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Avvenire 09/11/2014 Page : A01 Copyright © Avvenire September 12, 2014 3:24 pm / Powered by TECNAVIA Copy Reduced to 48% from original to fit letter page Quotidiano di ispirazione cattolica www.avvenire.it ANNO XLVII n° 214 1,20 Opportunità di acquisto in edicola: Avvenire + Luoghi dell’Infinito 4,00 Giovedì 11 settembre 2014 San Giovanni Gabriele Perboyre sacerdote e martire Roberto Mussapi imitazione è l’insulto più sincero». Uno degli aforismi di Oscar Wilde, giustamente famosi. Sui quali necessita un chiarimento: Wilde non intendeva scrivere "aforismi", i suoi cosiddetti tali sono frasi estrapolate dalle sue opere. Battute, considerazioni, fulminanti intuizioni all’interno di una narrazione o una commedia, funzionali all’insieme. "Dopo", grazie alla loro genialità, estrapolate e usate fuori dal contesto. Ma Wilde non scriveva aforismi in quanto tali, cioè non intendeva fare lo spiritoso, avendo scelto di fare lo scrittore, mestiere - a suo, e modestamente mio parere - molto più serio e interessante. Per questo scelgo qui un suo aforisma contestabile. Che intende rovesciare l’idea secondo cui l’autore che ne imita un altro più celebre lo esalta di fatto come maestro (Virgilio imita Omero, Dante imita Virgilio…). Invece, sorride Wilde, a parte questi casi, se uno scrittore imita un altro significa che lo ritiene raggiungibile, non unico, non inimitabile. Battuta intelligente, ma affermazione rovesciabile: il genio non è mai imitabile, ma le forme che ha definito sì. Diventano un punto di partenza. Modelli. L’uomo che imita un maestro non lo insulta, seppur involontariamente, ma al contrario si umilia alla sua lezione. L’emulazione è sintesi di memoria, ammirazione e amore. © RIPRODUZIONE RISERVATA L « Imito dunque amo vventure Il fatto. Carte in tavola: dopo la proposta del Ncd arriva anche quella trasversale Pd-Per l’Italia per regolamentare la materia al giusto livello alternativa a una scuola noio- sa non è una scuola diverten- te. Non esiste una scuola spensierata e senza fatica (e il digitale non la renderà tale), ma questo non vuol dire che debba essere noiosa (e il digitale ci darà una mano). La ve- ra alternativa è una scuola interessante. In- teresse (essere dentro) vuol dire coinvolgi- mento con tutto l’essere (corpo, cuore, testa, spirito) da ciò che viene presentato o rap- presentato (dal corpo, cuore, testa, spirito dell’insegnante). L’interesse è perfettamen- te compatibile con l’impegno e la fatica, co- sa che la noia non potrà mai ottenere, e nean- che il divertimento che si esaurisce nella con- sumazione dell’esperienza. Ma che cosa ha il potere di attraversare l’es- sere da dentro in tutti i suoi strati? Quale pre- senza riesce a muovere la persona nella sua completezza chiedendole di andare oltre? Ancora una volta chiedo la soluzione alla let- tera ricevuta da una giovane lettrice: «Ho 15 anni, ho fatto il primo anno al classi- co e più l’inizio della scuola si avvicina più vado in crisi. Non mi fraintenda: io ho una sete di apprendere smisurata, la mia curio- sità più viene alimentata e più cresce. Io ho veramente voglia di studiare. Ma se da una parte i miei occhi ardono di scoperta, dal- l’altra i miei professori, con occhi di ghiac- cio assolutamente inespressivi, parlano con disinteresse alla materia, senza amore verso ciò che fanno. Come facciamo a mantenere vivo l’interesse e a realizzare noi stessi in u- na scuola che insegna senza amore? In una scuola che pensa solo a classificarci tutti tra- mite voti, voti e ancora voti? Ho avuto la for- tuna di assistere a una lezione di un poeta, mentre parlava di Leopardi e parafrasava al- cuni suoi versi, non si poteva che rimanere lì, incantati dal suo sapere, meravigliati da come la faceva diventare parole per noi, stu- piti da come "un’altra poesia da studiare" si trasformasse in "questa poesia parla di me, la voglio approfondire!" Questo è ciò che io chiamo imparare». Occhi ardenti (movimento) contro occhi di ghiaccio (immobilità). Interesse (esserci in pienezza) contro disinteresse (esserci se non in parte). Che cosa ha di diverso quell’uomo che parla di Leopardi: incanta, meraviglia, porge la poesia come un pane buono, spin- ge l’eros di sapere ad andare oltre, a lanciar- si nell’alto (altum in latino è l’aperto e il profondo al tempo stesso) dell’Ulisse dante- sco, per dissetare la sete dei sensi in veglia. L’alternativa ad una scuola noiosa è una scuola "meravigliosa", cioè capace di desta- re l’interesse attraverso la meraviglia. Già A- ristotele descriveva così questo sentimento capace di unificare sensi, cuore e mente: «Gli uomini hanno cominciato a filosofare a cau- sa della meraviglia: mentre da principio re- stavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a po- co a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazio- ne dell’intero universo. Ora, chi prova un sen- so di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere». Sorprende la somiglianza tra la de- scrizione di Aristotele e le parole della quin- dicenne: questa cosa mi interessa, cioè ri- guarda tutto il mio essere da dentro, non pos- so perdermela, devo andare oltre. Ma dobbiamo capire meglio cosa sia questa meraviglia, per poterla recuperare e suscita- re. La