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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - d.l.353/2003 (conv. in L. 27/0/22004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma - filiale di Roma O.P.A.M. - Via Pietro Cossa, 41 - 00193 Roma - 1,30 - Taxe perçue - Tassa pagata - Rome Italy - Roma Italia foto archivio OPAM GENNAIO-FEBBRAIO 2012 - ANNO XL N. 1 Lezioni dal Sud del Mondo Lezioni dal Sud del Mondo

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SOMMARIO - L'editoriale: Un compleanno speciale - Approfondimento: "...E poi vinse il sogno" - 40° OPAM: Lezioni dal Sud del Mondo - Rendiconto progetti 2011 - I progetti del mese - Testimonianze dai progetti - In ricordo di Vera Ciambellotti Roncari

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NAIO-FEBBRAIO 2012 - ANNO XL N. 1

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Editoriale

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Un compleanno speciale

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C ome avrete notato dal logo in copertina, questoper l'OPAM è un anno speciale: 40 anni divita.

Quando nel lontano 1972 Don Carlo Muratore fondòquesta associazione, la prima in Italia ad occuparsiesclusivamente di alfabetizzazione, pochi erano ingrado di comprendere questa svolta epocale nel campodella solidarietà e degli aiuti al "terzo mondo".L'inizio non è stato facile: scegliere di dare istruzioneinvece che supplire con azionicaritative alle infinite povertà diquesti Paesi si è rivelata una scel-ta profetica, oggi intrapresa damolti.Questo cambio di mentalità haimposto a Don Carlo di dedica-re gran parte dei suoi sforzi a farcomprendere alla gente che ilriscatto dei poveri cominciadalla scuola. Don Carlo era con-vinto che investire nel campodell'istruzione, a lungo termine,si sarebbe rivelato l'aiuto piùefficace, capace di ridonaredignità alle persone rendendoleprotagoniste della propria storiae risollevare il destino di unPaese fino a renderlo capace diautosviluppo. E' il caso di molti Paesi dell'AmericaLatina, primi fra tutti Cile e Argentina, ma che hannovisto migliorare le proprie condizioni di vita con unprogressivo incremento del livello di alfabetizzazione. Basta scorrere le pagine dei giornali dell’OPAM percomprendere quanta strada sia stata percorsa e quantagente via via si sia unita a questa idea di Don Carlo,contagiata dalla sua passione. Resto stupito nel constatare come l’OPAM sia natanella più totale povertà e, pur mantenendo nel tempoquesta fragilità costituzionale, sia riuscita a realizzarecirca 3.000 microprogetti. Tutto ciò grazie alle migliaiadi persone che non solo l'hanno sostenuta attraversol'aiuto economico, ma soprattutto grazie a quantil'hanno aiutata a diffondere la sua missione. Ma fra lerighe della storia dell'associazione c'è qualcosa di più.Negli anni è andata crescendo la consapevolezza che "èdonando che si riceve" e non solo per l'intima gioia checi regala il far felici gli altri, ma soprattutto perché que-sti "altri" sono diventati pian piano parte delle nostrefamiglie. E così coloro che sosteniamo attraverso i pro-getti non sono più solo "poveri" da aiutare ma amicidai quali ricevere lezioni di umanità e di speranza, che

diventano risposta ai bisogni educativi del Nord delMondo rimettendo la persona al centro dei nostri inte-ressi e costruire insieme nuovi modelli di sviluppo.Per questo abbiamo deciso di realizzare un Convegnoche si terrà a Roma il 18 e 19 maggio e che avrà pertitolo "Umanesimo della fragilità: lezioni dal Sud delMondo" in cui ci proponiamo di condividere le ric-chezze umane accumulate in tanti anni di attività e diesplorare una diversa prospettiva in cui l'aiuto è visto

all'interno di una paritetica reci-procità fra Paesi occidentali ePaesi in Via di Sviluppo. In par-ticolar modo i temi affrontatievidenzieranno il flusso di valoriumanistici che scorre già dal Suddel Mondo verso di noi, donan-doci lezioni profonde di saggez-za, di umanità, di solidarietà, dicompassione. Solo in una reci-procità vera è possibile eviden-ziare le nostre povertà e riceveredagli altri alcuni valori di cui ilnostro modo di vivere e di orga-nizzare il lavoro ci ha perfinofatto perdere il ricordo: la gioia,la gratuità, l’uso del tempo, lacollaborazione e quindi il biso-gno dell’altro, la percezione della

propria limitatezza, il senso della trascendenza…Rappresentanti della cultura, delle istituzioni e deglioperatori impegnati in attività di supporto porterannoil loro contributo e la loro narrazione. Un obiettivoparticolare del convegno è inoltre quello di contribuirealla formazione di educatori e giovani capaci di gestire,in un mondo sempre più globalizzato, la complessitàderivante dalla interazione di culture. Questo è il moti-vo per cui il convegno è organizzato in collaborazionecon la Facoltà di Scienze della Formazione della'Università degli Studi di Roma Tre, anche come pre-messa di future forme più avanzate di collaborazione.Speriamo possiate partecipare in molti. Nel prossimonumero pubblicheremo il programma e la scheda dipartecipazione. Lo slogan di questo anno,"Dall'ABC… alla reciprocità", sottolinea il nostro desi-derio di ripercorrere insieme il tempo trascorso, riflet-tere dove questo cammino ci ha portato e tracciareinsieme le direttrici per il futuro che ci attende. Il lavo-ro è tanto ma, come sempre, contiamo su tutti voi, cariamici, e sulla vostra generosità che in 40 anni non ci hamai lasciati soli.

Don Aldo Martini

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cada nella disperazione e non si senta sola. Per un lutto adesempio tutto il villaggio sospende il lavoro per andare aconsolare la persona provata. Si danza e si canta per aiutar-la a superare l’accaduto…Questa vicinanza permette alla persona di trovare qualcu-no con cui parlare per liberarsi dal peso emotivo che l’af-fligge.In effetti, da quando siamo in contatto con l’OPAM noiviviamo un po’ l’esperienza della solidarietà. Grazie all’assi-stenza dell’OPAM noi possiamo funzionare tutto l’anno.Abbiamo potuto acquistare nuovi banchi di scuola, tavoli,lavagne, libri, sedie grazie alla generosità dell’OPAM.Speriamo anche di avere presto delle aule scolastiche.Credo che i 40 anni dell’OPAM sono una pagina evange-lica dell’umanesimo della fragilità. Cristo infatti è venutoin soccorso dei più deboli e dei poveri. Anche l’OPAM lofa, senza attendersi una ricompensa.Il Seminario minore ospita ragazzi dagli 11 ai 18 anni. Essihanno bisogno di essere accompagnati da una pedagogiasolidale. Lontani dalle loro famiglie sono fragili perché pri-vati del loro ambiente protetto. L’OPAM svolge questoruolo di supporto, di accompagnamento pedagogico. Perquesto i ragazzi esprimono la loro viva riconoscenza e unaprofonda gratitudine in occasione di questo quarantesimoanniversario.

Abbé Blaise Pascal Elembe Musongela(rettore del Seminario minore S. Kisito di Loto)

C on gioia grande offro questo mio contributo perl’anniversario dei 40 anni di vita dell’OPAM.Come intendo l’Umanesimo della fragilità?

