi totalità delle richieste
| 29
TECH&FASHION
KELYANL’ALTA TECNOLOGIA DIVENTA SEMPLICE
iù di trent’anni di esperienza nel mondo
dell’alta tecnologia sono tanti, e significano
che Kelyan ha saputo interpretare al meglio
tutti i cambiamenti e gli stravolgimenti che
l’innovazione ha portato in questo periodo.
Per farlo occorre una visione strategica
chiara, che ha portato la società ad elaborare
un messaggio che è anche una missione:
rendere la tecnologia semplice. Le aziende
devono guardare alle soluzioni informatiche
non come ad una cosa complicata o che
limita l’attività, ma come ad uno strumento
che libera le potenzialità dell’impresa,
risolve i problemi e le procedure e permette
di concentrarsi sulle attività davvero
strategiche.
Da più di dieci anni Kelyan si è specializzata
sui servizi in modalità cloud e su soluzioni
innovative che aiutano le aziende a creare
efficienza di processo e a sviluppare con
successo il proprio business.
Le soluzioni proposte vanno
dall'automazione del processo vendita
alla dematerializzazione dei cicli attivo
e passivo, dalla schedulazione
della produzione alla gestione
della logistica, dalla gestione
amministrativa all'acquisizione
di informazioni essenziali per il
processo decisionale.
L'obiettivo di Kelyan è rendere
semplici all'utente le tecnologie
complesse, affinché possa
sfruttarle per il proprio business.
Forte della pluriennale esperienza
nello sviluppo di soluzioni
dedicate, la società si propone
come partner alle imprese con lo
scopo di operare insieme offrendo
tecnologie all'avanguardia per
ottenere soluzioni puntuali,
indipendenti e integrabili, che
consentano una riduzione dei costi e un
incremento di produttività, così come
l'ottimizzazione delle risorse. Le soluzioni
Kelyan permettono di incrementare la
competitività, risolvono la problematica
della gestione degli utenti in mobilità e
garantiscono la sicurezza degli strumenti di
lavoro.
I “SERVICE ELEMENTS”Kelyan ha sviluppato una serie di "Service
Elements" già pronti per risolvere problemi
di processo nei vari ambiti aziendali e
per gli utenti in mobilità, utilizzando
tecnologie proprie e di terzi. Tra questi il
servizio ciclo passivo, la raccolta ordini per
tablet, il servizio di Business Intelligence e
tanti altre soluzioni relative ai processi di
vendita, assistenza e produzione. Non solo:
la società, grazie a innovativi servizi cloud,
soluzioni on-demand, on-premise, pay per
use e progetti ad hoc, propone le tecnologie
di ultima generazione per qualsiasi sistema
informativo.
I SETTORI VERTICALIDiversi sono i settori verticali per i quali
Kelyan ha studiato soluzioni specifiche: si
va dal comparto agroalimentare al finance,
dalla logistica e trasporti al machinery,
dalla sanità alla moda.
Proprio in quest'ultimo segmento la
società ha sviluppato NAV Moda. Si
tratta di una soluzione gestionale per le
imprese di abbigliamento strutturate in
commercializzazione e/o produzione.
di trent’anni di esperienza
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NAV MODAIL GESTIONALECHE FA TENDENZA
AV Moda è stato sviluppato come
verticalizzazione specifica per il settore
Fashion, una soluzione completa per
processi a ciclo stagionale. Basata su
Dynamics NAV, dispone dell'interfaccia
nativa con Office. Per società che operano
anche all'estero è stata localizzata in 46
Paesi.
NAV Moda si caratterizza peri suoi
costi minimi di avviamento e per la sua
semplicità di utilizzo e di manutenzione.
Numerosissime le sue funzionalità. Per le
collezioni gestisce l'anagrafica prodotto,
la distinta base, le schede tecniche e le
misure, la cartella colori, l’assegnazione
delle varianti, i listini vendita, i barcode
dei diversi articoli e la scheda costo.
Gestisce inoltre l'ordine di campionario, i
lanci multipli, le spedizioni e il tracking.
In ordine alle vendite gestisce il budget
per obiettivi per gli agenti, consente il data
entry (compresi gli ordini via web) e, grazie
alle funzioni di Business Intelligence,
realizza analisi e statistiche di vendita,
permettendo inoltre di realizzare le
proiezioni di vendita per linea di prodotto
o singolo articolo. Per le aziende che
producono NAV Moda realizza il calcolo
dei fabbisogni preliminari dei materiali
di consumo, gli approvvigionamenti,
gli acquisti, il magazzino degli stessi
materiali e tutti gli aspetti fiscali. Per
quanto riguarda il Conto Terzi organizza i
carichi di lavoro e controlla l'avanzamento
della produzione. Gestisce il magazzino,
pianifica le spedizioni e la fatturazione,
redigendo tutta la documentazione
necessaria e le statistiche per successive
analisi.
IL CONTROLLOPer quanto riguarda amministrazione,
finanza e controllo, NAV Moda prevede
innumerevoli funzioni che coprono
tutte le necessità, compresa la contabilità
internazionale e il consolidamento dei
dati finanziari per più filiali, la gestione
del budget con funzionalità di import/
export dati da e verso Microsoft Excel, la
gestione cespiti, il cruscotto con indicatori
di prestazione, il reporting finanziario
e le riclassificazioni di bilancio, l'audit
trail completo e molto altro. Inoltre
l'accesso a dati, report, avvisi e attività
comuni è possibile tramite le pagine Role
Center, che forniscono informazioni
personalizzate per il ruolo di ciascun
utente autorizzato. Infine, la soluzione
dispone di un portale per la supply chain
collaboration, che consente lo scambio di
documenti e informazioni in tempo reale
tra diversi sistemi, basato sull'integrazione
con Microsoft BizTalk Server.
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| 31
è relativa a soluzioni cloud”.
In questo caso, però, i risultati
sono strettamente legati al cliente.
“L’interesse manifestato è elevato,
ma la diffusione al momento
riguarda prevalentemente le grandi
organizzazioni. In genere i progetti
riguardano la posta elettronica e i
sistemi di unified communication e di
collaboration, piuttosto che il Crm –
ribatte Emiliano Rantucci, principal
consultant per Microsoft Dynamics
di Capgemini –. Il fenomeno è
comunque in rapida evoluzione, sia
per l’attenzione da parte dei media,
sia grazie all’adozione del cloud nei
dispositivi mobili personali”.
Qualcosa si muove, e se i risultati
finora si sono rivelati inferiori alle
attese, la colpa non è solo dello
scarso coraggio dei clienti. “Il cloud
rappresenta una novità molto
importante, anche se il mercato in
cui operiamo non è ancora pronto a
spostare nella nuvola i contenuti delle
applicazioni core – riprende Davide
Astolfi, market manager imprese di
24 ORE Software –. Per competere è
fondamentale presentare un’offerta
ibrida che garantisca un’ampia scelta
di contenuti fruibili in modalità
classica, web o in mobilità”.
Il tempo, in ogni caso, gioca a
favore dei fornitori. “L’interesse è in
grande crescita – conferma Barbara
Reffi, amministratore delegato di
Passepartout –. Spesso l’imprenditore
non conosce ancora i vantaggi
concreti che questa tecnologia può
offrire, ma quando viene adottata il
gradimento è estremamente elevato”.
Chi ha trovato la giusta combinazione
può cantare vittoria. “Considerando le
cinquemila aziende utenti del nostro
Giobby.com, la risposta al cloud
è sì – puntualizza Nicola Falasca,
amministratore unico di Digitalsoft
–. La fiducia è aumentata anche
grazie agli enormi benefici in termini
di collaborazione. Diventa infatti
possibile lavorare ovunque, anche
lontano dall’ufficio e dal computer”.
SOLDI SPESI BENEUna dimostrazione di maturità
del settore gestionale è legata al
momento in cui i bilanci concedono
margini di manovra ridotti all’osso.
Contrariamente a quanto si potrebbe
infatti ipotizzare, non è il prezzo il
principale parametro di scelta. “Le
aziende continuano a investire in
applicazioni gestionali – osserva
Enza Fumarola, VP sales southern
Europe di Infor –. Hanno compreso
l’importanza di uno strumento che
analizzi e qualifichi le informazioni
e le renda disponibili in tempo reale”.
Più di spendere poco, il pensiero è
orientato verso la garanzia di farlo
bene. “È importante accertarsi che
le soluzioni da implementare siano
standard – riprende Antonella Mori,
sales manager ERP Dynamics di
Brain Force –. Le personalizzazioni
comportano dei costi troppo elevati
per la maggior parte delle aziende, sia
in fase di sviluppo dei progetti che
nei momenti successivi”. Quando la
spesa diventa un limite all’apparenza
invalicabile, anche timori coltivati
a lungo possono essere superati.
“Cresce la richiesta di servizi cloud
che permettano di lavorare in modo
flessibile – osserva Giobby – e siano
adattabili al proprio business. Molti
cercano gestionali e sistemi gratuiti
o comunque utilizzabili senza
costi fissi”. Dalla combinazione
tra un’utenza più matura e una
maggiore attenzione agli acquisti è
scaturita una generazione di utenti
esigenti. “Si punta a soluzioni
integrate che, allo stesso tempo,
presentino caratteristiche di
modularità e flessibilità – spiega
Bachetti –. Un altro aspetto molto
importante è la tangibilità del ritorno
dell’investimento: le Pmi necessitano
di certezza dei tempi entro cui la
spesa porterà benefici misurabili”.
“Ci chiedono sempre di più tempi
e costi certi per avere il prima
possibile un ritorno sull’investimento
– conferma Mini –. Inoltre, per
evitare i disagi provocati dalle attività
di system integration, si privilegia
il fornitore globale, ossia quello in
grado di coprire tutte le aree aziendali
con soluzioni nativamente integrate”.
AL PASSO CON I TEMPIUn gestionale è chiamato anche
a rispondere tempestivamente ai
cambiamenti di scenario, senza
tuttavia dimenticare la rigidità
alla base dettata dalle procedure
amministrative e commerciali. “Le
caratteristiche in cui viene richiesta
maggiore flessibilità sono, da un lato,
la possibilità di scalare e crescere
senza cambiare il software partendo
da un investimento limitato – spiega
Schiavon –. E, dall’altro, la versatilità
delle piattaforme per poter utilizzare
il programma”. Diventato strumento
accessibile praticamente a ogni
figura aziendale, un gestionale deve
di conseguenza adattarsi a qualsiasi
situazione. “Deve essere aperto alla
supply chain e ai partner commerciali
– sottolinea Ferrari –, inoltre deve
essere semplice e impostato con una
logica a eventi”.
“I gestionali devono consentire
l’accesso immediato ai dati attraverso
qualsiasi dispositivo, permettendo di
adattarsi a nuovi metodi produttivi
e a nuove strategie di business –
riprende Fumarola –. Interfaccia e
procedure devono essere a livello
consumer, migliorando la produttività
e la connettività, con funzionalità
specifiche per ogni settore”.
“Tutto questo è possibile soltanto
attraverso una flessibilità del sistema
informativo – deduce Mori –. Il
software deve adattarsi in maniera
veloce a nuovi contesti aziendali, in
ALESSANDRO GUIDI4wordsEMILIANO RANTUCCICapgemini ItaliaALEXANDER KIESSWETTERDedagroupANTONELLA MORIBrain ForceENZA FUMAROLAInforDAVIDE ASTOLFI24 ORE SoftwareBARBARA REFFIPassepartoutATTILIO BACHETTITeamSystem
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Punt
o Ed
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modo da consentire lo sfruttamento
delle opportunità di mercato”.
Come un valido collaboratore, inoltre,
deve essere in grado di anticipare le
mosse dell’operatore. “Per noi l’utente
non deve ricercare ciò che deve fare,
ma è il sistema che lo informa e gli
mette a disposizione le funzioni
giuste – spiega Astolfi –, grazie a un
motore di workflow che traccia le
azioni eseguite nel gestionale”.
IL CANALE DELLA PERSONALIZZAZIONEAssecondare le esigenze delle aziende
non è un compito facile. “Nelle nostre
soluzioni la flessibilità è ottenuta
anche attraverso un ambiente di
sviluppo per i partner – spiega
Reffi –, che permette di realizzare
personalizzazioni e verticalizzazioni
senza alterare lo standard”.
Con la personalizzazione aumentano
le quotazioni del canale, a condizione
di conoscere il gestionale. “Da tempo
ai partner sono richieste non solo
competenze relative al prodotto o alle
funzionalità – spiega Rantucci –,
ma anche una conoscenza dei mercati
o relativi segmenti”.
Spetta a chi agisce sul campo tradurre
le potenzialità di un software in uno
strumento capace di giovare alla
competitività. “Vediamo nella qualità
del catalogo dei servizi l’elemento
distintivo – conclude Mimmo Solida,
vice direttore generale fashion e retail
DDway di Dedagroup ICT Network
–. Basato su best practice di settore
con una fornitura centralizzata del
servizio, facilita la scelta da parte dei
clienti, aumentando la trasparenza e
la confrontabilità dei servizi IT”.
Componente software indispensabile per un'azienda, il gestionale si presenta spesso come un abito ritagliato su misura. L'offerta verticale nel mondo della moda copre una fetta importante della domanda e, fattore non trascurabile, appare meno sensibile di altre agli umori del mercato. "Il fashion è uno dei mercati più dinamici, proprio perché molto esposto su scala internazionale – afferma Gianluca De Cristofaro, direttore vendite medie aziende Oracle applications di Oracle –.Le priorità ruotano intorno al concetto di Customer Experience, che include anche il primo contatto e il postvendita. Abbiamo costruito soluzioni ad hoc, che vanno dal mondo dei social media, con la capacità di analizzare e gestire le interazioni, alla realizzazione di siti web intelligenti, fino alla coerenza della comunicazione su più canali". Oltre alle prospettive di un mercato sempre dinamico, la realtà del settore presenta diversi spunti per progettisti alla ricerca di nuove opportunità. "La sfida del fashion è sempre più influenzata dall’innovazione possibile in area CRM, SFA (Sales Force Automation)e market analytics – spiega Giuseppe D'Amelio, ES Italy industry leader manufacturing di HP –. Qua l’ERP fonde in maniera unica i processi di produzione, di gestione magazzino, di distribuzione e di gestione del punto vendita senza soluzione di continuità, con chiare esigenze di integrazione".Anche il presente però non manca di offrire esempi interessanti. "Per ottenere maggiore efficienza e produttività e per gestire al meglio i dati, Massimo Alba Cashmere, azienda produttrice di maglieria, ha implementato Dynamics NAV – racconta Riccardo Sponza, direttore marketing della divisione Dynamics di Microsoft –. Un altro caso da citare è senza dubbio Macron, azienda produttrice di abbigliamento e accessori tecnico-sportivi, che inseguiva il miglioramento del processo di gestione dei dati di magazzino, la tracciabilità real-time di tutte le informazioni a sistema e la scalabilità dell’intera piattaforma". "Abbiamo annunciato a metà gennaio la disponibilità di una nuova applicazione mobile e l’avvio a livello globale di una serie di collaborazioni con aziende operanti nel settore moda, calzature e accessori, a partire da Adidas, Luxottica e Tommy Hilfiger – conclude Massimiliano Ortalli, general business director - E&C organization di SAP –. Intendiamo inoltre lanciare una nuova soluzione dedicata al fashion, che consentirà ai marchi di produrre e vendere i propri prodotti facendo leva su un’unica soluzione verticale".