definisco un sentimento misto: sor- presa unita a pace. Qualcosa di nuovo si im- pone alla nostra attenzione e spiazza la no- stra intelligenza, ma non basta. Siamo chia- mati a fermarci, sostare, osservare, andare alle fonti di quello stupore che ci ha afferra- to, per attingerne la causa. Veniamo trasfor- mati da passanti distratti in spettatori curio- si e attenti, per questo prima parlavo di (rap- )presentazione del sapere (il professore agi- sce il sapere). L Politica. Renzi prende tempo sui tagli ai ministeri. Scuola, 30mila assunzioni La squadra di Juncker all’ombra dei falchi Il caso Rimborsopoli in Emilia Il Pd nel caos Renzi rinvia la direzione. Bonac- cini tre ore in Procura: sono o- nesto, vado avanti. Le "spese pazze" contestate sono 4mila euro in 19 mesi. Il socialista francese Pierre Mo- scovici conquista il portafoglio Affari economici nella nuova Commissione Ue, ma sopra la sua testa ci sono ben due «capi» a cui dovrà rendere conto e con potere di veto sulle sue decisioni, il finlandese Jyrki Katainen e il let- tone Valdis Dombrovskis, poco a- mici della «flessibilità». Merkel soddisfatta. Nove donne nel go- verno europeo. Richetti e Bonaccini (Ansa) EDITORIALE PER UNA SCUOLA «INTERESSANTE» SE SI PERDE LA MERAVIGLIA ALESSANDRO D’AVENIA IN 5MILA A BUJUMBURA, LE TRE RELIGIOSE OGGI SEPOLTE IN CONGO Funerale di popolo per le sorelle del Burundi L’analisi Apprendisti stregoni del Golfo: così è cresciuto il Califfato RICCARDO REDAELLI Se gli Stati Uniti hanno faticato a elabo- rare una linea d’azione per fronteggiare il dilagare della crudele follia jihadista, una delle tragedie del Medio Oriente è che le monarchie del Golfo da anni hanno tra- sformato in strategia il catastrofico insie- me di paure, idiosincrasie e ambizioni che da anni condiziona le loro politiche. A PAGINA 3 «Dopo di noi» La proposta: un fondo per aiutare i disabili rimasti senza genitori ALESSIA GUERRIERI Sono tre i disegni di legge ancora in discus- sione: l’idea è istituire un fondo speciale che garantisca una vita dignitosi ai disabili an- che quando i loro familiari non ci saranno più. Le associazioni – oggi in audizione a Montecitorio – premono perché arrivino fi- nalmente risposte concrete. Anche se il fat- tore spending review non fa ben sperare. A PAGINA 12 Verso Pompei Martinez: pellegrini per la famiglia modello di vita buona MIMMO MUOLO A piedi da Scafati a Pompei. Camminan- do e pregando. Per ricordare al Paese e al mondo che «la famiglia è viva e che no- nostante tutte le difficoltà che soffre da- gli uomini, è difesa da Dio». Salvatore Mar- tinez, presidente di Rinnovamento nello Spirito, presenta così il "VII Pellegrinaggio nazionale delle Famiglie per la Famiglia". GAMBASSI A PAGINA 19 I NOSTRI TEMI La storia Eraldo Affinati: viaggio in Africa con l’allievo cercando la madre CARNERO A PAGINA 23 Musica Parla il cantautore De Angelis: la mia voce in difesa delle donne PEDRINELLI A PAGINA 25 Inchiesta Tv in Rete: così il web dal basket all’hockey regala lo sport negato CASTELLANI A PAGINA 28 Dossier. Confcommercio Redditi delle famiglie indietro di 30 anni Il reddito delle famiglie quest’anno è sta- to pari a 17.400 euro, all’incirca come nel 1986, quando si attestò a 17.200 euro. Ma calano sempre di più i consumi, sui qua- li pesano soprattutto le spese «obbligate» per la casa, i trasporti o la salute. D’AGOSTINO A PAGINA 20 Mentre le Regioni, pur con differenze sensibili l’una dal- l’altra, non sembrano desi- stere dalla loro voglia di pro- tagonismo in materia di fe- condazione eterologa, arri- vano sul tema due proposte di legge. La prima è stata pre- sentata da Nunzia De Giro- lamo (Ncd), l’altra che ne ri- calca in buona parte l’im- pianto, porta la firma di Giu- seppe Fioroni e Simone Va- liante (Pd), insieme a Gian- luigi Gigli (Per l’Italia). Nei te- sti, tra gli altri punti, i limiti per l’età all’accesso della pro- creazione medicalmente as- sistita (35 anni le donne, 40 gli uomini), le norme su a- nonimato e donazione (a 18 anni il figlio potrà chiedere di conoscere i suoi genitori bio- logici) e il no all’eugentica. Proposta anche l’istituzione di un registro nazionale. DALOISO A PAGINA 11 STORIA DEL METRO L’UNITÀ DI MISURA CHE HA UNITO L’ITALIA SI USA DAL 1863 Stato islamico Obama: via ai raid in Siria Anche la Francia è pronta MOLINARI A PAGINA 4 CAPUZZI, LAMBRUSCHI E SCAFFARDI A PAGINA 5 continua a pagina 2 DEL REE SAVIGNANO A PAGINA 9 D’ANGELO A PAGINA 10 MARINA CORRADI ggi le seppelliscono a Bukavu, in Congo. E poi i loro corpi rimar- ranno per sempre nell’Africa che hanno amato. Olga, Lucia e Bernardetta volevano resta- re fino alla fine nella terra del- la missione – come se in tan- ti anni il loro cuore avesse messo le sue radici laggiù. È un fatto comune fra i missio- nari: per quanti affetti possa- no avere ancora nel Paese na- tale, col tempo si compie in loro una trasformazione, per cui la patria, la vera, è in quei luoghi remoti e stranieri in cui sono approdati un giorno, tanti anni fa. O Come un seme nella terra amata IL COMMENTO A PAGINA 3 Cambio alla Ferrari Montezemolo cede (con 27 milioni) a Marchionne PRIMOPIANO ALLE PAGINE 6 E 7 Ucraina Kiev ora alza un «muro» Putin: crisi a uso della Nato MIELE A PAGINA 17 Legge sull’eterologa: basta volerlo e si fa

