Bergamo Coldiretti ottobre- novembre 2011

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MENSILE D’ MENSILE D’INFORMAZIONE AGRICOLA INFORMAZIONE AGRICOLA E E CULTURA RURALE CULTURA RURALE MENSILE D’INFORMAZIONE AGRICOLA E CULTURA RURALE Anno VIX - n.ro 9 Ottobre - Novembre 2011 I giovani agricoltori “motori” delle Botteghe di Campagna Amica Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 48) art. 1 comma 1 DCB, Bergamo

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MENSILE D’MENSILE D’INFORMAZIONE AGRICOLAINFORMAZIONE AGRICOLA E E CULTURA RURALECULTURA RURALEMENSILE D’INFORMAZIONE AGRICOLA E CULTURA RURALEAnno VIX - n.ro 9

Ottobre - Novembre 2011

I giovani agricoltori “motori” delle Botteghe di Campagna Amica

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EditoreColdiretti Bergamo

Direzione e amministrazione24125 Bergamo - via Mangili, 21

AutorizzazioneTribunale di Bergamon. 252 del 15/11/1952

Direttore responsabileLorenzo Cusimano

Responsabile di redazioneAnnamaria [email protected]

Hanno collaboratoa questo numeroRoberto Perhat, Bruno Redaelli, Luigi Carminati, Ivan Bonomi, Giuseppe Cavallanti.

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Pagamento assolto tramite versamento quota associativa

Anno VIX - n.ro 9Ottobre - Novembre 2011

IL PUNTO COLDIRETTIL’agricoltura è indispensabile per la tutela del territorio 04IL PUNTO COLDIRETTINo a una Riforma Agricola che premia chi ha terra e non fa niente 05

ATTUALITÀ SINDACALEPrezzo del latte: fi rmato un accordo di responsabilità 06

ATTUALITÀ SINDACALELa spesa cambia colore dal peperone nero alla patata blu 12ATTUALITÀ SINDACALE6 mld dalle vendite dei terreni dello “stato contadino” 14ATTUALITÀ SINDACALEI giovani agricoltori “motori” delle Botteghe di Campagna Amica 16

ATTUALITÀ SINDACALEPiù tutela per il made in Italy 18ATTUALITÀ SINDACALESarkozy ride ma perde il derby del formaggio 20

ATTUALITÀ SINDACALEIl contributo del Made in Italy al Paese 07ATTUALITÀ SINDACALESe lo Stato vende la bresaola uruguaiana 09

Le notizie di Coldiretti Bergamo

si trovano anche sul sito

www.bergamo.coldiretti.it

IMPRESA VERDEIl periodo di spandimento dei refl ui 24IMPRESA VERDENuovi adempimenti per il benessere animale negli allevamenti di galline ovaiole 26IMPRESA VERDELavoratori stagionali: come si assumono.Le domande più frequenti 28

PREVIDENZAManovra, come cambiano le pensioni 32

CAMPAGNA AMICAIl vino italiano si vende più all’estero 36

VITA ASSOCIATIVAPolizza Infortuni Pensionati, un paracadute “su misura” per gli agricoltori 34

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tempo l’agricoltore con il suo lavoro controllava gran parte delle campagne: drenava l’acqua, puliva i

fossi, governava i boschi, presidiava il territorio. Oggi tutto questo non si fa più come in passato. Molte aree sono state abbandonate perché fare l’agricoltore in zone svantaggiate è ormai diventata un’impresa “eroica”, impossibile da sostenere dal punto di vista economico, ma anche impossibile da praticare per le proibitive condizioni di vita e di lavoro. Frutto di una visione bucolica e distante dalla realtà, molte regole hanno spesso trasformato l’ambiente in un museo intoccabile, rendendo impossibile quel saggio e rispettoso rapporto uomo e natura che da sempre caratterizza la storia della nostra agricoltura. Non meno importante è il fatto che si sta cementifi cando in modo eccessivo e sregolato, senza pensare che il territorio è un bene non rinnovabile che necessita di attenzione e riguardo proprio perché non è infi nito. Deve far rifl ettere il fatto che negli ultimi anni sono stati sottratti all’attività agricola cinque milioni di ettari, una superfi cie pari a due volte la Regione Lombardia.

Un

Se continuiamo a “consumare” la campagna, sostituendola con zone cementifi cate e contestualmente non creiamo le condizioni perché l’acqua possa defl uire, il risultato non potrà che essere l’aumento dei rischi per frane ed alluvioni.L’agricoltore con la sua attività opera una serie di azioni di prevenzione, dalla pulizia delle scoline e dei fossi, del manto erboso e del sottobosco, che hanno un effetto importante nel rallentare l’azione e l’intensità delle acque e ne favoriscono l’assorbimento.Ormai i cambiamenti climatici sono un dato di fatto e si manifestano con un aumento della frequenza di eventi estremi. La maggiore intensità delle

precipitazioni e la relativa impossibilità di assorbire l’enorme quantità di acqua che cade in pochi minuti, rappresenta un mix micidiale che impone una più attenta politica della prevenzione.Se non vogliamo trovarci sempre a rincorrere l’emergenza e a fare drammaticamente il conto dei danni o peggio ancora delle vittime, il primo provvedimento che dobbiamo adottare è di favorire la permanenza

degli agricoltori nelle campagne, soprattutto nelle zone collinari e montane, dove il rischio idrogeologico è più alto. Proprio in queste settimane si sta discutendo come impostare la nuova Politica Agricola Comunitaria. Nelle varie occasioni di confronto massimo deve essere l’impegno di tutti affi nché le risorse previste vadano nella direzione di far rimanere gli agricoltori nei territori in modo che possano svolgere il loro prezioso lavoro. Lo stesso spirito deve naturalmente essere alla base dei provvedimenti che vengono adottati a livello locale per pianifi care le varie opere e regolare lo sviluppo urbanistico.

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L’EDITORIALE

L’agricoltura è indispensabile per la tutela del territoriodi Giancarlo Colombi

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NO A UNA RIFORMA AGRICOLA NO A UNA RIFORMA AGRICOLA CHE PREMIA CHI HA TERRA CHE PREMIA CHI HA TERRA E NON FA NIENTEE NON FA NIENTE

didi Lorenzo Cusimano Lorenzo Cusimano

PRIMO PIANO

La proposta di riforma della politica agrico-la presentata dalla Commissione Euro-pea taglia le risorse destinate all’Italia per

i mercati di ben 1,4 miliardi di euro nel periodo dal 2014 al 2020 e di un ammontare annuo a regime pari a 240 milioni di euro rispetto al 2013 (-6 per cento). Nonostante l’invito di Bill Gates ad investire sull’agricoltura, gli effetti della crisi si fanno sentire anche sul settore con le tensioni che penalizzano l’Italia, che con la proposta di riforma perde meno risorse solo rispetto a

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Malta, Olanda e Belgio, ma molte di più rispetto a Francia, Germania, e il resto dell’Unione Europea. In sostanza l’Italia paga da sola quasi un terzo dell’intero ammontare di risorse destinate alla convergenza dei nuovi paesi entrati nell’Unione. Ad essere messo sotto accusa non è però solo il budget, ma anche la modalità di distribuzione delle risorse. La proposta di riforma della Politica agricola varata dalla Commissione Eu-ropea premia infatti chi ha tanta terra e non ci fa niente. Invece di defi nire gli agricoltori attivi in base a quello che effettivamente

NO A UNA RIFORMA AGRICOLA CHE PREMIA CHI HA TERRA E NON FA NIENTE

di Lorenzo Cusimano

La

fanno, il testo varato dalla Commissio-ne li defi nisce solo in base alla quantità di aiuti che ricevono premiando così le rendite e le dimensioni e non certo il lavoro e gli investimenti. Con questa riforma, paghiamo il prezzo di una sto-rica assenza dell’Italia nelle sedi comu-nitarie nei momenti in cui si prendono le decisioni importanti. In Europa si è abituati a decidere con largo anticipo e non come da noi che affrontiamo i problemi giorno per giorno dopo che si sono verifi cati. Con questo atteggiamento miope in Europa l’Italia ha sempre perso nel passato, perde oggi con questa riforma e, se non cambierà comportamento, continuerà a perdere nel futuro. Una situazione inaccettabile di fronte alla quale la Coldiretti è pronta a mettere in campo ogni azione utile per realizzare una riforma più equa e giusta, visto che si prospetta per l’Italia una trattativa tutta in salita.In un momento di forte crisi econo-mica bisogna fare il possibile affi nché le risorse vadano indirizzate verso un’agricoltura che dà risposte in termini di competitività, occupazione, sicurezza alimentare e soprattutto verso chi l’agricoltura la fa sul serio e ci vive.