E’ dal 2009 che noi siamo in relazione con l’OPAM, che cisostiene efficacemente nella formazione dei giovani delladiocesi di Kole e in particolare dei ragazzi del Seminariominore “S. Kisito” di Loto, nella Repubblica Democraticadel Congo, in una relazione di fraternità.L’umanesimo lo interpreto come una cultura che confidanelle potenzialità di sviluppo dell’essere umano e nelle suecapacità di lavorare per lo sviluppo di un’esistenza alla ricer-ca della perfezione. L’umanesimo della fragilità è un con-cetto che si applica allo slancio di solidarietà che cerca dicorreggere lo squilibrio nella gestione comunitaria dellacondizione umana. E’ l’attuazione della solidarietà attivaall’interno della società umana: da parte dei membri piùfavoriti verso i meno favoriti e della riconoscenza attiva chequesti ultimi manifestano verso i primi, in una comunionefraterna.In effetti, in Africa in generale e nel Congo in modo parti-colare, la comunità avvicina le persone. Esiste una grandesolidarietà tra la gente soprattutto nei villaggi. Se un fratel-lo cattura della selvaggina la condivide con i vicini e i mem-bri della sua famiglia. Così ci sono dei beni che vengonousati in comune (il mortaio per pestare il riso, le foglie dimanioca, gli strumenti per la caccia e la pesca).I bambini già all’età di 4-5 anni si prendono cura dei piùpiccoli, da 3 mesi a 1 anno, mentre le madri sono nei campio alla fonte per attingere l’acqua. I più giovani hanno unavenerazione per gli anziani, perché essi incarnano le bene-dizioni trasmesse da Dio al capo famiglia. Così il rispettoper un vecchio e un servizio a lui prestato procura fortunanegli affari. Incrociare le braccia per salutare uno più anzia-no, porgergli qualcosa con le due mani o salutarlo soste-nendo la mano destra con la sinistra, chiamarlo non con ilsuo nome proprio ma con quello della sua funzione (papàdel tale, papà Direttore, mamma del talaltro o mammaPresidente): sono altrettanti valori che avvicinano le persone.I bambini si sentono in obbligo di aiutare e sostenere i loroparenti (papà e mamma, zii e zie, fratelli e sorelle, cugini ecugine…). Ogni anno il figlio ha il dovere di portare aigenitori il frutto del lavoro delle sue mani.La solidarietà si manifesta specialmente nei momenti diffi-cili della vita (morte, nascita di gemelli, malattia). Da noiin quei momenti si sta accanto alla persona perché non

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Abbiamo chiesto ad alcuni responsabili dei progetti con cui lavoriamo una loro breve “lezione dalSud del Mondo”, facendo emergere quei valori che la loro ‘povertà’ custodisce e che ritengonoimportante ridarci in uno scambio di reciprocità. Pubblicheremo in questa rubrica alcune dellerisposte che ci giungeranno.

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to, suggerimenti, voti augurali. Quattro riporta-vano senso di sfiducia. Una addirittura scettica eaggressiva, perché “più l’uomo studia e più bestiadiventa”. Settantaquattro pervennero con offerte,il cui elenco crediamo opportuno pubblicare,omettendo per delicatezza la provenienza. (…).Totale lire 1086,000”.Non fu una pesca miracolosa, ma Don Carlonon si scoraggiò e commentava: “L’esito potreb-be essere deludente. Ma non è così. Padre Angelo,un uomo di Dio tutto d’un pezzo che da 35 annispende la sua vita tra i nativi dell’Amazzonia, midiceva giorni fa: “Don Carlo, non si perda d’a-nimo, anzi si rallegri, perché le vere opere dibene sono lente ad attecchire. Quelle che fiori-scono subito valgono poco ed hanno vita corta.

E’ necessario, proseguiva P. Angelo, che il seme vengasepolto, che soffra le ansie delle difficoltà… poi verràla primavera della comprensione e della generosità daparte di migliaia di persone...” Quindi coraggio… egratitudine a quanti hanno offerto la loro preziosa colla-borazione e a quanti ancora intendono offrirla. A tuttiindistintamente: dalla Madre Generale che ha offerto200.000 lire, all’anonimo delle 500 lire. Anzi mi è caroricordare quest’ultimo che scriveva: “dono lire 500 perl’istruzione degli analfabeti. E’ molto poco, lo so. Maè tutto quanto posso per ora”. E anche un altro (confirma questo) che accompagnava l’offerta di lire 1.000così: “la carità di S. Martino per un nobile fine”. C’èda rimaner confusi e commossi: il povero che dà per ilpiù povero. Non è forse meraviglioso?L’idea generalmente è piaciuta a quanti hanno risposto.Amerei riportare certe espressioni, certe testimonianzeche fanno onore a questo mondo che, tanto sporco e mate-rialista in apparenza, possiede invece energie e valoridegni dei tempi migliore. Sono i “fioretti” dell’OPAMnascente che verranno custoditi gelosamente e fatti cono-scere a tempo opportuno”. Don Carlo ha coscienza di ciò che molti anche fra gliamici pensano di lui, ma va dritto per la sua strada:“Molti penseranno che sono un ottimista o un sognatore.Eppure dalle poche ma consistenti risposte è apparso cheil problema è sentito e capito nella sua bontà, e nella suavalidità, e si nota un vero interesse ad affrontarlo; perciòla speranza è fondata”. E a riprova, più forse per incoraggiare gli altri che sestesso, cita “alcune voci che ci arrivano dall’alto e dalbasso, dal di qua e dal di là dei mari”.

Q uesto verso di Quasimodo ci può accompa-gnare nella scoperta degli inizi dell’OPAM.Don Carlo, uomo eminentemente di azione,

non ha lasciato scritti sulla gestazione di questa suacreatura. Quello che possiamo sapere, al di fuori deiricordi affidati alla memoria dei suoi amici e collabo-ratori dell’inizio degli anni ’70, sempre più rari, lodobbiamo ricercare nelle annate del giornaledell’OPAM, che sono un po’ il diario di 25 anni (dal1972 al 1997 circa) della sua vita spesa per il riscattodei poveri attraverso l’alfabetizzazione. In vista delConvegno del 40° sto sfogliando le umili pagine delgiornaletto OPAM, all’inizio un foglio di quattropagine a due colori, che usciva quando poteva come“Bollettino settimanale di informazione”.Ho ritrovato tre fogli ciclostilati, datati 1 dicembre1971, in cui Don Carlo si rivolge agli Amici eCollaboratori dell’OPAM per gli auguri natalizi conqueste parole:“Come si era promesso nel nostro primo contatto del 12settembre facciamo nascere, in questo periodo d’Avvento -ossia di attesa e di speranza - il Notiziario OPAM. E’ unfoglio timido e modesto. Ma appunto perché piccolo epovero potrà essere credibile e offrire una parola di amoree di fiducia a quanti aderiscono alla fratellanza e quin-di alla solidarietà universale degli uomini”.In esso Don Carlo rende conto delle risposte al suoappello del 12 settembre 1971:“L’abbiamo inviato a 2 mila insegnanti, a 1300 Amici ea 540 Madri Generali. Hanno riscontrato il 4% deiprimi, il 3,50% dei secondi e il 10% delle Religiose.Molte risposte contenevano espressioni di incoraggiamen-

Approfondimento

...E poi vinse il sogno

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Approfondimento

seguiti dall’OPAM.I progetti devono essere “concreti, contenuti nei limitidel necessario e d’accordo con le nostre finalità.Mettiamo cioè in rilievo che si deve trattare di piccoli mavalidi centri là dove non arrivano le istituzioni ufficiali(cioè nei quartieri-miseria che fanno da squallida corni-ce alle grandi città e nei villaggi sperduti per le steppe, olungo i fiumi o nelle foreste). Il nostro proposito è di pro-muovere l’istruzione unicamente dove mancano le scuo-le”.E da uomo concreto azzarda la previsione e il costo diun centro-tipo di alfabetizzatone consistente: nellacostruzione di un centro con due aule, una stanzettaper la direzione, servizi, cucina e refettorio (perché,date le condizioni di denutrizione nelle località che ciinteressano, è indispensabile offrire almeno un pastoal giorno ai partecipanti); nella fornitura di attrezza-ture (20 banchi, 2 tavoli con sedie, 2 lavagne e mate-riale didattico e per la cucina; nel sostegno per unanno (stipendio per l’insegnante, manutenzione loca-li, libri e quaderni, un pasto al giorno). Il costo: “con £ 1.646.000 diamo la casa-scuola con leattrezzature, e con £ 2.890.000 portiamo avanti il cen-tro per un anno”.Don Carlo lancia infine la sua sfida e il suo appello,con un perentorio:”Ora tocca a noi”. Par di vederlo, con quella luce negli occhi furbi e quelsorriso ammiccante, davanti ai quali non potevi diredi no. Così gettava la sua rete, come un consumato pescato-re, l’ex cappellano dei bersaglieri Don CarloMuratore, e noi a seguirlo nel suo apparente impossi-bile sogno di un’umanità più libera e più fraterna.