L'Erp non passa di moda
CRESCE L'ATTENZIONE DI FORNITORI E SYSTEM INTEGRATOR PER UN SETTORE PROMETTENTE CON RICHIESTE IN AUMENTO, DOVE I CASI DI SUCCESSO SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO
DI GIUSEPPE GOGLIO
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CASH&CARRY BREVI SPA: ANCONA Osimo: Via Chiusa, 6 (S.S. Adriatica KM 309,3); Tel. 071 7202205; [email protected] • ARCORE: Via Belvedere,57; Tel. 039 617419; [email protected] • AREZZO: Via Ferraris, 186; Tel. 0575 1840911; [email protected] • BERGAMO Seriate: Via Cassinone, 5/I;Tel. 035 3235200; [email protected] • BOLOGNA: Via dei Lapidari, 10 H-I; Tel. 051 4174311; [email protected] • BRESCIA: Via Sondrio 2/A; Tel. 0303533 944; [email protected] • CAGLIARI: Via Newton, 5; Tel. 070 488800; [email protected] • CAGLIARI Elmas: Via Bacco, 5; Tel. 070 2110125;[email protected] • CHIETI Scalo: Via Padre Frasca, Centro Direz. Da.Ma., Mod. 6, M/N; Tel. 0871 588900; [email protected] • COMO Villa Guardia:Via Varesina, 126/B; Tel. 031 484 019; [email protected] • FIRENZE Sesto Fiorentino: via Senna, 12 c/o Centro Ingromarket; Tel. 055 375001;[email protected] • FORLÌ: Via Barsanti, 10; Tel. 0543 774453; [email protected] • GENOVA: Via Bagnasco, 62; Tel. 010 614981; [email protected] •LIVORNO: Via dell'Artigianato, 89; Tel. 0586 426381; [email protected] • MILANO Nova Milanese: Via Garibaldi, 87/A; Tel. 0362 49951;[email protected] • MILANO Peschiera Borromeo: Via Di Vittorio 61/A; Tel. 02 5161651; [email protected] • NOVARA S. Pietro Mosezzo: Viadell’Industria, 41; Tel. 0321 53148; [email protected] • PADOVA: Via Portogallo, 11/ 59; Tel. 049 8063811; [email protected] • PERUGIA: Via dellaValtiera, 109; Tel. 075 5997800; [email protected] • PISA: Via Modigliani, 33; Tel. 050 799822; [email protected] • PORDENONE: Centro Ingrosso Set.A2/n. 28; Tel. 0434 5131; [email protected] • REGGIO EMILIA: Via Ferravilla, 19/D; Tel. 0522 930387; [email protected] • ROMA Ciampino: ViaBianchi Bandinelli 130 c/o Centro Palacavicchi; Tel. 06 72 672 041; [email protected] • ROMA Salaria: Via Salaria 719; Tel. 06 99 170 709;[email protected] • TORINO: Via Feroggio, 14; Tel. 011 4074 250; [email protected] • TORINO Settimo Torinese: Via Torino, 118; c/o Centro Comm.lePiemonte, Pal. F.; Tel. 011 8957 626; [email protected] • TREVISO Mogliano Veneto: Via Tintoretto, 23; Tel. 041 5972 801; [email protected] • UDINEButtrio: via Malignani 4/C; Tel. 0432 683120; [email protected] • VARESE Gallarate: Via Bergamo, 6; Tel. 0331 245 579; [email protected] • VERONA:Via del Perlar, 26; Tel. 045 8200438; [email protected] • VICENZA: Via Zamenhof, 424/428; Tel. 0444 913340; [email protected]
PLM
A CURA DELLA REDAZIONE
DALLA PROTOTIPAZIONE 3D A SPAZI CONDIVISI IN CUI DIVERSI TEAM POSSONO LAVORARE INSIEME. QUESTE LE IDEE DI LECTRA PER MIGLIORARE L’ATTIVITÀ DELLE AZIENDE DEL FASHION CHE CERCANO, OGGI PIÙ CHE MAI, DI RIDURRE IL TEMPO CHE INTERCORRE DAL DISEGNO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
Creatività e business insieme.
Lectra è specializzata nella
produzione di soluzioni tecnologiche
integrate per automatizzare,
ottimizzare ed accelerare la
progettazione, lo sviluppo e la
fabbricazione dei prodotti nel settore
tessile e ha creato una piattaforma
che porta il lavoro di squadra,
determinante per le aziende della
moda, all’interno di un software.
Harari, Ceo Lectra, ci crede: “Il
mondo continua ad evolversi
rapidamente.
I cambiamenti
economici
e sociali
sottolineano i
bisogni delle imprese del fashion per
il controllo e la flessibilità.
Integrare perfettamente la
progettazione e lo sviluppo
prodotto nelle aziende del fashion e
dell’abbigliamento permette loro di
esplorare nuovi territori, in termini
di maggiore creatività e maggiore
efficienza. L’assetto della squadra e la
collaborazione sono prerequisiti per
la crescita del business”.
Partendo da qui, Lectra ha sviluppato
la nuova release del prodotto
Lectra Fashion PLM V3R3: chi
lo utilizza è in grado di creare e
condividere informazioni attraverso
una piattaforma comune di lavoro
e così il team creativo può usarla
per aggiungervi direttamente
informazioni, riducendo i tempi e
minimizzando gli errori.
“Lectra Fashion PLM V3R3 supporta
il lavoro di squadra privilegiando
la comunicazione visiva e la
condivisione in ogni fase del processo
di sviluppo. Abbiamo drasticamente
migliorato l’esperienza dell’utente
per rimuovere gli ostacoli alla
collaborazione e stiamo cercando di
soddisfare le esigenze di entrambe
le personalità, creative e tecniche,
che sono presenti all’interno di
un’azienda del fashion”, aggiunge
Anastasia Charbin, Lectra Fashion
marketing director.
Convogliare le diverse aree, dal
reparto creativo a quello tecnico
fino al reparto produttivo, sulla
medesima piattaforma rende possibile
fornire importanti contributi alla
realizzazione del prodotto utilizzando
strumenti e competenze già acquisite
dai singoli uffici.
Il software integra anche la
prototipazione 3D: aumentando le
opzioni di design si riducono i tempi
e diminuisce l’esigenza di creare
prototipi fisici, tagliando i costi e il
tempo per raggiungere il mercato con
le novità.
Il grande vantaggio è che l’ufficio
design e lo sviluppo prodotto possono
collaborare all’interno di uno spazio
di lavoro condiviso, in cui si può
anche parlare attraverso la chat.
Questa piattaforma collaborativa
permette di avere accesso diretto
e in tempo reale alle informazioni
condivise.
Anche il management può beneficiare
di significativi vantaggi: approvare
gli stili grazie alla visualizzazione
di una realistica simulazione senza
passare attraverso il prototipo fisico,
infatti, facilita il lavoro del manager.
All’interno della piattaforma PLM
Lectra sono state implementate nuove
librerie colore e modelli di analisi,
aumentando così la produttività e
includendo più modelli ed elenchi di
test di laboratorio all’interno delle
librerie standard.
IL SOFTWAREChe unisce creativi e manager36 ||
Il più intelligente e potenteNext Generation Firewall del mondo
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Le reti delle imprese come la vostra necessitano dei più elevati livelli di protezione e prestazioni. Le vecchie tecnologie per la sicurezza non sono riuscite a stare al passo con il cambiamento del panorama delle minacce e con l’evoluzione della vostra infrastruttura IT. Esse non sono in grado di fornire la protezione di cui avete bisogno.
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DISTRIBUZIONE
DI FRANCESCO MARINO
relazione con i nostri rivenditori”.
Le due società hanno già messo
in campo diverse iniziative,
con l’obiettivo di migliorare la
preparazione di Var e System
integrator. “Insieme lavoreremo per
sviluppare le competenze tecniche
e commerciali del canale italiano
sull’offerta Dell Enterprise – ha
spiegato Dell’Erba –, incrementando
ulteriormente il successo riscosso
dalla proposizione delle nostre
soluzioni, che riteniamo complete
e adatte alle esigenze del mercato”.
Una su cui puntare da subito è senza
dubbio PowerEdge VRTX, una sorta
di “data center in a box” pronto per il
cloud.
Con pochi clic è possibile estenderne
la potenza di elaborazione sfruttando
risorse che stanno nella nuvola,
perché ancora oggi il cloud è
considerato dalle aziende italiane
come qualcosa di aggiuntivo e non
sostitutivo rispetto all’infrastruttura
classica. “Stiamo esplorando varie
strade – ha concluso Casini – per
veicolare le soluzioni cloud più
adatte al mercato italiano, e con
Dell possiamo valutare differenti
alternative”.
NON SOLO UN SEMPLICE CONTRATTO DI DISTRIBUZIONE. LE DUE SOCIETÀ HANNO STRETTO UN NUOVO ACCORDO PER PORTARE SUL MERCATO UNA GAMMA COMPLETA DI SOLUZIONI, MA ANCHE UN MESSAGGIO DI INNOVAZIONE
Un nuovo marchio si aggiunge
alla squadra di V-Valley ed è uno dei
grandi dell’IT, cioè Dell.
“V-Valley si propone come distributore
delle tecnologie per data center –
ha spiegato Luca Casini, direttore
commerciale di V-Valley –, quindi
il nostro obiettivo è quello di
commercializzare prodotti in grado
di proporre diverse soluzioni al
riguardo, ma ciò non è sufficiente.
In un mercato che si evolve molto
rapidamente, infatti, vogliamo
avere in squadra vendor non solo in
grado di seguire le tendenze, ma che
sappiano anche anticiparle: cerchiamo
dei visionari. Dell è tra questi”.
L’obiettivo è quello di ampliare
l’offerta nella fascia enterprise
con un brand in grado di proporre
soluzioni in diversi ambiti, dal server
al software fino al networking.
“La tecnologia Dell sta riscuotendo
grande successo sul canale
IT – ha sottolineato
Adolfo Dell’Erba, channel
director di Dell Italia –, in
particolare nella fascia delle
soluzioni: il networking
ci ha dato grandi
soddisfazioni, così come lo
storage. Era il momento giusto per
allargare la nostra presenza sul canale
e avere al nostro fianco V-Valley, con
la sua capacità di veicolare prodotti e
soprattutto di portare un messaggio.
È questo ciò che cerchiamo: non
solo un distributore, ma anche un
partner che ci possa accompagnare in
un percorso fatto di formazione, di
relazioni e di iniziative”.
L’ingresso di Dell nel portafoglio
V-Valley è un passo importante, sia
perché aggiunge una gamma molto
vasta di soluzioni, sia dal punto di
vista delle iniziative.
“Un’altra delle ragioni di questo
accordo – ha spiegato Casini – è
l’entusiasmo che abbiamo trovato
nel team Dell, nonché la capacità
di portare delle novità in termini
tecnologici e di approccio. Il loro
programma di canale si basa sulla
semplicità e questo ci aiuta nella
Il messaggio di
DELL e V-VALLEY38 ||
SERVER
DI LUCA BASTIA
GRAZIE AI PARTNER LE VENDITE DEI SERVER SUPERANO LE ASPETTATIVE,E ORA ARRIVA LA NUOVA ARCHITETTURA SPECIFICATAMENTE PROGETTATA PER FORNIRE PRESTAZIONI E RESILIENZA, ADATTA ALLE APPLICAZIONI PIÙ IMPEGNATIVE
La X-Architecture per i server
System x e PureSystems è giunta
alla sesta generazione e promette
miglioramenti significativi nelle
prestazioni, nella resilienza e nei
costi. Questo rafforzerà il buon
momento di IBM nel comparto Pmi,
che “nel corso del 2013, nonostante
l’andamento
del mercato
IT, ci ha dato
notevoli
soddisfazioni”,
ha detto Paolo
Sangalli,
responsabile
del System & Technology Group di
IBM Italia (nella foto). “Un successo
basato sul fatto che siamo riusciti a
trasferire a questo
mercato il nostro
messaggio di valore
aggiunto della
tecnologia integrata,
sia per quanto
riguarda l’hardware
(i sistemi Power, PureSystems e
gli X86, lo storage) che il software,
portando risultati oltre le aspettative”.
Sangalli ha poi aggiunto: “In
particolare, le vendite di PureSystems
in Italia sono state più elevate
che in Germania, Francia e Regno
Unito, mentre nel segmento X86
abbiamo la leadership del mercato;
ottimi risultati sono arrivati anche
nel comparto storage grazie alle
nostre strategie dell’Open Stack e
del Software Defined (quest’ultima
sarà sempre più un fattore di
differenziazione). Il successo è stato
determinato anche dalla nostra
struttura Global Financing, che ha
visto crescere del 40% il business
finanziato. Lo storage flash è un
L'Italia, dal punto di vista dell'utilizzo del canale, ha anticipato già da tempo il programma co-selling, che è diventato una vera e propria strategia a livello mondiale
IBMArriva alla sestagenerazione
altro nostro punto di forza e sarà
l’area nella quale abbiamo intenzione
di investire di più. Le Pmi – ha
proseguito – le approcciamo al 95%
(entro l’anno prossimo al 99%)
attraverso i partner. Sono orgoglioso
di dire che l’Italia, dal punto di vista
dell’utilizzo del canale, ha anticipato
già da tempo il programma co-selling,
che è diventato una vera e propria
strategia a livello mondiale”.
X6 ARCHITECTUREVeloce, agile e resiliente.
Queste, in sintesi le caratteristiche
dell’architettura X6, illustrate
Alessandro De Bartolo, manager of
PureSystems & System x di IBM
Italia.
Veloce perché per la prima volta
l’architettura dispone di memory
channel storage eXFlash integrato,
basato su DIMM, che fornisce
fino a 12,8 terabyte di storage flash
ultrarapido vicino al processore,
aumentando le prestazioni applicative
grazie alla latenza minima possibile
nella scrittura. Agile in quanto
la sua concezione modulare e
scalabile è in grado di supportare
diverse generazioni di CPU, “una
caratteristica inedita nel settore –
sottolinea De Bortolo – in grado
di ridurre i costi di acquisizione
fino al 28% rispetto a un’offerta
concorrente”. Resiliente, infine,
grazie alla funzionalità in grado di
estendere i modelli di erogazione
cloud ad applicazioni mission-critical.
La memoria e lo storage aumentano
la capacità della macchina virtuale,
per consentire l’erogazione di
applicazioni in modalità SaaS.
Non solo: i sotto-sistemi di
CPU e memoria hanno capacità
di autocorrezioni autonome e
massimizzano la disponibilità
delle applicazioni, individuando
anticipatamente i potenziali guasti
e intervenendo per correggerli.
I modelli di server supportati
da questa nuova architettura
comprendono attualmente il sistema
a quattro socket System x3850 X6, il
sistema a otto socket System x3950 X6
e i nodi di calcolo scalabili IBM Flex
System x880.
40 ||
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www.sicurezza.it
Biennale Internazionale di Security & Fire Prevention
Fiera Milano (Rho) 12.14 NOVEMBRE 2014
THE INTERNATIONAL NETWORK
Feira Internacional de Segurança e ProteçãoInternational Fair of Safety and ProtectionSan Paolo - Brasile 08.10 Ottobre 2014San Paolo - Brasile 13.15 Maggio 2014
PRINTING
DI FRANCESCO MARINO
HP È IMPEGNATA IN UN PROCESSO DI EVOLUZIONE DEI SISTEMI DI STAMPA, CHE SEMPRE DI PIÙ SI INTEGRANO CON LA RETE E SI TRASFORMANO IN SERVIZI
Stampare conviene: non solo
perché la carta è tra le risorse più
ecologiche del mondo, ma anche
perché i nuovi strumenti sono molto
più che stampanti.
“L’evoluzione dei contenuti – ha
spiegato Luca Motta, PPS, printing
category director HP (nella foto) –
ha portato con sé l’evoluzione della
stampa, che oggi è un tutt’uno con la
Rete. Oggi si
può stampare
direttamente
dal telefonino,
e i big data
stanno
creando nuove
informazioni
da visualizzare al meglio sulla
carta. Nei prossimi anni questi
cambiamenti saranno ancora più
intensi e dobbiamo immaginare una
stampa in grado
di interfacciarsi
con qualunque
dispositivo. Grazie
alla tecnologia Nfc (Near field
communication) potremo inviare i
dati da stampare a qualunque printer,
solo sfiorandola”.
La stampa, soprattutto, diventerà
sempre più personalizzata, sia a casa
che negli uffici, e sarà l’utente a
decidere formati e modalità.
La tecnologia che emerge in questo
panorama connesso è l’ink-jet, su cui
HP punta molto. “È l’unica tecnologia
che consente un’altissima qualità – ha
spiegato Motta –, ma anche grande
produttività per gli uffici, velocità
da primato e bassi costi di gestione”.
D’altronde i grandi sistemi di stampa
industriale analogica sono di fatto
delle gigantesche ink-jet, in cui il
colore liquido viene versato (con vari
strumenti) sulla pagina.
HP punta inoltre sulla sua tecnologia
PageWide Array.
Grazie alla tecnologia Nfc (Near field communication) potremo inviare i dati da stampare a qualunque printer, solo sfiorandola
LA STAMPAè tutt’uno con il web
Si tratta, in pratica, di una testina di
stampa larga quanto l’intero foglio
che rimane immobile, mentre la carta
si sposta e passa sotto gli infiniti
microfori.