Trattativa in salita per l’Italia

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È stato fatto l’accordo per il prezzo del latte. L’intesa è stata siglata con Italatte (una delle principali industrie del settore) e prevede in Lombardia un prezzo alla stalla pari a 40,3 centesimi al litro per le consegne da ottobre a dicembre e 40,7 centesimi al litro per quelle da gennaio a marzo, IVA esclusa e più i premi previsti dall’attuale tabella qualità. “Abbiamo migliorato le condizioni dell’ul-timo accordo scaduto a settembre e abbiamo dato alle imprese una prospettiva per il futuro in un periodo come questo che è già molto tormentato - spiega Giancarlo Colombi, presidente della Coldiretti di Bergamo - è stata una scelta di responsa-bilità per garantire la stabilità delle aziende agricole, per difendere il latte italiano e per dare sempre maggiori certezze ai consu-matori”.L’accordo rappresenta un punto di riferi-mento anche per le altre regioni italiane, visto che proprio la Lombardia, con 4 milioni di tonnellate produce il 40 per cento circa di tutto il latte italiano, con un valore alla produzione di circa un miliardo e 467 milioni di euro. In provincia di Bergamo sono poco meno di un migliaio le aziende che producono latte.“Ora - sottolinea il direttore della Coldiretti bergamasca Lorenzo Cusimano - anche

le Istituzioni devono fare scelte decisive e strategiche. È ad esempio importante che venga fi nalmente applicata la norma sull’etichettatura e che vengano messe in campo azioni per difendere il territorio agricolo e scongiurare così l’aggravarsi dei fenomeni di speculazione che hanno com-portato ingiustifi cati e insostenibili aumenti dei costi dei mangimi e/o degli affi tti dei terreni, appesantendo i bilanci aziendali”. L’accordo per il prezzo del latte cade in un momento di crescita produttiva generale, come testimonia un’analisi di Ismea sulla situazione del mercato lattiero-caseario, che ha messo a confronto scenario globale e nazionale. A livello mondiale la produzione di latte è cresciuta nel 2010 del 2%, principalmente sotto l’effetto della maggiore richiesta che viene dai paesi emergenti. E per il 2011 il trend dovrebbe sostanzialmente restare immutato.Mario Facchinetti, vicepresidente Coldi-retti Bergamo e allevatore di Brignano Gera D’Adda commenta invece: “Puntavamo ad avere un prezzo più alto, ma vista la situazione di grave crisi generale accettia-mo l’accordo che rappresenta comunque un passo in avanti. Speriamo di riuscire a spuntare qualcosa in più con la prossima trattativa”.

PREZZO DEL LATTE: FIRMATO UN ACCORDO

DI RESPONSABILITÀGARANTITO UN MINIMO DI STABILITÀ PER LE AZIENDE AGRICOLE

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ATTUALITÀ SINDACALE

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La XI edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio nello scorso mese di ottobre, ha affrontato temi importanti per il mondo agricolo e la società. Giunto alla undicesima edizione, il Forum costituisce l’ap-puntamento annuale del settore che riunisce i maggiori esperti, opinionisti ed esponenti del mondo accademico, nonché rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed este-re, anche con spazi culturali rappresentativi di una agricol-tura che sa essere creativa ed innovativa. Al centro dei lavori della due giorni è stato il contributo del Made in Italy agroalimentare alla crescita del Paese con la presentazione di studi, esperienze concrete ma anche di esposizioni curiose ed innovative, come la prima mostra sul tema “Dalle patate blu al peperone nero, la spesa degli ita-liani cambia colore”, la prima “tavola antispreco” con piatti che recuperano con gusto, il cibo non consumato nei giorni

XI FORUM INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA E DELL’ALIMENTAZIONE DI CERNOBBIO

Il contributo del

MADE IN ITALY al Paese

ATTUALITÀ SINDACALE

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SPECIALE FORUM DI CERNOBBIO

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ATTUALITÀ SINDACALE

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ATTUALITÀ SINDACALE

precedenti e piatti realizzati con scarti che vengono abitualmente buttati via e la presentazione della prima indagi-ne sull’impatto della crisi su consumi, qualità e sicurezza dei cibi acquistati dagli italiani, elaborata dalla Coldiretti in collaborazione con l’Swg.Nel corso dei lavori ha suscitato par-ticolare clamore la denuncia fatta dal presidente della Coldiretti nazionale Sergio Marini sull’operato della Simest, la società controllata dal Mi-nistero dello Sviluppo economico che ha fi nanziato Parmacotto e Lactitalia impegnati in discutibili operazioni di investimento negli Usa ed in Romania. Il Presidente della Coldiretti è stato molto determinato nell’affermare che

il supporto all’internazionalizzazione non deve signifi care sostegno alla delocalizzazione che sposta lavoro, capitali e mercati all’estero senza al-cun benefi cio per l’Italia, né tantomeno fi nanziamenti all’italian sounding, con la produzione o vendita di cibi che uti-lizzano materie prime e lavoro stranieri e sfruttano indebitamente l’immagine di prestigio dei territori italiani costrui-ta nel tempo dagli imprenditori agricoli.

Fini: “Innovazione e tipicità decisive per mercati”

“L’agricoltura costituisce un irrinunciabile caposal-do dell’economia del nostro Paese, espressione di eccellenti canoni di qualità, noti ed apprezzati in tutto il mondo. In un quadro economico in cui que-sto settore viene messo a dura prova dall’evoluzione de mercati e dalla competizione delle grandi imprese internazionali, l’innovazione delle tecniche agricole e una sempre maggiore attenzione alla tradizione e alla tipicità del territorio costituiscono un decisivo fattore di sviluppo e di miglio-ramento della produzione agroalimentare italiana, presupposto per un solido posizionamento dei nostri prodotti sui mercati. Auspico che i vostri lavori sapranno dare impulso ad una effi cace azione di valorizzazione dell’agricoltu-ra, sostenendo la crescita complessiva della nostra economia agricola, nella prospettiva del benessere e dello sviluppo sostenibile”.

Schifani: “Crisi consumi si supera con qualità prodotti” “Desidero esprimere la mia ideale adesione a questo appuntamento che ha il merito di costituire un signifi ca-tivo foro di dialogo e di confronto sui temi dell’agricoltu-ra, ed un’occasione in più per approfondire la questione della sicurezza alimentare, tema di grande rilevanza sia per la tutela della salute dei consumatori che per le prospettive di sviluppo del settore agroalimentare italiano, motore autentico e fondante dell’economia nazionale. È solo puntando sulla qualità dei prodotti alimentari, da anni cavallo di battaglia della vostra Confederazione, e vanto dell’Italia, che si potrà superare la crisi dei consumi, e mantenere il nostro Paese ai vertici mondiali. Con l’auspicio che dalla discussione emergano idee e progetti che consentano agli agricoltori di superare la situazione di crisi congiunturale e di affrontare con sempre più effi caci strumenti le sfi de del mercato globale, auguro a lei e a tutti gli intervenuti un pieno successo dell’iniziativa”.

e una

,

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I messaggi di saluto del Presidente del Senato e del Presidente della Camera

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Lo Stato italiano promuo-ve le vendite all’estero della bresaola uruguaiana ma anche la fi nocchiona, il salame toscano e il culatello prodotti negli Stati Uniti e venduti a New York dalla salumeria Rosi del Gruppo Par-macotto il quale ha appena stipulato un vantaggioso accordo che prevede un investimento di ben 11 milioni di euro nel proprio capitale sociale da parte di Simest, una società per azioni controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico con la partecipazione di privati. Lo ha denunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini al Fo-rum Internazionale dell’alimentazione di Cernobbio nella sessione dei lavori dedicata alla legalità come fattore di

crescita alla quale sono intervenuti Giovanni Fava, Presidente Commis-sione Parlamentare di Inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, il magistrato Donato Ceglie, Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato, e Paolo Russo - Presiden-te Commissione Agricoltura Camera Deputati. Il presidente Sergio Marini ha mostrato il culatello prodotto con carne statuni-tense a marchio “Salumeria Biellese” e la bresaola uruguaiana a marchio Parmacotto risultato dello shopping ef-fettuato dalla task force della Coldiretti alla Salumeria Rosi a New York, 283 Amsterdam Avenue.