Don Aldo

Mons. Lucien Agboka, Vescovo del Dahomey(ora Benin), Africa: “dobbiamo ammettere che èl’ignoranza la causa dei nostri mali. Nei paesi ric-chi non capiscono ancora questo problema a fondo,quindi lo sottovalutano. Noi, Vescovi Africani,daremo certamente battaglia a questo cancro cherode le nostre comunità. Ma saremo aiutati? L’O-PAM costituisce per noi una speranza. Auguro per-ciò che questa opera sia capita dagli italiani, per ilbene di tanta gente”.P. Adolphe Barret, Madagascar: “In Europa sipensa piuttosto a dare un pezzo di pane a chi muoredi fame. Questa è carità che non si deve disprezza-re. Pochi sono coloro che pensano di mettere chi hafame in condizione di procurarsi il pane. Questa èvera carità, senso di giustizia e promozione del pro-gresso. Lei ha scelto questa strada, senz’altro più dif-ficile della prima perché con traguardi a lunga sca-denza”.P. Reginaldo Mazzon, Bahía, Brasile: “a venire a cono-scenza del suo progetto (…) mi si è gonfiato il cuore disperanza. Ci voleva uno che ha vissuto lunghi anni tragli analfabeti per capire che se vogliamo vedere un gior-no questa gente a non avere più bisogno di noi occorreincominciare proprio da lì! Voglia il Cielo aprire gli occhie toccare il cuore a tanta gente”.Un’operaia di Reggio Emilia: “sono d’accordo che l’u-manità del Terzo Mondo ha estremo bisogno di istruzio-ne per progredire. Per questo sento che devo aderire alsuo movimento”.Una maestra in pensione di Firenze: “sono felice dipoter continuare a rompere il pane della cultura a chi neè privo. Lo devo fare e lo farò”.P. Patrik De Souza, direttore della Caritas India, NewDelhi: “è vero che i cataclismi della natura non possonoessere evitati dall’istruzione. Ma è anche vero che gliuomini con l’istruzione e la preparazione potrebberosuperarli ben diversamente. Mi auguro che arrivi prestoil giorno in cui ci sarà un’OPAM non solo in Italia, main tutti i paesi del mondo, incominciando da noi”.Una giovane maestra dell’Emilia “che ha illustrato aisuoi scolari cosa vuol dire essere analfabeta e ha parlatodi tanti milioni di ragazzi che non possono avere unascuola. Il risultato lo sentiamo direttamente da lei:“l’hanno preso così in serio da autoimporsi una priva-zione settimanale. Ogni sabato versano regolarmentel’importo dei loro sacrifici”. Commovente vero? Loaddito come esempio a tante Maestre non meno sensibi-li.”Poi Don Carlo, al quale cominciano ad arrivare richie-ste un po’ da tutte le parti del mondo appena s’è spar-sa la notizia del suo intento, fissa alcuni criteri nellaformulazione e nell’accettazione dei progetti, tuttora

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N.1- GENNAIO-FEBBRAIO (8) € 49.500

1856 Avviamento di una scuola di meccanica

Bokungu - dioc. Bokungu-Ikela - R.D.Congo

Fra’ Victor Ayeku (Cappuccino) € 12.420

1857 Sostegno a 25 giovani della scuola agricola

Estanquinha - Arcidioc. Beira - Mozambico

P. Ottorino Poletto (Comboniano) € 10.000

1858 Un contributo per gli insegnanti del carcere

Bvumbwe- Arcidioc. Blantyre - Malawi - Anna Tommasi

(F.A.L.M.I., Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell’Immacolata) € 4.800

1859*Una scuola primaria e insegnanti per i bambini di Tondoma

Tondoma - dioc. Budjala - R.D.Congo * sospeso e non finanziato

Sr. Hélène Bamekwa Bambila (Suore di S. Teresa del Bambino Gesù di Budjala) € 15.530