Questo consente di migliorare in
maniera significativa la velocità senza
perdere in qualità, di abbattere il
rumore riducendo le parti meccaniche
in movimento e di garantire maggiore
affidabilità, perché l’elemento più
complesso non subisce stress.
Questa tecnologia ha permesso
alle stampanti ink-jet di HP di
essere utilizzate in ambienti ad alta
produttività e di abbassare anche i
consumi di energia elettrica, perché
non è necessario scaldare ad alte
temperature i grandi elementi tipici
della tecnologia laser.
L’evoluzione della stampa non
riguarda solo l’hardware, ma proprio
il concetto che, soprattutto nelle
aziende, sarà sempre più un servizio.
“I documenti sono ormai ibridi – ha
aggiunto Motta –. Alcuni nascono
sulla carta, altri sono nativamente
digitali, ma tutti devono entrare
nel flusso di lavoro delle aziende. I
sistemi di printing, perciò, dovranno
essere sempre più integrati in un
ambiente dotato di un'intelligenza
software in grado di governare questi
documenti così diversi e di mantenere
l’efficienza in ogni flusso”.
La stampa si evolve in servizio,
dunque, come un elemento di un
ambiente più ampio. Per questo
diventeranno sempre più importanti
gli Mps, ovvero i Managed print
service.
“HP da tempo offre questa possibilità
– ha sottolineato Motta –, di
trasformare cioè la stampa in un
servizio molto personalizzato in cui
il cliente possa risparmiare sui costi
e avere molte funzionalità
aggiuntive”.
42 ||
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Il Lenovo ThinkPad® Yoga è progettato
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che ruota a 360°, può passare
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© Lenovo 2014. Tutti i diritti riservati. Lenovo, il logo Lenovo, For Those Who Do e ThinkPad sono marchi o marchi registrati di Lenovo. Intel, il logo Intel, Intel Inside, Intel Core, Ultrabook e Core Inside sono marchi di Intel Corporation negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Microsoft e Windows sono marchi registrati di Microsoft Corporation negli Stati Uniti e/o in altri Paesi. Altri nomi o marchi possono essere rivendicati come proprietà di terze parti. *Sulla base di dati IDC del luglio 2013.
#
IL PC VENDOR N.1 AL MONDO*
PUNTO G
UN FUTURO PIÙ UMANO
dall’economiawiki e social
DI ANTONELLA TAGLIABUE
sSPARITE LE TENDENZE CI RIMANGONO I PARADIGMI. SEMBREREBBE INFATTI CHE SIA ARRIVATO IL MOMENTO DI UN CAMBIO DI PARADIGMA GLOBALE, IN CUI RIDISEGNARE VALORI E MODELLI PER IL FUTURO. IN QUESTO SPAZIO COSÌ APERTO E INDEFINITO UN RUOLO CHIAVE DOVREBBE GIOCARLO LA SOSTENIBILITÀ
econdo alcuni recenti studi sociolo-
gici sulle abitudini e motivazioni di
acquisto dei consumatori, parlare di
tendenze non è più possibile. Nem-
meno per la moda, il cui business
si è basato per anni sulla capacità
di creare, anticipare e affermare
nuovi trend. In un mondo in cui
tutto avviene in tempo reale anche
la moda non può fare altro che
"accompagnare" degli stili di vita che
non è più possibile imporre, dato che
ciò che è trendy nasce in una logica
social e collaborativa, cambiando ed
evolvendo continuamente. Sparite le
tendenze ci rimangono i paradigmi.
Sembrerebbe infatti che sia arrivato il
momento di un cambio di paradigma
globale, in cui ridisegnare valori
e modelli per il futuro. In questo
spazio così aperto e indefinito un
ruolo chiave dovrebbe giocarlo la
sostenibilità. Ma anche in questo caso
i segnali sono contrastanti. Molti
esperti ritengono che le elezioni
europee 2014 porteranno a uno
spostamento di voti verso i partiti
più conservatori e questo dovrebbe
comportare una minore attenzione e
un impegno più moderato verso temi
verdi, tradizionalmente associati,
in maniera troppo sbrigativa, a
schieramenti progressisti. I problemi
ambientali non hanno finora
avuto molto fortuna in politica e,
probabilmente, uno degli errori
più grandi è stato quello di volerli
incasellare in una logica di destra
e sinistra, mentre potrebbero
essere una buona occasione per
accomunare interessi e voti di diverso
orientamento; il susseguirsi di eventi
meteo estremi, infatti, dovrebbe
aiutare la riflessione sui cambiamenti
climatici e sulle sue conseguenze.
In ogni caso, dei segnali positivi
potrebbero venire dai piani
o dalle riforme del lavoro,
che molti governi hanno
annunciato per i prossimi
mesi e per i quali si prevede
un grande ricorso ai cosiddetti
green jobs. Anche per i più
scettici nei confronti della
politica o delle iniziative
istituzionali le buone notizie
potrebbero venire dall'economia.
Il 2014 potrebbe essere l'anno
dell'affermazione dell'economia
collaborativa, quella della
condivisione massiccia di risorse, in
una logica che superi la competizione
tradizionale, non solo per eliminare
gli sprechi ma anche per raggiungere
grandi obiettivi. Un'economia open,
molto peer e decisamente wiki. Un
altro segnale di incoraggiamento
potrebbe venire, in maniera forse
inaspettata, dalla finanza. E non si
tratta di previsioni, ma di conferme.
In attesa dei bilanci 2013, i dati
relativi al 2012 delle aziende green
italiane sono sorprendenti. Le
imprese crescono infatti per fatturato
(+3%) ed Ebitda (Earnings Before
Interest, Taxes, Depreciation and
Amortization, un indicatore di
redditività spesso utilizzato per
comparare i risultati di diverse
aziende), che registra una crescita di
+13%, e confermano la marginalità
media più elevata in Europa (Ebitda
margin 25% vs 16%).
44 ||
Amministratore delegato della società di consulenza strategica di Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e gruppi italiani. Da anni si occupa
di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso
biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”.
ASSICURAZIONE DA DISASTRI NATURALINel 2013 i disastri ambientali hanno causato più morti che nel 2012, ma sono “costati” di meno. Il dato è fornito da Associated Press in base alle rilevazioni della compagnia di assicurazioni tedesche Munich Re.Nel 2013 le vittime di uragani, tifoni e altri eventi climatici sono state 20mila, quasi il doppio dell’anno precedente. I paesi più colpiti sono stati Filippine, Vietnam, Cina e India.Ma il costo di queste catastrofi sembra essere diminuito. Lo scorso anno 880 eventi sono costati 125 miliardi di dollari, con perdite assicurate per 31 miliardi. Un deciso decremento rispetto al 2012, quando i costi erano di 173 miliardi e le perdite assicurate di 65 miliardi.Ad abbassarli ci hanno pensato un numero maggiore di eventi, ma ciò è dovuto alla minore intensità media degli eventi e al loro verificarsi in paesi sviluppati e meglio attrezzati: i disastri naturali caratterizzati da “bassi costi” sono, infatti, quelli collegati a tempeste e tornado nel centro Europa e negli Stati Uniti.
TRAFFICO DI AVORIOIl governo cinese ha molto ben pubblicizzato la distruzione di 6,15 tonnellate di avorio, seguendo l’esempio di Gabon, Filippine e Usa che hanno recentemente distrutto le loro scorte. Anche la Francia dovrebbe presto fare altrettanto. Si tratta di un atto dimostrativo importante per combattere il traffico illegale e per la gestione trasparente dell’avorio legale. La Cina ha infatti un mercato di avorio legale basato su stock precedenti al 1989, quando è entrato in vigore il divieto internazionale del commercio e l’avorio sequestrato non può essere utilizzato per scopi commerciali. Nonostante i divieti, il 2013 potrebbe rivelarsi un anno record per il traffico illegale di avorio in base ai dati relativi al materiale confiscato, che sono i più alti degli ultimi 25 anni.
I risultati sono contenuti nel recente
rapporto di VedoGreen e Borsa
Italiana
http://tinyurl.com/VedoGreen.
CI CREDONO GLI STRANIERI Sarebbero però gli stranieri a
credere di più in un'Italia verde:
nella compagine azionaria delle
aziende green nostrane predominano
i capitali esteri. Il 75% degli
investitori istituzionali è straniero,
principalmente statunitense,
britannico e svizzero, a conferma di
quanto il Belpaese continui a piacere
oltreconfine. Le previsioni per le
finanze delle aziende verdi sembrano
essere rosee per il prossimo futuro.
Le sfide da affrontare? Innanzitutto
internazionalizzare sempre di più.
Poi diversificare la produzione, anche
in considerazione del progressivo
venir meno di molti incentivi. E,
ovviamente, l'immancabile in-
novazione, soprattutto tecnologica e,
perché no, anche collaborativa, lad-
dove sono possibili sinergie industriali.
Delle 117 società green quotate,
solo 17 lo sono in Italia, mentre le
altre sono suddivise tra le borse di
tutta Europa. In questo scenario di
incertezza qualche dato positivo
comunque c'è per chi continua
a credere nei trend. La società di
ricerche olandese Science of The Time
ha raccolto per oltre un anno opinioni
e indicazioni "grazie a una rete di oltre
8mila coolhunter" e la collaborazione
di decine di università di cinque
continenti. Alla domanda relativa
a quali forze sociali, economiche e
tecnologiche segneranno il 2014,
molti hanno risposto indicando la
sostenibilità profonda, quella che
rende il futuro "più umano per tutti".
Non mancano dunque segnali verdi
di speranza, a voler vedere il bicchiere
mezzo pieno. E se non rientrate tra
gli 8mila che hanno partecipato al
sondaggio, non temete. Probabilmente
in futuro ognuno sarà coolhunter per
qualche minuto.
RISORSE_
| 45
CONTA L’INNOVAZIONE, NON LA TRADIZIONE
“Il nostro settore non rispetta la tradizione,
ma solo l’innovazione”: è probabilmente
questa la frase più significativa nella
lettera che Satya Nadella ha scritto a
tutti i dipendenti Microsoft. Da capo del
cloud, Nadella è ora alla testa dell'azienda
come nuovo Ceo del colosso di Redmond.
Un passaggio epocale per molti aspetti.
È il primo “non fondatore” alla guida di
Microsoft e vi è entrato “solo” nel 1992,
ricoprendo vari ruoli sia nella divisione
business che in quella consumer.
A lui il compito di portare l’azienda che
ha dato il software ai pc nel mondo
dei post-pc.
“In questo periodo di trasformazione
non poteva esserci persona migliore di
Satya Nadella per guidare Microsoft”, ha
detto Bill Gates. “Satya è un leader con
grandi competenze ingegneristiche – ha
sottolineato Gates – ma anche con una
grande visione di business e la capacità di
tenere unite le persone. La sua idea di come
la tecnologia verrà utilizzata e vissuta nel
mondo è esattamente ciò di cui Microsoft
ha bisogno per entrare in un nuovo
capitolo della sua storia, fatto di un’estesa
innovazione di prodotto e di crescita”.
“Microsoft è una di quelle rare società
che ha davvero rivoluzionato il mondo
attraverso la tecnologia e non potrei essere
più onorato di essere stato scelto come
leader di questa compagnia – ha detto
Nadella –. Le possibilità per l'azienda sono
molteplici, ma per coglierle dobbiamo
focalizzarci in modo chiaro, muoverci più
velocemente e trasformarci continuamente.
Una parte importante del mio lavoro è
accelerare la nostra capacità di portare
prodotti innovativi ai nostri clienti”.
Qui (http://tinyurl.com/NadLett) la
lettera che Nadella ha scritto a tutti i
dipendenti Microsoft nel momento del
suo insediamento, dove si trovano già
molte indicazioni su quello che si appresta
a fare. “Le opportunità che si aprono
davanti a noi ci richiedono di reinventare
molto di ciò che abbiamo fatto in passato,
innanzitutto per il mondo mobile e cloud,
e fare nuove cose” . Nadella parafrasa anche
Oscar Wilde: “We need to believe in the
impossible and remove the improbable”.
Fare l’impossibile, insomma, creando
vera innovazione nelle piattaforme e
nell’ecosistema tecnologico a disposizione
di imprese e persone. “Molte aziende
vogliono cambiare il mondo, ma ben poche
hanno tutti gli elementi che servono:
talento, risorse e perseveranza”, conclude
la sua lettera Nadella.
DI FRANCESCO MARINO
TECNOLOGIA
| 49
T F
IL BOSS
L ANNO
DELLA
WEARABLE
TECHNOLOGY
50 |
LA TECNOLOGIA DA INDOSSARE È UNO DEI TEMI PIÙ AFFASCINANTI DEGLI ULTIMI MESI, E STA ATTIRANDO SEMPRE PIÙ L’ATTENZIONE SIA DEGLI OPERATORI DEL SETTORE CHE DEGLI UTENTI. ANCHE SE DEVE ANCORA MATURARE MOLTO, LE PREMESSE PER DEI PRODOTTI DI SUCCESSO CI SONO TUTTE
A giudicare da quanta “tecnologia indossabile” si è vista
nel corso del Consumer Electronic Show di Las Vegas
dello scorso gennaio, si può dire che questo è un tema di
cui sentiremo molto parlare nel corso di quest’anno.
Il pubblico ha mostrato molto interesse per questa nuova
categoria di prodotti che, anche se ancora non molto
matura, ha evidenziato potenzialità incoraggianti per
il futuro. Una gamma ancora in cerca di una propria
identità, che si propone al pubblico per sondarne la
reazione più che per imporsi. E sembra proprio che
quello della tecnologia indossabile sia un settore che vale
la pena esplorare. In un futuro non molto prossimo, lo
smartphone scomparirà in favore di dispositivi integrati
direttamente nei nostri abiti? Sembrerebbe proprio così,
soprattutto se si osservano i numerosi prodotti in via
di sviluppo e il sempre maggiore interesse dimostrato
da aziende del calibro di Samsung, Epson e Sony. Oltre
ovviamente a Google e ai suoi Glass, di cui si parla ormai
da più di un anno e che (forse) potrebbero arrivare sul
mercato già nei prossimi mesi.
Le tipologie di prodotto in cui si applica la tecnologia
indossabile sono prevalentemente tre: gli smartglasses, gli
smartwatch e gli activity monitor.
Gli smartglasses devono la loro fama proprio agli occhiali
di Google, che è stata capace di stimolare l’interesse sia
del pubblico che dei cosiddetti operatori del settore. E il
tutto senza che il prodotto sia ancora disponibile: finora
sono state distribuite poche centinaia di esemplari a
sviluppatori e giornalisti o blogger, e tanto è bastato per
saturare la rete con un’infinità di video dimostrativi e di
recensioni che esaltano o criticano i Google Glass.
Molti ritengono che questi prodotti siano inutili, ma
tante altre aziende stanno lavorando su dispositivi
analoghi, segno che le opportunità di mercato esistono e
sono interessanti. Anche Samsung, infatti, ha annunciato
che produrrà dei propri occhiali intelligenti, i Galaxy
Glasses, che saranno presentati nel corso dell’IFA di
Berlino nel prossimo settembre. Ma Samsung non è la sola
azienda a sviluppare un progetto di occhiali intelligenti.
Un esempio tutto italiano è la modenese GlassUp, che
dovrebbe lanciare sul mercato i propri smartglasses nel
mese di febbraio di quest’anno, secondo quanto riportato
nel sito. Anche il settore degli smartwatch è in fermento,
sebbene anche qui si parli di numerosi modelli già
disponibili ma non ancora pienamente convincenti.
La risposta del mercato è infatti tiepida, e anche il
Galaxy Gear, lo smartwatch di Samsung, non sembra aver
ottenuto i risultati sperati, anche se l’azienda coreana ha
smentito i rumors che parlavano di appena 50.000 unità
vendute, affermando di aver distribuito ben 800.000
Galaxy Gear in tutto il mondo. In ogni caso, quello degli
smartwatch sembra proprio essere un settore che ha
bisogno di maturare ancora molto. Le vendite dei modelli
esistenti stentano a decollare e, anche secondo autorevoli
analisti come Gartner, ci vorranno ancora alcuni anni
prima che questi prodotti riescano ad affermarsi. Sempre
secondo Gartner, bisognerà attendere almeno fino al 2017
prima che questi dispositivi non vengano più considerati
dei semplici accessori degli smartphone e che conquistino
il favore del grande pubblico.
