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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY Il Paginone DAL 3 AL 16 LUGLIO PAG.13 Il Paginone NUOVE PROFESSIONI NUOVE PROFESSIONI Libri a cura di Roberta Chiti I mestieri dell’ICT DAL 3 AL 16 LUGLIO PAG.12 Giuristi d’impresa, nascono i corsi di formazione Con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigen- ze dell’economia digitale, formando professionalità in grado di confrontarsi in maniera competente con una società in continuo e rapido mutamento, è nato un percorso formativo all’interno della Società dell’In- formazione. Questo progetto ha origine dal sinergico incontro tra Aforisma, specializzata nella formazione manageriale e l’esperienza nel settore giuridico/economico del- l’ICT del Centro Studi & Ricerche SCiNT che da anni opera nella promozione delle tematiche dell’interna- zionalizzazione e dell’innovazione tecnologica. Risultato principale di questa collaborazione è il Master in Management e Diritto dell’Innovazione Di- gitale rivolto alle nuove generazioni di manager, giu- risti di impresa, professionisti e operatori del settore, con specifiche competenze giuridiche ed economiche nelle applicazioni dell’ICT all’interno di un processo di sviluppo aziendale. Il Master consentirà di lavorare sull’ICT: dai con- tenuti digitali all’economia globale, passando per le norme e la prassi internazionale, fornendo una preparazione finalizzata ad acquisire gli strumenti operativi per interpretare la rivoluzione digitale, valu- tare progetti aziendali innovativi, studiare soluzioni di sviluppo su altri mercati, prevenire possibili problemi derivanti dall’utilizzo inconsapevole del commercio elettronico, internazionale e dei processi di trasfor- mazione digitale propri di un’economia globale. Le lezioni vengono tenute da docenti di management, docenti universitari, consulenti e professionisti del settore, responsabili aziendali e testimonial. L’intero percorso formativo è centrato sul concetto di innovazione, sia in termini di opportunità formativa che professionale ed imprenditoriale, al fine di costruire negli allievi una mentalità orientata alle nuove possibi- lità offerte dal mercato, dalla ricerca e dalle tecnologie informatiche.Il master si rivolge a laureati (lauree triennali e quadriennali) in Giurisprudenza, Economia e Commercio, Scienze politiche e in altre discipline con indirizzo economico-giuridico ed anche ad altri laureati purché dotati di significativa esperienza lavorativa nel settore. A discrezione della commissione esaminatrice, sarà valutato l’eventuale inserimento di laureandi. Per i partecipanti occupati è prevista, sulla base degli obiettivi professionali e di carriera di ciascuno, la strut- turazione di percorsi formativi individualizzati e/o la partecipazione agli Executive Master o ai Seminari. Lezioni tenute da responsabili aziendali per la formazione di manager ICT specializzati nel settore giuridico PROPOSTE «L’ingresso delle tecnologie è lento anche in altri settori economici ed è probabile che molto dipenda dall’età anagrafica delle risorse» «Esiste un’oggettiva difficoltà a far avvicinare un adulto di una certa età alla tecnologia. Cosa invece molto facile per un giovane di 20 anni». Non ha dubbi Nicola Rossi, guru del- l’economia, parlamentare dei Ds ed ex consigliere economico di Massimo D’Alema a palazzo Chigi, autore della proposta-shock di prepensionare 100mila dipendenti del Pubblico impiego - su un totale di 3 milioni e mezzo - in cambio dell’assunzione di 20mila giovani. Ovvero sostituirne 2 su 10 ottenendo un note- vole risparmio dal momento che una pensione costa il 65% dello stipendio di un dipendente. Obiettivo: alleggerire e ringiovanire una macchina dello Stato “sempre meno in grado di tenere il passo del progresso tecnolo- gico e quindi sempre meno efficiente”. “La proposta nasce dalla constatazione che, anche in base alla sua struttura anagrafica - dice Rossi - la Pubblica amministrazio- ne si presta poco all’introduzione massiccia dell’innovazione”. Dunque una proposta di enorme impatto per l’ICT e per l’intera Pa paralizzata da dieci anni di blocco del turn over, con l’effetto complessivo di un mantenimento del numero dei dipendenti. Ma anche di un loro notevole invecchiamento. Del resto non servono tanti numeri per dimostrarlo, “basta una passeggiata ne- gli uffici pubblici” dice Rossi che, per inciso, è presente in Rete con un efficientissimo blog. Introdurre 10mila giovani nella Pa significherebbe non solo risparmio pubblico, ma soprattutto una svolta per l’innovazione della struttura pubblica se è vero, come hanno spiegato in questo stesso giornale Beatrice Magnolfi sot- tosegretario Riforme e innovazione nella Pa e Francesco Verbari direttore generale dell’ufficio personale per le pubbliche ammi- nistrazioni (dipartimento Funzione pubblica), che la Pa è davanti alla grande sfida per l’ingresso nell’era tecnologica. Secondo Rossi “se l’ingresso nelle tecnologie è lento anche in altri settori economici, ancora di più lo è nella Pubblica ammini- strazione, ed è probabile che questo si spieghi con la maggiore età anagrafica dei suoi di- pendenti dal momento che nei vari settori il pubblico impiego registra un invec- chiamento elevato”. Se il ricambio avvenisse “po- trebbe dare una svolta agli effetti del “blocco del turn over che ha avuto come effetto il tenere da parte le forze più fresche. Il blocco ha contribuito a restituirci un’amministrazione com- plessivamente più vec- chia”. Non è la prima volta che Rossi muove le acque del panorama economico italiano. Era suo un libro del 1997, “Meno ai