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Kastelruth · seis am schlern · Völs am schlern · seiser almcastelrotto · siusi allo sciliar · Fiè allo sciliar · alpe di siusi
Spiriti del castello un viaggio attraverso il medioevo
Otto teste, un unico obiettivo30° cavalcata oswald von Wolkenstein
Sport di tendenza slacklining ai piedi dello sciliar
www.alpedisiusi.info
ALPEestate 2012
Alpe di Siusi Magazine
sommer | ALPE 3
T rascorrere l’estate nell’area vacanze Alpe di Siusi significa godere di belle e rilassanti vacanze a stretto contatto con una
natura incontaminata, dove l’avventura la fa da padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in mountain bike, cimentarsi nel parapendio, nell’equitazione o nel nuoto, gironzolare oppure oziare, qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza dimenticherete la quotidianità. Gli articoli nelle prossime pagine saranno uno spunto per provare qualcosa di diverso dal solito dove le emozioni indimenticabili sono garantite.
Questa rivista racchiude interessanti articoli per famiglie, buongustai, appassionati d’arte e sportivi. Al centro di quest’edizione c’è soprattutto l’estate all’insegna della famiglia e della cultura a Castel Prösels: a questo proposito vi invitiamo a effettuare un viaggio nel medioevo oppure ad assistere all’esibizione dei “Fiati dei Berliner Philharmoniker”. Inoltre potete scoprire cosa è lo “slacklining“, leggere l‘avvincente storia dell’Albergo Unterwirt di Siusi, nonché intraprendere un viaggio nel mondo dei colori e profumi del Maso Pflegerhof. L’articolo “Otto teste, un unico obiettivo“ racconta della “Cavalcata di Oswald von Wolkenstein”, lo spettacolo equestre più grande e affasci
nante dell’Alto Adige. Siete curiosi di scoprire cosa si nasconde dietro la parola “Schwoager”? Volete saperne di più del “Giardino delle rose” di Bulla e conoscere chi erano i “vip“ che frequentavano la località di Siusi ai tempi d’oro? Leggete le pagine seguenti e lo scoprirete!
ALPE vorrebbe anche essere un’utile guida per la vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e punti d’incontro, così come numerose e allettanti possibilità per lo shopping nei paesi dell’altopiano e dintorni. Questo magazine contiene anche un programma dettagliato di eventi, appuntamenti culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se deciderete di partecipare, l’album delle vostre vacanze sarà ricco di momenti felici e indelebili.
Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e indimenticabile soggiorno, all’insegna di benessere e relax.
Eduard Tröbinger Scherlin - Presidenteper Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sciliar e Alpe di Siusi.
Cari ospiti!
Editoriale & Sommario
estate | ALPE 3
Pagina 5Castel Prösels: Un viaggo nel medioevoPagina 10Punto d’incontro: Dalla musica classica al jazzPagina 13Albergo “Unterwirt” a Siusi allo SciliarPagina 17Giardino dell’Eden: Il Maso PflegerhofPagina 23La giardiniera delle rose: Il regno di Lotte ZemmerPagina 26Tradizione: Il “Schwoagen“ all’Alpe di SiusiPagina 32Slackline: Divertimento sospesi nell’ariaPagina 35La 30° Cavalcata Oswald von WolkensteinPagina 38Anteprima estate ’12Pagina 40Anteprima inverno ’12/13Pagina 42Visto & sentito
Foto
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Foto: Armin Mayr
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CastelrottoTel. 0471 711 711 E-Mail: [email protected]
SiusiTel. 0471 711 700E-Mail: [email protected]
Alpe di SiusiTel. 0471 727 944 E-Mail: [email protected]
OltretorrenteTel. 0471 711 800 E-Mail: [email protected]
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estate | ALPE 54 ALPE | estate
U n piccolo viale conduce attraverso un verde prato al portone d’ingresso in legno del castello. “Papà, dove si trova il ponte levatoio?“, vuole sapere Nina che
non vede l’ora di entrare nel regno dei cavalieri. Non c’è nemmeno traccia del fossato che Nina conosce dai libri sui cavalieri.
Bambini come Nina entrano nel castello con la voglia e la fantasia di ripercorrere le tracce della storia. Circondati da antiche mura hanno la possibilità di vivere a stretto contatto con la storia e di conoscere personaggi come il conte Leonardo di Fiè, valorosi cavalieri e nobili dame. Durante una visita guidata al castello si ha la possibilità di capire come vivevano una volta cavalieri e damigelle, nonché la servitù.
I bambini vengono accolti al portone d’entrata dal “cavaliere” Karl oppure dalla “castellana” Veronica o la strega Martha. Nina riceve subito una risposta
alle sue prime domande. “Il castello era protetto molto bene“, dice Karl, che oggi ha il compito di spiegare in modo semplice e convincente, un po’ di storia altoatesina. “Fino alla rivolta dei contadini, a causa delle troppe tasse richieste dal leggendario conte Leonardo di Fiè, il maestoso Castel Prösels, si salvò dagli assalti”, racconta Karl. “Il castello, che si erge su di uno sperone di roccia, era accessibile solo da un lato e pertanto relativamente sicuro. Per questo motivo non vediamo nessuno ponte levatoio e fossato”.
Nina parte subito alla ricerca di tracce. Karl consegna ai curiosi visitatori alcuni elementi di un modellino di castello e spiega il loro significato: torre del castello, battifredo, cappella … Alla fine della visita tutti gli elementi consegnati comporranno un avvincente insieme.
Prima sosta obbligata del castello è la stanza delle armi. La collezione raccoglie vere armature e una
»
»
un modo diverso di pensare alla storia - questo promettono le visite guidate alle famiglie in visita a castel prösels. Qui, lungo il Fiume
adige, dove un tempo vivevano i signori dell’alto adige, sono custo-dite molte interessanti testimonianze storiche d’un tempo.
Nina
Testo: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
Un viaggio attraverso il medioevo a Castel Prösels
nel paese delle meraviglie
Simboli magici: I bambini amano immergersi nel passato.
corazza, diverse alabarde e lance del XVI secolo, canoni, sciabole e spade del XVII secolo, armi di fanteria francese e sciabole di cavalieri del XVIV secolo. A questo s’aggiungono diversi strumenti e coltelli di caccia del XVIII secolo dati in prestito da un altro museo ed esposti accuratamente nella stanza delle armi di Castel Prösels.
Attraverso una stretta scala a chiocciola i bambini raggiungono poi una bella sala del camino che emana una particolare atmosfera romantica. Questo è il luogo dove le donne si emozionano di più. Ora Nina si sente come una vera principessa, o forse la dama di un cavaliere oppure un giullare di corte? Abiti rosso porpora, verde muschio, bianco e marrone – un’infinita di vestiti, gonne, pantaloni e cappelli che i giovani visitatori possono indos
sare. Nina e la sua amica non riescono più a trattenersi. I pezzi forti per le ragazze sono i vestiti delle nobildonne. Davanti ad antichi “erker”, vetrate variopinte e sedie feudali i genitori tengono a portata di mano le macchine fotografiche per immortalare questo magico momento.
Dopo aver indossato gli abiti medioevali e ispezionato il grande caminetto, i bambini sono oramai incontenibili. Non vedono l’ora di entrare nella sala dei cavalieri. Nel “cuore del castello“ vengono ancora oggi organizzate meravigliose feste, matrimoni, giubilei e concerti classici di artisti di fama internazionale, racconta Karl ai bambini, prima di iniziare a raccontare la saga di Castel Prösels. “Si tratta della storia di un monaco francescano che elemosinava burro, speck e uova. Egli trovò il por
Simboli magici a Castel Prösels
In occasione dell’iniziativa “Estate in famiglia all’Alpe di Siusi”, l’area vacanze Alpe di Siusi organizza, tra luglio e agosto, sette visite guidate per famiglie a Castel Prösels.
Date: martedì 17, 24 e 31 luglio, nonché 7, 14, 21 e 28 agosto – dalle ore 14.00 alle ore 16.30 Prenotazione & informazioni presso gli Uffici Turistici di Castelrotto, Siusi, Fiè allo Sciliar e Alpe di Siusi.
»
estate | ALPE 7
Non c’è tempo per la noia: A Castel Prösels il divertimento formato famiglia è assicurato.
tone del castello aperto ed infine …“ Al momento Karl non vuole svelare più di questo.
Visitando la piccola cappella si tocca con mano la fede cristiana che ancora oggi permane nei discendenti dei castellani.Nella pala dell’altare si scorge anche la figura del Conte Leonardo di Fiè che – modestamente – si è fatto raffigurare. “Il fatto che presenti gli stessi tratti di Gesù, non è sicuramente un caso”, sostiene sorridendo Karl. Nella cappella i bambini scorgono molti interessanti simboli, tra questi anche le croci degli apostoli.
Anche nel cortile interno i bambini scoprono molte cose: l’aquila raffigurata nello stemma rappresenta la forza e l’intelligenza, mentre il leone è il re degli animali. I simboli degli animali sopra l’orologio indicano il ciclo delle stagioni. Particolarmente intriganti sono i simboli scolpiti nella pietra, pertanto molto ben conservati nel tempo. In particolare il simbolo della cisterna stimola la fantasia dei bambini e non solo.
Il viaggio attraverso il medioevo trascorre in un battibaleno. Durante un’avvincente caccia al tesoro bisogna tentare di decifrare magici simboli. “Chi riesce a risolvere l’enigma, alla fine troverà un tesoro”, promette Karl. Alla fine della visita i bambini possono sfidare i genitori con giochi tipici del medioevo, tra questi il gioco del filetto, lo storico gioco dei birilli e il gioco dei draghi.
