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RASSEGNA PERIODICA SEMESTRALE - ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003 Organo ufficiale del Comune di Antillo www.antillonotizie.too.it Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. postale legge 662/96 - Regime libero - Prov. Me - In caso di mancato recapito restituire al mittente Antillo in ... mostra Antillo in ... mostra

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RASSEGNA PERIODICA SEMESTRALE - ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

Organo ufficiale del Comune di Antillo

www.antillonotizie.too.it

Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. postale legge 662/96 - Regime libero - Prov. Me - In caso di mancato recapito restituire al mittente

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 20032

SOMMARIO

pag. 2 Editoriale del Sindaco

pag. 3 L’angolo del Direttore

pag. 4 Attività amministrativa

pag. 6 Prospettive e risorse per il futuro

pag. 11 Il bello del nostro paese

pag. 12 Pianeta Giovani

pag. 13 Primo piano sugli emigrati

pag. 15 Cultura, tradizione, costu-me

pag. 19 La memoria del passato

pag. 20 Personaggi in primo piano

pag. 21 Dati demografici

pag. 22 Eventi ricreativi

pag. 24 Avvenimenti sportivi

pag. 26 Eventi religiosi

corribilità per affrontare adeguata-mente le difficoltà e per guardareavanti con più serenità.Da questo punto di vista, è statoriconosciuto al Comune di Antillo,da parte dell’Assessorato Regionaleagli Enti Locali, un contributo straor-dinario di ¤ 80,000, una cifra moltosuperiore a quella assegnata adaltre comunità che hanno una realtàsociale simile alla nostra.Si tratta senz’altro di un riconosci-mento all’impegno e alla costanzadella nostra Amministrazione, chenon costituisce la panacea per tuttele esigenze che ci sono, ma cherappresenta una concreta risorsa daimpegnarsi nel miglioramento deiservizi e nell’effettuazione di lavoriche assicurino una migliore fruibilitàdel territorio comunale.In questo anno che è trascorso si ècercato di dare segnali ben precisiin direzione dei giovani, attenzio-nando tutte le opportunità di lavoroanche precario e/o occasionale ed èmia intenzione continuare su questastrada; un’altra priorità che intendoperseguire è di sviluppare il nostrofragile tessuto socio-economico,incentivando la produzione e la dif-fusione dei prodotti naturali delnostro territorio e delle opere del-l’artigianato locale. In questo senso,la realizzazione della “V^ Sagra del-la castagna”, che ha portatomigliaia di persone in Antillo, è statauna opportunità procacciata percoinvolgere i produttori a credere

Desidero anzitutto rivolgere a tutti icittadini e agli emigrati un calorosoaugurio di un felice e prospero annonuovo.Il 2004 è alle porte, il mio auspicio èche sia un anno nel quale la nostracomunità progredisca e l’Ammini-strazione Comunale riesca a rag-giungere gli obiettivi che si è propo-sta in direzione del miglioramentodei servizi e delle condizioni di vitadi tutta la cittadinanza.Quello che ci lasciamo alle spalle èstato un anno difficile, nel qualeabbiamo dovuto affrontare ostacolinon indifferenti, a partire dall’emer-genza scuola per non parlare di tut-te le problematiche attinenti alleprecarie condizioni economiche incui versano i piccoli comuni.Antillo non fa certo eccezione, mal’impegno mio e di tutta la Giunta èstato diretto ad individuare ogni per-

nelle loro possibilità, visto che sonosicuramente una delle principalirisorse di tutta la comunità. E’ intenzione dell’Amministrazionesostenere ed incoraggiare questotipo di iniziative, affinché esse nonsiano semplicemente momenti dicrescita e di propaganda pur positi-vi per Antillo, ma soprattutto perchécostituiscano i presupposti di unosviluppo radicato e costante dellanostra economia. Confido, quindi, nella nostra capa-cità di affrontare il futuro con pro-spettive positive, nella convinzioneche il clima di collaborazione tral’Amministrazione e la cittadinanzasia lo strumento più idoneo per rag-giungere le finalità che ci proponia-mo. Eventi come l’organizzazionedella Sagra dimostrano, infatti,come la collaborazione e la sinergiatra l’Amministrazione Comunale e isuoi concittadini rappresentino unamarcia in più per il nostro sviluppo,dando forza e spessore alle iniziati-ve. Andiamo avanti tutti insieme inquesta direzione per rendere piùefficace la nostra attività e lenireogni difficoltà; Antillo ha bisogno diuna forte comunione di intenti, chel’Amministrazione intende canaliz-zare e guidare nel modo più costrut-tivo possibile, rendendo ogni citta-dino di buona volontà artefice diret-to del progresso della collettività.

IL SINDACOAntonio Di Ciuccio

INSIEME PER CRESCERE

Il Sindaco, Antonio Di Ciuccio

EDITORIALE DEL SINDACO

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 20033

Antillo NotizieOrgano ufficiale del Comune di Antillo

RASSEGNA PERIODICA SEMESTRALEANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

DirettoreAntonio Di Ciuccio - Sindaco

Direttore responsabileSalvatore Muscolino

RedazioneCarmelo AmbrunoRita GuanadioDiego Lo GiudiceEmanuela Lo GiudiceEvaristo Lo GiudiceMariagrazia Lo GiudiceCarmelinda MastroeniEnza NovelliAntonino PalellaAndrea SigilloGiuseppe SigilloSalvatore SmiroldoMaria Rita TomasiOtelia Zizzo

Hanno collaborato a questo numero Sac. Padre Egidio MastroeniCristina FotiAntonino MuscolinoFrancesco MuscolinoGiovanni Palella

FotografieSac. Padre Egidio MastroeniAlbino MuscolinoAntonino PalellaGiuseppe SigilloAlfio Strano

Direzione, Redazione ed AmministrazioneSede Municipale di AntilloPiazza S.Maria della Provvidenza98030 ANTILLO (ME)Tel. 0942.723031

Registrazione del Tribunale di Messinan. 5/98 del 25 marzo 1998

Internetwww.antillonotizie.too.it

[email protected]

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Finito di stampare nel mese di Dicembre 2003

In copertina:Antillo, 25 ottobre 2003. Alcuni deglistands allestiti in Via Roma in occasio-ne della “V Sagra della castagna eMostra-mercato dei prodotti tipicilocali”

DISTRIBUZIONE GRATUITA

Ancora è vivo nella mente di tutti gliAntillesi lo straordinario ricordo del-lo scorso 25 ottobre, quando lanostra comunità è diventata per unaserata il centro dell’intero compren-sorio, con un’affluenza di gente datutta la provincia e dal catanese,recatisi nel nostro Comune per par-tecipare alla “V Sagra della casta-gna”. Difficilissimo calcolare ilnumero delle presenze, certissimo,invece il successo dell’iniziativa, adimostrazione che gli Antillesi sonocapaci di ottenere grandi risultati,soprattutto quando l’iniziativa deiprivati viene adeguatamente soste-nuta e supportata dall’Amministra-zione Comunale.E’ stata, dunque, una scelta “obbli-gata” quella di dedicare la copertinadi “Antillo Notizie” ad un evento cheha caratterizzato il semestre tra-scorso, indicando che, grazie alleinestimabili risorse umane e naturaliche possediamo, lo sviluppo e ilprogresso di Antillo sono possibili,occorre però crederci e impegnarsiancora di più.Colgo l’occasione per ringraziaretutti per gli ampi e sentiti consensiche sono stati tributati al primonumero della nuova serie del gior-nale e per confermare che il contri-buto di coloro che ritengono di dare

suggerimenti e consigli è gradito e,anzi, considerato prezioso. Le quat-tro pagine in più, previste da questonumero in poi, si sono rese neces-sarie proprio per dare spazio all’esi-genza di trattare con la maggioreattenzione possibile, ancora piùargomenti e per poter ospitareancor più contributi di articolisti chehanno voluto dare il loro apportoalla rivista.Ancora grazie a tutti e buona lettura.

IL DIRETTORE RESPONSABILESalvatore Muscolino

UN NUOVO COMPONENTENELLA REDAZIONEDa questo numero la redazione di“Antillo Notizie” si avvale dellacollaborazione di un nuovo com-ponente. Si tratta del Sig. EvaristoLo Giudice, un giovane che hamanifestato il desiderio di dare ilsuo apporto al giornale, occupan-dosi prevalentemente del settoresportivo. Nel rivolgergli il benve-nuto, gli auguriamo buon lavoro.

LA REDAZIONE

ANTILLO IN... MOSTRA

Via Roma, 25 ottobre 2003. La Sagra della Castagna

L’ANGOLO DEL DIRETTORE

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003ATTIVITA’ AMMINISTRATIVA4

L’IMPEGNO PER LA SCUOLA PRIORITARIO SU TUTTO

BITUMAZIONE STRADA ANTILLO/PINAZZO: UN IMPEGNO MANTENUTO

Il 2003 è stato un anno difficile per la nostra comunità,soprattutto in considerazione della grave situazionedeterminatasi a seguito dell’appurata inidoneità dei dueplessi scolastici, unici esistenti nel paese, dal punto divista della stabilità sismica.L’Amministrazione Comunale si è attivata per impedirela deleteria prospettiva di costringere gli alunni delleScuole Materna, Elementare e Media a trasferirsi fuoripaese e tale ipotesi è stata scongiurata grazie alladisponibilità e all’accoglienza di Padre Don EgidioMastroeni, che ha concesso la fruizione del Giardino diRedenzione per ospitare le scuole, distogliendo la strut-tura dalle sue ordinarie finalità.Il generoso e nobile operato del nostro Parroco, che èsenza dubbio servito per impedire disagi più gravi, nonha comunque distratto nemmeno per un momento dal-la considerazione che l’impegno per la soluzione effet-tiva e definitiva del problema delle scuole è prioritario sututto e che la permanenza al Giardino, con gli indubbidisagi che essa comporta dovrà essere limitata allostretto indispensabile.In questo senso, in questi mesi l’attività del Sindaco edella Giunta per riportare le scuole ad Antillo è statainstancabile.Sono stati sensibilizzati tutti gli organi preposti e non èstata tralasciata nessuna opzione. Il Sindaco in primapersona è stato direttamente impegnato nello sforzo diottenere la concessione di un contributo straordinario ela soluzione individuata prevede la ristrutturazione deilocali della Scuola Media. L’attesa perché la situazionesi sblocchi sembra essere al termine.Sicuramente, al di fuori e al di sopra delle strumentaliz-zazioni che pure su un argomento così delicato sonostate portate avanti, resta la certezza che soluzioni tau-maturgiche non ce ne sono e che questa Amministra-zione, intende con risolutezza risolvere al più presto ilproblema, che si è ritrovato senza averne alcunaresponsabilità a pochi mesi dal suo insediamento e alquale vuole fortemente dare una soluzione che ottengacontemporaneamente l’obiettivo di riportare le scuole inpaese e di garantire la sicurezza dei nostri ragazzi e ditutti gli operatori scolastici.Intanto, sono stati avviati i lavori di consolidamento del-l’area di pertinenza dell’edificio della Scuola Media Sta-tale, a dimostrazione e conferma dell’attenzione e del-l’importanza attribuita all’argomento, nell’augurio chesia imminente la concessione del finanziamento desti-nato alla ristrutturazione dei locali.

Con un finanziamento ottenuto grazie all’impegno e allacostanza del Sindaco, è stato possibile in questa estaterealizzare i lavori di bitumazione della strada per la con-trada Pinazzo, in ottemperanza a un preciso impegnoche l’Amministrazione Comunale aveva assunto con lacittadinanza in occasione della divulgazione del pro-gramma elettorale. Infatti, la sistemazione della carreg-giata che conduce a Pinazzo ha rappresentato, da oltreun trentennio, un obiettivo fondamentale da realizzare,nella consapevolezza che si tratta di una arteria viariaimportantissima, attraversata da numerosissimi cittadini,costretti per anni a transitarla nelle condizioni di disse-sto, polvere e difficoltà di ogni genere che non era sta-to possibile finora eliminare. La bitumazione copre unpercorso di Km 4,200 e sarà completata entro un paiod’anni con la previsione della messa in sicurezza conappositi guard – rail per i punti più stretti e pericolosi deltragitto.Sono in previsione anche la sistemazione e il potenzia-mento di altre strade interne di collegamento, nella con-vinzione che esse rappresentino interventi di sostegno erilancio per una fondamentale valvola di sfogo dellanostra economia, visto l’alto interesse di una grandissi-ma utenza ad avere infrastrutture viarie maggiormentefruibili per potersi spostare più facilmente all’interno delnostro territorio.

Uno scorcio della strada per la Contrada Pinazzo con la sorgiva realizzata inlocalità “Ruttammare”

a cura dell’Amministrazione Comunale

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ATTIVITA’ AMMINISTRATIVAANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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Tra le tante attività portate avantidall’Amministrazione Comunale inquesti mesi, una particolare atten-zione è stata riservata alla sistema-zione del territorio comunale. La rea-lizzazione di vari lavori di manuten-zione ha voluto segnalare l’attenzio-ne particolare che si è destinataall’obiettivo di abbellire il paese e direndere maggiormente fruibile il suoterritorio.In questa ottica sono state realizzatela manutenzione straordinaria del-l’impianto di pubblica illuminazione,muri di sostegno in località Mastra eCastello, la copertura del cunettonedi Vico Trieste, la pavimentazionedella piazzetta Cicala e un muro disostegno in località Cancello – Giar-dino di Redenzione. Inoltre, sonostati sistemati diversi tratti di stradache necessitavano di interventiurgenti, tra i quali Ponte Cicala –Giardino di Redenzione, PonteMastro Santo - via Europa e salitaRomito; sono stati completati i lavo-ri idraulici e di consolidamento a val-le della frazione Giardino – AcquaVena, rinnovando l’immagine emigliorando la fruibilità della storicafontana, e sono state manutenziona-te le strade comunali esterne. Al“gazebo”, in contrada Girattimi,sono stati predisposti il muro e lastaccionata ed è arrivata anche l’illu-minazione, grazie ad un contratto difornitura con l’Enel che in futuro saràattivato anche in contrada Castello.Particolarmente gradite da numerosicittadini sono state le sorgive realiz-zate a “Vannerenitta” (Puzzo) e a“Ruttammare”, recuperando il pre-zioso liquido altrimenti destinato aperdersi. Nel rispetto delle normativevigenti e delle esigue possibilità eco-nomiche esistenti, si sono favorite leopportunità di lavoro anche occasio-nale e temporaneo a beneficio deinostri giovani disoccupati, preve-dendo l’assunzione di operai per lapulizia del Cimitero, per la pitturazio-ne ringhiere e lavori vari, nonchéinterventi straordinari di pulizia; inol-tre sono continuati i lavori di siste-

mazione idraulico – forestale dei ter-ritori a monte del centro urbano, chestanno assicurando periodi di atti-vità lavorativa a numerosi cittadiniantillesi.Nel settore assistenziale è statoavviato il progetto, presentato insie-me al Comune di Limina, che vedeimpegnati 4 operatori ed è destinatoal sostegno di soggetti disabili eportatori di handicap; per quantoriguarda gli anziani, è imminentel’avvio del Servizio Civile. Infatti, gra-zie all’attenzione prestata dall’Am-ministrazione all’esame delle oppor-tunità derivanti dalle previsioni legi-slative correnti, il Comune di Antilloha avuto approvato il progetto di“Servizio Civile Nazionale” da partedella Presidenza del Consiglio deiMinistri. Sarà così possibile per ilperiodo di un anno raggiungere con-testualmente due obiettivi del nostroprogramma elettorale a cui si inten-de riservare grande attenzione: ciriferiamo al fatto di offrire un’occa-sione di lavoro a numerosi giovani,precisamente 10 unità, garantendocontemporaneamente un adeguatoe più duraturo servizio di assistenzaai nostri anziani.Assolvendo a un preciso impegno,la rete idrica è passata al Comune,

ponendo fine al fenomeno delle“cartelle pazze” ed ottenendo, per icittadini, la vantaggiosa condizionedi avere, come canone fisso, ladisponibilità di un maggiore quanti-tativo di acqua (m3 100 anziché 80)con un costo inferiore (circa 10 Euroin meno). Infine, l’AmministrazioneComunale ha deciso di riaprire i ter-mini del condono fiscale allo scopodi venire incontro alle richieste didiversi cittadini, desiderosi di regola-rizzare la loro posizione.

CONSIGLIOCOMUNALE:UN NUOVOCOMPONENTENella seduta del 26/09/2003 delConsiglio Comunale, il CivicoConsesso, con deliberazione n.24, ha preso atto delle dimissionidalla carica di consigliere del dott.Giuseppe Onofrio Muscolino. Asubentrargli, in quanto primo deinon eletti della lista “La Ginestra –Insieme per una nuova primave-ra” è il sig. Domenico Crupi nato aMessina il 28/03/1977.