padri, più ai figli” sulle pensioni e sulle ipotesi per un nuovo disegno del welfare. Va nel- lo stesso senso la proposta attuale, perché si tratta “di rilanciare potenzialità. Se rinnoviamo anche ana- graficamente il Pubblico impiego e il capitale uma- no di base sarà più facile introdurre nuove tecnologie nella Pa guadagnando in produttività”. Una proposta che “si contrappone alla strada finora battuta. Finora ci si è orientati maggiormente verso progetti di riqualificazione del personale esistente. Progetti in cui non credo, perché c’è un’oggettiva grande difficoltà a far avvicinare un adulto di età alle innovazione tecnologiche. È in- vece molto facile per un giovane di venti anni”. Potrebbe essere la chiave per quella “sburocratizzazione” che il sottosegretario Magnolfi ha indicato come obiettivo primario della tecnologia. E potrebbe non succedere più (o molto meno) di passeggiare in un qualunque corridoio di ufficio pubblico per rendersi conto che, lì, l’innovazione tecnologica non è di casa. «Giovani tecnologici per una nuova Pa» Rossi: «Ricambio professionale» Roberta Chiti Aziende in cerca di skill 2010, lo scenario dell’occupazione Ict parla chiaro: aumenterà sensibilmente la domanda di figure professionali con skill “in- novativi” (stimati in 16.700 addetti), con un curriculum di studi specialistico. Nello stesso tempo, crescerà la domanda di risorse capaci di veicolare nuovi utenti verso le aziende (3.500 commerciali). Che, tradotto, significa che cre- scerà da parte delle aziende la necessità di oc- cupare venditori con ampie e comprovate capa- cità manageriali, legate alle specifiche tecniche dei prodotti e delle soluzioni It da immettere sul mercato. Senza una formazione professionale adeguata, molte risorse oggi sul mercato non saranno capaci di riposizionarsi e rischiano di perdere il posto nel prossimo quinquennio. Il panorama è preoccupante. Lo dicono i dati del Rapporto Occupazione 2006 diffusi da Federcomin, Aitech-Assin- form e Asstel, che mette in evidenza una trasformazione strutturale nel settore Ict. MASSICCI INVESTIMENTI Per soddisfare le esigenze di com- petenze innovative più richieste nei prossimi anni saranno necessari massicci investimenti. “Nel settore dell’It le figure professionali do- vranno allargare le competenze da un ambito tipicamente tecnico ad un ambito business - dice Alberto Tri- pi, presidente di Federcomin -. E dovranno essere in grado di assicura- re innovazione e sviluppo del cliente, attraverso un utilizzo strategico della tecnologia”. Fra le figure emergenti in ambito Information Technology, la hit parade è guidata dall’architect dell’It (o solution architect), uno svi- luppatore “che abbia conoscenze sui micro-processi aziendali - continua Tripi - e che sia in grado di sviluppare in ambienti multipiattaforma e multi- vendor quella che finora è stata la figura dello sviluppatore software, che tenderà a scompari- re”. A seguire, l’analista funzionale che avrà un ruolo strategico nelle aziende che offrono ser- vizi di Bpr (Business process re-engineering). Poi, il consulente di processo, con competenze tecnologiche finalizzate ad un miglioramento dei processi, in ottica di efficienza dei clienti; il client manager, che rappresenta l’evoluzione verso il commerciale in grado di gestire la rela- zione con il cliente nella sua interezza, e di “ac- compagnare” il cliente nello sviluppo di nuove opportunità per l’azienda. Il business advisor, una figura che presenta competenze tecniche e organizzative che gli consentano di suggerire al cliente cambiamenti strategici e organizzativi in funzione del suo modello di business. LA TOP TEN DELLE TLC Nelle Telecomunicazioni un ruolo importante resterà nelle mani dei product manager di area marketing, che dovranno armarsi di compe- tenze sempre più tecnologiche. Sul fronte del networking, resta centrale l’operatore di rete, una figura strategica che dovrà munirsi di com- petenze diversificate, in linea con lo sviluppo di nuovi standard di comunicazione che vanno dal VoIp agli standard wireless (Wi-Fi e WiMax). Gli addetti al customer service, in quanto in- terfaccia diretta dell’azienda verso il cliente, rappresentano figure su cui si investirà molto per garantire la soddisfazione e la fidelizzazio- ne del cliente. Il demand manager, un’interfac- cia tra l’area tecnica e le strutture di delivery, con la funzione di rilevare esigenze business e riportarle poi all’area tecnica; i tecnici di ven- dita e per finire la figura del commerciale, che evolverà verso un ruolo sempre più consulen- ziale. Ad esso saranno quindi richieste, oltre ad un’approfondita conoscenza dell’offerta, cono- scenza del settore e dei processi in cui opera il cliente, per garantire lo sviluppo del business. ETÀ MEDIA UNDER 35 L’età media degli impiegati è compresa fra 31 e 35 anni. Nel 2005, le figure professionali più ricercate dalle aziende, ma nello stesso tempo quelle più difficilmente reperibili, riguardano programmatori e tecnici informatici, ingegneri elettronici, ingegneri di telecomunicazioni, operatori office, operatori per la gestione dati. Secondo dati raccolti da Linea Edp, Assinform e Ictsquare, il 75% delle risorse Ict lavora nel segmento It & Internet, circa il 15% nel commerciale, mentre la quota più consistente, circa il 33%, è occupata nell’area Pianificazione/Gestione prodotti. Raggiunta la saturazione nel comparto Tlc, la crescita aggregata è stabile, con un progresso medio che nel periodo 2005-2010 sarà dello 0,2%. I cambi di poltrona nell’Ict sono in calo. In poche parole, chi ha un posto se lo tiene stretto e non si avventura in nuove sfide