1860 Un anno di scuola per 50 bambini e giovani disabili fisici e mentali

Raza Abad (Multan) - dioc. Multan - Pakistan

Clare Barkat (Laica, Resp. Progetto “Peyam-e-Zindgee”) € 1.800

1861 Rinnoviamo il sostegno a 6 insegnanti di Kuyo

Kuyo (Antula Bono) - dioc. Bissau - Guinea Bissau

Wilson Ca’ (Laico, Resp. Progetto “Djitu Ten”) € 6.480

1862 Arredi e attrezzature per l’asilo di Asumbi

Asumbi Gen Central - dioc. Homa Bay - Kenya

Sr. Margaret Aringo (Suore Francescane di S. Giuseppe di Asumbi) € 7.000

1863 Un’aula di informatica per promuovere la pace

Lubuagan - Vic. Apost. di Tabuk - Filippine

Virginia Godoy (Laica, Istituzione Teresiana) € 7.000

——————————————————————————————————————————N.2- MARZO (6) € 43.625

1864 Un doposcuola di qualità per 54 bambini di Tremedal

Tremedal (Bahia) - dioc. Caetité - Brasile

D. Gabriele Fantinati (Diocesano, Fidei donum) € 3.500

1865 Alfabetizzazione funzionale per 450 adulti di 15 Centri a Barsalgo

Barsalgo- dioc. Kaya - Burkina Faso

P. Eugenio Jover (Padri Bianchi) € 6.745

1866 Un blocco di due aule per completare la scuola di Meri

Meri - dioc. Maroua-Mokolo - Camerun

P. Roger Beya (Diocesano) € 9.400

1867 Una nuova aula per l’asilo di Ballessa

Ballessa - Vic. Apost. di Hosanna - Etiopia

P. Woldetensae Balewold (Cistercense) € 5.980

1868 Due nuove aule per la scuola del lebbrosario

Bokonga (Equateur) - dioc. Molegbe - R.D.Congo

Fra’ Emmanuel Galeboe (Cappuccino) € 9.000

1869 Quattro aule per la scuola secondaria di Jimma

Jimma - Vic. Apost. di Jimma-Bonga - Etiopia

P. Michael Alemayehu (Lazzarista) € 9.000

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Rendiconto Progetti 2011

Progetti pubblicatisul mensile OPAM nell’anno 2011

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N. 3- aprile (6) € 60.130

1870 Istruire per aprire strade nella foresta

Basankusu (Equateur) - dioc. Basankusu - R.D.Congo

Abbé Jean Calvin Motuba Nzale (Diocesano) € 6.750

1871 Sostegno alle scuole per i Pigmei di Wamba

Bapoa e Nia-Nia (Orientale) - dioc. Wamba - R.D.Congo

Abbé Justin Amboko Asobee (Diocesano) € 13.800

1872 Formazione di educatori di comunità

Reque (Chiclayo) - dioc. Chiclayo - Perù

P. Matteo Tagliaferri (Vincenziano) € 6.000

1873 La scuola dello slum di Deep Sea simbolo di ripresa

Deep Sea (Nairobi) - Arcidioc. Nairobi - Kenya

Alessandra Tiengo (Presidente AfrikaSì) € 15.000

1874 Acqua per far vivere una scuola

Okoyong - dioc. Mamfe - Camerun

Mons. Francis Teke Lusinge (Vescovo) € 12.580

1875 Istruzione per 35 ragazzi di strada ex detenuti

Kimbondo (Mont-Ngafula, Kinshasa) - dioc. Kisantu – R.D.Congo

P. Paul Gitonga Muriithi (Miss. Consolata) € 6.000

———————————————————————————————————————————N. 4- MAGGIO (5) € 29.256

1876 Una scuola materna per i bambini di Bubba

Bubba (Gimbo Dt..) - Vic. Apost. di Jimma-Bonga - Etiopia

P.Ado Zecharias Haile (Vincenziano) € 7.000

1877 La luce dell’educazione nelle vite di 54 piccoli Santal

Dumaria (Bihar) - dioc. Bhagalpur - India

Sr. Lilly Noronha (Suore di Sant’Anna) € 4.200

1878 Acqua per la scuola… basta poco

Kijwire (Muleba Dt.) - dioc. Boukoba - Tanzania

P. Achilleus T. Rwehumbiza (Diocesano) € 5.800

1879 Istruzione ai bimbi “intoccabili” di 5 villaggi

Dindigul Dt. (T.N.) - Arcidioc. Madurai - India

Sr. Jeya Paul Raj (Suore della Croce di Chavenod) € 7.696

1880 Un doposcuola per i bambini di Maggotty

Maggotty - dioc. Mandeville - Jamaica

Sr. Emila Malczak (Serve del Sacro cuore di Gesù) € 4.560

———————————————————————————————————————————N. 5- GIUGNO (5) € 31.630

1881 Restauro della Scuola Media “St. Mary” di Orikottai

Orikottai (T.N.) - dioc. Sivagangai - India

P. John Remigius (Diocesano) € 4.860

1882 Servizi igienici per la scuola di Wasera

Wasera - Vic. Apost. di Hosanna - Etiopia

Abba Abraham G. Mariam (Diocesano) € 5.000

1883 Sostegno alla scuola materna ed elementare Calasanzio di Bafia

Bafia - dioc. Bafia - Camerun

P. Albert Legrand Todjom Mabou (Padri Scolopi) € 8.750

1884 Una scuola materna al di qua del fiume

Alunguli (Maniema) - dioc. Kindu – R.D.Congo

Sr. Marie Jeanne Kimenya (Suore di Nostra Signora del Buon Consiglio) € 6.100

1885 Formazione dei formatori nel territorio di Bikoro

Bikoro (Equateur) - Arcidioc. Mbandaka-Bikoro – R.D.Congo

Sr. María Dolores García Arce (Compagnia delle Figlie della Carità) € 6.920

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Rendiconto Progetti 2011

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N. 6- LUGLIO (6) € 34.353

1886 Insegnanti: costruttori del futuro di Haïti

Numéro Deux - dioc. Jérémie - Haïti

P. Jean Parisien Saint-Fleur (Diocesano) € 10.550

1887 Arredo per 3 aule di un centro scolastico

Tanambao-Marofototra - dioc. Morondava - Madagascar

P. Vincenzo Sirizzotti (Cappuccino) € 4.845

1888 Sostegno all’alfabetizzazione di tribali nella missione di Manikgonj

Manikgonj - Arcidioc. Dhakagu - Bangladesh

P. Arturo Speziale. (PIME) € 3.000

1889 Sostegno per la formazione superiore di 24 giovani

Lolo (Equateur)- dioc. Lolo - R.D.Congo

Diuedonné Djuma (Laico, Prefetto Studi Ist. Ebongisa) € 8.095

1890 Per le donne togolesi di Bogou

Bogou - dioc. Dapaong - Togo

Sr. Maria Laura Mantegna (Figlie di Maria Immacolata) € 4.700

1891 Libri per il seminario minore di Mamfe

Fotabong - dioc. Mamfe - Camerun

P. Leonard Ekwelle Sakang (Diocesano) € 3.163

———————————————————————————————————————————N. 7- AGOSTO-SETTEMBRE (6) € 40.250

1892 Istruzione per il futuro dei bambini di Pilate

Pilate - Arcidioc. Cap-Haïtien - Haïti

P. Snell Nord (Diocesano) € 12.120

1893 Rinnoviamo il sostegno agli insegnanti di Yoko

Yoko - dioc. Bafia - Camerun

Mons. Jean-Marie Benoît Bala (Vescovo) € 4.620

1894 Con le prime 3 aule in muratura inizia la scuola elementare Wanda

Ngbulu (Equateur) - dioc. Budjala - R.D.Congo

Abbé Jean de Dieu Bamey Konga (Diocesano) € 10.000

1895 Una scuola per tener viva la speranza

Makpandu - dioc. Tamburu-Yambio - Sud Sudan

P. Mario Benedetti (Comboniano) € 4.600

1896 Insegnanti per le scuole ponte

Naidupet - dioc. Khammam (A.P.) - India

Mons. Maipan Paul (Vescovo) € 6.660

1897 All’ombra dell’albero continua a crescere il futuro

Mariamabad e Maskinaabad (Punjab Pakistano) - dioc. Faisalabad - Pakistan

Abid Paul Mushtaq Samuel (Laico, Direttore Centro “Shadow Tree”) € 2.250

———————————————————————————————————————————N. 8- OTTOBRE (5) € 27.163

1898 Continua il sostegno al progetto “Peyam-e-Zindgee

Raza Abad, Multan - dioc. Multan - Pakistan

Azhar Iqbal (Laico, Direttore Progetto “Peyam-e-Zindgee) € 2.102

1899 Banchi per la scuola St. Aloysius a Janum

Janum (Jharkhand) - Arcidioc. Ranchi - India

Sr. Molly Philip (Suore Luigine/Oblate S. Luigi Gonzaga) € 5.663

1900 Quattro centri di alfabetizzazione per 276 adulti

Parr. di Moaga, Baagré, Bittou - Arcidioc. Koupéla - Burkina Faso

Abbé Barnaba Korgo (Diocesano) € 10.998

1901 Servizi sanitari per la scuola e l’orfanotrofio di St. John a Chanubanda

Chanubanda (Krishna Dt.) - dioc. Vijayawada - India

P. Darsi Jeeva Kumar (Diocesano) € 2.400

1902 Due centri educativi per 150 ragazzi a rischio

Pesqueira (Pernambuco) - dioc. Pesqueira - Brasile

D. Meo Bergese (Diocesano, Fidei donum) € 6.000

———————————————————————————————————————————

Rendiconto Progetti 2011

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N. 9- NOVEMBRE (4) € 29.350

1903 Ampliamo un progetto di sicuro successo

Aland taluk (10 villaggi) (Karnataka) - dioc. Gulbarga - India

P. Jagadish Pinto (Diocesano) € 6.360

1904 Due scuole di “transito” nella foresta per i tribali

Palar e Jambot (T.N.)- dioc. Salem - India

P. Francis Xavier Selvam (Diocesano, Direttore Social Service Society) € 6.700

1905 Arredi per il centro di formazione di Kisongo

Kisongo - Arcidioc. Arusha - Tanzania

Mons. Josaphat Louis Lebulu (Arcivescovo) € 8.870

1906 30 Balwadi per imparare ad amare la scuola

Garubash, Soraibil, Gossaigon (parrocchie) (Assam)- dioc. Bongaigaon - India

P. Anand Sebastian (Diocesano, Direttore Social Service Society) € 7.420

———————————————————————————————————————————N. 10- DICEMBRE (3) € 16.325

1907 Un asilo per i piccoli di Bambi

Bambi (Keren) - eparchia Keren - Eritrea

Sr. Abrehet Solomon (Figlie di S. Anna) € 3.000

1908 Due classi per i più piccini e un grande aiuto alle mamme

Kambikatoto - dioc. Mbeya - Tanzania

P. Andrea Daniele Lyaunga (Diocesano) € 9.800

1909 Acqua potabile per la scuola dei bimbi tribali

Tening (Nagaland)- dioc. Kohima - India

P. Stephen Marayikulam (Missionari di S. Francesco di Sales) € 3.525

PROGETTI NON NUMERATI FINANZIATI NEL 2011 CON LASCITI: 6 Importo: € 84.224

Ristrutturazione del Centro di formazione di Mobokoli

Mobokoli (Equateur) - dioc. Bokungu-Ikela - R.D.Congo

Mons. Fridolin Ambongo (Vescovo di Bokungu-Ikela) € 25.000

Stipendio agli insegnanti della Scuola per infermieri a.s. 2011-2012

Bokungu (Equateur) - dioc. Bokungu-Ikela - R.D.Congo

Sr. Henrie-Colette Nsongi (Suore di S. Teresa del Bambino Gesù di Bokungu, Resp. BDOM) € 10.000

Una scuola materna dedicata a Giovanni Paolo II

Mongana (Equateur) - dioc. Lisala - R.D.Congo

Abbé Jean-Claude Ambwa Motumbe (Diocesano) € 12.600

Sostegno al Centro di Wotoro

Berberati - dioc. Berberati - Rep. Centrafricana

Sr. Elvira Tutolo (Suore di S. Maria Antida Thouret) € 21.000

Un muro di cinta per la scuola Saint Joseph a Bouar

Bouar - dioc. Bouar - Rep. Centrafricana

P. Jean Marius Toussaint Zoumalde (Cappuccino) € 8.874

Formazione di 20 insegnanti di religione del Comboni College

Khartoum - Arcidioc. Khartoum - Sudan

P. Giuseppe Puttinato (Comboniano) € 6.750

SPESA TOTALE PER PROGETTI NEL 2011: € 445.806

Rendiconto Progetti 2011

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PROGETTI NUMERATI: 54 Importo: € 377.112**Poiché il PR.1859 è stato sospeso e non finanziato la spesa effettiva è di € 361.582