LAVORO, SVILUPPO E SERVIZI OBIETTIVI PRIORITARI DELL’AMMINISTRAZIONE

“L’Acqua Vena” dopo i lavori di sistemazione

a cura del Sindaco Antonio Di Ciuccio

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 20036 PROSPETTIVE E RISORSE PER IL FUTURO

La “Sagra della castagna” ad Antil-lo, nasce nel 1999 con l’intento difar riscoprire un prodotto profonda-mente radicato nel passato dellanostra comunità, attraverso una ini-ziativa che oltre a permettere ladegustazione delle castagne, vuoleconservare usanze, gesti e profumiche il tempo lentamente sta portan-do via dalla nostra memoria.Storicamente per la nostra comu-nità, la castagna ha avuto un’impor-tanza elevatissima come fonte pri-maria di cibo per esseri umani,bestiame e animali selvatici.La castagna è un alimento moltonutriente e ricco, contiene 200 calo-rie ogni 100 grammi, calorie chearrivano a 370 per il prodotto secco.Inoltre la castagna è ricca di ami-noacidi, vitamine (B1, B2, C, PP1) eminerali (potassio, fosforo, zolfo,sodio, magnesio, calcio, cloro).Una intera catena alimentare erabasata sulla produzione annuale dicastagne, infatti, per le famiglie deinostri nonni, nelle annate di scarsaproduzione lo spettro della fame neimesi invernali era sempre presente.In questo periodo dell’anno, per lorouna dura giornata di lavoro iniziavacon pochi gesti semplici ma impor-tantissimi: ci si alzava prima dell’al-ba, si accendeva il fuoco, si prepa-rava “u caliaturi” e con esso si arro-stivano le castagne. Durante la cot-tura tutta la famiglia si radunavavicino al fuoco ed appena pronte, lestesse venivano sbucciate e consu-mate al momento, con i più giovaniche facevano a gara a chi riusciva asbucciarle più velocemente e nellostesso tempo si cercava di rubare alvicino qualche castagna già pulita. Ipiù piccoli invece, se non eranoancora in grado di alimentarsi auto-nomamente, ricevevano dalla mam-ma la loro parte di castagne gia par-zialmente masticata “u masticuni”.Alla fine della frugale colazione sipartiva per il lavoro nei campi eduna parte delle castagne già sbuc-ciate, “i palummeddi”, venivanoconservate in tasca per essere con-sumate, molto spesso come unico

alimento, durante il resto della gior-nata.Questo rituale veniva ripetuto pertutti i mesi invernali, pertanto ci siingegnava anche sul come conser-vare le castagne il più a lungo pos-sibile. Molti erano i metodi usati pertale scopo, c’era chi le metteva inuna giara con acqua, chi le conser-vava sotto la sabbia di torrente, chiin una buca scavata sotto una pian-ta di castagno per poi ricoprirle confoglie e rametti della stessa pianta.Ogni metodo dava i suoi frutti; inultima ipotesi le castagne che anda-vano a male venivano date agli ani-mali domestici, pertanto nulla veni-va sprecato.Oggi storie simili sembrano lontanenel tempo, ma restano ben presentinella memoria dei nostri anziani.Il destino della castagna sembrastrettamente legato allo sviluppodella nostra comunità, infatti la suacoltivazione era intensa quandoanche il nostro paese era moltopopolato, per regi-strare poi negli ultimidecenni un notevolecalo di produzione,di pari passo con los p o p o l a m e n t odemografico deipaesi collinari. Negliultimi anni però si staregistrando unaimportante inversio-ne di tendenza: gra-zie alla voglia che ilconsumatore ha diriscoprire prodotti esapori genuini, larichiesta di castagnesul mercato è note-volmente aumentataa partire dalle regionidel settentrione d’I-talia.E se il castagno cre-sce…. crescerannoanche i paesi dellacollina?Per questo, farconoscere il prodot-to “castagna” è

importante, come per noi è neces-sario far conoscere tutte le genuinitàche Antillo può offrire, e la Sagra èuno strumento che può servire atale scopo.A tal proposito, l’AmministrazioneComunale seguendo un percorsonuovo che passa attraverso la valo-rizzazione delle nostre tradizioni, delnostro patrimonio paesaggistico,culturale e gastronomico, vuoleavviare un processo di rilancio e divalorizzazione economica di quelleche sono le nostre unicità. Que-st’anno, per la quinta edizione dellaSagra della castagna, abbiamovoluto, facendo diventare il cittadinostesso protagonista, far capire qua-le grande potenziale di sviluppo hal’offerta dei nostri prodotti quandosi incontra con la sempre maggiorevoglia di genuinità.La sera del 25 ottobre protagonistanon è stata solo la castagna, assie-me ai tanti altri prodotti, ma indub-biamente i protagonisti in assoluto

LA 5a SAGRA DELLA CASTAGNA: UNA SCOMMESSA VINTA

di Giovanni Palella (Vice Sindaco)

5a Sagra della Castagna - un momento della cottura delle caldarroste

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 20037

sono stati Antillo ed i suoi cittadini.Antillo perché si è offerto come sug-gestivo centro della parte piùprofonda della vallata dell’Agrò,un’esperienza da vivere e un’occa-sione da sfruttare per una passeg-giata lungo la stradina che dalla rin-novata “Acquavena” porta lungo lavia Roma fino alla parte retrostantela Chiesa della nostra Madonna del-la Provvidenza con il suo campanile,offrendo angoli e scorci di viuzzeerte ma affascinanti.Altra indiscussa protagonista è sta-

ta tutta la nostra comunità che,compatta, ha collaborato per la rea-lizzazione e l’ottima riuscita dell’e-vento, con la partecipazione coraledi tutti alla realizzazione della festa.Chi ci ha visitato ha avuto modo diammirare ed apprezzare le bellezzedei lavori artigianali esposti lungo levie, la buona atmosfera musicale, gliodori dei cibi genuini nell’aria, isapori da non dimenticare.I visitatori inoltre hanno portato consé oltre a tanti buoni prodotti, ancheil ricordo di un senso dell’accoglien-

za elevato e palpabile, che sarà ilmiglior presupposto per tornarel’anno venturo.L’impegno dell’AmministrazioneComunale per l’anno prossimo saràquello di migliorare e far crescere lamanifestazione, evitando di ripetereeventuali errori commessi, certi checon l’aiuto di tutti i cittadini questosarà un modo per progredire insie-me nell’interesse di tutta la nostracomunità.

PROSPETTIVE E RISORSE PER IL FUTURO

I SENTIERI DEL GUSTOÈ diventata ormai un benvenuto ufficiale alla stagioneautunnale e al suo prodotto più tipico. In un’apoteosi disapori e profumi, il 25 ottobre scorso, ad Antillo, è tor-nata puntuale, ma stavolta ancora più ricca in numeri econtenuto, la Sagra della castagna. La manifestazione,organizzata dal Comune e che per la prima volta ospitala partecipazione di privati, ha festeggiato quest’anno ilsuo quinto compleanno e non poteva farlo in modomigliore. Il piccolo centro collinare e l’evento popolaresono stati scelti, infatti, come trampolino di lancio per “Isentieri del gusto”, un’ambiziosa iniziativa, portata avan-ti caparbiamente dalla Sezione operativa n° 2 dell’As-sessorato Regionale Agricoltura di Giampilieri Marina edall’Archeoclub – sede comprensoriale “Area JonicaMe”, per rispolverare i menu della tradizione contadina,cercando di stuzzicare con le antiche ricette i gusti deipiù giovani. Una sfida all’oblio che sta per inghiottire lanostra cultura gastronomica e ad un’estranea infiltrazio-ne alimentare da metropoli. Ecco perché la decisione dieleggere Antillo e la Sagra della Castagna a luogo dibattesimo per il progetto non è di certo casuale. Unpaese così fortemente avvinghiato al suo passato e allasua storia, la caratteristica via Roma pervasa dal profu-mo genuino delle caldarroste, tanti piccoli stand, unodietro l’altro, come piccole formiche in fila, ognuno conla propria “briciola”, ed una massiccia affluenza di pub-blico affezionato ai veri sapori, non potevano intonarsimeglio allo spirito de “I sentieri del gusto”. Si è trattatodi un percorso storico – gastronomico che ha attraver-sato, tra gelsi e limoni, le tre valli del comprensorio ioni-co, in compagnia di esperti di degustazione guidata del-l’olio e del vino, alimentaristi, dialettologi ed etno –antropologi. Dopo l’inaugurazione e la presentazione adAntillo, quest’escursione a ritroso nel tempo è prosegui-ta con quattro appuntamenti serali in alcuni locali dellazona, sensibili all’iniziativa. In ogni tappa un alimentospecifico ha dettato il “fil rouge” gastronomico per tuttoil banchetto. Ad Alì è stato un trionfo di legumi e cicer-chie, a Roccafiorita si è partiti dalla pasta e fagioli con lecotiche e si è finito con le verdure selvatiche, ad Itala,glorificazione della zucca nelle sue più svariate applica-

zioni, e ancora a Furci, sarde a beccafico e acciughemarinate. Non potevano mancare all’appello l’appunta-mento con i quattro giorni de “I capricci d’autunno” aFiumedinisi il 15-16-22-23 novembre e la Sagra dell’o-lio a Pagliara il 30 novembre. Mentre queste ultimesoste sono state un’occasione per incontrare il grandepubblico, nei ristoranti, invece, i commensali sono statiscelti fra coloro che possono aiutare la So.a.t. n° 2 diGiampilieri Marina e la sezione ionica dell’Archeoclub araggiungere il loro scopo. Primi fra tutti quelli che ope-rano nel campo dell’istruzione. È proprio sui piccoli ban-chi di scuola, dopo la famiglia, che prende corpo l’edu-cazione di un individuo. E affinché le generazioni figlie diquell’attuale crescano nel migliore dei modi è necessa-ria una formazione culturale che non deve guardare soloai grandi eventi, che deve sedurre i ragazzi più dellapubblicità, che deve paragonare la tradizione ad un’im-perdibile ricchezza. Lo sanno bene Giorgio Foti, funzio-nario responsabile della S.o.a.t n° 2 di Giampilieri Mari-na, e Santino Mastroeni, presidente della sede com-prensoriale “Area Ionica Me” dell’Archeoclub. “Solorivalutando lo scenario della vita rurale di un tempo, perinserirlo in gradevoli itinerari che si dipanano tra gli ame-ni paesaggi della riviera ionica e si insaporiscono di piat-ti e prodotti tipici, - afferma Foti - l’agricoltura può tor-nare a rappresentare per il nostro comprensorio undecisivo input economico e conseguentemente occu-pazionale.” E la posta in gioco non è solo legata alrisvolto finanziario ma è anche una questione di identità,di coscienza. “L’alimentazione è da sempre il linguaggioinconscio di ogni popolo, il primo elemento, dopo la lin-gua, di differenziazione etnica. Sfogliare gli antichi ricet-tari – dice Mastroeni - è come leggere un libro di sto-ria, quella della nostra comunità, non costellata di certoda altisonanti nomi ma da contadini, poveri eroi con lagobba. Eppure è in questa semplicità che si riscopre unpatrimonio immenso di valori sani e genuini.” E non c’è stato bisogno di attendere la fine del gustosoviaggio, ma è bastato imboccare questi “sentieri”, percapire che la civiltà non si nasconde solo dietro il pro-gresso tecnico e il benessere.

di Cristina Foti (Giornalista del settimanale Centonove)

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003PROSPETTIVE E RISORSE PER IL FUTURO8

IL GIARDINO DI REDENZIONE COMPIE 30 ANNIdi Padre Egidio Mastroeni

Mentre mi preparavo a diventaresacerdote pensavo…, pensavo mesacerdote per il mio paese.Pensavo un’opera utile per la miaParrocchia e per la Diocesi di Mes-sina, necessaria per tanti sofferenti,urgente per il mio paese perchépotesse godere più stima, piùconoscenza e lunga esistenza.La sera del 17 giugno 1973 sonoarrivato in Antillo e sono statoimmesso da Monsignor GiuseppeScarcella, Vicario Generale di Mes-sina nel possesso canonico dellaParrocchia S. Maria della Provvi-denza con la qualità di Parroco.Era presente alla cerimonia tuttaquanta la cittadinanza; con immen-sa gratitudine verso tutti, mi com-piaccio ricordare la presenza dell’e-simio Dottor Gabriele Muscolino,allora medico condotto del paese.Nell’attività sacerdotale, subito hocercato di attenzionare tutte lerealtà pastorali della comunità par-rocchiale. L’incontro con molti sof-ferenti della Parrocchia e le cono-scenze della sofferenza acquisitenei primi tre anni del mio ministerosacerdotale, mi spinsero ad usciredalla pia mia quiete, animato datanta fede nella Provvidenza, e dal-

Un’opera del popolo antillese,per il popolo antillese, per la Diocesi di Messina, per la Regione Sicilia.Stralci di appunti del sacerdote Mastroeni Egidio per dire a tutti grazie per la fattiva collaborazione.

l’altruismo di tanti Santi della caritàche ho scelto come maestri: DonBosco, P. Pio, il Cottolengo, P.Annibale e altri.Ho voluto fermamente credere nel-la bontà di tanta gente, senza igno-rare le difficoltà, i ben pensanti e gliuccellacci della malaria. Allora conla celerità degli anni giovanili misono consigliato, mi sono confron-tato con altre opere esistenti, hopregato intensamente, e la Madon-na è stata sempre al mio fianco.Il 21 Agosto 1974, alla fine dellamessa delle ore 10,30, ho annun-ciato alla comunità parrocchialepresente: “Diamo inizio a un’operaper il sollievo della sofferenza chedovrà essere fatta di donazione, divolontariato e di preghiera”. Da allo-ra tutte le offerte delle intenzionidelle messe e dei servizi sacerdota-li spettanti a me l’ ho sempre devo-lute per il Giardino di Redenzione. Ilpopolo Antillese, colto di sorpresa,lentamente ha incominciato a capi-re il giusto senso dell’iniziativa,esprimendo piena partecipazionecon la preghiera e con le offerte.Per prima, la Sig.ra Palella Antoni-na, fu Mario, ne ha condiviso l’altovalore religioso e umano e tanto ha

pregato per l’Opera nascente; illu-minata dallo Spirito Santo, ne haindicato il luogo e per il Giardino diRedenzione, ha offerto le sofferenzedegli ultimi anni della sua vita terre-na; dal cielo la sua prece continua.Sul pizzo Cancello, nell’area inte-ressata convergevano sedici appez-zamenti di terreno; per la realizza-zione dell’Opera, alcuni sono statinecessari per intero, e quindi sonostati acquistati, altri necessari inparte, sono stati donati, acquisendocosì uno spazio di circa tre ettari.Per dovere di gratitudine, desiderocitare coloro che hanno donato ter-reno perché hanno fermamentecreduto alla validità del Giardino.Intersimone Smiroldo Giuseppina ei suoi genitori – Muscolino France-sco e Bongiorno Giuseppa –Bon-giorno Onofrio e Lo Schiavo Vittoria– Muscolino Agata e MastroeniNatale – Palella Maria in Poetti – LoGiudice C. Domenico e MastroeniM. Concetta – Alizzi Nunziata eSantoro Domenico – Manfrè AngelaSanta e Manfrè Maria – Lo GiudiceSanti Francesco e Palella Agata.Il maestro Oreste Paolo Muscolinoha donato una sorgiva di acqua oli-gominerale per le necessità delGiardino.Il notaio Francesco Mastrojeni e ifigli hanno donato uno spazio perun parcheggio, proprio appena siarriva al Giardino.La Madonna ha mosso anche iconiugi Muscolino Vittoria e CacciaAntonino e i loro figli a donare il ter-reno all’entrata per la realizzazionedi un’ampia piazza da adibire anchea parcheggio per pullmans.La Sig.ra Palella Ins. Carmela ved.Muscolino nel 2002 ha donato unterreno limitrofo, per un’area attrez-zata per pic-nic.Nello scorso autunno 2003, l’Ammi-nistrazione Comunale si è adopera-ta a completare il muro di accessoalla piazza e un altro muro perampliarla e delimitarla, inoltre haprestato manutenzione con asfalto

