All Over The Cover · 2010. 1. 13. · dura andare a braccio su così vasto e lon-tano nel tempo...

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34 LATE FOR THE SKY Di Ronald Stancanelli S uona la porta mentre sono affac- cendato in cose mie. Chi è? Il po- stino. Il solito mariconasso! Ec- colo di nuovo che mi fa ciao e mi consegna un tourbillion di carta. Tra buste inutili (tante) e cose più o meno interessanti noto una cartolina provenien- te da Taormina (giuro che la rima non era né voluta, né cercata) nella quale un caro gruppo di amici, oltre a salutarmi, mi chiede quali siano le canzoni straniere più particolari, strane, sconosciute o meno che siano state reincise nel nostro paese, ovviamente in italiano. Così scombussola- tami la vita semi tranquilla di questi giorni festivi, mi fa prima agire di memoria, ed è dura andare a braccio su così vasto e lon- tano nel tempo argomento, poi devo ade- guarmi alle circostanze e inizio così a cer- care tra i miei dischi e a consultare libri. Ringrazio gli amici per cotanta incomben- za, forse difficile ma non improba, che mi hanno indirettamente affidato e rispondo loro su queste pagine. Fu negli anni ‘60 che iniziò il boom delle cover. Sostanzial- mente, si seguivano due vie. Nella prima si prendeva un brano estero, ovviamente di successo, e se ne faceva semplicemen- te la versione italiana. Grazie a questo espediente molti si specializzarono pro- prio nel compito di traduzioni, a volte let- terarie, a volte decisamente improbabili. I più noti, ma la lista sarebbe veramente lunga, furono considerando il fenomeno nel suo inizio Sergio Bardotti, Duilio Del Prete, Ricky Gianko, Mogol, Herbert Paga- ni e Gian Pieretti. Ma in seguito troviamo vari dei nostri cantautori impegnati in, qui è il caso di dirlo, interessanti e ottime ver- sioni di maestri stranieri, per citarne alcu- ni Bubola, Vecchioni, Guccini, De Gregari e De Andrè. Comunque, se riusciste a pro- curarvi Il Cantautore, rivista ufficiale del Premio Tenco in numero unico annuale scoprirete nel numero del 2002 un ottimo lavoro fatto su questo argomento in ma- niera felice ed esauriente da Enrico De Angelis. Ovviamente, la traduzione di una canzone già di successo dava la quasi ma- tematica certezza di ripetersi nella versio- ne nostrana. C’è da dire che spesso proli- ferarono in contemporanea cover multiple dello stesso brano. Sembrava a volte qua- si un accordo tra case discografiche che si dividevano così le possibili opportunità. Significativo il casi di Bang Bang di Cher uscita negli stessi giorni sia rifatta da Da- lida, sia dai Corvi che dall’Equipe 84. La seconda via era semplicemente trovare un brano straniero sconosciuto e tradurlo, questo sicuramente era più semplice che scriverne uno ex novo ovviamente, quindi questa prassi prevedeva assolutamente che il brano fosse totalmente o pochissi- mo noto, sicuramente i diritti da pagare in questo caso erano irrisori. Questa pratica, a volte e per assurdo, promuoveva in se- conda battuta nel nostro paese il brano originale, significativo il caso di Sospesa a un filo dei Corvi, che tratta dal reperto- rio degli sconosciuti Electric Prunes ne apri la strada alla versione originale! Que- sto ci fa quindi capire quante cover di bra- ni inglesi o americani siano state fatte, specialmente negli anni ‘60, a bizzeffe nel nostro paese, alcune misconosciute altre più note, alcune imperdibili, altre penose. Noi, comunque, cercheremo di scoprire quelle che possono essere interessanti per il lettore di Late. Sono sempre stato affezionato al 45 giri di Edoardo Bennato E invece no, brano mai uscito su LP e di conseguenza ogget- to raro, singolo del 1981 che ha la sua pe- culiarità nell’essere la versione italiana di Down in Hollywood che si può trovare nel LP Bop Till You Drop del 1979 di Ry Coo- der. Tra l’altro, è uno dei pochi brani non strumentali del musicista californiano. Un altro singolo del quale ho scoperto quasi nessuno essere al corrente e, che avevo comperato nel 1975, è Vado via di Drupi che nel retro porta Segui me che non è al- tro che la traduzione di Sail Away di Randy Newman tratta dall’ album omoni- mo. Lo stesso Randy Newman è recupera- to molti anni dopo, nel 1998, da Mimmo Locasciulli nel disco Il futuro, con Sono i soldi che amo ovvero It’s MoneyThat I Lo- ve nella cui ottima versione Locasciulli si cimenta all’organo. Ancora Newman nel retro del primo singolo di Ricky Maiocchi, primo cantante dei Camaleonti, del 1964 dal titolo Giovedì non mancare che risulta essere Did He Call Today Mama, compo- sta quando l’artista americano soleva scrivere testi per altri anche se fu proprio quello il periodo del suo primo, completa- mente dimenticato, album che conteneva anche brani della colonna sonora di Pey- ton Place. Nel 1968 il grande successo dei Camaleonti Io per lei era la trasposizione in lingua italiana di To Give di Frankie Valli, un cantante di intrattenimento ame- ricano che nel 1975 avrà un buon succes- so anche da noi con l’ottimo brano melo- dico My Eyes Adored You. Invece, Johnny Cash con The Long Black Veil ebbe la sua curiosa traduzione italiana a opera dei Pe- lati che la trasformarono in una divertene e ironica Oh Giorgio. Nel 1970, un gruppo olandese dal nome George Baker Selec- tion portò nelle classifiche nostrane un ottimo pezzo dal titolo Little Green Bag che i Punti Cardinali proposero come La borsetta verde. Vi consiglio un’antologia MAP MUSIC PAGES All Over The Cover MappaCover 30-08-2006 8:45 Pagina 34

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    Di Ronald Stancanelli

    SSuona la porta mentre sono affac-cendato in cose mie. Chi è? Il po-stino. Il solito mariconasso! Ec-colo di nuovo che mi fa ciao e miconsegna un tourbillion di carta.

    Tra buste inutili (tante) e cose più o menointeressanti noto una cartolina provenien-te da Taormina (giuro che la rima non erané voluta, né cercata) nella quale un carogruppo di amici, oltre a salutarmi, michiede quali siano le canzoni straniere piùparticolari, strane, sconosciute o menoche siano state reincise nel nostro paese,ovviamente in italiano. Così scombussola-tami la vita semi tranquilla di questi giornifestivi, mi fa prima agire di memoria, ed èdura andare a braccio su così vasto e lon-tano nel tempo argomento, poi devo ade-guarmi alle circostanze e inizio così a cer-care tra i miei dischi e a consultare libri.Ringrazio gli amici per cotanta incomben-za, forse difficile ma non improba, che mihanno indirettamente affidato e rispondoloro su queste pagine. Fu negli anni ‘60che iniziò il boom delle cover. Sostanzial-mente, si seguivano due vie. Nella primasi prendeva un brano estero, ovviamentedi successo, e se ne faceva semplicemen-te la versione italiana. Grazie a questoespediente molti si specializzarono pro-prio nel compito di traduzioni, a volte let-terarie, a volte decisamente improbabili. Ipiù noti, ma la lista sarebbe veramentelunga, furono considerando il fenomenonel suo inizio Sergio Bardotti, Duilio DelPrete, Ricky Gianko, Mogol, Herbert Paga-ni e Gian Pieretti. Ma in seguito troviamovari dei nostri cantautori impegnati in, quiè il caso di dirlo, interessanti e ottime ver-sioni di maestri stranieri, per citarne alcu-ni Bubola, Vecchioni, Guccini, De Gregarie De Andrè. Comunque, se riusciste a pro-curarvi Il Cantautore, rivista ufficiale delPremio Tenco in numero unico annualescoprirete nel numero del 2002 un ottimolavoro fatto su questo argomento in ma-

    niera felice ed esauriente da Enrico DeAngelis. Ovviamente, la traduzione di unacanzone già di successo dava la quasi ma-tematica certezza di ripetersi nella versio-ne nostrana. C’è da dire che spesso proli-ferarono in contemporanea cover multipledello stesso brano. Sembrava a volte qua-si un accordo tra case discografiche che sidividevano così le possibili opportunità.Significativo il casi di Bang Bang di CChheerruscita negli stessi giorni sia rifatta da Da-lida, sia dai Corvi che dall’Equipe 84. Laseconda via era semplicemente trovareun brano straniero sconosciuto e tradurlo,questo sicuramente era più semplice chescriverne uno ex novo ovviamente, quindi

    questa prassi prevedeva assolutamenteche il brano fosse totalmente o pochissi-mo noto, sicuramente i diritti da pagare inquesto caso erano irrisori. Questa pratica,a volte e per assurdo, promuoveva in se-conda battuta nel nostro paese il branooriginale, significativo il caso di Sospesaa un filo dei Corvi, che tratta dal reperto-rio degli sconosciuti EElleeccttrriicc PPrruunneess neapri la strada alla versione originale! Que-sto ci fa quindi capire quante cover di bra-ni inglesi o americani siano state fatte,specialmente negli anni ‘60, a bizzeffe nelnostro paese, alcune misconosciute altrepiù note, alcune imperdibili, altre penose.

