Adi 05.2

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L’abitare Living Alias Flos Kartell Luceplan Pamar

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Design, Disegno Industriale, Estratto dal libro ADI Lombardia Desin CODEX 001, Fausto Lupetti Editore

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L’abitare Living

Alias Flos KartellLuceplanPamar

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Alias: l’eleganza della norma

Alias: the elegance of the norm

Alias - Francesco Massoniwww.aliasdesign.it

Nasce da trent’anni di ricerca intesa come attività di base, indi-spensabile allo sviluppo di un’impresa, la capacità di coltivare le idee d’avanguardia senza cedere al gusto dell’effimero. Un’identità che permette a un’azienda di muoversi nel mercato dell’abitazione domestica come in quello dei luoghi di lavoro, utilizzando ogni canale, dalla distribuzione al dettaglio al contract al public design.

The ability to cultivate avant-garde ideas without succumbing to the temptation of the ephemeral comes from thirty years of research as a fundamental activity, which is indispensable for the development of a business. An identity that allows a company to move as easily in the do-mestic furnishings market as in that of the workplace, using every avail-able channel, from distribution, to retail, to contract, to public design.

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Genius Loci Valcalepio is a hilly area to the East of Bergamo,

between the Oglio and Adda rivers, whose name

comes from the Greek (kalós and épios, beautiful

and benign), which are the features of its devel-

opment. In fact, it is a terrain that produces good

fruit. Like its wines, the most noted of which is

the red Valcalepio d.o.c., created from the full-

bodied union of two vines, Merlot and Cabernet

Sauvignon.

By a curious coincidence, the decade which saw

the re-launch of this wine, the Seventies of the

last century, was marked by the creation of a

company which has nothing to do with indige-

nous winemaking, but everything to do with the

legitimate ambition of the area to express exam-

ples of excellence capable of leaving a tangible

and appreciable mark, well beyond its borders.

We are talking about Alias, founded in Grume-

llo del Monte in 1979, a company therefore little

more than thirty years old, but already a legiti-

mate part of the history of design.

Genius Loci La Valcalepio è un territorio collinare a est di Bergamo, compreso tra i fiumi Oglio e Adda, il cui nome trae dal greco (kalós ed épios, bel-lo e benigno) le prerogative del suo sviluppo. Si tratta infatti di una terra che dà buoni frutti. Come i suoi vini, il più rinomato dei quali è il Valcalepio rosso d.o.c., generato dalla corposa unione di due vitigni, il Merlot e il Cabernet Sauvignon. Per una curiosa coincidenza il decennio che ha siglato il rilancio di questo vino, gli anni Set-tanta del XX secolo, è suggellato dalla nascita di un’azienda che con la viticoltura autoctona non ha nulla a che fare, molto invece ha da sparti-re con la legittima ambizione del territorio a esprimere vette d’eccellenza capaci di lasciare un segno tangibile e apprezzabile, ben oltre i suoi confini. Parliamo di Alias, fondata a Gru-mello del Monte nel 1979, dunque un’azienda poco più che trentenne ma già entrata a pieno diritto nella storia del design.

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Una ricerca lunga trent’anniLa sua storia è costellata di successi, sempre ca-ratterizzati da un elevato coefficiente di ricerca e sperimentazione, svolta indifferentemente su forme, materiali e tecnologie. Tra questi, l’ironica e innovativa Spaghetti Chair (1979) di Giandomenico Belotti, prima fra le sedute di Alias a entrare nella collezione del MoMA di New York, riconoscibile per l’originale tessi-tura in tondino di PVC, la collezione di sedute Frame di Alberto Meda, con struttura in estruso di alluminio e rivestimento in rete di poliestere colorata (1994), Laleggera, pluripremiata sedia di Riccardo Blumer, Compasso d’Oro 1998, fab-bricata con lo stesso materiale con il quale si re-alizzano gli alianti (legno con supporto interno in poliuretano iniettato), il sistema SEC (1996-97) di Alfredo Häberli e Cristophe Marchand, modulare a componibilità praticamente infini-ta, dal comodino fino alla parete contenitore, il divano Flexus (2000) di Paolo Rizzatto, una versione di imbottito inedita, dove i fori tondi nello schienale alleggeriscono la percezione dell’ingombro, il tavolo Frametable (2003) di Al-berto Meda, con struttura in alluminio presso-fuso e piano in vetro o in alluminio con interno a nido d’ape, fino ai recentissimi tavoli in legno Stabiles di Häberli, che traggono ispirazione dalle sculture in acciaio di Alexander Calder.Nel corso dei primi trent’anni di attività l’impe-gno di Alias non ha mai smarrito le coordinate che ne identificano l’unicità nel panorama del design italiano. Un impegno trasversale, capa-ce di situarsi in un orizzonte di gusto evoluto e contemporaneo, senza mai cedere alle lusin-ghe delle mode effimere ma neppure rinun-

Thirty years of researchIts history is studded with successes, each one

characterized by a high level of research and ex-

perimentation, carried out indiscriminately on

shapes, material and technology. Among these

successes, there is the ironic and innovative Spa-

ghetti Chair (1979) by Giandomenico Belotti, the

first Alias chair to feature in the MoMA collection

in New York, recognizable for its original texture

in PVC rod, the collection of Frame chairs by Al-

berto Meda, with extruded aluminium frame and

upholstery in coloured polyester mesh (1994), La-

leggera, the multi-prize winning chair by Ricca-

rdo Blumer, Compasso d’Oro 1998, made from the

same material used for gliders (wood with inter-

nal supports of injected polyurethane), the SEC

system (1996-97) of Alfredo Häberli and Cristophe

Marchand, a practically infinite modular sys-

tem, from the bedside table to the containing

wall, the Flexus sofa (2000) by Paolo Rizzatto, a

new form of padding, whose round holes in the

back support lighten the perception of bulk, the

Frametable table (2003) by Alberto Meda, with

a die-cast aluminium frame and top in glass or

aluminium with beehive interior, up to the most

recent Stabiles wooden tables by Häberli, which

take their inspiration from Alexander Calder’s

steel sculptures.

During the first thirty years of activity the Ali-

as commitment has never lost sight of those

coordinates which identify its uniqueness in

the panorama of Italian design. A transverse

commitment, able to set itself in a horizon of

evolved and contemporary taste, without ever

giving in to the flattery of ephemeral fashion,

yet neither giving up that avant-garde role

ciando a quel ruolo di avanguardia che ne ha accompagnato le proposte, rivolte agli ambien-ti domestici come a quelli di lavoro, al canale del dettaglio come a quello del contract e del public design. Un impegno e una ricerca che trovano nella sua guida attuale, l’architetto Renato Stauffacher, un attento interprete, e a cui hanno dato nuovo impulso le sinergie create dal gruppo Poltrona Frau, del quale l’azienda fa parte dal 2005.

which goes hand in hand with what it offers,

aimed as much at the domestic environment

as the workplace, to the idea of detail as to

that of contract and public design. A commit-

ment and quest that find a diligent interpreter

in the person of the current leader, the archi-

tect Renato Stauffacher, and to which the syn-

ergies created by the Poltrona Frau group, of

which the company has been part since 2005,

have given new impulse.

Tecnologia e leggerezzaUn’idea di leggerezza coerentemente sviluppa-ta mediante un approccio lucido e innovativo ai temi dell’arredo contemporaneo, in cui la tecnologia viene sapientemente addomesticata dal design e declinata con eleganza, in interni ed esterni, rappresenta il tratto distintivo di questa azienda, in grado di gestire in proprio ogni fase del processo, dalla progettazione alla produzione fino alla distribuzione (circa 1.000 negozi in 50 diversi paesi nel mondo, con il pri-mo flagship store Alias, inaugurato nel 2008 in Corso Monforte, a Milano).

Technology and lightnessAn idea of lightness coherently developed

through a clear and innovative approach to

the themes of contemporary decor, in which

technology is skillfully brought into the home

through design and shaped with elegance, both

inside and out; this is the company’s distin-

guishing mark, able to independently manage

every phase of the process, from design to pro-

duction even up to distribution (around 1,000

shops in 50 countries worldwide, with the first

Alias flagship store in Corso Monforte, in Mi-

lano inaugurated in 2008).

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Making of“Non mi piace lavorare virtualmente. Mi sono formato alla scuola di Enzo Mari e ritengo d’im-portanza essenziale valutare la qualità di un pro-getto sulla base di modelli reali, tangibili, realiz-zati in scala 1:1” (magistralmente costruiti, nella fattispecie, da Filippo Zagni, modellista allievo di Giovanni Sacchi), dichiara l’architetto Paolo Rei-na, responsabile ricerca e sviluppo di Alias, che ha seguito e ingegnerizzato il progetto della sedia Norma. E aggiunge: “Nel dedalo di vincoli riguar-danti dimensioni, materiali, prestazioni è facile perdersi o smarrire la propria identità. Credo, invece, che noi siamo riusciti a dire qualcosa di nuovo in tema di sedie per ufficio, in piena sinto-

Making of“I don’t like “virtual” working. I was trained

in the Enzo Mari school and I think it is of es-

sential importance to evaluate the quality of a

project on the base of tangible, one-to-one scale

real models” (masterfully created in this case by

Filippo Zagni, model maker pupil of Giovanni

Sacchi), declares the architect Paolo Reina, who

is responsible for research and development at

Alias, and who followed and engineered the

Norma chair project. He adds: “In the labyrinth

of restrictions concerning dimensions, materi-

als and performance, it’s easy to lose or mislay

your identity. Instead, I believe that we managed

to say something new in terms of office chairs,

nia con la filosofia che guida l’azienda. La nostra è una gamma di prodotti trasversale, che spazia dalla casa all’ufficio. Come illustra bene il siste-ma Frame di Alberto Meda. E tuttavia, desidera-vamo da tempo realizzare anche un tipo di seduta pienamente rispondente ai criteri fissati dalla normativa UE (1335/1, 2 e 3) riguardante i prodotti office, ossia dotata di caratteristiche specifiche di regolazione in grado di soddisfare i rigorosi stan-dard vigenti in fatto di comfort ed ergonomia sul luogo di lavoro”.Un ambito di specializzazione nel quale si di-stinguono soprattutto la scuola tedesca e quella americana, entrambe all’avanguardia nel set-tore con prodotti tecnologicamente avanzati. Forse troppo. Nel senso che, spesso, in questa tipologia di sedute si avverte la prevalenza della componente tecnica su altri aspetti.

in keeping with company philosophy. Ours is a

range of transverse products, which goes from

the home to the office, as Alberto Meda’s Frame

system well shows. And anyway, we had also

wanted for some time to create a type of chair

that was fully compliant with the criteria laid

down in the EU regulations (1335/1, 2, 3) concern-

ing office products, that is, having all the specific

characteristics for adjustment able to satisfy the

current rigorous standards dealing with comfort

and ergonomics in the workplace”.