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Avvenire 09/11/2014 Page : A01

Copyright © Avvenire September 12, 2014 3:24 pm / Powered by TECNAVIA

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Quot id iano d i isp i raz ione catto l ica www.avvenire . i t

ANNO XLVII n° 2141,20 €

Opportunità di acquistoin edicola:Avvenire+ Luoghi dell’Infinito4,00 €

Giovedì 11 settembre2014

San GiovanniGabriele Perboyresacerdote e martire

Roberto Mussapi

imitazione è l’insulto piùsincero». Uno degliaforismi di Oscar Wilde,

giustamente famosi. Sui quali necessitaun chiarimento: Wilde non intendevascrivere "aforismi", i suoi cosiddetti talisono frasi estrapolate dalle sue opere.Battute, considerazioni, fulminantiintuizioni all’interno di unanarrazione o una commedia,funzionali all’insieme. "Dopo", graziealla loro genialità, estrapolate e usatefuori dal contesto. Ma Wilde nonscriveva aforismi in quanto tali, cioènon intendeva fare lo spiritoso, avendoscelto di fare lo scrittore, mestiere - asuo, e modestamente mio parere -molto più serio e interessante. Perquesto scelgo qui un suo aforisma

contestabile. Che intende rovesciarel’idea secondo cui l’autore che ne imitaun altro più celebre lo esalta di fattocome maestro (Virgilio imita Omero,Dante imita Virgilio…). Invece, sorrideWilde, a parte questi casi, se unoscrittore imita un altro significa che loritiene raggiungibile, non unico, noninimitabile. Battuta intelligente, maaffermazione rovesciabile: il genio nonè mai imitabile, ma le forme che hadefinito sì. Diventano un punto dipartenza. Modelli. L’uomo che imita unmaestro non lo insulta, seppurinvolontariamente, ma al contrario siumilia alla sua lezione. L’emulazione èsintesi di memoria, ammirazione eamore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

’L«Imito dunque amo

vventure

Il fatto. Carte in tavola: dopo la proposta del Ncd arriva anche quellatrasversale Pd-Per l’Italia per regolamentare la materia al giusto livello

alternativa a una scuola noio-sa non è una scuola diverten-te. Non esiste una scuolaspensierata e senza fatica (e ildigitale non la renderà tale),