    Noi, comunque, cercheremo di scoprirequelle che possono essere interessantiper il lettore di Late.Sono sempre stato affezionato al 45 giridi Edoardo Bennato E invece no, branomai uscito su LP e di conseguenza ogget-to raro, singolo del 1981 che ha la sua pe-culiarità nell’essere la versione italiana diDown in Hollywood che si può trovare nelLP Bop Till You Drop del 1979 di RRyy CCoooo--ddeerr. Tra l’altro, è uno dei pochi brani nonstrumentali del musicista californiano. Unaltro singolo del quale ho scoperto quasinessuno essere al corrente e, che avevocomperato nel 1975, è Vado via di Drupiche nel retro porta Segui me che non è al-tro che la traduzione di Sail Away diRRaannddyy NNeewwmmaann tratta dall’ album omoni-mo. Lo stesso Randy Newman è recupera-to molti anni dopo, nel 1998, da MimmoLocasciulli nel disco Il futuro, con Sono isoldi che amo ovvero It’s MoneyThat I Lo-ve nella cui ottima versione Locasciulli sicimenta all’organo. Ancora Newman nelretro del primo singolo di Ricky Maiocchi,primo cantante dei Camaleonti, del 1964dal titolo Giovedì non mancare che risultaessere Did He Call Today Mama, compo-sta quando l’artista americano solevascrivere testi per altri anche se fu proprioquello il periodo del suo primo, completa-mente dimenticato, album che contenevaanche brani della colonna sonora di Pey-ton Place. Nel 1968 il grande successo deiCamaleonti Io per lei era la trasposizionein lingua italiana di To Give di FFrraannkkiieeVVaallllii, un cantante di intrattenimento ame-ricano che nel 1975 avrà un buon succes-so anche da noi con l’ottimo brano melo-dico My Eyes Adored You. Invece, JJoohhnnnnyyCCaasshh con The Long Black Veil ebbe la suacuriosa traduzione italiana a opera dei Pe-lati che la trasformarono in una divertenee ironica Oh Giorgio. Nel 1970, un gruppoolandese dal nome GGeeoorrggee BBaakkeerr SSeelleecc--ttiioonn portò nelle classifiche nostrane unottimo pezzo dal titolo Little Green Bagche i Punti Cardinali proposero come Laborsetta verde. Vi consiglio un’antologia

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    di George Baker che ebbe anche nel no-stro paese un altro paio di notevoli hit su45 giri. Nel 1973, un giallo televisivo dellaRai chiamato “Lungo il fiume e sull’ac-qua” aveva come sigla un bel brano diDDoonn MMccLLeeaann dal titolo Vincent. La versio-ne usata dalla Rai era quella italiana can-tata da Little Toni, traduzione di De Grego-rio. Nel retro la cover di Maggie May diRRoodd SStteewwaarrtt, sempre interpretata da LittleToni, la traduzione è in questo caso diVecchioni- Pareti. Curiosamente, nel2000 Roberto Secchioni, con l’aiuto di En-rico Nascimbeni, ha mirabilmente tradot-to in italiano e stupendamente interpreta-to la stessa Vincent nel doppio CD Canzo-ni e cicogne. Abbiamo volutamente deci-so, almeno in questo articolo, di non trat-tare le cover da canzoni francesi, poichéessendo il discorso così ampio ed estesonecessita eventualmente di un pezzo aparte. Ma, data la singolarità di questocaso, prenderemo in esame un pezzo ori-ginariamente di JJaaccqquueess BBrreell del 1961, daltitolo Le Moribond. Orbene, nel 1975 ilcantante americano TTeerrrryy JJaacckkss lo incisecon il titolo Seasons In The Sun lasciandoil senso iniziale, ma modificandone al-quanto il testo ed è da qui che RobertoVecchioni lo riprende, traducendolo e inci-dendolo nel recentissimo Il contastorie.Pezzo splendido, che ha fatto la parte delleone nel recente tour acustico del can-tautore milanese. È basilare ricordare cheprobabilmente la prima traduzione diquesto pezzo, e di conseguenza la sua in-cisione, è da ascrivere a Herbert Pagani,che lo fece in modo esemplare nel 1966intitolandolo Testamento all’italiana. Latraduzione letterale la trovate invece al-l’ottimo libro “Jacques Brel”, uscito per itipi dell’Arcana nel 1994, con traduzioni diDuilio Del Prete e introduzione di EnricoDe Angelis. Splendida opera nella quale ètradotta in toto l’opera del musicista bel-ga naturalizzato francese.C’è anche il bellissimo libro del 1987, chevi consigliamo caldamente di leggere, daltitolo “Vladimir, il volo interrotto” ed è lastoria, anzi le tremende peripezie, del piùfamoso cantautore russo VVllaammiimmiirr VVyyssoott--sskkiijj, la cui drammatica fine non è statamai chiarita. Detto musicista, che scrissepiù di mille canzoni, fu sempre inviso alregime e non riusciva ad aver la possibi-lità di inciderle. Di conseguenza, esse gi-ravano o su nastri o su vinile/ bootleg enonostante ciò era l’artista più ascoltatoin tutta la Russia. La diffusione delle suecanzoni, a onta delle difficoltà che aveva,è sempre stata incredibile e il suo un casoin patria che meritava d’esser conosciuto

    anche da noi. Fortunatamente ci hannopensato prima questo libro scritto dallasua compagna francese Marina Vlady ededito in Italia per i tipi della Marsilio nel1990, e poi gli amici de Tenco. Nel 1993, ilPremio Tenco è stato appunto dedicato alui e sollecitati dal direttivo del premiostesso, grazie alle traduzioni di Sergio Se-condiano Sacchi, alcuni artisti si sono im-pegnati a proporre alcune sue canzoniche poi sono state incluse nel CD Il volo diVolodia, che ci permettiamo caldamentedi raccomandarvi. Eugenio Finardi ha rac-contato la storia di un soldato nel branoDal fronte non è più tornato. Roberto Vec-chioni ha scritto lui stesso una canzone,la malinconica storia di Vladimir, dedican-dola all’autore russo. Quindi non si trattadi cover, ma è così bella che la citiamo lostesso, visto che fa parte dell’opera inquestione.. Ligabue, anche lui in versioneacustica, ha proposto una sentita Varia-zioni su temi tzigani mentre Vinicio Ca-possela ha colorato con grande vena tra-gi-comica le vicende del Pugile sentimen-tale. Da parte sua, Cristiano De Andrè conestrema passionalità si produce in unastupenda Il bagno alla bianca, mentreFrancesco Guccini con innato lirismo de-clama una commovente Il volo interrotto.Un disco triste ma splendido che ha lasua vena più umoristica, ma anch’essa diun riso amaro, nella geniale De Profundis,sintomatica della realtà moscovita inter-pretata con gusto e ironia da Giorgio Con-te. Ne abbiamo per ragioni di spazio cita-to solo alcune ma tutto il lavoro è davverodi altissimo livello. Passando a EEllttoonn JJoohhnnci risulta sia stata tradotta in italiano lasua It’s Me Thet You Need che venne in-terpretata sia dall’ Equipe 84 che da Mau-rizio Vandelli da solo, Era lei il titolo italia-no, mentre i Nomadi, con Ala Bianca, rifa-cevano invece dell’occhialuto cantante in-glese Sixty Years On. Il traditional C C Ri-

    der che ricordiamo tra l’altro nella versio-ne di EErriicc BBuurrddoonn e spesso proposto daSpringsteen negli anni ‘70/ ‘80 nel suofantastico Detroit Medley da noi divenne,a opera dei Motown Si Si Silvana. GliEEvveerrllyy BBrrootthheerrss duo caratterizzato da unmagico impasto vocale vide la sua CryingIn The Rain portata su singolo qui da noidai Giganti col titolo di Morirai senza lei.AAllaann PPrriiccee è un musicista inglese che amotantissimo, è autore di una favolosa co-lonna sonora, non strumentale ma bensìdi canzoni inedite composte per l’occasio-ne, che si riferisce a un film altrettanto in-credibile. Si tratta di “Oh Lucky Man” in-terpretato da un Malcom McDowell ingrande forma. Gran film, da vedere o dariscoprire. Il gruppo italiano dei Volti 70cantò all’epoca il suo brano Yours UntilTomorrow che divenne Aspetterò un nuo-vo giorno. Anche gli AAnniimmaallss ebbero tra levarie cover due singoli molto interessanti,il primo I Believe To My Soul, inciso daFausto Leali come Vai dove vuoi. Ricordia-mo una fenomenale versione anche diRRaayy CChhaarrlleess, e l’altra da Ricky Maiocchiche tramutò in Non dite a mia madre ungioiello come The House Of The RisingSun. A proposito di Leali, ricordiamo che,eravamo nel 1967, la bellissima A chi eral’italica versione di Hurt di TTiimmii YYuurroo,mentre pochi sanno che ha cantato unbrano della country singer BBrreennddaa LLeeee.. In-fatti, Potrai fidarti di me era la versione diYou Can Depend On Me. Un gruppo cheadoravo da ragazzo erano gli AApphhrrooddiittee’’ssCChhiilldd che, assieme a canzoni più commer-ciali, incisero anche pezzi di rock durosperimentale. La splendida Rain AndTears con l’uguale titolo di Lacrime epioggia fu proposta sia dai Quelli che daiTrolls. Un gran pezzo elettrico come IWant To Live divenne per I Figli di ApolloIo vivo qui, mentre invece Patty Pravo conSola in capo al mondo fece un ottima ver- M