Si tratta dell’importante punto vendita del gruppo Parmacotto che lo scorso 12 ottobre ha ricevuto l’impegno di un fi nanziamento pubblico da parte della Simest fi nalizzato “al potenziamento della struttura produttiva e del pro-cesso di internazionalizzazione verso i mercati target, con particolare atten-zione agli Usa, Francia e Germania, dove il Gruppo mira a consolidare la propria presenza”. Non è politicamente accettabile che lo Stato, che rappresenta tutti i cittadini italiani, fi nanzi direttamente o indiret-tamente la produzione o la distribu-zione di prodotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del Paese ma che anzi ha

Ma anche finocchiona e salame toscano Made in Usa

SE LO STATO VENDE LA BRESAOLA URUGUAIANA

ATTUALITÀ SINDACALESPECIALE FORUM DI CERNOBBIO

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sottolineato Marini - fanno concorren-za sleale agli imprenditori impegnati nell’allevamento e nella produzione in Italia. In un momento di crisi si sprecano soldi per favorire la delocalizzazione e non certo l’internazionalizzazione e si alimenta - ha sostenuto Marini - il giro di affari dell’Italian sounding che si stima superi i 60 miliardi di euro l’anno (164 milioni di euro al giorno), cifra 2,6 volte superiore rispetto all’attuale valo-re delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari. Gli effetti economici diretti dell’Italian sounding sulle esportazioni di prodotti agroalimentari realmente Made in Italy

si traducono, inevitabilmente, in effetti indiretti sulla bilancia commerciale, in costante defi cit nell’ultimo decennio Un danno per le imprese e un danno per il Pese. Quello che è più grave è che la fi nan-ziaria di Stato rimane “reticente” anche dopo le denuncia pubblica - che ha ricordato Marini - abbiamo presentato alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sui fenomeni della contraffa-zione e della pirateria in campo com-merciale e al Ministero delle Politiche Agricole che ha addirittura istituito un tavolo di lavoro sulla vicenda dell’incre-dibile acquisto di quote da parte della Simest della società rumena deno-minata Lactitalia. Lactitalia ha sede in

ATTUALITÀ SINDACALE

IL CASO PARMACOTTO Nel 2008 la Simest, società per azioni controllata dal Ministero dello Svi-luppo Economico con la partecipazione di privati, acquista una quota di partecipazione del 49% in Parmacotto USA, la società che si occupa della distribuzione all’ingrosso dei prodotti Parmacotto negli Stati Uniti. Lo stesso anno apre a New York la Salumeria Rosi, negozio monomar-ca per la vendita di salumi italiani. “Abbiamo constatato che i clienti li percepiscono come prodotti di alta qualità - dichiara l’amministratore delegato di Simest - e ciò fa crescere l’attenzione per la tradizione ali-mentare italiana dei consumatori americani”. I prodotti commercializzati sono quelli della tradizione regionale tricolo-re, dal culatello alla fi nocchiona. Tuttavia la metà delle carni lavorate per la produzione proviene , secondo quanto affermato dallo stesso ammini-stratore delegato di Parmacotto, Alessandro Rosi, “da Francia, Danimar-ca, Spagna e Germania, per lo più”. Lo stesso processo di produzione è stato trasferito in Usa: nel New Jer-sey. Tra i prodotti commercializzati sul mercato statunitense c’è anche un Culatello Salumeria Biellese che riporta in etichetta il paese di origine della carne (non italiana) ma il cui marchio è quanto meno fuorviante, visto che non ha niente a che fare con Biella. Nel 2009 Parmacotto Usa riacquista la totalità delle azioni, con un debito verso Simest di 3 milioni e mezzo di euro. Nel 2010 la partecipazione di Simest compare però nuovamente per il 49% delle quote in Parmacotto Usa. Il 12 ottobre 2011 Parmacotto e Simest annunciano un’intesa per il po-tenziamento della struttura produttiva e del processo di internazionaliz-zazione che prevede investimenti per 16 milioni di euro per consolidare la presenza del gruppo in Usa, Francia e Germania. In cantiere anche la realizzazione di uno stabilimento per la produzione di pre-affettati negli Stati Uniti. Alla Simest viene riservato un aumento del capitale sociale pari a 11 milioni di euro.

SPECIALE FORUM DI CERNOBBIO

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Romania e produce, utilizzando latte di pecora romeno e ungherese, formaggi rivenduti con nomi italiani (tra gli altri Dolce Vita, Toscanella e Pecorino). La presenza sui mercati internazionali di prodotti di imitazione del pecorino romano è la principale ragione della grave crisi che colpisce i pastori italiani

e della quale lo Stato si è reso com-plice. Di fronte a questa situazione la Coldiretti - ha concluso Marini - si pone due domande: Perché lo Stato investe risorse pubbliche per divenire proprieta-rio di un’azienda che fa concor-renza agli imprenditori nazionali

evocando un’italianità dei prodotti in realtà insussistente? Quanti casi analoghi esistono e quali iniziative si intende adotta-re per porre fi ne a questa grave situazione che frena la crescita dell’agricoltura italiana e del paese?

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IL CASO LACTITALIA Lactitalia è una società a responsabilità limitata costituita nel 2005 in Romania per la lavorazione e la commercializzazione di prodotti lattiero caseari e posseduta al 29,5 per cento dalla Simest controllata dal Mini-stero dello Sviluppo economico. Il restante 70,5 per cento è controllato dalla Roinvest con sede a Sassari con amministratori, tra gli altri, Andrea Pinna ossia il vicepresidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Roma-no e Pierluigi Pinna ossia il consigliere dell’organismo di controllo dei formaggi pecorino Roma, Sardo e Fiore Sardo Dop. Lactitalia commercializza in Italia e in altri paesi europei formaggi di “tra-dizione italiana” col marchio “Dolce vita” (mozzarella, pecorino, mascar-pone, caciotta) e di tradizione romena tra cui anche una ricotta con la denominazione “Ricotta toscanella”. “Per voi - si legga nella presentazio-ne dei prodotti sulla pagina internet dell’azienda - abbiamo intrecciato il latte rumeno alla tradizione italiana”. Tali prodotti evocano in realtà una origine e una fattura italiana che non possiedono, allo scopo di far intendere al consumatore acquirente che i prodotti sono di origine e tradizione tricolore. Ciò arreca un danno al patrimonio agroalimentare nazionale, con il paradosso che l’operazione è addirittura fi nanziata con l’intervento dello Stato italiano, attraverso la Simest. Dopo la denuncia di Coldiretti, il Ministero delle Politiche Agrico-le ha istituito un tavolo di lavoro sulla vicenda.