Antillo, anni ‘70. La località dove sorgerà il Giardino

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PROSPETTIVE E RISORSE PER IL FUTUROANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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Qualche volta, rispetto alle lotte eagli impegni degli altri, si prestaun’attenzione davvero misurata,quasi svogliata, e poi ci si stupiscecome mai gli “altri” di ritorno, quasinon si accorgono di te e delle tuecapacità.E’ quello che mi è accaduto, neiconfronti di questo progetto: “lacampana”…dei dispersi di tutte leguerre, o per la pace, nella nuova epiù allargata versione, comunqueun’iniziativa ambiziosa e via via piùconcreta, della quale ho sempresentito parlare nella mia famigliaacquisita, e verso la quale, loammetto, ho assunto spesso un

atteggiamento di sporadico interes-se.Senza un preciso motivo, se non lamia curiosità, decido di vedere dicosa si tratta, perché un convegnosulla pace, e qui ad Antillo? Cosac’entra la campana con la risoluzio-ne dei conflitti umani? E perché lanecessità di un polo per la pace, inun angolo così remoto del mondo?Via via, che le discussioni sul tema,si avvicendano, riesco a trovarerisposte ai miei quesiti, uomini edonne con le loro esperienze, por-tate all’attenzione degli altri, parla-no di un progetto lungimirante,ciclopico, coinvolgente, e non haimportanza per me che ascolto,

quali diverse siano le spinte da cuimuovono le loro azioni.Il desiderio di una donna, laprof.ssa Emilia Palella, di dare lucead un’idea, nata 20 anni fa, quasigenerata come una creatura insie-me al marito, Amato Muscolino,che non è più tra noi, attraverso unatto d’amore incondizionato chesupera anche la morte.O l’iniziativa di molti amministratori,con in testa il nostro Sindaco che,assieme alla sua Amministrazione,si è fatto promotore di un protocol-lo d’intesa fra Comuni della Valled’Agrò che ha, fra i suoi obiettivi,quello di creare occasioni di svilup-

po che permettano a questi piccolicentri montani di uscire dal loro iso-lamento che non è solo geografico,per proiettarsi verso realtà più allar-gate e garantire, anche in questomodo, la sopravvivenza alle nostrecomunità.O ancora, il contributo di un parro-co, Don Egidio Mastroeni, che invi-ta tutti a non demordere, anche seil progetto è ambizioso, portando lasua esperienza, quella del “Giardi-no”, un’opera, anch’essa impegna-tiva, che si è realizzata a piccolipassi, senza grandi sconvolgimenti,ma credendoci tenacemente.E ora è lì, viva e vitale, sotto i nostripiedi, ad ospitare anche noi, e a

“LA FORZA DELLE IDEE”…FA SPICCARE VOLI AUDACI

di Rita Guanadio

Antillo, agosto 2003 - Convegno su “La Campana per la Pace”

sul manto stradale dal ponte Cicalaal Giardino.L’architetto Albino Muscolino dall’i-nizio, cioè dal 1974, fino ad oggi, esempre a titolo gratuito, ha prestatototale collaborazione e competenzeprofessionali nel definire le lineeorganizzative e programmatichedell’Opera e gli spazi strutturali, nelprogettare i vari edifici esistenti enell’attuare con la collaborazione diamici tutti gli adempimenti burocra-tici.Il Geom. Onofrio Mastroeni ha sem-pre curato, a titolo gratuito, le prati-che catastali inerenti agli atti notari-li.Con Atto di donazione del03/01/1984 ai rogiti del notaio Vin-cenzo Gregorio di Messina e regi-strato a Messina il 20/01/1984 al n.873, il Giardino di Redenzione èstato legato, in perpetuo, giuridica-mente alla Parrocchia S. Maria del-la Provvidenza in Antillo.Nell’atto di donazione è stato previ-sto l’obbligo a carico della Parroc-chia di “realizzare e sviluppare sulterreno donato un centro di spiri-tualità che curi una più intensa for-mazione religiosa e morale deimembri della comunità parrocchialee delle Comunità operanti nell’am-bito della Regione Sicilia, ed ognialtra iniziativa volta al sollievo dellasofferenza, con particolare riguardoall’assistenza ad anziani, portatori dihandicap e malati”.Con atto in Notar Carmela FlaviaCatanese di Messina rogito a Mes-sina il 16/02/2001 e registrato aMilazzo l’01/03/2001, la ParrocchiaS. Maria della Provvidenza haaccettato la suddetta donazione del03/01/1984.Per altre notizie di collaborazione sirimanda al n. 1, pagina 12 di AntilloNotizie.Al Giardino tutto è opera di Bene-fattori; tutti hanno collaborato per-ché hanno creduto nell’Opera; gliuccellacci della malaria possonogirare sempre al largo, e poi livedrete salire lungo la strada a pie-di e scalzi per recarsi al Santuario aipiedi della Madonna del Buon Cam-mino.Nel Giardino c’è il dito di Dio, cisono sempre gli Amici, e ciò mibasta per andare avanti.

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003PROSPETTIVE E RISORSE PER IL FUTURO10

dispetto di quanti non ci credevano.Quali che siano le molle di tanteazioni umane verso un unico pro-getto, ciò che conta è l’entusiasmoche avvolge tutti, ed è tangibile, sisente, e commuove anche me,riducendo l’iniziale distacco.Non credo che esistano motivi con-creti di polemica, quella che si èaccesa sul nome, inizialmente“Campana per i dispersi di tutte leguerre”, ora anche “Campana perla Pace”, i suoi rintocchi dovrebbe-ro onorare i caduti che non hannoricevuto una degna sepoltura, e altempo stesso, essere da monitocontro gli orrori della guerra, in uncammino verso la pace, e guerra epace non sono forse due aspettidella stessa medaglia? L’esattaantitesi l’una dell’altra, che esistonoentrambe sotto questo nostro cielo,per darsi senso a vicenda?Lev Nikolaeviç Tolstoj fa scuola giàdal 1867, con una delle massimeespressioni della letteratura mon-diale.Ma non occorre scomodare i grandiautori del passato, per asserire,senza tema di smentita, che in 20anni di cammino, questo progetto,nella sua iniziale essenza, è cre-sciuto, aprendosi verso un signifi-cato più ampio, ma non in contra-sto con la primaria stesura.L’architetto progettista, GiovanniMuscolino, parla, allora, di un’ope-razione di “Landscape art”, terminesconosciuto a molti di noi, verso ilquale si rimane un po’ interdetti,giusto il tempo di comprendere cheuna campana verrà posta al centro

di una grande piazza, il cui pavi-mento è la mappa del mondo, e lacampana a suonare simbolicamen-te su di esso.Proviamo ad immaginare il richiamoche avrà una simile opera per tantiche di Antillo sconoscono anchel’esistenza, un piccolo puntino sullamappa geografica, ma dalle poten-zialità infinite, e anche questo pro-getto ne è la dimostrazione.I problemi realizzativi ed organizza-tivi da superare sono innumerevoli,varie le forze da coinvolgere insinergia, fondamentali le spinte chedovrebbero obbligare alla realizza-zione, perché un punto di forza, for-se il solo, che potrebbe essere sol-lecitato per riscattare questi posti,la Valle d’Agrò nel suo complesso,andrebbe ravvisato nel turismo e intutte quelle attività connesse, qualil’agricoltura, l’artigianato, i prodottitipici locali.E poi ci sarebbero, il recupero delpatrimonio edilizio esistente pergarantire le necessarie strutturericettive, e il miglioramento dellaviabilità e di tutti quegli altri servizinecessari alla promozione turisticadella zona.Verrebbe anche realizzato un Cen-tro Studi Universitario per la risolu-zione dei conflitti, tra i pochi inEuropa, e unico in Italia che fonde-rebbe le sue basi e trarrebbe la sualinfa vitale da un grande, insostitui-bile, impulso: la pace.Elemento della vita umana a cuitende l’individuo come la nazione,la famiglia come i componenti, insi-to nella natura dell’uomo il deside-

Organizzato dal Comitato “Pro Erigenda Campana aiDispersi di tutte le guerre” e dal Comune di Antillo,domenica 10 agosto si è svolto, al Giardino di Reden-zione, il Convegno su “La Valle per la Pace”. Dopo l’a-pertura dei lavori del Sindaco di Antillo Antonio DiCiuccio e il saluto del Parroco Don Egidio Mastroeni,sono intervenuti quasi tutti i Sindaci dei Comuni dellaValle d’Agrò, il primo cittadino di Castelbuono (PA),Giovanni Muscolino in rappresentanza del gruppo deitecnici incaricati alla redazione del “Progetto dellaGrande Campana su Pizzo Monaco”, Marcello Mollicadell’Università di Lovanio (Belgio), Mario Roma presi-dente del C.A.A.V.A.N. di Giardini Naxos, Giuseppe

CONVEGNO “LA VALLE PER LA PACE”Toscano della Zecca, rappresentante UNESCO diCatania ed altre personalità. Relatori del riuscitissimoconvegno, che ha avuto per moderatori Emilia Palellae Armando Siciliano, sono stati Luc Reychler, docentedi Studi sulla Pace e Management dei Conflitti dell’U-niversità Cattolica di Lovanio e Stephen Ryan docentedi Risoluzione dei Conflitti e Studi della Pace dell’Uni-versità dell’Ulster. Dalla serata è scaturita, su iniziativadel Sindaco di Antillo, la determinazione di pervenire inbreve tempo alla stipula di un protocollo d’intesa fra iComuni della Valle d’Agrò, finalizzato a realizzareinsieme il progetto della “Grande Campana“.

LA REDAZIONE

rio di raggiungerla, non sempre conrisultati convincenti, e i vari focolaisparsi in tutto il mondo lo dimostra-no.Ma la ricerca di un equilibrio dipace è una molla che esiste inognuno di noi, me compresa, lad-dove nel quotidiano, in pace con sée con gli altri, diamo il meglio di noistessi, siamo produttivi, efficienti,protesi verso il giusto sviluppo del-la nostra coscienza e della nostravita.Luc Reychler, uno dei due studiosiintervenuti al Convegno, affermaproprio questo: “Non ci sarà svilup-po, senza pace”.E’ un assioma che vale per l’indivi-duo in particolare e per i popoli ingenerale. E tutta l’opera connessaalla Campana e al Centro Studi, acontorno di quest’assioma, scaturi-rebbe quasi da sola, perché ilnucleo, quello da cui muove il tutto,è trainante, e come ho detto, è insi-to in ognuno di noi.Mi piacerebbe pensare che potran-no bastare gli impulsi positivi del-l’essere umano a garantire la realiz-zazione del progetto, purtroppo, soche non sarà così e, a latere di talispinte, a causa della grandezza edespansione dell’idea, ci vorrannoimpegno, energie, un mucchio diquattrini, il superamento di barrierementali, il desiderio di andare avan-ti a dispetto delle isolate voglie diprotagonismo, per riconoscere eonorare chi, realmente, ci ha credu-to e chi continua a crederci. Miauguro che tutto ciò accada. Pre-sto!

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IL BELLO DEL NOSTRO PAESEANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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LE PIU’ BELLE IMMAGINI DELLA MERAVIGLIOSA ANTILLO

Immagina un fotografo o, meglio, un raffinato cultore del-l’arte fotografica, uno di quelli perdutamente affascinatidalle magiche atmosfere di luoghi come Antillo, in cui lamodernità non riesce ad avere il sopravvento su tradizio-ni secolari e dove il tempo sembra scorrere più lenta-mente che altrove. E poi prova ad immaginare una terra,la nostra, capace di suscitare in chi ha l’occasione di visi-tarla interesse e stupore, attrazione ed emozione, grazieai suoi tesori di insospettabile bellezza, da salvaguardaree valorizzare. Metti insieme tutto questo e il risultato èuna straordinaria mostra fotografica dal suggestivo titolo:“La meravigliosa Antillo”, realizzata dal maestro cataneseAlfio Strano col patrocinio del Comune di Antillo. L’ecce-zionale evento ospitato la scorsa estate, dal 16 al 19 ago-sto, dall’Aula Consiliare, ed inserito nel cartellone dellemanifestazioni estive allestito dall’AmministrazioneComunale, denominato “E...state ad Antillo 2003”, hariscosso un notevole consenso di pubblico, testimoniatodalle decine e decine di visitatori, che si sono avvicenda-ti all’interno dei locali espositivi per ammirare: scorci pae-saggistici, ambienti naturalistici, opere artistiche, monu-menti architettonici e particolari caratteristici del centrostorico immortalati in istantanee di rara e raffinata bellez-za.L’esposizione fotografica si è aperta la sera del 16 ago-sto con un’affollata ed intensa cerimonia di inaugurazio-ne alla quale sono intervenuti il Sindaco Antonio Di Ciuc-cio, l’Assessore alla Cultura Antonino Muscolino, il VicePresidente del Consiglio Comunale, nonché Direttore di“Antillo Notizie”, Salvatore Muscolino ed il Parroco Sac.Egidio Mastroeni, i quali hanno illustrato dettagliatamen-

In una mostra fotografica realizzata dal Maestro catanese Alfio Strano riaffiorano come per “incanto” gli splen-didi ed inestimabili tesori della nostra generosa terra. Dalle incontaminate bellezze naturalistiche al preziosopatrimonio artistico, passando per le vetuste, eppure sempre vive, borgate del centro storico. Un viaggio esal-tante alla riscoperta delle meraviglie di Antillo “fissate” in istantanee capaci di regalare emozioni ad ogni sguar-do e di preservare, dall’implacabile trascorrere del tempo, l’identità storico-culturale della nostra comunità.

te oggetto e finalità dell’iniziativa, rivolta essenzialmentea preservare la memoria delle più belle immagini di Antil-lo, prima che la forza distruttrice del tempo o, peggio,l’incuria dell’uomo le possano definitivamente cancellare.E’ seguito poi l’intervento dell’autore della mostra il qua-le, dopo aver ribadito l’intimo rapporto, ormai venticin-quennale, che lo lega ad Antillo, non ha mancato di sot-tolineare, tra l’altro, come nel nostro paese abbia scoper-to molteplici e suggestivi soggetti da fotografare, taluniunici in tutta la Val d’Agrò.Quando giunge il momento di alzare il sipario sull’esposi-zione e finalmente le innumerevoli fotografie si mostranoagli occhi interessati del pubblico, i visitatori rimangono“incantati” di fronte a simili opere d’arte, e quasi stupe-fatti nello scoprire in tali immagini dettagli e particolariche probabilmente nell’osservazione “dal vivo” non era-no stati assolutamente mai notati. E’ veramente emozio-nante, ad esempio, osservare, in primo piano, lo sguardofiero e deciso del Soldato del Monumento ai Caduti,mentre incita i propri commilitoni all’assalto contro ilnemico, oppure ammirare la maestosità della Campanabronzea dedicata ai dispersi di tutte le guerre; in queimomenti, sovviene quasi naturale, nell’animo dello spet-tatore, rivolgere un pensiero di cristiana pietà nei con-fronti di tutti quei nostri eroici concittadini che, votandosiall’estremo sacrificio, si sono immolati per il bene supre-mo della Patria. Oppure, come rimanere impassibilidinanzi alle fotografie che ritraggono le vetuste borgatedel centro storico, quasi un labirinto inestricabile in cui sialternano strette e tortuose viuzze, graziosi vicoli ed anti-che costruzioni, figlie di un tempo ormai lontano, con leloro balaustre in ferro battuto e con le arcate di porte efinestre finemente lavorate con pietra locale; davvero èimpossibile osservare tali particolari senza che il pensie-ro del visitatore corra veloce al lavoro faticoso, ma al con-tempo accurato e scrupoloso, degli antichi mastri forgia-tori e degli scalpellini. O ancora, come osservare, esta-siati, le istantanee che riproducono i particolari delle sce-ne agresti raffigurate sul mosaico in ceramica situato nel-la Villetta Comunale, senza riflettere sulla difficile e gra-vosa esistenza trascorsa nei campi dai nostri avi per iquali quelle scene rappresentavano gesti e attività diordinaria quotidianità. E poi, si può rimanere indifferentinell’osservare le fotografie che immortalano i più incante-voli ed impareggiabili scenari naturalistici del nostro terri-torio? No, credo che non si possa, e che anzi immaginiquali quelle della lussureggiante e variopinta “Valle deiPlatani” che ospita il funzionale gazebo e la sorgiva natu-

Antillo, 16 agosto 2003. L’inaugurazione della mostra fotografica“La meravigliosa Antillo”

di Giuseppe Sigillo

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003IL BELLO DEL NOSTRO PAESE

PIANETA GIOVANI

12rale di contrada Girattimi, o dei panorami del centro abi-tato e della frazione Cicala immersi nel verde delle rigo-gliose vallate peloritane, o infine dell’imponente mole del-la Rocca Castello che sovrasta Antillo caratterizzandone,profondamente, il meraviglioso paesaggio, dovrebberostimolarci a tutelare maggiormente e più accuratamenteil nostro patrimonio naturalistico, preservandolo dagliincendi, dall’inquinamento e da qualsiasi altro agente chelo possa irrimediabilmente deturpare, nella consapevo-lezza che esso costituisce, davvero, una delle pocherisorse di cui dispone il nostro Comune e che, pertanto,può costituire, dal punto di vista turistico (e non solo),un’inesauribile fonte di ricchezza e di sviluppo per il futu-ro della nostra comunità. E infine, come non rimanereassorti, in contemplazione, davanti alle foto con sogget-to religioso: la Chiesa della Patrona, S. Maria della Prov-videnza, le venerate icone religiose disseminate in ogniquartiere del nostro Comune, il Giardino della Redenzio-ne con il costruendo Santuario, la statua del Cristo men-tre prega nell’Orto degli Ulivi, con lo sguardo sofferente e

Essere un giovane ad Antillo, come, del resto, per chi è giova-

ne in un paese del sud d’Italia, è una condizione privilegiata da

un lato, ma allo stesso tempo sfortunata. Perché?