An area of specialization where above all the

German and American schools stand out, both of

them in the avant-garde of the sector with tech-

nologically advanced products that are maybe

too much so in the sense that, often with this

type of chair, the technical aspect takes prece-

dence over all other considerations.

L’eccezione conferma la NormaTra i più recenti frutti di questo lavoro, è senz’al-tro da citare ad esempio Norma, seduta disegna-ta da Michele De Lucchi con Philippe Nigro. La prima fra le sedie per ufficio proposte da Alias in grado di soddisfare pienamente i requisiti di sicurezza UE. “Mi auguro che tutto il lavoro fatto per questa sedia, così efficiente e così risponden-te alle richieste dalle normative internazionali, non sia visibile, che la macchina rimanga na-scosta sotto la pelle di semplicità e naturalezza che abbiamo costruito e che tutti possano vivere le ore del lavoro con comodità e benessere, come è giusto che sia”, ha affermato in proposito l’ar-chitetto Michele De Lucchi. E così è stato.Il progetto ha richiesto due anni di gestazio-ne, sviluppo e collaudi prima di raggiungere l’obiettivo finale: realizzare un prodotto rispet-toso delle normative vigenti ma non per questo privo di appeal estetico e di uno spiccato valore distintivo, che trae dal design e dall’estrema semplicità funzionale le sue prerogative.

The exception proves the ruleAmong the most recent fruits of this labour,

for example, must be the Norma, a chair de-

signed by Michele De Lucchi with Philippe Ni-

gro. The first among the office chairs offered

by Alias able to fully satisfy EU safety require-

ments. “I hope that all the work that has gone

into this chair, so efficient and responsive to

the demands of international regulations, is

not visible, that the workings remain hidden

under the skin of simplicity and naturalness

that we have built and that everyone spend

their work hours in comfort and well being, as

they should”, the architect Michele De Lucchi

declared. And so it was.

The project was two years in the making, de-

velopment and testing before reaching the final

objective: to create a product that respected the

current regulations but still having an aesthetic

appeal and a striking distinctive value, taking its

prerogatives from both design and extreme func-

tional simplicity.

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Equilibrio softPerciò, quando Renato Stauffacher e il team Alias hanno avviato con Michele De Lucchi lo sviluppo del progetto, hanno subito pensato ad un approc-cio soft al tema. “Volevamo dare vita a una sedia molto equilibrata sul piano formale, elegante e accogliente”, puntualizza Renato Stauffacher, “distante da quel tecnicismo esasperato che ri-schia di renderla un oggetto un po’ alieno, diffi-cile da comprendere e da utilizzare senza prima aver memorizzato le istruzioni per l’uso”.

Soft balanceSo, when Renato Stauffacher and the Alias team

started up the development of the project, to-

gether with Michele De Lucchi, they immedi-

ately decided on a soft approach. “We wanted to

produce a chair that was balanced on the formal

level, elegant and welcoming”, Renato Stauffach-

er clarifies, “far from that irritated technicality

that risks making an object a little alien, difficult

to understand and use without having first read

and memorized all the instructions for use”.

Prestazioni a misura d’uomoCosì è nata Norma, il cui nome già dichiara le intenzioni dei suoi autori, evocativo delle pre-scrizioni cui la sedia è vincolata, ma capace an-che di esprimere un’attitudine gentile nella sua grazia performativa, in linea con una tenden-za diffusa a vivere l’ufficio come un ambiente a misura d’uomo, nel quale non sia l’uomo a doversi adattare alla fisionomia del luogo ma il contrario.

Regolazioni semplificate“Coerentemente con queste premesse”, sotto-linea Paolo Reina, “abbiamo puntato alla sem-plificazione delle regolazioni”. Tra queste: la re-golazione in altezza, resa possibile mediante un pistone attivato da una leva ergonomica in fun-zione dell’altezza della persona; quella lombare, per mezzo di un dispositivo a fascia che scorre sul-lo schienale; la variazione della profondità della seduta in relazione alla lunghezza delle gambe di chi siede, comandata da un pulsante integrato su un lato. Anche l’altezza dei braccioli è regola-bile attraverso un pulsante, mentre il loro slitta-mento anteriore o posteriore avviene a scatto: le due opzioni concorrono a garantire una corretta distribuzione del peso in rapporto alle dimensio-ni del corpo e una postura appropriata. Infine le due regolazioni principali, entrambe comanda-te da una leva/manovella estraibile che modula il movimento sincronico di seduta e schienale, inclinabili in tre posizioni, agendo sulla molla interna della sedia e governandone a piacere il grado di resistenza in funzione del peso e degli spostamenti del corpo.

Performance on a human scaleAnd so Norma was created, the name already

giving an indication of the author’s intentions,

evoking the regulations by which the chair was

bound, but capable also of expressing a gentle

pose through its graceful performance, in line

with a widespread tendency for living in the of-

fice as if it were an environment suited to peo-

ple, in which it is not man who has to adapt to

the features of the place but the opposite.

Simplified rules“In order to be consistent with this premise”,

underlines Paolo Reina, “we have aimed at

simplifying the rules”. Including: height adjust-

ment, made possible by a piston activated by

an ergonomic lever working according to the

person’s height; lumbar adjustment, by means

of a mechanism that runs along the back sup-

port; variation of the seat depth in relation to

the length of the sitter’s legs, regulated by a

button inset on one side.

Even the armrest height is adjustable by a

button, while their forward and back move-

ment is controlled by a ratchet mechanism:

the two options guarantee correct weight dis-

tribution in relation to the size of the body

and a correct posture. Finally, the two main

adjustments, both operated by a pull-out le-

ver/handle which modulates the synchronous

movement of the seat and backrest, able to

recline in three positions, acting on the seat’s

internal spring and adjustable as desired the

level of resistance according to the weight

and movement of the body.

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Organismo fluido“Per realizzare il nostro progetto, senz’altro il più complesso tra quelli affrontati fino a oggi”, rivela Renato Stauffacher, “abbiamo dato pre-cedenza assoluta alla fluidità del design e alla pulizia formale del prodotto, il cui dato este-tico è perfettamente integrato con quello fun-zionale e normativo, mimetizzando gli aspetti tecnici grazie a soluzioni che mettono in luce l’armonia compositiva del prodotto nel suo arti-colato ed equilibrato insieme di snodi, cerniere e raccordi meccanizzati”. Tutto è stato disegna-to e fabbricato ad hoc all’interno dell’azienda, in collaborazione con Michele De Lucchi, con un cospicuo investimento in termini di ricer-ca e ingegnerizzazione, che ha dato luogo alla fabbricazione di una sessantina di stampi corri-spondenti ad altrettante componenti originali.

Dettagli distintiviIl cuore del progetto di De Lucchi è rappresen-tato dalla ‘vertebra’ di supporto dello schiena-le e della seduta che ne governa il movimento sincronico, realizzata in alluminio pressofuso e dotata di un elegante taglio laterale. Poi c’è la biella, tinta di un rosso Ferrari che ricorda le ga-nasce dei freni dei bolidi della Formula 1, effi-cace nota di contrappunto al grigio, antracite o chiaro, della sedia, altro dettaglio distintivo. La snellezza dei braccioli richiama, nel nitore del disegno, l’ergonomica essenzialità del disegno complessivo. Altrettanto interessante è l’uti-

A fluid organism“In order to create this project, without doubt

the most complex attempted so far”, reveals

Renato Stauffacher, “we gave absolute prec-

edence to fluidity of design and the clean lines

of the product, whose aesthetic data is per-

fectly integrated with the functional and legal,

camouflaging the technical aspects thanks to

solutions that emphasize the harmonious com-

position of the product in its well constructed

and balanced combination of joints, hinges and

mechanical links”. Everything was drawn up and

manufactured within the company in collabora-

tion with Michele De Lucchi, together with a

conspicuous investment in terms of research

and engineering, which led to the creation of

sixty or so moulds corresponding to the same

number of original components.

Distinctive detailsThe heart of De Lucchi’s project is represent-

ed by the support ‘vertebra’ of the backrest

and the seat which governs the synchronous

movement, created in die-cast aluminium and

equipped with an elegant lateral cut. Then

there is the connecting rod, painted in Fer-

rari red which reminds one of the Formula 1

racing car brakes, an effective counterpoint

to the grey, anthracite or plain colour of the

chair, another distinctive detail. The slimness

of the armrests in the clarity of the drawing

recalls the ergonomic essentiality of the over-

all design. Equally interesting is the use of almost

transparent plastic mesh, which covers the back-

rest, and equipped with an internal counter-frame

undercut screw in the flexible fabric and sealed

without stitching or other visible elements. The

seat is covered with a three dimensional fabric, in

the sense that it is preformed and adheres to the

seat to perfection, wrapping the seat without loss

of tension.

“The objective”, concludes Renato Stauffacher “is to

develop the collection with variations on the same

theme”. A project in progress, therefore, born to

evolve into the category of world beating champions.