ATTUALITÀ SINDACALESPECIALE FORUM DI CERNOBBIO

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ATTUALITÀ SINDACALE

Dalle patate blu al peperone nero fi no al basi-lico rosso, la spesa degli italiani cambia olore e garantisce in modo del tutto naturale nuove ed esclusive proprietà salutistiche e nutrizionali. La prima esposizione nazionale sulla rivoluzione cromatica avvenuta sulla tavola degli italiani è stata aperta dalla Col-diretti a Cernobbio nell’ambito dell’XI edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione. È possi-bile rispondere alle nuove esigenze di mercato senza ricor-rere a metodi innaturali come la manipolazione genetica”,

ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “è più facile il trasferimento

delle innovazioni dal campo alla tavola quan-do è più diretto il rapporto tra produttori

e consumatori come nel progetto della Coldiretti per “la fi liera agricola tutta italiana”che punta ad offrire prodotti al cento per cento italiani fi rmati dagli stessi agricoltori”. Dal peperone nero dal particolarissimo color notte e dalla forma quadrata, molto ricco di capsicina, vitamine e antiossidanti

alle patate blu del Trentino che grazie alla loro polpa blu mare sono ricchis-

sime di antociani che migliorano la vista e prevengono il deposito

di colesterolo sui vasi sangui-gni e risultano di grande effetto se

trasformate in un divertente purè blu. “E ancora - continua Coldiretti - dalla carota bianca dal calor latte e sapore dolciastro, considerata un reperto di archeologia orticola a quella viola dal colore scuro, quasi nero che ha un con-tenuto di antociani 28 volte maggiore di quelli contenuti nelle carote arancioni, importantissimi per contrastare l’azione dei radicali liberi e quindi l’invecchiamento. Dal basilico rosso che, grazie alle piccole foglie purpuree, ha notevoli proprietà antistress ed è un

potente stimolante e risulta ottimo per aromatizzare pesce e verdure o trasformato in un pesto un po’ inconsueto alle spiritose coste di bieta colorate che con le loro sfumature gialle, rosse, arancioni e fucsia che durante la cottura non perdono la colorazione possono rallegrare anche i piatti più monotoni. Non mancano poi il cavolfi ore viola dalle notevoli proprietà antiossidanti utilissimo per contrastare l’invec-chiamento cellulare, il pomodorino giallo che, poco più grosso di una ciliegia, è saporitissimo e dolcissimo e grazie al suo giallo intenso risulta ricchissimo di vitamina C utile per rafforzare le difese del sistema immunitario. Strana ma di sicu-ro effetto è la melanzana rossa piccola e tondeggiante come un pomodoro, di colore arancio tendente al rosso ricchissima di licopene e antocianine che pre-vengono le malattie cardiovascolari e limitano lo sviluppo dei tumori e quella bianca che non avendo i pigmenti color viola tipici dell’ortaggio può essere tranquillamente mangiata con la buccia che risulta poco coriacea, più morbida e quindi più

digeribile. In una “mostra arcobaleno” non può certo mancare il riso venere dal colore viola scuro,

quasi nero e dal profumo di pane appena sfornato che contiene amidi altamente

digeribili ed ha anche un basso indice glicemico, straordinario se cucinato in insalata con il pesce o l’insolito riso rosso che grazie al suo colore contie-ne un’ottima percentuale di ferro, di

magnesio e di fosforo. È un alimen-to sano, facilmente digeribile e

di alto valore nutritivo perché ricco di carboidrati e sali minerali. E ancora molto curioso è il mais bian-co perla bergamasco

La spesa cambia colore, dal peperone nero alla patata blu

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con granella vitrea dal quale si ricava una farina bianco candido ottima se abbinata a formaggio e salumi o fritta ma anche mangiata qualche giorno dopo rafferma al posto del pane e il mais nero dalle pannocchie molto piccole e ricoperte da grani di colore nero che risultano ric-chissimi di preziosi antiossidanti come la zeaxantina. Per fi nire di grande impatto visivo è il cavolfi ore verde parente del cavolfi ore bianco che però non essendo

stato racchiuso tra le foglie ha sviluppato la clorofi l-

la, importantissima per la produzione

di emoglobi-na, il sedano rosso che si distingue dagli altri sedani per il caratteri-stico color

rubino alla base delle co-

ste, il cece nero che grazie alla sua

buccia sottile, velluta-ta e nera risulta alta-mente proteico e ricco di ferro ed il peperoncino

giallo che somiglia ad una piccola mela ha effetto de-

purativo ed è estremamente piccante, esattamente come il

peperoncino nero”. Hanno contribuito a realizzare l’esposizione anche i prodotti dell’azienda Cascinetto D’Agro di Almenno San Bartolomeo, un vero e proprio paradiso terrestre dai frutti dalle sfumature uniche, l’azienda Salera di Martinengo specializzata

nella produzione di tutti i tipi di cereali e l‘azienda Pinotti

Andrea di Brignano Gera D’Adda che coltiva originali varietà di mais.

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ATTUALITÀ SINDACALE

Il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dei lavori del forum di Cernobbio ha evidenziato che lo Stato è proprietario in Italia di 338mila ettari di terreni agricoli, gestiti attraverso amministrazioni ed enti pubblici, per un valore stimato di oltre 6 miliardi di euro, che potreb-bero essere venduti agli agricoltori per sostenere le misure necessarie al Decreto sviluppo del Governo sollecitato dall’Unione Europea“Il censimento - ha sottolineato Marini - ha fatto scoprire l’esistenza di ben 338.127,51 ettari di superfi cie agricola utilizzata (Sau) di proprietà pubblica che, sulla base del valore medio della terra calcolato dall’Inea in 18.400 euro per ettaro, signifi ca la disponibilità di un patrimonio di 6,22

miliardi di euro a disposizione dello Stato che non ha alcun interesse a fare l’agricoltore. Si tratta di un calcolo fatto peraltro per difetto che esclude i boschi e forme di gestione particolari come le comunanze in cui è piu’ diffi cile imputare con certezza la proprietà al pubblico”. “La cessione di questi terreni - ha proseguito Marini - to-glierebbe allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattut-to avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese”.

6 MLD dalle vendite dei terreni

dello “stato contadino”

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ATTUALITÀ SINDACALE

Sono arrivati a decine da tutta la regione per approfondire il nuovo tassello del progetto di Coldi-retti che crea nuove opportunità per i produttori e i consumatori. I giovani imprenditori di Giovani Impre-sa si sono dati appuntamento a Bergamo il 28 ottobre scorso per conoscere meglio la novità delle Botteghe di Campagna Amica.Dopo gli spacci in cascina, dopo i farmers’ market infatti adesso arrivano le Botteghe di Campa-gna Amica, i negozi con i pro-dotti degli agricoltori italiani di Coldiretti. Sono già oltre cento in Italia e una decina hanno appena aperto in Lombardia, in partico-lare nelle province di Cremona, Mantova, Milano, Monza, Sondrio e Varese. Le Botteghe vogliono essere un’ulteriore risposta alla richiesta della gente di qualità, sicurezza alimentare e trasparenza sull’origine del cibo. “Un vantaggio per chi produce - ha evidenziato in apertura dei lavori il delegato di Giovani Impresa Bergamo Fabio Bonzi - ma anche per chi fa la

spesa perché potrà acquistare l’intera gamma di prodotti italiani, dal vino all’olio, dalle conserve alle verdure, rea-lizzati e trasformati dagli agricoltori”. Per il delegato regionale di Giovami Impresa Stefano Ravizza la prima

rete di punti vendita diretta “risponde fortemente alle aspettative di tutti i gio-vani della Coldiretti che devono essere i primi a crederci”. “Il progetto - hanno spiegato France-sco Goffredo e Valeria Sonvico di

Campagna Amica Lombardia - si basa su quattro punti cardine: la Fondazione Campagna Amica, che garantisce origine italiana e fi liera degli agricoltori; il Consor-zio Produttori che è lo strumen-to per realizzare la “catena”; l’imprenditore agricolo e il punto vendita”. Grazie alle Botteghe le aran-ce della Sicilia, per esempio, saranno in “vendita diretta” a Milano, mentre il Grana Padano

o i salumi lombardi potranno essere acquistati a Roma, anche se non sarà presente personalmente il produttore. “Si tratta - ha aggiunto Sara Para-luppi della Fondazione Campagna Amica - di un altro anello della fi liera agricola italiana che, solo in Lombar-dia, conta già cento farmers’ market, 1.300 aziende di vendita diretta, mille

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I giovani agricoltori “motori”

delle Botteghe di Campagna AmicaIncontro regionale di approfondimento

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fra agriturismi e fattorie didattiche, 13 agrigelaterie e un paniere di quasi 200 prodotti”. Le prime dieci Botteghe della nascente rete lombarda sono: Il Cam-pagnino a Cremona, l’azienda Gam-baretto di Rodigo (Mantova), la coop Fruttitalia di Monza, azienda Riboldi di Triuggio (Monza Brianza), la Bullona di Magenta (Milano), I Sapori italiani di

Legnano (Milano), l’azienda Paganoni di Sondrio, l’azienda Bellavista di Varese e la Caprivalcuvia di Rancio Valcuvia (Varese). In conclusione il segretario nazionale di Giovani Impresa Coldiretti Carmelo Troccoli ha sottolineato che il progetto che si sta costruendo parte proprio dalle esigenze delle imprese.