Quando al termine della visita al Castel Prösels, Nina, l’amica e i genitori si congedano da Karl per ritornare al 21° secolo, hanno la sensazione di aver trascorso momenti indimenticabili, d’altri tempi. «
estate | ALPE 9
I fiati dei Berliner Philharmoniker si formarono già ai tempi di Herbert von Karajan e per decenni si esibirono in concerti di musica da camera.
Dopo il cambio di generazione di una delle più famose orchestre tedesche si formò, nel 2002 un nuovo ensemble su iniziativa del clarinettista Walter Seyfarth e del clarinettista solista KarlHeinz Steffens. Il nuovo ensemble era composto da nuovi musicisti e propo
neva programmi innovativi.Il centro dell’orchestra è composto dal quintetto di fiati formato da Jonathan Kelly e Andreas Wittmann (oboe), Alexander Bader e Walther Seyfarth (clarinetto), Fergus Mc William e Andrej Zust (corni), Marion Reinhard e Henning Trog (fagotto). Particolarmente piacevole è l’aggiunta di un contrabbasso (Martin Heinze), strumento che non può assolutamente mancare durante una serenata
classica viennese di strumenti a fiato. L’ensemble di fiati propone musica leggera, dai suoni cristallini.
L’ensemble si esibisce a livello nazionale ed internazionale e suona spesso brani di musica da camera dei Berliner Philharmoniker.
In occasione del concerto del 26 giugno 2012 nel cortile di Castel Prösels verranno eseguiti l’ottetto di Franz Vincenz
Krommer, una serenata di W. A. Mozart e brani del “Flauto magico” di W. A. Mozart.
I biglietti per il concerto possono essere acquistati dal 10 giugno presso l’Ufficio Turistico di Fiè allo Sciliar e all’entrata di Castel Prösels prima dell’inizio del concerto (prezzo Euro 20,00).In caso di maltempo il concerto si terrá nella Casa della Cultura di Fiè allo Sciliar.
I fiati dei Berliner Philharmonikercon l’arrivo del direttore d’orchestra sir simon rattle ha inizio la rinascita del famoso ensemble.
estate | ALPE 11
castel prösels è da più di trent‘anni punto d’incontro della scena culturale altoatesina. dal 1982 infatti, vengono organizzati, nell’ambito di un ricco programma musicale, concerti di livello artistico molto elevato. reinhold Janek, incaricato del ”Kuratorium schloss prösels soc.coop.a.r.l.”, spiega il programma culturale previsto per il 2012.
Dalla musica classica alla musica jazz
10 ALPE | estate
Intervista: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
» ALPE: Nel 2011 Castel Prösels
ha registrato ca. 17.000
visitatori. Quali sono le
caratteristiche che rendono
il castello così interessante?
Reinhold Janek: Il castello risale
al XIII secolo e venne trasfor
mato in una residenza rinasci
mentale nel XVI secolo dall’al
lora conte Leonardo di Fiè. Negli
anni successivi, il castello non
ha subito particolari modifiche e
pertanto si presenta oggi ai visi
tatori nella sua veste originale. Il
numero dei visitatori è aumen
tato costantemente negli ultimi
30 anni e allo stesso modo è
cresciuto l’interesse della gente
per il castello.
E se ripensa al passato …
… Penso con orgoglio che negli
ultimi 30 anni sono stati orga
nizzati più di 260 concerti d’o
gni genere musicale: dalla
musica popolare, jazz, musica
d’intrattenimento e musica clas
sica. Hanno completato l’offerta
più di 150 mostre e otto spetta
coli teatrali all’aperto. L’inte
resse della gente è aumentato
con il passare degli anni. Di
anno in anno, non solo si è po
tuto registrare un incremento
del numero dei visitatori, ma an
che un aumento dell’interesse
mediatico nazionale e interna
zionale.
Quali manifestazioni
sono previste per il 2012
a Castel Prösels?
Il programma prevede un “Ho
angart“ (un piacevole incontro)
con autentica musica popolare,
due concerti di musica popolare
“diversa”, nove concerti di mu
sica classica, un concerto jazz e
una matinee con un BrassQuin
tett. Inoltre sono previste due
serate al castello con musica
d’intrattenimento e sei diver
tenti spettacoli teatrali. L’opu
scolo allegato alla rivista ALPE
regala maggiori informazioni
sugli eventi proposti.
Quale sarà l’evento
più particolare di
quest’estate culturale?
Ci saranno due eventi magici. Il
concerto dei “fiati dei Berliner
Philharmoniker” il 26 giugno in
occasione del “giubileo dei 30
anni di concerti al castello” e tre
concerti nell’ambito della “festa
della musica da camera di Castel
Prösels” il 25, 28 e 31 luglio con
particolari programmi in occa
sione del decennale della festa
della musica da camera.
Castel Prösels propone
al visitatore due esposizioni
permanenti
L’esposizione “finff maiolica
schaln“ mostra spaccati della
vita quotidiana a Castel Prösels
tra il 1500 e 1600 presentando
reperti archeologici provenienti
dalla torre sudest del muro di
cinta affidati come prestito per
manente al “Kuratorium Schloss
Prösels Soc.coop.a.r.l.” dall’Uffi
cio Beni Archeologici. Nella Sala
dei Pilastri è esposta una colle
zione d’armi che vanta principal
mente oggetti appartenenti al
XIX secolo, ma anche oggetti
che risalgono al XVI secolo,
epoca del Conte Leonardo di
Fiè. La collezione quadri “Ca’ de
Bezzi” mostra principalmente
opere d’arte di artisti apparte
nenti alla Scuola di Monaco di
Baviera che nel tardo XIX secolo
fino al 1914 lasciarono le loro
opere nel famoso locale “Ca’ de
Bezzi” frequentato da artisti di
Bolzano. Nella galleria di
Castel Prösels sono rap
presentate le opere di tutti
gli artisti che dal 1982 in
poi hanno esposto nei
mesi estivi le loro opere
nel “Tischlerhaus”.
Un’ulteriore esposizione
mostra 21 quadri che sono
stati regalati al “Kurato
rium Schloss Prösels Soc.
coop.a.r.l.” dall’artista Lotte
Copí. Le rimanenti opere
della famosa artista sono
state inserite nel 2006
nella collezione d’arte di
Reinhold Würth.
Da chi viene gestito
Castel Prösels?
Il “Kuratorium Schloss
Prösels“ conta 65 membri
con a capo il presidente
Manfred Kompatscher. La
cooperativa non è in grado
di autofinanziarsi. Senza il
sostegno della Giunta Pro
vinciale, la Comunità Com
prensoriale SaltoSciliar, i
comuni di Fiè, Castelrotto
e Tires, nonché le fonda
zioni della Cassa di Rispar
mio, Cassa Raiffeisen
SciliarCatinaccio e
Castelrotto e molte altre,
non sarebbe in grado di
sostenere la gestione così
impeccabile del castello.
Chi ha interesse può di
ventare membro del “Cir
colo amici di Castel
Prösels“ e contribuire con
una donazione oppure an
che con una prestazione
lavorativa al manteni
mento del castello. Le vi
site guidate, nonché l’af
fitto delle sale del castello
per feste e ricevimenti,
sono indubbiamente le en
trate economiche più im
portanti. «
Incaricato culturale Reinhold Janek: “più di 260 concerti negli ultimi 30 anni”.
estate | ALPE 13
Aquel tempo il paese di Siusi non era che un piccolo assembramento di masi contadini intorno alla torre del paese. Il paese di Siusi viene menzio
nato per la prima volta tra il 982 e 987 quando appare come appartenente al tribunale di Castelrotto. A quell’epoca, oltre ai masi contadini esisteva anche un’ importante zona artigianale nei pressi del Rio Freddo con botteghe di fabbri di ogni genere, maniscalchi, numerosi mulini e segherie, nonché una conceria e una piccola fabbrica di “Loden” (tipico tessuto di lana del Tirolo e dell’Alto Adige). Ma il numero degli abitanti non era ancora sufficiente per costruire una chiesa propria. La chiesa venne costruita soltanto 100 anni dopo l’edificio con lo stemma risalente al 1518.
Lo stemma era l’emblema della corporazione dei fornai: lo testimonia la raffigurazione di un “brezel” e di due pagnotte, nonché l’incisione di due
“PP” che stanno per la parola “Päckerpfister”. Nel 1546 la casa viene menzionata per la prima volta in un documento scritto. Si tratta di un contratto dove la proprietà “ArlasGut”, cioè l’abitazione del fornaio, con giardino e il permesso di svolgere la professione vengono trasmesse dal padre al figlio.
Oberwirt e Unterwirt. Documenti storici indicano inoltre che all’epoca il paese di Siusi possedeva anche una seconda locanda: il “Wirtshaus zum Gebhard” o meglio la Locanda Oberwirt. Entrambe le locande lavoravano bene sembra infatti che gli artigiani e i contadini della zona amassero molto bere e divertirsi. A quel periodo risale infatti anche un esposto emesso nel 1546 dal giudice di Castelrotto in cui si prevedeva una multa di “10 Mark Berner” (l’equivalente del prezzo di 3 mucche) per gli osti della zona che avessero servito vino oltre l’ora nona della sera. Durante un controllo notturno il giudice incontrò effettiva
12 ALPE | estate
Hotel Unterwirt a Siusi 1518: questa è la data riportata nello stemma di
pietra che una volta sovrastava il portone d’ingresso
della locanda “schwarzer adler“, la più antica
locanda nel cuore di siusi che oggi ospita un
accogliente albergo. 1518: esattamente 73 anni dopo che
il famoso poeta cavalleresco oswald von Wolkenstein
abbandonò il suo castel castelvecchio ai piedi delle
scoscese pareti dello sciliar e la sua morte a merano.
»Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
mente presso la Locanda Unterwirt di Siusi un gruppo di persone chiassose che stava tranquillamente bevendo e giocando ai tavoli dell’osteria. Il giudice decise di intervenire tempestivamente e di punire l’oste in maniera esemplificativa. Non gli inflisse solo una sanzione pecuniaria, ma lo rinchiuse in galera per alcuni giorni.
La denominazione “AdlerWirt“ appare per la prima volta in un documento scritto in cui si elenca l’eredità della ventiseienne Katharina Mulser. Un anno dopo la giovane donna convolò a nozze con Anton Gasser. Da allora, per quasi 150 anni, la Locanda Aquila Nera, conosciuta come “Unterwirt” tra gli abitanti, venne gestita dalla famiglia Gasser. Nel 1987 la locanda venne rilevata dalla famiglia Mutschlechner, originaria dell’Albergo Bad Ratzes.
Ospiti famosi. All’inizio del 20° secolo sempre più persone famose scelsero come meta vacanziera estiva esclusiva la zona di Siusi e di questo approfittò naturalmente anche la locanda tradizionale “Aquila Nera”. Ancora oggi si racconta della volta in cui una ricca famiglia aristocratica russa prenotò per alcune settimane l’intero piano superiore dell’albergo.
Quando in Italia arrivò al potere Benito Mussolini, l’Alber go “Unterwirt” dovette cambiare il proprio nome in “Albergo Aquila Nera”. A quel punto iniziarono a frequentarlo anche numerosi personaggi di spicco italiani. L’albergo era conosciuto anche per la sua straordinaria cucina e l’acco
gliente “stube”, nella quale si sentirono a proprio agio molti personaggi famosi tra i quali lo scrittore Carl Zuckmayer, il pioniere delle montagne Johann Santner, il regista Luis Trenker e gli artisti Willy Valier, Oskar Wiedenhofer e Hubert Mumelter. Negli anni cinquanta l‘albergo ospitó anche il pittore italiano Filippo de Pisis e negli anni settanta, l’Albergo Aquila Nera fu sovente meta di Alfredo Beltrame.
Dopo la seconda guerra mondiale il settore del turismo cambiò radicalmente. Adesso non erano più esclusivamente i ricchi a trascorrere le loro vacanze a Siusi, ma iniziarono anche a venire ospiti meno abbienti che ora potevano permettersi una vacanza con la famiglia. Il cosiddetto miracolo economico portò all’Albergo Aquila Nera ospiti tutto l’anno e questo fu il motivo principale per sottoporre la struttura ad un massiccio rimodernamento e ampliamento. Nel 1966 venne demolito il vecchio fienile e l’albergo fu alzato di un piano. Ogni camera venne dotata di bagno e alcuni anni più tardi il proprietario Josef Gasser fece costruire perfino una piscina. La prima piscina di Siusi!
Nel 1997 con il passaggio alla famiglia Mutschlechner l’albergo cambiò ulteriormente aspetto. La struttura venne trasformata in un moderno albergo con sauna e reparto wellness.
Sempre al suo posto è rimasto comunque l’antico portone d’ingresso in pietra con lo stemma che riporta la data 1518. «
14 ALPE | estate estate | ALPE 15
L’ebreo polacco Ignaz Friedman, pianista morto nel 1948 a Sydney, è ancora oggi una delle personalità più importanti della scena musicale del 20° secolo. Negli anni compresi tra la prima e la seconda guerra mondiale la famiglia Friedman decise di soggiornare a Siusi, in una elegante villa che fece ristrutturare, da cui Ignaz muoveva per le varie tappe
della sua tournèe nel mondo, compresa Sydney, da cui, appreso del sequestro della casa da parte dei fascisti, decise di non fare più ritorno. Il Festival Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni, in collaborazione con il Comune di Castelrotto ne celebrerà il ricordo in una edizione speciale organizzata per il prossimo 2 Settembre 2012: dopo un primo evento com
memorativo su invito, con l’esperto di storia del pianismo Peter Froundjian, Direttore artistico del Festival Pianistico di Husum, la giovane eccezionale promessa del pianoforte Beatrice Rana, recentemente laureatasi vincitrice dell’importante Concorso Pianistico Internazionale di Montreal, si esibirà in un recital pianistico organizzato presso l’Istituto Mu
sicale “Ignaz Friedman“ di Siusi con un repertorio in cui opere dello stesso Friedman si alterneranno a brani di Chopin, Clementi e Skrjabin. Una serata per e con gli Amici della Fondazione Concorso Pianistico Internazionale Ferruccio Busoni e per tutti coloro che hanno a cuore sia l‘arte del pianismo che la cultura artistica cosmopolita.
Un gigante del pianismoconcorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni. concerto commemorativo a siusi allo sciliar
Questo periodo “d’elite” viene
descritto perfettamente in un
saggio scritto dal giornalista in
ternazionale, poi residente a
Siusi, Robert Huldschiner (1913 –
1984) in occasione della cronaca
per il 1000esimo giubileo “Co
mune di Castelrotto – passato e
presente” (pag. 345 ff.)
“[…] All’inizio del ventesimo secolo
il paese di Siusi subì una grande
apertura all’Europa. Il merito fu
anche di alcuni cittadini facoltosi di
Bolzano che iniziarono a costruire
le loro ville per le vacanze estive a
Siusi e S. Costantino. La fama di
Siusi come paese di cura e sog-
giorno privilegiato per persone di
nome e rango crebbe notevolmente
nel tempo. Molti personaggi famosi
iniziarono ad acquistare case e ter-
reni in zona. A quel periodo risale
anche la residenza del magnate
della birra bavarese Köbl costruita
nel tipico stile architettonico teuto-
nico. Dopo la prima guerra mon-
diale l’edificio passò alla società co-
operativa dell’acqua per poi essere
ceduto a Sigurd, il figlio del poeta
norvegese Henrik Ibsen.
Sigurd Ibsen era sposato con la fi-
glia del non meno famoso autore
norvegese Björnstjerne Björnson, il
cui fratello Björn si costruì una villa
poco distante dalla casa di Ibsen.
Nelle immediate vicinanze si stabilì
il pianista polacco Ignaz Friedman,
forse il più celebre interprete di
Chopin del suo tempo. Siusi di-
venne così punto di ritrovo della
scena musicale internazionale. [In
memoria dello straordinario piani-
sta Ignaz Friedman, il 2 settembre
viene organizzato a Siusi allo Sciliar
un concerto nell’ambito del Con-
corso Internazionale per pianoforte
Busoni.]
La villa dell’ultimo ambasciatore
dello zar alla corte viennese, il
Conte Bobrinsy, al margine del
bosco di Laranza divenne la meta
dell’intera corte europea e russa
dopo la prima guerra mondiale.
Ma ancora prima il paese di Siusi
era stato scoperto dal Re di Sasso-
dopo il 1887 quando il paese di siusi fu collegato con una strada alla stazione ferroviaria di ponte Gardena, il turismo della zona subì un incremento inaspettato. ora era possibile raggiungere comodamente in tre ore di carrozza il paese di siusi, divenuto in breve tempo luogo di cura e di soggiorno prediletto dell’alta società internazionale.
Ospiti famosi a Siusi
»
Nel periodo interbellico, il pianista Ignaz Friedman soggiornò a Siusi allo Sciliar.
16 ALPE | estate estate | ALPE 17
nia. In estate alloggiava con l’intera
famiglia presso l’Hotel Salegg.
Il notiziario “Bozner Nachrichten”
riportò il 20 luglio 1905 “la dome-
nica di prima ora, grazie anche alle
condizioni metrologiche ideali, il re
si è incamminato con il principe e
la principessa Margherita verso S.
Costantino e più tardi i bambini
reali sono tornati dalla passeggiata
con grandi mazzi di rododendri.
Dopo la famiglia reale ha assistito
alla SS. Messa e poi ha visitato al-
cuni negozi del paese”. Nel 1905
questo era possibile anche di dome-
nica!
“La mattina seguente il re, insieme
ai due principi, è salito sullo Sciliar
e poi il gruppo ha passato la notte
presso il Rifugio Bolzano. Le princi-
pesse invece hanno preferito gu-
stare una buona merenda presso il
“Ledigen Stiefel”. Era un periodo
felice, dove le teste coronate pas-
seggiavano senza guardie del corpo
e i bambini reali potevano giocare
liberamente nei boschi.
Dopo la guerra fu la volta del Duca
d’Aosta che soggiornò nelle stanze
della famiglia reale di Sassonia
dell’Hotel Salegg. La sera, si poteva
osservare l’elegante e cosmopolita
società passeggiare lungo la strada
che si snoda tra il “Seiser Hof” e l’
“Enzian”, mentre sulla terrazza del
Caffé “Heufler” l’elite intellettuale si
sfidava in avvincenti partite di
bridge. L’estate a Siusi era vera-
mente diventata un evento mon-
dano! Si potevano incontrare Tosca-
nini e Arthur Schnitzler, gli attori di
spicco del “Burgtheater“ e gli espo-
nenti dell’Orchestra di Lipsia, inoltre
pittori e poeti. Il vociferare nel pic-
colo paese ai piedi dello Sciliar era
impressionante. Giá nel 1910 Hugo
Bürger scrisse nella sua guida di
Vienna “Im Zeichen des Fremden-
verkehrs” (n.d.t “Nel segno del turi-
smo“) che l’Hotel Seiser Hof con i
suoi campi da tennis, piscina, stanza
della musica, ufficio postale e telefo-
nico interno era da considerarsi uno
degli alberghi più quotati del Tirolo.
E anche dopo la prima guerra mon-
diale, la signora Liebl, nella sua veste
lunga e bianca poté accogliere nel
suo albergo con dignità regale, ospiti
illustri provenienti da Roma, Berlino,
Londra e Parigi.