ma questo non vuol dire che debba esserenoiosa (e il digitale ci darà una mano). La ve-ra alternativa è una scuola interessante. In-teresse (essere dentro) vuol dire coinvolgi-mento con tutto l’essere (corpo, cuore, testa,spirito) da ciò che viene presentato o rap-presentato (dal corpo, cuore, testa, spiritodell’insegnante). L’interesse è perfettamen-te compatibile con l’impegno e la fatica, co-sa che la noia non potrà mai ottenere, e nean-che il divertimento che si esaurisce nella con-sumazione dell’esperienza. Ma che cosa ha il potere di attraversare l’es-sere da dentro in tutti i suoi strati? Quale pre-senza riesce a muovere la persona nella suacompletezza chiedendole di andare oltre?Ancora una volta chiedo la soluzione alla let-tera ricevuta da una giovane lettrice:«Ho 15 anni, ho fatto il primo anno al classi-co e più l’inizio della scuola si avvicina piùvado in crisi. Non mi fraintenda: io ho unasete di apprendere smisurata, la mia curio-sità più viene alimentata e più cresce. Io hoveramente voglia di studiare. Ma se da unaparte i miei occhi ardono di scoperta, dal-l’altra i miei professori, con occhi di ghiac-cio assolutamente inespressivi, parlano condisinteresse alla materia, senza amore versociò che fanno. Come facciamo a mantenerevivo l’interesse e a realizzare noi stessi in u-na scuola che insegna senza amore? In unascuola che pensa solo a classificarci tutti tra-mite voti, voti e ancora voti? Ho avuto la for-tuna di assistere a una lezione di un poeta,mentre parlava di Leopardi e parafrasava al-cuni suoi versi, non si poteva che rimanerelì, incantati dal suo sapere, meravigliati dacome la faceva diventare parole per noi, stu-piti da come "un’altra poesia da studiare" sitrasformasse in "questa poesia parla di me,la voglio approfondire!" Questo è ciò che iochiamo imparare». Occhi ardenti (movimento) contro occhi dighiaccio (immobilità). Interesse (esserci inpienezza) contro disinteresse (esserci se nonin parte). Che cosa ha di diverso quell’uomoche parla di Leopardi: incanta, meraviglia,porge la poesia come un pane buono, spin-ge l’eros di sapere ad andare oltre, a lanciar-si nell’alto (altum in latino è l’aperto e ilprofondo al tempo stesso) dell’Ulisse dante-sco, per dissetare la sete dei sensi in veglia.L’alternativa ad una scuola noiosa è unascuola "meravigliosa", cioè capace di desta-re l’interesse attraverso la meraviglia. Già A-ristotele descriveva così questo sentimentocapace di unificare sensi, cuore e mente: «Gliuomini hanno cominciato a filosofare a cau-sa della meraviglia: mentre da principio re-stavano meravigliati di fronte alle difficoltàpiù semplici, in seguito, progredendo a po-co a poco, giunsero a porsi problemi sempremaggiori: per esempio i problemi riguardantii fenomeni della luna e quelli del sole e degliastri, o i problemi riguardanti la generazio-ne dell’intero universo. Ora, chi prova un sen-so di dubbio e di meraviglia riconosce di nonsapere». Sorprende la somiglianza tra la de-scrizione di Aristotele e le parole della quin-dicenne: questa cosa mi interessa, cioè ri-guarda tutto il mio essere da dentro, non pos-so perdermela, devo andare oltre.Ma dobbiamo capire meglio cosa sia questameraviglia, per poterla recuperare e suscita-re. La definisco un sentimento misto: sor-presa unita a pace. Qualcosa di nuovo si im-pone alla nostra attenzione e spiazza la no-stra intelligenza, ma non basta. Siamo chia-mati a fermarci, sostare, osservare, andarealle fonti di quello stupore che ci ha afferra-to, per attingerne la causa. Veniamo trasfor-mati da passanti distratti in spettatori curio-si e attenti, per questo prima parlavo di (rap-)presentazione del sapere (il professore agi-sce il sapere).

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Politica. Renzi prende tempo sui tagli ai ministeri. Scuola, 30mila assunzioni

La squadra di Junckerall’ombra dei falchi

Il caso

Rimborsopoliin EmiliaIl Pd nel caosRenzi rinvia la direzione. Bonac-cini tre ore in Procura: sono o-nesto, vado avanti. Le "spesepazze" contestate sono 4milaeuro in 19 mesi.

Il socialista francese Pierre Mo-scovici conquista il portafoglioAffari economici nella nuovaCommissione Ue, ma sopra lasua testa ci sono ben due «capi»a cui dovrà rendere conto e conpotere di veto sulle sue decisioni,il finlandese Jyrki Katainen e il let-tone Valdis Dombrovskis, poco a-mici della «flessibilità». Merkelsoddisfatta. Nove donne nel go-verno europeo. Richetti e Bonaccini (Ansa)

E D I T O R I A L E

PER UNA SCUOLA «INTERESSANTE»

SE SI PERDELA MERAVIGLIA

ALESSANDRO D’AVENIA

IN 5MILA A BUJUMBURA, LE TRE RELIGIOSE OGGI SEPOLTE IN CONGO

Funerale di popoloper le sorelle del Burundi

L’analisiApprendisti stregoni del Golfo: così è cresciuto il Califfato

RICCARDO REDAELLI

Se gli Stati Uniti hanno faticato a elabo-rare una linea d’azione per fronteggiare ildilagare della crudele follia jihadista, unadelle tragedie del Medio Oriente è che lemonarchie del Golfo da anni hanno tra-sformato in strategia il catastrofico insie-me di paure, idiosincrasie e ambizioni cheda anni condiziona le loro politiche.

A PAGINA 3

«Dopo di noi»La proposta: un fondoper aiutare i disabilirimasti senza genitori

ALESSIA GUERRIERI

Sono tre i disegni di legge ancora in discus-sione: l’idea è istituire un fondo speciale chegarantisca una vita dignitosi ai disabili an-che quando i loro familiari non ci sarannopiù. Le associazioni – oggi in audizione aMontecitorio – premono perché arrivino fi-nalmente risposte concrete. Anche se il fat-tore spending review non fa ben sperare.