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Costruire 3 nuove scuole

Ampliare o riparare 27 scuoleDotare di servizi igienici 3 scuole

Favorire l'istruzione di

8.580 bambini/e di scuola materna e primaria

(di cui 50 disabili e 1.525 bambini di strada)

1.590 ragazzi/e di scuola secondaria e professionale

Alfabetizzare

1.420 adulti

Garantire lo stipendio a

290 insegnanti

Con il vostro aiuto siamo riusciti a:

Piccole gocce… ma tante gocce fanno il mare

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Grazie alla vostragenerosità

COME SIAMO INTERVENUTI

• Edilizia scolastica......................... 17• Arredi........................................... 16• Materiale didattico..................... 22• Stipendi agli insegnanti .............24• Refezione .................................... 2• Tasse scolastiche.......................... 3• Divise scolastiche......................... 4• Acqua...........................................10• Altro (costi di gestione, alloggio, trasporti, cure mediche...).................. 1

• Stampa di 3000 libri di testo...... 1

DESTINATARI DEI PROGETTI

Bambini e giovani 46

Donne 1

Tutti 11

Numero di progetti realizzati per tipo di destinatari

TIPO DI SCUOLA

DOVE ABBIAMO OPERATO

AFRICA: 38 Progetti in 15 Paesi (65%)

Burkina Faso 2, Camerun 5, Eritrea 1, Etiopia 4,Guinea Bissau 1, Kenya 2, Madagascar 1, Malawi 1,Mozambico 1, Rep. Centrafricana 2, Rep. Dem. Congo 12, Sudan 1, Sud Sudan 1,Tanzania 3, Togo 1

ASIA: 15 Progetti in 4 Paesi (25%) Bangladesh 1, Filippine 1, India 10, Pakistan 3

AMERICA LATINA: 6 Progetti in 4 Paesi (10%) Brasile 2, Haïti 2, Jamaica 1, Perù 1

Materna..............................................13Primaria.............................................. 24Secondaria.......................................... 9Università........................................... 1Informale............................................14Formazione professionale................. 4Formazione dei formatori................. 9

N.B. Un progetto può comprendere più tipi di intervento, di destinatari e di scuole

nell’anno 2011 siamo riusciti a realizzare 59 progetti in 23 Paesi

AFRICA: Progetti 38 importo 331.440 € (74% ca)ASIA Progetti 15 importo 71.636 € (16% ca)AMERICA LATINA Progetti 6 importo 42.730 € (10% ca)

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Quella del Seminario è l’unica scuolasecondaria della regione, a cui afflui-scono i giovani in cerca di istruzione.Anche in questo modo si contribuiscealla formazione di una società più giu-sta, con solide basi umane e fermi prin-cipi.

In questi ultimi anni l’OPAM sta concentrando isuoi sforzi per migliorare la condizione delle scuo-le nella regione della foresta equatoriale delCongo, una delle zone più povere e arretrate checonosciamo. Proprio da queste zone, dove nonopera quasi nessun organismo internazionale acausa delle difficoltà della vita, riceviamo molterichieste di aiuto. Recentemente l’Abbé BlaisePascal Elembe ci ha scritto presentandoci la situa-zione del Seminario minore del villaggio di Loto,nella diocesi di Kole, con annessa scuola secon-daria. La diocesi di Kole si trova nella provincia delKasaï Orientale, nel distretto di Sankuru, "inmezzo al nulla" come dicono a Kinshasa, la capita-le, che dista 1.800 km. Si estende su un territorio di66.000 kmq (pari alla superficie di Piemonte, Valled’Aosta, Lombardia e Trentino), in parte foresta ein parte savana, con circa 300.000 abitanti. La situa-zione di estremo isolamento, l'abbandono daparte dello Stato e la guerra che ha flagellato que-sta zona, rendono la vita particolarmente difficile.In tutto il territorio c'è un solo medico. Non esisteuna linea telefonica, né la luce elettrica. Mancanole strade. Pertanto sebbene la terra sia ricca dirisorse e fertile, la gente pratica un'agricoltura uni-camente di sussistenza perché per commercializza-re i prodotti nei grossi centri bisognerebbe percor-rere oltre 500 km. Ci si sposta quasi esclusivamentea piedi e, i più fortunati, in bicicletta o moto supiste che nel periodo delle piogge diventanoimpraticabili. Il grosso delle comunicazioni avvienevia fiume a bordo di piroghe. Convivono, con nonpoche difficoltà, diverse etnie, differenti per tradi-zioni e lingue. Analfabetismo, fame, malattie, ele-vata mortalità sono il volto più evidente dellamiseria.Pochissime le scuole primarie e ancor meno lesecondarie. A Loto funziona quella del Seminariominore che raccoglie i ragazzi della zona desidero-si di istruzione. Essa è anche l'unica istituzione pri-vata d'insegnamento secondario e di formazioneintegrale accreditata della diocesi. Scrive l’Abbé

Blaise Pascal: “La scuola del Seminario nei suoi 25anni di vita non ha formato solamente i sacerdotidella diocesi ma anche molti laici che, avendo rice-vuto una buona formazione, sono oggi professio-nisti qualificati, padri di famigli e cittadini esem-plari. Gli edifici, compresa la scuola, sono strutturedel periodo coloniale, ormai vecchie e in cattivostato. La guerra, che è durata dal 1998 al 2003, hadistrutto quel poco che c'era. Banchi, sedie, letti,porte, libri... tutto è stato utilizzato dai soldaticome combustibile. In questi anni siamo andatiavanti come abbiamo potuto. I ragazzi ospitatisono circa 250 e stentiamo parecchio ad offrireloro lo stretto necessario per il mantenimento e lascuola. Il Seminario avrebbe bisogno di tanti inter-venti, che per ora non possiamo permetterci. Inparticolare ci preme la scuola. Le aule sono malri-dotte e, oltre ad essere un pericolo per i ragazzi,sono insufficienti, tanto che per alcune classi siamocostretti ad utilizzare i dormitori come aule. Vichiediamo un aiuto per costruire un blocco di treaule. Il costo del progetto, escluse le lamiere per iltetto che abbiamo già acquistato e gli infissi aiquali provvederanno artigiani locali, è di 14.980 €.Contiamo sul vostro aiuto”. Non ci siamo sentiti dilasciar cadere il suo appello, conoscendo le condi-zioni in cui vivono e studiano questi ragazzi.

R. D. CONGOProgetto 1910

Prog. 1910

ricostruzione di tre aule 14.980 €

Contributo richiesto 14.980 €

Il Gruppo OPAM di Pisa si è impegnato a provve-dere alla costruzione delle tre aule che sarannodedicate alla memoria di tre cari amici recente-mente scomparsi.

foto di Supersuus12

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Rifacimento di tre nuove aule per il seminario di Loto

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Sono P. David Fernández Diez dei Missionaridi Mariannhill. Dopo aver lavorato molti anni inAfrica, sono ora in Colombia, a Montañas deTotumo ( Vic. Apost. di Trinidad ), un piccolovillaggio di 2.000 abitanti, nella savana amaz-zonica ai confini col Venezuela, dove la tempe-ratura è sui 32° tutto l’anno, dove non esistonostrade asfaltate e ci si muove prevalentementea cavallo. La vita è molto povera e la popolazio-ne sembra rassegnata alla propria condizione, acausa anche della mancanza di sicurezza dellazona. I missionari che vi lavorano sono anche iprimi che risiedono stabilmente nel territorio.L’instabilità politica degli ultimi 40 anni ha con-dizionato pesantemente la vita della gente, cheè emigrata incrementando il fenomeno dei“desplazados”. Noi cerchiamo di collaborare instretto contatto con l’amministrazione localeper creare un clima di pacificazione e di sicurez-za, specie per i giovani. Abbiamo costruito unascuola elementare e secondaria per 400 ragazzi,la maggior parte con una famiglia monoparen-tale soprattutto a causa della guerriglia. Essihanno bisogno non solo di istruzione ma di unaformazione sociale e morale. Se non trovano lapossibilità di un lavoro, facilmente cadono nellereti della guerriglia che promette loro una vitamigliore. Per questo abbiamo deciso di costrui-re un Centro di formazione, adattando in parteedifici già esistenti, come la casa parrocchiale ela chiesa e costruendone di nuovi. Lo scopo delCentro con annessa una fattoria agricola è dareun sostegno extrascolastico ai ragazzi, offrireuno spazio per attività culturali e sportive perevitare le tentazioni della strada (alcol e droga),servire per la formazione degli adulti specie nelcampo dell’agricoltura, della coltivazione diprodotti locali per il sostentamento e il piccolocommercio. Inoltre servirà come punto di incon-tro con altri giovani colombiani o stranieri chevogliano prestare un servizio di volontariato,molto importante per creare un clima di fiducia.