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    sione di The End Of The World. Ricordia-mo che la stessa Pravo, nel 1973, nel suoLP Pazza idea mise una incantevole e fia-besca versione di Walk On The Wild Sidedi LLoouu RReeeedd che divenne I Giardini di Ken-sington. La cantante veneziana rifece iBBeeaattlleess di And I Love Her come La tua vo-ce, cover incisa pure dai Meteors e Augu-sto Righetti. Addirittura, Nada ebbe la suacover beatlesiana con Yellow Submarineche divenne Un bel sottomarin! I Cama-leonti si buttarono su Norwegian Woodpresentandola come Se ritornerai mentrela folgorante Back in the U.S.S.R divenneTorno in Russia grazie a Chriss & theStroke. Le cover tratte dai Beatles furonouna miriade e citarle tutte sarebbe quasiimpossibile. Cambiando soggetti, credia-mo ricordiate Io avevo una bambola, no-tevole interpretazione della Formula Tre,fu usata tra l’altro come B side, era la fa-mosa Games People Play di JJooee SSoouutthh..TThhee BBaanndd,, proprio loro, ebbero il celebrebrano The Weight di Robbie Robertsonfatto dai Dik Dik come Eleonora credi. Perrestare in tema passiamo a BBoobb DDyyllaann.. Haavuto cover sia negli anni ‘60/ ‘70 che inperiodi recenti. Dunque, Like A RollingStone venne presentata dai subito dimen-ticatissimi Wretched in un singolo che di-re oggi sia introvabilissimo è poco.Blowin’ In The Wind divenuta La rispostafu lanciata su singolo sia dai Kings chedall’ormai dimenticato duo Jonathan e Mi-chelle, lui di Livorno, lei nata a Parigi, co-nosciutisi a Monmartre. Lo stesso duo in-cise pure, incredibile ma vero,, Masters OfWar che in italiano era diventata L’uomoche sa. Sempre i Kings con Bambina nonsono io avevano dato così anche la loroversione di It Ain’t Me Babe. Probabilmen-te, una delle versioni più note di brani delgrande Bob resta quella che i Nomadi conTi voglio, la troviamo sul loro primo miti-co disco Per quando noi non ci saremodel 1967, fecero di I Want you. I Cama-leonti, da parte loro, si buttarono su IfYou Gotta Go, Go Now, che divenne cosìNon sperarlo più. Nel calderone troviamoanche i Dik Dik che, per non essere dameno, proposero una notissima, anchequesto uno dei brani rimasti nel tempo adifferenza di molti caduti nel dimentica-toio, L’esquimese che non era altro che laritmatissima Mighty Quenn. E questo fuuno dei rarissimi casi nei quali la coverera meglio dell’originale. Ancora i Kingsrivisitarono gli SSttoonneess di Time On My Sidecome Fai quello che vuoi, brano che ria-

    scoltato oggi ha ancora dalla sua una in-tensa verve. Nel 1967, Ricky Gianco pro-pone come lato A del suo nuovo singoloCome una donna che sarebbe la sua ver-sione di Just Like A Woman, in una versio-ne decisamente interessante. Nel 1978,Massimo Bubola e Fabrizio De Andrè sioccupano in modo esemplare di renderein italiano la stupenda Romance In Duran-go che DDyyllaann aveva inserito nel disco De-sire due anni prima. Fabrizio la inciderànel disco Rimini e sarà ripresa anche nelsuo Live con la PFM Volume 2 del 1980. Iltitolo, alquanto simile all’originale, saràAvventura a Durango. Bubola la inciderànel 2001 nel suo live Il cavaliere elettricovol 1. Nel 1997, Francesco De Gregori, chespesso dal vivo esegue o almeno esegui-va canzoni originali di BBoobb DDyyllaann, incidenel suo doppio La valigia dell’attore unasplendida e commovente rilettura If YouSee Her, Say Hello che diventa Non dirleche non è così. Brano che, tra l’altro, èstato inserito da Dylan stesso nella colon-

    na sonora del film “Masked & Anony-mous” nella cui soundtrack troviamo an-che Like A Rolling Stone che, divenuta Co-me una pietra scalciata, è una riproposi-zione hip-hop alquanto strana e opinabiledegli Articolo 31. Nel 1989, Dylan nel suoottimo disco prodotto da Daniel LanoisOh Merci lascia fuori un pezzo intensa-mente splendido come Series of Dreams.Invano Lanois tenterà più volte di farsi da-re il permesso dal cocciuto Bob di incider-lo. Probabilmente, la motivazione di que-sto diniego è da ritrovarsi nel fatto cheDylan nel 1991 la pubblicherà, nella ver-sione scartata di cui sopra, come ultimobrano del triplo CD The Bootleg Series vo-lume1/3. Nel 1998, dopo peripezie varie econtatti epistolari con lo stesso Dylan, eprobabilmente grazie al riscontro positivoche Dylan ha avuto con la rilettura di DeGregori di cui sopra, Mimmo Locasciulligrazie alla traduzione fatta appunto daFrancesco, che nel brano suona la chitar-ra, riesce addirittura a inciderla in italianonel suo bel disco Il futuro. Il titolo, chemantiene la similitudine con l’originale, èUna serie di sogni ed è realmente una bel-lissima rilettura. Lo stesso De Gregori as-sieme a Fabrizio De Andrè che la cantavanel disco Canzoni tradussero nel 1974 Viadella Desolazione, lunga, nostrana versio-ne di quella Desolation Row che resta unodei pezzi più emblematicamente significa-tivi del primo Bob Dylan. Gian Pieretti daanni è fan di Dylan e Donovan, ai quali siera ispirato per varie sue canzoni. Forsepochi sanno che il suo pezzo più famoso evenduto, Pietre, era ispirato da Rainy DayWomen 12 & 35 e che lo stesso Pierettitentò invano di farla venire a cantare alFestival di Sanremo, a quei tempi spessola canzone era proposta in due versionida due differenti artisti, da Dylan stesso.Al suo diniego cercò poi di far venire Do-novan che si rifiutò pure lui, optando infi-ne per Antoine che era un simbolo france-se della contestazione giovanile. Nel1997, un Pieretti mai scevro dalla suagrande passione per Dylan incide un CDdal titolo Caro Dylan nel quale trovano po-sto, Mr Tamburino, La Risposta, I Tempisono cambiati, C’è una pioggia e Bambi-na che sono rispettivamente Mr Tambou-rine Man, Blowing In The Wind, The TimesThey Are-a Changin’, Rainy Day Women 12& 35 e It Ain’t Me Baby. Le versioni, a ontadi quello che si possa pensare, non sonomale, ben cantate e ben eseguite. D’al-tronde, parlasi di un grande fan del vec-

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    chio Bob. Ma tutto il disco, intriso di dyla-nismo acuto, è molto piacevole e si faascoltare con grande interesse e… un bra-no a firma dello stesso Pieretti si intitolaCaro Bob Dylan! Nello stesso album ab-biamo anche una deliziosa versione acu-stica di Harvest di NNeeiill YYoouunngg col titoloCanada. DDoonnoovvaann è invece presente conben tre traduzioni La vita è un giorno, Laluna e Colori che non sono altro che CatchThe Wind, Lalenja e Colours. Piacevoli an-ch’esse, testimoniano l’amore di questonostro artista per gli anni ’60 e ‘70. Moltodylaniana, infine, anche la cover del CDche ritrae un Gian Pieretti in versione Rol-ling Thunder Revue! Per restare a NNeeiillYYoouunngg è doveroso ricordare che nel succi-tato disco di Mimmo Locasciulli vi è la ver-sione italiana di Powderfinger che man-tiene però il titolo originale, questa laconditio sine qua non, che Young ha im-posto per dare il suo permesso. Il brano ècantato oltre che da Locasciulli anche daFrancesco De Gregori che appare con unopseudonimo.Ho tra le mani il 45 giri, Questo vecchiopazzo mondo nel quale Gino Santercolecon la sua profonda voce rivisita la notaEve Of destruction di BBaarrrryy MMccGGuuiirree, men-tre anche JJoohhnn DD.. LLoouuddeerrmmiillkk ha avuto lasua nostrana versione di Tobacco Road,se ne occuparono i Nobili mantenendoinalterato il titolo. Originari di Bari, gli or-mai dimenticati Hugu Tugu incisero nel1969 alcune cover in tre 45 giri. Fino a ierieccellente versione dell’ottima SomebodyTo Love dei Jefferson Airplane. Secondosingolo, Il colore dell’amore, ovvero TheColor Of My Love di Barry Ryan, e Mattinodi velluto, rivisitazione del grande succes-so dei VVaanniill llaa FFuuddggee Some VelvetMorning. A proposito di Barry Ryan, quan-do ero ragazzo adoravo il brano Eloiseche ho ancora su singolo, era un brano al-quanto lungo e molto rockato. Dino ne fe-ce una versione, stesso titolo, neanchemale. Il cantante veronese, supportatodal buon gruppo dei Kings, era specializ-zato in cover tra l’altro di buon livello. Ri-cordiamo La tua immagine che eraSounds Of Silence di SSiimmoonn && GGaarrffuunnkkeell ,cover che ebbe un grande successo, tra-scinata anche dall’originale che, come sisa, era parte trainante della colonna so-nora de “Il Laureato”. Ricordiamo che laincise anche Gianni Morandi. Ma nonscorderei Il sole è di tutti che traduceva initaliano lo SStteevviiee WWoonnddeerr di A Place In theSun, incisa in italiano anche dallo stessocantante di colore, e ancora I’ve Gotta AMessage To You dei BBeeee GGeeeess, divenutaPensiero d’amore. Però la versione più fa-