Un discorso a parte va invece fatto per gli activity tracker,
cioè gli oggetti il cui compito è quello di monitorare
l’attività fisica degli utenti. Questi dispositivi possono
essere delle specie di braccialetti, oppure delle clip da
attaccare ai vestiti o da infilare in tasca. Grazie a diversi
sensori integrati, gli activity tracker registrano ogni passo
compiuto, calcolano le distanze percorse e le calorie
consumate, danno suggerimenti su come migliorare il
proprio fisico e in alcuni casi anche la propria postura
quando ci si siede alla scrivania. Spesso possono anche
tenere sotto controllo i battiti cardiaci e analizzare
il proprio ciclo del sonno, inoltre si collegano agli
smartphone e segnalano chiamate o messaggi in arrivo.
Si tratta quindi di prodotti già maturi e con grosse
potenzialità, alcune delle quali sono state mostrate nel
corso dell’ultimo Consumer Electronic Show.
DI FABIO BOSSI
| 51
Tutti in forma con le calze smart
Tra gli accessori “wearable”
dedicati al fitness, quelli proposti
dall’azienda Heapsylon sembrano
essere davvero innovativi. Il brand
Sensoria comprende diversi capi di
abbigliamento sportivo realizzati
con speciali fibre tessibili che,
grazie a un procedimento chimico,
si trasformano in veri e propri
sensori capaci di raccogliere
dati. Un esempio sono le Fitness
Socks, delle calze abbinate a una
cavigliera elettronica applicata
magneticamente. La parte della
calza che copre la pianta del piede
si trasforma in un sensore che
rileva i punti di appoggio del piede
e la relativa pressione, mentre
la cavigliera, oltre a ricevere i
dati, integra un accelerometro
e un altimetro che raccolgono
informazioni trasmesse a
un’apposita app per smartphone
tramite Bluetooth. Una piccola
memoria interna consente inoltre
di utilizzare le Fitness Socks anche
senza smartphone collegato,
scaricando e analizzando i dati una
volta terminato l’allenamento. E le
calze, così come gli altri prodotti
realizzati con lo speciale tessuto
sviluppato da Heapsylon, possono
essere tranquillamente lavate in
lavatrice. Vale la pena ricordare
che Heapsylon è un’azienda
americana con sede a Redmond,
ma è stata fondata da tre italiani
che in passato hanno lavorato
per Microsoft. E le calze saranno
realizzate da un’azienda di Brescia.
Sensoria Fitness Socks sensoriafitness.com
Una manciata di sensori per App tuttofare
Quello che l’azienda Kiwi
Wearables ha recentemente
presentato al Ces di Las Vegas
è un prodotto che potrebbe
rivoluzionare il mondo della
“tecnologia indossabile”. Il Kiwi
Move è un piccolo dispositivo,
grande circa 4x3x0,9 cm e pesante
meno di 30 grammi, che può
essere applicato sui propri vestiti
e che integra una serie di sensori,
cioè accelerometro, giroscopio,
magnetometro, barometro,
termometro e microfono. Grazie
alle interfacce wi-fi e Bluetooth
integrate, il Kiwi Move può
comunicare con le app di uno
smartphone e, con 2 Gb di
memoria integrata, può anche
semplicemente memorizzare i dati
registrati dai sensori. Ma il bello
è che può essere programmato
con controlli condizionali, e
quindi è possibile fargli eseguire
una determinata azione quando
si verifica un certo evento. Una
volta attaccato alla maglietta, per
esempio, può capire quando chi
lo indossa si sveglia alla mattina
ed accendere la macchinetta
del caffè, oppure può essere
applicato al polso in modo
da inviargli comandi tramite
gesture, attivando per esempio il
microfono o registrando un brano
musicale. Il sistema prevede anche
la possibilità di impartire comandi
vocali. Insomma, un dispositivo le
cui potenzialità sono limitate solo
dalla fantasia, che sarà venduto a
partire da luglio a un prezzo di 99
dollari.
Kiwi Movekiwiwearables.com
La musica che aiuta il cuore
Durante il Ces di Las Vegas
anche LG ha presentato i
propri dispositivi indossabili,
segnalandosi per un dispositivo
per monitorare la frequenza
cardiaca piuttosto originale.
Si tratta infatti di un paio di
cuffiette stereo con microfono
inserito sul filo, che nascondono
però due sensori in grado di
rilevare il battito cardiaco
attraverso il flusso sanguigno dei
vasi vicini all’orecchio esterno e
di calcolare il massimo consumo
di ossigeno. Il filo delle cuffie
termina in una piccola scatola
che contiene l’interfaccia
Bluetooth per il collegamento allo
smartphone e alla Fitness App di
LG per iOS ed Android, nonché
un accelerometro a tre assi per il
calcolo delle calorie consumate e
della distanza percorsa.
Le HRM Earphone possono inoltre
funzionare in abbinamento ai
Lifeband Touch Activity Tracker
di LG, dei piccoli braccialetti
dotati di schermo Oled che
permettono di visualizzare i dati
raccolti dai vari sensori scorrendo
fra loro semplicemente con un
tocco delle dita sul display. I
Lifeband Touch Activity Tracker
integrano un accelerometro e
un altimetro e possono quindi
essere utilizzati anche senza le
cuffie. Inoltre permettono, sempre
tramite il touchscreen Oled, di
controllare la riproduzione di
musica e la regolazione del volume
audio, di mostrare il Caller ID di
eventuali chiamate in ingresso e di
rispondere al telefono.
LG Heart Rate Earphoneslg.com/us/fitness-activity-trackers/lg-FR74-heart-rate-monitor
Stai dritto su quella sedia!
Chi passa gran parte della giornata
seduto ad una scrivania e non
mantiene una postura corretta
può pagare questa disattenzione
con fastidiosi mal di schiena.
Lumo Lift è un dispositivo
indossabile prodotto da Lumo
BodyTech che, fra l’altro, si
preoccupa di monitorare la
postura dell’utente e di segnalare
quando la posizione alla scrivania
non è più quella giusta.
Di dimensioni molto compatte
(circa 25x46x7 mm), il Lumo Lift si
applica sui vestiti, preferibilmente
nella zona del torace o delle
spalle, tramite una clip magnetica
che permette di nasconderlo
completamente. Per funzionare
dev’essere necessariamente
abbinato, tramite interfaccia
Bluetooth, a uno smartphone e
all’apposita app, disponibile per
iOS e per Android, che mostrerà
il numero di passi compiuti nella
giornata, la stima delle calorie
consumate e, cosa che distingue
il Lumo Lift dagli altri “activity
tracker”, il tempo trascorso con
una postura corretta. Chi ha
la tendenza a “scivolare” sulla
sedia può impostare il Lumo Lift
affinché gli segnali quando non è
più seduto nel modo giusto.
Anche in questo caso gli
sviluppatori sono ricorsi a una
campagna di crowdfunding
per procurarsi gli investimenti
necessari alla realizzazione del
progetto. L’obiettivo era la cifra
di 200.000 dollari, ma l’entusiasmo
delle persone che hanno aderito
ha permesso di raccoglierne ben
500.000. Precedentemente Lumo
BodyTech aveva sviluppato,
con lo stesso meccanismo
di finanziamento, un altro
dispositivo per la correzione della
postura, il Lumo Back.
Lumo Liftlumobodytech.com
52 ||
iStoreLa wearable technology è qui
45° 74 3.467 / 9° 21 6.231
www.istorelurago.it
Lurago d Erba (Co)Via Dante Alighieri , 48 • tel. 031.69.66.33
Lumus reinterpreta i Google Glass
Mentre Google continua
a lavorare ai suoi “occhiali
intelligenti”, altre aziende si
stanno dando da fare per creare
delle alternative. È infatti di
pochi giorni fa l’annuncio che
Samsung sta preparando i suoi
Galaxy Glass, mentre un prototipo
particolarmente interessante è
stato proposto durante il Ces da
Lumus, società specializzata in
applicazioni militari che sta per
fare il suo ingresso nel settore
consumer. Il modello si chiama
Dk-40 e si distingue da quello di
Google per un diverso sistema
di proiezione delle immagini. I
Google Glass, infatti, proiettano
le immagini in un prisma posto
davanti al campo visivo periferico
dell’utente, mentre i Lumus Dk-40
dispongono di un sistema che
proietta le immagini sull’intera
lente destra degli occhiali,
eliminando quindi ogni ostacolo
dal campo visivo. Sul lato destro
c'è un blocco dove si trova tutto
l’hardware necessario, mentre
al posto del prisma Lumus ha
adottato una speciale lente
realizzata con le tecnologia LOE
(Light-guide Optical Element). Al
centro della lente si trovano una
serie di microelementi che deviano
l’immagine proveniente dal
proiettore laterale verso la retina.
La risoluzione delle immagini
è limitata a 640x480 pixel,
mentre quella della videocamera
integrata nel blocco laterale è di 5
Megapixel. Lumus distribuirà i
Dk-40 a dei partnerselezionati nel
corso del mese di marzo, ma non
si hanno notizie certe riguardo
la loro disponibilità per il grande
pubblico.
Lumus Dk-40 lumus-optical.com
La lente a contatto per la realtà virtuale
Uno dei principali problemi
nel realizzare dispositivi come
i Google Glass riguarda la
limitata capacità dell’occhio
umano nel mettere a fuoco
oggetti molto vicini. Per questo
motivo i progettisti devono
ricorrere a soluzioni scomode
ed ingombranti per mostrare
le immagini all’utente, come
il prisma dei Google Glass
posizionato davanti a una delle
lenti. Una possibile soluzione
potrebbe arrivare da Innovega,
un’azienda che sta sviluppando
una speciale lente a contatto che,
in combinazione con appositi
occhiali, “mixa” le immagini reali
con quelle proiettate dal sistema,
eliminando i problemi relativi
alla messa a fuoco. Le immagini
virtuali vengono filtrate dalla lente
a contatto iOptik passando solo
attraverso una piccola lente al
centro della pupilla, mentre quelle
reali passano dalla parte esterna.
Le lenti iOptik promettono agli
utenti di visualizzare immagini
in alta definizione in tutto il
campo ottico dell’occhio, senza
disturbare la visione dell’ambiente.
Per esempio, secondo Innovega
si potranno vedere film con la
stessa qualità delle tecnologia
Imax, creare un sistema di realtà
aumentata con cinque o più
elementi indipendenti visualizzati
o immergersi completamente in
avvincenti videogiochi.
Inoltre le lenti iOptik potranno
essere realizzate in modo da
sostituire quelle di chi già le
indossa per correggere difetti
visivi.
Innovega iOptik innovega-inc.com
Sony aiuta a “scrivere” il diario digitale
Sony prosegue il suo viaggio
nel mondo della tecnologia
indossabile con un “activity
monitor”, costituito da un piccolo
dispositivo chiamato Core, che
si inserisce in un braccialetto
in gomma, lo SmartBand,
disponibile in vari colori e in tre
misure. Il modello di Sony, al
contrario dei sistemi analoghi,
si preoccupa di creare un log di
tutte le attività che si svolgono
durante il giorno per 24 ore su
24 e 7 giorni su 7. In tal modo è
possibile misurare l’attività fisica
quotidiana, le relative calorie
consumate e le ore di sonno.
Sony Core è impermeabile ed
è anche in grado di riconoscere
autonomamente il tipo di attività
fisica svolta. Ma lo SmartBand,
che lavora in abbinamento all’app
LifeLog per Android, è in grado
di tenere traccia di tutta l’attività
della giornata. Senza bisogno
di impostare nulla, LifeLog
memorizza le azioni effettuate
con lo smartphone, e ogni altro
evento può essere “appuntato”
dando un leggero colpetto al
braccialetto, che creerà così una
sorta di bookmark della giornata.
Allo stesso modo è possibile
controllare il player musicale
dello smartphone, mentre
chiamate e messaggi in ingresso
vengono segnalati all’utente
tramite vibrazione. Lo SmartBand
è privo di display, ma è dotato
di tre piccoli led che mostrano
lo stato del sistema. La sua
commercializzazione è prevista
per i prossimi mesi, a un prezzo di
circa 99 Euro.
Sony SmartWaresonymobile.com
La salute innanzitutto
Anche il settore medicale guarda
con interesse al mondo delle
wearable technologies. Per
esempio, iHealth ha presentato tre
nuovi dispositivi: un misuratore
di pressione, un dispositivo
per l’elettrocardiogramma e
un pulsossimetro. Tutti sono
collegabili a tablet e smartphone
tramite Bluetooth e sono in grado
di memorizzare informazioni
per periodi da 12 a 24 ore. Il
dispositivo per la misurazione
della pressione arteriosa può
essere d’aiuto quando occorre
tenerla sotto controllo con
rilevamenti continui. Può essere
impostato per effettuare la
misurazione a intervalli di 15,
30, 45, 60 o 120 minuti, e può
memorizzare in autonomia fino
a 200 rilevazioni. Il modello
per l’ECG integra invece gli
elettrodi e si applica al petto del
paziente; anche in questo caso
i dati raccolti vengono inviati
via Bluetooth all’app iHealth
MyVitals, che può condividerli con
il medico curante tramite cloud. Il
pulsossimetro, invece, è costituito
da un sensore da dito collegato
a un particolare braccialetto e
misura la saturazione di ossigeno
del sangue, per contribuire a
diagnosticare problematiche quali
la sindrome da apnea ostruttiva
o alcune patologie polmonari. I
dispositivi iHealth dovrebbero
essere messi in commercio nella
seconda metà del 2014, dopo aver
ricevuto l’approvazione da parte
dell’FDA.
iHealthihealthlabs.com
54 ||
|| 55
VIA VITTIME DI PIAZZA FONTANA 5410024 MONCALIERI (TO)WW.NITAL.ITWWW.HINNOVATION.ITTEL. 011 81444
In un periodo in cui la “wearable
technology” sta attirando l’attenzione
di molti potenziali utenti, nel
settore degli smartwatch spicca
il Cookoo Watch dal design
classico, con le lancette montate
sopra ad un quadrante a cristalli
liquidi monocromatico . Una
volta abbinato ad uno smartphone
tramite l’interfaccia Bluetooth 4.0,
il Cookoo Watch avvisa l’utente
dell’arrivo di una telefonata o di un
messaggio con un segnale acustico
e una vibrazione, mostrando la
relativa icona sul display. Le notifiche
possono essere attivate anche per gli
eventi di Facebook e Twitter, per gli
appuntamenti presenti nell’agenda
dello smartphone e per i promemoria.
Anche il player musicale si può
controllare dall’orologio, che ha una
batteria standard sostituibile la cui
durata può coprire un anno intero.
IL SUONO ASSOLUTO A chi ascolta la musica dallo
smartphone o dal tablet anche quando
torna a casa, Nital propone il sistema
audio wireless Sonos, un’intera
famiglia di prodotti che possono
essere configurati a piacere per creare
una vera e propria rete di altoparlanti
domestici. Il modello base è il Sonos
Play:1, che integra due amplificatori
di classe D con un tweeter e un mid-
woofer da 3,5”, per salire poi verso il
Play:3 e il Play:5, rispettivamente a 3
e 5 vie. Per i più esigenti Sonos offre
inoltre un subwoofer per enfatizzare
ulteriormente i bassi e una playbar
che permette di creare un sistema
home theatre per lettori blu-ray,
decoder o console di gioco.
Il controllo del sistema avviene
grazie all’apposita app, disponibile
per computer Mac o Windows e per
gli smartphone (o tablet) Android o
iOS. Tramite l’app Sonos Controller
è possibile riprodurre sulle casse
wireless i brani musicali della propria
libreria, oppure quelli in streaming
dai vari servizi online, come Spotify,
Rdio o Pandora. Il modello Play:1,
inoltre, è resistente all’umidità e può
essere installato anche vicino ad una
doccia aperta senza correre il rischio
di danneggiarlo.
REFLEX CONNESSANital è sempre più che attenta allo
storico marchio Nikon. Da poche
settimane ha infatti lanciato sul
mercato una nuova reflex, la D5300,
il primo modello ad integrare
l’interfaccia Wi-Fi e un ricevitore
Gps. È una fotocamera adatta
anche agli utenti meno esperti, che
garantisce però la qualità d’immagine
che ha reso celebre Nikon nel mondo.