Prog. 1911

scavo di un pozzo 4.000 €impianto elettrico 900 €recinzione 2.100 €

Contributo richiesto 7.000 €

MESSICO proget to 1724Progetto 1911 COLOMBIA

Da ultimo il Centro dovrebbe aiutare le giovanicoppie a creare piccole cooperative agricole e aservire per l’alfabetizzazione in particolaredelle giovani donne.Il sistema scolastico in Colombia prevede lascuola gratuita dai 5 ai 15 anni, essendo l’istru-zione riconosciuta un diritto della persona. Larealtà però è ben diversa, al di fuori della capi-tale Bogotà. L’analfabetismo secondo gli ultimidati del 2007 raggiunge quasi il 10% dellapopolazione, il che significa che 2.700.000colombiani non sanno leggere e scrivere e che il18% dei giovani in età scolare non riceve nessu-na istruzione. Questo spiega perché il 60% circadella popolazione vive sotto il livello di povertàe il 9% in situazione di miseria. Nella zona di Montañas de Totumo occorrelavorare molto con i genitori per coscientizzarlisull’importanza dell’istruzione dei loro figli eaiutare chi veramente non può permettersi dipagare la scuola. C’è bisogno anche di offrirecondizioni accettabili per gli insegnanti chemalvolentieri accettano di venire in questa zonaremota e pericolosa per un misero stipendio.Il progetto del Centro prevede un totale dispesa di 74.000 euro. All’OPAM chiediamo unaiuto per la fattoria agricola: la perforazione diun pozzo per l’acqua, l’impianto di correnteelettrica, la recinzione, la sistemazione e lamessa a coltura del terreno. Il vostro aiuto saràun importante contributo allo sviluppo di que-sta area tanto bisognosa di un futuro di pace.

Lo sviluppo di una remota regione, terradi guerriglia e di povertà, inizia con lascuola e la formazione al lavoro dei gio-vani, per dimostrare loro e agli adultiche il cambiamento è possibile se si hafiducia e non si rinuncia a fare la propriaparte.

Un Centro per l’alfabetizzazione e la formazione agricola

Rifacimento di tre nuove aule per il seminario di Loto

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Dopo la guerra occorre rimettere lescuole in grado di rispondere al biso-gno di istruzione, premessa per ogniripresa umana, sociale e culturale.Aiutiamo la scuola St. Peter Claver arisorgere.

Sono Mons. Andrew Karnley, da poco elettovescovo della diocesi di Cape Palmas in Liberia.Il territorio della diocesi, situato sulla costa all’e-stremità sud-est del Paese, è il più remoto e menoaccessibile, sebbene contenga gran parte dellerisorse umane e naturali della Liberia. Fondata nel1822 dall’American Colonization Society, unasocietà umanitaria statunitense che propugnavala liberazione degli schiavi afro-americani e il lororeinserimento in Africa, la Liberia divenne indi-pendente nel 1847 adottando una costituzione sulmodello di quella degli U.S.A. Ma dal 1980 fu tra-vagliata da un susseguirsi di colpi di stato, disordi-ni e conflitti che lasciarono stremato il Paese.Secondo statistiche attendibili, dopo anni di guer-ra civile, attualmente in Liberia, che conta circa3.500.000 abitanti, l’85% della popolazione èdisoccupata, il 75% vive al di sotto del limite dipovertà, ed il 45% nella miseria più totale. Lafamiglia media liberiana vive con meno di 1 $ algiorno. La guerra, oltre ai morti e ai mutilati che siè lasciato alle spalle, ha aumentato il numero diragazzi analfabeti e delle ragazze madri. In que-sto contesto la scuola è essenziale per una ripresadel Paese e per venire incontro ai bisogni dei piùpoveri e abbandonati.La mia diocesi - ci spiegava il Vescovo nella sua visi-ta all’OPAM - si estende su 14.000 miglia quadra-te e conta 371.000 abitanti. A Barklayville, capo-luogo della contea di Grand Kru, sorge la “St.Peter Claver Elementary and Junior High School”,una scuola diocesana costruita nel 1935 dai Padridella Società delle Missioni Africane, dalla qualesono uscite generazioni di sacerdoti, religiosi e

laici che hanno contribuito in modo significativoallo sviluppo del Paese.La scuola, che comprende anche l’asilo, è tuttorain funzione. In due piccoli fabbricati distinti stu-diano assiepati 332 ragazzi dai 4 ai 18 anni, sottola guida di 14 insegnanti; per mancanza di spazioperò le lezioni si tengono anche in chiesa. Le aulenon hanno né porte, né banchi, né lavagne oarmadi e la maggior parte degli studenti porta dacasa la propria sedia. In queste condizioni l’inse-gnamento è difficile ed è poco efficace. In quasitutte le aule quando piove entra l’acqua, perché iltetto di lamiera ondulata è vecchio e da temponon viene riparato. Bisognerebbe attingere dall’u-nica fonte di reddito, costituita dalle tasse scola-stiche (da 20 a 30 $ l’anno per studente, ma moltisono i poveri che non possono pagare): questeperò non bastano nemmeno a provvedere a sti-pendi dignitosi per gli insegnanti. Avere una scuola che funziona bene è importantenon solo per i ragazzi e gli insegnanti ma per tuttala comunità di Barklayville (4.300 persone). Lascuola rappresenta infatti un centro essenziale perla crescita spirituale e culturale dell’intera popola-zione dell’area. E quindi urgente riparare i tetti, dipingere le pare-ti, provvedere agli infissi ed agli arredi (banchi,sedie, lavagne). Grazie di cuore per l’aiuto che,siamo certi, ci darete.

LIBERIAProgetto 1912

Prog. 1912

rifacimento tetti, soffitti, tinteggiatura 2.540 €serramenti e arredi 2.960 €trasporto, mano d’opera 2.220 €

Contributo richiesto 7.720 €

Una scuola da riparare dalle ferite della guerra

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Una scuola da riparare dalle ferite della guerra

Padre Uqbagaber Woldeghiorghis è il respon-sabile del CESK, Segretariato cattolico diocesanodella diocesi di Keren (eparchia), nella regioneAnseba nel Nord dell’Eritrea. Nei mesi scorsi ci aveva fatto visita con il vescovoAbune Yebio Kidane, per illustrarci la difficile situa-zione che il popolo eritreo sta attraversando.L’Eritrea, piccolo Paese nel Corno d’Africa, tra ilSudan, l’Etiopia, Gibuti e con una lunga strisciacostiera sul Mar Rosso, ha una popolazione di circa4 milioni di abitanti suddivisi in nove gruppi etnici.Le due religioni principali sono l’islam (61%) e il cri-stianesimo (39%): cristiani e musulmani finora con-vivono pacificamente. Il Paese è arrivato all’indi-pendenza dopo una devastante guerra durata 30anni. Se prima della guerra il Paese godeva di undiscreto benessere, con l’indipendenza nel 1991 haintrapreso il suo difficile cammino con un debolelivello economico, basato sull’agricoltura tradizio-nale e l’allevamento del bestiame. Purtroppo perònegli ultimi 5 anni l’Eritrea è stata colpita dalla piùgrave ondata di siccità della sua storia.L’agricoltura non è più in grado di soddisfare il fab-bisogno di cibo, il patrimonio zootecnico è statofortemente decimato e molte fonti d’acqua pro-sciugate. Su questa situazione disastrosa s’innestaanche la questione della mancata definizione deiconfini con l’Etiopia, che crea uno stato di guerranon combattuta ma che provoca non pochi pro-blemi economici e psicologici nella popolazione,tra cui l’esodo dei giovani all’estero in cerca di for-tuna.Lo Stato eritreo nello sforzo di dare una rispostaalle necessità della popolazione ha chiamato a rac-colta tutte le istituzioni presenti nel Paese. LaChiesa cattolica eritrea, attraverso le sue tre dioce-si (eparchie) è tra i partner più attivi e uno dei prin-cipali protagonisti per lo sviluppo della nazionecon servizi socio-pastorali quali l’istruzione, la lottaall’AIDS, i programmi per lo sviluppo familiare,delle donne, ecc. Tutte queste attività sono orga-