A PAGINA 12

Verso PompeiMartinez: pellegriniper la famigliamodello di vita buona

MIMMO MUOLO

A piedi da Scafati a Pompei. Camminan-do e pregando. Per ricordare al Paese e almondo che «la famiglia è viva e che no-nostante tutte le difficoltà che soffre da-gli uomini, è difesa da Dio». Salvatore Mar-tinez, presidente di Rinnovamento nelloSpirito, presenta così il "VII Pellegrinaggionazionale delle Famiglie per la Famiglia".

GAMBASSI A PAGINA 19

I NOSTRI TEMI

La storiaEraldo Affinati: viaggioin Africa con l’allievocercando la madre

CARNERO A PAGINA 23

MusicaParla il cantautore De Angelis: la mia voce in difesa delle donne

PEDRINELLI A PAGINA 25

InchiestaTv in Rete: così il web dal basket all’hockeyregala lo sport negato

CASTELLANI A PAGINA 28

Dossier. Confcommercio

Redditi delle famiglieindietro di 30 anni

Il reddito delle famiglie quest’anno è sta-to pari a 17.400 euro, all’incirca come nel1986, quando si attestò a 17.200 euro. Macalano sempre di più i consumi, sui qua-li pesano soprattutto le spese «obbligate»per la casa, i trasporti o la salute.

D’AGOSTINO A PAGINA 20

Mentre le Regioni, pur condifferenze sensibili l’una dal-l’altra, non sembrano desi-stere dalla loro voglia di pro-tagonismo in materia di fe-condazione eterologa, arri-vano sul tema due propostedi legge. La prima è stata pre-sentata da Nunzia De Giro-lamo (Ncd), l’altra che ne ri-calca in buona parte l’im-pianto, porta la firma di Giu-seppe Fioroni e Simone Va-liante (Pd), insieme a Gian-luigi Gigli (Per l’Italia). Nei te-sti, tra gli altri punti, i limitiper l’età all’accesso della pro-creazione medicalmente as-sistita (35 anni le donne, 40gli uomini), le norme su a-nonimato e donazione (a 18anni il figlio potrà chiedere diconoscere i suoi genitori bio-logici) e il no all’eugentica.Proposta anche l’istituzionedi un registro nazionale.

DALOISO A PAGINA 11

STORIA DEL METROL’UNITÀ DI MISURACHE HA UNITO L’ITALIASI USA DAL 1863

Stato islamicoObama: via ai raid in SiriaAnche la Francia è pronta

MOLINARI A PAGINA 4

CAPUZZI, LAMBRUSCHI E SCAFFARDI A PAGINA 5

continua a pagina 2

DEL RE E SAVIGNANO A PAGINA 9 D’ANGELO A PAGINA 10

MARINA CORRADI

ggi le seppelliscono aBukavu, in Congo. Epoi i loro corpi rimar-

ranno per sempre nell’Africache hanno amato. Olga, Luciae Bernardetta volevano resta-re fino alla fine nella terra del-la missione – come se in tan-ti anni il loro cuore avessemesso le sue radici laggiù. Èun fatto comune fra i missio-nari: per quanti affetti possa-no avere ancora nel Paese na-tale, col tempo si compie inloro una trasformazione, percui la patria, la vera, è in queiluoghi remoti e stranieri in cuisono approdati un giorno,tanti anni fa.

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Come un seme nella terra amata

IL COMMENTO A PAGINA 3

Cambio alla FerrariMontezemolo cede (con27 milioni) a Marchionne

PRIMOPIANO ALLE PAGINE 6 E 7

UcrainaKiev ora alza un «muro»Putin: crisi a uso della Nato

MIELE A PAGINA 17

Legge sull’eterologa:basta volerlo e si fa

Page 2: basta volerlo e si fa Legge sull’eterologa...Renzi prende tempo sui tagli ai ministeri. Scuola, 30mila assunzioni La squadra di Juncker all’ombra dei falchi Il caso Rimborsopoli

di Marina Corradi

e gli Stati Uniti – per ammissione dello stessopresidente Obama – hanno faticato a elaborareuna linea d’azione per fronteggiare il dilagaredella crudele follia jihadista, una delle tragediedel Medio Oriente è che le monarchie del Golfo

da anni hanno trasformato in strategia il catastroficoinsieme di paure, idiosincrasie e ambizioni che da annicondiziona le loro politiche. Il risultato è sotto gli occhi ditutti: mai come oggi la regione è frammentata, con unapluralità di focolai di crisi che ne minacciano l’architetturastatuale. Mai come oggi l’islam è diviso al proprio interno,non solo polarizzato fra sciiti e sunniti, ma con lo stessoislam sunnita lacerato fra correnti secolari: l’islampolitico dei fratelli musulmani e la crescita deldogmatismo salafita. Mai come oggi le molte minoranzemediorientali sono oggetto di una persecuzione chemira al loro annientamento, in nome di una visioneaberrante della religione.