Added value d.o.c.In an area like Valcalepio, where the vineyards ap-

pear more like gardens, attention to beauty and

love of details are expressed equally in the gentle-

ness of the terrain and in the single perfection of

a chair. From agricultural labour to technological

research, from the fruit of the land to human en-

deavour there is a constant attention to quality as

a natural result of a virtuoso journey capable of

sublimating every rough surface or complexity in

a harmonic return to simplicity. And in the Alias

creations, of which Norma is the most evolved

example, there echoes this refined alchemy, capa-

ble of granting an unmistakable identity even to

simplicity.

lizzo della rete in materiale plastico, pressoché trasparente, che riveste lo schienale, dotata di una controcornice interna avvitata sottosqua-dra nel telaio flessibile e bloccata senza cuciture o altri elementi a vista. Il tessuto di rivestimen-to della seduta è tridimensionale, nel senso che è preformato e calza alla perfezione avvolgendo il sedile senza perdite di tensione. “L’obiettivo”, conclude Renato Stauffacher, “è quello di sviluppare la collezione con altre va-rianti tipologiche”. Un progetto in progress, dunque, nato per evolvere nella categoria dei fuoriclasse.

Valore aggiunto d.o.c.In un territorio come quello della Valcalepio, in cui i vigneti appaiono come giardini, la cura del bello e l’amore per il dettaglio si esprimono egualmente nella dolcezza del paesaggio come nell’organica perfezione di una sedia. Dal lavoro agricolo alla ricerca tecnologica, dai frutti della terra a quelli dell’ingegno umano si rivela una costante attenzione alla qualità come naturale ef-fetto di un percorso virtuoso capace di sublimare ogni asperità o complessità in un armonico ap-prodo alla semplicità. E nelle creazioni di Alias, di cui Norma è l’esempio più evoluto, si riverbera questa raffinata alchimia, in grado di conferire un’identità inconfondibile anche alla semplicità.

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La coerenza e il coraggio di cambiare

Consistency and the courage to change

Flos - Giuliana Zoppiswww.flos.com

La coerenza e il coraggio di cambiare: una tradizione di ricerca, innovazione tecnologica e qualità estetica si confronta con le nuove esigenze di risparmio energetico e di riduzione dell’impatto ambien-tale. Un’impresa risponde stringendo alleanze strategiche che le con-sentono di utilizzare tecnologie esclusive e di ampliare a nuovi settori – come la domotica – la propria sfera d’azione sul mercato mondiale.

Consistency and the courage to change: a tradition of research, technological innovation and aesthetic quality comes to terms with the new requirements for energy saving and a reduction in environmental impact. One company replies by making strategic alliances which allow the exclusive use of particular technology and the widening of its sphere of action to include new sectors – such as home automation – on the world market.

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Innovazione e businessSe l'innovazione è il motore essenziale del pro-gresso economico e sociale, la sua funzione di propulsore è ancora più decisiva in situazioni di crisi come quella attuale. Ci sono innovazioni di processo-prodotto e in-venzioni di nuovi materiali che rivoluziona-no il modo di progettare, altre che riescono a guardare al futuro con coraggio, anticipando tendenze e bisogni del mercato. Tutte implica-no, da parte delle aziende, grossi investimenti in tecnologie e risorse. Per un’impresa di qua-lità, come è Flos nel panorama dell’illumina-zione Made in Italy, l’innovazione punta a co-niugare ricerca, nuove conquiste tecnologiche e resa estetica. Un approccio inevitabile se la strategia di business prende in considerazione non solo il continuo rafforzamento del brand, ma anche la compatibilità con le esigenze di ri-sparmio energetico e di riduzione dell'impatto ambientale. Ecco quindi che nel presente di Flos si profilano quattro grossi ambiti d’innovazione: — L’accordo di licenza esclusiva per l’utilizzo in

Innovation and businessIf innovation is the engine of economic and so-

cial progress, its function as a driving force is

even more decisive in moments of crisis such as

now.

There are some innovations in product-process

and inventions of new materials that revolution-

ize the way of designing, others that are able

to look courageously at the future, anticipating

market trends and needs. They all imply heavy

investment in technology and resources on the

part of companies. In the panorama of Made in

Italy lighting, for a high quality company such

as Flos, innovation aims at combining research,

new technological achievements and aesthetic

returns. An inevitable approach if the business

strategy takes into consideration not just the

continued reinforcing of the brand, but also com-

patibility with the demands for energy saving

and a reduction of environmental impact.

Here, then, in the Flos context are four large ar-

eas of innovation:

— Agreement of an exclusive licence for the use

of Under-Cover technology in the sphere of light-

ambito illuminotecnico della tecnologia Under-Cover, speciale materiale composito a integra-zione totale luce-ambiente. — La collaborazione a livello mondiale con Bu-schfeld Design GmbH, piccola azienda tedesca leader mondiale nella fabbricazione di compo-nenti high-tech per sistemi illuminanti (pro-iettori direzionali e binari ad alta compatibilità funzionale). — Lo sviluppo di sorgenti LED, LED a fosfori re-

ing engineering, a special composite material for

total light-environment integration.

— Global collaboration with Buschfeld Design

GmbH, a small German company that is world

leader in the manufacture of high-tech compo-

nents for lighting systems (directional lights and

compatible track systems).

— The development of LED, remote phosphor

LED and OLED (organic diode) light sources,

with the putting into production of collections

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Led e Oled La novità rivoluzionaria in fatto di luce è rappresentata dai diodi a emissione luminosa e Flos ha ri-sposto con una collezione 2009 che unisce design e ricerca tecnologica per l’impiego di sorgenti Led, Led a fosfori remoti e Oled (diodi orga-nici), l’ultima frontiera del futuro illuminotecnico. Flos ha inoltre avviato collaborazioni con start-up di livello avanzato. Qualche esempio tra le novità in catalogo fornisce un assaggio dell’impe-gno dell’azienda. Appositamente pensata per i Led, la lampada ultrasottile a sospensione Skin, design Paul Cocksedge: due la-mine d’acciaio che sembrano vol-teggiare nell’aria si dischiudono a rivelare la minuscola sorgente di luce. Dello stesso designer la lampada-vaso Life 01, dove è il fiore ad agire come conduttore di elettricità e attivare il Led alla base del vaso. Kelvin T Led di An-tonio Citterio con Toan Ngujen ha un diffusore che si trasforma per accogliere 30 top-Led per un totale di 450 lumen. Good Night, design Laurene Leon Boym, è una luce notturna che grazie ai Led disposti ad anello crea un suggestivo fascio radente.

Led and Oled

The future of lighting is represent-

ed by light emitting diodes and

Flos’s answer is the 2009 collec-

tion which combines design and

research technology for the use of

Leds, remote phosphor LEDs and

OLEDs (organic diodes), the new

frontier of lighting engineering.

Flos has also established relation-

ships with several high level start-

up companies. Some examples

from the latest developments in

the catalogue give an idea of the

company’s commitment. Created

deliberately for LEDs, the ultra slim

Skin suspended light, designed

by Paul Cocksedge: two sheets

of steel which turn in the air and

open to reveal a tiny source of

light. By the same designer there

is the lamp-vase Life 01, where the

flower acts as an electric conduc-

tor and activates the LED at the

base of the vase. The Kelvin T Led

by Antonio Citterio with Toan

Ngujen has a light softener which

can contain 30 top-LEDs to give a

total of 450 lumen. Good Night,

designed by Laurene Leon Boym, is

a night light which provides a sug-

gestive glowing ring around the

base, thanks to the LEDs mounted

inside.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

moti e OLED (diodi organici), con la messa in produzione di collezioni dedicate e disegnate appositamente per le nuove fonti. — L’espansione dell’impiego domotico user-friendly, grazie al Flos Cubo™, nato dall’accor-do tra Flos e Muvis Technologies.

Design e sperimentazioneLa vocazione al design che nasce dalla ricerca e dall’innovazione è nel Dna di Flos fin dai primi passi, quando nel 1962 Dino Gavina e Cesare Cas-sina crearono l’azienda per produrre lampade mo-derne – e non a caso a partire dalla collaborazione con l’importatore di un innovativo rivestimento polimerico prodotto negli Stati Uniti: Arturo Ei-

senkeil. Il puzzle si completa nel 1964, con l’in-gresso cruciale in azienda di Sergio Gandini: la sede viene trasferita nel bresciano e viene aperto il primo negozio Flos a Milano (è il ’68), su progetto dei fratelli Achille e PierGiacomo Castiglioni. Con Gandini, nel 1974 l’azienda acquisisce Arte-luce, marchio storico fondato da Gino Sarfatti, avviando il nuovo stabilimento a Bovezzo, alle porte di Brescia. Nel 2005 viene dato un forte impulso al settore architectural con l’acquisi-zione del 75 per cento di una società spagnola specializzata in illuminotecnica: nasce Flos Ar-chitectural, che coniuga l’anima ingegneristi-ca e poetica della luce. Nel 2007 Flos inaugura a Milano in corso Monforte il suo professional space, su progetto di Jasper Morrison. Gli anni Novanta segnano l’impegno sul versante con-tract, con una divisione specializzata nello svi-luppo di soluzioni chiavi in mano. È insomma dai primi anni Sessanta che l’im-printing Flos risulta connotato dal binomio “collaborazione coi designer più visionari del panorama internazionale e costante sperimen-tazione di materiali e tecnologie innovativi”.

Tecnologia Buschfeld Flos ha avviato una proficua collaborazione in esclusiva mondiale con Buschfeld GmbH, piccola azienda tedesca che ha sviluppato un sistema di miniaturizzazione di binari elettrificati d’alta gamma. Ideati da Hans Buschfeld sono il fiore all’occhiello dell’impresa, oggi gestita da Stephan Blass. Flos impiega i proiettori e i binari della Buschfeld in ambito sia contract, sia residenziale.

Buschfeld Technology

Flos has established a profitable and exclusive worldwide

relationship with Buschfeld GmbH, a small German company

that has developed a system of top quality miniaturized elec-

tric track lighting systems. Created by Hans Buschfeld, they

are the jewel in the company’s crown, which is managed

today by Stephan Blass. Flos uses both Buschfeld lamps and

tracks in office/industrial settings, as well as in the home.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza

rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

designed and created specifically for these new

sources.

— An increase in the use of user-friendly domot-

ics, or home automation, thanks to Flos Cubo™,

created as a result of the agreement between

Flos and Muvis Technologies.