    mosa e anche più venduta di Pensierod’amore divenne quella di Mal. Ingaggiatida Boncompagni per esibirsi al Piper Male i Primitives che erano sicuramente unabuona band vennero abbandonati dal gal-lese per una carriera solista forte del fisi-que du role che lo aiutò non poco a dive-nire uno dei cantanti più famosi e idola-trati dalle ragazzine, e pure dalle mamme,dell’epoca. Ci rimangono delle ottime co-ver fatte assieme ai Primitives comeYeeeehh che era la I Ain’t Gonna Eat OutMy Heart Anymore dei YYoouunngg RRaassccaallss eancora Gira gira, italica versione di ReachOut I’ll Be There dei FFoouurr TTooppss e, sempredi quest’ultimi, fecero anche StandingInTthe Shadows Of Love, che fu ottima-mente riproposta come L’ombra di nessu-no. Ricordiamo che il batterista dei Primi-tives era Pick Witers futuro componentedei Dire Straits. Dei Primitives è uscito inInghilterra nel 2001 un CD dal titolo Ma-ladjusted che contiene, oltre a vari singo-li, l’LP uscito in Italia comprendente tuttele cover in italiano da loro incise. Del pez-zo dei BBeeee GGeeeess succitato ci fu anche laversione dei Ragazzi della via Gluk, ma in

    questo caso il titolo era Vola vola vola. Lostesso gruppo inglese venne anche italia-nizzato nella sua To Love Somebody che iCaliffi fecero diventare nel 1968 Così tiamo e pure in Close Another Door diven-tata Chiuso con tutti. I Califfi furono ungruppo di notevole successo e nella lorocarriera abbracciarono sia il beat che lamusica progressiva. Paolo Tofani in segui-to fu negli Area come chitarrista, e furonoautori di altre cover come Ti giuro piace-vole versione di You Really Got Me deiKKiinnkkss e anche di una soporifera La fieradel perdono da Scarborough Fair di SSii--mmoonn && GGaarrffuunnkkeell.. Con questo titolo venneanche incisa dai Cavernicoli sempre nellostesso anno e da La Banda con lo stranotitolo di Quarta Parete. Ancora rammen-tiamo di loro pezzi come la suadente I’m ARock divenuta Prati neri per i Bristols el’altro notissimo tema dal film “Il laurea-to” Mrs Robinson con l’ovvia Signora Ro-binson nella nostrana versione interpreta-ta similmente all’originale dai Royals. Giu-liana Valci, della quale ho sempre adoratouno splendido singolo dal titolo Amore mimanchi, rielaborò nella nostra lingua TheDarling Conversation come Un inutile di-scorso, mentre i Gatti Rossi rifecero Ceci-lia che mantenne il titolo originale. BridgeOver Trouble Water, uno dei loro brani piùbelli, ma erano veramente una miglioredell’altra le loro canzoni, col titolo Il pontefu fatta solo su LP da Renato dei Profeti epoi, nel 1970, la incisero su singolo i FloraFauna e Cemento. Davvero saccheggiata,come si può vedere, la discografia di Tom& Jerry, ovvero Simon e Garfunkel. Nel1973, i Profeti con L’amore mi aiuterà pro-porranno Starman, lisergica canzone diDavid Bowie e ancora Sole nero dei TThheemm,ovvero Call My Name, ma dimostrando unfiuto per i nomi altosonanti, o che almenolo diverranno da li a poco, incidono deiMMooooddyy BBlluueess Nights In White Satin dive-nuta così Ho difeso il mio amore. Qui peròsi era nel 1968 e abbiamo ancora Ruba-cuori, che altro non è che Ruby Tuesdaydei Rolling Stones. Del Duca Bianco, ovve-ro Bowie, abbiamo i Computers che dan-no corpo a Space Oddity presentata comeRagazzo solo ragazza sola, e lo stessobrano fu tradotto anche dai Giganti macol titolo Corri uomo corri. Ricordiamo chelo stesso Bowie ha inciso Ragazzo solo,ragazza sola in italiano, in una versionecurata da Mogol che travisava totalmenteil senso originale della storia.Infiltrati nel nostro mondo beat i RReenneeggaa--ddeess provengono dall’Inghilterra dopo unpassaggio in Olanda. Restano nelle crona-che per un beat non particolarmente ori- M

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    ginale, ma per il fatto che arrivarono quispacciandosi per americani e godendo co-sì di un credito diverso da altri gruppi. Lacuriosità è che loro, stranieri, fecero variecover in italiano soprattutto di brani mol-to ritmati tra cui Piove dentro di me che èuna delle rare trasposizioni tratte daBBuuddddyy HHoollllyy, Raining In My Heart l’origi-nale.I CCrreeeeddeennccee CClleeaarrwwaatteerr RReevviivvaall furonoben bene saccheggiati. Tra le cose miglio-ri sicuramente gli Stormy Six con BadMoon Rising divenuta La luna è stanca e iMinor, ma chi erano poi, che con Ma sem-pre tu addirittura riproponevano la inarri-vabile Have You Ever Seen The Rain, a de-cine negli anni a venire le versioni di que-sto brano, su tutte quella che Springsteenancora adesso propone dal vivo quandosi ricorda di pascolare ancora con la EStreet Band, e quella in studio di BonnieTyler. Il battello Mary divertente versionenostrana di Proud Mary fu incisa nel 1971dai Nuovi Angeli che, noti più per altro perhit faciloni faciloni se non decisamentesciocchi, avevano nel loro passato un otti-mo percorso beat. Tantissime le loro co-ver, ricordiamo Una caverna che è I CantControl Myself dei TTrrooggggss e poi Per vivereinsieme che trattasi dell’Hit pluricampio-ne di vendite in tutto il mondo Happy To-gether degli americani TTuurrttlleess.. Ma ancoraLe montagne per River Deep Mountain Hi-gh e Obladi Oblada dei BBeeaattlleess con lostesso titolo. Il brano di cui sopra dei Tur-tles fu anche dei Ragazzi del sole e deiQuelli, sempre col titolo italiano prima ci-tato.Nel 1964, come ho più sopra anticipato,sia Dalida che i Corvi incisero in italiano ilgrande successo di CChheerr Bang Bang man-tenendone il titolo inalterato e anche la

    struttura della canzone. Per gli amantidell’hard rock d’epoca segnaleremmo ad-dirittura i DDeeeepp PPuurrppllee, che furono tradottied eseguiti in italiano dai baresi Hugu Tu-gu che trasformarono Kentucky Woman inuna nostrana Se c’è chi ti ama. Molto bel-le anche le cover dei VVaanniillllaa FFuuddggee SomeVelvet Morning con il titolo Mattino di vel-luto e, soprattutto, Fino a ieri, che era So-mebody To Love dei JJeeffffeerrssoonn AAiirrppllaannee..Questo misconosciuto gruppo che incisesolo tre 45 giri è stato nel tempo rivaluta-to per la notevole bellezza delle loro tra-sposizioni. Addirittura, un loro brano èstato ristampato nel famoso 60s Beat Ita-liano, box di autori vari italiani stampatorigorosamente su vinile nel 1989 negliStati Uniti. Non deviando dal discorso re-lativo a grandi gruppi, i veronesi Kings sicimentarono in una gustosa versione diTime Is On My Side dei RRoolllliigg SSttoonneess nel-l’anno del signore 1965. Retro era Ma nonè giusto, cover di She’s Not Here degliZZoommbbiieess. I Kings furono sicuramente unodei gruppi più intelligenti a trattare le co-ver e vi consigliamo qualche loro ristam-pa su CD, ne vale la pena. Vi ricordiamoanche a che a settembre in Verona nellasuggestiva cornice del Teatro Romano sisvolge la manifestazione “Verona Beat”nella quale potrete sentire tanti degli arti-sti qui citati. Uno dei nostri beniamini èsempre stato RRooyy OOrrbbiissoonn, lo ricordiamocon la mitica e mai dimenticata Pretty Wo-man che I Campioni, gruppo del qualenon siamo realmente riusciti ad avere no-tizie, presentarono col titolo Sei la sola.Un personaggio dell’epoca fu sicuramen-te EEvvyy che girando tra Londra e la Franciacollaborò sia con gli Yes che con Mel Col-lins oltre a essere stata ospite nel giro digruppi come gli Animals o gli Who. Dotatadi una voce potente e grintosa da noi tra-dusse e cantò una felicissima versione diKeep On Running dello SSppeenncceerr DDaavviissGGrroouupp. Si intitolava L’abito non fa il beat-nik e la potete trovare sulla fantasticodoppio CD edito dalla Rca italiana nel2005 dal titolo Quarant’anni fa nasceva ilPiper Club, dove trovano posto ben qua-ranta canzoni con una pletora di coveruna più interessante dell’altra. Anche seforse non vorrebbero essere nominati nonpossiamo scordare una delle poche tra-sposizioni dai DDoooorrss. ci pensarono appun-to Gli Innominati con Prendi un fiammife-ro. Superfluo dire che trattasi di Light MyFire. Nel box di JJooaann BBaaeezz Rare Live &Classics, denso di rarità inerenti l’inizio