Perché vive in un paese solare, in un’isola piena di luce per

quasi tutto l’anno, vicino ad una località, Taormina, che l’Euro-

pa intera ci invidia, ma è il problema lavoro che lo affligge, l’es-

sere un numero nelle liste infinite dei disoccupati, essere adul-

to ma economicamente dipendente dai genitori.

La speranza, però, non lo abbandona mai, allora pur di riusci-

re a non abbandonare questi luoghi cari, si accontenta di qua-

lunque lavoro (anche saltuario), si presenta a qualunque ban-

do di concorso, perché non vuole pesare costantemente sulla

propria famiglia e desidera raggiungere la tanto sospirata indi-

pendenza.

Aspetta, fino a quando l’illusione non diviene delusione, fino a

quando la speranza non comincia a scemare, poi quando

anche l’ultimo tentativo è vano, mette i propri sogni in una vali-

gia e va lontano dove cerca di realizzarli; lasciando i propri

cari, i propri affetti, una madre col cuore pieno di dolore per la

lontananza del figlio, ma anche rassegnata perché desidera

che il suo ragazzo possa avere un futuro migliore.

Non è un giovane che ama vivere nella condizione di “mante-

nuto”, che non ha voglia di fare niente, per qualcuno anche

“spento dentro”, è solo “arrabbiato”. Arrabbiato contro le Isti-

tuzioni, i Governi che parlano tanto di voler risolvere la piaga

del Mezzogiorno, il problema della disoccupazione che dura

da secoli, e che, rimane sempre tale, per poter finalmente

rimanere in questi luoghi che ama e che non vorrebbe mai

lasciare.

Carmelinda Mastroeni

l’animo angosciato di chi sa di dover sacrificare la propriavita per la salvezza dell’umanità, la Sacra Effigie di PadrePio, il frate con le stimmate divenuto Santo, la Croce delGiardino che svetta alta nel cielo, quasi a voler dare pro-tezione, da lassù, al nostro paese; immagini che, certo,contribuiscono a far riscoprire e a rinnovare nei visitatorila fede e la devozione religiosa alle quali è saldamenteancorato il Popolo Antillese.Quindi, lungi dall’essere stato un evento fine a se stesso,al contrario, questa mostra ha avuto il merito di avercatalizzato l’attenzione e la riflessione del pubblico sucom’era Antillo nel passato, che paese è oggi e qualepotrebbe essere il suo futuro. Di ciò, noi Antillesi sentita-mente ringraziamo l’autore della rassegna fotografica,Alfio Strano che, animato esclusivamente dalla passionee dalla dedizione tipiche degli amanti dell’arte fotografi-ca, ci ha consegnato, in dono, queste splendide immagi-ni di Antillo, quasi una sintesi della memoria collettiva del-la nostra comunità, che noi abbiamo il dovere di custodi-re gelosamente per tramandarle alle future generazioni.

ESSERE GIOVANI AD ANTILLONon è facile per un giovane vivere ad Antillo perché come pae-se non offre tanto, anzi poco o nulla, non ci sono divertimenti senon piccoli luoghi di incontro. Per chi è credente i locali dellaChiesa, per altri la sala giochi, il bar e il campo sportivo. Moltepersone dei paesi vicini ci chiedono: come fate a stare in unambiente che non offre molte prospettive? L’amore per il nostropaese evidentemente è più grande di ogni difficoltà o privazio-ne; bisogna vedere poi che cosa si intende per divertimenti, avolte ci si può divertire anche semplicemente stando insieme.Nonostante le difficoltà i giovani in questi anni sono stati capa-ci di affrontare con coraggio e spirito di sacrificio gli studi siadelle scuole superiori che quelli universitari, molti si sono distin-ti in altri lavori altrettanto dignitosi, altri purtroppo sono staticostretti ad andare fuori, al Nord, per un posto di: collaborato-re scolastico, amministrativo o di operaio. Tutto è stato sempreaffrontato con spirito di sacrificio e di riscatto per una vitamigliore. Un tempo le madri erano in pianto perché vedevanopartire i loro figli per il fronte; oggi, la storia si ripete perchévedono partire i figli per il nord. Chiedo a chi può perché è cosìdifficile far lavorare i giovani nel proprio luogo di appartenenzamagari creando dei lavori part-time?Una lode comunque va ai nostri giovani, ovunque si sonodistinti per umiltà e bontà, negli anni passati molti hanno pre-stato servizio di volontariato occupandosi con amore dei disa-bili ospiti al Giardino di Redenzione, grazie all’interessamento diPadre Egidio, sempre pronto ad incoraggiare i giovani verso leesperienze umanitarie. Nel 2000, Anno Santo, alcuni giovani sono partiti per Roma perprestare servizio di volontariato nelle quattro Basiliche meta dipellegrinaggio: anche lì si sono distinti per educazione, umiltà evoglia di fare. Questo perché il paese che spesso viene definitodi montagna ha saputo educare i suoi figli con nobili principi,spirito di sacrificio e voglia di fare. Quest’ultima, insieme allacaparbietà non sono mai mancate e invito quanti si sentonodemoralizzati a non perdere mai la fiducia in loro stessi perchéanche se le difficoltà sono tante la forza di volontà e la capacitàdi riscatto deve essere ancora più grande.

Otelia Zizzo

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PRIMO PIANO SUGLI EMIGRATIANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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Ogni estate, in prossimità dei festeggia-menti della Madonna della Provvidenza,un numero consistente di emigrati antil-lesi ritorna a popolare le nostre strade ei nostri vicoli, risiedendo nelle casepaterne e trascorrendo un poco delleloro ferie nelle contrade natie. Si tratta difuoriusciti partiti tanto tempo fa versoluoghi di sicuro lavoro e benessereoppure dei loro figli e dei loro nipoti ritor-nati, seppur per breve tempo, sulle ormedei loro padri e nonni.A partire dalla fine di luglio di ogni annoil tutto si ripete come un rito che si rin-nova con personaggi che sono alcunevolte uguali, altre volte cambiano perchéil tempo inesorabile passa non solo perchi rimane ma anche per chi parte. Leleggi della vita impongono che ai padri sisostituiscano i figli e che di chi non c’èpiù rimanga solo un ricordo, una battuta,una frase che gli altri riportano a peren-ne testimonianza di un carattere, diun’esperienza di vita, di una storia. Ognuno di noi, nel suo piccolo cosmo, èun universo intero. Se di ogni personache è andata via da Antillo, sia che si tro-vi nella vicina riviera ionica sia che abbiavarcato l’Oceano verso l’Ovest o il Suddel mondo, potessimo riportare tutte leesperienze, avremmo tanti romanzi etante storie quanti sono gli emigratiiscritti come tali all’anagrafe del comunedi Antillo dalla fine dell’Ottocento fino adoggi. Purtroppo la scarsa documenta-zione bibliografica e le striminzite notizieanagrafiche ci impongono di effettuareuna scelta necessaria nel riportare le più

significative esperienze di chi è partito ei ricordi intrisi di dolcezza e nostalgia dichi è ritornato.Migliaia sono i nomi che si potrebberofare per testimoniare il lustro che gliAntillesi hanno dato a questa terra con illoro lavoro in qualsiasi parte dell’Italia edel mondo e che ancora oggi dannoquotidianamente.Dalle pagine del libro “Antillo, Memorie eImmagini” del recentemente scomparsoprof. Carmelo Crisafulli si può apprende-re che da una famiglia di emigrati antille-si negli Stati Uniti è emerso, grazie allavoro e allo studio, un giovane promet-tente, Santino Alessandro Crisafulli(1908-1997), che ha ricoperto la caricadi Preside del Dipartimento di RomanceLanguages and Litératures all’UniversitàCattolica di Washington. Santino Crisa-fulli era figlio di Mario Crisafulli e di MariaBongiorno ed era stato alunno dellamaestra Marianna Conti nella stessaclasse con Stefano Petralia, altro nomeillustre di Antillo, divenuto successiva-mente un luminare di Fisica Medicapresso l’Università di Bologna.Il padre di Santino, Mario Crisafulli, eraarrivato per la prima volta negli Stati Uni-ti il 5 marzo del 1903. Ritornato nel 1907e nel 1916, si era stabilito definitivamen-te ad Akron nell’Ohio nel 1921 ottenen-do la cittadinanza americana e trasmet-tendola anche ai figli, Santino, Giuseppi-na e Virginio, che lo raggiungerannoinsieme con la madre l’8 settembre del1922 a bordo della nave Giuseppe Ver-di, partita da Napoli il 26 agosto.Sempre dal libro del prof. Crisafulli sipuò apprendere che negli Stati Unitiinsegna tuttora un figlio di Antillo emi-grato con la famiglia nel dopoguerra. Sitratta del prof. Gino Impellizzeri, docen-te di Italiano, Francese e Spagnolo pres-so l’Università College of Du Page dell’Il-linois.Un’altra famiglia illustre che negli StatiUniti si nobilitò grazie al lavoro è sicura-mente quella di Giuseppe Lo Conte,noto ad Antillo con il soprannome diMastrangelu. I suoi discendenti (di cuisalutiamo con affetto la figlia Maria e ilgenero Walter Rossi sempre presenti inestate fin quando le loro condizioni disalute lo hanno permesso) sono oggititolari in America di importanti impreseche coprono più settori dell’attività pro-

duttiva.Giuseppe Lo Conte era sbarcato a NewYork il 12 maggio 1921 sulla nave Regi-na d’Italia all’età di 24 anni dichiarandodi andare dal cognato Agatino Saglim-beni, abitante a New York, e di avere 25dollari in tasca.Sarebbe interessante scrivere le singolestorie di ciascun nostro concittadino, diquello che hanno vissuto in tanti anni dipermanenza all’estero soprattutto in unperiodo così delicato come quello delledue guerre mondiali. Eventi che hannodiviso i padri dai figli, i mariti dalle moglie che hanno imposto scelte coraggiosea chi è rimasto. Paradigmatica è lavicenda di Valerio Giuseppe Palella par-tito a 17 anni nel 1913 e rimasto, conbrevi interruzioni per rivedere i familiari,negli Stati Uniti fino al 1975 per poi ritor-nare a morire nella propria terra.È difficile immaginare che cosa può pro-vare un essere umano che rivede la pro-pria terra, i luoghi della propria infanzia, ilcampanile, la Chiesa, la sempre venera-ta immagine della Madonna della Prov-videnza dopo anni di lontananza. Leparole non bastano ma possono esseresignificative come quelle di Luigi Saglim-beni, figlio di Francesco Saglimbeni eStefana Carmela Zizzo, nel 1996 duran-te la manifestazione “Omaggio all’emi-grante e al turista in Val d’Agrò”, orga-nizzata dal Gruppo Artistico Antillese. Intale occasione il sig. Luigi, chiamato arappresentare gli Antillesi nel mondoinsieme a Paolino Muscolino (detto Sal-vatore), Giovanni Di Blasi, ArmandoImpellizzeri e Giuseppe Ritmo, con lavoce rotta disse: «Sono partito con lamia famiglia nel 1956 e da allora in poiquando ritorno ad Antillo nell’avvicinarmial Cimitero sento il sangue ribollire nellamia testa».E anche nell’estate passata molti sonostati i volti rivisti dopo anni, come quellodi Carmelina Zizzo Smiroldo che è ritor-nata ad Antillo con una sua nipote perrespirare per qualche giorno l’aria salu-bre delle nostre terre e per riabbracciareparenti e amici lasciati tanto tempo fa.Dover abbandonare il proprio luogo dinascita è sempre uno strappo dolorosoche segna tutta la vita, ma l’esperienzadi chi parte si coniuga sempre nel ricor-do di chi ritorna a rendere eterna la sto-ria di un popolo.

Anni sessanta. Un gruppo di emigranti in viaggiosulla nave per l’America

ESPERIENZE DI CHI PARTE E RICORDI DI CHI RITORNAdi Nino Palella e Andrea Sigillo

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003PRIMO PIANO SUGLI EMIGRATI14

Riportiamo il testo di una e-mailinviata dalla nostra concittadinaVicki Webster Saglimbeni e la nostrarisposta ad un suo quesito:

Mi ha fatto tanto piacere leggere lenotizie su Antillo. Il nome di miopadre è Francesco Saglimbeni e sia-mo emigrati da Antillo a WashingtonD.C. nel 1956. Ho visto in un vostroarticolo che Luigi Saglimbeni eraemigrato ad Albany, New York nel1902. Ora io vorrei sapere se questosignore era veramente mio nonnoda parte di mio padre, FrancescoSaglimbeni. Mia madre appartenevaalla famiglia Zizzo.I nipoti di Luigi Saglimbeni siamo noiche in parte abitiamo a WashingtonD.C. e in parte a Albany ed anche aNew York.Molti complimenti a voi tutti chemantenete in vita le tradizioni diAntillo. Emigrare in un altro paese è

molto difficile. I nostri parenti l’han-no fatto per dare a noi un futuro chein quel tempo ad Antillo non c’era.Ora tutto è molto cambiato da quan-do io ero bambina. Grazie tanto econgratulazioni.

Vicki Webster Saglimbeni

Dalle risultanze anagrafiche emergeche Luigi Saglimbeni fu Antonino ènato ad Antillo il 10 novembre 1856,ha contratto matrimonio in data 28dicembre 1882 con Giovanna Pugli-si ed è morto ad Antillo il 20 feb-braio 1938. Da questo matrimonio ènato il 13 aprile 1909 FrancescoSaglimbeni, coniugato con ZizzoStefana Carmela il 19 aprile 1933 emorto ad Antillo il 25 agosto 1956.Abbiamo ragione di ritenere che sitratta dello stesso Luigi Saglimbeniarrivato a New York nel 1902 e ritor-nato nel 1911 e che quindi si trattadi vostro nonno.

Nell’ambito delle manifestazioniestive denominate “E….state adAntillo 2003”, l’AmministrazioneComunale guidata dal SindacoAntonio Di Ciuccio, ha voluto riser-vare la serata del 19 agosto a tuttigli emigranti antillesi sparsi per ilmondo. I protagonisti della suddettamanifestazione sono stati tutti inostri compaesani rientrati ad Antil-lo in occasione delle ferie estive perpartecipare ai festeggiamenti dellanostra Patrona S. Maria della Prov-videnza.

19 AGOSTO 2003...GIORNATA DELL’EMIGRANTE

di Nino Palella e Andrea Sigillo

Il Sindaco, intervenuto alla cerimo-nia, ha voluto insignire personal-mente con una targa ricordo tutti gliemigranti presenti. Una commozio-ne collettiva e forti emozioni indivi-duali hanno caratterizzato la serata,al punto da indurre l’Amministrazio-ne Comunale a riproporre questapiacevole e lodevole iniziativa anchenelle edizioni future come una irri-nunciabile e fondamentale occasio-ne di incontro dell’estate antillese.

Ringraziamo la nostra concittadina per averci inviato il suo gentile messag-gio e salutiamo tutti gli Antillesi nel mondo ribadendo il nostro invito a scri-verci:TRAMITE LETTERAall’indirizzo Redazione “Antillo Notizie” c/o Comune di Antillo – Piazza S. Mariadella Provvidenza – 98030 Antillo (ME) – Italia,

TRAMITE FAXal n° 0942 723271 alla cortese attenzione della Redazione “Antillo Notizie”,

TRAMITE E- MAILall’indirizzo di posta elettronica [email protected]

FILO DIRETTO CON GLI EMIGRATILA PROCESSIONEDELLA PATRONA S. MARIA DELLAPROVVIDENZA INDIRETTA SU INTERNET

di Maria Rita Tomasi

Il 22 agosto del 2003 i nostri concittadi-ni emigrati hanno potuto seguire indiretta le fasi salienti della Processionedella Patrona S. Maria della Provvidenzasul sito internet del nostro periodico. L’i-niziativa ha avuto grande successo tragli emigrati antillesi, che da ogni statodel mondo hanno seguito, numerosi,con commozione e gioia, i festeggia-menti dedicati alla Madonna della Prov-videnza che si svolgevano nel paesenatale dallo schermo dei loro computer.Tra questi amici antillesi vogliamo salu-tare alcuni di loro che si sono pronta-mente messi in contatto telefonico conla redazione e con i familiari ad Antilloper confermare il buon esito della tra-smissione: Adriano Smiroldo ad Albany,Gloria Smiroldo e la sua famiglia a NewYork e infine Vicki Webster a Washing-ton DC, che ci ha inviato una commo-vente e-mail. Invitiamo tutti quelli chehanno seguito l’evento dall’Italia o dal-l’estero a comunicarcelo e a raccontarcile loro emozioni tramite e-mail all’indiriz-zo [email protected].