In questo modello viene impiegato
un sensore da 24,2 megapixel in
formato DX privo di filtro ottico “low
pass”, una soluzione che permette di
catturare ogni minimo particolare. La
gamma dinamica raggiunge i 12.800
ISO, mentre il processore Expeed4
di Nikon permette alla D5300 di
migliorare la qualità delle foto e di
velocizzare tutte le operazioni di
scatto, riducendo i consumi e quindi
prolungandone l’autonomia. In
questo modello è stato inserito un
ampio display da 8,1 cm di diagonale
ad angolazione variabile, che può
essere ruotato per mantenere sotto
controllo l’inquadratura anche nelle
condizioni di scatto più critiche.
Grazie al Gps integrato la D5300
registra le coordinate geografiche del
luogo in cui si è effettuato lo scatto,
mentre ogni foto può essere condivisa
tramiten Wi-Fi. Utilizzando l’app per
Android e iOS è possibile vedere e
scaricare le foto da un tablet o da uno
smartphone. Inoltre l’app consente
di controllare da remoto la D5300,
visualizzando in diretta l’immagine
inquadrata e scattando le foto senza
intervenire sulla fotocamera.
DIGITALIC PER NITAL
MANAGEMENT
IMPARATE DAL FASHION
LE TECNICHE DISOCIAL NETWORKING
DI MARCO SAMPIETRO
mI SOCIAL NETWORK OFFRONO NUOVE POSSIBILITÀ DI INTERAZIONE CON I PROPRI CLIENTI, MA DA SOLI NON BASTANO:CI VOGLIONO FANTASIA E UNA BUONADOSE DI CORAGGIO.SOPRATTUTTO SERVE UN’IDEA, E IN QUESTA PROSPETTIVA ALCUNE AZIENDE DELLA MODA POSSONO INSEGNARCI QUALCOSA
olti dei brand del settore della moda
hanno ormai aperto delle proprie
pagine Facebook ufficiali.
La presenza sul social network è
differenziata a seconda del ruolo che
i prodotti svolgono nella pagina e
dall’intensità di interazione.
Dal primo punto di vista si possono
notare due approcci:
uno incentrato totalmente sul
prodotto, dove la pagina Facebook
è composta da diversi post che
mostrano la merce dell’azienda;
uno che inserisce i prodotti in
contesti molto più ampi, in storie o in
esperienze documentate sia attraverso
foto, sia tramite video e musiche
che sicuramente vedono ancora il
prodotto presente, ma non sempre
protagonista.
Dal punto di vista dell’interazione,
invece, si possono notare tre approcci:
Interazione solo attraverso “like”.
In questo caso siamo di fronte ad
aziende che non comprendono
appieno la differenza e le potenzialità
dei social media rispetto ai siti
“tradizionali”. È interessante notare
come la storia si ripeta: quando,
infatti, nacquero i primi siti web
aziendali, alcuni abbracciarono
l’opportunità in modalità
“l’importante è esserci, poi il come
è secondario”. La stessa strategia
è però anche adottata da aziende
che hanno paura del feedback del
cliente, dei suoi commenti (magari
anche negativi) oppure non sanno
come comportarsi di fronte a questa
nuova possibilità di interazione.
Personalmente ho assistito al caso
di un’azienda del fashion che, da
pagina con soli like, ha aperto alla
possibilità di postare dei commenti,
per poi tornare indietro pochi giorni
dopo a causa della presenza di post
negativi o di domande che
l’hanno colta impreparata:
rispondiamo? E se sì, chi
risponde? Cancelliamo solo
quelli negativi e teniamo i
positivi? Ma chi monitora i
post? Quante volte al giorno?
Interazione con commenti
moderati. In questo caso
l’azienda valuta i post prima che essi
vengano pubblicati, oppure agisce a
seguito della pubblicazione in modo
da eliminare quelli troppo disallineati
(per esempio per lessico offensivo,
oppure per l’interazione tra utenti
che usano Facebook come se fosse
una chat personale, perdendo quindi
il legame con il post originario).
La strategia della moderazione va
attuata con molta discrezione, in
quanto può causare forti reazioni da
parte degli utenti.
Commenti liberi. In questo caso
l’azienda lascia piena libertà di
interazione (salvo interventi in casi
eccezionali).
Si può notare che le aziende con
elevato numero di follower lasciano
sempre l’opportunità di interazione
(difficile valutare il tasso e le modalità
di moderazione presenti).
Gli obiettivi comuni alle presenze
evolute su Facebook si possono così
riassumere:
una ricerca di maggiore
fidelizzazione del cliente, attraverso
un’estensione spaziale e temporale
T F
56 ||
SDA Bocconi Professor della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management. Responsabile del corso Project Management
nei Sistemi Informativi. Faculty Member all’MBA ed al Global Executive MBA. Professore a contratto presso l’Università
Bocconi per i corsi Informatica per l’Economia, IT Management e Project Management. Cofondatore di The Base - Project Management Consultancy.
dell’esperienza nei confronti del
brand e dei suoi prodotti;
un feedback informativo da
parte del cliente che, attraverso
modalità destrutturate
(commenti) o maggiormente
standardizzate (like), permetta
alle aziende di comprendere il
gradimento e la reputazione del
brand, l’accoglienza di alcuni
prodotti (con possibili correzioni
delle stime di vendita) e le linee
di tendenza in atto.
Fino a qui il mondo Facebook
“classico”. Qualcuno è però
andato oltre e ha creato un
legame più stretto.
Un primo esempio è dato da Nike
Mexico attraverso la campagna
“Subasta de Kilometros”, lanciata
nella seconda metà del 2012.
In pratica era necessario scaricare
la app Facebook Running+
e poi semplicemente correre,
naturalmente portando con sé
il device con l'applicazione che
teneva traccia dei chilometri
percorsi nella settimana, che
potevano essere poi caricati
sulla pagina Facebook di Nike
per partecipare a delle aste di
prodotti aziendali.
Ogni oggetto messo all’asta aveva
un importo minimo di chilometri
per potervi partecipare, e a
vincere erano gli utenti disposti
a spendere più chilometri. Ogni
settimana veniva lanciata una
nuova asta.
Un secondo esempio è quello di
C&A Brasile, che ha lanciato la
campagna “C&A Fashion Like”.
L'azienda ha aggiunto alle
grucce nei propri negozi un
piccolo display con il numero
dei like dati online a quel capo
di abbigliamento, nella speranza
che la valutazione “social”
influenzasse il cliente presso il
negozio.
L’azienda ha riportato grande
soddisfazione da questa
iniziativa, comunicando un
incremento delle vendite, dei fan
e follower (55.000 nuovi fan e
285.000 nuovi follower durante
la campagna). Aspettiamo quindi
altre esperienze interessanti.
I MAGNIFICI 30Quali sono i brand più amati? Quali hanno più fan e follower? Ecco una classifica stilata da Pivot Conference e Unmetric.
BIG DATA E MODAApplicare le metodologie di analisi dei Big Data alla moda può dare risultati davvero interessanti. È quello che ha fatto Dachis Group, scoprendo che i brand che per primi hanno abbracciato i video su Instagram sono diventati rapidamente leader nella condivisione e interazione degli utenti. Un esempio è Burberry, ma spiccano anche Gucci, Louis Vuitton, H&M e Vans.
GRUCCE SOCIALI risultati della campagna C&A Brasile che ha introdotto le “grucce social” sono stati molto positivi, con ben 8,8 milioni di persone coinvolte. In questo video il racconto dell’esperienza.http://tinyurl.com/CAfbCamp
#1 #2 #3 #4 #5
#6 #7 #8 #9 #10
RISORSE
|| 57
INTEGRAZIONE
CECILIA CANTADORE
STEALTH È LA STORICA SUITE UTILIZZATA DA OLTRE TRENT’ANNI DALLE PRINCIPALI CASE DI MODA E REALIZZATA DA DDWAY, SOCIETÀ DI DEDAGROUP ICT NETWORK
In occasione dello Stealth Day,
evento svoltosi a fine 2013 a Milano
e Parigi, templi della moda per
eccellenza, Dedagroup ICT Network
ha raccontato quali sono le nuove
potenzialità per supportare le aziende
del mondo del fashion e non solo.
Da un lato l’internazionalizzazione
di Stealth e il valore, per i suoi clienti
storici (tra cui ad esempio Versace e
Moncler Group), di utilizzare una solu-
zione non solo italiana, aspetto che pare
importante in un’epoca in cui alcuni
nomi del nostro paese sono di fatto
passati a una gestione multi-nazionale
in capo a
grandi gruppi.
Dall’altro, la
prospettiva
di Dedagroup
di porsi come
partner per
la business
technology,
in uno scenario evolutivo che vede l’IT
come abilitatore dell’in-novazione e
dell’evoluzione dei modelli di business.
A oggi, circa il 60%
delle aziende di moda
ha implementato
Stealth nelle sue
differenti versioni.
Dal laboratorio e
dalla produzione e
distribuzione fino
al punto vendita,
Stealth accompagna le aziende grazie
a una suite di soluzioni disegnate sulla
base delle esigenze specifiche e in
continua evoluzione. Tra le novità si
segnalano lo sviluppo della soluzione
Retail; l'allargamento del target clienti
con l’elaborazione di una soluzione
destinata al mid-market; la proposta
di moduli per la gestione “allargata”
dell’azienda, estesa ai laboratori e al
sistema di fornitori; l’integrazione
di un modulo di business analytics
e insight specifico per le esigenze
dei clienti fashion e fruibile da ogni
device. Gianni Camisa, ammini-
stratore delegato di Dedagroup ICT
Network, ha risposto così alle nostre
curiosità.
QUALI SONO LE CARATTERISTI-CHE E I PUNTI DI FORZA DELLA VOSTRA OFFERTA?Siamo un gruppo di grandi dimensio-
ni e cerchiamo di distinguerci per
la nostra anima dinamica, flessibile,
adattiva e imprenditoriale.
Offriamo la nostra filosofia a chi
lavora con noi, senza imporre un
metodo ma ascoltando i clienti
per dar vita a soluzioni tagliate su
misura. Il nostro plus è un mix di
competenze.
Abbiamo software nostri che si
integrano con ciò che di meglio c’è sul
mercato, dando vita a quella che noi
chiamiamo “Innogration”: un mix tra
innovazione e integrazione.
È un modo di fare innovazione con i
piedi per terra, per portare risultati.
OLTRE A QUELLO DELLA MODA, A QUALI ALTRI SETTORIVI RIVOLGETE?
A banche, istituzioni finanziarie,
pubblica amministrazione locale o
centrale e segmenti nel settore
industriale (automotive,
farmaceutico). Abbiamo deciso di
essere su alcuni mercati ma non su
tutti, con presenze significative per
numeri e competenze.
QUALI SONO I VOSTRI FOCUS ATTUALMENTE? Oltre al cloud e ai servizi gestiti siamo
focalizzati sulle nuove frontiere di
computing, mobile, app e web.
Il target a cui ci rivolgiamo è l’azienda
innovativa, illuminata, in cerca di
nuovi modelli di business. I clienti,
in un contesto difficile come quello
attuale, percepiscono il valore e
l’importanza di soluzioni che possono
diventare strumento competitivo e
veicolare nuove opportunità.
Abbiamo software nostri che si integrano con ciò che di meglio c’è sul mercato, dando vita a quella che noi chiamiamo “Innogration”: un mix tra innovazione e integrazione, con i piedi per terra.
STEALTHLe soluzioni per le impresedel fashion
58 ||
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Per questo motivo il cloud non
riguarda più soltanto i CIO e l’IT –
il cui ruolo è comunque necessario
per garantire l’integrazione dell’intero
sistema – ma diventa fattore abilitante
di un possibile vantaggio competitivo
di cui il CEO, i CXO e i vari line of
business manager dovranno sempre
più occuparsi.
Nella “Lectio Magistralis” che aprirà
il Cloud Computing Summit 2014,
il professor Carlo Alberto Carnevale
Maffè amplierà ulteriormente
questi temi trattandone molteplici
articolazioni:
il cloud come nuova
“Costituzione economica del
Paese” e come occasione di
ripensamento strategico dei
processi dell’impresa, al di là
della semplice sfida dei costi;
il cloud come nuovo “core
point” e “miglior marketplace
possibile” dei processi
dell’impresa;
“cloud economics”: il luogo
dove i costi di transazione
sono minimi, gli standard di
interoperabilità sono al massimo
livello e dove l’eccellenza
può ricavarsi dei monopoli
naturali;
il cloud come “ultimate
incubator”, luogo in cui la nuova
imprenditorialità concepisce le
imprese di domani;
il cloud come luogo di
memoria e non solo di transito,
in cui i processi economici
portano con sé le esternalità
positive di quelli conoscitivi.
Cloud Computing Summit 2014, Milano, Hotel Marriott, 19 Marzo 2014.Iscrizioni presso:
bit.ly/cloud-2014-mi-reg
VIA PALERMO, 5, 20121 MILANO – ITALIAWWW.THEINNOVATIONGROUPSEGRETERIA.GENERALE@THEINNOVATIONGROUP.IT+39-02-87285500+39-02-87285519
The Innovation GroupInnovating business and organizations through ICT
The Innovation Group ha definito
il 2014 come l’“anno del sorpasso”:
ovvero, come l’anno in cui le nuove
tecnologie digitali e i modelli di
servizio ad esse associati (come
mobile devices, cloud computing,
business analytics, Internet
broadband), supereranno in valore
le tecnologie tradizionali in
continuo declino.
Il 2014 si presenta quindi come
il punto d’incontro di due onde
contrapposte, e il cloud rappresenta
parte costitutiva e, insieme, fattore
abilitante decisivo di quella
montante.
Questo perché il Cloud assume
diverse valenze, sia a livello di
trasformazione dei processi di
impresa, sia a livello di nascita di
nuove industrie, di semplificazione
della macchina pubblica e addirittura
di una “nuova Costituzione
economica del Paese”.
In sintesi, il tema principale del
“Cloud Computing Summit 2014”
sarà il modo in cui il cloud può
produrre nuovo valore.
Le modalità di produzione di valore
sono sostanzialmente due:
attraverso la riduzione
dei costi e il miglioramento
delle efficienze interne delle
procedure strutturate a livello
di back-end. Si tratta della
modalità oggi più ampiamente
diffusa sul nostro mercato.
È facile, ma relativamente di
breve respiro: il cloud può
consentire vantaggi competitivi
ben più consistenti e sostenibili;
in alternativa, supportando
i knowledge workers al front-
end, impegnati a interagire
con mercati dinamici che
richiedono decisioni rapide e
reazioni immediate.
Il cloud diventa così sede di
ibridazione e di trasformazione
dei processi, che ricadono
quindi sulle aziende
favorendone a loro volta la
trasformazione in Service
oriented companies.
EVENTI
CLOUD COMPUTINGNuove tecnologie digitali nel mercato ICT
I TEMI DEL CLOUD COMPUTING SUMMIT 2014 DI THE INNOVATION GROUP SPIEGATI DA ROBERTO MASIERO, CO-FOUNDERE MANAGING DIRECTOR DI THE INNOVATION GROUP
DIGITALIC PER THE INNOVATION GROUP
RISULTATI
DI LUCA BASTIA
La crescita diDELL
Per il 2014 sono tre gli obiettivi di Dell: il primo è l'affermazione del brand come fornitore di soluzioni ad ampio spettro, dal tablet al networking, fino allo storage e al server per data center.
IL CANALENegli ultimi anni Dell ha fatto un
radicale cambiamento, diventando
una società che fornisce soluzioni
per il business delle imprese. Tutto
ciò grazie a un'offerta che si è
ampliata considerevolmnete e al
coinvolgimento dei partner di canale.
“Il primo trimestre per il canale è
stato meno difficile che per Dell in
generale – spiega
Adolfo Dell'Erba,
channel director di
Dell Italia –. Abbiamo
infatti iniziato ad
accelerare già nei
primi tre mesi con
una crescita a doppia
cifra, nel terzo
l'incremento è stato
del 50% e l'anno
chiuderà con un
+30% anno su anno.
Per quanto riguarda
il comparto server e
client siamo già oltre
un +50%. Ci sono
poi altre aree su cui
stiamo proponendo
la nostra offerta ai
partner”. Ligresti
sottolinea infine che
l'apporto del canale
al fatturato dovrebbe
pesare presto intorno al 70%. E,
sempre parlando di futuro a breve,
conclude: “Daremo forte attenzione
alla mobilità, proponendo non solo
tablet e ibridi, ma anche soluzioni
software e sicurezza per collegare
all'azienda ogni device. Inoltre faremo
delle release anche per il cloud”.
