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KASTELRUTH · SEIS AM SCHLERN · VöLS AM SCHLERN · SEISER ALM CASTELROTTO · SIUSI ALLO SCILIAR · FIè ALLO SCILIAR · ALPE DI SIUSI Spiriti del castello Un viaggio attraverso il medioevo Otto teste, un unico obiettivo 30° Cavalcata Oswald von Wolkenstein Sport di tendenza Slacklining ai piedi dello Sciliar www.alpedisiusi.info ALPE Estate 2012 Alpe di Siusi Magazine

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Otto teste, un unico obiettivo Spiriti del castello 30° cavalcata oswald von Wolkenstein www.alpedisiusi.info un viaggio attraverso il medioevo estate 2012 slacklining ai piedi dello sciliar Kastelruth · seis am schlern · Völs am schlern · seiser almcastelrotto·siusiallosciliar·Fièallosciliar·alpedisiusi

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Kastelruth · seis am schlern · Völs am schlern · seiser almcastelrotto · siusi allo sciliar · Fiè allo sciliar · alpe di siusi

Spiriti del castello un viaggio attraverso il medioevo

Otto teste, un unico obiettivo30° cavalcata oswald von Wolkenstein

Sport di tendenza slacklining ai piedi dello sciliar

www.alpedisiusi.info

ALPEestate 2012

Alpe di Siusi Magazine

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sommer | ALPE 3

T rascorrere l’estate nell’area vacanze Alpe di Siusi significa godere di belle e rilas­santi vacanze a stretto contatto con una

natura incontaminata, dove l’avventura la fa da padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in mountain bike, cimentarsi nel parapendio, nell’e­quitazione o nel nuoto, gironzolare oppure oziare, qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza dimenticherete la quotidianità. Gli articoli nelle prossime pagine saranno uno spunto per provare qualcosa di diverso dal solito dove le emozioni in­dimenticabili sono garantite.

Questa rivista racchiude interessanti articoli per famiglie, buongustai, appassionati d’arte e spor­tivi. Al centro di quest’edizione c’è soprattutto l’estate all’insegna della famiglia e della cultura a Castel Prösels: a questo proposito vi invitiamo a effettuare un viaggio nel medioevo oppure ad as­sistere all’esibizione dei “Fiati dei Berliner Philhar­moniker”. Inoltre potete scoprire cosa è lo “slack­lining“, leggere l‘avvincente storia dell’Albergo Unterwirt di Siusi, nonché intraprendere un viag­gio nel mondo dei colori e profumi del Maso Pfle­gerhof. L’articolo “Otto teste, un unico obiettivo“ racconta della “Cavalcata di Oswald von Wolken­stein”, lo spettacolo equestre più grande e affasci­

nante dell’Alto Adige. Siete curiosi di scoprire cosa si nasconde dietro la parola “Schwoager”? Volete saperne di più del “Giardino delle rose” di Bulla e conoscere chi erano i “vip“ che frequentavano la località di Siusi ai tempi d’oro? Leggete le pagine seguenti e lo scoprirete!

ALPE vorrebbe anche essere un’utile guida per la vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e punti d’incontro, così come numerose e allettanti possibilità per lo shopping nei paesi dell’altopiano e dintorni. Questo magazine contiene anche un programma dettagliato di eventi, appuntamenti culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se deciderete di partecipare, l’album delle vostre va­canze sarà ricco di momenti felici e indelebili.

Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e in­dimenticabile soggiorno, all’insegna di benessere e relax.

Eduard Tröbinger Scherlin - Presidenteper Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar e Alpe di Siusi.

Cari ospiti!

Editoriale & Sommario

estate | ALPE 3

Pagina 5Castel Prösels: Un viaggo nel medioevoPagina 10Punto d’incontro: Dalla musica classica al jazzPagina 13Albergo “Unterwirt” a Siusi allo SciliarPagina 17Giardino dell’Eden: Il Maso PflegerhofPagina 23La giardiniera delle rose: Il regno di Lotte ZemmerPagina 26Tradizione: Il “Schwoagen“ all’Alpe di SiusiPagina 32Slackline: Divertimento sospesi nell’ariaPagina 35La 30° Cavalcata Oswald von WolkensteinPagina 38Anteprima estate ’12Pagina 40Anteprima inverno ’12/13Pagina 42Visto & sentito

Foto

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Foto: Armin Mayr

Massimo impegno.

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CastelrottoTel. 0471 711 711 E-Mail: [email protected]

SiusiTel. 0471 711 700E-Mail: [email protected]

Alpe di SiusiTel. 0471 727 944 E-Mail: [email protected]

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estate | ALPE 54 ALPE | estate

U n piccolo viale conduce attraverso un verde prato al portone d’ingresso in le­gno del castello. “Papà, dove si trova il ponte levatoio?“, vuole sapere Nina che

non vede l’ora di entrare nel regno dei cavalieri. Non c’è nemmeno traccia del fossato che Nina co­nosce dai libri sui cavalieri.

Bambini come Nina entrano nel castello con la vo­glia e la fantasia di ripercorrere le tracce della sto­ria. Circondati da antiche mura hanno la possibi­lità di vivere a stretto contatto con la storia e di conoscere personaggi come il conte Leonardo di Fiè, valorosi cavalieri e nobili dame. Durante una visita guidata al castello si ha la possibilità di ca­pire come vivevano una volta cavalieri e damigelle, nonché la servitù.

I bambini vengono accolti al portone d’entrata dal “cavaliere” Karl oppure dalla “castellana” Veronica o la strega Martha. Nina riceve subito una risposta

alle sue prime domande. “Il castello era protetto molto bene“, dice Karl, che oggi ha il compito di spiegare in modo semplice e convincente, un po’ di storia altoatesina. “Fino alla rivolta dei contadini, a causa delle troppe tasse richieste dal leggendario conte Leonardo di Fiè, il maestoso Castel Prösels, si salvò dagli assalti”, racconta Karl. “Il castello, che si erge su di uno sperone di roccia, era accessibile solo da un lato e pertanto relativamente sicuro. Per questo motivo non vediamo nessuno ponte leva­toio e fossato”.

Nina parte subito alla ricerca di tracce. Karl conse­gna ai curiosi visitatori alcuni elementi di un mo­dellino di castello e spiega il loro significato: torre del castello, battifredo, cappella … Alla fine della visita tutti gli elementi consegnati comporranno un avvincente insieme.

Prima sosta obbligata del castello è la stanza delle armi. La collezione raccoglie vere armature e una

»

»

un modo diverso di pensare alla storia - questo promettono le visite guidate alle famiglie in visita a castel prösels. Qui, lungo il Fiume

adige, dove un tempo vivevano i signori dell’alto adige, sono custo-dite molte interessanti testimonianze storiche d’un tempo.

Nina

Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

Un viaggio attraverso il medioevo a Castel Prösels

nel paese delle meraviglie

Simboli magici: I bambini amano immergersi nel passato.

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corazza, diverse alabarde e lance del XVI secolo, canoni, sciabole e spade del XVII secolo, armi di fanteria francese e sciabole di cavalieri del XVIV secolo. A questo s’aggiungono diversi strumenti e coltelli di caccia del XVIII secolo dati in prestito da un altro museo ed esposti accuratamente nella stanza delle armi di Castel Prösels.

Attraverso una stretta scala a chiocciola i bambini raggiungono poi una bella sala del camino che emana una particolare atmosfera romantica. Que­sto è il luogo dove le donne si emozionano di più. Ora Nina si sente come una vera principessa, o forse la dama di un cavaliere oppure un giullare di corte? Abiti rosso porpora, verde muschio, bianco e marrone – un’infinita di vestiti, gonne, pantaloni e cappelli che i giovani visitatori possono indos­

sare. Nina e la sua amica non riescono più a tratte­nersi. I pezzi forti per le ragazze sono i vestiti delle nobildonne. Davanti ad antichi “erker”, vetrate va­riopinte e sedie feudali i genitori tengono a portata di mano le macchine fotografiche per immortalare questo magico momento.

Dopo aver indossato gli abiti medioevali e ispe­zionato il grande caminetto, i bambini sono ora­mai incontenibili. Non vedono l’ora di entrare nella sala dei cavalieri. Nel “cuore del castello“ vengono ancora oggi organizzate meravigliose feste, matri­moni, giubilei e concerti classici di artisti di fama internazionale, racconta Karl ai bambini, prima di iniziare a raccontare la saga di Castel Prösels. “Si tratta della storia di un monaco francescano che elemosinava burro, speck e uova. Egli trovò il por­

Simboli magici a Castel Prösels

In occasione dell’iniziativa “Estate in famiglia all’Alpe di Siusi”, l’area vacanze Alpe di Siusi organizza, tra luglio e agosto, sette visite guidate per famiglie a Castel Prösels.

Date: martedì ­ 17, 24 e 31 luglio, nonché 7, 14, 21 e 28 agosto – dalle ore 14.00 alle ore 16.30 Prenotazione & informazioni presso gli Uffici Turistici di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar e Alpe di Siusi.

»

estate | ALPE 7

Non c’è tempo per la noia: A Castel Prösels il divertimento formato famiglia è assicurato.

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tone del castello aperto ed infine …“ Al momento Karl non vuole svelare più di questo.

Visitando la piccola cappella si tocca con mano la fede cristiana che ancora oggi permane nei discendenti dei ca­stellani.Nella pala dell’altare si scorge anche la figura del Conte Leonardo di Fiè che – modestamente – si è fatto raffigurare. “Il fatto che presenti gli stessi tratti di Gesù, non è sicuramente un caso”, so­stiene sorridendo Karl. Nella cappella i bambini scorgono molti interessanti simboli, tra questi anche le croci degli apostoli.