“Il ruolo che il produttore agricolo ha all’interno del progetto per la costruzio-ne di una fi liera agricola tutta italiana e delle Botteghe di Campagna Amica - ha detto - è quello di decidere il prezzo dei propri prodotti, una vera e propria conquista”. Hanno partecipato ai lavori anche il presidente e il direttore della Coldiretti Bergamasca.

Nelle botteghe si potrà acquistare

l’intera gamma di prodotti italiani,

realizzati e trasformati dagli agricoltori

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Riforma della PAC, etichettatura d’origine, direttiva nitrati, quote latte e consumo del territorio sono i temi che la Coldiretti di Bergamo ha posto all’attenzione del Ministro dell’agricoltura Saverio Romano intervenuto nei giorni scorsi nella provincia orobica per l’apertura di un tavolo di lavoro interistituziona-le per l’Expo e per confrontarsi con i rappresentanti del mondo agricolo locale. Nell’incontro con il ministro la Coldiretti bergamasca era rappresentata dal presidente e dal direttore Giancarlo Colombi e Loren-zo Cusimano, dai due vice presidenti Lucia Morali e Mario Facchinetti e da una delegazione di associati.“Siamo preoccupati per l’orien-tamento che sta prendendo la riforma della PAC - ha detto Colombi - perché si prevede per l’Italia una perdita piuttosto consistente. Noi chiedia-mo una Politica Agricola Comune che tuteli il Made in Italy, che valorizzi la capacità dell’agricoltura italiana di produrre

qualità, sicurezza alimentare, distintività, legame con il terri-torio, fi liera corta, attenzione ai bisogni e alle aspettative dei consumatori; ma soprattutto una PAC che, nel momento in cui le risorse vanno a calare, premi le imprese e gli impren-

ditori più professionali, vale a dire quei soggetti che vivono di agricoltura”. Il presidente della Coldiretti bergamasca ha quindi sottoli-neato che per quanto riguarda la vicenda delle quote latte, alla luce anche della recente sentenza che ha condannato chi aveva aggirato la legge in materia, è indispensabile fare al più presto chiarezza e ripristinare le giuste condizioni di competitività fra gli allevatori: “Se nessuno doveva pagare - ha precisato - allora si affronti

la questione di chi ha pagato ingiustamente e si restituiscano i soldi a chi ha acquistato ed investito convinto che ciò fosse necessario per essere in regola”.Colombi ha inoltre posto l’accento sul problema dell’ecces-

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ATTUALITÀ SINDACALE

PIÙ TUTELA PER IL MADE IN ITALY

Richiesta della Coldiretti Bergamasca al Ministro Romano di Annamaria Fortini

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sivo consumo del suolo e sulla smisurata proliferazione degli impianti di biogas a livello regionale, che “bruciano” grandi quantità di mais per produrre energia e stanno generando una bolla speculativa sugli affi tti dei terreni, arrecando gravi danni a chi vuole fare agricoltu-ra e produrre cibo.“Per questo Coldiretti - ha evi-denziato Colombi - chiede che si autorizzino solo progetti che dimostrino la loro sostenibilità ambientale dal punto di vista del consumo di suolo e dell’in-tegrazione dell’attività agricola e che vengano riviste le tariffe energetiche concesse ai grandi impianti”.L’etichettatura d’origine è stata indicata da Colombi come un elemento fondamentale per la difesa del Made in Italy, auspi-cando una pronta e concreta applicazione della legge appro-vata nel nostro Paese e fortemente voluta dalla Coldiretti. Per quanto riguarda la futura PAC, il ministro Romano ha det-to che prima ancora di guardare i numeri bisogna guardare il

modello di agricoltura che sta proponendo la riforma, perché è molto lontano dal modello dell’agricoltura italiana. “Quella della riforma della Politica Agricola Comunitaria - ha spiega-to Romano - è una battaglia che deve portare avanti tutto

il Paese, facendo sentire una sola voce perché c’è in gioco il futuro del settore agricolo”. Il ministro ha inoltre sottoli-neto l’importanza di puntare sulla qualità per dare maggiori chance alle imprese agricole italiane che proprio nella qua-lità vedono un fattore di forte competitività. “Il nostro Paese - ha detto - ha tre settori che non possono essere delocalizzati e che sono fortemente legati al nostro territorio e alla nostra identità: l’agricoltura, il turismo e la

cultura”. Sempre per quanto riguarda la difesa della qualità, il ministro ha stigmatizzato gli OGM e ha evidenziato la neces-sità di regole per difendere il nostro patrimonio agroalimen-tare dalle contraffazioni.

ATTUALITÀ SINDACALE

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Gasolio agricoloLubrifi canti - GPL

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ATTUALITÀ SINDACALE

Storica vittoria dell’Italia sulla Francia nel derby del formaggio con le esportazioni di formaggi Made in Italy che sono aumentate del 12 per cento in quantità nel paese piu’ na-zionalista del mondo togliendo spazio sugli scaffali d’Oltralpe a Camembert, Brie, Roquefort e alle altre specialità locali che, come ricordava Charles De Gaulle, sono i prodotti più rappresenta-tivi del Paese. Lo rende noto la Coldiretti nel sotto-lineare che le ironie del Presidente francese Nicolas Sarkozy sono state spente da una sconfi tta resa ancora più amara dal crollo delle esportazioni di formaggi francesi in Italia con una riduzione media del 3 per cento, sulla base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2011. Il risultato è stata una drastica inver-sione di tendenza rispetto al 2010: i consumi di formaggi italiani Oltralpe hanno superato nel 2011 quelli di for-maggi francesi nel Belpaese. Se buone performance si sono avute per l’intera produzione casearia Made in Italy, un contributo determinante a vincere il match è venuto dai due for-

maggi simbolo del tricolore quali il Parmigiano Reggia-no e il Grana Padano le cui esportazioni in quantità sono aumentate del 12 per cento e che si confermano i più apprezzati nel Paese transalpino. La sfi da tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane e se Char-les De Gaulle si chiedeva come governare la Francia che ha più formaggi che giorni nel calendario, la situa-zione non gli sarebbe parsa certamente più facile in ltalia che di formaggi tradizionali censiti dalle Regioni ne ha ben 472. A questi si aggiungono i 43 formaggi a denominazio-ne di origine protetta (Dop) riconosciuti dall’Unione Europea dove però la Fran-cia è in netto vantaggio con 46 riconoscimenti anche se, con oltre 400mila tonnellate, la produzione casearia italiana tu-telata è in quantità quasi il doppio di quella francese.

L’Italia vanta 43 formaggi DOP

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Sarkozy ride ma perde il derby del formaggio

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ATTUALITÀ SINDACALEIMPRESA VERDE

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ATTUALITÀ SINDACALEIMPRESA VERDE

Il PERIODO di SPANDIMENTO dei REFLUI

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Divieto di utilizzo degli effluenti di allevamento l Con il decreto n. 9957 del 27/10/2011 la Regione Lombardia ha indicato i periodi di divieto all’utilizzo degli effl uenti di allevamento sia per le zone vulnerabili sia per le non vulnerabili per l’inverno 2011/2012.a. Dal 15 dicembre 2011 al 15 gennaio 2012 per

letami (e solido separato) proveniente da alleva-menti bovini, bufalini, ovicaprini, equidi con con-tenuto di sostanza secca pari ad almeno il 20% utilizzato su prati permanenti e/o avvicendati.

b. Dal 14 novembre 2011 al 11 febbraio 2012 per le casistiche diverse rispetto al punto a) letame e materiale assimilato, liquami, fanghi , fertilizzanti azotati diversi dall’effl uente di allevamento e acque refl ue utilizzati su prati permanenti o con residui colturali ed in preparazione del letto di semina primaverile anticipata.

c. Per le sole zone vulnerabili dal 1 novembre 2011 al 20 febbraio 2012 è vietato lo spandimento ai fi ni agronomici dalle deiezioni degli avicunicoli (es. pollina) essiccate con processo rapido e tenore di sostanza secca minore del 65%.