Oltre agli alberghi “Seiser Hof” e
“Salegg” si stabilirono giá all’inizio
del secolo altri hotel di grande lu-
stro, tra questi l’Hotel “Enzian”,
“Dolomitenhof”, “Oberwirt”, “Un-
terwirt” e la “Villa Heufler” che di
anno in anno accoglievano i loro
affezionati ospiti. […]“
Mentre il sole tramonta lentamente e lo Sciliar infuoca nel rosso della sera, regalando ai pendii e boschi
un meritato e piacevole refrigerio, il Maso Pflegerhof di S. Osvaldo risplende ancora nella piena luce del sole. Stretto alle antiche rovine di Castel Aichach coperte di edera, un vecchio
fienile con tetto in paglia, un tradizionale maso contadino, vicino una piccola serra e intorno, fino a dove arriva lo sguardo, piante, erbe, fiori … un vero paradiso di profumi e colori. A quest’ora giovani donne ritornano dagli orti in fiore con grandi ceste colme di fiori profumati e foglie. La fine della giornata.
La forza delle donne del Maso Pflegerhofnel Giardino dell’eden tra profumi e colori
»Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
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Con loro c’è anche Cornelia, la figlia di casa e giardiniera. La neonata Nicole che la trentenne ha avvolto in uno scialle e portato con sé nei campi si lamenta un pochino. Dal negozio esce Maria, la sorella di Cornelia, che si prende subito cura della bambina. Noi ci sediamo un po’ in disparte e osserviamo la scena.
Azienda modello. A poca distanza osservo Martha, la madre, che trent’anni fa iniziò a coltivare per hobby un piccolo orto di erbe e spezie. Il lavoro le piacque talmente tanto che dopo la morte di suo marito decise di trasformare il maso contadino tradizionale, improntato principalmente nella produzione di prodotti ca seari, in un maso specializzato nella coltivazione di erbe e spezie biologiche. Ormai la signora Mar
tha Mulser è una famosa erbaiola che per il suo impegno è stata premiata con il titolo di “Sudtirolese dell’anno”, ha scritto un libro sulle erbe officinali ed è sempre ancora l’indiscussa “autorità” e anima del Maso Pflegerhof. Il Maso Pflegerhof è diventato negli anni l’orgoglio dei masi agricoli a coltivazione biologica dell’Alto
Adige. Le due figlie sono impegnate che ciò rimanga così nel tempo. Le erbe sono da sempre una “cosa di donne“ e in tempi passati le erbaiole venivano perfino additate come streghe. Per questo motivo i due fratelli maschi non si sono mai intromessi e si occupano di cose più concrete come gli impianti di riscaldamento a trucioli.
Sapere femminile. “Noi bambini abbiamo dovuto aiutare fin da piccoli nei campi e così è stato del tutto naturale che io diventassi una giardiniera”, spiega Cornelia. Dopo aver svolto l’apprendistato in una giardineria di Bolzano, iniziò a lavorare, non ancora ventenne, con la madre. Introdusse molte idee innovative. Da quel momento il Maso Pflegerhof è gestito tutto
al femminile. La sorella Maria si occupa della commercializzazione, aiuta in negozio ed effettua le visite guidate al maso, mentre Cornelia controlla la crescita delle piante, dalla semina al raccolto. Martha invece, dall’alto della sua esperienza trentennale, tiene in mano le redini del maso.
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Un palcoscenico magico: le antiche rovine di Castel Aichach
In base alla stagione le donne si fanno aiutare da un numero svariato di collaboratori: nei mesi estivi possono essere più di una dozzina, tra questi anche molti giovani giardinieri che desiderano effettuare il loro tirocinio. “In primavera, per il lavoro dei campi terrazzati, è necessario affidarsi anche a braccia forti maschili, ma tutto il resto viene gestito da noi donne”, spiega Cornelia. Questo vale soprattutto per la faticosa crescita delle piantine, il trapianto delle piante in serra, il raccolto a mano dei fiori oppure il raccolto delle erbe con la tagliatrice.
Una buona organizzazione garantisce già metà risultato. Prima della semina, Cornelia organizza tutto nel minimo dettaglio. “Coltiviamo cira 80 specie di erbe e lavoriamo in base al principio di cultura mista, combinando erbe e spezie in modo tale che queste possano supportarsi a vicenda e rispettiamo la rotazione delle colture”, spiega Cornelia. L’area di coltivazione disposta a terrazza copre una superficie di due ettari e viene sfruttata in modo intensivo. Tutti i campi possono essere raggiunti a piedi. Il terreno è molto vario ed è caratterizzato da una morfologia che va dal sabbioso all’argilloso. Per la concimazione vengono utilizzati esclusivamente concimi biologici e lo sterco di cavallo. I campi vengono irrigati per mezzo di un impianto d’irrigazione, sia di giorno oppure di notte, in base ai permessi forniti dalla cooperativa dell’acqua.
E cosa viene fatto per combattere i parassiti? “Non ce ne sono a parte le fastidiose lumache“, racconta Cornelia, “che vengono mangiate con piacere dalle nostre amiche”, e indica divertita la colonia di anatre indiane che ritorna starnazzante dai campi.
Nel negozio del maso. Dopo il raccolto le erbe e i fiori vengono raffreddati e poi essiccati con molta attenzione. Oggi sulla griglia in legno dello speciale impianto d’essicazione ad aria sono stati riposti fiordalisi blu scuro, calendole arancioni ed enotere gialle. Non appena essiccati i fiori vengono immagazzinati prima di essere utilizzati per la produzione dei prodotti che poi vengono venduti nel negozio del maso. La gamma di prodotti è molto ampia: dal sale aromatico ai cuscinetti profumati, dalle tisane alle erbe all’aceto fino al sciroppo ai petali di fiori – tutto viene prodotto artigianalmente sul
maso. Solo i cosmetici vengono prodotti in un laboratorio specializzato di Padova. Utilizzando antiche ricette della nonna vengono prodotte pomate, tinture, amari, creme, sali da bagno e shampoo naturali.
Sbalorditiva l’offerta di piantine giovani da acquistare. Ci sono circa 500 specie! Che bello poter scegliere tra 30 diverse specie di pomodori, 40 tipi di salvia e 40 tipi di menta provenienti da tutto il mondo. “Amo scoprire erbe esotiche“, svela Cornelia, “questa passione mi porta ad intraprendere lunghi viaggi alla volta delle più importanti giardinerie europee”. Dai semi acquistati in diversi posti del mondo, ma anche dalle proprie colture, crescono le piantine in serra. Una parte è poi destinata alla vendita, l’altra alla coltivazione propria. La sua passione per le piante non ne soffre: la sua collezione di cactus e piante grasse ha oramai raggiunto dimensioni impressionanti. E questo dimostra che anche lei è nata, come del resto sua madre, con il pollice verde! «
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Il roseto nelle Dolomiti
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Quando si parla del “Giardino delle rose delle dolomiti” si pensa sempre alla saga di re laurino e al suo roseto fatato. Quattro anni fa però una signora a Bulla ha allestito a 1.500 metri s.l.m. un giardino ancora più bello che conta 6.000 rosai.
La padrona del regno fiorito di Bulla, uno dei tre paesi ladini del Comune di Castelrotto, si chiama Lotte Zemmer. La “regina delle rose“ non è un personag
gio fittizio, ma una signora in carne ed ossa che in estate già prima delle sei del mattino lavora nel suo roseto situato sul pendio ripido sotto l’Hotel Uhrerhof. Con il suo grembiule blu, le calzature solide e in mano una cesoia si muove nel suo regno di fiori. La giardiniera trascorre ogni giorno molte ore nel suo roseto di più di 1.000 m². Ogni giorno riempie minimo otto carriole di fiori appassiti provenienti da 6.000 cespugli di rose. Sempre solo lei, senza nessun aiuto.
“Questo lavoro per me è pari ad una meditazione. La pace, il profumo e i meravigliosi colori delle rose mi ripagano ogni giorno delle fatiche del lavoro”, spiega Lotte Zemmer, senza smettere di togliere le erbacce in giardino.
Fino a qualche anno fa la proprietaria dell’Hotel Uhrerhof non aveva tempo per curare un suo hobby. Negli anni aveva trasformato assieme alla sua famiglia un piccolo maso contadino ereditato in un albergo di quattro stelle. Il lavoro in casa non lasciava spazio ad altro. Questo fino al suo sessantesimo compleanno. In quell’occasione decise di trasferire l’albergo a sua figlia. Poi suo marito le chiese che cosa desiderasse per il compleanno. Il suo desiderio le pareva talmente fuori dal comune che la signora non ebbe quasi il co
raggio di esprimerlo. “Desidero un roseto, un giardino solo mio“, confidò finalmente al marito. Il marito si mostrò d’accordo però pose una condizione: non avrebbe aiutato la moglie nel giardino. D‘altro canto avrebbe aiutato di più in casa.
La zelante signora passò subito all’azione. Detto fatto! Il ripido pendio sotto casa, dove fino ad allora pascolavano solo pecore e capre, venne terrazzato. Poi l’aspirante giardiniera fece una ricerca approfondita in internet e alla fine ordinò 100 diverse specie di rose dai più famosi coltivatori di rose della Germania, la famiglia Kordes. Complessivamente acquistò 5.000 roseti. “Una macchina nuova sarebbe costata molto di più delle 5.000 piante. Sono contenta dell’acquisto, le rose mi regalano tanta gioia e tante soddisfazioni ogni giorno!” sottolinea la regina delle rose.