Anche nel cortile interno i bambini scoprono molte cose: l’aquila raffigu­rata nello stemma rappresenta la forza e l’intelligenza, mentre il leone è il re degli animali. I simboli degli animali so­pra l’orologio indicano il ciclo delle sta­gioni. Particolarmente intriganti sono i simboli scolpiti nella pietra, pertanto molto ben conservati nel tempo. In particolare il simbolo della cisterna sti­mola la fantasia dei bambini e non solo.

Il viaggio attraverso il medioevo tra­scorre in un battibaleno. Durante un’avvincente caccia al tesoro biso­gna tentare di decifrare magici sim­boli. “Chi riesce a risolvere l’enigma, alla fine troverà un tesoro”, promette Karl. Alla fine della visita i bambini pos­sono sfidare i genitori con giochi tipici del medioevo, tra questi il gioco del filetto, lo storico gioco dei birilli e il gioco dei draghi.

Quando al termine della visita al Castel Prösels, Nina, l’amica e i genitori si con­gedano da Karl per ritornare al 21° se­colo, hanno la sensazione di aver tra­scorso momenti indimenticabili, d’altri tempi. «

estate | ALPE 9

I fiati dei Berliner Philharmoni­ker si formarono già ai tempi di Herbert von Karajan e per decenni si esibirono in con­certi di musica da camera.

Dopo il cambio di generazione di una delle più famose orche­stre tedesche si formò, nel 2002 un nuovo ensemble su iniziativa del clarinettista Wal­ter Seyfarth e del clarinettista solista Karl­Heinz Steffens. Il nuovo ensemble era compo­sto da nuovi musicisti e propo­

neva programmi innovativi.Il centro dell’orchestra è com­posto dal quintetto di fiati formato da Jonathan Kelly e Andreas Wittmann (oboe), Alexander Bader e Walther Seyfarth (clarinetto), Fer­gus Mc William e Andrej Zust (corni), Marion Reinhard e Henning Trog (fagotto). Par­ticolarmente piacevole è l’ag­giunta di un contrabbasso (Martin Heinze), strumento che non può assolutamente mancare durante una serenata

classica viennese di strumenti a fiato. L’ensemble di fiati pro­pone musica leggera, dai suoni cristallini.

L’ensemble si esibisce a livello nazionale ed internazionale e suona spesso brani di musica da camera dei Berliner Philhar­moniker.

In occasione del concerto del 26 giugno 2012 nel cortile di Castel Prösels verranno ese­guiti l’ottetto di Franz Vincenz

Krommer, una serenata di W. A. Mozart e brani del “Flauto magico” di W. A. Mozart.

I biglietti per il concerto pos­sono essere acquistati dal 10 giugno presso l’Ufficio Turi­stico di Fiè allo Sciliar e all’en­trata di Castel Prösels prima dell’inizio del concerto (prezzo Euro 20,00).In caso di maltempo il con­certo si terrá nella Casa della Cultura di Fiè allo Sciliar.

I fiati dei Berliner Philharmonikercon l’arrivo del direttore d’orchestra sir simon rattle ha inizio la rinascita del famoso ensemble.

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estate | ALPE 11

castel prösels è da più di trent‘anni punto d’incontro della scena culturale altoatesina. dal 1982 infatti, vengono organizzati, nell’ambito di un ricco programma musicale, concerti di livello artistico molto elevato. reinhold Janek, incaricato del ”Kuratorium schloss prösels soc.coop.a.r.l.”, spiega il programma culturale previsto per il 2012.

Dalla musica classica alla musica jazz

10 ALPE | estate

Intervista: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

» ALPE: Nel 2011 Castel Prösels

ha registrato ca. 17.000

visitatori. Quali sono le

caratteristiche che rendono

il castello così interessante?

Reinhold Janek: Il castello risale

al XIII secolo e venne trasfor­

mato in una residenza rinasci­

mentale nel XVI secolo dall’al­

lora conte Leonardo di Fiè. Negli

anni successivi, il castello non

ha subito particolari modifiche e

pertanto si presenta oggi ai visi­

tatori nella sua veste originale. Il

numero dei visitatori è aumen­

tato costantemente negli ultimi

30 anni e allo stesso modo è

cresciuto l’interesse della gente

per il castello.

E se ripensa al passato …

… Penso con orgoglio che negli

ultimi 30 anni sono stati orga­

nizzati più di 260 concerti d’o­

gni genere musicale: dalla

musica popolare, jazz, musica

d’intrattenimento e musica clas­

sica. Hanno completato l’offerta

più di 150 mostre e otto spetta­

coli teatrali all’aperto. L’inte­

resse della gente è aumentato

con il passare degli anni. Di

anno in anno, non solo si è po­

tuto registrare un incremento

del numero dei visitatori, ma an­

che un aumento dell’interesse

mediatico nazionale e interna­

zionale.

Quali manifestazioni

sono previste per il 2012

a Castel Prösels?

Il programma prevede un “Ho­

angart“ (un piacevole incontro)

con autentica musica popolare,

due concerti di musica popolare

“diversa”, nove concerti di mu­

sica classica, un concerto jazz e

una matinee con un Brass­Quin­

tett. Inoltre sono previste due

serate al castello con musica

d’intrattenimento e sei diver­

tenti spettacoli teatrali. L’opu­

scolo allegato alla rivista ALPE

regala maggiori informazioni

sugli eventi proposti.

Quale sarà l’evento

più particolare di

quest’estate culturale?

Ci saranno due eventi magici. Il

concerto dei “fiati dei Berliner

Philharmoniker” il 26 giugno in

occasione del “giubileo dei 30

anni di concerti al castello” e tre

concerti nell’ambito della “festa

della musica da camera di Castel

Prösels” il 25, 28 e 31 luglio con

particolari programmi in occa­

sione del decennale della festa

della musica da camera.

Castel Prösels propone

al visitatore due esposizioni

permanenti

L’esposizione “finff maiolica

schaln“ mostra spaccati della

vita quotidiana a Castel Prösels

tra il 1500 e 1600 presentando

reperti archeologici provenienti

dalla torre sudest del muro di

cinta affidati come prestito per­

manente al “Kuratorium Schloss

Prösels Soc.coop.a.r.l.” dall’Uffi­

cio Beni Archeologici. Nella Sala

dei Pilastri è esposta una colle­

zione d’armi che vanta principal­

mente oggetti appartenenti al

XIX secolo, ma anche oggetti

che risalgono al XVI secolo,

epoca del Conte Leonardo di

Fiè. La collezione quadri “Ca’ de

Bezzi” mostra principalmente

opere d’arte di artisti apparte­

nenti alla Scuola di Monaco di

Baviera che nel tardo XIX secolo

fino al 1914 lasciarono le loro

opere nel famoso locale “Ca’ de

Bezzi” frequentato da artisti di

Bolzano. Nella galleria di

Castel Prösels sono rap­

presentate le opere di tutti

gli artisti che dal 1982 in

poi hanno esposto nei

mesi estivi le loro opere

nel “Tischlerhaus”.

Un’ulteriore esposizione

mostra 21 quadri che sono

stati regalati al “Kurato­

rium Schloss Prösels Soc.

coop.a.r.l.” dall’artista Lotte

Copí. Le rimanenti opere

della famosa artista sono

state inserite nel 2006

nella collezione d’arte di

Reinhold Würth.

Da chi viene gestito

Castel Prösels?

Il “Kuratorium Schloss

Prösels“ conta 65 membri

con a capo il presidente

Manfred Kompatscher. La

cooperativa non è in grado

di autofinanziarsi. Senza il

sostegno della Giunta Pro­

vinciale, la Comunità Com­

prensoriale Salto­Sciliar, i

comuni di Fiè, Castelrotto

e Tires, nonché le fonda­

zioni della Cassa di Rispar­

mio, Cassa Raiffeisen

Sciliar­Catinaccio e

Castelrotto e molte altre,

non sarebbe in grado di

sostenere la gestione così

impeccabile del castello.

Chi ha interesse può di­

ventare membro del “Cir­

colo amici di Castel

Prösels“ e contribuire con

una donazione oppure an­

che con una prestazione

lavorativa al manteni­

mento del castello. Le vi­

site guidate, nonché l’af­

fitto delle sale del castello

per feste e ricevimenti,

sono indubbiamente le en­

trate economiche più im­

portanti. «

Incaricato culturale Reinhold Janek: “più di 260 concerti negli ultimi 30 anni”.

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estate | ALPE 13

Aquel tempo il paese di Siusi non era che un piccolo assembramento di masi contadini intorno alla torre del paese. Il paese di Siusi viene menzio­

nato per la prima volta tra il 982 e 987 quando ap­pare come appartenente al tribunale di Castelrotto. A quell’epoca, oltre ai masi contadini esisteva an­che un’ importante zona artigianale nei pressi del Rio Freddo con botteghe di fabbri di ogni genere, maniscalchi, numerosi mulini e segherie, nonché una conceria e una piccola fabbrica di “Loden” (ti­pico tessuto di lana del Tirolo e dell’Alto Adige). Ma il numero degli abitanti non era ancora sufficiente per costruire una chiesa propria. La chiesa venne costruita soltanto 100 anni dopo l’edificio con lo stemma risalente al 1518.

Lo stemma era l’emblema della corporazione dei fornai: lo testimonia la raffigurazione di un “bre­zel” e di due pagnotte, nonché l’incisione di due

“PP” che stanno per la parola “Päckerpfister”. Nel 1546 la casa viene menzionata per la prima volta in un documento scritto. Si tratta di un contratto dove la proprietà “Arlas­Gut”, cioè l’abitazione del fornaio, con giardino e il permesso di svolgere la professione vengono trasmesse dal padre al figlio.