professionali. In aumento la necessità di stare al passo con l’evoluzione tecnologica, per far fronte alla rapida obsolescenza dei software e dei sistemi It. Il 66% dei dipendenti ha trovato lavoro con il passaparola. Questo vale soprattutto per le figure professionali di alto profilo, con com- pensi medi superiori a 50.000 euro (account manager, solution pre sales, secuirity manager, progettisti di rete, Edp manager e Cio). RISCHIO STAGNAZIONE Nell’ultimo anno, l’Ict italiano si è fermato al palo e il rischio si chiama stagnazione. Diminuiscono anche i dipendenti Ict: il saldo negativo del 2004 sul 2001 è di 22.000 unità. L’unico comparto che ha visto aumentare il numero di occupati è quello dei software e servizi, cresciuto di circa 10.000. Il numero totale di imprese con addetti del settore Ict in Italia è passato da 110.400 nel 2001 a 112.600 nel 2005, con un incremento complessivo dell’1,9%. ma in calo dello 0,3% nel 2005. La quota di società sospese, in liquidazione o fallite risulta in crescita progressiva dal 2002, e nel 2005 è pari all’11%. Paolo Anastasio TREND In aumento la domanda di figure professionali innovative in grado di coniugare competenze tecnologiche e capacità da commerciali per contribuire alla definizione dei modelli di business delle aziende clienti In aumento la richiesta di figure professionali altamente specializzate, dal product manager agli operatori di rete fino al business advisor Si chiama “Donne nel turismo sostenibile” il progetto - realizzato dal Dipartimento per i diritti e le Pari opportunità in collaborazione con Sviluppo Italia - che promuove lo sviluppo dell’impresa turistica fem- minile. L’obiettivo è favorire la nascita di iniziative imprenditoriali femminili con l’ausilio delle tecnolo- gie digitali nell’ambito del turismo sostenibile in due regioni-pilota: l’Abruzzo e la Sicilia. Tale approccio “etico” è in linea con le potenzialità offerte dal territo- rio delle due regioni-obiettivo, caratterizzato da parchi naturali, borghi minori di interesse storico-culturale, itinerari eno-gastronomici, tradizioni, artigianato. Il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente e dell’auten- ticità delle culture locali diventano, quindi, il perno su cui basa l’impresa turistica femminile, nella quale gli obiettivi economici, fortemente favoriti dall’utilizzo Web e turismo sostenibile perle imprese femminili delle nuove tecnologie digitali, sono perseguiti, unita- mente alla qualità dell’offerta, con attenzione verso i clienti/fruitori più “difficili” (bambini, anziani, disabi- li) e con dinamiche tali da favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. Il progetto, che ha come idea guida lo “Sviluppo turistico locale tra etica e innovazione tecnologica”, si articola in 2 fasi: individuazione sul territorio delle asset ambientali e storico-culturali da valorizzare e da trasformare in opportunità imprendi- toriali, mappando le risorse sociali che rappresentano veicoli per l’emersione di tali opportunità e/o canali di promozione delle stesse e delle possibilità offerte dal- la presente iniziativa progettuale. La seconda fase ha l’obiettivo di coinvolgere gli attori locali nella promo- zione attiva delle opportunità offerte dall’intervento e stimolare l’interesse delle potenziali imprenditrici, sensibilizzandole sulle possibilità offerte dall’indivi- duazione di nuove aree di business offerte dal territorio e dalla strumentazione legislativa esistente a sostegno della creazione di iniziative imprenditoriali. Dalla pubblicazione del bando verranno selezionate le 10 migliori idee d’impresa sul territorio prescelto in Abruzzo e per le 20 migliori idee d’impresa sui territori prescelti in Sicilia (per un totale di 30 idee). Le candi- date selezionate avranno la possibilità di partecipare gratuitamente ad un corso di formazione per la creazio- ne d’impresa, mirato alle iniziative nell’ambito turisti- co e con focus sull’uso del web, sul business planning e sensibilizzazione al turismo etico e sostenibile. Il corso si terrà in un’unica edizione in Abruzzo e due edizioni in Sicilia. A ogni edizione parteciperanno 10 beneficia- rie, al fine di ottimizzare la didattica. Abruzzo e Sicilia, un progetto punta a individuare nuove aree di business nel territorio grazie alle tecnologie NUOVI MODELLI DI BUSINESS «Non solo tecnocrati ci vogliono più manager» Per far crescere il settore Ict di casa nostra è necessario modificare i modelli di bu- siness delle aziende del settore. Le tecnologie stanno cambiando pelle: l’It è sempre più per- vasivo, con bassa soglia d’accesso, ma lontano dall’integrazione nei processi aziendali. Oc- corre passare dalla semplice vendita di prodotti alla fornitura di soluzioni personalizzate. Certo l’equilibrio economico in questo passaggio non è facile da trovare. La pensa così Grazia- no Dragoni, direttore generale Fondazione Politecnico di Milano, che aggiunge: “Rischia di non pagare più l’approccio da grande impresa. Oggi le forniture Ict sono in mano ai system integrator. Le grandi aziende in Italia si stanno ridimensionando e modificano i loro modelli di business”. Al contrario, nasce una miriade di so- cietà internet, polverizzate, con meno addetti, specializ- zate in servizi specialistici e mercati verticali. Gli iscritti nelle facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni, dell’Informatica ed Elet- tronica sono calati del 35% dall’anno accademico 2001/2002 a oggi. Gli addetti impiegati in grandi imprese sono diminuiti negli ultimi anni (secon- do dati Assinform, circa 31.000 unità in meno nel periodo 2001-2004). Se la riduzione di