    della sua carriera, trova posto il traditio-nal Geordie che ricordiamo su 45 giri del1968 del nostro Fabrizio De Andrè in unafulgida interpretazione che non vale asso-lutamente quella della cantante di originimessicane. Di Fabrizio non possiamo nonricordare Il gorilla, Nell’acqua della chiarafontana, Le passanti e Morire per delleidee tutte tradotte dal repertorio di GGeeoorr--ggee BBrraasssseennss, pacati e dolci gli originalidello chansonnier francese quanto solarie granitiche le versioni del cantautore ge-novese e grande genoano. Il rapporto diDe Andrè con le cover ha un triplo contat-to anche con LLeeoonnaarrdd CCoohheenn, altra suagrande passione, con Suzanne e Giovan-na D’arco lato A e B di un singolo del1972. Se splendide erano le versioni diCohen altrettanto lo sono quelle di Fabri-zio che portano questo singolo al postopiù alto della Hit Parade da lui mai rag-giunta con un 45 giri, sedicesimo postonel marzo del 1973. Nel 1975, nell’albumVolume 8 trova posto Nancy, altra incan-tevole trasposizione di un pezzo del musi-cista canadese. Passando a VVaann MMoorrrriissoonne i TThheemm ricordiamo Gli Evangelisti conGloria e Caterina Caselli con Sono qui convoi. Il famoso casco d’oro rese una suasuperba versione della pepatissima BabyPlease Don’t Go al Cantagiro del 1965.Proprio la Caselli con la sua grinta e lasua personalità, venne definita l’unica ve-ra ragazza beat anche se i fan di PattyPravo non gradirono, si cimentò conestrema bravura in alcune interessantissi-me cover oltre alla succitata. Nel 1966, co-me lato B di un singolo, propose una sca-tenatissima Tutto nero, ovvero Paint InBlack degli SSttoonneess. Nel 1967, grande suc-cesso per un brano di NNeeiill DDiiaammoonnee, I’m

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    Believer ovvero Sono bugiarda, pezzo ri-masto epico e famoso a tutt’oggi. Ricor-diamo il successo al Cantagiro del 1968con Il volto della vita, altro brano indi-menticato che era The Days of PearlySpencer di DDaavviidd MMccWWiilllliiaammss, decisamen-te oscurato l’originale. E ancora, L’uma-nità fantastica versione di Sympathy deiRRaarree BBiirrddss che peraltro era un pezzosplendido e ottimamente eseguito dalgruppo inglese, e come scordarsi di Nel2023 ovvero In The Year 2525 di ZZaaggeerr &&EEvvaannss. Riparliamo di Donovan che ricorrenelle cover della Caselli avendo la stessainciso nel 1967 una piacevole Cielo Giallo,che è ovviamente Mellow Yellow. Carinaanche la Casa degli angeli da I’m I Said diNNeeiill DDiiaammoonndd uscita quattro anni dopo.Uno dei brani più noti dell’epoca incisosia dai RRookkeess che dalla Caselli fu E lapioggia che va, song del folksinger ameri-cano BBoobb LLiinndd che senza il successo tro-vato indirettamente nel nostro paese sa-rebbe restato un emerito sconosciuto. IRokes incisero anche la sua Cheryl’sGoing Home sempre nel 1966 col titoloChe colpa abbiamo noi. La prima raggiun-se in ottobre il primo posto della Hit Para-de e la seconda il terzo a maggio. Di que-sto carneade annotiamo anche la sua Elu-sive Butterfly che ancora la Caselli e pureMilena Cantù del Clan di Celentano han-no inciso col titolo La farfalla. Era il perio-do nel quale le vendite dei dischi iniziava-no a lievitare in modo esponenziale, bastipensare che dalla metà degli anni ‘50 allaloro fine si vendettero nel nostro paesecirca 17 milioni di esemplari, mentre dal-l’inizio dei ‘60 sino al 1964 si era arrivatialla cifra di 31 milioni circa. C’è da consi-derare che per il 90 per cento si trattavadi 45 giri, mentre il restante 10 per centoera appannaggio dei 33 giri. 33 giri cheverso il 1968 e da li a venire inizierannoquell’inversione di tendenza che spode-sterà i piccoli vinili dopo la metà degli an-ni ‘70. Nel 1966, comunque, anno d’oroper il beat e di conseguenza per numero-sissime traduzioni di brani stranieri. Oc-corre ricordare come coverist d’autore Or-nella Vanoni assieme ai Dik Dik in Splen-dore nell’erba ovvero Splendour In TheGrass di JJaacckkiiee DDee SShhaannnnoonn e Giorgio Ga-ber con Grazie tante, esattamente la GladAll Over dei DDaavvee CCllaarrkk FFiivvee. Ma sempredello stesso anno è il grande Hit dei MMaa--mmaass AAnndd PPaappaass dal titolo California Drea-min ’che i Dik Dik resero immortale nelnostro paese come Sognando la Califor-nia, brano che restò come uno dei più notiche un gruppo italiano avesse inciso inquel periodo, ancor oggi proposto dal

    gruppo milanese in concerto con enormesuccesso.In questo bailamme di nomi bisogna nonscordarsi di Francesco Guccini che tradus-se all’epoca tante canzoni dall’inglese edi cui tal Martò, personaggio di culto dicerto sottobosco petroniano, proprio gra-zie alla sua traduzione presentò Hey Joedi JJiimmii HHeennddrriixx al cantagiro del 1967 macon esiti mi pare alquanto blandi. Restaprobabilmente l’unica canzone di Hendrixcoverata in italiano, anche se poi non l’a-veva scritta lui. Questo il merito nella sto-ria del beat del rocker bolognese dal ca-rattere difficile e ingestibile, dopo il suoprimo e unico singolo gli fu stracciato ilcontratto per ingestibilità dell’artista e funegli anni a venire uno dei primi artefici,dal vivo sul palco, del fenomeno punk alsuo attecchire in Italia. Morì nel 1978 in

    un incidente stradale e ancor oggi a Bolo-gna non è stato dimenticato.Un altro dei nostri beniamini, purtropposcomparso ultimamente, è DDoouugg SSaahhmmche con i suoi SSiirr DDoouuggllaass QQuuiinntteett ha regi-strato miriadi di dischi e tantissime can-zoni che fluttuando dal tex-mex al blues,dal country rock allo swamp, ha inciso inmodo importantissimo nella musica ame-ricana. Un suo brano fondamentale, Men-docino del 1969, grande successo ovun-que, è stato proposto con enorme entu-siasmo anche da noi con il titolo Ragazzi-na ragazzina sia da Giuliano e i Notturniche dai Nuovi Angeli. I primi, per proporlain modo adeguato dal vivo, avevano in-gaggiato addirittura un fisarmonicista.Giuliano e i Notturni cantarono in italianoanche un enorme successo dell’epoca, lanotissima ancor oggi Il ballo di Simoneproposta dai FFrruuiittgguumm11991100, gruppo che laincise anche nella nostra lingua. In ingle-se era Simon Says, l’anno il 1968. Ricor-diamo per la serie cover al contrario cheun brano dell’italo emigrato Rocco Grana-ta, ovvero Marina, dalle valenze legger-