Oberwirt e Unterwirt. Documenti storici indi­cano inoltre che all’epoca il paese di Siusi posse­deva anche una seconda locanda: il “Wirtshaus zum Gebhard” o meglio ­ la Locanda Oberwirt. Entrambe le locande lavoravano bene ­ sembra in­fatti che gli artigiani e i contadini della zona amas­sero molto bere e divertirsi. A quel periodo risale infatti anche un esposto emesso nel 1546 dal giu­dice di Castelrotto in cui si prevedeva una multa di “10 Mark Berner” (l’equivalente del prezzo di 3 mucche) per gli osti della zona che avessero ser­vito vino oltre l’ora nona della sera. Durante un controllo notturno il giudice incontrò effettiva­

12 ALPE | estate

Hotel Unterwirt a Siusi 1518: questa è la data riportata nello stemma di

pietra che una volta sovrastava il portone d’ingresso

della locanda “schwarzer adler“, la più antica

locanda nel cuore di siusi che oggi ospita un

accogliente albergo. 1518: esattamente 73 anni dopo che

il famoso poeta cavalleresco oswald von Wolkenstein

abbandonò il suo castel castelvecchio ai piedi delle

scoscese pareti dello sciliar e la sua morte a merano.

»Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

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mente presso la Locanda Unterwirt di Siusi un gruppo di persone chiassose che stava tranquilla­mente bevendo e giocando ai tavoli dell’osteria. Il giudice decise di intervenire tempestivamente e di punire l’oste in maniera esemplificativa. Non gli in­flisse solo una sanzione pecuniaria, ma lo rinchiuse in galera per alcuni giorni.

La denominazione “Adler­Wirt“ appare per la prima volta in un documento scritto in cui si elenca l’eredità della ventiseienne Katharina Mulser. Un anno dopo la giovane donna convolò a nozze con Anton Gasser. Da allora, per quasi 150 anni, la Lo­canda Aquila Nera, conosciuta come “Unterwirt” tra gli abitanti, venne gestita dalla famiglia Gasser. Nel 1987 la locanda venne rilevata dalla famiglia Mutschlechner, originaria dell’Albergo Bad Ratzes.

Ospiti famosi. All’inizio del 20° secolo sempre più persone famose scelsero come meta vacan­ziera estiva esclusiva la zona di Siusi e di questo approfittò naturalmente anche la locanda tradizio­nale “Aquila Nera”. Ancora oggi si racconta della volta in cui una ricca famiglia aristocratica russa prenotò per alcune settimane l’intero piano supe­riore dell’albergo.

Quando in Italia arrivò al potere Benito Mussolini, l’Alber go “Unterwirt” dovette cambiare il proprio nome in “Albergo Aquila Nera”. A quel punto ini­ziarono a frequentarlo anche numerosi perso­naggi di spicco italiani. L’albergo era conosciuto anche per la sua straordinaria cucina e l’acco­

gliente “stube”, nella quale si sentirono a proprio agio molti personaggi famosi tra i quali lo scrittore Carl Zuckmayer, il pioniere delle montagne Johann Santner, il regista Luis Trenker e gli artisti Willy Valier, Oskar Wiedenhofer e Hubert Mumelter. Negli anni cinquanta l‘albergo ospitó anche il pit­tore italiano Filippo de Pisis e negli anni settanta, l’Albergo Aquila Nera fu sovente meta di Alfredo Beltrame.

Dopo la seconda guerra mondiale il settore del turismo cambiò radicalmente. Adesso non erano più esclusivamente i ricchi a trascorrere le loro va­canze a Siusi, ma iniziarono anche a venire ospiti meno abbienti che ora potevano permettersi una vacanza con la famiglia. Il cosiddetto miracolo eco­nomico portò all’Albergo Aquila Nera ospiti tutto l’anno e questo fu il motivo principale per sot­toporre la struttura ad un massiccio rimoderna­mento e ampliamento. Nel 1966 venne demolito il vecchio fienile e l’albergo fu alzato di un piano. Ogni camera venne dotata di bagno e alcuni anni più tardi il proprietario Josef Gasser fece costru­ire perfino una piscina. La prima piscina di Siusi!

Nel 1997 con il passaggio alla famiglia Mutsch­lechner l’albergo cambiò ulteriormente aspetto. La struttura venne trasformata in un moderno al­bergo con sauna e reparto wellness.

Sempre al suo posto è rimasto comunque l’antico portone d’ingresso in pietra con lo stemma che ri­porta la data 1518. «

14 ALPE | estate estate | ALPE 15

L’ebreo polacco Ignaz Friedman, pianista morto nel 1948 a Sydney, è ancora oggi una delle perso­nalità più importanti della scena musicale del 20° secolo. Negli anni compresi tra la prima e la seconda guerra mondiale la fa­miglia Friedman decise di sog­giornare a Siusi, in una elegante villa che fece ristrutturare, da cui Ignaz muoveva per le varie tappe

della sua tournèe nel mondo, compresa Sydney, da cui, appreso del sequestro della casa da parte dei fascisti, decise di non fare più ritorno. Il Festival Pianistico In­ternazionale Ferruccio Busoni, in collaborazione con il Comune di Castelrotto ne celebrerà il ricordo in una edizione speciale organiz­zata per il prossimo 2 Settembre 2012: dopo un primo evento com­

memorativo su invito, con l’es­perto di storia del pianismo Pe­ter Froundjian, Direttore artistico del Festival Pianistico di Husum, la giovane eccezionale promessa del pianoforte Beatrice Rana, re­centemente laureatasi vincitrice dell’importante Concorso Piani­stico Internazionale di Montreal, si esibirà in un recital pianistico organizzato presso l’Istituto Mu­

sicale “Ignaz Friedman“ di Siusi con un repertorio in cui opere dello stesso Friedman si alterne­ranno a brani di Chopin, Clementi e Skrjabin. Una serata per e con gli Amici della Fondazione Concorso Pianistico Internazio­nale Ferruccio Busoni e per tutti coloro che hanno a cuore sia l‘arte del pianismo che la cultura artistica cosmopolita.

Un gigante del pianismoconcorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni. concerto commemorativo a siusi allo sciliar

Questo periodo “d’elite” viene

descritto perfettamente in un

saggio scritto dal giornalista in­

ternazionale, poi residente a

Siusi, Robert Huldschiner (1913 –

1984) in occasione della cronaca

per il 1000esimo giubileo “Co­

mune di Castelrotto – passato e

presente” (pag. 345 ff.)

“[…] All’inizio del ventesimo secolo

il paese di Siusi subì una grande

apertura all’Europa. Il merito fu

anche di alcuni cittadini facoltosi di

Bolzano che iniziarono a costruire

le loro ville per le vacanze estive a

Siusi e S. Costantino. La fama di

Siusi come paese di cura e sog-

giorno privilegiato per persone di

nome e rango crebbe notevolmente

nel tempo. Molti personaggi famosi

iniziarono ad acquistare case e ter-

reni in zona. A quel periodo risale

anche la residenza del magnate

della birra bavarese Köbl costruita

nel tipico stile architettonico teuto-

nico. Dopo la prima guerra mon-

diale l’edificio passò alla società co-

operativa dell’acqua per poi essere

ceduto a Sigurd, il figlio del poeta

norvegese Henrik Ibsen.

Sigurd Ibsen era sposato con la fi-

glia del non meno famoso autore

norvegese Björnstjerne Björnson, il

cui fratello Björn si costruì una villa

poco distante dalla casa di Ibsen.

Nelle immediate vicinanze si stabilì

il pianista polacco Ignaz Friedman,

forse il più celebre interprete di

Chopin del suo tempo. Siusi di-

venne così punto di ritrovo della

scena musicale internazionale. [In

memoria dello straordinario piani-

sta Ignaz Friedman, il 2 settembre

viene organizzato a Siusi allo Sciliar

un concerto nell’ambito del Con-

corso Internazionale per pianoforte

Busoni.]

La villa dell’ultimo ambasciatore

dello zar alla corte viennese, il

Conte Bobrinsy, al margine del

bosco di Laranza divenne la meta

dell’intera corte europea e russa

dopo la prima guerra mondiale.

Ma ancora prima il paese di Siusi

era stato scoperto dal Re di Sasso-

dopo il 1887 quando il paese di siusi fu collegato con una strada alla stazione ferroviaria di ponte Gardena, il turismo della zona subì un incremento inaspettato. ora era possibile raggiungere comodamente in tre ore di carrozza il paese di siusi, divenuto in breve tempo luogo di cura e di soggiorno prediletto dell’alta società internazionale.

Ospiti famosi a Siusi

»

Nel periodo interbellico, il pianista Ignaz Friedman soggiornò a Siusi allo Sciliar.

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16 ALPE | estate estate | ALPE 17

nia. In estate alloggiava con l’intera

famiglia presso l’Hotel Salegg.

Il notiziario “Bozner Nachrichten”

riportò il 20 luglio 1905 “la dome-

nica di prima ora, grazie anche alle

condizioni metrologiche ideali, il re

si è incamminato con il principe e

la principessa Margherita verso S.

Costantino e più tardi i bambini

reali sono tornati dalla passeggiata

con grandi mazzi di rododendri.

Dopo la famiglia reale ha assistito

alla SS. Messa e poi ha visitato al-

cuni negozi del paese”. Nel 1905

questo era possibile anche di dome-

nica!

“La mattina seguente il re, insieme

ai due principi, è salito sullo Sciliar

e poi il gruppo ha passato la notte

presso il Rifugio Bolzano. Le princi-

pesse invece hanno preferito gu-

stare una buona merenda presso il

“Ledigen Stiefel”. Era un periodo

felice, dove le teste coronate pas-

seggiavano senza guardie del corpo

e i bambini reali potevano giocare

liberamente nei boschi.