Più 20% rispetto alle attese, non
male in un anno in cui la tecnologia
ha fatto fatica, soprattutto in settori
poderosi come quello notebook e
pc. “In Italia abbiamo chiuso un bel
2013 e anche l’inizio del 2014, che per
noi conclude l’anno fiscale, è molto
positivo – esordisce Filippo Ligresti,
country manager di Dell Italia (nella
foto) –. Un anno che era partito male:
il primo trimestre è stato davvero
difficoltoso, nel secondo c'è stato
un miglioramento e adesso stiamo
chiudendo in modo molto positivo,
con circa il 20% in più rispetto ai
nostri obiettivi per il quarto trimestre,
decisamente meglio della media del
mercato. Questo grazie al grande
sforzo profuso da tutti coloro che
operano con noi, compreso il canale
che ci ha supportato molto bene”.
Anche dal punto di vista delle quote
di mercato, secondo gli analisti, Dell
registra una crescita importante in
varie aree di prodotto. Sulla parte
server si piazza al secondo posto
con un distacco significativo sul
terzo, è seconda anche nei desktop
mentre è quarta nei notebook, “un
segmento che da sempre ci vede poco
performanti sulla fascia bassa”.
Il 2013 ha visto la società
incrementare l'impegno sul canale,
che ha contribuito
per più del 40% sul
fatturato annuale.
“Siamo sempre
stati forti nel
comparto delle
imprese di medie
dimensioni – dice
Ligresti –, mentre
per quanto riguarda i nostri storici
punti deboli, il
finance e la Pubblica
amminstrazione,
abbiamo concentrato
gli sforzi e abbiamo
ottenuto dei
segnali molto
positivi. Abbiamo
infatti vinto in
queste aree delle
importantissime gare
che porteranno i
loro frutti nel 2014,
come ad esempio la
convenzione Consip
per la parte server,
di cui ci siamo
aggiudicati 2 lotti
su 3”.
“Per il 2014 abbiamo
tre obiettivi prioritari
– prosegue il country
manager –. Il primo
è l'affermazione del
brand come fornitore di soluzioni
ad ampio spettro, dal tablet al
networking, fino allo storage e al
server per data center. Il secondo è
arrivare molto vicini al numero uno
in ambito server, con un market share
tra il 30 e il 35%. E il terzo è la crescita
a due cifre sul mercato delle Pmi”.
CON I SERVER A GUIDARE LE VENDITE, DELL CHIUDE UN ANNO IN CRESCITAE SI PREPARA A COMPETERE ANCHE NEI SEGMENTI “POST-PC” CON TABLET E IBRIDI. I PARTNER HANNO CONTRUBUITO NOTEVOLMENTE A QUESTI RISULTATI CON IL 40% DEL FATTURATO
60 ||
DOCUMENTI
DI FRANCESCO MARINO
Puntiamo su produttività, affidabilità, qualità e facilità di utilizzo
FUJITSUScanner all’altezza
UNA GRANDE ATTENZIONE ALLA MECCANICA, AL DESIGN E AL SOFTWARE HA RESO GLI SCANNER PFU I PIÙ DIFFUSI. ORA CON LE NUOVE LINEE AUMENTA LA VELOCITÀ DI SCANSIONE E LA PRECISIONE, ANCHE GRAZIEAL SOFTWARE
specifica” ha sottolineato Todeschini.
Tante novità anche sotto l’aspetto
software. Il driver PaperStream IP
sviluppato da PFU offre un’avanzata
ottimizzazione automatica
dell’immagine, garantendo
un’altissima qualità sia per il bianco e
nero che per i colori. Ottimizzazione
che, combinata con il lettore OCR
integrato, consente una lettura dei
caratteri pressoché perfetta.
I software PaperStream Capture
e ScanSnap Manager, sviluppati
in-house, garantiscono una
qualità e una fluidità al processo
di acquisizione mai viste prima,
guidando l’utente nelle scelte e
aiutandolo a creare workflow dedicati
in base ai documenti acquisiti e ai
programmi di terze parti da utilizzare,
come ad esempio Scan-to-PDF,
Scan-to-Email o Scan-to-Word.
Per semplificare la gestione di più
dispositivi all’interno della stessa
rete, la funzione di amministrazione
centrale consente di gestire e
monitorare tutti gli scanner della
fi Series da un’unica postazione.
È possibile quindi impostare
profili di scansione, installare
driver o applicazioni, eseguire gli
aggiornamenti o notificare degli
errori, tutto in modo completamente
centralizzato.
Hanno anche un sensore per
l’altitudine: sopra i duemila metri
modificano il modo con cui vengono
trascinati i documenti, tenendo
conto delle differenze di pressione
in quota. Non sarà forse la funzione
più utilizzata degli scanner Fujitsu,
ma è un dettaglio che fa capire la cura
costruttiva con cui vengono realizzati.
“Ogni dieci scanner di questa classe
venduti in Italia, cinque e un pezzo
sono marchiati Fujitsu – ha dichiarato
Lorenzo Todeschini, direttore di
PFU Imaging Solution Italia, la
divisione dedicata agli scanner –.
Con questa nuova serie abbiamo
di nuovo concretizzato quelli che
sono i quattro punti fondamentali
delle soluzioni
che sviluppiamo:
produttività,
affidabilità, qualità
e facilità di utilizzo”.
Queste sono le
caratteristiche su
cui ha puntato PFU
per la nuova linea
di scanner serie 7000, la
fascia alta della gamma. Il
primo dato che emerge è la
velocità dei modelli fi-7180
e fi-7280, che possono
eseguire la scansione di
80 fogli (160 pagine) al
minuto.
Altra caratteristica tecnica importante
è la capacità di riconoscere formati e
tipologie di carta, per garantire una
scansione perfetta al primo colpo.
La meccanica è un elemento su
cui questa linea punta molto,
grazie ai motori indipendenti per
il trascinamento della carta che
permettono di riallineare i fogli o
comunque di riconoscere l’errato
posizionamento, che la macchina
è, nel caso, in grado di correggere
dopo, attraverso il suo software.
“Abbiamo ottimizzato il processo
di acquisizione per offrire ai
nostri clienti una gestione ancora
più semplice e immediata delle
informazioni
contenute su
documenti
cartacei,
integrandole
in qualsiasi
contesto e senza
necessità di una
formazione
62 ||
Si apre una nuova stagione di
collaborazioni e Arjowiggins Creative
Papers, per il terzo anno consecutivo, si
conferma partner di Digitalic. Simone
Medici, amministratore delegato di
Arjowiggins Italia e direttore sales &
marketing della divisione Creative
Papers per l’area Sud Europa e Turchia,
ci racconta cosa sta per accadere nel
mondo del gruppo francese.
Come si è chiuso per voi il 2013?
Visto il periodo mi ritengo soddisfatto
degli obiettivi raggiunti. Abbiamo
ottenuto risultati accettabili su alcuni
mercati dell'area Southern Europe. La
Turchia e la Grecia si sono comportate
molto bene, mentre in Italia abbiamo
tenuto testa alla crisi meglio di altri
nostri competitor.
Avete percorso la strada del mondo
digital. Molti potrebbero pensare a un
paradosso…
Siamo convinti che tutti gli attori che
intervengono nel processo creativo
usino il web per ricercare informazioni,
stimoli e curiosità. Per questo motivo
siamo in rete e ci saremo in modo
crescente.
Ci può fare degli esempi?
La pagina Facebook di Arjowiggins
Creative Papers è un contenitore in
crescita di idee. Ci sono poi i contest
lanciati per il mondo dei creativi, come
The Blank Sheet Project, che trovano
nel web la loro massima esaltazione.
E infine l’app della gamma Curious,
con il Curious Game grazie al quale si
possono scegliere carta, colore e ink per
personalizzare i propri progetti.
E tra i progetti futuri?
Abbiamo scelto di proseguire la
collaborazione con Digitalic che ci
sta dando grandi spunti innovativi:
iniziamo il terzo anno con curiosità e
voglia di stupire come e più di prima.
Abbiamo lanciato anche il primo
mailer-blogger, per coinvolgere i
creativi che nei propri blog desiderano
appagare curiosità, matericità e
informazione legata al mondo della
carta. Hanno apprezzato la selezione
dei supporti più belli e pregiati insieme
a uno strumento digitale, a conferma
della necessaria convivenza dei due
media.
Quali business focus perseguirete
durante questo 2014?
L’accento verrà posto sul labelling, che
già lo scorso anno ci ha dato risultati
ottimi nel food and wine. Accanto
a questo, il luxury packaging sarà al
centro dell’attenzione. I grandi brand
del fashion, infatti, stanno puntando
al mondo del pack di lusso, che riveste
i loro prodotti di un’esclusività ancora
maggiore e offre una brand experience
più appagante.
Qual è l’ultima novità nata in casa
Arjwoggins Creative Papers?
Curious Matter è l’ultima carta creativa
del portfolio della gamma Curious.
Rispettosa della natura, è frutto di
un brevetto esclusivo e presenta
caratteristiche uniche.
Come nasce Curious Matter?
Nasce da una vera e propria ricetta
scaturita dall’attenta osservazione dei
tecnici di laboratorio di Arjowiggins
Creative Papers, che hanno notato
come, affettando le patate, uscisse
un liquido misto di acqua e amido. I
materiali ottenuti sono stati raccolti
per realizzare la metamorfosi della
materia: l’amido ha dato vita a una
nuova generazione di carta, innovativa
e con un approccio alla sostenibilità
unico. Dal punto di vista tattile,
Curious Matter è un supporto
speciale e straordinario. Al tocco
offre l’esperienza di una superficie
ricoperta da microscopiche particelle
sferiche, che realizzano l’impossibile
incontro tra la ruvidità della sabbia e la
morbidezza della seta.
DI DANIELA SCHICCHI
CREATIVITÀ
Arjowiggins Creative Papers:
carta e digitale, un amore lungo tre anni
IL WEB È AMICO DELLA CARTA: TUTTI GLI ATTORI CHE INTERVENGONO NEL PROCESSO CREATIVO USANO LA RETE PER RICERCARE INFORMAZIONI, STIMOLI E CURIOSITÀ, POI HANNO L’ESIGENZA DI STAMPARE SU CARTE DI QUALITÀ
DIGITALIC PER ARJOWIGGINS CREATIVE PAPERS
| 63
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DUE GRADI E MEZZO DI SEPARAZIONE
Il mondo è piccolo, si diceva una volta. In
realtà è grande, ma le relazioni legano le
persone in maniera sempre più stretta. I
passaggi necessari a entrare in contatto con
chiunque si sono ridotti moltissimo, e ad
una velocità mai osservata prima; se una
volta i gradi di separazione erano sei, oggi
sono meno di tre. Per la precisione sono
due e mezzo, come recita il titolo del libro
di Domitilla Ferrari (giornalista e social
media strategist), edito da Sperling&Kupfer,
che avrebbe anche potuto intitolarsi
“L’amicizia è una materia prima” (titolo del
primo capito), perché è di questo che parla.
Non è un manuale, ma quando lo si sfoglia
si ha la sensazione che possa tornare utile
in molte occasioni. Ci sono due metodi
per leggerlo, dall’inizio alla fine oppure
saltando di qua e di là. Un po’ come il
“Manuale delle Giovani Marmotte”: da
qualunque parte lo si giri, si trova sempre
qualcosa di interessante.
E questo fin dalla presentazione: “Quando
hai bisogno di un consiglio, un parere,
ma anche solo un incoraggiamento a
continuare nelle tue scelte, a chi ti rivolgi?
Tua mamma, tuo marito-fidanzato-
compagno, un’amica, un amico, tuo fratello
sono il nucleo del tuo network. E io lo
chiamo fan club. Tutti ne abbiamo uno. E
se vuoi cambiare lavoro, vita, città? I legami
più stretti non bastano. Devi allargare le
possibilità di confronto e anche di scontro:
devi parlare con più persone, incontrare
opinioni anche diverse dalle tue. Devi
allargare il network, spingerti oltre i
cosiddetti legami deboli lungo gli anelli di
una catena che può proseguire all’infinito”.
Ci sono molti passaggi che potrebbero
essere citati per far capire il tono e gli
obiettivi del libro. “Il valore del tuo
network non è dato dal numero di persone
che conosci, ma da quelle che rispondono
quando hai bisogno. Quindi, se stai
leggendo questo libro perché vuoi trarre
vantaggio dalla condivisione, mi aspetto che
anche tu sia disposto a condividere tempo,
talenti, competenze, informazioni e idee
con gli altri e per gli altri”.
L’idea è che la condivisione dà e non toglie,
che la rete siamo noi e non c’è alcuna
distinzione con la vita reale: è vita reale che
usa altri mezzi. Certo, fare networking non
significa essere dei ruffiani digitali, anzi...
si verrebbe smascherati in un secondo
(o, per meglio dire, in un tweet). Bisogna
farlo solo se piace davvero, perché per
avere il sostegno della “rete” essere sinceri
è una condizione imprescindibile: che
senso avrebbe chiedere sostegni, consigli,
supporto e pacche sulle spalle per cose (o
sentimenti) inesistenti?
Lo stile è quello di @Domitilla su Twitter:
il libro è una sua extendend-version
ragionata, un “director’s cut” con tutte
le scene tagliate e le fonti di ispirazione.
Lei, come sempre, è precisa (fino quasi
alla pignoleria), ordinata, determinata in
ogni riga ad insegnare qualcosa, alla fine ci
riesce. “Due gradi e mezzo di separazione”
è il libro per la generazione che ha scelto
di aprirsi alla rete, anzi, di essere rete.
DI FRANCESCO MARINO
WEB SOCIAL
foto by QGPhoto
| 65
GIRLY TECH
LE MODE
del web
DI ELENA MORIONDO
DA RUZZLE A CANDY CRUSH, DA SECOND LIFE A BITSTRIPS, LE MODE SI SVILUPPANO, DILAGANO E PASSANO ANCHE NELL'AMBIENTE VIRTUALE. ALCUNI FENOMENI RESTANO, TANTI SONO METEORE DI CUI NON CI RICORDIAMO GIÀ PIÙ
ome la moda nell'abbigliamento, per
cui in una stagione ci si veste di blu
e in quella successiva di verde, anche
le mode digitali si diffondono e si
dimenticano altrettanto facilmente.
C'ERA UNA VOLTA UN ROMPICAPOCirca un anno fa non si faceva altro
che giocare a Ruzzle, il videogame
su dispositivo mobile creato da Mag
Interactive nel quale il giocatore
deve comporre il maggior numero
di parole possibile con un dato
insieme di lettere. In ogni angolo di
strada, su ogni sedile dei mezzi di
trasporto e in ogni casa erano in atto
agguerrite sfide all'ultima lettera
per proclamarsi campioni di Ruzzle;
l'applicazione ha raggiunto quasi 10
milioni di utenti. Ora, per la maggior
parte delle persone, il rompicapo
giace dimenticato in qualche remota
schermata dello smartphone.
CARAMELLE IN RETEIn questo momento le parole
sembrano avere lasciato il posto alle
caramelle: tra i giochi più in voga
troviamo infatti Candy Crush Saga,
in cui ci si diverte spostando con il
dito caramelle gommose, gelatine,
cioccolatini e ogni genere di leccornia
degna della casa di Hansel e Gretel.
Livello dopo livello, nel gioco lanciato
dalla multinazionale dei casual games
King.com, si esplora un mondo
fantastico popolato di montagne di
cioccolato, laghi di limonata e città di
caramelle.
Le statistiche parlano di oltre 500
miliardi di download nel mondo
(e non mi sembra così strano dal
momento che io l'ho scaricato su due
diversi device), di cui 100 milioni su
Facebook. Il segreto del gioco,
ideato dall'italiano di nascita
ma londinese d'adozione
Riccardo Zacconi, sembra
essere la forte dipendenza che crea,
con i suoi ben 550 livelli.
LA DIFFUSIONE DELLA MODAI giochi, anche quelli virtuali, si
diffondono sulla base di meccanismi
sociali, per cui l'interesse aumenta
in modo direttamente proporzionale
al numero di persone che sono
coinvolte nell'attività ludica.
Il gioco diventa così un argomento di
discussione tra amici o un'occasione
per ostentare la propria abilità.