Telecom Italia è stata in par- te compensata dalla nascita di nuovi operatori e dalla crescita del mobile, la stessa cosa non si può dire per i grandi produttori di tecnologie. Il nuovo modello dell’Ict sembra caratterizzato da aziende più piccole e flessibili. In questo contesto, il direttore generale della Fondazio- ne Politecnico di Milano prevede un trend di crescita della domanda di soluzioni “di filiera” (manufacturing, crm, supply chain, logistica) capaci di abbracciare interi settori produttivi. Sul fronte delle tecnologie e della formazione specialistica il quadro è chiaro. Esistono alcuni (pochi) standard tecnologici. “Oracle, Sun, Sap, Sas, Cisco Systems, quest’ultima nelle reti Tlc, sono piattaforme tecnologiche de facto - precisa Dragoni -. Nessuno sul mercato ha la forza di competere con questi colossi e soprat- tutto con Microsoft. Ma su questi standard e sugli ‘open systems’ tutti possono lavorare con soluzioni personalizzate”. Tenendo presente che nel prossimo futuro i settori a maggior tasso di crescita saranno le medie imprese e la pubblica amministrazione. Per quanto riguarda l’apprendimento tecno- logico le certificazioni di prodotto non sono sufficienti. I profili dei professionisti dell’Ict de- vono superare la semplice competenza tecnologica. “Ci vogliono certificatori terzi rispetto ai vendor tec- nologici - conclude Dragoni -. Ci vogliono certificazioni professionali non solo tecni- che, ma anche di business”. Attacco frontale di Dragoni alla mentalità imperante in azienda e fuori. Non basta il pezzo di carta per essere un professionista dell’Ict. So- no necessarie competenze manageriali che non si im- parano sui banchi di scuola. Ma la via da seguire è obbli- gata: l’Ict se non applicata strategicamente al business rischia di diventare una commodity. Le infrastruttu- re tecnologiche sono ormai a disposizione di tutti. Biso- gna passare da soluzioni blindate a soluzioni tecnologiche aperte, comuni all’intera filiera del valore dell’Ict. La semplice conoscenza di una soluzione It non basta più. Di certo, due milioni circa di professionisti europei sono cer- tificati (la maggior parte Microsoft). A livello europeo, la penetrazione dei certificati profes- sionali non è omogenea. La Scandinavia guida la classifica fra i paesi con più certificazioni (5%), prima dell’Italia (4,4%) e della Gran Bretagna (4%). Fra le certificazioni nel settore Telecom Ict domina Cisco Systems (30%). Ne- gli altri segmenti di mercato (finance, Pa, ecc) non c’è una percentuale così marcata detenuta da un unico fornitore. P.A. Graziano Dragoni (Politecnico Milano): gli iscritti alle facoltà di Ingegneria delle Tlc calati del 35% Ue, in Scandinavia il più alto numero di certificazioni professionali La crescita di un’impresa dipende in buona parte dalle metodologie, dall’uso corretto degli strumenti impiegati e dall’applicazione di regole efficaci. Ma anche da elementi “magici” legati alla creatività ai sogni, alle emozioni che guidano un imprenditore. Questo libro parla di entrambi questi aspetti e spiega come migliorare la leadership, promuovere la delega, aumentare l’autostima, migliorare le abilità relazionali, migliorare i rapporti con le banche, superare un pas- saggio generazionale. I consigli riportati potranno, fra l’altro, aiu- tare a definire gli obiettivi, indicare le tappe per il miglioramento dei rapporti con le banche, suggerire come promuovere la delega. Luisotti è presidente e Ad di Welcome Italia. Come far crescere una piccola impresa DI STEFANO LUISOTTI 133 PAGINE, 9.50 EURO FRANCO ANGELI Nel momento del lungo addio di Bill al mondo Microsoft non è male leggere (o rileggere) l’avventu- rosa storia di questo Tom Sawyer dell’informatica (ne presentiamo una, ma ne esistono a decine), non troppo brillante a scuola, ma già malato di computer quando ancora il computer stentava a esistere. L’adolescente Bill passava il 90% del suo tempo da universitario chiuso con due amici (poi tutti alla Microsoft) nel labo- ratorio che concedeva un ristretto monte ore di accesso al computer. Da quegli anni in semi-clandestinità, alle due lauree (giurisprudenza e matematica) fino ai primi passi nel mondo dell’imprenditoria e infine alla creazione del grande impero. Il presupposto da cui parte Gates è che non tutti possono impa- rare i linguaggi di programmazione, sarebbe impensabile: bisogna dun- que studiare un metodo alternativo, comprensibile a tutti. Come in una sorta di medioevo moderno Bill Gates si affida ai simboli, e, sulla scia di Mac, di Amiga e del progetto PARC, passa ad utilizzare le famose icone, semplici simboli che è suffi- ciente cliccare con un dispositivo di puntamente, per mettere in funzione il programma... Bill Gates’ Biography DI JEANNE M. LESINSKI 112 PAGINE, 7,95 DOLLARI LERNER (AMAZON) Questo libro (autori Raymond A. Noe, Ohio State University; John R. Hollenbeck, Michigan State University; Barry Gerhart, University of Wisconsin- Madison; Patrick M. Wright, Cornell University) offre una guida alla gestione delle risorse umane nelle moderne organizza- zioni. Il volume esamina le attività in cui si articola il rapporto tra azienda e dipendenti: dalla pianifi- cazione del personale alla selezione, valutazione, formazione, sviluppo, fino alla cessazione del rapporto. Particolare attenzione è dedicata alle decisioni relative ai sistemi di retribuzione e incentivazione. L’esposizione è ricca di riferimenti a esempi concreti e casi aziendali. L’edizione italiana è stata adattata alla nostra realtà, con particolare riferimento alle relazioni sindacali. Gestione delle risorse umane AA. VV. 624 PAGINE APOGEO