Dopo la guerra fu la volta del Duca

d’Aosta che soggiornò nelle stanze

della famiglia reale di Sassonia

dell’Hotel Salegg. La sera, si poteva

osservare l’elegante e cosmopolita

società passeggiare lungo la strada

che si snoda tra il “Seiser Hof” e l’

“Enzian”, mentre sulla terrazza del

Caffé “Heufler” l’elite intellettuale si

sfidava in avvincenti partite di

bridge. L’estate a Siusi era vera-

mente diventata un evento mon-

dano! Si potevano incontrare Tosca-

nini e Arthur Schnitzler, gli attori di

spicco del “Burgtheater“ e gli espo-

nenti dell’Orchestra di Lipsia, inoltre

pittori e poeti. Il vociferare nel pic-

colo paese ai piedi dello Sciliar era

impressionante. Giá nel 1910 Hugo

Bürger scrisse nella sua guida di

Vienna “Im Zeichen des Fremden-

verkehrs” (n.d.t “Nel segno del turi-

smo“) che l’Hotel Seiser Hof con i

suoi campi da tennis, piscina, stanza

della musica, ufficio postale e telefo-

nico interno era da considerarsi uno

degli alberghi più quotati del Tirolo.

E anche dopo la prima guerra mon-

diale, la signora Liebl, nella sua veste

lunga e bianca poté accogliere nel

suo albergo con dignità regale, ospiti

illustri provenienti da Roma, Berlino,

Londra e Parigi.

Oltre agli alberghi “Seiser Hof” e

“Salegg” si stabilirono giá all’inizio

del secolo altri hotel di grande lu-

stro, tra questi l’Hotel “Enzian”,

“Dolomitenhof”, “Oberwirt”, “Un-

terwirt” e la “Villa Heufler” che di

anno in anno accoglievano i loro

affezionati ospiti. […]“

Mentre il sole tramonta lentamente e lo Sciliar infuoca nel rosso della sera, regalando ai pendii e boschi

un meritato e piacevole refrigerio, il Maso Pflegerhof di S. Osvaldo risplende ancora nella piena luce del sole. Stretto alle antiche rovine di Castel Aichach coperte di edera, un vecchio

fienile con tetto in paglia, un tradizionale maso contadino, vicino una piccola serra e intorno, fino a dove arriva lo sguardo, piante, erbe, fiori … un vero paradiso di profumi e colori. A quest’ora giovani donne ritornano dagli orti in fiore con grandi ceste colme di fiori profumati e foglie. La fine della giornata.

La forza delle donne del Maso Pflegerhofnel Giardino dell’eden tra profumi e colori

»Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

»

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Con loro c’è anche Cornelia, la figlia di casa e giardiniera. La neonata Nicole che la trentenne ha avvolto in uno scialle e portato con sé nei campi si lamenta un pochino. Dal negozio esce Maria, la sorella di Cornelia, che si prende subito cura della bambina. Noi ci sediamo un po’ in di­sparte e osserviamo la scena.

Azienda modello. A poca distanza osservo Martha, la madre, che trent’anni fa iniziò a col­tivare per hobby un piccolo orto di erbe e spe­zie. Il lavoro le piacque talmente tanto che dopo la morte di suo marito decise di trasformare il maso contadino tradizionale, improntato prin­cipalmente nella produzione di prodotti ca seari, in un maso specializzato nella coltivazione di erbe e spezie biologiche. Ormai la signora Mar­

tha Mulser è una famosa erbaiola che per il suo impegno è stata premiata con il titolo di “Sudti­rolese dell’anno”, ha scritto un libro sulle erbe officinali ed è sempre ancora l’indiscussa “au­torità” e anima del Maso Pflegerhof. Il Maso Pflegerhof è diventato negli anni l’orgoglio dei masi agricoli a coltivazione biologica dell’Alto

Adige. Le due figlie sono impegnate che ciò ri­manga così nel tempo. Le erbe sono da sempre una “cosa di donne“ e in tempi passati le erba­iole venivano perfino additate come streghe. Per questo motivo i due fratelli maschi non si sono mai intromessi e si occupano di cose più concrete come gli impianti di riscaldamento a trucioli.

Sapere femminile. “Noi bambini abbiamo do­vuto aiutare fin da piccoli nei campi e così è stato del tutto naturale che io diventassi una giardi­niera”, spiega Cornelia. Dopo aver svolto l’ap­prendistato in una giardineria di Bolzano, iniziò a lavorare, non ancora ventenne, con la ma­dre. Introdusse molte idee innovative. Da quel momento il Maso Pflegerhof è gestito tutto

al femminile. La sorella Maria si occupa della commercializzazione, aiuta in negozio ed effet­tua le visite guidate al maso, mentre Cornelia controlla la crescita delle piante, dalla semina al raccolto. Martha invece, dall’alto della sua espe­rienza trentennale, tiene in mano le redini del maso.

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Un palcoscenico magico: le antiche rovine di Castel Aichach

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In base alla stagione le donne si fanno aiutare da un numero svariato di collaboratori: nei mesi estivi possono essere più di una dozzina, tra questi anche molti giovani giardinieri che de­siderano effettuare il loro tirocinio. “In prima­vera, per il lavoro dei campi terrazzati, è neces­sario affidarsi anche a braccia forti maschili, ma tutto il resto viene gestito da noi donne”, spiega Cornelia. Questo vale soprattutto per la faticosa crescita delle piantine, il trapianto delle piante in serra, il raccolto a mano dei fiori oppure il rac­colto delle erbe con la tagliatrice.

Una buona organizzazione garantisce già metà risultato. Prima della semina, Cornelia organizza tutto nel minimo dettaglio. “Coltiviamo cira 80 specie di erbe e lavoriamo in base al principio di cultura mista, combinando erbe e spezie in modo tale che queste possano supportarsi a vicenda e ri­spettiamo la rotazione delle colture”, spiega Cor­nelia. L’area di coltivazione disposta a terrazza co­pre una superficie di due ettari e viene sfruttata in modo intensivo. Tutti i campi possono essere raggiunti a piedi. Il terreno è molto vario ed è ca­ratterizzato da una morfologia che va dal sabbioso all’argilloso. Per la concimazione vengono utiliz­zati esclusivamente concimi biologici e lo sterco di cavallo. I campi vengono irrigati per mezzo di un impianto d’irrigazione, sia di giorno oppure di notte, in base ai permessi forniti dalla cooperativa dell’acqua.

E cosa viene fatto per combattere i parassiti? “Non ce ne sono a parte le fastidiose lumache“, racconta Cornelia, “che vengono mangiate con piacere dalle nostre amiche”, e indica divertita la colonia di anatre indiane che ritorna starnaz­zante dai campi.

Nel negozio del maso. Dopo il raccolto le erbe e i fiori vengono raffreddati e poi essiccati con molta attenzione. Oggi sulla griglia in legno dello speciale impianto d’essicazione ad aria sono stati riposti fiordalisi blu scuro, calendole arancioni ed enotere gialle. Non appena essic­cati i fiori vengono immagazzinati prima di es­sere utilizzati per la produzione dei prodotti che poi vengono venduti nel negozio del maso. La gamma di prodotti è molto ampia: dal sale aromatico ai cuscinetti profumati, dalle tisane alle erbe all’aceto fino al sciroppo ai petali di fiori – tutto viene prodotto artigianalmente sul

maso. Solo i cosmetici vengono prodotti in un laboratorio specializzato di Padova. Utilizzando antiche ricette della nonna vengono prodotte pomate, tinture, amari, creme, sali da bagno e shampoo naturali.

Sbalorditiva l’offerta di piantine giovani da ac­quistare. Ci sono circa 500 specie! Che bello poter scegliere tra 30 diverse specie di pomo­dori, 40 tipi di salvia e 40 tipi di menta prove­nienti da tutto il mondo. “Amo scoprire erbe esotiche“, svela Cornelia, “questa passione mi porta ad intraprendere lunghi viaggi alla volta delle più importanti giardinerie europee”. Dai semi acquistati in diversi posti del mondo, ma anche dalle proprie colture, crescono le piantine in serra. Una parte è poi destinata alla vendita, l’altra alla coltivazione propria. La sua passione per le piante non ne soffre: la sua collezione di cactus e piante grasse ha oramai raggiunto di­mensioni impressionanti. E questo dimostra che anche lei è nata, come del resto sua madre, con il pollice verde! «

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Il roseto nelle Dolomiti

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Quando si parla del “Giardino delle rose delle dolomiti” si pensa sempre alla saga di re laurino e al suo roseto fatato. Quattro anni fa però una signora a Bulla ha allestito a 1.500 metri s.l.m. un giardino ancora più bello che conta 6.000 rosai.

La padrona del regno fiorito di Bulla, uno dei tre paesi ladini del Comune di Castelrotto, si chiama Lotte Zemmer. La “regina delle rose“ non è un personag­

gio fittizio, ma una signora in carne ed ossa che in estate già prima delle sei del mattino lavora nel suo roseto situato sul pendio ripido sotto l’Hotel Uhrerhof. Con il suo grembiule blu, le calzature so­lide e in mano una cesoia si muove nel suo regno di fiori. La giardiniera trascorre ogni giorno molte ore nel suo roseto di più di 1.000 m². Ogni giorno riempie minimo otto carriole di fiori appassiti pro­venienti da 6.000 cespugli di rose. Sempre solo lei, senza nessun aiuto.

“Questo lavoro per me è pari ad una meditazione. La pace, il profumo e i meravigliosi colori delle rose mi ripagano ogni giorno delle fatiche del lavoro”, spiega Lotte Zemmer, senza smettere di togliere le erbacce in giardino.

Fino a qualche anno fa la proprietaria dell’Ho­tel Uhrerhof non aveva tempo per curare un suo hobby. Negli anni aveva trasformato assieme alla sua famiglia un piccolo maso contadino ere­ditato in un albergo di quattro stelle. Il lavoro in casa non lasciava spazio ad altro. Questo fino al suo sessantesimo compleanno. In quell’occasione decise di trasferire l’albergo a sua figlia. Poi suo marito le chiese che cosa desiderasse per il com­pleanno. Il suo desiderio le pareva talmente fuori dal comune che la signora non ebbe quasi il co­

raggio di esprimerlo. “Desidero un roseto, un giar­dino solo mio“, confidò finalmente al marito. Il ma­rito si mostrò d’accordo però pose una condizione: non avrebbe aiutato la moglie nel giardino. D‘altro canto avrebbe aiutato di più in casa.