Nel regno delle rose. Re Laurino, lo sfortunato eroe altoatesino di una delle saghe più importanti delle Dolomiti, morirebbe d’invidia alla vista di questi 6.000 roseti. Quando ci si ferma allo steccato che delimita il giardino e si respira il dolce profumo delle rose e si ammira l’impressionante spettacolo scorgendo sempre una rosa oppure una sfumatura di colore diversa, si intuisce perché la signora Lotte Zemmer sostenga di fare il lavoro più bello del mondo: curare le rose.
Nel frattempo la giardiniera conosce tutte le sue rose per nome, ma soprattutto conosce le loro di
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Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier»
Meraviglia fiorita: il regno di Lotte Zemmer
Sciroppo ai petali di rosaIngredienti1 kg di zucchero1 l d’acqua4 g di acido citricoPetali di almeno 5 rose profumate e non trattate
PreparazioneFare bollire l’acqua con lo zucchero e fare raffreddare durante la notte. Aggiungere poi i petali di rosa e l’acido citrico. Coprire con un telo e lasciare riposare per almeno 3 giorni. Mescolare di tanto in tanto. Travasare in bottiglie di vetro e conservare in frigorifero.
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verse spine. “Potrei partecipare alla trasmissione ‘Scommettiamo che’ e vincere una scommessa”, scherza la signora.
La signora si è occupata personalmente dell’ allestimento del giardino. Il paese di Bulla si trova a 1.500 m s.l.m. e la scelta delle piante è stata particolarmente accurata. Quando poi nell’estate del 2009 fiorirono quasi tutte le rose, la signora Lotte Zemmer ebbe la conferma che il suo sogno del roseto poteva diventare realtà. Rose rampicanti si alternavano a rose indiche e a cespugli fioriti, una miriade di tonalità dal rosa tenue al rosso e nel bel mezzo boccioli bianchi. Oggi il roseto vanta dolci sentieri, sculture, sfere in vetro colorate e diverse costruzioni per le rose rampicanti. A questo s’aggiungono comode sedie e divanetti che invitano a una piacevole sosta. Visitatori sono sempre ben accetti! L’unica regola imposta dalla padrona del roseto e il rispetto del silenzio. “I visitatori del roseto sono sempre ospiti piacevoli. Quasi tutti apprezzano la pace che i visitatori aleggia nel giardino e quasi sempre sono senza parole di fronte a tanta bellezza” sostiene Lotte Zemmer non senza orgoglio.
Anche i caprioli sembrano apprezzare i boccioli di rosa soprattutto in autunno. Sono una vera prelibatezza e nessun steccato separa gli animali dal roseto. La giardiniera sopporta la perdita con calma, in effetti capisce anche i caprioli. Quando però una mattina incontrò nel roseto due giganteschi cervi ebbe un po’ di timore.
Nell’estate 2011 la signora ha vissuto un evento magico: nel roseto è stata battezzata una nuova rosa. Dopo aver chiesto ai rosicoltori Kordes se
fosse possibile eseguire anche in Alto Adige un battesimo di rosa, le vennero inviati dieci esemplari da visionare. A quel punto la signora scelse una rosa a cespuglio resistente e semplice di un tenue colore biancorosa. La nuova rosa venne battezzata con il nome “Dolomiti” perché rispecchia nella fioritura i colori delle montagne dolomitiche.
Bulla è una delle tre frazioni ladine appartenenti al territorio comunale di Castelrotto. La maggioranza degli abitanti parla oltre al tedesco e all’italiano, anche il ladino, terza lingua parlata in Alto Adige. Quest’antica lingua retoromanza viene in parte anche parlata nelle scuole e negli uffici amministrativi della Val Gardena. Geograficamente il paese di Bulla si trova in Val Gardena. Si estende a 1.500 m s.l.m. e con meno di 200 abitanti rappresenta un vero paradiso di pace in una valle, la Val Gardena appunto, notoriamente vocata per il turismo.
Sembra che qui il tempo si sia fermato. Nel centro di Bulla troviamo la chiesa dedicata a San Leonardo. Il paese vanta inoltre tre locande e varie possibilità di pernottamento. Il vecchio molino lungo il Rio Bulla è stato ristrutturato alcuni anni fa e in determinati giorni è possibile assistere al procedimento antico della macina. Oltre al bellissimo roseto della signora Zemmer, il paese di Bulla riserva un’ulteriore attrazione: nell’estate 2011 è stato inaugurato il “geotrail”, un sentiero geologico tra il Passo Pinei e Bulla. Lungo il percorso facile che può essere percorso in tre ore si trovano otto interessanti cartelli informativi che spiegano la storia evolutiva delle Dolomiti, dal 2009 Patrimonio naturale UNESCO. «
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che bella giornata di settembre! oggi, finalmente, dopo numerose chiamate, sono riuscita nel mio intento: c’è il contadino, il bestiame è accudito, il fieno è stato portato a valle. Zenzl e sepp hanno finalmente tempo di raccontarmi della loro vita in malga.
“Schwoagen“ all’Alpe di Siusi
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Testo: Rosa Maria Erlacher Foto: Helmuth Rier
» Trovare oggi i cosiddetti “Schwoager“ all’Alpe di Siusi è quasi un miracolo. Una volta, 30 – 40 anni fa, era diverso. Era naturale che le famiglie contadine
in estate si trasferissero con il bestiame e suppellettili domestici in malga, portassero il fieno in valle e lavorassero il latte. Oggi il latte viene raccolto il mattino di buon’ora dal camion cisterna
latte e trasportato in latteria. Recinzioni elettriche tengono a bada il bestiame, non c‘è più bisogno dei pastori e della “Schwoagerin” che accudisce i pastori, cura il bestiame, munge le mucche, fa burro e formaggio. Ora ci sono le mungitrici elettriche, la sera e il mattino il contadino raggiunge la malga in macchina, conduce il bestiame in stalla, colloca i contenitori del latte al margine della strada e ri »
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Il forno è la parte centrale della malga.
torna a casa in valle. A volte sorveglia il bestiame al pascolo, controlla gli abbeveratoi e sposta le recinzioni elettriche.
A 2.000 d’altitudine. Alla malga Stompfeter il tempo sembra essersi fermato. Sepp, il contadino della malga e sua moglie Zenzl, amano trascorrere le estati in malga come un tempo. Inoltre desiderano aiutare il figlio Reinhold che ora gestisce il bellissimo maso situato tra Castelrotto e Siusi. Reinhold, d’altro canto, apprezza molto il fatto che i genitori curino il bestiame in malga nei mesi estivi.
La mandria è composta da 50 animali, tra cui 18 mucche da latte, il resto sono vitelli d’allevamento. Gli animali pascolano sui ripidi pendii sotto le creste delle montagne e per Sepp, oramai settantaduenne, è un lavoro di grande impegno e responsabilità. Deve tenere d’occhio e curare gli animali, controllare le recinzioni, condurre il bestiame in stalla la sera, mungere le mucche due volte al giorno e portare i bidoni del latte in strade in modo che possano essere raccolti dal camion cisterna latte. Nonostante tutto gli rimane del tempo per il suo hobby preferito: fare musica con la sua banda musicale. Quando si dedica alla musica può succedere che ritorni anche abbastanza tardi, dice sua moglie Zenzl.
Ma anche in questi casi Zenzl non ha tempo per annoiarsi. Cura i quattro grossi maiali che si roto
lano nel fango dietro la malga, coltiva l’orto dove, a 2.000 metri s.l.m., crescono erbe officinali, spezie e insalate che utilizza per preparare ottimi piatti per Sepp e gli ospiti della malga. Con il latte fresco di malga fa il burro. Una parte del burro viene messa in congelatore per l’inverno. Zenzl si occupa anche dei tanti gerani e garofani che fioriscono ovunque.
Forno a legna e macchina del caffè. “La corrente elettrica ha portato qualche comodità in più in malga”, dice Zenzl. Oggi, vicino al forno a legna, troneggia una macchina del caffè elettrica. Zenzl possiede inoltre una lavatrice, utilizza l’acqua calda corrente e la mungitrice elettrica. In questo modo si trovano a proprio agio anche la nuora Manuela e i tre nipotini Lisa, Julia e Jakob quando in estate trascorrono qualche giorno in malga. “Vengono a trovarci quasi ogni fine settimana, e la domenica andiamo insieme a messa nella Chiesetta presso il Rifugio Zallinger”, racconta Zenzl. Durante la settimana arriva spesso anche Reinhold per effettuare delle migliorie alla casa. Quest’anno, il qualificato carpentiere, vuole rinnovare la scala in legno e il solaio. Per questo motivo sta scaricando le assi di legno dal trattore.
Reinhold ha sempre molto da fare in malga. In primavera deve concimare i prati con il letame naturale e all’inizio di agosto lavorare il fieno e portarlo a valle. “Un po’ di fieno rimane sempre in malga”,
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Come una volta: Zenzl all’Alpe di Siusi.
dice Sepp. Serve per gli animali quando devono rimanere in stalla perché sono ammalati oppure le mucche sono gravide e figliano. Questo succede soprattutto in autunno. A volte, in caso di una nevicata anticipata, gli animali devono rimanere in stalla anche a settembre. “Fortunatamente la neve si scioglie subito e non disturba particolarmente gli animali giovani“, spiega Sepp. Gli animali giovani, rispetto alle vacche, sono forti, arrivano in malga con anticipo già a fine maggio e ritornano in valle, tempo permettendo, solo a inizio ottobre.
Verdi alpeggi e rocce dolomitiche. Sepp cura gli animali in modo impeccabile. Tutti gli animali sono ben nutriti, puliti e strigliati. Anche la malga ha un aspetto molto curato: tutto ha il suo ordine. I contenitori del latte sono accuratamente accatastati per permettere una perfetta asciugatura, i recinti sono curatissimi. Un’immagine d’altri tempi: la malga al sole, sullo sfondo i verdi alpeggi orlati da file di cembri color verde scuro in contrasto con le rocce dolomitiche bianche dell’imponente Sasso Piatto.