Queste dinamiche vengono accentuate
se i social network le alimentano, ad
esempio diventando un'arena in cui
confrontarsi all'interno del cerchio
delle proprie amicizie. Il ricambio
delle attività ludiche da social network
è però piuttosto dinamico: chi si
ricorda Pet Society, il gioco simil-
tamagotchi in cui bisognava prendersi
cura di un animaletto virtuale e
della sua casa, sono ancora meno di
quelli che si sono messi nei panni
del fattore di Farmville, seminando e
raccogliendo fragole e carote.
66 ||
Cammino sempre sollevata da terra - sia per i tac-chi sia perché ho la testa fra le nuvole - e adoro la tecnologia perché rende la vita più interessante.
Ho imparato a usare il computer da bambina, im-pallando diverse volte quello del papà, ma sono cresciuta facendo shopping con la mamma.
Così, da sempre, lotto perché quello tra tecno-logia e femminilità sia riconosciuto come un matrimonio felice.
LA METEORA SECOND LIFEUscendo dal mondo squisitamente "game",
questo tipo di dinamiche si estende a tutte
le attività di intrattenimento online. Si
pensi ad esempio alla meteora di Second
Life, il mondo virtuale che sembrava essere
la rivoluzione all'inizio degli anni 2000. Per
dare prova del senso della propria esistenza
era irrinunciabile crearsi un avatar in
questa realtà parallela, tanto che – per fare
un esempio – Irene Grandi vi girò il video
della sua hit "Bruci la città". (http://youtu.
be/1LHcmruxLAk)
Ora la piattaforma della californiana Linden
Lab è ancora attiva, ma chi ne sente più
parlare?
L'attenzione per la vita sociale on line da
qualche anno è totalmente catalizzata da
Facebook, il social network per eccellenza che
conta più di un miliardo di utenti al mondo
(sui 2,4 totali, stima di Royal Pingdom, 2013)
e circa 24 milioni di utenti registrati in Italia
(quasi la totalità dei 27,5 milioni di utenti
attivi stimati da Audiweb).
BITSTRIPS: L'ULTIMA TENDENZAL'ultima moda su Facebook è quella delle
vignette di Bitstrips, un'applicazione che
trasforma le persone in fumetti e permette
in pochi semplici passaggi di creare vignette
personalizzate.
La società di Toronto, fondata già nel 2007,
ha recentemente lanciato le applicazioni
Facebook e mobile, mossa strategica che ha
permesso di attivare molto rapidamente circa
30 milioni di utenti nel mondo basandosi
sull'idea di rendere la comunicazione online
più espressiva e aggiungervi parte della
ricchezza della comunicazione offline. In
poche parole, l'utente crea il suo avatar a sua
immagine e somiglianza, cerca una scenetta
tra quelle proposte, riempie i fumetti e
condivide la vignetta come preferisce.
Un passatempo molto divertente, almeno fino
a quando sarà di moda.
ANCHE GOOGLE È PRONTO PER LE STRIPSPare proprio il momento del fumetto: anche Google lancerà a breve un'applicazione per creare strips da condividere. Il brevetto, depositato circa 3 anni fa, per un singolare tempismo è stato accettato lo scorso 31 dicembre.
RISORSE_
GIOCARE NELLA FATTORIADai realizzatori di Candy Crush Saga, a gennaio 2014 è stato lanciato Farm Heroes Saga, gioco il cui obiettivo è raccogliere frutta e ortaggi per difenderli dal procione Rancid. Diventerà la nuova mania dell'anno? (Disponibile su App Store e Play Store).
COM'È NATO FACEBOOK?Le origini del social network per eccellenza, Facebook, sono raccontate nel film di David Fincher "The social network" del 2010. Da vedere per capire com'è nata e ha iniziato a diffondersi questa moda dilagante.
+
| 67
SMARTPHONE
DI FRANCESCO MARINO
LA CASA DEL FUTURO SARÀ GOVERNATA DAL TELEFONINO, ANCHE PER QUESTO HAIER HA DECISO DI FARE IL GRANDE PASSO E PRESENTARE UN’ITERA GAMMA DI TABLET E SMARTPHONE PUNTANDO SULLA SUA CAPACITÀ (E VELOCITÀ) PRODUTTIVA
HAIEREntra nell’arena del mobile punta sulla velocità di realizzazione,
contando di far passare solo un mese
e mezzo tra l’ideazione e l’uscita nei
negozi di un nuovo modello. Il top
di gamma in questo momento è il
W867, con display da 5,5 pollici, chip
quad-core da 1.3 GHz, 1 GB di RAM e
4 GB per archiviare i dati, batteria da
2050 mAh, una fotocamera posteriore
da 8 megapixel con flash, una
frontale di tipo VGA e un insieme di
connessioni quali wi-fi, bluetooth e
GPS. Il terminale supporta due SIM.
Il sistema operativo è Android 4.2.
Anche nel mercato dei tablet Haier
propone una sua linea, che vede come
prodotti di punta i modelli unibody
in alluminio dallo spessore di 6,5
millimetri. Tutti i tablet hanno la
possibilità di telefonare. “Lo abbiamo
fatto non tanto perché pensiamo
che le persone vogliano usarlo al
posto del telefono, ma perché molte
applicazioni di comunicazione hanno
bisogno di questa funzione per essere
attivate”, ha spiegato Ligabue. Per i
telefoni la fascia di prezzo va da 99 ai
349 euro. L’assistenza sui prodotti è
stata affidata a Video Pacini (partner
Telecom e Vodafone) per garantire
agli utenti un risposta efficace per gli
eventuali problemi tecnici.
Inizialmente i prodotti Haier Mobile
saranno distribuiti solo sul mercato
libero, non in abbinamento con le
offerte degli operatori telefonici.
Haier entra nel mondo del mobile.
La multinazionale cinese da 70.000
dipendenti è già presente nel mercato
europeo con gli elettrodomestici e le
Tv. “Siamo una delle poche aziende
multi- prodotto – ha detto Enrico
Ligabue, market director di Haier
Italia – simile alle grandi coreane,
non per niente al CES di Las Vegas
abbiamo presentato un Oled curvo e
un televisore con sistema operativo
Android”. Il fatturato, in crescita
del 15%, è arrivato a 29,5 miliardi
di dollari. Anche l’Italia fa la sua
parte nel grande panorama della
multinazionale: Haier Italia fattura 85
milioni di euro e nel 2014 l’obiettivo
sono i 100 milioni (+14%). I cinesi
amano il nostro Paese e hanno deciso
di investirvi
anche con
una fabbrica
di frigoriferi
combinati in
provincia di
Padova. La
grande novità è l’ingresso di Haier nel
mondo del mobile con una linea di
smartphone e Pad. La scelta di entrare
oggi in quest’arena affollata è dovuta
alla visione di uno sviluppo digitale
della vita quotidiana: secondo Haier,
infatti, tutti gli elettrodomestici
saranno sempre più connessi in rete
e gestiti tramite cellulare, dunque per
essere presenti nelle case (e nelle vite)
di domani era necessario aggiungere
alla propria offerta il “centro di
comando”, ovvero lo smartphone.
Nella linea mobile saranno presenti
solo prodotti Android e touch con
schermi da 4 a 6 pollici, tutti dual
Sim, tra cui alcuni saranno dotati di
processore a 4 core, fotocamera da
13 megapixel e display retina. Haier
68 ||
VoIP
DI LUCA BASTIA
WILDIX, SOCIETÀ TRENTINA SPECIALIZZATA IN PRODOTTI VOICE OVER IP E SOLUZIONI DI COMUNICAZIONE UNIFICATA, IN OCCASIONE DELLA CONVENTION ANNUALE CON CLIENTI E PARTNER HA PRESENTATO GLI OTTIMI RISULTATI DEL 2013, LE NOVITÀ DI PRODOTTO E LA PROPRIA STRATEGIA EVOLUTIVA
WILDIXLa voce dell’Europa
così di creare un access point che
spazia fino a 3mila mq. Infine, grazie
a un accordo con DigiTel, operatore
di fonia, Wildix svilupperà una rete
di comunicazione che permetterà,
a prezzi concorrenziali, di fornire
un’ottima connettività per le imprese.
Per quanto riguarda gli aspetti
commerciali, come ha sottolineato
Cristiano Bellumat, direttore
commerciale di Wildix, “abbiamo
varato una strategia che si svilupperà
nei prossimi tre anni: prima di
tutto l’incremento del mercato
estero; in secondo luogo una
focalizzazione sulla Communication-
Enabled Business Process (CEBP),
cioè l’integrazione tra business
communications, le funzioni di
contact center e i processi di business;
il terzo punto riguarda il cloud, e
non va dimenticato da ultimo il
grande impegno che mettiamo nella
formazione”. Nasce infatti in questi
giorni la Wildix Academy, una
business unit che ha l’obiettivo di
trasmettere nuovi contenuti al canale
di vendita, formandolo dal punto di
vista commerciale, tecnologico e di
marketing, “in modo che i partner
possano proporre servizi a valore
aggiunto alla
propria clientela.
Un’esperienza che
vogliamo replicare
anche all’estero”,
ha concluso
Moreno Perticaroli,
channel manager di
Wildix.
vo
a
La convention Wildix dedicata
ai partner svoltasi a Milano è
stata l’occasione per incontrare
il management della società, che
ha illustrato i propri successi e la
strategia attuale e futura.
Stefano Osler, amministratore
delegato, si è detto soddisfatto dei
risultati ottenuti nel 2013, “che hanno
visto un incremento di fatturato
del 30% e il consolidamento della
filiale francese, che ha ottenuto una
crescita del 107%”. All’estero la corsa
di Wildix non si ferma qui: è stata
appena aperta una filiale a Monaco di
Baviera, in Germania, e i primi passi
sono stati fatti anche in Svizzera,
Bulgaria, Russia, Ucraina e Moldavia.
L’obiettivo 2014 è il consolidamento
nei mercati esteri e il processo di
integrazione
tra Tlc e
informatica.
“Un altro
punto
strategico è
l’offerta in ambito cloud, per il quale
presenteremo una soluzione ibrida”.
Durante la convention è stata
annunciata la nuova release (3.40) del
software principe dell’offerta Wildix,
il WMS, con diverse innovazioni,
così come la nuova versione di
Kite, la soluzione WebRTC che
consente di condividere documenti
e il desktop con utenti remoti che si
connettono dal web. In ambito wi-fi,
inoltre, Wildix
presenta una
soluzione con
prestazioni
uniche,
eliminando
la necessità
di roaming e
permettendo
Wildix svilupperà una rete di comunicazione che permetterà, a prezzi concorrenziali, di fornire un’ottima connettività per le imprese.
70 ||
SERVIZI
DI LUCA MIRANI
IL NUMERO DUE DEL MONDO, SATORU HAYASHI, DISEGNA IL FUTURO DELLA SOCIETÀ CHE PUNTA SEMPRE DI PIÙ SU CLOUD, MOBILE,BIG DATA E SOCIAL
FUJITSU IT FUTURESei passi per cambiare
anni di vita e un fatturato vicino ai
50 miliardi di dollari, che occupa
la quarta posizione mondiale
nell’ambito dei servizi alle spalle di
IBM, HP e Accenture.
Proprio quello dei servizi, soprattutto
orientati al cloud, è il focus principale
della trasformazione in atto
nell'azienda.
“Se a livello globale la percentuale
del nostro fatturato è equamente
divisa tra hardware e servizi, nell’area
europea stiamo operando per far
crescere questi ultimi puntando in
primo luogo sul cloud, grazie anche
alla nostra capacità di erogare servizi
IT su scala realmente mondiale”, ha
sottolineato Hayashi.
Il dirigente, poi, non ha mancato
di precisare che “l’area prodotti è
tuttora molto importante per noi
e non abbiamo alcuna intenzione
di metterla in secondo piano”,
ricordando anche che i server
Primergy e i desktop continuano
a essere prodotti ad Augsburg in
Germania, “unica società in assoluto
a produrre in Europa”.
Infine, un altro ambito di interesse è
quello dei servizi all’avanguardia.
Un esempio tra i tanti, citato con
orgoglio da Hayashi, è quello della
tecnologia Palm Secure, che utilizza
l’impronta delle vene del palmo
della mano per autenticare gli utenti
in maniera univoca, con maggiore
sicurezza rispetto all’impronta
digitale.
Questa tecnologia è già impiegata in
Italia dal colosso chimico Solvay per
la gestione dei magazzini ed è oggetto
di una sperimentazione da parte di
Unicredit per la realizzazione di un
nuovo tipo di sistema di pagamento
biometrico touchless, con il nome in
codice di Papillon.
È l’ora della “human centric
intelligent society”, in una
trasformazione che coinvolge le
quattro forze principali di oggi:
cloud, mobile, big data e social.
Lo ha sottolineato Federico Francini,
presidente e amministratore delegato
di Fujitsu Italia, nel suo keynote alla
tappa italiana dell’evento Fujitsu IT
Future. Ma come tradurre in termini
concreti le opportunità offerte dalla
convergenza tra queste quattro forze?
Secondo il numero uno di Fujitsu in
Italia, sono sei gli step fondamentali
per costruire una nuova infrastruttura
IT o per modernizzarne una esistente.
“In primo luogo, è opportuno
verificare se nel cloud c’è già ciò che
serve – ha spiegato Francini –, mentre
il secondo passo richiede che si operi
uno shift dal tradizionale approccio
ai dati, che talvolta vede tuttora
prendere in considerazione solo quelli
strutturati, per rivolgere l’attenzione
anche ai sentiment, alle tendenze e
alle analisi predittive. Come terzo
passo è necessario condividere le
attività con altri attori del proprio
settore: anche se può sembrare strano
in epoca di forte concorrenza, bisogna
tenere presente quali tecnologie
utilizza chi
fa parte
del nostro
settore,
perché nel
mondo di oggi nessuno può più
considerarsi una enclave”.
Il quarto passo è quasi scontato,
visto che utilizzare tutte le
tecnologie ‘mobile’ è assolutamente
irrinunciabile, “ma mobile significa
anche BYOD e tutti gli altri paradigmi
a corollario – fa notare Francini –.
Ciò ci introduce a quello che è il
quinto passo, ovvero la necessità
di utilizzare la tecnologia per
coinvolgere sempre di più i clienti,
con interazioni quotidiane anche
tramite mobile. Infine, il sesto
passo racchiude in sé tutto quanto
abbiamo visto finora: per cogliere
le opportunità offerte dalla
trasformazione in atto bisogna avere
notevoli capacità di gestire un mix di
servizi sempre più complesso”.
STRATEGIE FUTUREAll’evento IT Future 2013 è
intervenuto anche Satoru Hayashi,
executive vice chairman of the
board di Fujitsu, dal quale abbiamo
avuto l’opportunità di avere qualche
informazione di prima mano sulle
strategie della società.
Erede di tradizioni gloriose, Fujitsu
è oggi un colosso globale con 75
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è una moderna azienda che opera nel merca o delle ar i ra che da ol re anni
Lo scopo di Graf3 è fornire alla propria clientela la più ampia gamma di soluzioni possibili per la comunicazione, mettendo al servizio del cliente le proprie conoscenze e tecnologie di ultima generazione, fornendogli un “SERVIZIO COMPLETO
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MANIFESTAZIONI
DI FRANCESCO MARINO
OLTRE 140MILA VISITATORI E I MARCHI PIÙ PRESTIGIOSI, MA ANCHE LE AZIENDE PIÙ INNOVATIVE, PROTAGONISTI DELLA KERMESSE. MOTOR BIKE EXPO FONDA IL SUO SUCCESSO SU BASI SOLIDE ED È UN ESEMPIO A CUI SI PUÒ GUARDARE PER CAPIRE COME DOVREBBE ESSERE UNA FIERA, MA NON SOLO
TRE COSEche si possono impararedal Motor Bike Expo chiesto ai propri clienti di disegnare la
tuta da moto del futuro. La creatività
e le soluzioni innovative che ne sono
scaturite sono state molto interessanti
e le persone sono state chiamate a
dire la loro sul cuore dell’attività
dell’azienda. Un’idea coraggiosa, ma
quanti chiederebbero ai clienti di
progettare il “core business” aziendale
del futuro? Se si vuole davvero
coinvolgere le persone e le aziende,
bisogna innanzitutto mettersi in
gioco; non basta uno slogan per fare
un concorso che fidelizzi davvero,
ma occorre offrire la possibilità di
incidere.