La zelante signora passò subito all’azione. Detto fatto! Il ripido pendio sotto casa, dove fino ad al­lora pascolavano solo pecore e capre, venne ter­razzato. Poi l’aspirante giardiniera fece una ri­cerca approfondita in internet e alla fine ordinò 100 diverse specie di rose dai più famosi coltivatori di rose della Germania, la famiglia Kordes. Com­plessivamente acquistò 5.000 roseti. “Una mac­china nuova sarebbe costata molto di più delle 5.000 piante. Sono contenta dell’acquisto, le rose mi regalano tanta gioia e tante soddisfazioni ogni giorno!” sottolinea la regina delle rose.

Nel regno delle rose. Re Laurino, lo sfortunato eroe altoatesino di una delle saghe più importanti delle Dolomiti, morirebbe d’invidia alla vista di questi 6.000 roseti. Quando ci si ferma allo stec­cato che delimita il giardino e si respira il dolce profumo delle rose e si ammira l’impressionante spettacolo scorgendo sempre una rosa oppure una sfumatura di colore diversa, si intuisce perché la si­gnora Lotte Zemmer sostenga di fare il lavoro più bello del mondo: curare le rose.

Nel frattempo la giardiniera conosce tutte le sue rose per nome, ma soprattutto conosce le loro di­

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Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier»

Meraviglia fiorita: il regno di Lotte Zemmer

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Sciroppo ai petali di rosaIngredienti1 kg di zucchero1 l d’acqua4 g di acido citricoPetali di almeno 5 rose profumate e non trattate

PreparazioneFare bollire l’acqua con lo zucchero e fare raffreddare durante la notte. Aggiungere poi i petali di rosa e l’acido citrico. Coprire con un telo e lasciare riposare per almeno 3 giorni. Mescolare di tanto in tanto. Tra­vasare in bottiglie di vetro e conservare in frigorifero.

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verse spine. “Potrei partecipare alla trasmissione ‘Scommettiamo che’ e vincere una scommessa”, scherza la signora.

La signora si è occupata personalmente dell’ allesti­mento del giardino. Il paese di Bulla si trova a 1.500 m s.l.m. e la scelta delle piante è stata particolar­mente accurata. Quando poi nell’estate del 2009 fiorirono quasi tutte le rose, la signora Lotte Zem­mer ebbe la conferma che il suo sogno del roseto poteva diventare realtà. Rose rampicanti si alterna­vano a rose indiche e a cespugli fioriti, una miriade di tonalità dal rosa tenue al rosso e nel bel mezzo boccioli bianchi. Oggi il roseto vanta dolci sentieri, sculture, sfere in vetro colorate e diverse costru­zioni per le rose rampicanti. A questo s’aggiun­gono comode sedie e divanetti che invitano a una piacevole sosta. Visitatori sono sempre ben accetti! L’unica regola imposta dalla padrona del roseto e il rispetto del silenzio. “I visitatori del roseto sono sempre ospiti piacevoli. Quasi tutti apprezzano la pace che i visitatori aleggia nel giardino e quasi sem­pre sono senza parole di fronte a tanta bellezza” so­stiene Lotte Zemmer non senza orgoglio.

Anche i caprioli sembrano apprezzare i boccioli di rosa soprattutto in autunno. Sono una vera preli­batezza e nessun steccato separa gli animali dal ro­seto. La giardiniera sopporta la perdita con calma, in effetti capisce anche i caprioli. Quando però una mattina incontrò nel roseto due giganteschi cervi ebbe un po’ di timore.

Nell’estate 2011 la signora ha vissuto un evento magico: nel roseto è stata battezzata una nuova rosa. Dopo aver chiesto ai rosicoltori Kordes se

fosse possibile eseguire anche in Alto Adige un battesimo di rosa, le vennero inviati dieci esem­plari da visionare. A quel punto la signora scelse una rosa a cespuglio resistente e semplice di un tenue colore bianco­rosa. La nuova rosa venne bat­tezzata con il nome “Dolomiti” perché rispecchia nella fioritura i colori delle montagne dolomitiche.

Bulla è una delle tre frazioni ladine appartenenti al territorio comunale di Castelrotto. La maggio­ranza degli abitanti parla oltre al tedesco e all’ita­liano, anche il ladino, terza lingua parlata in Alto Adige. Quest’antica lingua retoromanza viene in parte anche parlata nelle scuole e negli uffici am­ministrativi della Val Gardena. Geograficamente il paese di Bulla si trova in Val Gardena. Si estende a 1.500 m s.l.m. e con meno di 200 abitanti rap­presenta un vero paradiso di pace in una valle, la Val Gardena appunto, notoriamente vocata per il turismo.

Sembra che qui il tempo si sia fermato. Nel cen­tro di Bulla troviamo la chiesa dedicata a San Le­onardo. Il paese vanta inoltre tre locande e varie possibilità di pernottamento. Il vecchio molino lungo il Rio Bulla è stato ristrutturato alcuni anni fa e in determinati giorni è possibile assistere al procedimento antico della macina. Oltre al bellis­simo roseto della signora Zemmer, il paese di Bulla riserva un’ulteriore attrazione: nell’estate 2011 è stato inaugurato il “geotrail”, un sentiero geolo­gico tra il Passo Pinei e Bulla. Lungo il percorso fa­cile che può essere percorso in tre ore si trovano otto interessanti cartelli informativi che spiegano la storia evolutiva delle Dolomiti, dal 2009 Patri­monio naturale UNESCO. «

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che bella giornata di settembre! oggi, finalmente, dopo numerose chiamate, sono riuscita nel mio intento: c’è il contadino, il bestiame è accudito, il fieno è stato portato a valle. Zenzl e sepp hanno finalmente tempo di raccontarmi della loro vita in malga.

“Schwoagen“ all’Alpe di Siusi

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Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier

» Trovare oggi i cosiddetti “Schwoager“ all’Alpe di Siusi è quasi un miracolo. Una volta, 30 – 40 anni fa, era diverso. Era naturale che le famiglie contadine

in estate si trasferissero con il bestiame e suppel­lettili domestici in malga, portassero il fieno in valle e lavorassero il latte. Oggi il latte viene rac­colto il mattino di buon’ora dal camion cisterna

latte e trasportato in latteria. Recinzioni elettriche tengono a bada il bestiame, non c‘è più bisogno dei pastori e della “Schwoagerin” che accudisce i pa­stori, cura il bestiame, munge le mucche, fa burro e formaggio. Ora ci sono le mungitrici elettriche, la sera e il mattino il contadino raggiunge la malga in macchina, conduce il bestiame in stalla, colloca i contenitori del latte al margine della strada e ri­ »

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Il forno è la parte centrale della malga.

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torna a casa in valle. A volte sorveglia il bestiame al pascolo, controlla gli abbeveratoi e sposta le re­cinzioni elettriche.

A 2.000 d’altitudine. Alla malga Stompfeter il tempo sembra essersi fermato. Sepp, il contadino della malga e sua moglie Zenzl, amano trascor­rere le estati in malga come un tempo. Inoltre de­siderano aiutare il figlio Reinhold che ora gestisce il bellissimo maso situato tra Castelrotto e Siusi. Reinhold, d’altro canto, apprezza molto il fatto che i genitori curino il bestiame in malga nei mesi estivi.

La mandria è composta da 50 animali, tra cui 18 mucche da latte, il resto sono vitelli d’allevamento. Gli animali pascolano sui ripidi pendii sotto le cre­ste delle montagne e per Sepp, oramai settanta­duenne, è un lavoro di grande impegno e respon­sabilità. Deve tenere d’occhio e curare gli animali, controllare le recinzioni, condurre il bestiame in stalla la sera, mungere le mucche due volte al giorno e portare i bidoni del latte in strade in modo che possano essere raccolti dal camion cisterna latte. Nonostante tutto gli rimane del tempo per il suo hobby preferito: fare musica con la sua banda musicale. Quando si dedica alla musica può succe­dere che ritorni anche abbastanza tardi, dice sua moglie Zenzl.

Ma anche in questi casi Zenzl non ha tempo per annoiarsi. Cura i quattro grossi maiali che si roto­

lano nel fango dietro la malga, coltiva l’orto dove, a 2.000 metri s.l.m., crescono erbe officinali, spezie e insalate che utilizza per preparare ottimi piatti per Sepp e gli ospiti della malga. Con il latte fre­sco di malga fa il burro. Una parte del burro viene messa in congelatore per l’inverno. Zenzl si oc­cupa anche dei tanti gerani e garofani che fiori­scono ovunque.

Forno a legna e macchina del caffè. “La cor­rente elettrica ha portato qualche comodità in più in malga”, dice Zenzl. Oggi, vicino al forno a legna, troneggia una macchina del caffè elettrica. Zenzl possiede inoltre una lavatrice, utilizza l’acqua calda corrente e la mungitrice elettrica. In questo modo si trovano a proprio agio anche la nuora Manuela e i tre nipotini Lisa, Julia e Jakob quando in estate trascorrono qualche giorno in malga. “Vengono a trovarci quasi ogni fine settimana, e la domenica andiamo insieme a messa nella Chiesetta presso il Rifugio Zallinger”, racconta Zenzl. Durante la setti­mana arriva spesso anche Reinhold per effettuare delle migliorie alla casa. Quest’anno, il qualificato carpentiere, vuole rinnovare la scala in legno e il solaio. Per questo motivo sta scaricando le assi di legno dal trattore.

Reinhold ha sempre molto da fare in malga. In pri­mavera deve concimare i prati con il letame natu­rale e all’inizio di agosto lavorare il fieno e portarlo a valle. “Un po’ di fieno rimane sempre in malga”,

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Come una volta: Zenzl all’Alpe di Siusi.