    mente tex-mex fu proposto anche daiTTeexxaass TToorrnnaaddooss,, ulteriore supergruppo diDDoouugg SSaahhmm con FFllaaccoo JJiimmeenneezz, che era so-lito eseguirla spesso dal vivo, con buonsuccesso negli Stati Uniti. Sia Marina cheMendocino le trovate nel Live From The Li-mo dei Texas Tornados, uscito nel 1999,che caldamente consigliamo. Dei PPrrooccoollHHaarruumm come non ricordare A Whiter ShaleOf Pale e Homburg, due strepitosi succes-si, indimenticati a tutt’oggi, che vissero, ilprimo, nella versione italiana di FaustoLeali e anche dei Dik Dik col titolo di Sen-za Luce, grandissimo successo nel nostropaese. Nel 1967 terzo posto nelle classifi-che di vendite per i Dik Dik e 17° per Leali.La seconda che da parte sua ebbe altret-tanto successo era L’ora dell’amore chevenne interpretata principalmente dai Ca-maleonti ma anche da Ricky Gianco. Di-venne invece C’era una strada per I Dia-bolici, uno dei gruppi nostrani dal nomefumettistico. Addirittura Massimo Ranieripropose la loro A Salty Dog come la diver-tente Il marinaio.Dando uno sguardo al folk non possiamoesimerci dal rammentare lo storico innoWhere Have All The Flowers Gone di PPeetteeSSeeeeggeerr che Jonathan e Michelle inciserocome Dove andranno i nostri fiori oltre a IfI Had A Hammer dello stesso Seeger inci-sa da RRiittaa PPaavvoonnee e l’altro notissimo bra-no If I Were A Carpenter, di Tim Hardin nel-la versione nostrana dei Rokes, Se io fossipovero. A proposito di questo gruppo,uno dei più noti e interessanti di queglianni che arrivò nel nostro paese l’8 mag-gio del 1963 per accompagnare ColinHicks, ricordiamo che in quei concertivengono notati da Teddy Reno che li in-gaggia per accompagnare musicalmenteRita Pavone e da qui poi la decisione direstare in Italia. Di loro, oltre alla simpatiae alla particolare voce del leader ShelShapiro, ricordiamo la festosa Eccola dinuovo che non è altro che Here Comes MyBaby di CCaatt SStteevveennss nel 1967. Nell’annodopo grande successo anche con Lascial’ultimo ballo per me che è la trasposizio-ne di Save Tha Last Dance For Me, branooggi rivisitato da una moltitudine di arti-sti, splendida l‘interpretazione live chesoleva farne Willy De Ville negli anni ‘80.Torniamo un attimo a Cat Stevens perrammentare la versione di Mal di WildWorld famoso brano di Jimmy Cliff portatoappunto al clamoroso successo da Ste-vens stesso col titolo Ragazzina senzacuore e, inoltre, che dieci anni fa GinoPaoli nell’album Appropriazione indebitaha registrato la sua Father And Son, conl’ovvio titolo di Padre e Figlio. Sempre M

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    dallo stesso album di Paoli ricordiamoImagine e Happy Xmas come Immaginaun bel mondo e Siamo a Natale. Del cal-derone di quel disco fanno anche parteSong For You Far Away di JJaammeess TTaayylloorr,detta Una canzone lontana e Isn’t She Lo-vely come Così carina, arcinoto pezzo diSStteevviiee WWoonnddeerr. Se vi piace Gino Paoli,questo è un disco denso e saturo di cover.Anche troppe! LLuucciioo DDaallllaa grande appas-sionato di jazz e blues iniziò la sua carrie-ra, grazie all’aiuto di Bardotti, ottimo pa-roliere che traduttore di testi con addirit-tura It’a A Man’s Man’s Man’s World di JJaa--mmeess BBrroowwnn, in questo caso Bardotti fuaiutato da Luigi Tenco. il titolo scelto fuMondo di uomini. Questo sua passione èsupportata anche dal singolo del 1964che aveva Careless Love di RRaayy CChhaarrlleess eHey Little Girl di CCuurrttiiss MMaayyffiieelldd, rispetti-vamente Lei non è per me e Ma questa se-ra. Di Charles ci fu anche la riuscitissima egettonata Crying Time ovvero Questa seraè come sempre. Riascoltata ultimamente,è tra le cover meglio riuscite del 1966. DiBobby Solo nel 1967 la versione di SanFrancisco di SSccootttt MMccKKeennzziiee che la sua ca-ratteristica voce rendeva molto bene. Unascena che vidi da ragazzo in TV e che nonho mai dimenticato fu quando il grandeLLoouuiiss AArrmmssttrroonngg nel 1968 aveva parteci-pato al festival di Sanremo con Mi va dicantare e che non sapendo che la sua esi-bizione era limitata a un solo pezzo avevaalla fine dello stesso iniziato a proporne

    un altro mentre un Pippo Baudo costerna-to ma agitatissimo era obbligato a fermar-lo con tanto di sventolamento di fazzolet-to bianco agitatogli sotto il naso. Ebbene,il grande trombettista jazz fu proposto initaliano dai Trolls che con Un mondo sumisura avevano rielaborato la sua What AWonderful World, oggi uno dei pezzi piùfamosi nel mondo. I BBeeaacchh BBooyyss gruppodi successi commerciali notevoli tra il1962 e il 1966, periodo nel quale hannodato probabilmente il meglio di se stessi,ebbero le loro versioni nostrane grazie aiJaguars. Tali cover, definite dall’Enciclope-dia del Rock Italiano memorabili furonoBarbara Ann con lo stesso titolo e SpiritOf America, ovvero Credimi ti amo. Stessosingolo del 1966. La peculiarità di questogruppo dal breve ma intensissimo passa-to fu di riuscire a pescare brani di gruppiche poi sarebbero diventati parte dellastoria del rock. Ci sembra doveroso quindiil porre in evidenza Hey Girl degli SSmmaallllFFaacceess, come Il tempo passerà. La splendi-da ripresa di Pretty Flamingo dai MMaannffrreeddMMaannnn come Non sei sincera ed Evil Hear-ted You degli YYaarrddbbiirrddss come Non ti vo-glio più. Tutte e tre uscite nel 1966. Tra lerare e non facilmente reperibili ristampedei CD del periodo beat importante sareb-be riuscire a trovare questi interessantipezzi. Barbara Ann fu incisa anche da Au-gusto Righetti del quale parliamo anche afine ricerca. Restando in tema di gruppistorici passiamo ai BBlloooodd SSwweeaatt && TTeeaarrss

    che Maurizio, personaggio idolatrato al-l’epoca dalle ragazzine quasi alla streguadi Mick Jagger o Paul McCartney, portò alsuccesso in italiano tramutando la loroSpinning Wheel in 24 ore spese bene conamore. Era il 1969 e sino a due anni primaera il leader incontrastato dei New Dadache, grazie a lui, ebbero un seguito note-volissimo. Da solista il suo carisma nongli fu da meno e ci sembra giusto con luicontinuare il discordo sui complessi stra-nieri di cui raccontavamo prima. PreseTake Me For A Little White degli psichede-lici VVaanniillaa FFuuddggee rielaborandola in una Eschiaffeggiarti che trasudava la stessagrinta dell’originale. L’anno dopo, addirit-tura, metterà le mani nel mitico Tommydegli WWhhoo con Guardami, aiutami, tocca-mi, guariscimi, ovviamente parliamo diSee Me Feel Me. La carriera continuerànegli ‘80 con il progetto Krisma. La tradu-zione di un brano degli Who non si esauri-sce qua, avendo The Kids Are Alright che ICuccioli, loro unico e introvabile singolo,dedicarono al gruppo inglese, o più chealtro a se stessi, con il titolo Tu non sai,nel 1967. Da questo gruppo uscì FlavioPremoli, futuro tastierista della PFM. An-che i Pooh, prima di virare per il nefandoma molto più ben remunerato repertorio,li avevano incontrati con Ora che cosa fa-rai, in originale La La La La Lies. E non so-lo, ma avevano in repertorio anche i KKiinnkkssdi Till The End Of The Day come Nessunopotrà ridere di lei e i YYoouunngg RRaassccaallss diBaby Let’s Wait come Resto con lei e laKeep On Running dello SSppeenncceerr DDaavviissGGrroouupp come Vieni fuori. Chi l’avrebbe det-to?! Ma il primo periodo del gruppo se velo riandate ad ascoltare non è per nientemale. Per quelli come noi, il loro primo 33giri del 1967 è d’obbligo il trovarlo perchéoltre alle succitate cover e altre ancoracontiene la famosa Brennero ’66 sul ter-rorismo in Alto Adige, ovviamente pronta-mente censurata dai bacchettoni dell’e-poca.Quanti sanno che la splendida Ragazzotriste portata al sucecsso da Patty Pravoera una cover da SSoonnnnyy && CChheerr, ovveroBut You’re Mine, entrò nella Hit Parade agennaio del 1967. E come non ricordare lagrintosa Delilah di TToomm JJoonneess, da noi Lanostra favola proposta dai Ribelli e daJimmy Fontana. Nella versione di quest’ul-timo al secondo posto dei dischi più ven-duti nel luglio 1968. Il grande hit di Pa-trick Samson Soli si muore, alzi la manochi non la conosce, era la mitica Crimson