Design and experimentationThe vocation for design that comes from research

and innovation has been in the Flos DNA right

from the beginning, when in 1962 Dino Gavina

and Cesare Cassina created a company to produce

modern lamps – and not by chance - starting from

a collaboration with the importer of an innova-

tive polymeric coating product from the United

States: Arturo Eisenkeil. The jigsaw was com-

pleted in 1964, with the significant arrival of Ser-

gio Gandini: the firm moved to the Brescia area

and the first Flos shop opened in Milan (in 1968),

designed by the Castiglione brothers Achille and

PierGiacomo.

With Gandini, the company acquired Arteluce in

1974, the historic brand founded by Gino Sarfatti,

and moved to Bovezzo, just outside Brescia. In

2005 the architectural sector received a boost

when the company acquired 75% of a Spanish

company specializing in illuminating engineer-

ing: Flos Architectural was the result, uniting the

engineering soul with the poetic soul of light. In

2007 Flos opened its “professional space” in corso

Monforte in Milan, designed by Jasper Morrison.

The Nineties saw a commitment to the contract

sector, with a division specializing in the devel-

opment of made to measure solutions, but it was

really from the early Sixties that Flos “imprinting”

became synonymous with the definition “collab-

oration with the most visionary designers on the

international scene and constant experimenta-

tion with innovative material and technologies”.

Page 11: Adi 05.2

| Flos234 235Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

Una strategia mondialeDa allora, senza soluzione di continuità, Flos si è avvalsa di relazioni e accordi di partnership con aziende e realtà produttive che hanno via via arricchito e stimolato la strategia di proces-so-prodotto verso il miglioramento delle presta-zioni tecniche, funzionali ed estetiche. Un’im-postazione basilare nella storia dell’azienda, la linfa che ha alimentato una collezione senza precedenti, lampade-icona riconosciute a ogni angolo del globo. Storici del design, progettisti e media concordano sul fatto che i pezzi a mar-chio Flos hanno contribuito a cambiare il modo di arredare e illuminare gli spazi dell’abitare, del lavorare, del vivere nel mondo. In questo quadro, la nomina di Piero Gandini – figlio di Sergio e Piera – a presidente dal 1999 e ad amministratore delegato dal 1996 ha signifi-cato un ulteriore rafforzamento della strategia produttiva, di innovazione tecnologica e aper-tura di mercato (con grande cura anche per la comunicazione) verso orizzonti che perseguono sia vantaggi di business sia traguardi ambien-tali. Discostandosi però dai tipici concetti e metodologie del green business più diffuso (e aggressivo) e puntando piuttosto a lavorare in sordina verso la messa a punto di prodotti in grado di ottenere certificazioni internazionali d’alto profilo (sicurezza, risparmio, efficienza energetica) come l’Energy Star e verso l’inno-vazione radicale di forme e sistemi illumino-tecnici in vista della grande “svolta Led” e di un futuro sostenibile.

Certificazioni L’azienda è dal 2008 Energy Star Partner: ha ottenuto il marchio dell’agenzia governativa statunitense nato per garantire qualità, efficienza e risparmio energetico ai prodotti di consumo, con cui Flos propone sul mercato internazionale le numerose versioni energy saving dei suoi sistemi illuminanti. La qualità della luce, le prestazioni e la sicurezza sono garantite in Europa da test di controllo accurati, eseguiti nei laboratori fotometrici dell’azienda e dal rispetto delle normative Enec. La qualità dell’organizza-zione aziendale è garantita dal certificato ISO 9001, mentre l’assistenza postvendita si basa su un catalogo sempre aggiornato di ricambi, secondo un’impostazione a obsole-scenza zero del ciclo di vita dei prodotti.

Certification

Since 2008 the company has been an Energy Star Partner: it

was granted this title by the U.S. governmental agency as

a guarantee of quality, efficiency and energy savings for its

consumer products, which include numerous energy saving

versions of the lighting systems that Flos have available on

the international market. Lighting quality, performance and

safety are guaranteed throughout Europe by precision tests

carried out in the company’s photometric laboratories in

accordance with Enec regulations. Company organization is

guaranteed by ISO 9001 certification, while after-sales assist-

ance is centred on a continually up-dated replacement parts

catalogue, with a zero-obsolescence philosophy for product

life-cycle.

A world strategySince then, and without a break, Flos has made use

of relationships and partnership agreements with

production companies and businesses that have

along the way enriched and stimulated the proc-

ess-product strategy and moved it towards an im-

provement in technical, functional and aesthetic

performance. A fundamental part of the company’s

history, the life-blood that has created a collection

without precedence of lamps and lights that are

icons recognized worldwide. Design historians,

designers and the media all agree that Flos brand

products have helped to change the way we deco-

rate and illuminate the places and spaces in which

we live, work and play throughout the world.

In this context, the nomination of Piero Gandini

– son of Sergio and Piera – as President from 1999

and managing director since 1996 meant a further

strengthening of production strategy, of technical

innovation and the opening (with attention as al-

ways being paid to communications) of markets

towards areas which aim both at business advan-

tages as well as environmental goals. However,

there was also a move away from the typical con-

cepts and methodologies of the most widespread

(and aggressive) green businesses while at the

same time working quietly away at the creation

and manufacturing of products capable of quali-

fying for high profile international certification

(safety, economy, energy efficiency) such as Energy

Star, and towards the radical innovation of techni-

cal lighting forms and systems in view of the great

“LED revolution” and a sustainable future.

Soft Architecture Presentata a Euroluce 2009, è una nuova collezione carat-terizzata dall’utilizzo di uno speciale materiale composito (tecnologia Under-Cover) di cui Flos detiene un accordo di licenza esclusiva all’interno del comparto illuminazione, per la produzione e commercializzazione a livello mondia-le. È un materiale innovativo per architettura e Interior Design, che unisce leggerezza e resistenza, in grado di assicurare alte prestazioni e durata nel tempo, che si integra perfettamente con le strutture murarie e i normali controsoffitti in cartongesso. Under-Cover risponde alle più recenti normative internazionali in tema di sicurezza ed ecocompatibilità, essendo non combustibile e certificato Cradle to Cradle. Dal punto di vista applicativo offre una serie di forme già esistenti a catalogo in cui alloggiare, mascherandola, la fonte luminosa; è possibile creare forme ad hoc in base alle specifiche esigenze progettuali.

Soft Architecture

Introduced at Euroluce 2009, this is a new collection

characterized by the use of a special composite material

(Under-Cover technology) for which Flos holds an exclusive

licence agreement within the lighting sector, for production

and marketing worldwide. It is an innovative material for

architecture and Interior Design, which combines light-

ness and durability, able to guarantee high performance

and resistance to wear and tear, and which can be perfectly

integrated with traditional wall materials and plasterboard

false ceilings. Under-Cover meets all the latest international

safety and eco-compatibility regulations, being both non-

combustible and certified Cradle to Cradle. From the applica-

tions point of view, it offers an already catalogued series of

preformed shapes in which to conceal a light source; it is

also possible to create ad hoc shapes according to specific

design needs.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Page 12: Adi 05.2

| Flos236 237Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

La domotica accessibile Risultato dell’accordo industriale e commerciale tra Flos e Muvis Technologies, antesignana della domotica wireless, Flos Cubo™ è la sintesi perfetta tra design e tecnologia “dolce”. Nato per mo-dulare secondo scenari persona-lizzati l’illuminazione degli spazi, è un piccolo apparecchio di facile impiego per il comando a distanza di funzioni luminose. Una nuova tipologia di prodotto, a metà strada tra telecomando e dimmer, creato per aumentare o diminuire l’intensità luminosa delle lampade (quelle di Flos sono dotate di mi-crochip). Basta ruotare le facce del cubo: a ogni faccia può corrispon-dere un’intera stanza. La praticità dell’uso, la soluzione wireless e il costo accessibile danno a Flos Cubo™ molte chance per diventare uno strumento di successo e diffu-sione nelle abitazioni moderne.

Accesible domotics

The result of a commercial and in-

dustrial agreement between Flos

and Muvis Technologies, and the

forerunner of wireless domotics,

Flos Cubo™ is the perfect synthe-

sis of design and “soft” technol-

ogy. Created to control and adjust

personalized lighting set-ups, this

is an easy–to-use little device for

the remote control of lighting

systems. It is a new product,

halfway between a remote control

and a dimmer, created to turn

lamps and lights up or down as

desired (the Flos versions use

microchips). All you have to do is

choose the right face of the cube:

each face can control an entire

room. Its practicality, the fact of

being wireless and its low cost

all mean that Flos Cubo™ has

tremendous potential for success

and becoming a fundamental part

of modern living.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza

rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Page 13: Adi 05.2

238 239Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

Kartell Mr. Impossible: design and production as a challenge

Kartell e Mr. Impossibile: progettare e produrre

Kartell - Tersilla Giacobonewww.kartell.it

Il progetto e la produzione della poltroncina Mr. Impossibile di Philippe Starck: una sfida in cui il design ha risolto un problema apparentemente impossibile. Come spesso accade nei migliori progetti l’adozione di tecnologie utilizzate in settori industriali di-versi ha portato, in lunghi mesi di sperimentazione e adattamenti, a un risultato che cambia l’immagine di un materiale.

The design and production of the Mr. Impossible chair by Philippe Starck: a challenge in which design managed to resolve an appar-ently impossible problem. As often happens in the best designs, the adoption of technology used in other industrial sectors has, through long months of testing and experimenting, brought about a result which has changed the perception of a particular material.

Page 14: Adi 05.2

240 241Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

Un’unione difficile La poltroncina Mr. Impossible concepita da Kartell e Philippe Starck nasce dall'idea – ap-parentemente impossibile – di unire indisso-lubilmente due scocche ovali in policarbonato senza usare colle, che ne avrebbero alterato la trasparenza e reagito con la temperatura. Dopo mesi di ricerca si è trovata la soluzione, davvero rivoluzionaria perché sperimentata per la pri-ma volta nel settore arredo, di saldare le due superfici trasparenti e di ampia dimensione con un macchinario al laser, che ha permesso di fondere senza soluzione di continuità i due “gusci”, stravolgendo la percezione del materia-le. Inoltre, le due scocche così saldate donano alla seduta un aspetto bicolore e al tempo stes-so tridimensionale. La struttura inferiore è in policarbonato trasparente e presenta quattro gambe dal fusto vuoto circolare (realizzate tra-mite stampaggio a iniezione); la seduta è in policarbonato e predisposta in varie tonalità trasparenti oppure colorate in massa.