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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY

IlPaginoneDAL 3 AL 16 LUGLIOPAG.13

IlPaginoneN U O V E P R O F E S S I O N IN U O V E P R O F E S S I O N I

Libria cura d i Rober ta Chi t iImestieri

dell’ICT

DAL 3 AL 16 LUGLIOPAG.12

Giuristi d’impresa, nascono i corsi di formazione Con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigen-

ze dell’economia digitale, formando professionalità in grado di confrontarsi in maniera competente con una società in continuo e rapido mutamento, è nato un percorso formativo all’interno della Società dell’In-formazione.

Questo progetto ha origine dal sinergico incontro tra Aforisma, specializzata nella formazione manageriale e l’esperienza nel settore giuridico/economico del-l’ICT del Centro Studi & Ricerche SCiNT che da anni opera nella promozione delle tematiche dell’interna-zionalizzazione e dell’innovazione tecnologica.

Risultato principale di questa collaborazione è il Master in Management e Diritto dell’Innovazione Di-gitale rivolto alle nuove generazioni di manager, giu-risti di impresa, professionisti e operatori del settore,

con specifiche competenze giuridiche ed economiche nelle applicazioni dell’ICT all’interno di un processo di sviluppo aziendale.

Il Master consentirà di lavorare sull’ICT: dai con-tenuti digitali all’economia globale, passando per le norme e la prassi internazionale, fornendo una preparazione finalizzata ad acquisire gli strumenti operativi per interpretare la rivoluzione digitale, valu-tare progetti aziendali innovativi, studiare soluzioni di sviluppo su altri mercati, prevenire possibili problemi derivanti dall’utilizzo inconsapevole del commercio elettronico, internazionale e dei processi di trasfor-mazione digitale propri di un’economia globale. Le lezioni vengono tenute da docenti di management, docenti universitari, consulenti e professionisti del settore, responsabili aziendali e testimonial.

L’intero percorso formativo è centrato sul concetto di innovazione, sia in termini di opportunità formativa che professionale ed imprenditoriale, al fine di costruire negli allievi una mentalità orientata alle nuove possibi-lità offerte dal mercato, dalla ricerca e dalle tecnologie informatiche.Il master si rivolge a laureati (lauree triennali e quadriennali) in Giurisprudenza, Economia e Commercio, Scienze politiche e in altre discipline con indirizzo economico-giuridico ed anche ad altri laureati purché dotati di significativa esperienza lavorativa nel settore. A discrezione della commissione esaminatrice, sarà valutato l’eventuale inserimento di laureandi. Per i partecipanti occupati è prevista, sulla base degli obiettivi professionali e di carriera di ciascuno, la strut-turazione di percorsi formativi individualizzati e/o la partecipazione agli Executive Master o ai Seminari.

Lezioni tenute da responsabili aziendali per la formazione di manager ICT specializzati nel settore giuridico

PROPOSTE

«L’ingresso delle tecnologieè lento anche in altri settori economici ed è probabile che molto dipenda dall’età anagrafica delle risorse»

«Esiste un’oggettiva difficoltà a far avvicinare un adulto di una certa età alla tecnologia. Cosa invece molto facile per un giovane di 20 anni». Non ha dubbi Nicola Rossi, guru del-l’economia, parlamentare dei Ds ed ex consigliere economico di Massimo D’Alema a palazzo Chigi, autore della proposta-shock di prepensionare 100mila dipendenti del Pubblico impiego - su un totale di 3 milioni e mezzo - in cambio dell’assunzione di 20mila giovani. Ovvero sostituirne 2 su 10 ottenendo un note-vole risparmio dal momento che una pensione costa il 65% dello stipendio di un dipendente.

Obiettivo: alleggerire e ringiovanire una macchina dello Stato “sempre meno in grado di tenere il passo del progresso tecnolo-gico e quindi sempre meno efficiente”.

“La proposta nasce dalla constatazione che, anche in base alla sua struttura anagrafica - dice Rossi - la Pubblica amministrazio-ne si presta poco all’introduzione massiccia dell’innovazione”. Dunque una proposta di enorme impatto per l’ICT e per l’intera Pa paralizzata da dieci anni di blocco del turn over, con l’effetto complessivo di un mantenimento del numero dei dipendenti.

Ma anche di un loro notevole invecchiamento. Del resto non servono tanti numeri per dimostrarlo, “basta una passeggiata ne-gli uffici pubblici” dice Rossi che, per inciso, è presente in Rete con un efficientissimo blog. Introdurre 10mila giovani nella Pa significherebbe non solo risparmio pubblico, ma soprattutto una svolta per l’innovazione della struttura pubblica se è vero, come hanno spiegato in questo stesso giornale Beatrice Magnolfi sot-tosegretario Riforme e innovazione nella Pa e Francesco Verbari direttore generale dell’ufficio personale per le pubbliche ammi-nistrazioni (dipartimento Funzione pubblica), che la Pa è davanti alla grande sfida per l’ingresso nell’era tecnologica.

Secondo Rossi “se l’ingresso nelle tecnologie è lento anche in altri settori economici, ancora di più lo è nella Pubblica ammini-strazione, ed è probabile che questo si spieghi con la maggiore età anagrafica dei suoi di-pendenti dal momento che nei vari settori il pubblico impiego registra un invec-chiamento elevato”. Se il ricambio avvenisse “po-trebbe dare una svolta agli effetti del “blocco del turn over che ha avuto come effetto il tenere da parte le forze più fresche. Il blocco ha contribuito a restituirci un’amministrazione com-plessivamente più vec-chia”. Non è la prima volta che Rossi muove le acque del panorama economico italiano. Era suo un libro del 1997, “Meno ai padri, più ai figli” sulle pensioni e sulle ipotesi per un nuovo disegno del welfare. Va nel-lo stesso senso la proposta attuale, perché si tratta “di rilanciare potenzialità.