3) Il prodotto (e quello che fa) attirano le persone.Al Motor Bike Expo c’era la coda
non solo davanti ai modelli più
interessanti e alle novità, ma anche ai
grandi classici su due ruote, così come
erano affollate le gare all’aperto e le
dimostrazioni. Il motivo è semplice:
alle esposizioni la gente vuol vedere il
prodotto e possibilmente osservarlo
all’opera, per capire com'è e cosa
fa. Questo vale per le fiere di ogni
settore e il motivo è semplice. Ogni
azienda è sul mercato per qualche
buona ragione, che è riassunta nei
prodotti o nelle soluzioni che realizza.
Quindi vale sempre la pena mostrare
quello che si fa, che sia una moto, un
hardware o un software.
Anche quest’anno il Motor Bike
Expo supera se stesso. Paola Somma
e Francesco Agnoletto, che guidano
la manifestazione, festeggiano i
vent’anni di attività, iniziata con il
“Chopper & Custom Show” nel 1995.
Nell’edizione 2014 dell’Expo i
visitatori sono stati oltre 140.000,
sgretolando tutti i precedenti record
di presenze. È un appuntamento
irrinunciabile per gli appassionati
di moto e tecnologia, ma anche una
fiera di successo (non a caso l’ente
Veronafiere ne possiede il 50%) che ha
almeno 3 cose da insegnare a tutti.
1) Non bisogna necessariamente costruire il motore per fare una moto. Ovvero fare tutto in casa non
è sempre la
scelta giusta.
Il Motor
Bike Expo
era pieno
di moto
straordinarie
realizzate sulla base di modelli di
marche famose, che però non avevano
nulla in comune con l'originale.
E non si trattava di pezzi unici, di
esercizi di stile, ma di vere e proprie
linee di prodotto. Allo stesso modo
non è necessario produrre il software
gestionale per creare intorno una
soluzione completamente diversa.
Vale ancora di più per il cloud: non
serve realizzare il proprio piccolo
data center per creare servizi
innovativi, magari utilizzando il
cloud (e gli investimenti) di altri.
2) Si possono coinvolgere i clienti in modo innovativo (e produttivo).Una delle attività più coinvolgenti è
stata il concorso di Gimoto, che ha
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NUOVO CERTIFICATO
ANNO 2012
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LA TECNOLOGIA DA INDOSSARE È UNO DEI TEMI PIÙ AFFASCINANTI DEGLI ULTIMI MESI, E STA ATTIRANDO SEMPRE PIÙ L’ATTENZIONE SIA DEGLI OPERATORI DEL SETTORE CHE DEGLI UTENTI. ANCHE SE DEVE ANCORA MATURARE MOLTO, LE PREMESSE PER DEI PRODOTTI DI SUCCESSO CI SONO TUTTE
T F
L A
T E C N O L O G I A
C O R R E
P E R L A
M O D A
PZERO
Pirelli reinterpreta la sua anima di gomma e la tradizione
delle corse declinandola in PZero, una delle griffe di
successo nel nostro prêt-à-porter. Per spiegarvi, il prossimo
autunno-inverno 2014-2015 (perché, si sa, il fashion system
è sempre avanti) vedrà disponibili calzature le cui suole
sono fatte con le mescole del pneumatico invernale Pirelli,
progettate trasferendo il disegno e le caratteristiche del
battistrada sulla suola, per un’ottima tenuta in caso di
maltempo e dedicate sia all’uomo che alla donna “very
urban style”. Con la differenza che noi non dovremo far
controllare la convergenza come le auto. Scherzi a parte,
abbiamo chiesto ad Antonio Gallo, responsabile della
comunicazione di PZero, di raccontarci i segreti della
tecnologia applicata ai prodotti.
L’abbiamo incontrato nell’elegante flagship store di corso
Venezia a Milano, 1.500 metri quadrati di spazio dove
tutte le collezioni e i progetti speciali sono esposti tra
pezzi iconici su due e quattro ruote e video wall della
Formula 1.
DI BARBARE SILBE
TUTTA LE TECNOLOGIA DELLE CORSE, L’ESPERIENZA SU STRADA, IL DESIGN E IL GLAMOUR IN UNA SCARPA. È LA SFIDA HIGH-TECH DI UN BRAND DEL FASHION CHE TORNA ALLE SUE RADICI, QUANDO FACEVA IMPERMEABILI PRIMA DEI PNEUMATICI
76 ||
INNOVAZIONE
AVETE TRASFERITO LA TECNOLOGIA DEI PNEUMATICI ALLE SUOLE DELLE SCARPE PZERO E ALL’ABBIGLIAMENTO. CON QUALI VANTAGGI?PZero si avvale da sempre della collaborazione di
ingegneri del dipartimento di ricerca e sviluppo di Pirelli.
Sulle suole invernali lo studio delle mescole permette
la tenuta su fondi ghiacciati e bagnati, per garantire un
grip elevato sui percorsi urbani e conferire comfort nella
camminata e altissime performance. Per quanto riguarda
l’abbigliamento, la collaborazione con i dipartimenti di
ricerca e sviluppo garantisce la massima impermeabilità ai
capi anche in condizioni estreme con l’ausilio di materiali
iper-tecnologici.
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PIÙ IMPORTANTI? QUALI I MATERIALI USATI?Numerose accortezze sono studiate dai nostri ingegneri
e dai disegnatori di battistrada per garantire il massimo
grip e drenaggio dell’acqua. La sostanza maggiormente
utilizzata è la gomma, lavorata abbinandola a materiali
e pellami più pregiati come il vitello pieno fiore, la nappa
e la crosta.
QUANTO CONTA IL DESIGN E QUANTO IL COMFORT?Contano entrambi allo stesso modo.
CHE MACCHINARI SERVONO PER PRODURRE LE SCARPE?Per quanto riguarda le sneaker vulcanizzate, in particolare
la sneaker New Volley, i processi e i macchinari sono
diversi e complessi. La tomaia viene montata su forme di
metallo a cui viene applicato il fondo; a mano si applica
poi un foxing di gomma attorno a tutta la superficie
laterale della calzatura. Dopo varie pressature per far
aderire il foxing e la suola, entrambi in gomma, le tomaie
ancora montate sulle forme vengono messe in un forno
dove avviene il processo di vulcanizzazione, cioè la gomma
aderisce attorno alla tomaia. I modelli di metallo sono
necessari perché nel
forno si riscaldano
meglio di quelli in
plastica, facendo
aderire perfettamente
la tomaia alla gomma
esterna. A questo
punto, tolte dalle forme
le tomaie passano
al finissaggio. La
tomaia dei “Sottozero
boots”, invece, viene
montata su una forma
in plastica sotto cui
è stato inchiodato
un “soletto” rigido
con un macchinario
chiamato premonta.
Dopo il montaggio
totale (punta e
tallone), dove durante
il processo vengono
messi dei collanti,
avviene la grattatura
della tomaia rimasta
sotto la forma per
spianare e rendere
liscia la superficie
intera, sulla quale
verrà incollata la
suola. Infine la
tomaia, ancora in
forma con suola
incollata, passa sotto
delle presse per fare
in modo che la suola
attacchi bene. Alla fine di questo processo la calzatura
passa dentro un forno, quindi la forma viene tolta e la
calzatura inizia a ricevere i vari passaggi di finitura. Nel
caso della variante martellata vengono applicate delle
creme con spazzole morbide per la lucidatura, e lo stesso
vale per la versione in vitello pieno fiore liscio.
CHI COMPRA I VOSTRI CAPI?I nostri clienti sono persone interessate a capi senza
stagione, non legati alla moda ma con un comune
denominatore: casual con dettagli tecnologici e
performanti.
DA QUANDO ESISTE PZERO E DA COSA NASCE IL NOME?Nasce nel 2002, quando venne lanciato un progetto
con un’anima sperimentale e hi-tech e con un nuovo
marchio, dove la lunga P diventò una P dalle proporzioni
aerodinamiche decorata da un piccolo zero: il progetto
PZero. Nel 1877 (anno di fondazione dell’azienda) vi erano
scarpe, stivali, borse, impermeabili, soprabiti, cappotti
realizzati in un allora sconosciuto caucciù.
Oggi il progetto ha un’anima nuova, sperimentale, ad alta
tecnologia. Da una ricerca di marketing era emerso che il
marchio Pirelli era glamour, sexy e fashion.
E questo appeal era stato dato al brand proprio dal mitico
calendario. Per questo motivo si è deciso di dare il via a un
progetto di industrial design che ha fatto da apripista per
una serie di avventure molto simili.
|| 77
FASHION IT
APPLE ASSUME L’EX CEO DI YVES SAINT LAURENT, UN ALTRO SEGNO DI COME MODA E TECNOLOGIA LAVORINO INSIEME. LO CONFERMANO I NUMEROSI STILISTI E MARCHI DI ALTA GAMMA CHE QUOTIDIANAMENTE SI CIMENTANO NELLA CREAZIONE DI COLLEZIONI O LIMITED EDITION TECNOLOGICHE RIGOROSAMENTE GRIFFATE
T F
decorato borse e accessori hi-tech con
fantasie pop. Nel 2013, la linea Marc
by Marc Jacobs si è distinta per il suo
essere giovane e irriverente, dal design
chic ma allo stesso tempo ironico,
ricco di dettagli colorati, tra animali
e sagome che sembravano provenire
dall'universo dei comics.
Anche Moschino ha scelto di
firmare accessori per smartphone,
in particolare lanciando cover per
iPhone riconoscibili a colpo d’occhio,
ormai diventate vere e proprie icone
da collezione. Si tratta infatti di
cover a forma di animali dotati di
nomi e personalità ben definite: dopo
l’Orsetto Gennarino e l’Oca Luisa,
Moschino ha presentato Violetta ed
Agostino, rispettivamente un coniglio
e un panda.
Numerose custodie sono state firmate
anche da Yves Saint Laurent, alcune
ornate di strass e brillantini, altre
in versione più rock, per gli amanti
dell’audace fascino delle borchie.
Byblos Milano, maison di pret à
porter di lusso, ha invece creato
una speciale limited edition per una
cover per iPhone caratterizzata da un
design semplice e da colori essenziali,
bianco o nero. La cover si arricchisce
di carattere grazie a un tema
arabescato a contrasto che produce
una tela grafica di appeal, sulla quale
spicca il logo della maison.
I parallelismi tra le tendenze in atto
nel mondo della moda e del lusso e
quelle che sottendono il mercato della
tecnologia a volte sono volutamente
evidenti. Il senso estetico sposa le
performance tecniche catturando
l’attenzione di fashion addicted
e appassionati.
Non è un caso che recentemente
Apple abbia inserito nel suo team
Paul Deneve, ex Ceo della casa di
moda francese Yves Saint Laurent,
che ha assunto il compito di seguire
alcuni progetti speciali: una conferma
di come “la mela” voglia continuare
a dettare stile e tendenze in fatto
di estetica e design. Deneve non
è l'unico del settore della moda
a essere nel team di Apple: nel
board di Cupertino si trova infatti
Mickey Drexler,
presidente e
amministratore
delegato del
gruppo di scarpe
e abbigliamento
J Crew. Lo stesso Tim Cook, Ceo di
Apple, è anche nel board di Nike.
Era stata Apple, già nel 2009, ad avere
l’idea di associare il famoso marchio
di lusso Swarovski e il cantante
britannico Elton John per lanciare
un’edizione limitata dell’iPod Nano,
decorato nella parte anteriore da
circa duecentocinquanta cristalli e
autografato sul retro.
Ci sono poi numerose case di
moda e stilisti che hanno lanciato
vere e proprie collezioni speciali,
soprattutto nell’ambito degli accessori
per smartphone e tablet. Elemento
comune a tutte è la “firma” del brand,
ben visibile e riconoscibile.
È il caso di Marc Jacobs, lo stilista
americano che ha firmato per anni
le collezioni Louis Vuitton, che ha
DI CECILIA CANTADORE
LA TECNOLOGIA SI FIRMA
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GEOGRAFIA
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CONVERSE#39.536.258
VICTORIA’S SECRET#24.100.282
NIKE FOOTBALL#21.754.184
ADIDAS ORIGINALS#22.694.911
LEVI’S#21.079.254 ZARA
#20.221.254
H&M#17.656.444
ADIDAS FOOTBALL#16.897.669
BURBERRY#16.891.382
NIKE#16.500.860
LOUIS VUITTON#16.185.542
ADIDAS#15.392.650
VICTORIA’S SECRET PINK#13.887.869
VANS#13.007.380
DIOR#12.841.286
LVMH#164.556
H&M#156.237
LOUIS VUITTON#147.658
ADIDAS #136.131
CHANEL#131.719
80 ||
F A C E B O O K1 . 1 9 M I L I A R D I
D I U T E N T I
L I N K E D I N2 5 9 M I L I O N I
D I U T E N T I
DC SHOES#318.570.218
DIOR#103.211.364
STOPROCENT TV #77.651.447
LOIUS VUITTON #67.646.702
VICTORIA’S SECRET#66.602.782
ADIDAS FOOTBALL#65.392.989
NIKE#55.010.566
NIKE FOOTBALL#50.190.216
REDWOLF AIRSOFT#48.941.633
PACO#46.175.641
H&M#3.552.025
R
BURBERRY#3.231.098
HUGO BOSS#2.623.874
LACOSTE#1.854.823
DIOR#1.324.956
VERSACE#1.512.140
CHANEL#1.324.956
ARMANI#1.002.219
DIESEL#789.888
DIOR#4.256.686
CHANEL#4.102.604
VICTORIA’S SECRET#3.496.122
Fo
nti
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anzo
, B
usi
ne
ss I
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Social, ultima frontiera. Nel loro
viaggio verso il cuore (e gli acquisti)
dei consumatori, i marchi della moda
si sono gettati nel mondo dei social
media. L’obiettivo è diffondere la
conoscenza del marchio e dei prodotti,
ma soprattutto costruire una relazione
duratura con i clienti e i fan. I brand
fashion sono tra i più amati online
e possono beneficiare dell’aura di
prestigio che li circonda. Hanno anche
a disposizione molti contenuti, foto
e video da poter condividere. È un
panorama in divenire, come un mondo
con i continenti ancora alla deriva, in
formazione. Sono pochi i marchi che
dominano in tutti i social network.
Nell'infografica il numero di utenti
che seguono i brand fashion nei vari
social. Per Youtube sono indicate le
visualizzazioni dei video.
I L M O N D O S O C I A LD E I B R A N D F A S H I O NDI FRANCESCO MARINO
Y O U T U B E1 M I L I A R D O
D I U T E N T I
G O O G L E +5 4 0 M I L I O N I
D I U T E N T I
T W I T T E R2 3 2 M I L I O N I
D I U T E N T I
RETRÒ
DI FRANCESCO MARINO
IL PRIMO SMARTWATCH ERA
IN SOLI 43 GRAMMI OSPITAVA FUNZIONI ALL’AVANGUARDIA. 14 ANNI FA PASSÒ INOSSERVATO, MA LEGGENDO OGGI LE SPECIFICHE E LE FUNZIONALITÀ OFFERTE CI SI ACCORGE CHE WATCHPAD ERA UN PRODIGIO CHE ANTICIPAVA I TEMPI
Ha ben 14 anni il primo
smartwatch, anche se chiamarlo così
è riduttivo. Era infatti qualcosa di più
il WatchPad, un computer da polso
dotato del sistema operativo Linux e
realizzato da IBM con Citizen. L’idea
era già tutta lì: nella descrizione del
prodotto, che risale al 2000, si legge
che è possibile usarlo non solo come
dispositivo a sé stante, ma anche come
interfaccia per interagire con altri
strumenti come pc e telefoni cellulari.
Era dotato di bluetooth e addirittura
di un sensore per il riconoscimento
delle impronte digitali,
nonché di uno di quegli
accelerometri che, a
distanza di molti anni,
avrebbe equipaggiato gli
smartphone. La Ram era di 8 MB e
il processore, a 32 bit, viaggiava a 74
Mhz.
Il WatchPad poteva essere usato
come accesso sicuro al pc (tramite le
impronte digitali), telecomando per le
presentazioni Powerpoint, dispositivo
per la dettatura, strumento per i
pagamenti elettronici e anche per
controllare la posta elettronica senza
usare il pc e per il chek-in automatico
negli hotel. Insomma, molte delle
funzioni oggi presenti nei telefonini
e altre ancora all’avanguardia.
Linux82 ||
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