anti sono i responsabili diretti e indiretti di questodisastro e, fra questi, spicca il ruolo in negativo di

Arabia Saudita e Qatar. Ruolo che abbiamo a lungosottostimato per molteplici ragioni: questi Paesi erano esono "alleati" dell’Occidente, un bastione contro l’Iran, checi ostiniamo a vedere come prima minaccia regionale. Laloro liason speciale con Washington ha spesso fatto daschermo alle loro scelte politiche. A ciò si è aggiunta la crisieconomica, che ha reso le nazioni occidentali più caute eaccomodanti con gli Stati ricchi di liquidità, i cui fondisovrani erano ospiti graditi da blandire. Per non parlaredelle università, per lo più anglosassoni, e gli studiosilautamente finanziati: non c’è da stupirsi se molti di lorosono diventati afoni dinanzi agli evidenti errori politici deiloro sponsor. Infine, le proteste della primavera arabahanno creato ulteriore spazio dimanovra per i Paesi GCC(Consiglio di Cooperazione delGolfo, ossia tutte le monarchieche si affacciano sul GolfoPersico), che si sono tuttaviamossi in ordine sparso, quandonon apertamente conflittuale.

l gigante arabo del Golfoprofonde sforzi e un flusso

inesauribile di denaro percontrastare due "nemicimortali": l’Iran persiano e sciitae l’islam politico dei Fratelli Musulmani. Per combattere lacrescita del ruolo geopolitico iraniano, Riad finanzia dadecenni movimenti estremisti anti-sciiti e ha fomentato laribellione delle comunità sunnite in Iraq e Siria,contribuendo alla polarizzazione e alla frammentazionedel Levante. Il suo tentativo di "esportare" la propriadogmatica interpretazione dell’islam (legata alwahhabismo e alla scuola giuridica hanbalita) ha favorito lacrescita dei movimenti salafiti sempre estremi. Questiultimi vengono usati non solo contro sciiti e musulmaniliberali, ma anche contro i Fratelli Musulmani, consideratiuna minaccia mortale. Il terrore di una rivoluzione internain "salsa islamista" ha spinto l’Arabia a sostenere l’azionedei militari in Egitto contro il fallimentare governo delpresidente islamista Morsi, a interferire pesantemente inYemen e a minacciare il vicino Qatar, gran sostenitoredell’islam politico (come si dirà fra poco). Ma questa suaazione ha anche finito con il favorire il proliferare di gruppisalafiti sempre più attratti dal miraggio del jihad globale,che hanno riversato i soldi e le armi ricevuti da Riad infunzione anti-Assad sulle formazioni jihadiste. Un classico

da "apprendista stregone": spaventata dalla violenzadell’incendio che ha contribuito a costruire, ora gli al-Saudhanno vietato ai propri cittadini di combattere il jihad – mave ne sono molte migliaia in Siria e Iraq –, cacciato ipredicatori filo-jihadisti e ridotto il fiume di denaro chealimenta il fanatismo. All’interno del regno, intanto, vi èuno scontro crescente fra chi ritiene che la cosa migliore siacambiare politica e cercare un compromesso con l’Iran –per "spartirsi" il Medio Oriente in zone di influenza – e chiinvece continua a demonizzare Teheran.

l piccolissimo Qatar in questi ultimi anni ha perseguitouna costante politica di sovra-esposizione e di

interventismo. Un emirato di due milioni di abitanti, di cuisolo 250.000 qatarioti: tutti glialtri sono lavoratori occidentalistrapagati o forza lavoro asiaticae africana priva di diritti.Eppure, Doha ha cercato diporsi come punto diriferimento dell’islam e delmondo arabo, forte di riservefinanziarie eccezionali. In Qatarè nata al-Jazeera, la cuiinfluenza mediatica è enorme;nel 2022 si terranno i mondialidi calcio (sia pure ottenuti conla corruzione); è stato creata

una città universitaria che ha attratto famosi studiosi datutto l’Occidente; l’emiro del Qatar si è proposto – quasisempre con risultati deludenti – quale mediatore fra fazioniin lotta nei Paesi islamici. Un attivismo ipercinetico espesso incoerente, ulteriormente cresciuto con laprimavera araba, che ha visto il governo di Doha finanziaree sostenere direttamente le varie filiazioni della Fratellanzaislamica in tutta la regione, non disdegnando l’aiuto aigruppi più radicali anti-Assad. Una sovraesposizione chemirava a differenziare il Qatar dagli altri emirati del Golfo e,in particolare, a rendere impossibile quell’Unione politicadei paesi GCC a cui punta l’Arabia Saudita. Ricco di soldi,ma povero di uomini e impegnato su troppi fronti,l’emirato ha finito per portare avanti una politicasconclusionata che ha irritato i propri vicini, al puntoche Arabia Saudita e EAU (Emirati Arabi Uniti) hannominacciato di rompere le relazioni diplomatiche.Anche in Occidente si è finito con il capire i guasti delsuo iperattivismo, ben sintetizzati da un documentatolibro francese: Il Qatar: un amico che ci vuole male. Alnuovo giovane emiro, Tamim bin Hamad al-Thani,

succeduto al padre nel 2013, il compito di portareordine e di ridurre la frattura con Riad.