Si precisa che nulla viene precisato per le moda-lità a dimostrazione del rispetto del valore della sostanza secca pari almeno al 20% per poter bene-fi ciare del periodo di divieto ridotto del punto a) , pertanto è suffi ciente che il materiale sia palabile e la condizione del 20% s.s. sia rispettata.Rimane inteso che lo spandimento è vietato anche nei periodi al di fuori di quelli del divieto se le condizioni meteorologiche non lo permettono (neve,pioggia, ecc.).

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ATTUALITÀ SINDACALEIMPRESA VERDE

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Nuovi adempimenti per il benessere animale negli allevamenti

di GALLINE OVAIOLEA decorrere dal 1° gennaio 2012 diventano operative le Direttive Comunitarie sul benessere animale per il comparto avicolo che vietano di utilizzare negli allevamenti di galline ovaiole gabbie tradizionali non modificate e non conformi alle norme europee sul benessere animale. Ciò significa ridurre del 30% il patrimonio avicolo provinciale.Le aziende interessate entro il 31 /1° u.s. hanno presentato al Ministero istanza di adeguamento degli impianti, indican-do gli investimenti che intendono effettuare per uniformarsi alle prescrizioni. Dovranno pertanto effettuare notevoli investimenti in un periodo congiunturale di contrazione dei consumi e concorrenza estera.Tali adempimenti si riflettono anche nelle domande di inte-grazione al reddito PAC in quanto il rispetto di tali norme è condizione essenziale per ricevere il contributo.Per dare consulenza alle aziende interessate Coldiretti ha promosso incontri territoriali in collaborazione con il Servizio Veterinario ASL di Bergamo .

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L’AZIENDA INFORMA

GESTIONE RIPRODUTTIVAIl successo di un allevamento di bovine da latte passa inevi-tabilmente dal conseguimento di ottimi risultati riproduttivi. Per raggiungere un’alta effi cienza riproduttiva è necessario implementare le procedure gestionali. Fondamentale è poter disporre di dettagliate informazioni per ogni vacca che partorisca nel corso dell’anno e pro-grammi informatici costruiti da specialisti che conoscano l’approccio quotidiano necessario in allevamento per avere il polso della situazione e le informazioni chiare sulle azioni correttive da intraprendere.DairyPlan C21 è stato progettato per realizzare una parti-colare attenzione ai dettagli di ogni evento e poter elaborare automaticamente una panoramica quotidiana della salute della mandria. Uno tra i principali fattori per ridurre il periodo di parto-concepimento è la rilevazione dei calori, da sempre punto di forza del programma. DairyPlan C21 cura la pianifi cazione degli eventi gestio-nali, come le bovine da mettere in asciutta, da spostare in parto o la preparazione della lista del veteri-nario, consentendo all’allevatore di selezionare gli animali da visitare con grande versatilità secondo criteri personalizzati, e di program-mare le sincronizzazioni e le terapie da effettuare a scadenze prefi ssate. Si possono elaborare le proiezioni dell’allevamento nel tempo, come la previsione degli animali in mungi-tura, degli animali in asciutta e del totale animali per i successivi mesi.

GESTIONE PRODUTTIVA Grazie all’integrazione con l’impian-to di mungitura, DairyPlan C21 per-mette di mantenere costantemente sotto controllo la produzione di latte, evidenziando immediatamente ogni variazione attraverso i terminali presenti in sala e permettendo agli operatori di intervenire. Le bovine possono essere confrontate per le performance in carriera, potendo controllare la produzione per giorno di vita ed elaborare indici economici per animale, con liste per merito in base al valore della produzione e ai costi sostenuti.Oltre a controllare le performance delle bovine è sempre più indispensabile il monitoraggio delle corrette operazioni di stalla effettuate dal personale: per i mungitori DairyPlan C21 elabora le informazioni sulla corretta routine, mostran-

do il fl usso di latte individuale per ogni bovina, la percentua-le di mungiture non corrette (sia per attacchi irregolari sia per problemi di fl usso), la bimodalità, la % di latte prodotta nei primi 2 minuti, il tempo basso fl usso, etc.. La bimodali-tà ad esempio è un indice che rappresenta la quota delle bovine in cui la curva di eiezione del latte ha subito delle pericolose cadute di fl usso nel corso della mungitura, ed indica problemi nella preparazione delle vacche o nel cor-retto funzionamento della macchina mungitrice: l’obiettivo è un valore di bimodalità inferiore al 4%. Queste informazioni permettono di correggere routine scorrette o impostazioni non appropriate dello stacco a fi ne mungitura, evitando la sovramungitura e tutti i problemi che essa comporta.

GESTIONE DELLA SALUTE DELLA MANDRIAVi sono report che presentano l’incidenza delle patologie (ritenzioni di placenta, endometriti, dislocazioni, etc.) o la

valutazione del BCS (condizione cor-porea degli animali) che può essere implementata con l’installazione della pesa automatica al passaggio per le vacche; questi sono di fatto ottimi strumenti per confronta-re l’andamento nel tempo della mandria, paragonando ogni periodo all’analogo degli anni precedenti. È disponibile inoltre la versione palmare di DairyPlan C21che permette di consultare la scheda sanitaria e gli eventi di ogni bovina muovendosi dovunque in stalla o seguendo il veterinario durante la visita: tutti i dati possono poi essere sincronizzati con il computer princi-pale in qualsiasi momento. In ogni allevamento l’obiettivo è quello di continuare a migliorarsi e trovare nuove opportunità di profi t-to: DairyPlan C21 è lo strumento ideale per scelte di precisione.

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IMPRESA VERDE

L’ingresso per lavoro stagionale è consentito a tutti gli stranieri a prescindere dallo Stato di provenienza?No, i decreti fl ussi prevedono che possono entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato a carattere stagio-nale solo i lavoratori provenienti da determinati paesi. Per il 2011 l’ingresso dall’estero per motivi di lavoro stagio-nale è stato consentito solo per i lavo-ratori provenienti da: Serbia, Monte-negro, Croazia, Bosnia-Herzegovina, ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka ed Ucraina; Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia ed Egitto (Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria con l’Italia).

In quale settore è possibile assu-mere lavoratori stagionali?I lavoratori extracomunitari stagionali possono essere assunti dall’estero al fi ne di soddisfare esigenze di carattere stagionale nei settori turistico-alber-ghiero ed agricolo.L’assunzione dall’estero di lavorato-ri extracomunitari stagionali non è, pertanto, possibile nell’ambito di tutti i settori produttivi (al contrario di ciò che avviene per i lavoratori già resi-denti in Italia), ma soltanto nei settori agricolo, turistico ed alberghiero che applicano uno dei contratti indicati nell’apposito elenco consultabile sul sito di questo Ministero (voce mo-dulistica dello Sportello Unico Immi-grazione) o su quello del Ministero dell’Interno (http://www.interno.it/).