THE PROCESSIONOF THE PATRONESSS. MARIA OF THEPROVIDENCE IN LIVE BROADCASTON INTERNETThe 22nd of August 2003 our fellow citi-zens emigrated abroad have followed inlive broadcast the main moments of theProcession of the Patroness S. Maria ofthe Providence linking up at the internetwebsite of our journal. The event hasachieved a large success. In fact fromany country of the world many Antillo’semigrated people have seen with emo-tion and joy the celebrations dedicatedto Our Lady of Providence in the nativetown by their computers’ screams.Between these Antillo’s friends we wantgreeting someone of them, who havephoned promptly to confirm the goodresult of the transmission: Adriano Smi-roldo from Albany, Gloria Smiroldo andher family from New York and Vicki Web-ster from Washington DC, who sent amoving e-mail. We want to invite every-body, who have followed the event fromItaly or from abroad, to tell us their emo-tions at the e-mail address [email protected].

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CULTURA, TRADIZIONE, COSTUMEANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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CHE TEMPO FARA’!di Diego Lo Giudice

Una giornata d’afa, un acquazzone, una grandinata ..... que-sti avvenimenti, che per molti di noi sono di marginaleimportanza per altri sono fondamentali sia per quantoriguarda il proprio lavoro sia per motivazioni prettamentesociali.Non vi è mai successo di incontrare un conoscente e nonavendo, sul momento, un argomento per discutere, inco-minciate a parlare del tempo di oggi, di ieri e dei mesi scor-si, senza essere particolarmente interessati ? Questo curio-so modo di fare, che non è rintracciabile solo nei confini delnostro territorio, può essere giustificato riconducendolo airapporti che i nostri progenitori avevano con gli effetti atmo-sferici.I nostri avi, infatti, sbarcavano il lunario soprattutto attraver-so l’agricoltura e la pastorizia; spesso il sopraggiungere diun inaspettato avvenimento atmosferico, che per molti di noiadesso è considerato superficialmente, poteva causare pri-vazioni pesanti per un intero anno.Quest’interesse verso il “che tempo farà!” con l’andare deltempo ha perso, quasi del tutto, la sua valenza tecnico-ope-rativa, poiché l’agricoltura e la pastorizia, nella maggior par-te dei casi, sono state sostituite con il terziario; ha inveceacquistato una nuova funzione di aggregante sociale.Ecco spiegati i motivi che spingono avvocati, dottori eimpiegati, anche se sono costretti in uffici ben riscaldati d’in-verno e ben refrigerati d’estate, a continuare ad interessarsidel tempo.Dopo aver portato alla luce questo singolare comportamen-to umano e avendo evidenziato quanto sia importante com-prendere i mutamenti ambientali, vorrei far riemergere dalpassato alcuni espedienti e conoscenze utilizzate dai nostripadri per prevederli, non servendosi dei satelliti, ma avendomaggior precisione e puntualità degli stessi.Spesso queste conoscenze erano affidate ai posteri attra-verso l’utilizzo del “detto”, il più famoso dei quali è, sicura-mente, “cielu a picurinu, sì non ghiovi a sira ghiovi a matina”,riadattamento antillese del più famoso “cielo a pecorelle,pioggia a catinelle”, conosciuto in lungo e in largo per tuttala penisola.Frequentemente accade che i primi a leggere gli imminentimutamenti ambientali siano non gli esseri umani, ma gli ani-mali, in particolar modo gli insetti e gli animaletti che vivonoin prossimità di correnti d’acqua o in cunicoli sotterranei. Laloro fragile esistenza, infatti, è strettamente legata alla capa-cità di anticipare anche un banale acquazzone, risultato ditale paura è una surreale frenesia dell’intero mondo natura-le. Potremmo fare riferimento ad un animale tanto sgraziatoa vedersi quanto utile nel preannunciare un maltempo immi-nente: la rana.

Le rane, infatti, poco tempo prima che si origini un tempo-rale assumono dei comportamenti singolari ai nostri occhi,ma sicuramente vitali per loro: qualche giorno prima del veri-ficarsi dell’avvenimento emettono particolari suoni moltodissimili dal loro solito cantare e, quando avvertono l’incom-bere da lì a poco di tale avvenimento, cercano riparo allon-tanandosi dalle sorgenti d’acqua per rifugiarsi in luoghi piùsicuri, anche a costo di sacrificare la loro vita per soddisfa-re “le esigenze di velocità” dei guidatori più superficiali. Inostri padri, fin da tempi a noi lontanissimi, avevano classi-ficato i diversi effetti atmosferici attraverso l’utilizzo di corri-spondenze, che associavano la provenienza delle nubi conla diversa configurazione dell’accadimento meteorologico.Questa classificazione, definita “i quattru tempi” individua,appunto, quattro tipologie di fenomeni: “’u mannanici” , “’usciroccu” , “’a tramuntana” ,che in prevalenza originanorispettivamente grandine, pioggia leggera e forte temporale,e “’u menziornu” , che è considerato la panacea di tutte letipologie di maltempo. Un altro tempo considerato dai nostripadri con notevole importanza è, sicuramente, “ ‘u libici”. Illibeccio è un vento, proveniente dalla Libia, che nasce inmodo rapido e raggiunge una forza anche notevole; in pas-sato, il verificarsi di periodi di libeccio poteva arrecare note-voli danni all’economia paesana. La produzione della seta,infatti, si ridimensionava: il bruco diveniva “mascuni” e quin-di improduttivo; lo stesso accadeva agli alberi da frutto infioritura: i fiori non “lianu” e cadono. In un certo senso gliantichi avevano utilizzato in maniera rudimentale, ma effica-ce, la rosa dei venti per prevedere l’entità del maltempo.Questa conoscenza è, sicuramente, prova certa di come lanostra comunità abbia avuto fin dal passato, come trattodistintivo, un’invidiabile apertura culturale. Un altro strumen-to di previsione, che viene utilizzato, frequentemente, anco-ra adesso, è “i carennuli”. Questo ha assunto, anche in uncontesto ristretto come può essere quello antillese, diversevarianti legate soprattutto a differenti modi di associare igiorni prestabiliti ai mesi dell’anno futuro.Per non creare ulteriore confusione vorrei proporre, comeesempio, quello che è stato più ricorrente nelle intervisteeffettuate.Il procedimento parte dall’osservazione delle condizioni deltempo nei giorni compresi tra il tredici di dicembre (S. Lucia)e il sei di gennaio (Epifania) dell’anno successivo; questoarco di tempo è diviso in due parti: la prima “’a ‘nchianari”,dal 13 al 24 di dicembre e la seconda “’a scinniri”, dal 25 didicembre al 5 di gennaio. In un secondo momento si asso-cia ad ogni giorno, e quindi ad ogni diversa tipologia di effet-to atmosferico precedentemente osservato, un mese del-l’anno futuro nel seguente modo: nella fase “’a ‘nchianari” sisegue l’ordine cronologico della successione dei mesi (adesempio: il 13/12, maltempo, è riferito a gennaio,....e il24/12, grandine, a dicembre), nella fase “’a scinniri”, invece,si segue l’ordine opposto al precedente (ad esempio: il25/12, pioggia, è riferito a dicembre,...... il 5/1, freddo gelido,a gennaio). Inoltre, particolare importanza viene rivolta allatipologia di tempo che si manifesta a mezzogiorno del 6 digennaio; gli antichi, infatti, ci tramandano che, questo parti-colare effetto atmosferico “curreggi pi sei misi”, vale a diredurerà sei mesi nel corso dell’anno. Questo metodo, direttoverso la previsione delle condizioni metereologiche dell’inte-ro anno, è di notevole importanza non tanto per l’aspettoscientifico, facilmente discutibile, ma per il suo valore diAntillo. Una giornata nuvolosa di fine Settembre

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Da circa un anno, a cura dell’Associazione di arte, cultura e tradi-zioni siciliane SiciliArte di Santa Teresa di Riva, di cui è presidenteil prof. Carmelo Ariosto, studioso e ricercatore di tradizioni e musi-che popolari, viene allestita in diversi centri della Valle d’Agrò unapregevole mostra itinerante sui costumi e gli oggetti tradizionalidel territorio locale. Durante l’Estate del 2003, dall’1 luglio al 30 settembre, presso ilrecentemente restaurato Convento Agostiniano di Forza d’Agrò,l’Associazione Culturale SiciliArte ha dato vita a una mostra di piùampio respiro sulle tradizioni della Valle d’Agrò. Innanzi tutto di inestimabile valore è stata la presentazione delvestiario femminile tipico dell’entroterra e della riviera ionica, risa-lente a un periodo che va dal 1850 circa ai primi del 1900, com-posto sia di abiti da lavoro che di abiti da festa, nonché arricchitoda un vestito da sposa del 1920 di Limina. Alcuni abiti sono statiriprodotti fedelmente grazie all’ausilio di fotografie e ricerche orali,ma molti altri sono autentici e sono stati gentilmente prestati daiproprietari al prof. Ariosto. In particolare una parte dei capi espo-sti proviene da alcune famiglie antillesi, liminesi e forzesi come lefamiglie Mastroeni, Miano, Palella, Chillemi e Saglimbeni.L’esposizione si è caratterizzata, soprattutto, per il suggestivoconnubio tra la bellezza dell’edificio e la maestria e l’accuratezzadel prof. Ariosto nel ricreare nelle varie stanze del Convento i diver-si ambienti tipici della casa rurale e i luoghi tradizionali del lavoro.Così nei portici del chiostro del Convento hanno trovato posto lefigure dei pescatori della Marina vestiti dei loro abiti tradizionalicon le loro nasse e le loro reti e persino con il pescato abilmentee artisticamente ricreato in cartapesta. Invece in una delle saletteinterne ha preso vita il mondo agreste, poiché grazie alla perizia diun artigiano antillese, Vittorio Palella, sono state realizzati in minia-tura u pagghiaru, l’abitazione in pietra tipica delle campagne antil-

lesi, e il forno in pie-tra, e sono statiripresentati altriutensili rurali ormaifacenti parte delpatrimonio culturalee folcloristico diAntillo e della Valled’Agrò, come u firri-gnàcculu, che ave-va la funzione dispaventare e allon-tanare gli uccelli daicampi e che venivaanche utilizzatodurante il triduo

pasquale in sostitu-zione delle campa-ne legate a lutto.Nelle altre sale sonostati collocati alcunioggetti di usodomestico, che for-se qualcuno ancoraricorda o conserva,come il braciere,antico mezzo diriscaldamento delleabitazioni, come ‘amaìdda e u zzùricuper preparare ecustodire il pane, eancora a muscheraper conservare i salumi al riparo dagli insetti. Infine come cammeoconclusivo della mostra si devono ricordare il telaio di fine Otto-cento, originale di Antillo e gentilmente messo a disposizione dal-la signora Matilde Smiroldo, e il corredo da sposa tipico dellazona, dove tra coperte, lenzuola e altra biancheria, spiccano alcu-ne raffinate creazioni in filet siciliano, donate, tra gli altri, dall’anti-quario Nito Costa di Roma. Questo angolo della mostra è statoparticolarmente ammirato in occasione della trasmissione televisi-va “La Domenica del Villaggio” condotta da Davide Mengacci erealizzata in diretta da Forza D’Agrò domenica 5 ottobre 2003.Quindi si può senz’altro affermare che grazie a questa mostra esti-va, realistica e vivace nell’allestimento e davvero ricca e scrupolo-sa nei particolari, è stato possibile far conoscere ai numerosi turi-sti italiani e stranieri alcune note folcloristiche e tradizionali pretta-mente caratteristiche del nostro territorio, ma in particolare que-st’esposizione ha reso possibile una sorta di emozionante tuffo nelpassato per gli abitanti della Valle d’Agrò. E non bisogna dimenticare che il contributo più notevole per la suarealizzazione è stato dato proprio dal patrimonio tradizionale diAntillo e in particolar modo dalla disponibilità degli Antillesi a par-tecipare alla ricostruzione tangibile di un pezzo della nostra storiasia con i loro preziosi ricordi familiari, messi a disposizione per lamostra, sia con la bravura e l’ingegnosità artigianale, come quelladi Vittorio Palella. Questa mostra, nata dall’interesse, l’impegno e la costanza delprof. Ariosto, dunque, ha dato prova di come siano ancora vivenella memoria alcune tracce della vita passata di Antillo e dei pae-si della Valle d’Agrò e come la riscoperta delle tradizioni e deicostumi antichi sia un cammino non solo affascinante, ma cultu-ralmente e turisticamente ricco di prospettive.

ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003CULTURA, TRADIZIONE, COSTUME16

Il prof. Ariosto accanto a un antico telaio

Il Sindaco con l’artigiano Vittorio Palella

LA MOSTRA SICILIARTE A FORZA D’AGRÒ: REPERTI E TRADIZIONI DAL PASSATO DI ANTILLO

di Maria Rita Tomasi

testimonianza del ricchissimo bagaglioculturale, che pervade dalle nostre tra-dizioni.Vorrei concludere la mia rassegnafacendo un breve riferimento “’a canni-lora” (candelora), definita anche festadella luce, che si celebra il 2 di febbraioe ricorda il rito di purificazione di Mariaaccompagnato dalla presentazione diGesù al tempio; gli antichi ritenevanoche con la candelora metà stagionefredda fosse alle spalle, identificandocosì nel 2 di febbraio il punto interme-dio dell’inverno. Tutti questi espedienti e molti altri anco-ra, venivano sfruttati dai padri dei nostripadri in maniera meticolosa e puntuale,dando ad ognuno di loro un’importanza

quasi sacrale, e proprio per questo cre-do personalmente che sia giusto, perrispetto a loro, fare in modo che non sidisperdano nel tempo.

I QUATTRU TEMPIEra in muntagna, vardava li muntidi corpu mi rruvau lu timpuraliNeula visti di li quattro punticu lampi e trona, na cosa ‘nfirnaliLu menziornu si fici li cuntisubbitu spiazzò li so rivaliE focu fici non facennu scuntie vidiri mi fici quantu valiCi riflittìu, pigghiai l’appuntie sta canzuni fici originali.

Canzuni di Giuseppe Palella

I QUATTRO TEMPIEro in montagna, guardavo i montiall’improvviso è arrivato il temporaleHo visto nuvole da tutte le particon fulmini e tuoni: una cosa infernaleIl Mezzogiorno si è fatto i contisubito ha sopraffatto i suoi rivaliE fuoco fece non facendo scontie mi ha fatto vedere quanto valeHo riflettuto ed ho preso gli appuntied ho fatto questo canzone originale.