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dice Sepp. Serve per gli animali quando devono rimanere in stalla perché sono ammalati oppure le mucche sono gravide e figliano. Questo succede soprattutto in autunno. A volte, in caso di una nevicata anticipata, gli animali devono rimanere in stalla anche a settembre. “Fortunata­mente la neve si scioglie subito e non di­sturba particolarmente gli animali gio­vani“, spiega Sepp. Gli animali giovani, rispetto alle vacche, sono forti, arrivano in malga con anticipo già a fine maggio e ritornano in valle, tempo permettendo, solo a inizio ottobre.

Verdi alpeggi e rocce dolomitiche. Sepp cura gli animali in modo impecca­bile. Tutti gli animali sono ben nutriti, puliti e strigliati. Anche la malga ha un aspetto molto curato: tutto ha il suo or­dine. I contenitori del latte sono accura­tamente accatastati per permettere una perfetta asciugatura, i recinti sono cu­ratissimi. Un’immagine d’altri tempi: la malga al sole, sullo sfondo i verdi alpeggi orlati da file di cembri color verde scuro in contrasto con le rocce dolomitiche bian­che dell’imponente Sasso Piatto.

La discesa dall’alpeggio (transumanza) è ancora lontana, ma le giornate si sono già accorciate e le notti sono già più fre­sche. Sepp deve provvedere alla legna da ardere nella stufa, ma deve anche già pensare a raccogliere la legna per la pros­sima primavera. Il “calduccio“ in malga deve essere sempre garantito, soprat­tutto quando il tempo si fa umido e la fredda aria di montagna irrigidisce gli arti. In questo periodo la malga viene vi­sitata da cacciatori, forestali e contadini amici che amano riscaldarsi nell’acco­gliente “stube”. Sono sempre ospiti gra­diti. Volentieri si scambiano due parole oppure si gioca a carte.

E quando le gelide notti bruciano la ve­getazione nei prati, è arrivato, anche per i due “Schwoager”, il momento di chiu­dere la malga e ritornare in valle per l’in­verno. «

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Idillio: la malga Stampfeter

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Divertimento sospesi nell’aria

Lo slacklining nasce negli anni sessanta negli USA nell’ambiente degli freeclim­ber e oggi conta tra gli appassionati

tantissimi giovani sportivi. Stare in equilibrio sulla fettuccia di nylon (slackline) significa di­vertimento puro!

Slacklining ai piedi dello Sciliar. Lo slack­lining conta molti simpatizzanti tra gio­vani, freeclimber e sportivi anche nella zona dell’Alpe di Siusi. Non importa se nel proprio giardino oppure al lago, il semplice fissaggio dello slackline (fettuccia elastica) trasforma in breve tempo quasi ogni luogo in una pale­stra di divertimenti. Servono solo due punti fissi e stabili, alberi, colonne oppure rocce dove fissare lo slackline e il divertimento è garantito. In estate è pertanto possibile in­contrare giovani appassionati di slacklining sul Colle sopra Castelrotto, lungo il percorso della salute di Denise Karbon e Peter Fill in prossi mità del campo sportivo Wasserebene, nella piscina di Telfen, presso le rovine di Castelvecchio oppure lungo le sponde del Laghetto di Fiè.

Non appena viene fissata la fettuccia di ny­lon larga 2,5 cm si avvicinano i primi curiosi: bambini e adulti che vogliono assistere allo spettacolo. Quasi nessuno conosce il nome di questa nuova disciplina, molti spettatori pen­sano di assistere ad uno spettacolo di funam­boli. Ma l’arte dei funamboli è una disciplina riservata solo agli artisti che si esibiscono su una fune tesa ad altezze vertiginose. Lo slack­lining è diverso. Può essere praticato da tutti e quasi tutti vogliono provarlo!

Il termine slackline deriva dall’inglese e si­gnifica fettuccia. Al contrario della fune tesa e rigida dei funamboli, la fettuccia è elastica e per i principianti viene fissata a mezzo me­tro sopra il suolo. Questo soprattutto per sal­vaguardare la sicurezza. Al primo tentativo si è sempre un po’ traballanti, soprattutto per l’emozione. Dopo un po’ ci si entusiasma come quando da bambini si tentava di tenersi in equilibrio sopra uno steccato. Si prova e si riprova. Ogni minuto con i piedi per terra sembra tempo perso e si tenta di risalire sullo slackline non appena libero. Dopo i primi suc­cessi – quando il corpo si è abituato alla nuova dimensione sospesa – aumenta l’entusiasmo. Ora è possibile correre avanti e indietro. I più esperti riescono a fare giravolte, salti e trucchi acrobatici. Slacklining significa divertimento, sport e allenamento perfetto per corpo e mente. Lo slacklining richiede all’atleta una combinazione tra equilibrio, concentrazione e coordinamento. Cercare di stare in equi­librio sullo slackline permette di allenarsi in modo giocoso e sempre più sportivi ne speri­mentano gli effetti positivi. Lo slacklining per­mettere di trascorrere ore divertenti all’aria aperta. Come spettatori, ma soprattutto par­tecipando.

Sport estremo. Dai primi tentativi negli anni sessanta lo slacklining si è molto evoluto. Ora la fettuccia si è allungata e viene fissata più in alto. Lo slackining si è trasformato in uno sport estremo di tendenza. Gli arrampica­tori fissano lo slackline tra due picchi oppo­sti e tentano di tenersi in equilibrio, muniti di un’apposita attrezzatura, a centinaia di me­

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Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier

l’estate è la stagione delle attività all’aperto. lo slacklining, un esercizio di equilibrio su una fettuccia di nylon, si è imposto in europa negli ultimi anni e si è trasformato lentamente in uno sport di tendenza.

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Slacklining: allenamento perfetto per corpo e mente.

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tri sopra il suolo. Lo slackline più alto d’Europa, una cosiddetta highline, è stato fissato a 4.500 metri nella zona del Monte Rosa. Lo slackline più lungo, una longline, conta più di 300 metri. Una lunghezza del genere richiede massima concentrazione – la fettuccia tende ad oscil­lare! Una jumpline funziona come un trampo­lino. Lo slackline è molto teso ed è possibile effettuare giravolte e perfino salti acrobatici. Nel caso della waterline, un slackline sopra l’acqua, è soprattutto il movimento dell’acqua a rendere difficile il bilanciamento. Se l’acqua è abbastanza profonda questo è pertanto il me­todo migliore per perfezionare trucchi e salti.

Storia. Circa 50 anni fa, nella californiana Yo­semite Valley, alcuni arrampicatori, per pas­

sare il tempo, iniziarono a tenersi in equilibrio su delle funi. Era un modo per allenare il senso dell’equilibrio e il coordinamento durante le pause tra un’arrampicata e l’altra. Negli anni ottanta si passò alla fettuccia in nylon e si fissò una carrucola per fissare meglio lo slackline. Più tardi si iniziò a tendere la fettuccia con un apposito gancio. Anche se lo slacklining è arri­vato dagli USA già da molti anni, in Europa ha iniziato a essere apprezzato solo di recente.

Per i principianti sono disponibili diversi “slack­line set“ che contengono tutto ciò che serve per avvicinarsi alla disciplina. Poiché si tende spesso a fissare lo slackline agli alberi, consi­gliamo al momento dell’acquisto, di pensare an­che ad un’appropriata protezione per l’albero. «

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Otto teste, un unico obiettivo

Quando Georg Gasslitter esce dal re­cinto dei cavalli si percepisce subito la forza di una persona in sintonia con la

natura e se stesso. Il contadino d’alta montagna ha dedicato tutta la sua vita ai cavalli ed è molto fiero e grato di aver avuto la singolare opportu­nità di partecipare a 29 edizioni della “Cavalcata Oswald von Wolkenstein”. Ora si sta prepa­rando per partecipare all’inizio di giugno 2012 alla 30esima edizione dello spettacolo equestre più emozionante della stagione.

Georg Gasslitter è orgoglioso di aver parte­cipato a tutte le edizioni del torneo cavaller­esco più importante dell’Alto Adige e di aver lasciato, anche se in modo molto discreto, la propria impronta. I soli cavalieri non sarebbero mai riusciti a trasformare il torneo cavalleresco Oswald von Wolkenstein in ciò che è diventato ai giorni nostri, sostiene il signor Gasslitter. I ca­valieri e le cavallerizze hanno il solo compito di

occuparsi dei cavalli e di pensare a se stessi. La buona riuscita della manifestazione è però af­fidata a una macchinosa organizzazione e cen­tinaia di volontari instancabili. Ma il grande merito del successo è da riporre nel grande entusiasmo degli innumerevoli spettatori che, di anno in anno, partecipano alla manifesta­zione incitando con slancio cavalieri e cavalle­rizze e trasformando il torneo in uno spettacolo unico e indimenticabile.

A partire dal mese di marzo di ogni anno, ai piedi dello Sciliar non si parla d’altro che del torneo. “Ogni cavaliere può confermare“, dice Gasslitter, “che non c’è niente di più impor­tante della Cavalcata Oswald von Wolkenstein“. Solo chi ha già partecipato al torneo può capire la tensione e le emozioni della gara. Tutto que­sto naturalmente, a prescindere dallo stupendo scenario montano che circonda i luoghi in cui si disputa la gara.

Intervista: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier

la “cavalcata oswald von Wolkenstein”, lo spettacolo equestre più grande dell’alto adige festeggia la sua 30esima edizione. 30 anni, ma l’entusiasmo dei cavalieri e degli spettatori è sempre lo stesso!

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34 ALPE | estate

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ALPE ha parlato con Georg Gaslitter dell’entusiasmo, delle delusioni, delle sfide e del futuro del torneo Oswald von Wolken­stein nell’immaginario dei gio­vani.

ALPE: Lei ha partecipato a tutte

le edizioni del torneo cavallere-

sco Oswald von Wolkenstein.

Non si è ancora stancato?

Georg Gasslitter: No, assoluta­mente. Se Dio vuole, vorrei conti­nuare ancora per molto tempo. La voglia di cavalcare e lo spirito combattivo non conoscono età. E con il passare del tempo aumenta anche l’esperienza.