A difficult marriage The Mr. Impossible chair conceived by Kartell

and Philippe Starck came out of the idea – ap-

parently impossible – of joining inseparably two

polycarbonate oval shells without using glue,

which would have changed the transparency and

reacted to the temperature. After months of re-

search a solution was found, really revolutionary

and for the first time in the furniture sector, of

welding two large transparent surfaces together

with laser equipment, which allowed the fusion

without seams of the two shells, turning the

perception of the material upside down. Fur-

thermore, the two shells thus welded together

gave the chair a two-colour appearance and at

the same time a three dimensional form. The

lower part is made of transparent polycarbonate

and shows four legs descending from the empty

circular base (created by injection moulding); the

seat is made of polycarbonate and available in

diverse transparent tones or pre-mix coloured.

Soluzioni dalla ricercaIl progetto di Mr. Impossibile – nomen omen, si potrebbe dire – nasce nel 2006 dall’idea di re-alizzare una sedia innovativa composta da due scocche trasparenti, che dessero l’impressione di una seduta sospesa nell’aria. La difficoltà era ovviamente insita nella necessità di unire invi-sibilmente le due scocche. Il fissaggio tramite colla, si sapeva, sarebbe stato visibile; e fu al-lora, accorgendosi quanto ardua sarebbe stata l’impresa di trovare soluzioni in grado di realiz-zare il progetto iniziale, che la sedia venne so-

Research solutionsThe Mr. Impossible project – aptly named, one

could say – was born in 2006 from the idea of

creating an innovative chair made out of two

transparent shells, which would give the idea of

a chair suspended in the air. The difficulty lay in

the need to join the two shells invisibly. Fixing

with glue, clearly, would be visible; and it was

then, on realizing just how difficult it would be

to find solutions capable of creating the initial

project, that the chair was nicknamed Mr. Im-

possible by Starck and the Kartell technical of-

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza

rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in

co-inieizione.

Page 15: Adi 05.2

| Kartell242 243Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

prannominata da Starck e dall’ufficio tecnico di Kartell Mr. Impossibile. L’idea del fissaggio con il laser, mai utilizzato fino a quel momento nel design ma solo in altri settori, arriva dopo mesi di ricerca, ed è un vanto per Kartell, dal 1949 un marchio-simbolo della ricerca, l’aver pensato di sperimentare questa tecnologia dalla storia meno spettacolare rispetto a quella di altre innovazioni, e tuttavia di fondamentale importanza non sol-tanto nell’industria delle materie plastiche ma anche in medicina, nelle tecniche di misurazio-ne, in informatica, nelle tecnologie di controllo, nella lavorazioni dei metalli. E ora, grazie a Kar-tell, anche nel design. Una volta capito che il fis-saggio delle due scocche della sedia poteva essere risolto con il laser, è emerso un ulteriore proble-ma: che non esisteva un laser in grado di saldare una superficie ampia come quella di Mr. Impos-sible. Cominciò così la ricerca del fornitore che disponesse di uno strumento di tali dimensioni, e dopo mesi venne trovato in Germania. Le prove di produzione durano mesi. Occorre la garanzia

fice. The idea of laser fixing or joining, never be-

fore used in design up to that moment but only

in other sectors, came after months of research,

and it is to Kartell’s credit, since 1949 a trade-

mark-symbol for research, that they thought of

experimenting with this technology, a technol-

ogy that is considered historically less spectacu-

lar compared to that of other innovations, but

still of fundamental importance not only in the

plastics industry, but also in medicine, measur-

ing techniques, information technology, con-

trol technology and metal workings, and now,

thanks to Kartell, also in the world of design.

Once it was understood that the joining of the

chair’s two shells could be overcome with a la-

ser, a second problem emerged: no laser existed

capable of welding a surface as great as that of

Mr. Impossible. So the hunt was on for a sup-

plier who could provide an instrument up to

the task, and after months of looking, one was

found in Germany. The production tests took

months, since it was necessary to find both an

sia di una saldatura invisibile che di un prodotto indistruttibile. Si scopre che il laser durante la saldatura modificava i colori della gamma scelta per Mr. Impossibile, ognuno in maniera diversa dall’altro, e solo dopo numerosi tentativi i tecni-ci riuscirono a calibrare le radiazioni del laser in modo da ottenere esattamente i colori selezionati inizialmente.

Dna aziendaleDesign e tecnologia, glamour e funzionalità, qualità e innovazione, insieme a una visione strategica di distribuzione, sono da sempre i plus di Kartell, un’azienda che si racconta at-traverso sessant’anni di storia e di prodotti che esprimono il linguaggio e l’atmosfera del perio-do in cui sono nati. Sin dalle origini Kartell si avvale per la progettazione sulla ricerca tecno-logica e sul design, essenziali per affrontare “il progetto delle materie plastiche” che a differen-

invisible weld and an indestructible product. It

was discovered that during the welding, the la-

ser changed the colours of the range chosen for

Mr. Impossible, each one different from another,

and only after numerous attempts did the tech-

nicians manage to calibrate the laser radiation

so as to obtain exactly the colours originally

chosen

Company DNADesign and technology, glamour and functional-

ity, quality and innovation, together with a stra-

tegic distribution vision, have always been the

Kartell plus points, a company with sixty years

of history and products that convey the lan-

guage and atmosphere of the periods in which

they were created. Right from the start, Kartell

made use of design both in technology research

and design itself, essential for dealing with “the

plastic material project” which unlike natu-

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Page 16: Adi 05.2

| Kartell244 245Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

La comunicazione Kartell comunica soprattutto attraverso i suoi prodotti, i suoi negozi monomarca, gli stand espositivi di forte impatto visivo, curati da Ferruccio Laviani, per raccontare ogni volta il progetto, la ricerca, l’innovazione, le nuove tendenze e i risultati raggiunti. Tutti i flaghship store curano i loro allestimenti, i layout delle vetrine, e gli interni vengono rinnovati e rielaborati periodicamente anche in occasione dei lanci di prodotto: allora, lo spazio si trasforma, le ve-trine vengono ridisegnate e le nuo-ve icone diventano protagoniste. Come nel caso di Mr. Impossibile.

Communication

Kartell communicates above all

through its products, its single

brand stores, and its visually striking

exhibition stands, under the guid-

ance of Ferruccio Laviani, in order

to tell the story of each project,

the research, the innovation, new

trends and the results obtained.

All the flagship stores design their

own internal decor, the layout of the

shop windows, and the interior is

renewed and modified periodically

when there is a new product launch:

then, the space is transformed, the

windows are redrawn and the new

icons become the protagonists. As

with Mr. Impossible.

za dei materiali naturali si presentano, prima della lavorazione, prive di un’identità visibi-le. Ma, dal 1988, quando l’azienda passa dalle mani del fondatore, l’ingegnere chimico Giulio Castelli, a quelle di Claudio Luti che la rileva, determinante nello sviluppo dei nuovi prodotti è l’utilizzo di materiali evoluti e la sperimenta-zione di tecnologie volte a scoprirne proprietà inedite. Grazie a questa ricerca è stato possibile introdurre la satinatura, la trasparenza, la fles-sibilità, la resistenza ad agenti atmosferici, la morbidezza e il touch. Attraverso il dialogo e lo scambio di idee con il team creativo, formato da noti progettisti italiani e stranieri, si è poi sta-bilito un perfetto equilibrio tra l’esperienza pro-gettuale dei designer, e le potenzialità ed esi-genze dell’azienda, che oggi esporta il 75% del suo fatturato in 96 paesi del mondo. Il fruttuoso sodalizio che si stabilisce soprattutto con Phi-lippe Starck genera forme e prodotti innovativi grazie al pragmatismo e l’intuizione imprendi-toriale di Claudio Luti e la capacità creativo del designer francese. Esemplare in tal senso è la svolta che avviene nel 1999, quando, dopo anni di ricerca e grazie a un’innovazione rivoluzio-naria, Kartell è la prima azienda al mondo ad utilizzare il policarbonato per produrre oggetti di arredo. Il risultato è La Marie, una sedia tut-ta trasparente dal design minimale. Da allora Kartell sviluppa e approfondisce il tema della trasparenza nello studio delle superfici, par-tendo dall’uso di tecnologie nuove e materiali performanti.

ral materials, is available before being worked,

with no visible identity. But from 1988, when the

company passed from the hands of the founder,

the chemical engineer Giulio Castelli to Claudio

Luti who took over, the use of advanced materi-

als in the development of new products became

decisive together with experimenting with tech-

nology aimed at discovering new properties

within. Thanks to this research, it was possible

to introduce satinizing, transparency, flexibility,

resistance to atmospheric agents, softness and

touch. Through dialogue and exchange of ides

with the creative team, made up of well-known

designers from both Italy and abroad, a perfect

balance was struck between the experience of

the designers and the potential and require-

ments of the company, which today exports

75% of its turnover to 96 countries worldwide.

The profitable partnership established above all

with Philippe Starck generates shapes and inno-

vative products thanks to the pragmatism and

entrepreneurial intuition of Claudio Luti and the

creative capacity of the French designer. A good

example of this was the turning point in 1999,

when, after years of research, and, thanks to a

revolutionary innovation, Kartell became the

first country in the world to use polycarbonate

for the production of furniture. The result was

La Marie, a totally transparent chair of minimal

design. Since then, Kartell developed and looked

deeper into the idea of transparency in the study

of surfaces, starting with the use of new technol-

ogy and more resistant materials.

Page 17: Adi 05.2

246 247Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

Luceplan: every light is on

Luceplan: ogni luce è illuminata

Luceplan - Danilo Premoliwww.luceplan.com

Usare le tecnologie per interpretare in modo moderno l’illuminazio-ne domestica: scelte estetiche in funzione della durata più che della spettacolarità, leggerezza fisica e formale, efficienza dell’illumina-zione. Produrre lampade coordinando la ricerca progettuale con le strategie di vendita e con la comunicazione, sul filo di un’ecologia del progetto che coinvolge tutte le componenti della vita dell’impresa.