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Guardare indietro, ciò che è stato,per l’individuo o per la comunità, èsegnale di saggezza, per trarre for-se, i necessari insegnamenti, ma piùdi questo per capire che non ci sonostate conquiste senza rinunce, nélibertà senza sofferenze, e tuttoquanto, noi donne del duemilaabbiamo ereditato in termini dicoscienza e dignità, lo dobbiamo alsacrificio e alle lotte di tutte quelleMaruzze che ci hanno precedute,costrette a vivere in uno strano lim-bo, che non era né inferno né para-diso, al tempo stesso schiave e ful-cro della casa.Il piccolo tributo che sento di doverriconoscere alle nostre antenate,consiste nel riferire di questo loroesistere, partendo dagli anni della2^ guerra, in un paesino di nostraconoscenza, tentando di passaresulla carta le emozioni che ho pro-vato nell’ascoltare i racconti dellasig.ra Antonina Lo Giudice, una serache ho deciso di sapere com’era“una volta”.Sembra l’inizio di una favola, mascompaiono principesse, castelli ebacchette magiche, per lasciare ilposto a donne che accettavanoquasi senza fiatare la loro condizio-ne di assoluta subordinazione al

mondo maschile e alle sue neces-sità, in case “sgarrupate”, doveun’unica stanza serviva per tutto, eper le quali, di magico, c’erano solole loro instancabili mani, grazie allequali la famiglia disponeva di quan-to era necessario a sopravvivere.Le giornate di una donna, a queitempi, cominciavano molto presto efinivano molto tardi, senza quasisoluzione di continuità, perchè lenormali attività di una casalingavenivano incrementate da mille altreesigenze connesse al fatto che lecase non disponevano di acquacorrente, di condotte di gas, di ban-carelle di erbivendoli fuori dall’uscio,e a tutto quanto vi attendeva la don-na, quest’essere soprannaturale acui si chiedeva di sostituirsi all’EAS,all’ENEL, alla SICILGAS, ai variUPIM o SIGMA. Ovviamente uscen-do dall’ironia di queste considera-zioni, nessuno può negare i sacrificie le fatiche di tante Maruzze cheandavano all’acqua con le “quarta-re”, facevano la legna nei boschi,andavano al fiume a lavare i panni,in campagna a raccogliere la mine-stra, e tutto ciò, magari, con qual-che figlio a braccio.A volte, lungo i tragitti obbligati del-le loro attività, mentre andavano,

magari cantando qualche stonatafilastrocca in dialetto, i giovanottidel paese facevano loro la “posta”,e con sguardi assassini e modi gen-tili, riuscivano, senza troppa fatica, arapire i loro cuori.E’ quello che accadde, alla nostraMaruzza, quel giorno che un giovaneuomo, posò il suo sguardo su di lei.Lui era colto e affascinante, daimodi garbati e dall’aria rassicuran-te, niente di più facile per uno così,riuscire a far presa su un’umile con-tadina, nessuno mai si era accortodi lei, bella era bella, ma la sua vitaera stata, fino a quel momento, solostenti e sofferenze.“…Principessa,, sei semplicementee con molta grazia, diventata il salee il pepe di questo mio momento,sei una gran bella persona ed io… tidesidero!”.Maruzza si sentì davvero una princi-pessa, per qualche breve istantedella sua vita, ma durò poco. Trop-po poco. Chissà se quel giovaneseppe mai quanto lei l’amò? Nonpassò molto tempo che un brav’uo-mo l’accolse nella sua casa, le assi-curò un focolare sicuro, e tanti gior-ni, uno dietro l’altro, pieni di figli,lavoro e…rimpianti.E già tutto ciò, era un’enorme ric-chezza, in tempi come quelli in cuil’amara povertà di tante vite eraun’esperienza diffusa, in cui spessosi pativa la mancanza del necessa-rio e, comunque, tutto ciò ingenera-va una sorta di autarchìa che domi-nava in tutte le case, e allora ci siadoperava con qualunque mezzoper creare da sé, ogni cosa, daimanufatti di lana al sapone dabucato, dalle conserve per l’invernoalle lenzuola tessute col caro vec-chio telaio, con cui si facevanoanche “bertole”, tovaglie per latavola e per il bagno, i poveri corre-di delle figliole in età da marito e mil-le altre cose utili per la casa e lafamiglia.E indovinate un po’ chi si occupavadi tutto questo? Manco a dirlo, ledonne!

CULTURA, TRADIZIONE, COSTUMEANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

17ZA’ MARUZZA E LE ALTRE:DONNE SENZA SOGNI O REGINE DEL FOCOLARE?UN PERCORSO LUNGO 60 ANNI

Donne antillesi degli anni cinquanta

di Rita Guanadio

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003CULTURA, TRADIZIONE, COSTUME18

La loro importanza all’interno delnucleo familiare, non era messa indiscussione, ma solo nel senso, chetutto questo loro operare era prete-so dall’uomo e dalle donne accetta-to, quasi passivamente, perché cosìavevan fatto le loro madri, e così,molto probabilmente sarebbe toc-cato alle loro figlie, e nessun uomocon un po’ di senno, avrebbe maipotuto e voluto sostituirsi a loro,nella vita quotidiana e nell’economiafamiliare, come dire: “…Donna, seiimportante perché mandi avanti laMia casa, riscaldi le Mie notti, allevii Miei figli, e soprattutto non ti ribel-li!”L’importanza, quindi, di chi è indi-spensabile per le mille cose quoti-diane, educata da generazioni, alrispetto dell’uomo e delle suenecessità: non, allora, una donna-angelo, venerata e adorata per il suostesso esistere come ai tempi delbeneamato Dante, ma “solo” unamacchina da lavoro con in più uncuore, che la portava a soffrire, adamare, a sperare.Ma anche l’importanza di chi, insilenzio, guidava la famiglia, e nereggeva le fila, divenendo l’elemen-to di coesione.I momenti di socializzazione fra loronon erano numerosi, e comunque,limitati alle occasioni di lavoro.C’era, in verità, un’altra circostanzanella quale le donne si ritrovavano,tutte insieme a dire, l’una all’altra,delle loro vite: la Messa della dome-nica, ma qualcuna, a volte, dovevanegarsi anche questo, perché nondisponeva di abiti decorosi perandarci.Maruzza e altre come lei, pur sen-tendo la durezza della loro condizio-ne, non si lamentavano quasi mai, etrovavano conforto nei figli, unicobene veramente loro, perché di essiavevano l’assoluta titolarità egestione, lasciate molto spessosole, non soltanto nella crescita del-la prole, ma anche quando questifigli, li mettevano al mondo, strettefra loro, in un gineceo obbligato,come accadde proprio a lei, lanostra Maruzza, il giorno che diedealla luce il suo primo figlio.Senza nessuno che si prendessecura di lei se non un’improvvisatalevatrice che l’aiutò come le fu pos-

sibile, ma dovendo quest’ultima,attendere a tutte le sue altre faccen-de, fu obbligata a lasciarla sola qua-si subito dopo il parto, con un bim-bo appena nato adagiato alla menopeggio su un drappo lì a terra. Sem-bra quasi una storia da 24 dicem-bre, e come Quella, è assolutamen-te vera!Ma per fortuna, questi, che ai giorninostri sembrano davvero raccontiinverosimili, appartengono ad unpassato che la storia pian pianoarchivia, e con gli anni il ruolo delladonna, anche in un piccolo centro dicollina, si trasforma e si esalta, in undivenire lento e graduale fino a rag-giungere dimensioni di riscatto,insperate neanche troppo tempoprima.Mi riferisco agli anni ’50, e precisa-mente alla legislatura Mastrojeni, trail ’56 e il ’60, durante la quale, per laprima volta nel nostro paese, sedet-tero degnamente in ConsiglioComunale, due gentili signore, AnnaGaltieri e Maria Costa, consiglieri dimaggioranza, che portarono avantiidee mirabili e costruttive, con lacreatività e la concretezza che ètipica delle donne, e grazie anchealla apertura degli uomini di quell’e-poca che “consentirono” l’abbatti-mento di ataviche competenze.Le “due rose”, così come vennerodefinite a quei tempi, si dedicaronoa tutta una serie di attività a soste-gno della famiglia, quello che oggiva sotto il nome di Servizi sociali, ein particolare, grazie alla signoraGaltieri, si realizzò il primo asilo,struttura per la quale si prodigòtenacemente e che ha ospitato finoa pochi anni fa, generazioni di fan-ciulli.Il loro esempio, negli anni è statoemulato, e anche oggi la compagineamministrativa si avvale di due gio-vani rappresentanti del gentil sesso,forse un po’ troppo giovani, ma nonper questo prive della volontà diimparare, che provano a muovereautonomi passi nello sconfinatomondo maschile, e chiunque di noile abbia votate, si aspetta da loro ilriscatto più completo, che permettadi farsi promotrici di personali inizia-tive, senza essere solo uno stru-mento, attraverso il loro voto, perattività pur meritevoli, ma generate

e volute unicamente dagli uomini.E tutto ciò, non per una aprioristicalotta tra i sessi, ma solo perché ledonne sanno essere mirate, puntua-li, si pongono un obiettivo e nonmollano finchè non lo hanno rag-giunto, sono creative, non per nullail Padreterno, nella sua infinita lungi-miranza ha assegnato a noi il com-pito di procreare, perché l’uomo sisarebbe perduto, anche in questo,in mille preamboli istituzionali, pertutti questi motivi, e per altri ancora,la loro presenza e la loro azione nonpuò che giovare in ogni campo del-l’attività umana.Per concludere, si può tranquilla-mente affermare, che le donne dioggi hanno fatto molta stradarispetto alle Maruzze di ieri, ma neicambiamenti, una cosa è rimastaimmutata: la loro operosità.Al suono del telaio, nel silenzio dellanotte, mentre tutti dormono, si èsostituito il rumore della stampantedi un computer, per stendere unarelazione da portare in ufficio il gior-no dopo, sono cambiati i ruoli espesso anche le competenze e,comunque, non ci sono stati sologuadagni in termini di dignità eimportanza, si sono anche perdutemolte cose, gli affetti sono più di“sfuggita”, le carezze ai figli piùdistratte, la donna è più nel mondoe meno nella famiglia, anche sequalcuna riesce a far bene entram-be le cose, ed è a queste che biso-gna tributare l’applauso più sentito,sono loro quelle che gettano le basiper una buona società, dando aquesta i loro figli, cresciuti nel modomigliore e con gli esempi più ade-guati.Alle altre, quelle che, malgrado illoro impegno non arrivano a tuttodentro e fuori casa, compresa lasottoscritta, giunga invece, un atti-mo di comprensione, con la consa-pevolezza che comunque si è parti-ti da condizioni quasi invivibili, eattraverso lotte di intere generazio-ni, si è giunti ai nostri giorni, con tut-te le conquiste realizzate, e questo ècomunque un grosso risultato!E a questo punto, avendo ottenuto

tenacemente il “fuori”, sta a noi nonperdere completamente il “dentro”.Il nostro cuore, il cuore di tutte leMaruzze vissute prima di noi.

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di Antonino Muscolino (Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione)

LA MEMORIA DEL PASSATOANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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C’ERA UNA VOLTA ...Chi tornando ad Antillo, dopo anni di assenza, fatta unadoverosa sosta in Chiesa dove è stato tenuto a battesi-mo e al Municipio dove è stato registrato volesse anda-re nei dintorni alla ricerca delle tante botteghe che siaffacciano sulla piazza, ”u gghianu”,dove bambinoimpazzava giocando “o piscicani”, girerebbe a vuoto. Inquesti ultimi anni, difatti, tante cose sono cambiate edelle tante “putie” non è rimasta neanche la scoloritainsegna di legno.E non sarebbe facile per lui né trovare le vecchie botte-ghe di generi alimentari, né tanto meno le numerosebotteghe artigiane: da quella del fabbro a quella delfalegname, del calzolaio, del barbiere, del sarto e cosìvia.Ripercorrendo, oggi, strade asfaltate e ben pavimenta-te, ma deserte, silenziose, dagli usci sprangati, sui qua-li fa bella mostra solo qualche ciuffo d’erba o un boc-caleone, quelle stesse strade che anni indietro avevalasciato polverose d’estate e fangose d’inverno, mavive per il vociare di grandi e piccoli, ricorderà gli anniche lo videro ragazzo e giovincello e dirà “cca c’era aputia di don……., cca c’era a putia di donna……., ccac’era a gghianca di don……., cca c’era unni si vinnia uvinu, cca c’era mastru…….u frugiaru, cca c’era

mastru…….u scarparu, cca c’era u putichinu di…….,cca c’era a putia unni si vinnia l’ogghiu pitroliu, cca c’e-ra u custureri, cca c’era u mulinu i …….don, ddà c’eraa carcara, ddà c’era a furnaci, ecc.ecc.E via via, non solo enumererà le tante botteghe, ma glitorneranno in mente anche i tanti nomi e le tante figureumane che, come tante belle ragazze, gli sfilerannodinanzi e le vedrà vive, intente a vendere, a pesare, amisurare, a piegare un pezzo di ferro, a tagliare, a cuci-re, a piallare un pezzo di legno, a insaponare una barba,a rattoppare una scarpa, ecc. ecc.Ma tutto questo durerà poco: presto quelle figure svani-ranno e subito si renderà conto che tante cose sonocambiate, tanti mestieri non si fanno più.Ed è per questo che l’Amministrazione Comunale, con-sapevole del ruolo che hanno avuto i tanti mestieri,anche i più umili, nella crescita sociale, economica eculturale della comunità, in continuità con le preceden-ti amministrazioni, ha voluto, nell’arco delle manifesta-zioni estive, dedicare delle serate alle tradizioni e aimestieri caratteristici che, purtroppo, come avvieneanche nelle altre parti d’Italia, si stanno perdendo.In piazza tutti, allora, hanno potuto vedere mani esper-te di pastori che, in pochi minuti, liberavano dalla lanauna pecora “tunnianu ’na pecora”, altri invece bardava-no un asino “mmurdianu u sceccu” e sistemavano sulsuo dorso fascine, sabbia, pietre o altro.Si è potuto vedere, inoltre, come da semplici virgulti,canne, ferule o pezzi di legno, valenti artigiani creavanopanieri, ceste, cavagne, ciotole, cucchiai, mestoli, bari-li, fusi, conocchie, collari e tanti e tanti altri oggetti utiliper la casa e il lavoro.Ma uno dei momenti più coinvolgenti in questa perfor-mance è stato quando si è visto all’opera l’ultimo fab-bro ferraio rimasto ad Antillo: in poco tempo da un sem-plice pezzo di ferro ha tratto dei ferri che poi ha inchio-dato agli zoccoli di un asino.Tutti hanno potuto ammirare come il ferro duro, rigido escuro, mentre il carbone bruciava nella forgia, diventa-va rosso e sotto leggeri e cadenzati colpi di martello sipiegava, prendeva la forma desiderata. Lo stesso,ancora rovente, veniva appoggiato sull’unghia apposi-tamente spianata e ritagliata a colpi di “rosula” e intan-to un fumo, dal particolare odore, saliva verso l’alto e sispandeva per tutta la piazza e arrivava alle nostre nari-ci che ormai non più aduse mal tolleravano.E, così, mentre i bambini rimanevano stupiti nel vedereall’opera uomini e bestie, i più grandi, gli anziani ricor-davano i tanti lavori di una civiltà ormai scomparsa,ricordavano quando con l’asino percorrevano la fiuma-ra per raggiungere la marina o quando, al primo cantodel gallo, d’estate o d’inverno, partivano per portarsi incampagna e poi fare ritorno a casa quando il sole eraandato a coricarsi dietro i monti già da un bel pezzo, iltutto per guadagnare quel tanto da non morire difame…Antillo, 6 agosto 2003. Il fabbro ferraio Tindaro Lo Conti all’opera.

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003PERSONAGGI IN PRIMO PIANO20

PADRE EGIDIO: TRENT’ANNI DI ATTIVITÀSACERDOTALE AD ANTILLONel pomeriggio del 17 Giugno 1973 lacomunità antillese tutta ha celebrato,con un caloroso e partecipato benve-nuto, l’arrivo in Antillo di P. Egidio, cuiera stato affidato il compito di guidaresulla strada della fede la sua Parroc-chia, la stessa nella quale da piccoloaveva ricevuto il sacramento del bat-tesimo, dove aveva gioito nell’acco-gliere per la prima volta il corpo e ilsangue di Cristo e dove ancora si eracommosso nell’ammirare il volto dol-cissimo della nostra amata Patrona. Sono trascorsi 30 anni da quel pome-riggio di primavera e “il nostro piccologrande prete” (come amava definirlol’insegnante Mario Muscolino) ancora,con mani e cuore invisibili, ama,sostiene e protegge. Parroco fervente,confidente discreto, amico prezioso,insegnante attento, uomo coraggiosoe tenace che ha concepito un proget-to che sembrava utopia concepire mache, con la forza di una fede profondae dell’amore incondizionato verso ifratelli sofferenti, sostenuta dall’inco-raggiamento degli amici del Giardino,è oggi divenuta una realtà, un’oasi dipace e amore, punto di riferimento percoloro che, sofferenti nel corpo e nel-lo spirito, cercano ristoro nella fede enell’amore di Cristo per i fratelli. Un’o-pera, quella di Padre Egidio, ideata erealizzata sempre seguendo unavolontà superiore che si alimenta allafonte della fede e si rafforza nell’a-scolto attivo e pensoso delle parole diCristo: “Chi avrà dato anche un solobicchiere d’acqua a uno di questi pic-

coli che è mio discepolo in verità vidico non perderà la sua ricompensa”.Sono dunque queste le solide fonda-menta su cui poggia questo meravi-glioso edificio costruito con i mattonidell’amore e della fede, un luogo dipreghiera nel quale i sofferenti “pos-sono –dice P. Egidio- uniformarsi aGesù nell’Orto degli Ulivi accettandola loro sofferenza, che unita a quella diCristo, diventa redenzione per sestessi e per gli altri” e dove, ancora lepecorelle smarrite possano ritrovare illoro pastore e i fedeli rinvigorirsi nellospirito. Un bisogno di donare, quellodel nostro parroco che non si affievo-lisce grazie alla consapevolezza che”tutto quello che facciamo non è cheuna goccia nell’oceano ma che se nonlo facciamo quella goccia mancheràper sempre”.Un caloroso ringraziamento per l’ope-ra prestata a favore della nostracomunità è stato rivolto dall’Ammini-strazione Comunale durante unanovena in onore della nostra Patrona.Il Sindaco e gli altri amministratorihanno voluto rappresentare i senti-menti di viva gratitudine della cittadi-nanza tutta a favore di Padre Egidio.In quell’occasione l’AmministrazioneComunale ha consegnato a un com-mosso Padre Egidio una pergamenacontenente la seguente dicitura:“all’instancabile Parroco che con ilsuo quotidiano operare ha saputoconiugare la missione pastorale con ilfattivo impegno per la crescita socialee morale della Comunità Antillese.”