La discesa dall’alpeggio (transumanza) è ancora lontana, ma le giornate si sono già accorciate e le notti sono già più fresche. Sepp deve provvedere alla legna da ardere nella stufa, ma deve anche già pensare a raccogliere la legna per la prossima primavera. Il “calduccio“ in malga deve essere sempre garantito, soprattutto quando il tempo si fa umido e la fredda aria di montagna irrigidisce gli arti. In questo periodo la malga viene visitata da cacciatori, forestali e contadini amici che amano riscaldarsi nell’accogliente “stube”. Sono sempre ospiti graditi. Volentieri si scambiano due parole oppure si gioca a carte.
E quando le gelide notti bruciano la vegetazione nei prati, è arrivato, anche per i due “Schwoager”, il momento di chiudere la malga e ritornare in valle per l’inverno. «
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Idillio: la malga Stampfeter
Divertimento sospesi nell’aria
Lo slacklining nasce negli anni sessanta negli USA nell’ambiente degli freeclimber e oggi conta tra gli appassionati
tantissimi giovani sportivi. Stare in equilibrio sulla fettuccia di nylon (slackline) significa divertimento puro!
Slacklining ai piedi dello Sciliar. Lo slacklining conta molti simpatizzanti tra giovani, freeclimber e sportivi anche nella zona dell’Alpe di Siusi. Non importa se nel proprio giardino oppure al lago, il semplice fissaggio dello slackline (fettuccia elastica) trasforma in breve tempo quasi ogni luogo in una palestra di divertimenti. Servono solo due punti fissi e stabili, alberi, colonne oppure rocce dove fissare lo slackline e il divertimento è garantito. In estate è pertanto possibile incontrare giovani appassionati di slacklining sul Colle sopra Castelrotto, lungo il percorso della salute di Denise Karbon e Peter Fill in prossi mità del campo sportivo Wasserebene, nella piscina di Telfen, presso le rovine di Castelvecchio oppure lungo le sponde del Laghetto di Fiè.
Non appena viene fissata la fettuccia di nylon larga 2,5 cm si avvicinano i primi curiosi: bambini e adulti che vogliono assistere allo spettacolo. Quasi nessuno conosce il nome di questa nuova disciplina, molti spettatori pensano di assistere ad uno spettacolo di funamboli. Ma l’arte dei funamboli è una disciplina riservata solo agli artisti che si esibiscono su una fune tesa ad altezze vertiginose. Lo slacklining è diverso. Può essere praticato da tutti e quasi tutti vogliono provarlo!
Il termine slackline deriva dall’inglese e significa fettuccia. Al contrario della fune tesa e rigida dei funamboli, la fettuccia è elastica e per i principianti viene fissata a mezzo metro sopra il suolo. Questo soprattutto per salvaguardare la sicurezza. Al primo tentativo si è sempre un po’ traballanti, soprattutto per l’emozione. Dopo un po’ ci si entusiasma come quando da bambini si tentava di tenersi in equilibrio sopra uno steccato. Si prova e si riprova. Ogni minuto con i piedi per terra sembra tempo perso e si tenta di risalire sullo slackline non appena libero. Dopo i primi successi – quando il corpo si è abituato alla nuova dimensione sospesa – aumenta l’entusiasmo. Ora è possibile correre avanti e indietro. I più esperti riescono a fare giravolte, salti e trucchi acrobatici. Slacklining significa divertimento, sport e allenamento perfetto per corpo e mente. Lo slacklining richiede all’atleta una combinazione tra equilibrio, concentrazione e coordinamento. Cercare di stare in equilibrio sullo slackline permette di allenarsi in modo giocoso e sempre più sportivi ne sperimentano gli effetti positivi. Lo slacklining permettere di trascorrere ore divertenti all’aria aperta. Come spettatori, ma soprattutto partecipando.
Sport estremo. Dai primi tentativi negli anni sessanta lo slacklining si è molto evoluto. Ora la fettuccia si è allungata e viene fissata più in alto. Lo slackining si è trasformato in uno sport estremo di tendenza. Gli arrampicatori fissano lo slackline tra due picchi opposti e tentano di tenersi in equilibrio, muniti di un’apposita attrezzatura, a centinaia di me
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Testo: Barbara Pichler Foto: Helmuth Rier
l’estate è la stagione delle attività all’aperto. lo slacklining, un esercizio di equilibrio su una fettuccia di nylon, si è imposto in europa negli ultimi anni e si è trasformato lentamente in uno sport di tendenza.
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Slacklining: allenamento perfetto per corpo e mente.
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tri sopra il suolo. Lo slackline più alto d’Europa, una cosiddetta highline, è stato fissato a 4.500 metri nella zona del Monte Rosa. Lo slackline più lungo, una longline, conta più di 300 metri. Una lunghezza del genere richiede massima concentrazione – la fettuccia tende ad oscillare! Una jumpline funziona come un trampolino. Lo slackline è molto teso ed è possibile effettuare giravolte e perfino salti acrobatici. Nel caso della waterline, un slackline sopra l’acqua, è soprattutto il movimento dell’acqua a rendere difficile il bilanciamento. Se l’acqua è abbastanza profonda questo è pertanto il metodo migliore per perfezionare trucchi e salti.
Storia. Circa 50 anni fa, nella californiana Yosemite Valley, alcuni arrampicatori, per pas
sare il tempo, iniziarono a tenersi in equilibrio su delle funi. Era un modo per allenare il senso dell’equilibrio e il coordinamento durante le pause tra un’arrampicata e l’altra. Negli anni ottanta si passò alla fettuccia in nylon e si fissò una carrucola per fissare meglio lo slackline. Più tardi si iniziò a tendere la fettuccia con un apposito gancio. Anche se lo slacklining è arrivato dagli USA già da molti anni, in Europa ha iniziato a essere apprezzato solo di recente.
Per i principianti sono disponibili diversi “slackline set“ che contengono tutto ciò che serve per avvicinarsi alla disciplina. Poiché si tende spesso a fissare lo slackline agli alberi, consigliamo al momento dell’acquisto, di pensare anche ad un’appropriata protezione per l’albero. «
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Otto teste, un unico obiettivo
Quando Georg Gasslitter esce dal recinto dei cavalli si percepisce subito la forza di una persona in sintonia con la
natura e se stesso. Il contadino d’alta montagna ha dedicato tutta la sua vita ai cavalli ed è molto fiero e grato di aver avuto la singolare opportunità di partecipare a 29 edizioni della “Cavalcata Oswald von Wolkenstein”. Ora si sta preparando per partecipare all’inizio di giugno 2012 alla 30esima edizione dello spettacolo equestre più emozionante della stagione.
Georg Gasslitter è orgoglioso di aver partecipato a tutte le edizioni del torneo cavalleresco più importante dell’Alto Adige e di aver lasciato, anche se in modo molto discreto, la propria impronta. I soli cavalieri non sarebbero mai riusciti a trasformare il torneo cavalleresco Oswald von Wolkenstein in ciò che è diventato ai giorni nostri, sostiene il signor Gasslitter. I cavalieri e le cavallerizze hanno il solo compito di
occuparsi dei cavalli e di pensare a se stessi. La buona riuscita della manifestazione è però affidata a una macchinosa organizzazione e centinaia di volontari instancabili. Ma il grande merito del successo è da riporre nel grande entusiasmo degli innumerevoli spettatori che, di anno in anno, partecipano alla manifestazione incitando con slancio cavalieri e cavallerizze e trasformando il torneo in uno spettacolo unico e indimenticabile.
A partire dal mese di marzo di ogni anno, ai piedi dello Sciliar non si parla d’altro che del torneo. “Ogni cavaliere può confermare“, dice Gasslitter, “che non c’è niente di più importante della Cavalcata Oswald von Wolkenstein“. Solo chi ha già partecipato al torneo può capire la tensione e le emozioni della gara. Tutto questo naturalmente, a prescindere dallo stupendo scenario montano che circonda i luoghi in cui si disputa la gara.
Intervista: Elisabeth Augustin Foto: Helmuth Rier
la “cavalcata oswald von Wolkenstein”, lo spettacolo equestre più grande dell’alto adige festeggia la sua 30esima edizione. 30 anni, ma l’entusiasmo dei cavalieri e degli spettatori è sempre lo stesso!
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ALPE ha parlato con Georg Gaslitter dell’entusiasmo, delle delusioni, delle sfide e del futuro del torneo Oswald von Wolkenstein nell’immaginario dei giovani.
ALPE: Lei ha partecipato a tutte
le edizioni del torneo cavallere-
sco Oswald von Wolkenstein.
Non si è ancora stancato?
Georg Gasslitter: No, assolutamente. Se Dio vuole, vorrei continuare ancora per molto tempo. La voglia di cavalcare e lo spirito combattivo non conoscono età. E con il passare del tempo aumenta anche l’esperienza.
Qual è stato il momento
più bello?
Ce ne sono molti, e non sempre sono legati a una vittoria. Le partecipazioni degli ultimi anni sono forse le più belle. A un certo punto noi cavallerizzi abbiamo iniziato ad allenarci con meno pressione. Ora la partecipazione al torneo è più rilassata che negli anni passati.
Ci sono stati dei momenti
deludenti?
A questo proposito mi viene in mente la cavalcata del 1992, quando sono caduto da cavallo durante il percorso tra le porte di Castel Prösels. In quell’occasione il mio cavallo perse un ferro. Era piovuto tutta la settimana e il terreno era completamente bagnato. La mia caduta costò la gara alla mia squadra. Avevo perso troppo tempo. Una curiosità: ho ritrovato il ferro un anno più tardi nel corso di un allenamento. Un segno dal cielo. Quell’anno la mia squadra vinse il torneo.