Non è, pertanto, ad esempio possibile assumere dall’estero, per esigenze di carattere stagionale, una colf o una badante. Quale procedura viene seguita per l’ingresso di lavoratori subordinatI a carattere stagionale?La procedura è analoga a quella previ-sta per l’ingresso di lavoratori subor-dinati. Il nulla osta deve, però, essere rilasciata dallo Sportello Unico entro 20 giorni dalla presentazione della domanda ed ha una validità minima di 20 giorni e massima di 9 mesi decor-renti dalla data di sottoscrizione del contratto di soggiorno.La domanda va presentata dopo la pubblicazione annuale del decreto di programmazione dei fl ussi di ingresso (o degli ulteriori decreti che potrebbe-

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LAVORATORI STAGIONALI:

COME SI ASSUMONO

LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI

di Roberto Perhat

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IMPRESA VERDE

ro essere emanati durante l’anno per far fronte alle esigenze del settore).Per le attività stagionali le richieste di nulla osta al lavoro possono essere presentate anche dalle associazioni di categoria per conto dei loro associati.È possibile per il lavoratore stagio-nale cambiare datore di lavoro?Si, anche nel caso in cui non vi sia sta-ta una richiesta cumulativa è possibile, nell’ambito del periodo di validità del permesso di soggiorno, a richiesta di datori di lavoro diversi ottenere il rilascio di ulteriori nulla osta al lavoro stagionale. Nell’arco massimo dei nove mesi è, in pratica, possibile variare il datore di lavoro purché si resti sempre nell’am-bito del lavoro stagionale. Il lavoratore potrebbe, ad esempio passare dall’im-piego presso un’impresa agricola a quello presso un’azienda alberghiera e poi ancora a quello presso altra azien-da agricola di diverso tipo. In nessun caso tuttavia il permesso di soggiorno rilasciato per motivi di la-voro stagionale può essere rinnovato. Salvo i casi in cui è possibile la conver-sione , pertanto, il lavoratore straniero dovrà alla scadenza di tale permesso di soggiorno rientrare necessariamen-te in patria.È prevista una corsia preferenzia-le per gli stranieri che hanno già svolto attività lavorativa stagiona-le in italia?Si, i lavoratori stranieri che hanno già svolto l’anno precedente un lavoro stagionale in Italia e che rispettando le condizioni indicate sono rientrati nel Paese di provenienza alla scadenza del permesso di soggiorno, hanno l’anno successivo diritto di precedenza sugli altri lavoratori stranieri del loro stesso

Paese che non abbiamo mai fatto ingresso in Italia per motivi di lavoro. Tale diritto di precedenza può essere fatto valere presso lo stesso datore di lavoro o nell’ambito delle medesime richieste cumulative, o anche nell’am-bito delle richieste senza indicazione nominativa.È possibile, dopo la pubblicazione dell’annuale decreto fl ussi, inviare nei confronti dello stesso lavora-tore extracomunitario sia la do-manda di conversione del permes-so di soggiorno che la domanda di nulla osta al lavoro stagionale?Si, nulla esclude che oltre alla do-manda di conversione possa essere inviata anche la richiesta di nulla osta al lavoro per motivi di lavoro stagionale. Qualora, però, fosse pre-ventivamente concesso il nulla osta per lavoro stagionale e fosse rila-sciato il permesso di soggiorno per tale motivo, la doman-da di conversione non potrebbe più trovare accogli-mento, essendo venuto meno l’originario titolo da convertire. Che cos’è il per-messo pluriennale per lavoro stagio-nale?Dopo il secondo per-messo di soggiorno per lavoro stagionale, il datore di lavoro può richiedere allo Sportello Unico per l’immigrazione, in favore del lavoratore straniero, an-

che il rilascio di un nullaosta al lavoro stagionale pluriennale. La richiesta di nulla osta al lavoro pluriennale (valido per un periodo massimo di 3 anni) può essere fatta dal datore di lavoro a favore di un lavoratore che ha pre-stato per due anni di seguito lavoro stagionale, attestato dalla esibizione del passaporto o altro documento da cui risulti la data di partenza dall’Italia al termine del precedente soggiorno per lavoro stagionale. Anche il rilascio di tale nullaosta avviene nei limiti delle quote di ingresso annualmente stabili-te per lavoro stagionale.

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La domanda può, pertanto, essere pre-sentata solo dopo l’emanazione del

decreto fl ussi. Il nullaosta plurienna-le deve contenere l’indicazione del periodo di validità per ciascuno dei tre anni, validità che - trattan-dosi di impieghi ripetitivi - dovrà necessariamente corrispondere a quella del permesso di soggior-no stagionale di cui si è usufruito

nell’ultimo dei due anni precedenti. Sulla base del nullaosta plurienna-

le viene rilasciato allo straniero un permesso di soggiorno per lavoro sta-

gionale pluriennale, il quale non esonera però lo stranero dal richiedere annualmente il visto di ingresso alla competente rappre-

sentanza diplomatica o consolare. I visti per le annualità successive alla prima vengono rilasciati dall’autorità diplomatico-consolare dietro esibizione della proposta di contratto di soggiorno per lavoro stagionale, trasmes-so dal datore di lavoro al lavoratore extraco-munitario. Ogni anno, quindi, entro 8 giorni dall’ingresso in Italia, il lavoratore straniero dovrà recarsi allo Sportello Unico per sottoscrivere il con-tratto di soggiorno per lavoro. Il permesso di soggiorno stagionale triennale è immediatamente revocato se lo straniero si trattiene sul territorio nazionale dopo la scadenza dell’annuale contratto di soggior-no. Gli uffi ci Coldiretti sono a disposizione per eventuali informazioni in merito.

CANONE DI AFFITTO AGRARIO: approvato l’indice di adeguamento

CERTIFICATI ANTIMAFIA necessari per avere gli incentivi del IV Conto energia

Nel corso dell’ultima seduta della Commissione tecnica provinciale per il canone di affitto agrario, è stato stabilito che l’indice di rivalutazione per l’annata agraria 2010/2011 è pari all’1,30%.

I soggetti che presentano istanza di accesso agli incentivi del IV Conto Energia sono tenuti a presentare il certificato antimafia rilasciato dalla Prefettura o dalla Camera di Commercio della Provincia in cui i soggetti richiedenti hanno la loro sede.

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PREVIDENZA

Pensioni delle donne verso i 65 anni dal 2014. Il blocco della rivalutazione delle pen-sioni ci sarà ma solo per quelle più alte, salve le minime. Si potrà continuare ad andare in pensione con 40 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafi -ca, ma con un ulteriore posticipo del pensionamento. Salvi il servizio milita-re e gli anni di università riscattati. Sono alcune delle principali novità sulle pensioni contenute nella mano-vra economica recentemente adotta-ta dal Governo. La prima modifi ca riguarda l’età per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato, dipendenti e auto-nome, attualmente fi ssata a 60 anni. Dal 2014, infatti, inizierà un percorso che gradualmente porterà l’età pen-sionabile delle donne a 65 anni, così come per gli uomini. Si parte dal 2014 con un mese in più oltre i 60 anni per arrivare al 2026 con l’ultimo scaglione. Per le dipendenti pubbliche, invece, i 65 anni sono ne-

cessari già dal prossimo 1° gennaio, per effetto della manovra fi nanziaria dello scorso anno. Occorre, inoltre, te-ner conto che tale incremento dovrà tener conto anche del meccanismo di adeguamento automatico legato agli andamenti demografi ci che scatterà dal 2013,anziché dal 2015.

Anticipo al 2013 dell’adegua-mento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita.Viene anticipato, infatti, al 2013, il nuovo sistema che comporta la modifi ca degli attuali requisiti di età previsti per la pensione, in funzione dell’incremento dell’aspettativa di vita rilevata dall’Istat (cfr. ns articolo del 13/09/2010). Come si ricorderà saranno passibili di revisione, sia per i lavoratori dipen-denti che autonomi:- l’età pensionabile di vecchiaia sia

per gli uomini che per le donne;- i requisiti di età per il pensiona-

mento di anzianità conseguito con

il sistema delle “quote” date dalla somma di età anagrafi ca + anzianità contributiva.

L’adeguamento riguarderà anche l’età di 65 anni per avere diritto all’assegno sociale. In sede di prima attuazione, l’incremento dell’età non potrà co-munque superare i 3 mesi.Nessun adeguamento, quindi, per le pensioni di anzianità liquidate con 40 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafi ca, per i quali tuttavia viene introdotto un posticipo della decorrenza del pensionamento.

Decorrenza per le pensioni con 40 anni di contributiCome si ricorderà, a seguito della riforma attuata nel 2010, dal 2011 sia per le pensioni di vecchiaia che di an-zianità, anche con 40 anni di contribu-ti, è stata introdotta un’unica fi nestra di uscita, di un anno per i lavoratori dipendenti e di diciotto mesi per i lavoratori autonomi.

MANOVRA, COME CAMBIANO LE PENSIONI

di Ivan Bonomi

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Ora una nuova disposizione introduce un ulteriore slittamento della fi nestra pensionistica per i soggetti che acce-dono al pensionamento con 40 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafi ca con un posticipo ulteriore della decorrenza pensionistica pari a: un mese per i soggetti che maturino i requisiti nel 2012; due mesi per chi li raggiunge nel 2013 e di tre mesi per chi arriva al requisito contributivo dei 40 anni nel 2014.