Prog. 1913

stipendio per un anno a 25 insegnanti (44€x25x12) 13.200 €

Contributo richiesto 13.200 €

Progetto 1913 ERITREA

nizzate e seguite a Keren dal CESK, strutturato insette dipartimenti. Quello dell’istruzione è fra i piùimportanti e attentamente seguito. Il fine dellascuola non è solo l’apprendimento, ma anche l’e-ducazione globale della persona senza discrimina-zione alcuna per garantire la convivenza pacifica dipersone di etnie e religioni diverse. Attualmente ladiocesi sostiene 6 scuole materne, 24 scuole prima-rie e 1 scuola superiore di formazione agro-tecni-ca, equamente distribuite su tutto il territorio dio-cesano. Gli studenti iscritti sono in totale 7.000 con200 insegnanti. Grande è sempre stato lo sforzo della Chiesa eri-trea e in particolare della diocesi di Keren per nonfare mai mancare l’istruzione anche durante laguerra con l’Etiopia, gestendo in quel periodo il90% delle scuole, ristrutturando e inaugurandoscuole anche nei villaggi più remoti. Anche dopol’indipendenza la Chiesa ha saputo riorganizzarsiadeguando i suoi programmi scolastici a quelli sta-tali, studiando azioni di sostenibilità con l’aiuto divari partner. In questo momento di particolare crisiche attraversa il Corno d’Africa la comunità sentepiù che mai urgente il bisogno di istruzione. Ma ifondi mancano a causa della miseria che ha colpi-to l’intera popolazione. P. Uqbagaber ci ha chiestodi sostenere per un anno lo stipendio ai 25 inse-gnanti dei 575 alunni della scuola primaria “SanMichaele” di Ashera, una delle più importanti eantiche scuole della diocesi. Distrutta dalla guerra,ha ripreso vita pur se in un edificio assai vecchio,privo di acqua e di servizi igienici ma fornito di luceelettrica.

L’emergenza del Corno d’Africa non èsolo la mancanza di acqua e di cibo, maprima ancora di istruzione, la sola che puòarrestare il drammatico esodo di una gio-ventù senza speranza, che affronta ilrischio della morte attraversando il deser-to e il mare per sfuggire ad una vita senzafuturo.

Stipendio per 25 maestri dellascuola “S. Michaele” di Ashera

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La scuola spesso non basta,quando i ragazzi sono poiabbandonati a sé stessi. Ildoposcuola permette di assi-milare le nozioni apprese masoprattutto di svolgere unavera opera di formazioneumana.

Sono P. Raymond Saba, prete dio-cesano da poco rientrato in patriadopo gli studi a Roma. Ho ricevutol’incarico di vicario parrocchiale eresponsabile della pastorale giovani-le a Kidahwe, un villaggio ruralenella diocesi di Kigoma, a 38 km daquesta città. Il progetto che vi pre-sento nasce dal desiderio di venireincontro ai bisogni della mia gente, soprattutto iragazzi. La maggior parte della popolazione inquesto villaggio pratica l’agricoltura ma i raccoltisono molto scarsi a causa del terreno poco fertilee della mancanza di tecniche moderne e attrezza-ture adatte. Visitando le comunità cristiane di base ho la possi-bilità di vivere a contatto con la realtà dei bambi-ni e giovani. Tanti fra loro trascorrono buonaparte del tempo dopo la scuola sulla strada, chie-dendo l’elemosina e facendo piccoli lavoretti.Molti altri trascorrono questo tempo in un ‘centrosociale’, unico punto di incontro nel villaggio, aguardare ogni tipo di trasmissione e di film, senzaessere guidati ad una lettura critica. Tante sono lefamiglie povere che non mandano a scuola i figli;e quelle che li hanno iscritti non riescono spessoad acquistare le divise e il materiale scolastico.Fortemente colpito da questa situazione, conl’aiuto di alcuni amici abbiamo cominciato a radu-nare i bambini in parrocchia ogni pomeriggio.Sono 85 bambini e facciamo loro il catechismo. Manon basta. Sentiamo indispensabili anche l'istru-zione scolastica, il gioco e, se possibile, la proie-zione di qualche film adatto a loro. A Kidahwe c'è anche una scuola secondaria pub-blica, ma con soli 4 insegnanti. L'anno prossimo unprimo gruppo di ragazzi affronterà il NationalExamination per poter accedere all’High School.La loro preparazione purtroppo è molto scadente.Vorremmo poterli aiutare offrendo loro un luogo

e l’opportunità di ricevere qualche lezione supple-mentare in un doposcuola ben organizzato, con lapossibilità di consultare anche un piccola bibliote-ca. Quello che stiamo cercando di fare, innanzi-tutto, è provvedere a questi ragazzi e bambiniuno spazio tranquillo per lo studio e gli strumentiper la loro crescita umana. Soltanto in questomodo potremo formare delle persone mature eresponsabili. Il Centro sarà aperto a tutti i bambi-ni, cristiani o non cristiani.I nostri fondi sono del tutto insufficienti, per que-sto chiediamo il vostro aiuto, amici dell’OPAM. Peril momento non possiamo costruire alcuna aulaperché il costo è per noi troppo elevato ed abbia-mo deciso di sfruttare due locali esistenti dellaParrocchia. Ma occorre con urgenza rimettere aposto la struttura, fornirla del materiale e del per-sonale necessario. Vi ringraziamo fin d’ora dellavostra comprensione.

TANZANIAProgetto 1914

Prog. 1914

tinteggiatura 2 aule 620 €40 banchi e 60 sedie 2.134 €2 lavagne, libri, quaderni, giochi 2.241 €1 televisore 238 €salario per 2 educatrici 420 €

Contributo richiesto 5.653 €

Allestimento di un Centro doposcuola a Kidahwe

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foto di Supersuus17

Allestimento di un Centro doposcuola a Kidahwe

La Mongolia è un Paese grande 5 volte l'Italia, conmeno di 3 milioni di abitanti. Fino al 1989 la suaeconomia era sostenuta dalla Russia ma il passag-gio dall'economia socialista al libero mercato halasciato il popolo mongolo solo e nella miseria, concirca 60.000 famiglie che vivono sotto il livello dipovertà. La situazione è stata inoltre aggravatadalle difficili condizioni climatiche, peggioratenegli ultimi anni con inverni sempre più rigidi (contemperature che arrivano anche a 50° sotto zero)e con brevi estati sempre più aride. La siccità haucciso milioni di capi di bestiame e tanti pastorinomadi hanno abbandonato le campagne percercare migliori condizioni di vita nelle città. AUlaan Baatar, la capitale, si concentra un terzodella popolazione del Paese. Nella sua periferia, incontinua crescita, le “gher”, tradizionali tendemongole circolari, si affiancano a baracche fati-scenti. Disgregazione familiare, miseria e alcolismosono le conseguenze di questa drammatica situa-zione e a farne le spese come sempre sono i bam-bini e i giovani, anche perché il 60% della popola-zione ha meno di 30 anni. Si stima che siano circa100.000 i minori costretti a lavori in nero nellapastorizia, nelle miniere di carbone, nel commercioclandestino. Molte sono anche le bambine chespesso finiscono nel giro della prostituzione. Sonocirca 6000 i minori che, abbandonata la famigliaper sfuggire a situazione di violenza e povertà,arrivano nella capitale dove vivono in tunnel sot-terranei accanto alle condotte per il riscaldamentoe si cibano di rifiuti. Qui al posto della sperata for-tuna trovano umiliazioni e stenti. L'educazione deibambini e dei giovani e la prevenzione del lorodisagio sociale è un problema nuovo per il gover-no che, non avendo le risorse e le competenze suf-ficienti per fronteggiarlo, ha chiesto alla ChiesaCattolica un aiuto in questo campo. AlcuneCongregazioni religiose hanno risposto e fra que-ste le Suore Salesiane di Don Bosco. DallaPrefettura Apostolica di Ulaan Baatar ci scriveSuor Hye Ja Pak (Maria Domenica): “Convinteche si evangelizza educando e si educa evangeliz-