Quante volte ha vinto il torneo?
Ho avuto la fortuna di vincere il torneo otto volte: nel 1984, 1985, 1987, 1993, 1994, 1996 e nel 1997 vinsi in squadra con i miei fratelli.
Nel 2008 vinsi la corsa con la mia nuova squadra composta da mio fratello Reinhold, Stefan Moser e Konrad Hofer.
E‘ riuscito a trasmettere
l’entusiasmo per il torneo
ai suoi figli?
La mia famiglia mi segue da sempre e mi sprona anche durante gli allenamenti. I miei cinque figli e mia moglie sono dei cavallerizzi provetti. Andiamo a cavallo tutto l’anno e partecipiamo a svariate gare. La mia famiglia partecipa a ogni avvenimento. Un tempo presso il maso c’era un maneggio. Attualmente, oltre al bestiame, teniamo otto cavalli. I miei figli crescono con i cavalli, come del resto sono cresciuto io. Per il mio primogenito è naturale partecipare al torneo cavalleresco Oswald von Wolkenstein, come per me 29 anni fa, quando ho partecipato alla primissima edizione.
Anche sua moglie Evi ha
partecipato al torneo?
Evi ha partecipato al torneo per cinque anni di seguito. Due volte ha fatto parte di una squadra completamente femminile. Le quattro cavallerizze molto combattive si sono perfino guadagnate un articolo con foto intitolato “Tyrolean RazzleDazzle” nel New York Times.
Quali caratteristiche deve
avere una squadra?
I quattro componenti della squadra devono andare d’accordo, interagire, fidarsi ciecamente l’una dell’altra, sapersi motivare, rispettarsi e superare il proprio egoismo. Tutti devono sapere cavalcare bene e possedere un buon cavallo. Non è così facile quanto sembra e ogni torneo si rivela un’avvincente novità che appassiona i cavalieri e gli spettatori. Tutto deve essere perfetto. Quanto si allena personalmente
per il torneo, o questo
è un suo segreto?
Una volta mi allenavo ogni giorno per svariati mesi. A volte da solo, a volte con la squadra. Nel corso degli anni ho sviluppato un certo automatismo. Appena inizia la primavera si parte! Anche se a volte per il cavallo sarebbe meglio allenarsi meno.
Con questo vuole dire che il
cavallo supera il cavaliere?
Assolutamente. I cavalli hanno una capacità d’apprendimento eccezionale e si ricordano benissimo le mosse dell’anno precedente. E da non dimenticare: i cavalli sono ambiziosi! Spesso più ambiziosi del cavaliere stesso.
Come reagisce il cavallo
se il cavaliere è nervoso?
Impazienza e nervosismo si trasmettono molto facilmente. Anche se è proprio il cavallo che spesso non vede l’ora di partire. Se poi qualcosa non va per il verso giusto, il cavaliere cerca spesso la colpa nel cavallo, anche se è quasi impossibile che questo sbagli. Ebbene sì, durante il torneo cavalleresco Oswald von Wolkenstein siamo quattro cavalieri e quattro cavalli. Quindi “otto teste”, un’impresa difficile da governare!
Quale è il suo gioco preferito
durante il torneo?
Il percorso tra le porte di Castel Prösels è sempre stato la mia passione. È l’ultimo gioco del torneo, sicuramente quello più impegnativo che decreta il successo dell’intera gara.
Qual è il momento più
carico di tensione?
Logicamente la partenza. Si parte da Castelrotto con il primo gioco impegnativo che rappresenta già una sfida del tutto particolare. Solitamente sono più agitati i miei famigliari che assistano al torneo.
Partecipare è più facile che assistere, sostiene mia moglie Evi.
Come vede la cavalcata
tra 30 anni?
(ride) Con gli occhi di un ottantenne. A parte gli scherzi, penso che la manifestazione abbia un grande futuro. Non esiste infatti niente di paragonabile. La Cavalcata è particolarmente importante per le giovani leve che durante il torneo hanno la possibilità di misurarsi.
Quali sono i cavalli che ha
cavalcato in tutti questi anni?
Ho iniziato cavalcando una cavalla avelignese di nome “Hex” e dal 1984 al 1993 ho partecipato con “Elfi”, sempre una cavalla avelignese. Di seguito ho partecipato con il Quarter avelignese Sunny. Ora mi presento al via con il mio Quarter Horse Smart. Mentre negli anni passati potevano partecipare al torneo esclusivamente i biondi cavalli avelignesi, ora sono ammesse tutte le razze. Chi sono i suoi rivali
più temibili?
Un tempo sicuramente la squadra di Fiè allo Sciliar. Ora c’è più equilibrio e sono tante le squadre con ottime possibilità, tra queste sicuramente le squadre della Val Sarentino e del Renon.
Durante il torneo rimane
sufficiente tempo per
ammirare il meraviglioso
paesaggio naturale?
Il percorso è un vero incanto. Ogni volta è un’avventura indimenticabile. È magnifico partire all’alba da Castel Forte a Ponte Gardena e proseguire lungo sentieri naturali, prati e boschi alla volta dei quattro luoghi in cui si disputa la gara: Castelrotto, Siusi allo Sciliar, il Laghetto di Fiè e infine Castel Prösels. «
estate | ALPE 37
Georg Gasslitter
ha iniziato la sua carriera in occasione della Cavalcata Oswald von Wolkenstein del 1983 quando partecipò con i suoi fratelli Konrad, Toni e Isolde. Di seguito entrarono a far parte della squadra i fratelli Reinhold e Andreas in quella che tra gli avversari era conosciuta come la formazione molto temuta dei “Telfen/Castelrotto”. Con complessivamente otto vittorie Georg Gaslitter detiene finora il record del cavaliere più vittorioso. I quattro giochi del torneo sono molto impegnativi per cavaliere e cavallo: il “passaggio degli anelli” sul Monte Calvario a Castel rotto, il “labirinto” al Matzlbödele, ai piedi dello Sciliar, “ il galoppo” nei pressi del Laghetto di Fiè, nonché il “passaggio tra le porte” ai piedi dell’imponente Castel Prösels. Georg Gasslitter gestisce con la moglie Evi e i suoi cinque figli l’agriturismo Oberlanzin a Castelrotto. I suoi due figli maschi e le tre figlie, di età compresa tra gli 11 e 17 anni, sono tutti cavallerizzi provetti e sicuramente sentiremo parlare di loro in occasione delle prossime edizioni della Cavalcata Oswald von Wolkenstein. Il figlio Martin ha partecipato al torneo nel 2011 con la squadra “Kastelruth Königswarte” e, a detta di suo padre, ha ottenuto un risultato di tutto rispetto.
Ambiziosi: cavallo e cavaliere.
estate | ALPE 3938 ALPE | estate
> 20 - 23 luglio 2012
alpe di siusi running shoe experience
Una novità nel programma Running attorno all’Alpe di Siusi è il test di scarpe da running Alpe di Siusi Running Shoe Experience. Tutti i partecipanti avranno la possibilità di testare in anteprima i modelli delle collezioni di scarpe da running dell’anno 2013 dei marchi protagonisti su diversi percorsi con differenti caratteristiche e una lunghezza totale di oltre 180 kilometri.
> 9 luglio - 13 agosto 2012
summer classics di siusi allo sciliar
Summer Classics di Siusi allo SciliarAgli appassionati di musica classica, Siusi propone anche quest’anno una serie di straordinari concerti. Artisti italiani con alle spalle esperienze internazionali si esibiranno sulle note di grandi compositori. Con il suo alto livello, la “Summer Classics” è da tempo parte integrante del programma culturale estivo proposto, ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico estasiato di residenti e villeggianti.
> Estate 2012
estate a castel prösels
L’estate a Castel Prösels riserva anche per il 2012 serate superbe e matinées d’incanto. Il prezioso repertorio degli artisti, musicisti e cantanti, spazia dalle morbide sonorità della musica classica alla genuinità della musica popolare fino alle eleganti note del jazz. E per chi non assiste ai concerti, l’opportunità di esplorare le antiche mura è comunque offerta dalle visite guidate, organizzate durante tutta la stagione calda.www.schloss-proesels.it
> 2 settembre 2012
concorso pianistico int. Ferruccio Busoni concerto commemorativo
(Vedi pagina 14)
> 1-31 ottobre 2012
35° dispensa di Fiè
Uno spunto per i buongustai e gli amanti della cucina locale: la Dispensa di Fiè allo Sciliar. Dal 1978 i ristoratori della località invitano a pratecipare all’Ottobre gastonomico, pronti a sorprendere ancora una volta con la rivisitazione di piatti tradizionali. Piatti creati con amore e serviti con altrettanta passione. Piatti originali eppure antichi. L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
> 12-14 ottobre 2012
Festa dei Kastelruther spatzen
La tradizione ha un nome. 28 anni di “Festa dei Kastelruther Spatzen”: l’occasione per festeggiare è ancora più grande, fra migliaia di fans radunati sotto il grande tendone di Castelrotto. Un’emozione davvero senza eguali.
Anteprima estate ’12
>1 - 3 giugno 2012
30° cavalcata oswald von Wolkenstein
Nessun altro evento riesce a fondere così sapientemente storia, sport, tradizione, cultura e folclore come la celebre cavalcata intitolata ad Oswald von Wolkenstein. Il tradizionale spettacolo equestre è celebrato ogni anno sullo sfondo di un paesaggio unico e di fronte ad un pubblico in visibilio. Il torneo storico ha inizio al Castel Forte a Ponte Gardena: vessilli al vento, i cavalieri passano di torneo in torneo mettendo alla prova le loro doti di velocità, abilità e governo del cavallo. Spirito di squadra, coraggio e amore per l’animale: questi i requisiti fondamentali chiesti ad una squadra che voglia aggiudicarsi il prestigioso concorso. Al termine delle sfide, la solenne premiazione a Castel Prösels fra la pompa e lo sfarzo tipici del grande poeta e cantore lirico. La presentazione delle squadre partecipanti e la grande festa si terranno nella località di Fiè allo Sciliar. www.ovwritt.com
> 8/9 giugno 2012
Grande open air dei Kastelruther spatzen
L’open air dei Kastelruther Spatzen giunge nel 2012 alla sua sedicesima edizione. Migliaia di fans attesi a Castelrotto per applaudire i beniamini, pronti ad esibirsi sullo sfondo di uno spettacolo musicale senza eguali.