Rivalutazione delle pensioni Per il biennio 2012-2013, la riforma prevede per le pensioni di importo superiore a cinque volte il trattamento minimo Inps (circa 2.337 euro mensili) una rivalutazione del 70% solo sul limite di fascia fi no a tre volte il minimo e nessuna perequazione per la fascia di pensione restante. Nessuna modifi ca per i titolari di pen-sioni di importo non superiore a 3 volte il trattamento minimo (circa 1.402 euro mensili) che continueranno a godere come fi nora di una rivalutazione auto-matica del 100% dell’indice Istat.

Per una consulenza personalizzata la Coldiretti raccomanda di rivolgersi al Patronato Epaca: gli operatori Epaca for-niranno gratuitamente tutta l’assistenza necessaria, verifi cando il raggiungimento dei requisiti previsti dalla normativa vi-gente e la relativa decorrenza e predi-sponendo tutta la documentazione che deve essere inviata all’Inps.

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VITA ASSOCIATIVA

Il saluto a Gigi CornelliDopo 35 anni di lavoro in Coldiretti, Gigi Conelli, lo storico segretario di zona che ha operato nelle zone di Treviglio, Ber-gamo e Zogno, ha raggiunto il traguardo della pensione. Il Consiglio della Federazione, unitamente al presidente Giancarlo Colombi e al direttore Lorenzo Cusimano, ha voluto salutarlo ma soprattutto ringraziarlo per il prezioso lavoro svolto al servzio del mondo agricolo.

La Coldiretti, in collaborazione con Green e Fata Assicurazioni, ha studiato una polizza infortuni “su misura” per i pensionati aderenti a Coldiretti e a Federpensionati che non hanno ancora superato gli 85 anni di età. Tale polizza prevede una copertura 24 ore su 24 relativamente allo svolgimento delle attività agricole; di altre attività della vita quotidiana; alla conduzione di mezzi agricoli e veicoli a motore; aggancio e sgancio macchine operatrici...

Valore assicurato in caso di morte euro 75.000,00.Valore assicurato in caso di invalidità permanente euro 150.000,00.

La polizza prevede anche una supervalutazione dell’invalidità permanente dal 50%. Il costo complessivo della polizza è di euro 100,00 l’anno ed è detraibile fi scalmente. L’adesione alla polizza è consentita anche ai pensionati NON agricoli purchè iscritti a Coldiretti.

La Polizza Infortuni Pensionati, un paracadute “su misura” per gli agricoltori

Per ulteriori informazioni rivolgersi al subagente FATA Pino Cavallanti Tel. 035/4524142

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VITA ASSOCIATIVA

Guglielmo Maccali, classe 1933, imprenditore agricolo di Isso, ha ricevuto nel corso di una manifestazione che si è tenuta a Milano nei giorni scorsi il Premio Lombardia Agricoltura. Questa la motivazione del prestigioso riconoscimento: Guglielmo Maccali è stato indiscutibilmente uno dei protagonisti di primo piano dell’agri-coltura bergamasca e della società

civile. Proprio per questo gli è stato attribuito il titolo onorifi co di Cavaliere Uffi ciale.Con il fratello Giovanni negli anni ’60 ha avviato l’attività dell’attuale azien-da “Società Agricola Maccali di

Guglielmo, Rocco e Pietro S.S”, facendola diventare un’eccellenza del settore dell’allevamento di bovini da latte a livello regionale e nazionale.Con grande intuito imprenditoriale ha saputo compiere scelte all’avanguar-dia sia dal punto di vista tecnico sia gestionale. Particolarmente importante è stata l’attenzione che ha riservato alla selezione genetica dei capi di bovini.

Oggi nella conduzione dell’azienda - che conta 80 ha di terreno e circa 800 capi di bovini - lo affi ancano anche il fi glio Rocco e il nipote Pietro.Il contributo di Guglielmo Maccali al set-tore agricolo si è concretizzato anche

con un impegno personale di grande rilievo in vari organismi di categoria. Tra i tanti incarichi che ha ricoper-to, sempre con grande dedizione e lungimiranza, fi gurano la presidenza della Coldiretti provinciale di Bergamo, la presidenza del Consorzio Agrario Provinciale di Bergamo, la presidenza del Consorzio Regionale dei Consorzi di Difesa. È stato anche membro del

consiglio regionale della Coldiretti e del Consorzio Agrifi di. Attualmente è membro del consiglio provinciale della Coldiretti bergamasca, del Consiglio provinciale del Consorzio Agrario di Bergamo e del comitato di garanzia di Creditagri Bergamo. È presidente del Consorzio di Difesa delle Produzioni Intensive di Bergamo e con la sua esperien-za e la sua “concreta saggezza” continua ad essere un punto di riferimento per il mondo agricolo. “Il premio attribuito a Guglielmo Maccali - afferma il presidente della Coldiretti di Bergamo Gian-carlo Colombi - è un motivo di orgoglio per tutta l’agricoltura bergamasca. Ma in primo luogo per la nostra Organizzazione. In questo momento in cui si pala tanto di

cambiamento e innovazione è giusto valorizzare e premiare quelle fi gure storiche che tanto hanno fatto e tanto continuano a fare, mettendo a disposi-zione ogni giorno la loro saggezza e la loro esperienza”.

A Guglielmo Maccali il Premio Lombardia Agricoltura Orgoglio e soddisfazione per tutto il settore

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CAMPAGNA AMICA

Si acquista più vino italiano all’estero che in Italia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ismea AcNiel-sen che evidenziano come nel 2010 siano stati esportati 21,5 milioni di ettolitri di vino a fronte di un consumo nazionale di 21 milioni di ettolitri. Lo storico sorpasso si consolida anche nel 2011 con gli acquisti familiari che sono risultati in calo in quantità dell’1 per cento mentre le esportazioni sono in crescita addirittura del 16 per cento nel primo semestre del 2011. Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani è stato

Cambiate le abitudini alimentari delle famiglie italiane

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CAMPAGNA AMICA

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accompagnato da una maggiore attenzione alla qualità confermata dal debole incremento dell’uno per cento negli acquisti nei primi otto mesi del 2011. Si tratta del risultato di una tendenza che ha portato pratica-mente a dimezzare negli ultimi 30 anni in Italia il consumo di vino. Nel 2010 le famiglie italiane hanno spe-so più per acquistare acqua minerale che vino: con 19,71 euro mensili per famiglia, l’acquisto dell’acqua minera-le è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera il vino per il quale la spesa media familiare mensile è stimata pari a 12 euro. Insieme al cambiamento delle abitudini alimentari a far calare la domanda so-prattutto nelle ristorazione sono stati, oltre ai ricarichi eccessivi, le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino

Il concorso internazionale “Emozioni dal mondo: merlot e cabernet insieme” ha premiato con la medaglia d’oro quattro vini di produttori associati alla Coldiretti di Bergamo. Hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento il Rosso della Bergamasca 2009 di Cà del Manet, il Donna Marta 2005 Bergamasca Rosso della Tenuta Le Mojole, il La Rocchetta Riserva 2006 Valcalepio Rosso dell’azienda La Rocchetta, l’Elogio 2008 Rosso della Bergamasca dell’azienda Magri Eligio. È stata premaita anche la Cantina Sociale bergamasca con il Bergamasca rosso 2010.

Medaglie d’oro per i vini bergamaschi

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CAMPAGNA AMICA

che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fi ne settimana. Il vino è divenuto l’espressione di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fi sico che aiuta a stare bene con se stessi da contrapporre proprio all’as-sunzione sregolata di alcol. Si tratta di un cambiamento che occorre riconoscere per evitare il rischio di una dannosa criminalizzazione, mentre è necessario investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino con il suo lega-me con il territorio e la cultura, a partire proprio dalle giovani generazioni. A livello produttivo la vendemmia 2011 è stata la piu’ contenuta degli ultimi 60 anni con una produzione complessiva di vino attorno ai 40,3 milioni di ettolitri, in calo del 14 per cento rispetto allo scorso anno ma con il 60 per cento del raccolto destinato ai 511 vini Docg, Doc o Igt rico-nosciuti nel nostro Paese.

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