L’INTERVENTO DEL SINDACO *Nell’esprimere i sentimenti di stimae gratitudine nei suoi confronti,voglio brevemente tratteggiare cosaha rappresentato, per la comunità,la figura di Padre Egidio.Egli ha formato intere generazioni digiovani antillesi, che sono statiaccompagnati in tutte le fasi salientidella loro vita cristiana e di cittadini.La sua presenza e la sua attivitàpastorale sono state continue ecostanti, nel celebrare momenti digioia e di festa e nel sostegno deiparrocchiani nelle occasioni di tri-stezza e di dolore. La quotidianitàdel suo agire è stata caratterizzatadalla fede e dall’amore per il prossi-mo, nel rispetto di tutti e a favore ditutti. Ha saputo sempre trovare laparola giusta per ogni circostanza eha saputo, altrettanto bene, adope-rare eloquenti silenzi quando essisono stati più idonei al raggiungi-mento degli scopi prefissati.Grazie alla sua infaticabile opera harealizzato, partendo dal nulla, unastruttura che ormai è conosciutaben al di fuori dei confini di Antillo econ la quale si perseguono nobil-mente finalità moralmente ed etica-mente fondamentali per la nostrasocietà. Il Giardino di Redenzione èun punto di riferimento per Antillo eper gli Antillesi, ma soprattutto perle tante comunità che continuamen-te lo visitano e per la moltitudine difedeli e pellegrini per i quali è dive-nuto ormai una tappa irrinunciabile.L’augurio che le rivolgo, a nome ditutta la Comunità Antillese, è di riu-scire a realizzare tutti i suoi progetti,finalizzati alla crescita religiosa emorale del paese, ringraziandola pertutto quello che ha saputo darci eper tutto quello che, anche in futuro,ci darà.

* Discorso pronunciato al termine della cele-

brazione della messa del 17/08/2003

Antillo, 17 agosto 2003. Il Sindaco dona, a nome della cittadinanza, una icona della Madonna a Padre Egidio

di Mariagrazia Lo Giudice

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DATI DEMOGRAFICIANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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di Francesco Muscolino (Ufficiale Anagrafe)

QUANTI SIAMO, COME SIAMO….Nelle tabelle che seguono sono illustrati dettagliatamente i dati più significativi che descrivono la dinamica demo-grafica della popolazione antillese nell’anno appena trascorso, nonché gli elenchi con l’indicazione dei nominatividei nati, dei deceduti e di coloro che hanno contratto matrimonio nel periodo di riferimento.

Tab. 1 - STATISTICA DEMOGRAFICA - PERIODO: 1 Ottobre 2002 - 31 Ottobre 2003Uomini Donne Totale

POPOLAZIONE RESIDENTE AL 30/09/2002 564 562 1.126Nati + 5 + 4 + 9Deceduti - 5 - 7 - 12Immigrati + 9 + 6 + 15Emigrati - 34 - 31 - 65POPOLAZIONE RESIDENTE AL 31/10/2003 539 534 1.073

Tab. 2 - NATI - PERIODO: 1 Novembre 2002 - 31 Ottobre 2003Nome e cognome Luogo di nascita Data di nascitaGiorgia Novelli Bedizzole 08/01/2003Stefano Crupi Messina 18/01/2003Davide Pio Lo Conte Schwabisch Gmund (Germania) 28/01/2003Gabriella Smiroldo Messina 06/02/2003Alessia Smiroldo Messina 02/04/2003Giulia Sigillo Messina 29/06/2003Alessio Caccia Buckeburg (Germania) 08/07/2003Leonardo Eros Santoro Messina 01/08/2003Filippo Gregorio Messina 01/08/2003Marta Lo Giudice Messina 05/08/2003Sergio Mastroeni Taormina 31/08/2003Francesco Giuffrè Messina 04/10/2003Miriam Antonia Smiroldo Messina 08/11/2003

Tab. 3 - DECEDUTI - PERIODO: Ottobre 2002 - Novembre 2003Cognome e Nome Luogo e data nascita Luogo e data morteGiuseppe Bongiorno Antillo 15/04/1908 Antillo 12/11/2002Giovannina Lettina Antillo 07/03/1915 S. Teresa Riva 26/11/2002Santa Agatina Lo Conti Antillo 02/09/1927 Antillo 08/12/2002Giacomo Filippo Crupi Antillo 12/05/1913 Antillo 04/01/2003Maria Martino Antillo 16/10/1915 Antillo 07/03/2003Giovanna Smiroldo Antillo 19/10/1930 Albany (USA) 11/04/2003Carmelo Agatino Crupi Antillo 30/12/1915 Antillo 11/06/2003Giuseppe Pagano Antillo 12/07/1923 Venezuela 19/06/2003Giuseppe Lo Schiavo Antillo 17/02/1936 Antillo 11/08/2003Carmela Smiroldo Antillo 02/05/1938 Antillo 29/08/2003Carmelo Zizzo Antillo 28/10/1923 Taormina 08/09/2003Agostina Muscolino Antillo 28/08/1965 Antillo 25/09/2003Carmelo Crisafulli Antillo 19/03/1921 Antillo 04/10/2003Santa Smiroldo Antillo 09/11/1916 Taormina 06/11/2003Giovanni Carbone Palella Antillo 29/05/1941 Messina 06/11/2003

Tab. 4 - NOZZE - PERIODO: Settembre 2002 - Ottobre 2003SPOSO SPOSA Luogo del matrimonio Data del matrimonioGabriele Zizzo Patrizia Savoca Furci Siculo 26/09/2002Giuseppe Smiroldo Sandrina Lo Giudice Antillo 12/10/2002Filippo Sturiale Cettina Sigillo Antillo 23/04/2003Carmelo Muscolino Michelangela Bongiorno Antillo 24/04/2003Giovanni Impellizzeri Elisabeth Palella Antillo 26/04/2003Carmelo Gregorio Mariangela Ambruno Antillo 30/04/2003Antonino Smiroldo Katia Ambruno Antillo 12/07/2003Aurelio Restifo Provvidenza Mastroeni Antillo 19/07/2003Giuseppe Bongiorno Daniela Niglio S. Teresa Riva 21/07/2003Carmelo Nicosia Enza Novelli Antillo 27/08/2003Mario Gambino Natalina Zizzo Antillo 28/09/2003

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003EVENTI RICREATIVI22

I NOSTRI ANZIANI IN UMBRIA E PUGLIAL’Umbria e la Puglia sono state le mete di quest’anno delsoggiorno climatico anziani. Sei giorni intensi e coinvol-genti, nei quali, oltre a visitare località di indubbia bellez-za e di grande fascino, i partecipanti hanno potuto gode-re del favore di un tempo mite e gradevole, che li haaccompagnati per tutto lo svolgimento della gita. Sonostate visitate le caratteristiche Orvieto, Viterbo, Bolsena ela Cascata delle Marmore. Un’intera giornata è stata tra-scorsa ad Assisi e, dopo aver lasciato l’Umbria, la comi-tiva si è diretta a S. Giovanni Rotondo. Nel giorno con-clusivo, l’immancabile puntata ad Alberobello ed infine ilrientro ad Antillo. Il gruppo degli Antillesi che ha parteci-pato al soggiorno climatico ha manifestato il suo vivo econvinto apprezzamento per l’andamento del soggiornoe l’organizzazione di tutti i servizi, come testimoniato dal-la poesia dialettale del Sig. Vittorio Chillemi, che riportia-mo a fianco. Un particolare apprezzamento per l’impec-cabile predisposizione ed attuazione di tutte le incom-benze che si sono presentate è stato rivolto al Dott. Aga-tino Lo Giudice, Responsabile dell’Ufficio Servizi Sociali,che ancora una volta si è contraddistinto per la sua gran-de affabilità e per la disponibilità con tutti, e all’Assesso-re al ramo, Francesco Bongiorno, come sempre presen-te e puntuale nel seguire le attività di cui ha la responsa-bilità. Il Sindaco, che ha accompagnato personalmenteper tutto il percorso i nostri compaesani, ha dichiarato, altermine di questa piacevole esperienza, che “fino a quan-do sarà consentito dalle normative vigenti e nel rispettodella situazione economico-finanziaria del Comune, èferma intenzione dell’Amministrazione Comunale mante-

GITA A SIRACUSA E NOTOIl 21 giugno scorso, il Comune di Antiilo e la ParrocchiaS. Maria della Provvidenza hanno organizzato, con ilcontributo del Comune di Antillo, una gita a Siracusa eNoto la cui partecipazione è stata aperta, gratuitamen-te, a tutti i cittadini. Sono stati necessari 3 pullmans, inquanto il numero dei partecipanti era di circa 150. E’ sta-

to possibile visitare la città di Noto, con le sue stupendeChiese ed edifici barocchi internazionalmente conosciu-ti; nel pomeriggio, a Siracusa, l’immancabile tappa alSantuario della Madonna delle Lacrime, dove Padre Egi-dio Mastroeni ha officiato la S. Messa. In tarda serata,dopo una giornata molto intensa, il gruppo, accompa-gnato dal Sindaco e da diversi componenti dell’Ammini-strazione Comunale, ha fatto rientro in paese.

nere e garantire il soggiorno per gli anziani ed anzi impe-gnarsi ancor di più, anno dopo anno, per una sua positi-va e soddisfacente riuscita, nel solco di quanto speri-mentato e avvenuto quest’anno”.

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Si cunchiudiu la gita d’avannuSi cunchiudiu la gita d’avannuVistumu cosi beddi di stu munnuPi ‘na ‘ntera simana giriannuVistumu di presenza comu sunnuCatinu ni dicia barriccumannuDi chiddu chi vuliti bi rispunnuE l’autista a lu nostru cumannuPirchì capaci mi gira lu munnuOra ad Antillu giramu cantannuSinnacu laminteri non ci sunnu.

San Giovanni Rotondo 23/09/2003Canzuni di Vittorio Chillemi

Si è conclusa la gita di quest’annoSi è conclusa la gita di quest’annoAbbiamo visto le cose belle di questo mondoPer un’intera settimana girandoAbbiamo visto di presenza come sonoAgatino ci diceva vi raccomandoDi ciò che volete vi rispondoE l’autista al nostro comandoPerché in grado di girare il mondoOra ad Antillo torniamo cantandoSindaco lamentele non ce ne sono.

San Giovanni Rotondo, 23 settembre 2003. Foto di gruppo dei nostri compaesani con il Sindaco e l’Assessore Francesco Bongiorno.

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MANIFESTAZIONI RICREATIVEANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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L’estate di Antillo si è concentrata,come sempre, in quei 20 giorni diAgosto tanto sentiti dai cittadini delnostro paese e soprattutto da quelfolto gruppo di emigrati che nonhanno mai cessato di avere un lega-me fortissimo con Antillo. Già daiprimi di agosto il paese si è ripopo-lato, visto il rientro di tanti nostriemigranti in qualche caso con i lorofigli, che magari non hanno avutomolte occasioni per stare ad Antilloe che quindi hanno avuto l’opportu-nità di conoscere la terra dei loropadri, con le tradizioni, la cultura ele caratteristiche sociali ed econo-miche che la contraddistinguono.Anche quest’anno, in attesa del 22agosto, il paese si è riempito di lucicolorate e bancarelle; le gradevoliserate estive sono state vivacizzateda manifestazioni di intrattenimentoche hanno richiamato e divertito unnumeroso pubblico.Dal 4 all’8 agosto si è svolta la 2^edizione dei “Giochi senza quartie-re”, visto il grande successo riscos-so lo scorso anno; quattro squadre,rappresentanti i quartieri di Antillo,si sono affrontate in gare a punteg-gio distribuite nelle serate di svolgi-mento della manifestazione, al ter-mine delle quali è risultata una com-pagine vincitrice, ma soprattutto si èraggiunto l’obiettivo di coinvolgere e

divertire tutti i partecipanti e glispettatori. L’organizzazione è statacurata dal consigliere GuglielmoMastroeni, che ancora una volta hadato prova del suo impegno neiconfronti dei giovani.Il 9, serata totalmente dedicata aibambini con “Il paese dei balocchi”;per la gioia dei più piccoli la piazzasi è trasformata in un parco giochigonfiabile. La sera successiva è sta-to proiettato il film “Il pianista”diRoman Polanski; giorno 11 si è

svolto il concerto dei “Conqueror”.Il 12 agosto è andata in scena lacommedia “U’ mbrogghiu”, unaspeciale rivisitazione del famosofilm di Totò “Miseria e nobiltà”. Lasera successiva, per la gioia degliocchi degli uomini si è svolto “MissAntillo…sfilata di moda”. Il 14 ago-sto si è tenuto il tradizionale appun-tamento con la “Sagra del grantur-co”, giunto alla sua XV^ edizione,accompagnato dai tradizionali cantipopolari e dalla mostra dell’artigia-nato locale. Il giorno di Ferragosto sisono esibiti “I canterini della rivierajonica”, che hanno divertito il pub-blico con i loro canti e balli della tra-dizione siciliana, mentre la seratasuccessiva c’è stato lo spettacolodei “Chicos latinos”, che hannointrattenuto tutti ma soprattutto i piùgiovani proponendo musica caraibi-ca e da discoteca. Il 17 agosto haavuto luogo l’applauditissima esibi-zione degli allievi della scuola di bal-lo “Il cigno dance”,non solo perchémolti dei ballerini alle prime armisono ragazzini antillesi, ma sicura-mente perché sono davvero bravi equindi si sono meritati sia applausiche sentiti complimenti.Un’altra commedia, “Sciuscià”, èstata recitata il 18 agosto. Il giorno

Antillo, luglio 2003. Organizzatori e capitani delle squadre della II edizione dei “Giochi senza quartiere”

Antillo. Sagra del granturco. I sigg. Lo Giudice Francesco, Chillemi Vittorio e Crupi Vittorio si esibiscononel canto popolare sul palco

E....STATE AD ANTILLO 2003: GLI SPETTACOLI

di Emanuela Lo Giudice

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003MANIFESTAZIONI RICREATIVE

AVVENIMENTI SPORTIVI

24dopo ancora il ballo in primo piano,protagonisti sono stati i “Ragazzidel liscio”.Il 20 agosto si è svolto lo spettacolomusicale dei “Los Locos”, che han-no coinvolto tutti con i loro grandisuccessi; Antillo ha registrato quellasera una notevole presenza di gen-te venuta dai paesi limitrofi con unapiazza stracolma che ha partecipatoentusiasta al concerto.Il 21 agosto, con la tradizionale esi-bizione della banda musicale “Vin-cenzo Bellini”, si sono concluse lemanifestazioni, lasciando spazio,giorno 22 agosto, esclusivamente aifesteggiamenti in onore della Patro-na S. Maria della Provvidenza, com-piendo così una scelta ben precisaper valorizzare maggiormente lagrande tradizione culturale e religio-sa che si rinnova puntualmente inquella circostanza.Antillo, 20 agosto 2003. L’esibizione dei Los Locos