> 17 giugno - 1 luglio 2012
Cucina naturale di Fiè allo Sciliar
Da anni, ormai, i cuochi di Fiè scelgono il mese di giugno per annunciare l’estate a suon di piatti leggeri e appetitosi. All’arrivo della bella stagione, con le primizie dolci e succose a far capolino negli orti, la voglia di piatti naturali e genuini prende il sopravvento. Il giugno gastronomico di Fiè affascina per la naturalezza delle sue pietanze, create con delicatezza e servite con amore. Un’occasione da non perdere per tutti coloro che amano una cucina buona e sana.
>5 - 25 luglio 2012
schlern international music Festival
Per settimane si spargeranno nell’aria di Fiè e dintorni note e melodie classiche, da Anton Bruckner a Zemlinsky. Giovani talenti dagli USA, dal Giappone e dalla Corea, tentano l’ascesa all’Olimpo della musica classica regalando ogni giorno indimenticabili concerti in chiese e cappelle all’ombra dello Sciliar.www.schlernmusicfestival.eu
> 2 luglio - 31 agosto 2012
estate: tutti in famiglia!
In estate l’Alpe di Siusi si trasforma in un paradiso magico per i bambini: uno straordinario programma di esplorazioni della natura e spedizioni sul campo accompagna bambini e adulti lungo un viaggio all’insegna della scoperta di un ambiente naturale unico, la regione dell’Alpe di Siusi.Assieme alla strega Martha, grandi e piccini vanno sulle tracce di streghe e stregoni. Si può scegliere tra una passeggiata notturna tra fate e folletti assieme alla strega Martha, cucinare un pasto da strega oppure ricercare magici simboli; lo spasso e il mistero sono garantiti. Coloro che invece preferiscono esplorare la vita di un maso lo possono fare con il programma “Un universo in fattoria”. Oltre a vedere da vicino mucche e cavalli le famiglie scopriranno anche come il grano si trasforma in farina.
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Anteprima inverno ’12/13
40 ALPE | estate
> Dicembre 2012
natale a castelrotto
Per la settima volta gli abitanti di Castelrotto rivelano i segreti delle loro antiche usanze natalizie. Le contadine di Castelrotto allietano poi gli ospiti del Mercatino a suon di biscotti di panpepato, dolci natalizi, panforte e krapfen. Il 14 e il 15 dicembre l’appuntamento è anche con i “Kastelruther Spatzen”, e le loro note musicali: l’ideale per favorire l’atmosfera di raccoglimento che precede il Natale.
> 07-9 dicembre 2012 > 14-16 dicembre 2012 > 21-23 dicembre 2012 > 28-30 dicembre 2012www.kastelruther-weihnacht.com
> 10 - 20 gennaio 2013
antiche ricette dei banchetti nuziali
Dal 10 al 20 gennaio in alcuni ristoranti di Castelrotto sarà possibile rivivere l’atmosfera e il gusto dei banchetti nuziali tradizionali, attraverso una carrellata di cibi prelibati proprio come si usava in occasione dei matrimoni contadini. Tra le varie specialità indichiamo: sella di camoscio marinato, frattaglie di vitello con canederli, nodino di cervo alle erbe, formaggio grigio con cipolla, pane dolce nuziale e “krapfen” al papavero.
> 13 gennaio 2013
il matrimonio contadino di castelrotto
Lo spettacolo in costume più affascinante dell’Alto Adige. Si tratta della ricostruzione storica di un matrimonio contadino, così come si celebrava un tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio contadino ha inizio a S. Valentino, luogo dal quale il corteo nuziale ci si incammina con la slitta trainata dai cavalli splendidamente addobbata – nella più precisa osservanza dell’ordine da sempre seguito – e attraversa campi innevati per giungere fino a Castelrotto.
> 20 gennaio 2013
torneo invernale di golf all’alpe di siusi
Giocare a golf sulla neve e rallegrarsi di un panorama mozzafiato: il 22 gennaio, tutti gli appassionati di golf potranno provare per la quarta volta consecutiva l’ebbrezza di questo evento speciale. Si gioca su 9 buche che hanno una lunghezza tra i 61 e i 1150 m. Con gli sci, lo snowboard o la slitta si va di buca in buca. I fairways sono bianchi anziché verdi, i green white e le palline da golf si differenziano dalla bianca neve grazie ai loro colori scintillanti. www.golfkastelruth.it
> 20 - 27 gennaio 2013
swing on snow
Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo dorato delle sue distese di neve baciate dal sole, le note musicali di diverse band allieteranno per una settimana le imprese di sciatori e snow boardisti fondendosi con la dolcezza del paesaggio. Ritmi travolgenti e toccanti pervaderanno al mattino le piste dell’Alpe per poi spostarsi nei rifugi e ristoranti a pranzo. A partire dalle ore 21, nei locali di Castelrotto, Siusi e Fiè saranno in programma “concerti afterhour”. www.swingonsnow.com
> 25 gennaio 2013
alto adige moonlight classic alpe di siusi
Che stupore, per la luna, quando farà capolino da dietro le Dolomiti… Al suo sorgere sarà infatti al via una maratona di fondo quanto mai insolita nel suo genere. L’appuntamento per le centinaia di fondisti partecipanti è a Compaccio. Armati di sci e torcia, eccoli scivolare silenziosamente nella notte, fra il candore del paesaggio invernale, lungo i 20 o 36 km del tracciato che li ricondurrà al punto di partenza. L’evento si prospetta unico ed emozionante anche per i tanti spettatori della “Moonlight Classic” dell’Alpe di Siusi.www.moonlightclassic.info
> Inverno 2012/2013
Fantasmi d’inverno a castel prösels
Maestoso e ben conservato, il castello troneggia nel borgo di Presule, presso Fiè allo Sciliar, richiamando visitatori anche nella stagione più fredda. Dopo un salto agli eleganti arsenali, ai saloni principeschi e alle ripidissime scale a chiocciola, la visita guidata si conclude nel salone dei cavalieri fra note musicali e specialità gastronomiche altoatesine. www.schloss-proesels.it
e inoltre:
> 9 dicembre 2012 Highspeed Race
> Dicembre 2012 King Laurin Snowpark Opening
> 1 gennaio 2013 Fan & Fun con Denise Karbon e Peter Fill
> Gennaio 2013 Night Contest
> Febbraio 2013 Snowboard Contest
> Marzo 2013 Ski Contest
> 10 marzo 2013 La gara del “Nastro Azzurro dell’Alpe di Siusi”
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Divertimento freeski con Red Bull Jib Ski KingsChe spettacolo l’evento freeski che all’inizio di marzo vanta la seconda edizione sulla pista Spitzbühl dell’Alpe di Siusi. L’evento ha messo in luce una concezione di sport totalmente innovativa: non sono stati allestiti esclusivamente giganteschi jumps e
strutture perfette, ma anche molti ostacoli naturali, in legno e fieno. Per la migliore performance è stato premiato il 19enne Lukas Schäfer che è salito sul gradino più alto del podio davanti a Valentino Mori e Markus Fohr dalla Finlandia. Il premio „Best Trick price“ è stato consegnato a Christoph Schenk per il suo perfetto “swich misty 9”.
U.S. Cross Country Ski Team meets Alpe di Siusi Sono oramai molti anni che ogni inverno le squadre nazionali di sci di fondo norvegese, svedese, finlandese e italiana si ritrovano all’Alpe di Siusi per svolgere le sessioni di preparazione per le più importanti manifestazioni internazionali. Quest’anno si sono dati appuntamento sull’altipiano più grande d’Europa persino i fondisti americani. Come sempre le piste sono state preparate in modo impeccabile e i giovani atleti si sono detti molto colpiti dal meraviglioso panorama montano. “How wunderful, we will come back ….”, hanno esclamato.
42 ALPE | estate
Kastelruther Spatzen. Il premio “Krone der Volksmusik” (noto premio della musica folk) viene assegnato ogni anno ai migliori interpreti della musica folk tedesca. Anche nel 2012 l’ambito premio è stato assegnato ai “Kastelruther Spatzen”, gruppo musicale più popolare dell’Alto Adige.
Visto & sentito
100 anni della Banda Musicale di Siusi allo SciliarNel 1912 venne fondato un “circolo musicale” composto da una dozzina di musicisti allo scopo “di arricchire la celebrazione festosa di feste religiose e patriottiche, nonché allietare i turisti con concerti musicali e folcloristici”. Nel 2012 la Banda musicale di Siusi allo Sciliar, che oggi conta 60 musicisti (donne e uomini) ed è considerata una delle migliori bande musicali dell’Alto Adige, festeggia il suo centenario con una serie di concerti.
COLOFONE. alpe: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St. editore: Alpe di Siusi Marketing, Via del Paese, 15, 39050 Fiè allo Sciliar, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, [email protected]. capo redatore: Hubert Unterweger. redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Barbara PichlerRier, Michaela Baur, André Bechtold e Daniela Kremer, . pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. traduzioni: Studio Cizeta. impaginazione: Komma Graphik. stampa: Litopat, Verona. tiratura: 50.000 copie
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