Qual è stato il momento

più bello?

Ce ne sono molti, e non sempre sono legati a una vittoria. Le par­tecipazioni degli ultimi anni sono forse le più belle. A un certo punto noi cavallerizzi abbiamo iniziato ad allenarci con meno pressione. Ora la partecipazione al torneo è più rilassata che negli anni passati.

Ci sono stati dei momenti

deludenti?

A questo proposito mi viene in mente la cavalcata del 1992, quando sono caduto da cavallo durante il percorso tra le porte di Castel Prösels. In quell’occasione il mio cavallo perse un ferro. Era piovuto tutta la settimana e il ter­reno era completamente bagnato. La mia caduta costò la gara alla mia squadra. Avevo perso troppo tempo. Una curiosità: ho ritrovato il ferro un anno più tardi nel corso di un allenamento. Un se­gno dal cielo. Quell’anno la mia squadra vinse il torneo.

Quante volte ha vinto il torneo?

Ho avuto la fortuna di vincere il torneo otto volte: nel 1984, 1985, 1987, 1993, 1994, 1996 e nel 1997 vinsi in squadra con i miei fratelli.

Nel 2008 vinsi la corsa con la mia nuova squadra composta da mio fratello Reinhold, Stefan Moser e Konrad Hofer.

E‘ riuscito a trasmettere

l’entusiasmo per il torneo

ai suoi figli?

La mia famiglia mi segue da sem­pre e mi sprona anche durante gli allenamenti. I miei cinque figli e mia moglie sono dei cavallerizzi provetti. Andiamo a cavallo tutto l’anno e partecipiamo a svariate gare. La mia famiglia partecipa a ogni avvenimento. Un tempo presso il maso c’era un maneggio. Attualmente, oltre al bestiame, teniamo otto cavalli. I miei figli crescono con i cavalli, come del resto sono cresciuto io. Per il mio primogenito è naturale parteci­pare al torneo cavalleresco Oswald von Wolkenstein, come per me 29 anni fa, quando ho par­tecipato alla primissima edizione.

Anche sua moglie Evi ha

partecipato al torneo?

Evi ha partecipato al torneo per cinque anni di seguito. Due volte ha fatto parte di una squadra completamente femminile. Le quattro cavallerizze molto com­battive si sono perfino guada­gnate un articolo con foto intito­lato “Tyrolean Razzle­Dazzle” nel New York Times.

Quali caratteristiche deve

avere una squadra?

I quattro componenti della squa­dra devono andare d’accordo, in­teragire, fidarsi ciecamente l’una dell’altra, sapersi motivare, rispet­tarsi e superare il proprio egoi­smo. Tutti devono sapere caval­care bene e possedere un buon cavallo. Non è così facile quanto sembra e ogni torneo si rivela un’avvincente novità che appas­siona i cavalieri e gli spettatori. Tutto deve essere perfetto. Quanto si allena personalmente

per il torneo, o questo

è un suo segreto?

Una volta mi allenavo ogni giorno per svariati mesi. A volte da solo, a volte con la squadra. Nel corso degli anni ho sviluppato un certo automatismo. Appena inizia la primavera si parte! Anche se a volte per il cavallo sarebbe meglio allenarsi meno.

Con questo vuole dire che il

cavallo supera il cavaliere?

Assolutamente. I cavalli hanno una capacità d’apprendimento ec­cezionale e si ricordano benis­simo le mosse dell’anno prece­dente. E da non dimenticare: i cavalli sono ambiziosi! Spesso più ambiziosi del cavaliere stesso.

Come reagisce il cavallo

se il cavaliere è nervoso?

Impazienza e nervosismo si tra­smettono molto facilmente. An­che se è proprio il cavallo che spesso non vede l’ora di partire. Se poi qualcosa non va per il verso giusto, il cavaliere cerca spesso la colpa nel cavallo, anche se è quasi impossibile che questo sbagli. Ebbene sì, durante il torneo caval­leresco Oswald von Wolkenstein siamo quattro cavalieri e quattro cavalli. Quindi “otto teste”, un’im­presa difficile da governare!

Quale è il suo gioco preferito

durante il torneo?

Il percorso tra le porte di Castel Prösels è sempre stato la mia pas­sione. È l’ultimo gioco del torneo, sicuramente quello più impegna­tivo che decreta il successo dell’intera gara.

Qual è il momento più

carico di tensione?

Logicamente la partenza. Si parte da Castelrotto con il primo gioco impegnativo che rappresenta già una sfida del tutto particolare. So­litamente sono più agitati i miei famigliari che assistano al torneo.

Partecipare è più facile che assi­stere, sostiene mia moglie Evi.

Come vede la cavalcata

tra 30 anni?

(ride) Con gli occhi di un ottan­tenne. A parte gli scherzi, penso che la manifestazione abbia un grande futuro. Non esiste infatti niente di paragonabile. La Caval­cata è particolarmente importante per le giovani leve che durante il torneo hanno la possibilità di mi­surarsi.

Quali sono i cavalli che ha

cavalcato in tutti questi anni?

Ho iniziato cavalcando una cavalla avelignese di nome “Hex” e dal 1984 al 1993 ho partecipato con “Elfi”, sempre una cavalla aveli­gnese. Di seguito ho partecipato con il Quarter avelignese Sunny. Ora mi presento al via con il mio Quarter Horse Smart. Mentre ne­gli anni passati potevano parteci­pare al torneo esclusivamente i biondi cavalli avelignesi, ora sono ammesse tutte le razze. Chi sono i suoi rivali

più temibili?

Un tempo sicuramente la squadra di Fiè allo Sciliar. Ora c’è più equi­librio e sono tante le squadre con ottime possibilità, tra queste sicu­ramente le squadre della Val Sa­rentino e del Renon.

Durante il torneo rimane

sufficiente tempo per

ammirare il meraviglioso

paesaggio naturale?

Il percorso è un vero incanto. Ogni volta è un’avventura indi­menticabile. È magnifico partire all’alba da Castel Forte a Ponte Gardena e proseguire lungo sen­tieri naturali, prati e boschi alla volta dei quattro luoghi in cui si disputa la gara: Castelrotto, Siusi allo Sciliar, il Laghetto di Fiè e infine Castel Prösels. «

estate | ALPE 37

Georg Gasslitter

ha iniziato la sua carriera in occasione della Caval­cata Oswald von Wolken­stein del 1983 quando par­tecipò con i suoi fratelli Konrad, Toni e Isolde. Di seguito entrarono a far parte della squadra i fra­telli Reinhold e Andreas in quella che tra gli avversari era conosciuta come la formazione molto temuta dei “Telfen/Castelrotto”. Con complessivamente otto vittorie Georg Ga­slitter detiene finora il re­cord del cavaliere più vit­torioso. I quattro giochi del tor­neo sono molto impe­gnativi per cavaliere e ca­vallo: il “passaggio degli anelli” sul Monte Calvario a Castel rotto, il “labirinto” al Matzlbödele, ai piedi dello Sciliar, “ il galoppo” nei pressi del Laghetto di Fiè, nonché il “passag­gio tra le porte” ai piedi dell’imponente Castel Prösels. Georg Gasslitter gestisce con la moglie Evi e i suoi cinque figli l’agriturismo Oberlanzin a Castelrotto. I suoi due figli maschi e le tre figlie, di età com­presa tra gli 11 e 17 anni, sono tutti cavallerizzi pro­vetti e sicuramente sen­tiremo parlare di loro in occasione delle prossime edizioni della Cavalcata Oswald von Wolkenstein. Il figlio Martin ha parte­cipato al torneo nel 2011 con la squadra “Kastelruth Königswarte” e, a detta di suo padre, ha ottenuto un risultato di tutto rispetto.

Ambiziosi: cavallo e cavaliere.

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estate | ALPE 3938 ALPE | estate

> 20 - 23 luglio 2012

alpe di siusi running shoe experience

Una novità nel programma Run­ning attorno all’Alpe di Siusi è il test di scarpe da running Alpe di Siusi Running Shoe Experience. Tutti i partecipanti avranno la possibilità di testare in anteprima i modelli delle collezioni di scarpe da run­ning dell’anno 2013 dei marchi pro­tagonisti su diversi percorsi con differenti caratteristiche e una lun­ghezza totale di oltre 180 kilometri.

> 9 luglio - 13 agosto 2012

summer classics di siusi allo sciliar

Summer Classics di Siusi allo SciliarAgli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze in­ternazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del pro­gramma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.

> Estate 2012

estate a castel prösels

L’estate a Castel Prösels riserva anche per il 2012 serate superbe e matinées d’incanto. Il prezioso re­pertorio degli artisti, musicisti e cantanti, spazia dalle morbide so­norità della musica classica alla genuinità della musica popolare fino alle eleganti note del jazz. E per chi non assiste ai concerti, l’opportunità di esplorare le an­tiche mura è comunque offerta dalle visite guidate, organizzate durante tutta la stagione calda.www.schloss-proesels.it

> 2 settembre 2012

concorso pianistico int. Ferruccio Busoni concerto commemorativo

(Vedi pagina 14)

> 1-31 ottobre 2012

35° dispensa di Fiè

Uno spunto per i buongustai e gli amanti della cucina locale: la Di­spensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i ristoratori della località invitano a pratecipare all’Ottobre gasto­nomico, pronti a sorprendere an­cora una volta con la rivisitazione di piatti tradizionali. Piatti creati con amore e serviti con altrettanta pas­sione. Piatti originali eppure anti­chi. L’ottobre culinario di Fiè: un’oc­casione da non lasciarsi sfuggire.

> 12-14 ottobre 2012

Festa dei Kastelruther spatzen

La tradizione ha un nome. 28 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è an­cora più grande, fra migliaia di fans radunati sotto il grande ten­done di Castelrotto. Un’emo­zione davvero senza eguali.