li altri emirati del Golfo hanno politiche meno visibili,anche se il sostegno dei privati cittadini alle milizie

sunnite più violente è ben documentato. Il Paese più saggioè certo l’Oman, forte di una storia che manca agli altrivicini, capace di mantenere buoni rapporti con entrambele sponde del Golfo, amico dell’Occidente senza apparireanti-iraniano. Il Bahrein, scosso dalle proteste dellacomunità sciita – maggioritaria ma priva di rappresentanzapolitica – è di fatto un vassallo dell’Arabia Saudita. Nel 2011,le truppe di Riad hanno imposto l’ordine con metodibrutali e sono i soldi della maggiore monarchia del Golfoche sostengono questo fragile regno, in cui si riversano nelweekend torme di sauditi in cerca di "svago", dato che là visono regole meno draconiane che in patria. Non a caso, ilponte che congiunge il Bahrein all’Arabia è noto come il"ponte del peccato". Il Kuwait fatica ancora, a decennidall’occupazione irachena del 1990, a trovare una propriapolitica coerente: i Parlamenti sciolti in continuazione dalsovrano, le relazioni pencolanti con i grandi vicini (Iran,Iraq e Arabia Saudita), ma dominate ancora dalrisentimento contro Baghdad e dal sospetto verso Teheran.

li Emirati sono invece molto più del lusso per turisti edel cattivo gusto che imperano a Dubai. Terrorizzati da

possibili rivoluzioni politiche ispirate dai FratelliMusulmani, premono sul Qatar perché cambi linea esostengono la politica saudita nella regione. Recentementehanno abbandonato la loro tradizionale prudenza politicae sono intervenuti platealmente in Libia (pur senzadichiararlo), inviando aerei militari a bombardare le milizieislamiste. Una mossa che sembra più un fatto isolato cheparte di una strategia coerente e che ha irritato Stati Uniti eNato, dato che – oltre a non aver prodotto grandi risultati –potrebbe scatenare pesanti rappresaglie. Qualcuno l’havisto come un esperimento in vista di futuri maggioricoinvolgimenti regionali. Ma capirne il senso rimanearduo.E arduo resta immaginare come queste monarchiepossano spegnere l’incendio che hanno contribuito aalimentare, se non vinceranno le loro ossessioni settarie epolitiche. Hanno beneficiato per anni di unacondiscendenza occidentale eccessiva, ma non è detto cheessa duri per sempre. E tanto meno possono illudersi diessere al riparo dai contraccolpi che la crisi di sicurezza nelLevante irraggia in tutta la regione.

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ggi le seppelliscono a Bukavu, in Congo.E poi i loro corpi rimarranno persempre nell’Africa che hanno amato.Olga, Lucia e Bernardetta volevanorestare fino alla fine nella terra della

missione – come se in tanti anni il loro cuore avessemesso le sue radici laggiù. È un fatto comune fra imissionari: per quanti affetti possano avere ancoranel Paese natale, col tempo si compie in loro unatrasformazione, per cui la patria, la vera, è in queiluoghi remoti e stranieri in cui sono approdati ungiorno, tanti anni fa. Quante volte, incontrando unvecchio missionario, gli abbiamo sentito dire: «Iovoglio morire qui», con la fermezza di chi sa che aquel luogo, a quella gente in realtà ormaiprofondamente appartiene. E se, invece, unamalattia li costringe a rientrare definitivamente,avverti in loro la malinconia degli esuli. Come unanziano sacerdote da tutta la vita in Africa,moribondo di cancro, che incontrammo anni fanella casa madre dei comboniani a Verona. La suafaccia consunta dagli anni e dalla malattiasembrava quella di un Cristo in croce, le parole glivenivano a fatica, intervallate da lunghi sfinitisilenzi: «Avrei voluto morire laggiù, nella "mia"terra. Ma ormai così ridotto ero solo di peso...».E di fronte a quel prete come oggi, nella morte delletre saveriane, di nuovo si fa strada lo stupore di chiè, sì, credente, ma ben lontano dalla fede di questisemplici, miti giganti. Hanno lasciato tutto, avent’anni, per trasferirsi dopo interminabili viaggiin luoghi sconosciuti e spesso attraversati da guerresanguinose. Nel lento corso del tempo hannoseminato la parola di Cristo, non fermandosidavanti a pericoli, malattie, povertà. Come uomini edonne fra noi segretamente diversi, stranieri.Trascinati da una forza misteriosa e fedele, dentrola quale la logica "normale" è capovolta: e non sibada alla riuscita, al successo, o al bene che incambio del proprio fare si riceve.È, in fin dei conti, una logica scandalosa, agli occhidel mondo, quella di Olga, Lucia, Bernardetta.Partite dall’Italia giovanissime, e poi per tutta la vitafra i popoli d’Africa. In quella terra dove già lavegetazione, la fauna, la luce del sole, tutto è piùselvaggio, più grande, più estremo che da noi; edove un occidentale, all’inizio, si guarda intornosbalordito e spaurito. Eppure, in questa terra arcanae altra si radicano, i missionari, con radici poderose. È una questione di amore: vivendo in quei villaggi,vedendo nascere e crescere i bambini eaccompagnando a morire i vecchi, è come se,nell’annuncio di Cristo, davvero si aprisse loro nelcuore un’altra stanza, più grande, e non angustacome spesso è invece lo spazio del nostro cuore. Dentro allo scandalo di questo mondo capovolto, lanotte di tenebra e sangue di Bujumbura noncontraddice niente. Nella tragedia, nello strazio sicompie paradossalmente il cammino cominciatodalle tre sorelle, tanti anni fa, quando partirono bensapendo di dover mettere in conto anche la Croce.Sapendo certo a memoria quel verso del Vangelo diGiovanni: «In verità, in verità io vi dico: se il chiccodi grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;se invece muore, produce molto frutto».Nella terra dell’amata Africa sono sepolte oggiLucia, Olga, Bernardetta, come già tanti missionariprima di loro. Anche questo segno colpisce, nellasua carnalità: hanno voluto rimanere in Africa conle loro ossa, in quella terra sono state gettate, comeun seme. Così che ciò che agli occhi del mondoappare solo morte e sconfitta , nella logicacapovolta di questi strani uomini è una pagina diPassione e calvario, eppure non l’ultima parola. Peraltre vie che il mondo non conosce si allargano, nonvisibili agli occhi, cieli e terre nuove da quei semisepolti: nell’incommensurabile scandalo dellaParola per cui occorre passare dentro la notte dellamorte, per produrre frutto.