Using technology for a modern interpretation of domestic light-ing: aesthetic choices more for longevity than show, physical and formal lightness, efficient illumination. Producing lamps by coordinating design research with sales and communication strate-gies, following a design ecology which involves every aspect of the company.

Page 18: Adi 05.2

| Luceplan 248 249Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

Fra tradizione e innovazione tecnologicaIl valore di un progetto sta nella sua capacità di comprendere il senso del tempo e trova una ra-gione nella lettura, attenta, delle sollecitazioni collettive, interpretandole responsabilmente con gli strumenti e le tecnologie della contem-poraneità.Luceplan ha fatto di questa considerazione la propria missione e lo dimostra, scelto nel suo catalogo, il best seller Costanza, lampada leggera che rimanda immediatamente al più tradizionale dei paralumi con uno scatto pro-gettuale che prevede l’uso di un sottile foglio di policarbonato, capace di diffondere una luce avvolgente e pastosa. Oggi Luceplan aggiunge alla sfumatura più raccolta, intima e personale di Costanza quella più festosa, allegra e impe-gnativa di Hope. Francisco Gomez Paz e Paolo Rizzatto hanno immaginato quest’ultima come una sorta di grande scenografia luminosa, che ha il suo diretto rimando alle gocce degli aristocrati-ci lampadari di Boemia, nei quali il cristallo moltiplica e rimbalza infinitamente la luce: “La debole luminosità di una candela se com-binata con quella di altre candele cresce in modo proporzionale al loro numero, ma se viene anche abbinata a una serie di forme riflettenti e rifrangenti si amplia e si molti-plica in modo esponenziale”. Così i due auto-ri, che aggiungono: “Il nome è ispirato al fa-moso diamante blu di oltre quarantaquattro carati di insolita bellezza. Hope ripropone la magia dei lampadari della tradizione, peral-tro pesanti, fragili e costose costruzioni di cristallo o di vetro soffiato di Venezia, realiz-zandola con sofisticate tecnologie moderne e materiali contemporanei”.La magia deriva dall’utilizzazione di una serie di sottilissime lenti di Fresnel piane di materia-le plastico, ottenute attraverso una micropri-smatura impressa su film di policarbonato, che ha caratteristiche diottriche equivalenti a quel-le del vetro ma ne evita i vincoli di ingombro, spessore e peso. A questo notevole vantaggio in termini dimensionali si aggiunge la riduzione dell’elevata luminanza della fonte luminosa e nel contempo la moltiplicazione quasi espo-nenziale della sorgente: l’abbagliamento si attenua e si crea un effetto sfavillante, punteg-giato da tanti piccoli riflessi.

Between tradition and technological innovationThe value of a project lies in its capacity to

understand the sense of time and justify itself

through a careful reading of all the demands

placed upon it, interpreting them responsibly

through contemporary tools and technology.

Luceplan based their mission statement on

this concept and it shows in the best seller Cos-

tanza, a physically light lamp taken from their

catalogue which immediately harks back to

the most traditional lampshades with a flash

of design that allows the use of a fine sheet

of polycarbonate, able to diffuse a light both

encircling and mellow. Today Luceplan adds to

the closer, more intimate and personal shade

of Costanza the happy, festive and compelling

light of Hope.

Francisco Gomez Paz and Paolo Rizzatto im-

agined this last as a kind of grand luminous

setting, which is a direct descendant from the

droplets of the aristocratic Bohemian chande-

liers, in which the crystal multiplies and re-

flects the light to infinity: “If combined with

other candles, the weak light of one single

one grows proportionally to their number, but

if it is also coupled to a series of reflecting and

refracting shapes, it increases and multiplies

exponentially”. So say the two creators, who

add: “The name was inspired by the famous

blue diamond which was over forty-four car-

ats and had an unusual beauty. Hope brings

back the magic of the traditional chandeliers,

which were heavy, fragile and expensive con-

structions of crystal or blown Venetian glass,

but creating that magic with sophisticated

modern technology and contemporary mate-

rials”.

The magic comes from the use of a series of

extremely thin Fresnel lens planes made out of

plastic, and obtained through a microprism im-

printed onto a polycarbonate film, which has

dioptric characteristics identical to glass, but

without the cumbersome weight and thickness.

Added to this notable advantage in terms of

size, is the reduction of the elevated luminance

of the light source and at the same time the al-

most exponential multiplication of the light: the

dazzling sensation is mitigated and a sparkling

effect is created, punctuated by numerous little

reflections.

Paper Cutter - TaglierinoLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza

rischio e l’impugnatura in co-inieizione (plastica + gomma)

garantisce una presa sicura, facendone un prodotto

assolutamente adatto anche ai bambini. A differenza delle forbici, Scotch™ Paper Cutter

può essere utilizzato con

Page 19: Adi 05.2

| Luceplan 250 251Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

Lezione di storiaNella Storia c’è già tutto (o quasi tutto): basta conoscerla e saperla leggere, per trarne ispira-zione. La lente di Fresnel, così chiamata dal suo inventore, il fisico francese Augustin-Jean Fre-snel (1788-1827) tra gli ultimi rappresentanti del Secolo dei Lumi (e non poteva essere che così), trova infinite applicazioni, dai fari marini alle lavagne luminose. Il principio è relativamente semplice: trasferire su una membrana sottile la qualità ottica di una lente sferica “frazionando-la” in parti concentriche con la stessa curvatura e non contigue, così da ridurne lo spessore e il peso. È esattamente quello che hanno fatto Riz-zatto e Gomez Paz cercando e trovando chi fosse in grado di garantire una lavorazione micromil-limetrica del policarbonato: tecnici di una ditta specializzata provenienti dalla Carl Zeiss, nel mondo tra i più importanti marchi di ottiche di precisione. E alla leggerezza del materiale cor-risponde la scomponibilità dell’insieme: due lenti infrangibili di diversa grandezza e di un millimetro di spessore si incastrano a scatto su un braccio, con una leggera piega (nervatura) che le rende più stabili. Una volta completati, i bracci (sempre in policarbonato, in questo caso stampato a iniezione, e in numero variabile secondo le dimensioni finali del lampadario) vengono infilati nelle apposite sedi ricavate in un’esile struttura portante in lamiera di accia-io, sospesa all’altezza voluta, che porta anche la fonte luminosa. Il montaggio, del tutto in-tuitivo, è affidato al cliente, permettendo non solo di diminuire il costo finale dell’oggetto (che è comunque accompagnato da istruzioni

History lessonHistory already contains everything (or almost

everything): it’s enough to know it and to read

it, to be inspired. The Fresnel lens, named after

its inventor, the French physicist Augustin-Jean

Fresnel (1788-1827) among the last representa-

tives of the Century of Light (and it could only

be thus), has an infinity of applications, from

lighthouses to luminous white boards. The

principal is relatively simple: transfer onto a

thin membrane the optical quality of a spheri-

cal lens, “separating it” into concentric ele-

ments with the same curve but not contigu-

ous, so as to reduce the thickness and weight.

This is exactly what Rizzatto and Gomez Paz

did, looking for and finding someone able to

guarantee a micro-millimetric working of

polycarbonate: technicians from a specialized

company coming from Carl Zeiss, among the

most important world wide brands of preci-

sion optics. And the lightness of the material

is in harmony with the entirety of the object:

two unbreakable lenses of different size and

one millimeter thick are slotted onto an arm,

with a light bend (ribbing) that makes it more

stable. Once completed, the arms (as always in

polycarbonate, in this case injection moulded

and in quantities depending on the final size

of the lamp) are inserted into the appropriate

holes in a slim load bearing structure made of

sheet steel which also holds the light source,

and which is then suspended at the desired

height. Assembly, which is child’s play, is left

to the customer, thus allowing not only a re-

duction in the product’s final cost (which is

Paper Cutter - TaglierinoLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza

rischio e l’impugnatura in co-inieizione (plastica + gomma)

garantisce una presa sicura, facendone un prodotto

assolutamente adatto anche ai bambini. A differenza delle forbici, Scotch™ Paper Cutter

può essere utilizzato con

Lightness of weight and shape

Born in 1978, Luceplan stands

out on the international scene

not for the style which marks

its lights, but its inclination

towards the elegance and preci-

sion of its solutions. The physical

lightness and shape of its lamps

is the emblem of research that

by overcoming the restraints of

fashion and trends, follows the

aims of functionality, beauty

and innovation. Essential forms

designed not to astonish but to

last.

Leggerezza di peso e di figura Nata nel 1978, Luceplan si distin-gue sulla scena internazionale non per lo stile che connota i suoi oggetti luminosi, ma per la sua tensione verso l’eleganza e la preci-sione delle soluzioni. La leggerezza di peso e di figura delle sue lampa-de è l’emblema di una ricerca che, superando i condizionamenti della moda e delle tendenze, persegue il fine della funzionalità, della bellezza e dell’innovazione. Forme essenziali disegnate non per stupi-re ma per durare.

anyway supplied with assembly instructions con-

taining explanations and clear diagrams), but also

a saving in terms of weight, volume and packing

material (each lamp is packed in a compact box

weighing less than two kilos, including the re-

quired feather duster for dusting the lenses).

Economy of designThe figurative immateriality goes hand in hand

with the ecology of the project in every phase:

from production to distribution, from recycling to

the environmental impact. There is also an obvi-

ous energy saving: the increase of light is not due

to an increase in light sources, but to the optical

multiplication of the single light source, whether

fluorescent, new generation halogen, or Led. The

per il montaggio che abbinano testi e più espli-citi disegni), ma anche di risparmiare su peso, volume e materiale dell’imballo (ogni lampada-rio viaggia in uno scatolone compatto di meno di due chili, compreso l’apposito piumino per spolverare le lenti).