E....STATE AD ANTILLO 2003: GLI AVVENIMENTI SPORTIVI

di Salvatore Smiroldo e Evaristo Lo Giudice

Un agosto particolarmente ricco dimanifestazioni sportive ha contri-buito all’ottima riuscita dell’assettoorganizzativo delle festività. Questoè stato possibile grazie alla costan-te e numerosa partecipazione dellacomunità e tramite la tenacia con laquale si è distinto il delegato allosport Egidio Mastroieni in una feb-brile attività organizzativa. Cosìeventi sportivi di un certo rilievohanno avuto come naturale sedeelettiva il nostro Comune: ad esem-pio la manifestazione cicloturisticaUISP del 15 agosto, denominata “II°trofeo Madonna della Provvidenza”,una corsa ciclistica articolata in 15giri da percorrere su un circuito cit-tadino. A prevalere è l’atleta messi-nese Antonio Nicita al termine diuna gara tatticamente ben conge-gnata e soprattutto corretta. Nonsolo ciclismo, giorno 20 agosto, si èsvolta la gara podistica amatorialein due sessioni di differente catego-ria: nella “over 14” ha primeggiatol’atleta catanese Salvatore Epami-

nonda, nella “under 14” si è impostol’antillese Giampiero Mastroeni. Maè il calcio a rubare la scena alle altremanifestazioni: la premessa già il

primo luglio 2003 con il triangolareinternazionale di calcio, categoriagiovanissimi, al quale hanno presoparte la Polisportiva Antillese, la

Antillo, 15 agosto 2003. Il delegato allo sport, Egidio Mastroieni, premia il vincitore della gara ciclisti-ca Antonio Nicita

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AVVENIMENTI SPORTIVIANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003

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F.C.S. Giacomo Saverio di Napoli ela squadra ungherese del Goldball94 che alla fine è risultata la vincitri-ce del torneo. Ad agosto fervono gliavvenimenti sportivi: il “I° Mundiali-to” di calcio a 7 con la partecipazio-ne delle squadre del Milan, dell’In-ter, della Juventus e del Messina,non devono trarre in inganno i nomi,visto che i componenti delle forma-zioni sono antillesi e hanno operatouna scelta di pura fede calcistica. Iltorneo è stato vinto dal Messina adonore di cronaca sportiva. Anchecalcio femminile allo stadio comu-nale “C. Smiroldo” di Antillo neltriangolare dedicato all’indimentica-bile Ciccino Lo Giudice, dove, aseguito del “forfait” dello Spadafo-ra, il San Biagio di Terme Vigliatore ela S.S. Fiamma Antillo si sono con-tese il trofeo in palio che dopo i cal-ci di rigore, al termine di una garafrizzante e qualitativamente valida,ha visto le atlete della formazione dicasa prevalere. Non poteva manca-re l’epico incontro tra le vecchie glo-rie di Antillo nel quale calciatoriincuranti dell’età e guidati da unainestinguibile passione calcisticahanno rinnovato una tradizione qua-rantennale. Un posto di rilievo nel-l’ambito delle manifestazioni calci-stiche è da assegnare al Memorial“Lo Giudice-Smiroldo”, giunto alladecima edizione; un evento impor-tante, da un punto di vista comme-

morativo per il ricordo imperituro deicompaesani Teodoro Lo Giudice eCarmelo Smiroldo e per la non tra-scurabile funzione etica che il calciodovrebbe avere, di trasmissione allenuove generazioni di valori che nondevono essere perdenti come lacorrettezza, la solidarietà, il rispetto,valori che da anni con passione ilmister Guglielmo Mastroeni infondeai suoi ragazzi. I contenuti calcisticiin campo sono risultati evidenti, ipulcini delle squadre di Antillo,Savoca e Furci Siculo si sono

affrontati a viso aperto dando vitaad un gradevole spettacolo elasciando ben sperare per il prosie-guo calcistico futuro. I pulcini del-l’Antillo si sono aggiudicati il trian-golare. Le avventure calcistichecontinuano: la squadra ProgettoAntillo 2000 dell’allenatore giocato-re Egidio Mastroieni è già impegna-te nel campionato UISP di I° seriementre la Polisportiva Antillese diGuglielmo Mastroeni sta disputandol’insidioso campionato FIGC di IIIcategoria.

Antillo, 18 agosto 2003. Il Sindaco premia il capitano della squadra vincitrice del “I° Mundialito” di cal-cio a 7, Aurelio Restifo

Antillo, 20 agosto 2003. Il delegato allo Sport, Egidio Mastroieni, premia Giampiero Mastroeni, vinci-tore della gara podistica nella categoria Under 14.

DIVERTIMENTONEL SEGNO DELLATRADIZIONEIl pomeriggio dello scorso 21agosto, festa di S. Antonio daPadova, si è rinnovato il tradizio-nale appuntamento, ripristinatonel 2002 dal Comitato per ifesteggiamenti, riservato ai bam-bini, che si sono impegnati nel“Gioco della Pentolaccia”, che siè tenuto in piazza S.M. della Prov-videnza, e nella “Corsa nei sac-chi”, che si è svolta in via Romanel tratto di strada tra i due bar.Ha assistito alle gare una foltacornice di pubblico che ha inco-raggiato e sostenuto i giovaniprotagonisti.

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ANNO VI - N.12 - DICEMBRE 2003EVENTI RELIGIOSI26

Ancora non si avvertono neanche le prime avvisaglie del-l’oscurità, eppure già le luci multicolori delle magnificheluminarie artistiche che addobbano il paese pervadono,con i loro variopinti riflessi luminosi, le vie del centro abi-tato. Sulla via Roma, i venditori ambulanti, a dozzine, sicontendono la conquista di un angusto angolo di stradaove disporre le loro bancarelle ricolme di torroni, “calia”,pistacchi, dolciumi. Intanto, una moltitudine di persone siaccalca freneticamente in prossimità delle vie adiacentinel tentativo di accedere nella Piazza, che però già appa-re gremita fino all’inverosimile. E’ una Antillo che non tiaspetti e che sorprende, vitale ed animata, quasi irreale;così diversa dalla imperturbabile ed inalterabile tranquil-lità che la caratterizza per lunghi periodi dell’anno. Certo,è la Antillo del 22 agosto quando un’intera comunità,dopo un anno di attesa, si appresta, con impazienza esincera devozione religiosa, ad onorare quell’appunta-mento al quale nessun Antillese vuole mancare, a cele-brare quella festa che ormai nell’immaginario collettivo diun popolo è divenuta “la Festa” per antonomasia, insom-ma a rendere omaggio alla sua Santa Protettrice, S.Maria della Provvidenza. Una ricorrenza contraddistintada diverse fasi liturgiche che, solennemente, si susse-guono l’una dopo l’altra, dal Novenario e dalla Giornatadedicata alla Famiglia, ai Festeggiamenti in onore di S.Antonio, ma che celebra il suo momento culminante nel-la “Processione della Madonna della Provvidenza”.E come ogni anno la Festa sembraripetersi identicamente a se stessa,con le medesime sensazioni ed emo-zioni che è capace di infondere allafolla di fedeli rispettosamente devotialla nostra Patrona. Eppure, a benvedere, l’edizione di quest’anno hariservato parecchie novità, sancendo,per certi versi, un ritorno alle origini acominciare dalla componente religio-sa alla quale è stato riconsegnato, adesclusiva tutela dell’identità culturaledi una Festa dalla tradizione ultrabi-centenaria, quel ruolo centrale e pre-minente detenuto nel passato. Ineffetti, la decisione, coraggiosa edinsieme rivoluzionaria, assunta dal“Comitato per i Festeggiamenti”, discindere l’evento ricreativo (che haavuto luogo il 20 agosto) dalla mani-festazione religiosa, ha restituito ai

Ininterrottamente da oltre due secoli, il 22 agosto di ogni anno, la Comunità Antillese, rende omaggio allaPatrona, S. Maria della Provvidenza, con enorme partecipazione di fedeli provenienti anche dai paesi limitro-fi. Una ricorrenza che quest’anno ha registrato un ritorno alle origini, sancito dalla scissione dell’evento-spet-tacolo dalla manifestazione religiosa. Una scelta coraggiosa, peraltro condivisa pressocchè unanimementedall’intera popolazione, che ha restituito alla Processione quel ruolo centrale che le spetta di diritto. Con tan-te fasi coinvolgenti a cominciare dai momenti emozionanti dell’uscita e del rientro in Chiesa della Vara con ilSimulacro.

fedeli un 22 agosto dedicato unicamente alle funzioni reli-giose e in particolare ad una Processione che, nondovendosi più adattare ai tempi e alle esigenze dellospettacolo musicale che, tradizionalmente, per tanti anni,cominciava non appena il Corteo religioso faceva rientroin Chiesa, può finalmente esprimere, senza limitazionealcuna, tutti quei valori di profonda valenza religiosa, spi-rituale e pastorale di cui è depositaria. Una scelta rivela-tasi, peraltro, quasi unanimemente apprezzata e condivi-sa dalla popolazione che, mostrandosi ben felice nell’ap-prendere che il giorno consacrato alla Patrona non sareb-be stato “contaminato” da eventi non religiosi, già dalleore 17,00 gremisce la Chiesa, mentre chi ne è rimastofuori si sofferma in Piazza andando ad ingrossare le fila diquella che sarebbe divenuta di lì a poco una folla mai cosìstraripante. Certo, perché la nostra Patrona, oltre adessere venerata dall’intera popolazione antillese, residen-ti ed emigrati, conta moltissimi altri devoti che, il 22 ago-sto di ogni anno, qui convergono non solo dai paesi del-la Val d’Agrò, ma anche dai centri della riviera jonica edalla vicina Fondachelli Fantina. Così, nell’attesa che ilSimulacro della Madonna della Provvidenza si accingaad uscire dalla Chiesa, quella che si apre davanti ai nostriocchi è davvero una vista dall’ineguagliabile impatto sce-nografico, grazie ad una Piazza stracolma di fedeli chestringono fra le dita centinaia e centinaia di coloratissimipalloncini alle cui estremità sono legati altrettanti volanti-

LA FESTA DI UN POPOLOdi Giuseppe Sigillo

Antillo, 22 agosto 2003. Uscita del Simulacro di S. Maria della Provvidenza

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magnifico, da mozzare il fiato, pun-teggiata, com’è, da quello stuolosconfinato di piccole luci. Mancanopoche decine di minuti alla mezza-notte quando appare, sulla scalinatache dalla Via Roma conduce in Piaz-za, il Corteo religioso preceduto dallaCroce e dagli stendardi dei vari Ordi-ni Religiosi. Come l’uscita, così ancheil rientro in Chiesa costituisce per ifedeli un momento emozionante ecommovente, difficilmente descrivibi-le. L’interminabile Corteo scorre viafinché la Vara con la Sacra Immaginenon viene posizionata sul sagrato; nelmedesimo istante la folla dei fedeliche riempie la piazza intona l’inno alla

Madonna in lingua dialettale, “Evviva la Madri di la Pruv-videnza”. Nel frattempo, la gente non ha potuto fare ameno di notare la presenza sul palco, fissato ad un palet-to alto circa due metri, di uno strano supporto rettango-lare il cui interno sembra custodire un oggetto accurata-mente avvolto in una speciale carta ignifuga, mentre sulperimetro esterno è fissata una miccia. Appena accesa,la miccia lentamente brucia i legacci che tengono unitol’involucro, finché ad un tratto, tra gli “ooh” di meravigliadei fedeli, ecco srotolarsi un telo raffigurante una splen-dida effigie della nostra Patrona. Ormai è mezzanotte, lafolla ancora non si è riavuta da questa spettacolare sor-presa quando, in rapida successione, irrompono la“moschetteria” e gli ormai usuali colpi di mortaio chesalutano l’ingresso in Chiesa della Vara tra le ovazioni egli applausi scroscianti dei devoti.Si conclude in tal modo una Processione, a memoriad’uomo, mai così lunga ed emozionante, i cui momentisalienti, peraltro, sono stati seguiti via internet da decinee decine di nostri emigrati i quali, il giorno della FestaPatronale, non hanno potuto essere presenti ad Antillo.La folla, intanto, dopo aver fatto tappa in Chiesa per tri-butare l’ennesimo riverente saluto alla Sacra Effigie, siavvia, con calma, nei pressi della fontana Acquavena edin altri punti panoramici della zona per assistere “o giocufocu”, l’attesissimo spettacolo pirotecnico che concludei festeggiamenti in onore della Santa Protettrice di Antil-lo, i quali si auspica possano essere anche il prossimoanno altrettanto intensi e coinvolgenti.

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ni che recano un prezioso messaggio religioso. Ma tuttoad un tratto, ecco apparire sul portale della Chiesa laVara con la Sacra Effigie della Vergine. E’ probabilmenteil momento più toccante e suggestivo dell’intera manife-stazione religiosa. Non appena il Simulacro viene collo-cato sul sagrato, quasi fossero guidati da un meccani-smo perfettamente sincronizzato, uno stormo di colom-be bianche, simbolo della pace, si libra in volo, e simul-taneamente i fedeli liberano quella marea di pallonciniche si innalzano in alto trasportando con loro il sacromessaggio. Il cielo assume le sembianze di un tappetocostellato da una miriade di puntini multicolori che diven-gono sempre più minuscoli via via che i palloncini siallontanano dal suolo e la folla osserva, rapita, questofantastico spettacolo, quando, d’improvviso, viene sor-presa dal crepitìo assordante della “moschetteria”. Nelfrattempo, due mortai spargono sulla Piazza migliaia ditagliandini inneggianti a S. Maria della Provvidenza, men-tre da contrada Portella un’incessante sequenza di botticonclude “un’uscita” che non è esagerato definirememorabile. Ed è in questo clima di sincero fervore e diautentico tripudio popolare che, accompagnato dal loca-le Corpo Bandistico “Vincenzo Bellini”, prende il via ilCorteo religioso in cui continuamente la componente reli-giosa si fonda armoniosamente con elementi folcloristicicome i caratteristici slogan che acclamano S. Maria del-la Provvidenza: “Evviva, Evviva S. Maria di la Pruvviden-za/e cu ‘cchiù beni la voli ‘cchiù forti la ‘gghiami/Evviva laGran Signora Maria”, gridati a squarciagola, ininterrotta-mente, dai fedeli che si assumono l’estenuante, maambito incarico di portare “a spalla” la Vara con il Simu-lacro lungo l’intero percorso della Processione. A mano amano che il Corteo percorre l’itinerario prestabilito cheattraversa le arterie principali del paese: le vie C. Battisti,Messina, Roma, Europa e le frazioni Staiti, Ferraro, Cica-la, Canigliari, l’arrivo della Patrona nei vari quartieri vieneaccolto dalla consueta salva di colpi di mortaio. Ormai ènotte fonda, la Processione è sulla via del ritorno e i fede-li che non ce l’hanno fatta a seguirla per intero già comin-ciano ad assembrarsi in Piazza per assistere al rientro inChiesa della Madonna. E’ una folla che aumenta a dismi-sura col passare del tempo. Frattanto, vengono distribui-te centinaia di fiaccole: la Piazza offre un colpo d’occhio

Antillo, 22 agosto 2003. La folla dei fedeli in attesa dell’uscita del Simulacro della Madonna.

Antillo, 22 agosto 2003. Il Telo raffigurante S. Maria della Provvidenza alrientro della Processione in Chiesa.

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“La meravigliosa Antillo”nelle foto del Maestro Alfio Strano

DUE DOMANDE AL MAESTRO ALFIO STRANO

di Giuseppe Sigillo

Sig. Strano, sappiamo che lei è legato adAntillo da un rapporto ormai ultraventen-nale, ci può raccontare come e in qualeoccasione è avvenuto il suo primo incon-tro con il nostro paese?

Sono arrivato ad Antillo dopo i miei primi die-ci anni di esperienze fotografiche, quando,alla ricerca di bei paesaggi di natura, mi inol-travo nelle zone più interne e meno cono-sciute dell’isola. Ho viaggiato un po’ in tuttoil mondo e ciascun luogo mi ha lasciato delleemozioni. L’Egitto trasmette una vibrantegrandezza. Roma mi fa sentire un giovaneforte e romantico. Il paese di Antillo, adessoche ho molte primavere sulle spalle, per lesue qualità paesaggistiche (è un paesino dol-cissimo!) ed anche per la cortesia e gentilez-za dei suoi abitanti, mi fa sognare una vitatranquilla, serena e felice anche nello splen-dore del “Giardino di Redenzione”.

Le fotografie di questa mostra spazianoda quelle che hanno come soggetto pre-ziose opere artistiche a quelle con parti-colari caratteristici del centro storico.Abbiamo notato però una certa predilezio-ne per gli stupendi scenari naturalistici dicui è particolarmente ricco il nostro terri-torio. E’ così?

Sì, è vero. Il verde delle montagne è bellissi-mo, i fiori della primavera trasmettono unagrande gioia, le farfalle non hanno paura del-l’uomo e si fanno fotografare. Il paese è puli-to, poetico e romantico. L’aria di Antillo mi fasognare e porta con sé i sentori buoni delvino e delle castagne, delle ciliege e delleamarene, delle more e dei gelsi. Un postobello da vivere.

L’imponente mole della Rocca Castello

Un caratteristico angolo del centro storico di Antillo

Un particolare del mosaico della Villetta Comunale

L’espressione fiera e decisa del soldato del Monumento ai Caduti