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    And Clover di TToommmmyy JJaammeess. Samsonandò, nell’agosto del 1969, al sesto postodella Hit Parade, traendone soddisfazionegloria e pecunia. I TTrraaffffiicc,, pure loro, furo-no elaborati nella nostra lingua. No FaceNo Name No Number a opera dell’Equipe84 come Un anno e Hole In My Shoe daiQuelli come Tornare bambino. Ma nonscordiamoci di Feelin’ Allright che oltre aiTTrraaffffiicc conobbe una splendida e ruggino-sa interpretazione da parte di JJooee CCoocckkeerr,divenne grazie a Ricky Maiocchi Tu vedimai cerchi bianchi e neri?Un successo incredibile ebbe sia nellaversione italiana che in quella straniera ilbrano di HHaarrrryy NNiillllssoonn Without You che iGens tramutarono in Per chi. Pezzo diven-tato un evergreen, sovente ancor oggi losi sente facilmente sia in TV che in radio.Fu in classifica nel giugno del 1972. Terzagrazie al musicista americano e dodicesi-ma in quella del gruppo italiano. Nell’an-no dopo, era il 1973, non ci si può non ri-cordare del successo straordinario otte-nuto dal film di Norman Jewison “JesusChrist Superstar”, film, ricordiamo, trattodall’omonimo musical. Orbene, da noi giàprecedentemente erano state tratte diret-tamente dal musical ben due cover, Hea-ven On Their Minds, dallla band novareseForze Nuove con il titolo Troppo cielo sul-la testa. Bella trasposizione in versioneleggermente prog. Operazione diversa fuquella dei Flora Fauna e Cemento, atipicogruppo che ebbe tra le sue file GiannaNannini e addirittura Bruno Longhi, futurogiornalista televisivo sportivo, attivissimoin questi giorni ai mondiali di calcio. Loroproposero la title track Jesus Christ Super-star in una versione che definire ridicola èun eufemismo. Perso il senso religiosodel testo originale divenne una canzonet-ta, titolo Superstar, ove loro (sigh!) canta-vano “…Superstar Superstar vieni al bar”.E qui ci fermiamo. Avendo citato la musi-ca progressiva è doveroso ricordare chenel 1972 su traduzione di Claudio Rocchinell’album Un gioco senza età, incise ilbrano omonimo che era la cover di WhiteMountain dei GGeenneessiiss e Mauro Fogli, nel1988, propose un Mauro Fogli canta PhilCollins nel quale trovavano posto ottocanzoni tra le quali segnaleremmo Ragaz-za timida (In To Deep) Vento nel vento (In-visible Touch) Cattivo (Land Of Confusion)Stasera no (I Missed Again) e Io e te toni-ght (Tonigh Tonight Tonight). Le traduzio-ni sono di Ermanno Capelli.Venendo avanti con gli anni, un disco mol-to interessante fu Dylaniato, intero albumche Tito Schipa Jr dedico a BBoobb DDyyllaann. Vitrovavano posto otto canzoni: Centoquin-

    dicesimo sogno di Bob Dylan, Ti voglio,Tu col Tamburino, Appartiene a me (SheBelongs To Me), Lungo i merli di vedetta(All Along The Watchtower), Amore via ze-ro/ illimitato, Ragazza del Nord e Signoridella guerra. Con una presentazione diFernanda Pivano il disco uscì nel 1988 eandò subito a riempire la lista delle coseintrovabili, fu ristampato su CD nel 1997in versione cartonata e anche questa nonè di facilissima reperibilità. Da avere per ilvalore storico che rappresenta, senza chesi debba però gridare al miracolo. Nellostesso anno di questa ristampa Paola Tur-ci presentava Oltre le nuvole, intenso la-voro basato su traduzioni di brani deglianni ’80 e ‘90 che la cantante romanaamava particolarmente. Il pezzi più rap-presentativi di questo lavoro furono Mimanchi tu che riproponeva il JJoohhnn WWaaiitteedi Missing You e Sai che è un attimo, tra-sposizione notevolmente modificata di Ti-me For Letting Go di JJuuddee CCoollee. Ma di otti-ma fattura sicuramente anche Lei non c’è,rivisitazione di No One Is To Blame diHHoowwaarrdd JJoonneess e la cover di See The Lightsdei SSiimmppllee MMiinnddss del 1991, titolo italiano

    Non piango mai. Ancora JJuuddee CCoollee nellasua Baby’s Tonight che diventa Fammibattere il cuore, in questa versione il pez-zo acquista uno spessore notevole tale dafar sicuramente non rimpiangere l’origina-le, anzi. Ricordiamo ancora Non ti vogliopiù che omaggia i PPrreetteennddeerrss di I’ll StandBy You del 1994. Infine, uno sguardo an-che a L’amore va rifacimento di That’s Lo-ve brano di JJiimm CCaappaallddii del 1983 tratto dalLP Fierce Heart. Per chiudere, un altrogioiellino che la Turci ha recuperato dalrepertorio degli irlandesi AAddvveennttuurreess, sitratta di Broken Land brano pregno di te-matiche politico-sociali che in Oltre le nu-vole, questo il titolo italiano, acquista unavalenza meno cupa improntata a un otti-mismo di fondo che ovviamente è assentenel pezzo originale. Un interessante discoche ha venduto più di centocinquantamilacopie e che credo i lettori, per l’improntadella rivista che stanno leggendo e deipropri gusti musicali sicuramente o nonconosceranno o avranno snobbato. Vi as-sicuro che merita almeno un paio diascolti prima di rifiutarlo a priori. Perchiudere il discorso Turci ricordiamo Michiamo Luca, famosissimo brano del 1987di SSuuzzaannnnee VVeeggaa, appunto Luka, che laTurci incise l’anno dopo. Restando in te-ma femminile è giusto ricordare Anna Oxache nei suoi due primi album, periodo,1978/79, incise Pagliaccio azzurro, coverdi Till It Shines di BBoobb SSeeggeerr e Notti perdue, cover di Because The Night del duoBBrruuccee SSpprriinnggsstteeeenn// PPaattttii SSmmiitthh. Ed en-trambe non sono assolutamente male.Chiudiamo il cerchio con Gianna Nannini.Chi non ricorda la sua bellissima versionedi Me And Bobby McGee di KKrriiss KKrriissttooffffeerr--ssoonn? Trova posto nell’album California del1980 come Io e Bobby McGee. Abbiamoappena citato SSpprriinnggsstteeeenn. Nel 1995 èuscito For You un tributo a lui dedicatotutto, o quasi, Made in Italy. Dei 17 pezziche lo compongono solo due sono statitradotti in italiano. Significativamente, en-trambi sono stati poi incisi negli albumsolisti di detti artisti. Trattasi di Un passovia da te. Splendida cover di One Step Upche ascoltata ancor oggi ci conferma lasua immutata bellezza e la conferma cheMarco Conidi è sicuramente uno deirocker più incompresi che il nostro paeseabbia avuto negli ultimi anni. Autore diottimi brani e di vari dischi tra cui losplendido e impedibile, omonimo albumdel 1998. Un artista che avrebbe sicura-mente meritato molto ma molto di più eche resta un cult tra coloro che lo amanoe lo seguono da anni. Da poco è uscito ilsuo ultimo lavoro, tanto bello quanto non M

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    di facilissima reperibilità. Ci ricorda tanticantautori americani di cui in questi anniabbiamo seguito con passione e trepida-zione le gesta a volte non troppo fortuna-te. L’altro pezzo era Factory che il gruppoCirco Fantasma ha modellato a piacimen-to in La Fabbrica che è reperibile anchenel loro CD Ninna nanna per la classeoperaia, del 1997. Luigi Grechi ha incisovari interessanti album nei quali trasparela sua passione per la musica americanadei songwriter. Nel 1994 ha tradotto Na-vajo Rug, brano di TToomm RRuusssseellll e IIaann TTyy--ssoonn facendolo diventare la piacevole Lacoperta indiana tratto dall’album Girar-dengo e altre storie, nel quale suona an-che il fratello Francesco de Gregori. Nel1999 si ripete nel CD Cosivalavita ove tra-duce la splendida Angel Of Lyon, misticobrano sulla falsariga di Cathedral diGraham Nash, scritto da TToomm RRuusssseellll,dandone una versione realmente intensa.Non pago, lavora anche su TToomm PPaaxxttoonntraducendo piacevolmente un suo branoin Fin dove la strada va. Sempre dallostesso CD, da segnalare in ultimo la tra-duzione di I’m Gonna Love You Like The-re’s No Tomorrow del grande PPeetteerr RRoowwaannin Senza Domani. Mimmo Locasciulli, sul-la falsariga di quello che aveva fatto laTurci, ha omaggiato i suoi cantautori conun fantastico album del 1999 dal titolo Ilfuturo. Ne abbiamo parlato più volte inquesta ricerca. Orbene, il musicista roma-no ha tradotto Hang Down Your Head di

    TToomm WWaaiittss in China la testa, brano nelquale spicca anche un bel lavoro all’orga-no. Nel 1985, Enrico Ruggeri aveva incon-trato il bucolico musicista californianocon Foreign Affair in un singolo, molto av-vincente, dal titolo Con la memoria, sitrattava del lato B del noto Confusi in unplayback, scritta in combinazione con Lo-casciulli. Nel 2003, Laiv, doppio CD dal vi-vo di Davide Van De Sfroos, contiene sem-pre di TToomm WWaaiittss il pezzo Frank’s WildYears che il comasco tramuta in una lungasuite dal titolo I ann selvadegh del Fran-cu. Ricordiamo che Tom Waits è stato an-che cantato da Andrea Mingardi in E vabene…ricominciamo e tradotto ancora daRuggeri per la Mannoia nel brano Non vo-glio crescere più. Il buon Massimo Bubbo-la, più volte qui citato, nel suo storico al-bum Giorni dispari, di cui mi vanto di ave-re il vinile sin dalla sua uscita, ebbe ilgrande merito oltre ad aver già inciso otti-mi album quando era sicuramente nonnoto come adesso, di aver tradotto branidi musicisti a lui e a noi cari. Trovano quiposto Billi Billi, nostrana versione di LoveLike You Did Before di WWiillllyy DDee VViillllee e Vie-ni alla finestra, riedizione nella nostra lin-gua dell’ottima Vagabond Moon di WWiilllliieeNNiillee. Entrambe splendide, sia nelle versio-ni originali che in quelle del bravissimomusicista veronese. Se diciamo cantauto-re sappiamo già che s’incazza! SempreBubola ha tradotto con la solita bravura ecompetenza il brano di TToomm PPeettttyy Into TheGreat Wide Open che Cristiano De Andrèha inciso nel suo disco omonimo del 1993col titolo Nel grande spazio aperto. Neldisco del 1999, Diavoli e farfalle, trova an-che posto la cover di MMiikkee SSccootttt dei WWaa--tteerrbbooyyss And A Bang On The Ear che Bubo-la tramuta in una spiritosa E una tirata