Anteprima estate ’12

>1 - 3 giugno 2012

30° cavalcata oswald von Wolkenstein

Nessun altro evento riesce a fon­dere così sapientemente storia, sport, tradizione, cultura e folclore come la celebre cavalcata intito­lata ad Oswald von Wolkenstein. Il tradizionale spettacolo equestre è celebrato ogni anno sullo sfondo di un paesaggio unico e di fronte ad un pubblico in visibilio. Il torneo storico ha inizio al Castel Forte a Ponte Gardena: vessilli al vento, i cavalieri passano di torneo in tor­neo mettendo alla prova le loro doti di velocità, abilità e governo del cavallo. Spirito di squadra, co­raggio e amore per l’animale: que­sti i requisiti fondamentali chiesti ad una squadra che voglia aggiu­dicarsi il prestigioso concorso. Al termine delle sfide, la solenne pre­miazione a Castel Prösels fra la pompa e lo sfarzo tipici del grande poeta e cantore lirico. La presen­tazione delle squadre parteci­panti e la grande festa si terranno nella località di Fiè allo Sciliar. www.ovwritt.com

> 8/9 giugno 2012

Grande open air dei Kastelruther spatzen

L’open air dei Kastelruther Spatzen giunge nel 2012 alla sua sedicesima edizione. Migliaia di fans attesi a Castelrotto per applaudire i beniamini, pronti ad esibirsi sullo sfondo di uno spetta­colo musicale senza eguali.

> 17 giugno - 1 luglio 2012

Cucina naturale di Fiè allo Sciliar

Da anni, ormai, i cuochi di Fiè scel­gono il mese di giugno per annun­ciare l’estate a suon di piatti leggeri e appetitosi. All’arrivo della bella sta­gione, con le primizie dolci e succose a far capolino negli orti, la voglia di piatti naturali e genuini prende il so­pravvento. Il giugno gastronomico di Fiè affascina per la naturalezza delle sue pietanze, create con delicatezza e servite con amore. Un’occasione da non perdere per tutti coloro che amano una cucina buona e sana.

>5 - 25 luglio 2012

schlern international music Festival

Per settimane si spargeranno nell’a­ria di Fiè e dintorni note e melodie classiche, da Anton Bruckner a Zemlinsky. Giovani talenti dagli USA, dal Giappone e dalla Corea, ten­tano l’ascesa all’Olimpo della mu­sica classica regalando ogni giorno indimenticabili concerti in chiese e cappelle all’ombra dello Sciliar.www.schlernmusicfestival.eu

> 2 luglio - 31 agosto 2012

estate: tutti in famiglia!

In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bam­bini: uno straordinario programma di esplorazioni della natura e spedi­zioni sul campo accompagna bam­bini e adulti lungo un viaggio all’in­segna della scoperta di un ambiente naturale unico, la regione dell’Alpe di Siusi.Assieme alla strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di stre­ghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla strega Martha, cucinare un pasto da strega oppure ricercare magici simboli; lo spasso e il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo pos­sono fare con il programma “Un uni­verso in fattoria”. Oltre a vedere da vicino mucche e cavalli le famiglie scopriranno anche come il grano si trasforma in farina.

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Anteprima inverno ’12/13

40 ALPE | estate

> Dicembre 2012

natale a castelrotto

Per la settima volta gli abitanti di Castelrotto rivelano i segreti delle loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli ospiti del Mercatino a suon di biscotti di pan­pepato, dolci natalizi, panforte e krapfen. Il 14 e il 15 dicembre l’appunta­mento è anche con i “Kastelruther Spatzen”, e le loro note musicali: l’ide­ale per favorire l’atmosfera di raccogli­mento che precede il Natale.

> 07-9 dicembre 2012 > 14-16 dicembre 2012 > 21-23 dicembre 2012 > 28-30 dicembre 2012www.kastelruther-weihnacht.com

> 10 - 20 gennaio 2013

antiche ricette dei banchetti nuziali

Dal 10 al 20 gennaio in alcuni ristoranti di Castelrotto sarà possibile rivivere l’atmosfera e il gusto dei banchetti nuziali tradizionali, attraverso una car­rellata di cibi prelibati proprio come si usava in occasione dei matrimoni con­tadini. Tra le varie specialità indi­chiamo: sella di camoscio marinato, frattaglie di vitello con canederli, no­dino di cervo alle erbe, formaggio gri­gio con cipolla, pane dolce nuziale e “krapfen” al papavero.

> 13 gennaio 2013

il matrimonio contadino di castelrotto

Lo spettacolo in costume più affasci­nante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimo­nio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il corteo nuziale ci si incammina con la slitta trainata dai cavalli splendidamente addobbata – nella più precisa osservanza dell’or­dine da sempre seguito – e attraversa campi innevati per giungere fino a Castelrotto.

> 20 gennaio 2013

torneo invernale di golf all’alpe di siusi

Giocare a golf sulla neve e ralle­grarsi di un panorama mozzafiato: il 22 gennaio, tutti gli appassionati di golf potranno provare per la quarta volta consecutiva l’ebbrezza di questo evento speciale. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 1150 m. Con gli sci, lo snowboard o la slitta si va di buca in buca. I fairways sono bianchi anziché verdi, i green white e le palline da golf si differenziano dalla bianca neve grazie ai loro colori scintillanti. www.golfkastelruth.it

> 20 - 27 gennaio 2013

swing on snow

Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo dorato delle sue distese di neve ba­ciate dal sole, le note musicali di di­verse band allieteranno per una setti­mana le imprese di sciatori e snow boardisti fondendosi con la dol­cezza del paesaggio. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi e Fiè saranno in programma “concerti after­hour”. www.swingonsnow.com

> 25 gennaio 2013

alto adige moonlight classic alpe di siusi

Che stupore, per la luna, quando farà capolino da dietro le Dolomiti… Al suo sorgere sarà infatti al via una mara­tona di fondo quanto mai insolita nel suo genere. L’appuntamento per le centinaia di fondisti partecipanti è a Compaccio. Armati di sci e torcia, ec­coli scivolare silenziosamente nella notte, fra il candore del paesaggio in­vernale, lungo i 20 o 36 km del trac­ciato che li ricondurrà al punto di par­tenza. L’evento si prospetta unico ed emozionante anche per i tanti spetta­tori della “Moonlight Classic” dell’Alpe di Siusi.www.moonlightclassic.info

> Inverno 2012/2013

Fantasmi d’inverno a castel prösels

Maestoso e ben conservato, il ca­stello troneggia nel borgo di Presule, presso Fiè allo Sciliar, richiamando visitatori anche nella stagione più fredda. Dopo un salto agli eleganti arsenali, ai saloni principeschi e alle ripidissime scale a chiocciola, la vi­sita guidata si conclude nel salone dei cavalieri fra note musicali e spe­cialità gastronomiche altoatesine. www.schloss-proesels.it

e inoltre:

> 9 dicembre 2012 Highspeed Race

> Dicembre 2012 King Laurin Snowpark Opening

> 1 gennaio 2013 Fan & Fun con Denise Karbon e Peter Fill

> Gennaio 2013 Night Contest

> Febbraio 2013 Snowboard Contest

> Marzo 2013 Ski Contest

> 10 marzo 2013 La gara del “Nastro Azzurro dell’Alpe di Siusi”

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Divertimento freeski con Red Bull Jib Ski KingsChe spettacolo l’evento freeski che all’inizio di marzo vanta la seconda edizione sulla pista Spitzbühl dell’Alpe di Siusi. L’evento ha messo in luce una concezione di sport totalmente innovativa: non sono stati allestiti esclusivamente giganteschi jumps e

strutture perfette, ma anche molti ostacoli naturali, in legno e fieno. Per la migliore performance è stato premiato il 19enne Lukas Schäfer che è salito sul gradino più alto del podio davanti a Valentino Mori e Markus Fohr dalla Finlandia. Il premio „Best Trick price“ è stato consegnato a Christoph Schenk per il suo perfetto “swich misty 9”.

U.S. Cross Country Ski Team meets Alpe di Siusi Sono oramai molti anni che ogni inverno le squadre nazionali di sci di fondo norvegese, svedese, finlandese e italiana si ritrovano all’Alpe di Siusi per svol­gere le sessioni di preparazione per le più importanti manifestazioni internazio­nali. Quest’anno si sono dati appuntamento sull’altipiano più grande d’Europa persino i fondisti americani. Come sempre le piste sono state preparate in modo impeccabile e i giovani atleti si sono detti molto colpiti dal meraviglioso pano­rama montano. “How wunderful, we will come back ….”, hanno esclamato.

42 ALPE | estate

Kastelruther Spatzen. Il premio “Krone der Volksmusik” (noto premio della musica folk) viene assegnato ogni anno ai migliori interpreti della musica folk tedesca. Anche nel 2012 l’ambito premio è stato assegnato ai “Kastelruther Spatzen”, gruppo musicale più popolare dell’Alto Adige.

Visto & sentito

100 anni della Banda Musicale di Siusi allo SciliarNel 1912 venne fondato un “circolo musicale” composto da una dozzina di musicisti allo scopo “di arricchire la celebrazione festosa di feste re­ligiose e patriottiche, nonché allietare i turisti con concerti musicali e folcloristici”. Nel 2012 la Banda musicale di Siusi allo Sciliar, che oggi conta 60 musicisti (donne e uomini) ed è consi­derata una delle migliori bande musicali dell’Alto Adige, festeggia il suo centenario con una serie di concerti.

COLOFONE. alpe: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. editore: Alpe di Siusi Marketing, Via del Paese, 15, 39050 Fiè allo Sciliar, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, [email protected]. capo redatore: Hubert Unterweger. redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Barbara Pichler­Rier, Michaela Baur, André Bechtold e Daniela Kremer, . pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. traduzioni: Studio Cizeta. impaginazione: Komma Graphik. stampa: Litopat, Verona. tiratura: 50.000 copie

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