Se rinnoviamo anche ana-graficamente il Pubblico impiego e il capitale uma-no di base sarà più facile introdurre nuove tecnologie nella Pa guadagnando in produttività”. Una proposta che “si contrappone alla strada finora battuta. Finora ci si è orientati maggiormente verso progetti di riqualificazione del personale esistente. Progetti in cui non credo, perché c’è un’oggettiva grande difficoltà a far avvicinare un adulto di età alle innovazione tecnologiche. È in-vece molto facile per un giovane di venti anni”. Potrebbe essere la chiave per quella “sburocratizzazione” che il sottosegretario Magnolfi ha indicato come obiettivo primario della tecnologia. E potrebbe non succedere più (o molto meno) di passeggiare in un qualunque corridoio di ufficio pubblico per rendersi conto che, lì, l’innovazione tecnologica non è di casa.

«Giovani tecnologici per una nuova Pa»Rossi: «Ricambio professionale»

Roberta Chiti Aziende in cerca di skill2010, lo scenario dell’occupazione

Ict parla chiaro: aumenterà sensibilmente la domanda di figure professionali con skill “in-novativi” (stimati in 16.700 addetti), con un curriculum di studi specialistico. Nello stesso tempo, crescerà la domanda di risorse capaci di veicolare nuovi utenti verso le aziende (3.500 commerciali). Che, tradotto, significa che cre-scerà da parte delle aziende la necessità di oc-cupare venditori con ampie e comprovate capa-cità manageriali, legate alle specifiche tecniche dei prodotti e delle soluzioni It da immettere sul mercato. Senza una formazione professionale adeguata, molte risorse oggi sul mercato non saranno capaci di riposizionarsi e rischiano di perdere il posto nel prossimo quinquennio. Il

panorama è preoccupante. Lo dicono i dati del Rapporto Occupazione 2006 diffusi da Federcomin, Aitech-Assin-form e Asstel, che mette in evidenza una trasformazione strutturale nel settore Ict.

MASSICCI INVESTIMENTIPer soddisfare le esigenze di com-

petenze innovative più richieste nei prossimi anni saranno necessari massicci investimenti. “Nel settore dell’It le figure professionali do-vranno allargare le competenze da un ambito tipicamente tecnico ad un ambito business - dice Alberto Tri-pi, presidente di Federcomin -. E dovranno essere in grado di assicura-re innovazione e sviluppo del cliente, attraverso un utilizzo strategico della tecnologia”. Fra le figure emergenti in ambito Information Technology, la hit parade è guidata dall’architect dell’It (o solution architect), uno svi-luppatore “che abbia conoscenze sui micro-processi aziendali - continua Tripi - e che sia in grado di sviluppare in ambienti multipiattaforma e multi-

vendor quella che finora è stata la figura dello sviluppatore software, che tenderà a scompari-re”. A seguire, l’analista funzionale che avrà un ruolo strategico nelle aziende che offrono ser-vizi di Bpr (Business process re-engineering). Poi, il consulente di processo, con competenze tecnologiche finalizzate ad un miglioramento dei processi, in ottica di efficienza dei clienti; il client manager, che rappresenta l’evoluzione verso il commerciale in grado di gestire la rela-zione con il cliente nella sua interezza, e di “ac-compagnare” il cliente nello sviluppo di nuove

opportunità per l’azienda. Il business advisor, una figura che presenta competenze tecniche e organizzative che gli consentano di suggerire al cliente cambiamenti strategici e organizzativi in funzione del suo modello di business.

LA TOP TEN DELLE TLCNelle Telecomunicazioni un ruolo importante

resterà nelle mani dei product manager di area marketing, che dovranno armarsi di compe-tenze sempre più tecnologiche. Sul fronte del networking, resta centrale l’operatore di rete, una figura strategica che dovrà munirsi di com-petenze diversificate, in linea con lo sviluppo di nuovi standard di comunicazione che vanno dal

VoIp agli standard wireless (Wi-Fi e WiMax). Gli addetti al customer service, in quanto in-terfaccia diretta dell’azienda verso il cliente, rappresentano figure su cui si investirà molto per garantire la soddisfazione e la fidelizzazio-ne del cliente. Il demand manager, un’interfac-cia tra l’area tecnica e le strutture di delivery, con la funzione di rilevare esigenze business e riportarle poi all’area tecnica; i tecnici di ven-dita e per finire la figura del commerciale, che evolverà verso un ruolo sempre più consulen-ziale. Ad esso saranno quindi richieste, oltre ad un’approfondita conoscenza dell’offerta, cono-scenza del settore e dei processi in cui opera il cliente, per garantire lo sviluppo del business.

ETÀ MEDIA UNDER 35L’età media degli impiegati è compresa fra 31

e 35 anni. Nel 2005, le figure professionali più ricercate dalle aziende, ma nello stesso tempo quelle più difficilmente reperibili, riguardano programmatori e tecnici informatici, ingegneri elettronici, ingegneri di telecomunicazioni, operatori office, operatori per la gestione dati. Secondo dati raccolti da Linea Edp, Assinform e Ictsquare, il 75% delle risorse Ict lavora nel segmento It & Internet, circa il 15% nel commerciale, mentre la quota più consistente, circa il 33%, è occupata nell’area Pianificazione/Gestione prodotti.

Raggiunta la saturazione nel comparto Tlc, la

crescita aggregata è stabile, con un progresso medio che nel periodo 2005-2010 sarà dello 0,2%.