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GETTATE COME SEMENELLA TERRA AMATA

3Giovedì11 Settembre 2014 I D E E@ Un reportage di Tv2000 racconta la situazione di una

cittadina cristiana in Iraq appena liberata dai peshmerga

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l nodo lega, collega, stringe. Il nodopuò simboleggiare un legame

profondo positivo, vitale, come ad e-sempio i nodi del cordone dei france-scani, ma può anche alludere al cap-pio e dunque alla schiavitù, a un do-minio dispotico. Sono infiniti i crocifissi fra XII e XVI se-colo ad avere alla cintola una cinturaannodata. Ciò che a prima vista appa-re come un ornamento casuale, è inrealtà un simbolo molto antico che giàornava la pavimentazione delle basili-

che paleocristiane. Ne troviamo un e-semplare nella basilica di Aquileia (UD)del VI sec. (ma anche nella Sinagogadegli scavi di Ostia antica). Il singolarenodo riprodotto dal mosaico è dettonodo di Salomone e allude alla sapien-za del grande sovrano per il quale nul-la era sigillato e dal quale provenivanoenigmi irrisolvibili. Così il nodo di Sa-lomone, tirato per un verso, pronta-mente s’apre, mentre tirato per il ver-so opposto, irrimediabilmente chiude.Ecco allora che Cristo sulla croce è ilnuovo Salomone. I nodi del peccato edella morte, insolubili all’uomo, trova-no in Lui una risposta e la vita eterna,irraggiungibile allo sforzo umano, è daLui offerta con gratuità. Anche nel fa-moso crocifisso che, in san Damiano,

parlò a san Francesco, incontriamoquesto nodo. Il volto sereno con gli oc-chi spalancati, tipici dei ChristusTriumphans, rendono già evidente, sul-la croce, la risurrezione, mentre il san-gue che zampilla copioso dalle sue pia-ghe, denuncia la sofferenza e la morte.La capacità di sciogliere e legare data aCristo dal Padre: sciogliere dal peccatoe dalla morte e legare con sé al Cielo, èsimboleggiata appunto dal nodo cheregge il perizoma.Il nodo di Salomone è presente al no-stro quotidiano più di quanto non sicreda. Sulle tastiere di chi usa Macin-tosh, il tasto detto "mela" reca il sim-bolo di questo nodo rovesciato (in in-glese chiamato nodo di Bowen), allu-dendo alle proprietà del tasto che apre

e chiude molti comandi dei program-mi Mac. Fa pensare come, nonostantela gran fortuna di questo nodo, le suecaratteristiche ci siano ancora tanto e-stranee. La nostra società, pur creden-do di estendere il suo dominio sulla vi-ta e sulla morte, in realtà ignora la fon-te della sapienza che il nodo di Salo-mone sigilla: quella fonte del vero e delbene che solo la Rivelazione biblica, ein particolare quella di Cristo, offre. Co-me già annunciava San Paolo ai greci:noi parliamo sì di sapienza, ma non diuna sapienza di questo mondo, bensìdi quella che viene dalla croce, scan-dalo per i giudei, stoltezza per i paga-ni. E i tanti martiri di oggi continuanoa dimostrarlo.

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Il nodo di Salomone che Cristo lega e sciogliedentro

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