Economia del progettoAll’immaterialità figurativa corrisponde dunque un’ecologia del progetto in ogni sua fase: dalla produzione alla distribuzione, dal riciclo all’im-patto ambientale. A questa si aggiunge un evi-dente risparmio energetico: l’aumento della luce non è dovuto all’incremento del numero delle sorgenti, ma alla moltiplicazione ottica della fonte luminosa, sia fluorescente sia alogena di

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| Luceplan 252 253Adi Design Codex – Lombardia – 01 |

nuova generazione sia a Led. Il risultato, godibi-le anche a luce spenta perché le lenti sono capaci di catturare e rifrangere anche la luce naturale, è un’architettura di piani che da un nucleo centra-le si espandono nello spazio: “Il design di Hope”, spiegano ancora i progettisti, “si è ispirato anche alla natura organica e deve il suo sviluppo dallo studio delle diatomee. Quando poi abbiamo por-tato in azienda lo studio del lampadario, abbiamo anche suggerito le tecnologie con le quali risolver-ne i problemi produttivi; e l’azienda ci ha segui-to, consapevole del fatto che all’innovazione del prodotto deve corrispondere una parallela ricerca sulle strategie di vendita, sui canali distributivi, sul target, sulla comunicazione”.

result, which can be enjoyed even with the

light switched off since the lenses are able to

capture and refract even natural light, is an

architecture of planes that expands into space

from a central core: “The Hope design”, as the

designers explain, “was also inspired by nature

and owes its development to a study of dia-

toms. Then when we took the study of the lamp

into the company, we also suggested what

technology to use to overcome the production

problems; and the company went along with

us, aware that together with product innova-

tion there has to be a parallel research into

sales strategies, distribution channels, targets

and communication”.

I progettisti Paolo Rizzatto, architetto e designer, ha fondato Luceplan con Riccardo Sarfatti nel 1978. I suoi progetti spaziano dall’edi-lizia residenziale agli uffici e ha disegnato per numerose aziende, con i cui prodotti è presente nelle collezioni dei più importanti mu-sei internazionali. Ha vinto più volte il Compasso d’Oro: l’ultima nel 2008 con la lampada da tavolo Mix, disegnata con Alberto Meda e prodotta da Luceplan.Francisco Gomez Paz, nato in Argentina e laureato in Disegno industriale, nel 1998 si trasferisce a Milano per frequentare la Do-mus Academy. Dopo una collabo-razione con Paolo Rizzatto, apre il proprio studio e sviluppa prodotti di industrial design per diverse aziende. Nel 2007 il MoMA ha se-lezionato per la Design Collection la sua Solar Bottle, disegnata con Alberto Meda.

The designers

Paolo Rizzatto, architect and de-

signer, founded Luceplan with Ric-

cardo Sarfatti in 1978. His designs

range from residential buildings to

offices, he has designed for numer-

ous companies, and his products

can be found in some of the most

important international museums.

He has won the Compasso d’Oro

on more than one occasion: the

last time was in 2008 with the Mix

table lamp, designed with Alberto

Meda and produced by Luceplan.

Francisco Gomez Paz, born in

Argentina and with a degree in

Industrial Design, moved to Milan

in 1998 to attend the Domus Acad-

emy. After working together with

Paolo Rizzatto, he opened his own

studio and now develops industrial

design products for different com-

panies. In 2007 the MoMA chose

his Solar Bottle for the Design

Collection, designed together with

Alberto Meda.

Paper Cutter - TaglierinoLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza

rischio e l’impugnatura in co-inieizione (plastica + gomma)

garantisce una presa sicura,

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Pamar: segni inconfondibili

PamarUnmistakable signs

Pamar - Tersilla Giacobonewww.pamar.it

Segni inconfondibili: da complemento di arredo la maniglia diventa il particolare che dà identità a uno spazio e genera, grazie a questo modo di concepire i prodotti, una famiglia intera di accessori funzionali diversi. La costruzione dell’identità di un’impresa attraverso la valoriz-zazione delle sue competenze tradizionali in un’immagine articolata e coerente con quella dei migliori marchi dell’arredamento italiano.

Unmistakable signs: from being a furniture extra, the handle has become a detail that gives identity to a space, and thanks to this new way of looking at these products, gives birth to an entire family of different functional accessories. Through the development of its tradi-tional skills, this has led to the creation of a company identity which gives a clear image in keeping with the best in Italian furniture brands.

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Progetto e comunicazione“Aprire o chiudere. Gesti quotidiani compiuti e ripetuti di continuo il più delle volte in modo automatico e, spesso, soprappensiero. Fino a che qualcosa, di molto particolare, non ha il potere di farci soffermare: ante, porte o porto-ni che siano non importa, perché ad attirare la nostra attenzione è quasi sempre un dettaglio, come una maniglia. È con questa idea nell’ani-mo, quella di creare maniglie come segni in-confondibili, capaci di essere accenti di carat-tere sul volto di un mobile o di una porta, che Pamar sposa il progetto di design.”Inizia così il colloquio con Gordon Guillaumier, il giovane designer di origine maltese che dal 2002 coordina l’attività di progetto e di comuni-cazione di questa azienda “fatta soprattutto di persone e instancabile nel cercare nuove strade per il futuro”.

Maniglie a BreraProduzione totalmente italiana, tecnologie d’avanguardia, design internazionale, ricerca e sperimentazione è la filosofia d’impresa che viene presentata in occasione del Fuorisalone milanese 2006 nell’aristocratica atmosfera di Palazzo Crivelli, in Brera: il design diventa il linguaggio universale per dialogare col mondo, in un allestimento che rievoca il tradizionale

Design and communication“Open or close. Everyday acts completed and

repeated continuously most of the time auto-

matically and often, absent-mindedly. Until that

point where, one day, something so particular

stops you in your tracks: cupboard door, door,

or main door, it doesn’t matter which, because

what grabs the attention is almost always a

detail, like a handle. It is with this idea in the

mind, the idea of creating handles as unmistak-

able signs, capable of being indicators of charac-

ter on the face of furniture or doors, that Pamar

embraces the project of design.”

Thus began the interview with Gordon Guil-

laumier, the young Maltese designer who since

2002 has coordinated design and communica-

tion for this company “made up above all of peo-

ple and tireless in the search for new ways for

the future”.

Handles at the BreraCompletely Italian production, avant-garde tech-

nology, international design and research and

testing is the philosophy of the company that

was presented on the occasion of the Milan

FuoriSalone 2006 in the aristocratic atmosphere

of Palazzo Crivelli, in Brera: design becomes the

universal language in which to talk to the world,

in a setting which calls to mind the traditional

negozio di ferramenta con le pareti tappezzate di scatole e scatolette di cartone che mostrano sul fronte il campione dei pezzi contenuti. Protagonista la collezione Basic, che comprende oltre quattrocento diverse tipologie di maniglie – a ponte, a barra, a incasso, pomoli e ciondo-li –interpretate da una serie di giovani designer emergenti italiani ed esteri, con estetiche mol-teplici. Tutte dal design rigoroso, progettate per un uso flessibile e trasversale e proposte in diversi materiali (zama, alluminio, ottone, le-gno, plastica, vetro, cuoio e ceramica).

ironmonger’s shop with the walls carpeted with

big and little cardboard boxes showing on the

front a sample of the pieces inside.

The Basic collection is the main player, which

boasts over four hundred different types of han-

dle – bridge, bar, inset, knobs and pendants –in-

terpreted by a series of young Italian and foreign

emerging designers, all with numerous aesthet-

ics. All from rigorous design, planned to be used

flexibly and transversally and offered in various

materials (zama, aluminium, brass, wood, plas-

tic, glass, leather and ceramics).

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in

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La location milanese viene riproposta nei due anni successivi con allestimenti progettati ap-positamente per mettere in risalto le preroga-tive dei nuovi prodotti. Che sono la collezione Autore, progettata da designer già affermati come Rodolfo Dordoni, James Irvine, Björn Dahlström e Jasper Morrison, artefici dell’evo-luzione del prodotto maniglia, attraverso la creazione di forme inedite e di un innovativo uso dei materiali tradizionali, e la collezione Large di maniglioni per porte, sempre affidata a grandi nomi del design, nata con l’intento di dilatare le applicazioni dell’oggetto maniglia e attribuirgli una nuova dimensione: dall’inte-rior all’architettura.

Nuove tipologie: il passacaviNel 2009 Pamar affronta il mare aperto parteci-pando a Made Expo, la rassegna specializzata per gli operatori del settore edilizia, e in questo caso con un allestimento green fatto di scatole da im-ballaggio in cartone, volutamente a impatto zero. In questa occasione viene presentato il primo pro-dotto Extra, ovvero il passacavi Passpartout di Giu-seppe Bavoso: placche geometriche di alluminio incassate in apposite fessure create sul piano di ta-voli, mobili o pannelli di rivestimento delle pareti consentono il passaggio dei cavi, nascondendoli alla vista. A seconda dei modelli il passaggio dei cavi è gestito in modo ordinato attraverso un pet-tine dentellato o una feritoia, entrambi dotati di dispositivo di chiusura per non intravedere i cavi, o da una spazzola con setole in nylon con la fun-zione di antipolvere, oltre che di schermo visivo.

Nuove tipologie: il reggimensolaL’anno si chiude con la presentazione di un’al-tra collezione Extra, che anche questa volta co-glie l’opportunità di ridisegnare una tipologia di minuteria metallica negletta: il reggimen-sola. La location in cui Gordon Guillaumier e Alessandra Dalloli hanno messo in scena la pre-sentazione di Wall è la casa-studio di due giova-ni designer situata a Milano in via Solferino. In un appartamento arredato con pezzi originali di modernariato, grande quinte nere incornicia-vano reggimensola inediti e scultorei, espres-sione di un nuovo filone di ricerca.

The Milan location was used again in the two

following years with sets designed to empha-

size the qualities of the new products; firstly

the Autore collection, by already well-known

designers such as Rodolfo Dordoni, James Ir-

vine, Björn Dahlström and Jasper Morrison, re-

sponsible for the evolution in handle products,

through the creation of fresh new shapes and

an innovative use of traditional materials, and

secondly the Large collection of handles for

doors, as always entrusted to the big names in

design, and created with the intention of broad-

ening the areas of application for handles and

giving them a new dimension: from the interior

to architecture.