I cambi di poltrona nell’Ict sono in calo. In poche parole, chi ha un posto se lo tiene stretto e non si avventura in nuove sfide professionali. In aumento la necessità di stare al passo con l’evoluzione tecnologica, per far fronte alla rapida obsolescenza dei software e dei sistemi It. Il 66% dei dipendenti ha trovato lavoro con il passaparola. Questo vale soprattutto per le figure professionali di alto profilo, con com-pensi medi superiori a 50.000 euro (account manager, solution pre sales, secuirity manager, progettisti di rete, Edp manager e Cio).

RISCHIO STAGNAZIONENell’ultimo anno, l’Ict italiano si è fermato

al palo e il rischio si chiama stagnazione. Diminuiscono anche i dipendenti Ict: il saldo negativo del 2004 sul 2001 è di 22.000 unità. L’unico comparto che ha visto aumentare il numero di occupati è quello dei software e servizi, cresciuto di circa 10.000. Il numero totale di imprese con addetti del settore Ict in Italia è passato da 110.400 nel 2001 a 112.600 nel 2005, con un incremento complessivo dell’1,9%. ma in calo dello 0,3% nel 2005. La quota di società sospese, in liquidazione o fallite risulta in crescita progressiva dal 2002, e nel 2005 è pari all’11%.

Paolo Anastasio

TRENDIn aumento la domanda di figure professionali innovative in grado di coniugare competenze tecnologiche e capacità da commercialiper contribuire alla definizione dei modelli di business delle aziende clienti

In aumento la richiesta di figure professionali altamente specializzate, dal product manager agli operatori di rete fino al business advisor

Si chiama “Donne nel turismo sostenibile” il progetto - realizzato dal Dipartimento per i diritti e le Pari opportunità in collaborazione con Sviluppo Italia - che promuove lo sviluppo dell’impresa turistica fem-minile. L’obiettivo è favorire la nascita di iniziative imprenditoriali femminili con l’ausilio delle tecnolo-gie digitali nell’ambito del turismo sostenibile in due regioni-pilota: l’Abruzzo e la Sicilia. Tale approccio “etico” è in linea con le potenzialità offerte dal territo-rio delle due regioni-obiettivo, caratterizzato da parchi naturali, borghi minori di interesse storico-culturale, itinerari eno-gastronomici, tradizioni, artigianato. Il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente e dell’auten-ticità delle culture locali diventano, quindi, il perno su cui basa l’impresa turistica femminile, nella quale gli obiettivi economici, fortemente favoriti dall’utilizzo

Web e turismo sostenibile per le imprese femminili delle nuove tecnologie digitali, sono perseguiti, unita-mente alla qualità dell’offerta, con attenzione verso i clienti/fruitori più “difficili” (bambini, anziani, disabi-li) e con dinamiche tali da favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. Il progetto, che ha come idea guida lo “Sviluppo turistico locale tra etica e innovazione tecnologica”, si articola in 2 fasi: individuazione sul territorio delle asset ambientali e storico-culturali da valorizzare e da trasformare in opportunità imprendi-toriali, mappando le risorse sociali che rappresentano veicoli per l’emersione di tali opportunità e/o canali di promozione delle stesse e delle possibilità offerte dal-la presente iniziativa progettuale. La seconda fase ha l’obiettivo di coinvolgere gli attori locali nella promo-zione attiva delle opportunità offerte dall’intervento e stimolare l’interesse delle potenziali imprenditrici,

sensibilizzandole sulle possibilità offerte dall’indivi-duazione di nuove aree di business offerte dal territorio e dalla strumentazione legislativa esistente a sostegno della creazione di iniziative imprenditoriali.

Dalla pubblicazione del bando verranno selezionate le 10 migliori idee d’impresa sul territorio prescelto in Abruzzo e per le 20 migliori idee d’impresa sui territori prescelti in Sicilia (per un totale di 30 idee). Le candi-date selezionate avranno la possibilità di partecipare gratuitamente ad un corso di formazione per la creazio-ne d’impresa, mirato alle iniziative nell’ambito turisti-co e con focus sull’uso del web, sul business planning e sensibilizzazione al turismo etico e sostenibile. Il corso si terrà in un’unica edizione in Abruzzo e due edizioni in Sicilia. A ogni edizione parteciperanno 10 beneficia-rie, al fine di ottimizzare la didattica.

Abruzzo e Sicilia, un progetto punta a individuare nuove aree di business nel territorio grazie alle tecnologie

NUOVI MODELLI DI BUSINESS

«Non solo tecnocratici vogliono più manager»

Per far crescere il settore Ict di casa nostra è necessario modificare i modelli di bu-siness delle aziende del settore. Le tecnologie stanno cambiando pelle: l’It è sempre più per-vasivo, con bassa soglia d’accesso, ma lontano dall’integrazione nei processi aziendali. Oc-corre passare dalla semplice vendita di prodotti alla fornitura di soluzioni personalizzate. Certo l’equilibrio economico in questo passaggio non è facile da trovare. La pensa così Grazia-no Dragoni, direttore generale Fondazione Politecnico di Milano, che aggiunge: “Rischia di non pagare più l’approccio da grande impresa. Oggi le forniture Ict sono in mano ai system integrator. Le grandi aziende in Italia si stanno ridimensionando e modificano i loro modelli di business”. Al contrario, nasce una miriade di so-cietà internet, polverizzate, con meno addetti, specializ-zate in servizi specialistici e mercati verticali. Gli iscritti nelle facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni, dell’Informatica ed Elet-tronica sono calati del 35% dall’anno accademico 2001/2002 a oggi. Gli addetti impiegati in grandi imprese sono diminuiti negli ultimi anni (secon-do dati Assinform, circa 31.000 unità in meno nel periodo 2001-2004). Se la riduzione di Telecom Italia è stata in par-te compensata dalla nascita di nuovi operatori e dalla crescita del mobile, la stessa cosa non si può dire per i grandi produttori di tecnologie. Il nuovo modello dell’Ict sembra caratterizzato da aziende più piccole e flessibili. In questo contesto, il direttore generale della Fondazio-ne Politecnico di Milano prevede un trend di crescita della domanda di soluzioni “di filiera” (manufacturing, crm, supply chain, logistica) capaci di abbracciare interi settori produttivi. Sul fronte delle tecnologie e della formazione specialistica il quadro è chiaro. Esistono alcuni (pochi) standard tecnologici. “Oracle, Sun,