    d’orecchio. Ricky Gianko, uno dei perso-naggi più noti della musica beat italiana,e nel contempo attivo traduttore dai lon-tani anni ’60, ha al suo attivo uno dei di-schi italiani più belli degli anni ‘90. Si trat-ta di Non si può smettere di fumare, nelquale oltre ad avere come ospiti musicistiamericani come Chris Darrow, Steve Dun-can e Skip Battin, recentemente scompar-so, oltre a Sneaky Pete Kleinow, traducein maniera esemplare ed esegue ancorpiù mirabilmente Come un gatto che cor-risponde a Night Owl di CChhrriiss DDaarrrrooww eLeaving Louisiana In The Broad Daylight.Quest’ultimo, brano di RRooddnneeyy CCrroowweellll, èpezzo tra i più frizzanti della musica ca-liforniana, intramontabile la versione diEmmilou Harris, e qui veramente superbala cover fatta dal bravo Gianko, coadiuva-to da cotanti amici musicisti. Un disco as-solutamente da avere con due cover deci-samente imperdibili. Nel 2000 si cimentaaddirittura in uno dei pezzi più pretenzio-si del grande BBrruuccee CCoocckkbbuurrnn, la notturnae fumosa Mama Just Wants A BarrelhouseAll Night Long, tramutandola in una incre-dibile E’ l’ora dei cani sciolti come noi,che esegue impeccabilmente con l’aiutodi Eugenio Finardi. Riallacciandoci a WWiillllyyDDee VViillllee non possiamo esimerci dal far no-tare che la sua Heaven Stood Still, branonotturno di Le Chat Bleu del 1980 sia statatradotta e proposta ancora da Locasciullinel suo splendido e pluricitato Il Futuro,con il titolo Il cielo era lì. Nello stesso al-bum, così chiudiamo definitivamente il di-scorso, anche The Future, Il Futuro, che ilcantautore romano carpisce a LLeeoonnaarrddCCoohheenn e la bellissima Road To Nowhere diDDaavviidd BByyrrnnee e TTaallkkiinngg HHeeaaddss che ripropo-ne come Andiamo verso il niente, coverdecisamente eccellente. Da ricordare cheFinardi, nel 1996, ha proposto One Of Us,l’hit della cantautrice JJooaann OOssbboorrnnee comeUno di noi. Anche se non è per nulla noto,e io stesso l’ho conosciuto grazie al ClubTenco, vorrei citare il turco ZZuullffuu LLiivvaanneelliiche, oltre a essere persona sensibile esplendido musicista, nel 1999 ha avuto lasua canzone Belalum tradotta e cantatadalla bravissima Elena Monelli. Mi rubil’anima il titolo italiano. E collegando Gre-cia a Turchia stupendo e affascinante l’al-bum di Iva Zanicchi, Iva canta Theodo-rakis, nel quale le più belle canzoni delgrande musicista greco sono eseguite conbravura dalla nostra cantante. Un discodel quale invano cerco da anni una ri-stampa su CD. Bella fu anche la versione

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    di Al Bano de Il ragazzo che sorride uscitasu singolo nel 1968 e tratta da IelastoPedì di MMiikkiiss TThheeooddoorraakkiiss. Non ci si devescordare che il tanto vituperato Ron sipermise una splendida operazione nel1980 con un l’album, decisamente bello,Una citta’ per cantare, ove trovava posto ilbrano di DDaannnnyy OO’’KKeeeeffee The Road cheJJaacckkssoonn BBrroowwnnee aveva inciso nel suo ca-polavoro Running On Empty. Il titolo ap-punto, Una città per cantare, tradotta daLucio Dalla, era riproposta metà in studioe metà dal vivo come aveva fattoJackson Browne. Una cover inver-samente proporzionale alla sua fa-ma, ovvero tanto è sconosciuta matanto è bella, è Canzone delle ron-dini che il buon Fabrizio Poggi misenel suo ottimo Heroes & Friendsdel 1996. L’originale è Au bord duLac Bijou, notevole ballata di ZZaa--cchhaarryy RRiicchhaarrdd, uno dei cantautori emusicisti più amati da chi vi scriveche è ormai, finalmente, giunto allafine di questa estenuante ricerca.Nel 1992, lo stesso Zachary ha tra-dotto il suo brano Burning in Io bru-cio proponendoli entrambi nel suoCD Snake Bite Love, la versione ita-liana si avvale anche dell’apporto diAngelo Branduardi. Nel 2001, EnzoJannacci, grazie alla traduzione del fi-glio Paolo, ha inciso nel CD Come GliAeroplani il pezzo Windmills Of YourMinds. I mulini dei ricordi il titolo ita-liano per questo pezzo decisamente emo-zionante di Michel Legrand. Ricordo infineLLiittttllee SStteevveenn che in una intervista fattanel nostro paese si era lamentato per lapoca professionalità di tale AntonelloVenditti che dopo aver tradotto la sua Fru-ta Amarga in Prendilo tu questo fruttoamaro se ne vantata come se fosse pro-prio brano, mai citando o facendo men-zione che non si trattava di brano suo.

    Rammento anche che il nostro cantautorenel disco aveva anteposto il suo cognomenei crediti del brano a quello di Little Ste-ven! No comment con velo pietoso stesoe scuse al grande Little Steven anche daparte nostra per l’’italica figuraccia. Co-munque, ricordiamo anche Alta marea,cover del gruppo australiano CCrroowwddeeddHHoouussee del loro brano del 1987 Don’tDream It’s Over che l’occhialuto cantauto-re aveva inserito in Benvenuti in Paradisodel 1991.

    Pochi mesi fa, Vinicio Capossela nel suoultimo lavoro, il granitico Ovunque pro-teggi ha tradotto con elegante maestriaun brano tradizionale messicano portatoal successo dai LLooss LLoobbooss,, Prenda de l’al-ma in Pena del alma. Da segnalate infineche Bobby Solo è entrato in sala d’incisio-ne per farne uscire ben due CD tributo.Non si tratta di cover tradotte ma di ese-cuzioni in lingua inglese, ma dato l’inte-

    resse e la curiosità che potrà suscitare ainostri lettori li citiamo a conclusione diquesta elaborata ricerca. Homemade-Johnny Cash brani nel quale trovano po-sto 15 pezzi e The Songs Of John LeeHooker con 14 brani. Due buoni lavoricon una particolare citazione per il primonel quale la voce del cantante italiano èparticolarmente ispirata e adatta al reper-torio di Cash. Sulla stessa linea è giustotenere anche a mente il tributo, anche quisimilare, ovvero senza brani tradotti, masolo riletture, che l’ottimo Graziano Ro-mani ha fatto con Bruce Springsteen nel-l’eccellente Soul Cruzaders, nel 2001, ve-ramente uno dei pochi se non l’unico a ri-leggere Bruce senza che uno si alzi e cam-bi disco o semplicemente se ne vada. Perquello che concerne gli album di cover ri-volti a uno stesso gruppo o autore non cisi può scordare di Righetti al Charly Maxcanta i Beatles in italiano, imperdibile al-bum della Carosello del 1966 con 14 branitradotti tra l’altro anche da Ricky Gianco,Calabrese e Mogol. Puntualizziamo cheDay Tripper era Non sei dritta (!), NowhereMan diventa Il Paese che non c’è, Drive AllMy Car vira in Fammi fare un giro, e così

    via. Ricordiamo, per chi non lo rammen-ta, che Augusto Righetti fece da spallaai BBeeaattlleess qui da noi nel giugno 1965.Non scordiamoci che Lucio Battisti conImages nel 1977, Riccardo Cocciantecon Richard Ccocciante nel 1974, laPFM con Photos Of Ghosts nel 1973hanno inciso un disco in inglese con iloro migliori successi per penetrare ilmercato straniero. Le Orme, addirittu-ra, per volere della Charisma, la notacasa discografica dei Genesis, hannotradotto e pubblicato tutto Felona eSorona in inglese. Ricordiamo Mina,,la quale ha costellato la sua carrieradi brani altrui, sia di provenienza ita-lica che straniera, come per i Beatlesci vorrebbe un articolo a parte perparlarne ma per quello che concer-ne l’interesse dei lettori di Late vor-remmo almeno ricordarla con Io tiamavo quando, versione del cele-bre brano di CCaarroollee KKiinngg You’ve Got

    A Friend. Chiuderemmo con un amico dicui siamo grandi fan. Pare che Davide VanDe Sfroos nel Tour Blues che sta propo-nendo con un nuovo gruppo in questi cal-dissimi giorni estivi presenti una versioneda lui tradotta del celebre pezzo di HHeennddiixxHey Joe. Non sappiamo se in italiano, la-ghee o se metà in dialetto e parte in ita-liano, ma un occasione per tutti noi di an-dare a sentirlo e scoprirlo.

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