New typologies: the cable conduitIn 2009 Pamar widened its horizons by taking

part in Made Expo, the specialist exhibition for

those in the building trade, and in this case

with a green set made up of cardboard boxes,

for zero impact. On this occasion the first Extra

product was unveiled, that is, the Passpartout

cable conduit by Giuseppe Bavuso: geometric

aluminium plates inserted in suitable openings

created on worktops, furniture or wall panels

that allow the passage of cables, hiding them

from view. Depending on the model, the ca-

ble passes tidily through a flap with slots like

a comb, or a slit, both equipped with closing

devices so as not to trap the cables, or a nylon

brush both to conceal the view and to prevent

dust from entering.

New typologies: the shelf bracketThe year ended with the presentation of another

Extra collection, which this time took the oppor-

tunity of redesigning a neglected piece of hard-

ware: the shelf support. The location which was

chosen by Gordon Guillaumier and Alessandra

Dalloli to present the Wall was the studio-home

of two young designers in Via Solferino in Milan.

In an apartment decorated with original modern

antique pieces, large black curtains framed new

and sculpted shelf supports, the expression of a

new area of research.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione. Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

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Storia di un produttore di minuteria metallicaÈ l’uovo di Colombo, si potrebbe dire a posterio-ri leggendo la storia di questa piccola azienda lombarda. Però nessuno ci aveva pensato pri-ma, vuoi per poco coraggio o scarsa intuizione oppure per sfiducia nell’atto di pura creatività. Pamar nasce negli anni Cinquanta a Renate, in Brianza, per mano di Angelo Redaelli, con il sostegno della moglie Elena. È la tipica azienda a conduzione familiare che nell’immediato do-poguerra occupa uno spazio di mercato – quello della maniglia per mobili – sfruttando l’attività emergente della territorio nel campo dell’arre-damento. Non è ancora il tempo del design, ma gli artigiani brianzoli sfornano mobili su mobi-li che richiedono maniglie, pomoli e ogni gene-re di componenti, possibilmente in linea con il nascente stile moderno.

The history of a metal hardware producerWith hindsight, you could say it’s blindingly ob-

vious, reading the history of this small Lombardy

company. However, no-one had thought of it be-

fore, either for lack of courage or intuition, or

lack of confidence in the act of pure creativity.

Pamar started in the 1950s in Renate, in Brianza,

through the efforts of Angelo Redaelli, with the

support of his wife Elena. It was the typical fam-

ily business which in the immediate post-war

years filled a gap in the market – that of handles

for furniture – making the most of the emerging

business in the furniture sector in that area. The

time was not yet ripe for design, but the Brianza

craftsmen turned out piece after piece of furni-

ture which all needed handles, knobs and every

kind of component, ideally in line with the in-

coming modern style.

Un progetto al muro L’ultimo nato in casa Pamar è un progetto Extra: una collezione di otto reggimensola battezzati Wall. Oggetti scultorei, a volte poetici a volte così rigorosi da sembrare squarci nella parete: non più semplici ripiani ma elementi di architettura in cui il reggimensola diventa l’accento di carattere che la definisce.Block di Marco Zanuso jr. è un incontro tra il rigore estetico e la materia che diventa tattile nel senso di forma pura, quadrata ma dagli angoli smussati, montabile up&down, che assolve anche la funzione di sostegno per i libri. Flip e Fly di Gordon Guillaumier suggeriscono la possibilità di utilizzare la stessa forma da montare sia sotto che sopra il ripiano, giocando su due differenti profondità. Loop di Giuseppe Bavuso è caratterizzato dal forte contrasto tra la faccia esterna e quella interna: l’una perfettamente squadrata, quasi pungente, si oppone all’altra, morbida e smussata; mentre Sharp, sempre di Bavuso, sfaccettato come un diamante, trasmette la sensazione di un oggetto quasi tagliente, salvo poi essere morbido al tatto. Una forma a clip, morbida e smussata dà vita a Sling, di Alessandro Elli; Twig, di Guillaumier, si ispira agli intrecci dei rami; Wedge di Bavuso squarcia il muro, come una vela di metallo; un segno grafico incisivo appeso al muro è Yes, sempre di Bavuso, che si inserisce facilmente anche in contesti di lavoro.

A Wall project

The latest from the House of Pamar is an Extra project; a

collection of eight shelf supports or brackets entitled Wall.

Sculptured objects, at times poetic, and at others so harsh

that they seem to burst out of the wall: no longer simple

shelves but architectural elements in which the support

becomes the characteristic that defines it.

Block by Marco Zanuso jr. is a meeting between aesthetic

rigour and the material which becomes tactile in the sense

of pure form, squared but rounded at the corners, mountable

over and under, and also able to be used as book-ends.

Flip and Fly by Gordon Guillaumier suggests the possibility

of using the shape mounted either above or below the shelf

playing on two different levels of depth.

Loop by Giuseppe Bavuso is characterized by the harsh

contrast between the external and the internal face: the one

perfectly squared, almost spiky, is opposed to the other, soft

and smooth; while Sharp, also by Bavuso, as multi-faceted as

a diamond, gives the sensation of being sharp enough to cut,

yet remaining soft to the touch.

A smooth and rounded paperclip shape gives life to Sling,

by Alessandro Elli; Twig, by Guillaumier, is inspired by the

interlacing of branches; Wedge by Bavuso slashes the wall,

like a metal sail; an incisive graphic mark hung on the wall

defines Yes, as always by Bavuso, which is equally suitable

for the workplace.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza

rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™

Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in

co-inieizione. Paper CutterLa lama protetta, Scotch™

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co-inieizione.

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Pamar fornisce con competenza e serietà, non solo prodotti ma un servizio su misura: dallo sviluppo del progetto alla sua ingegnerizzazio-ne e realizzazione seriale. Ma Pamar dialoga anche con il consumatore fi-nale: nei migliori negozi di ferramenta italiani è riconoscibile grazie a un totem molto particolare – Pamarpiù – i cui lati esterni espongono una sele-zione di maniglie per mobili, tratte dalle collezioni Basic e Autore; mentre all’interno il totem ospita dei vassoi sui quali è possibile vedere le finiture e le misure disponibili per i diversi modelli, che con-sentono di cambiare faccia a un mobile.

made to measure service, both competently and

seriously: from the development of the project to

its engineering and serial production.

But Pamar communicates with the end consum-

er as well: in the best Italian hardware shops and

stores it is recognizable thanks to a very particu-

lar display – Pamarpiù – whose exterior displays

a selection of furniture handles, taken from the

Basic and Autore collections; while inside, there

are trays which demonstrate the various finishes

and sizes available for the different models, mak-

ing it possible to change the face of a piece of

furniture.

Con il design: dal distretto al mercato internazionalePamar, in un distretto destinato a diventare uno dei poli più evoluti nel settore della minu-teria metallica, assume in breve la dimensio-ne e l’impronta di un’industria. L’espansione procede su scala internazionale, grazie anche al contributo dei figli Fabio, Marco e Silvia che entrano in azienda negli anni Novanta. Due unità ad avanzata tecnologia consentono di realizzare l’intero processo produttivo: stam-paggio, pulitura, verniciatura, assemblaggio dei componenti, finitura. Il tutto nel rispetto dell’ambiente: sono tra i primi ad avere instal-lato nel territorio un impianto di depurazione delle acque e dell’aria. Ma la svolta che consente a Pamar di accedere a un livello più alto di eccellenza è l’approccio al design, che si concretizza a partire dagli anni Novanta attraverso la collaborazione con archi-tetti e designer. Per il settore della minuteria metallica, considerata con qualche eccezione la Cenerentola dell’arredamento, è fantascienza. “Se ricerca e sperimentazione sono un nostro tratto caratteristico”, sostiene con grande mo-destia Marco Redaelli, “altrettanto naturale è stato considerare il design un elemento fon-damentale di distinzione e di costruzione della nostra identità.”

Comunicazione e serviziC’è anche la volontà di posizionarsi in una fa-scia più alta del mercato, più sensibile a rece-pire la vocazione per il design. Gli allestimenti creati, in concomitanza del Salone del Mobile ’06, ’07 e ‘08, nel centro di Milano ne sono la testimonianza più diretta, così come l’impor-tanza data alla comunicazione. L’attuale corpo-rate identity di Pamar si propone con un’imma-gine incisiva e un linguaggio grafico moderno, perfettamente corrispondente a quella dei suoi partner, leader del settore mobiliero, ai quali

With design: from the local to the international marketIn an area destined to become one of the most

advanced in the hardware sector, Pamar soon

took on the size and importance of an indus-

try. There soon followed expansion on an inter-

national scale, thanks to the contribution of

sons Fabio and Marco and daughter Silvia who

all joined the company in the 1990s. Two high

technology factory units meant that the whole

production process could be carried out in house:

pressing, cleaning and polishing, painting, com-

ponent assembly and finishing, and all the time

showing respect for the environment: they were

among the first in the area to install a water and

air purification plant.

But the turning point that allowed Pamar to

reach an even higher level of excellence was the

approach to design, which took a more solid

form from the 1990s on through collaboration

with architects and designers. For the hardware

sector, often considered with some exceptions

the Cinderella of the furniture world, this was

science fiction. “If research, testing and experi-

mentation are our fundamental traits”, Marco

Redaelli modestly maintains, “it was just as

natural to regard design as a fundamental ele-

ment in the distinguishing and construction of

our identity.”

Communication and servicesThere was also the desire to enter a higher level

of the market, more sensitive to acknowledging

design as a vocation. The sets created to coin-

cide with the Salone del Mobile ’06, ’07 and ’08,

in the centre of Milan are the most obvious wit-

ness to this, as with the importance accorded

to communication. Pamar’s current corporate

identity has an incisive image and tone, and a

modern graphic language, perfectly in tune with

its partners, leaders in the furniture sector, and

to whom Pamar supplies not just products but a

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza rischio e l’impugnatura in co-inieizione.

Paper CutterLa lama protetta, Scotch™ Paper Cutter consente operazioni di taglio senza