Sap, Sas, Cisco Systems, quest’ultima nelle reti Tlc, sono piattaforme tecnologiche de facto - precisa Dragoni -. Nessuno sul mercato ha la forza di competere con questi colossi e soprat-tutto con Microsoft. Ma su questi standard e sugli ‘open systems’ tutti possono lavorare con soluzioni personalizzate”. Tenendo presente che nel prossimo futuro i settori a maggior tasso di crescita saranno le medie imprese e la pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda l’apprendimento tecno-logico le certificazioni di prodotto non sono

sufficienti. I profili dei professionisti dell’Ict de-vono superare la semplice competenza tecnologica. “Ci vogliono certificatori terzi rispetto ai vendor tec-nologici - conclude Dragoni -. Ci vogliono certificazioni professionali non solo tecni-che, ma anche di business”. Attacco frontale di Dragoni alla mentalità imperante in azienda e fuori. Non basta il pezzo di carta per essere un professionista dell’Ict. So-no necessarie competenze manageriali che non si im-parano sui banchi di scuola. Ma la via da seguire è obbli-gata: l’Ict se non applicata strategicamente al business rischia di diventare una commodity. Le infrastruttu-re tecnologiche sono ormai a disposizione di tutti. Biso-

gna passare da soluzioni blindate a soluzioni tecnologiche aperte, comuni all’intera filiera del valore dell’Ict. La semplice conoscenza di una soluzione It non basta più. Di certo, due milioni circa di professionisti europei sono cer-tificati (la maggior parte Microsoft). A livello europeo, la penetrazione dei certificati profes-sionali non è omogenea. La Scandinavia guida la classifica fra i paesi con più certificazioni (5%), prima dell’Italia (4,4%) e della Gran Bretagna (4%). Fra le certificazioni nel settore Telecom Ict domina Cisco Systems (30%). Ne-gli altri segmenti di mercato (finance, Pa, ecc) non c’è una percentuale così marcata detenuta da un unico fornitore. P.A.

Graziano Dragoni (Politecnico Milano): gli iscritti alle facoltà di Ingegneria delle Tlc calati del 35%

Ue, in Scandinavia il più alto numero di certificazioni professionali

La crescita di un’impresa dipende in buona parte dalle metodologie, dall’uso corretto degli strumenti impiegati e dall’applicazione di regole efficaci. Ma anche da elementi “magici” legati alla creatività ai

sogni, alle emozioni che guidano un imprenditore. Questo libro parla di entrambi questi aspetti e spiega come migliorare la leadership, promuovere la delega, aumentare l’autostima, migliorare le abilità relazionali, migliorare i rapporti con le banche, superare un pas-saggio generazionale. I consigli riportati potranno, fra l’altro, aiu-tare a definire gli obiettivi, indicare le tappe per il miglioramento dei rapporti con le banche, suggerire

come promuovere la delega. Luisotti è presidente e Ad di Welcome Italia.

Come far crescere una piccola impresaDI STEFANO LUISOTTI133 PAGINE, 9.50 EUROFRANCO ANGELI

Nel momento del lungo addio di Bill al mondo Microsoft non è male leggere (o rileggere) l’avventu-rosa storia di questo Tom Sawyer dell’informatica (ne presentiamo una, ma ne esistono a decine), non troppo brillante a scuola, ma già malato di computer quando ancora il computer stentava a esistere. L’adolescente Bill passava il 90% del suo tempo da universitario chiuso con due amici (poi tutti alla Microsoft) nel labo-ratorio che concedeva un ristretto monte ore di accesso al computer. Da quegli anni in semi-clandestinità, alle due lauree (giurisprudenza e matematica) fino ai primi

passi nel mondo dell’imprenditoria e infine alla creazione del grande impero. Il presupposto da cui parte Gates è che non tutti possono impa-rare i linguaggi di programmazione, sarebbe impensabile: bisogna dun-que studiare un metodo alternativo, comprensibile a tutti. Come in una sorta di medioevo moderno Bill Gates si affida ai simboli, e, sulla scia di Mac, di Amiga e del progetto PARC, passa ad utilizzare le famose icone, semplici simboli che è suffi-

ciente cliccare con un dispositivo di puntamente, per mettere in funzione il programma...

Bill Gates’ BiographyDI JEANNE M. LESINSKI112 PAGINE, 7,95 DOLLARILERNER (AMAZON)

Questo libro (autori Raymond A. Noe, Ohio State University; John R. Hollenbeck, Michigan State University; Barry Gerhart, University of Wisconsin-Madison; Patrick M. Wright, Cornell University) offre

una guida alla gestione delle risorse umane nelle moderne organizza-zioni. Il volume esamina le attività in cui si articola il rapporto tra azienda e dipendenti: dalla pianifi-cazione del personale alla selezione, valutazione, formazione, sviluppo, fino alla cessazione del rapporto. Particolare attenzione è dedicata alle decisioni relative ai sistemi di retribuzione e incentivazione. L’esposizione è ricca di riferimenti a esempi concreti e casi aziendali.

L’edizione italiana è stata adattata alla nostra realtà, con particolare riferimento alle relazioni sindacali.

Gestione delle risorse umaneAA. VV.624 PAGINEAPOGEO