Prog. 1915

arredo scuola 7.000 €

Contributo richiesto 7.000 €

Progetto 1915 MONGOLIA

zando, abbiamo affrontato con entusiasmo egenerosità l' impresa di aprire una missione aOrbit, un sobborgo della capitale. Il rione, in con-tinua espansione, è formato da nomadi, da fami-glie di giovani pastori venuti dalle lontane prate-rie. Non è stato facile iniziare. Si trattava di opera-re in una nazione che da 70 anni aveva chiuso leporte al vangelo, bisognava imparare una linguanuova senza insegnanti capaci di farlo, costruirecase in cui vivere... Inoltre, poiché l'estremapovertà del Paese è poco conosciuta, non è facilereperire gli aiuti economici necessari. Il Vescovo diUlaan Baatar, Mons. Padilla, ci ha affidato la scuo-la primaria diocesana. Abbiamo quasi completatola sua costruzione qui a Orbit, dove i bambiniaspettano da anni di poter iniziare gli studi perchéle scuole non ci sono. Inoltre la struttura servirà adoffrire anche agli adulti analfabeti l’opportunità diimparare a leggere e a scrivere. Ottenere la parifi-cazione della scuola Elementare indispensabile perla validità del titolo di studio e l'accesso alla scuolasuperiore non è un’impresa facile, in quanto ilgoverno avanza esigenze non semplici per ciò checoncerne la struttura e l’arredamento. Ecco perché,trovandoci in ristrettezze finanziarie, osiamo chie-dere all'OPAM un aiuto per poter arredare le auleche potranno accogliere 300 alunni, dalla Ia allaVIa elementare. Il preventivo dell’intero progettoè di 21.108 €. Vorremmo far miracoli senza impor-tunare nessuno, ma da sole non ce la possiamofare, anche se nel cuore abbiamo tanta buonavolontà e tanta fiducia in Dio e nella suaProvvidenza. Chiediamo fiduciose all’OPAM dicoprire un terzo del progetto”.

I giovani sono il futuro della Mongolia; laloro educazione è un servizio offertonella speranza di ridonare a questopopolo il suo splendore e la sua dignità,che la miseria rischia di cancellare persempre.

Arredamento di una scuola per i bambini di Orbit

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Binh Hung: Vietnam:145 bambini strappati alla strada

C ari benefattori aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa sono una suora della Congregazione “Lover of HolyCross Cho Quan”, per 6 anni responsabile del

Centro Sociale del villaggio di Binh Hung dove la nostraCongregazione opera al servizio dei poveri, in particolare ibambini degli immigrati provenienti da diverse zone ruralidel Vietnam e giunti qui per guadagnarsi la vita nella cittàdi Hôchiminh Ville (ex Saigon). Molti di loro vivono sullastrada. Vi scrivo per darvi notizie del progetto da voi finan-ziato (Prog.1811/2010) a sostegno dell’istruzio-ne di questi piccoli che, con disprezzo, vengonochiamati “polvere di vita”. Oggi, grazie a voihanno potuto frequentare le nostre “Loving class”(classi speciali per permettere l’inserimento in unnormale iter scolastico) e oggi quasi tutti fre-quentano la scuola pubblica regolarmente. Il progetto ha coinvolto 145 bambini distribuitiin 6 classi. La maggior parte di questi bambini altermine dell’anno ha superato l’esame di ammis-sione alla scuola primaria pubblica del villaggio.Tre di loro del 1° anno invece hanno dovutoripetere la classe per l’elevato numero di assenze.Tutti i ragazzi del 5° grado hanno superato l’esa-me finale e ora continuano i loro studi nellascuola secondaria pubblica.Dei bambini che hanno frequentato la nostrascuola speciale 43 risiedono presso l’ostello delnostro Centro poiché sono orfani e tutti lorohanno conseguito ottimi risultati.

Inoltre siamo soddisfatti di essere riusciti a coinvolgere nelprogetto la popolazione locale: molte persone del luogohanno offerto il proprio servizio come volontari.Il vostro sostegno per garantire lo stipendio ai 6 insegnantiè stato un aiuto fondamentale che ci ha permesso di utiliz-zare i pochi fondi di cui disponiamo per acquistare leuniformi e il materiale didattico per questi bambini.Con l’Amore del Signore e il vostro generoso aiuto oggiposso affidare con serenità il centro alla nuova responsabilee impegnarmi con fiducia e speranza nella nuova missionealla quale sono stata destinata. Grazie a tutti voi.

Sr. Mary Nguyen Nhu Tha(Responsabile del progetto)

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Aboke, Uganda:libri per 357 studentesse

C on gratitudine e gioia vengo a ringraziarvi per ilcontributo offerto dall’OPAM per l’acquisto deilibri di testo di scienze per le due classi pre-univer-

sitarie del St. Mary College di Aboke in Uganda(Prog.1824/2010). Le studentesse provengono da famiglie povere che non pos-sono permettersi l’acquisto dei libri di testo e spesso nonsono in grado di pagare neppure le rette. Per questo la scuo-la dà in prestito alle ragazze i libri per la durata dei corsi, libriche dovendo essere utilizzati nel tempo da più allieve ven-gono catalogati e custoditi come un tesoro prezio-so. La somma ricevuta grazie al vostro aiuto ci ha per-messo di comperare i nuovi testi di biologia, chi-mica, fisica, agricoltura, matematica e“Entrepreneurship”. Quest’ultima materia forniscele competenze necessarie per avviare e gestire inproprio attività imprenditoriali. Abbiamo invece utilizzato il denaro per i testi digeografia, geologia e meteorologia per acquistare leattrezzature necessarie all’allestimento di una pic-cola stazione meteorologica presso la nostra scuola.L’ufficio meteorologico della zona ci ha propostoinfatti di registrare la scuola come centro di rileva-mento dati autorizzato e punto di referenza siainterregionale che nazionale. Secondo le istruzioniricevute le nostre studentesse saranno coinvolte inpieno nelle osservazioni, registrazioni e comunica-zione a Londra dei dati raccolti e svolgeranno cosìun’attività alquanto importante e di responsabilità

che le rende orgogliose di esser parte di un progetto cosìimportante.Quest’anno abbiamo 357 studentesse, tutte ospiti del con-vitto perché vengono da lontani villaggi rurali. Tante di lorosono intellettualmente molto dotate e promettono bene.Cerchiamo perciò di offrire una preparazione accademicaanche superiore al normale livello nazionale, senza trascura-re una preparazione umana e spirituale.Vi ringraziamo ancora per la vostra generosità che ha resopossibile la realizzazione del progetto e vi assicuriamo lenostre preghiere, perché il Signore vi benedica e conceda legrazie che ciascuno desidera.

Sr. Anna Maria Spiga(Direttrice del St. Mary College di Aboke)

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Porto Viro:una serata all’insegna della solidarietà

L o scorso 24 novembre presso il ristoranteZafferano di Porto Viro il Rotary Club diPorto Viro Delta Po ha incontrato don Aldo

Martini in occasione della presentazione dell’iniziati-va di patrocinio di cui si è reso promotore presso ildistretto 2060.Attraverso una campagna di informazione che ha rag-giunto più di ottanta club Rotary, il presidenteCristiano Agostino Pianta ha promosso l’iniziativalegata al libro “I Quattro Beniamino” di SilviaNadalini il cui acquisto andrà a finanziare il progettoOPAM 1907: la costruzione di un asilo per i bambinidel villaggio di Bambi in Eritrea.Durante la conviviale, in cui erano presenti anche laprofessoressa Boscolo, curatrice della parte didatticadel libro, l’avvocato Maura Veronese, assessore allacultura del comune di Porto Viro e l’autrice dottores-sa Silvia Nadalini, il presidente del Rotary Club diPorto Viro ha illustrato l’impegno del sodalizio nelladiffusione del volume e come le finalità del Rotarysiano vicine a quelle dell’OPAM: entrambi infatticonsiderano l’alfabetizzazione un cardine dello svilup-po e come davvero siano l’educazione e la cultura learmi più potenti per sconfiggere la povertà, la discri-minazione e l’ingiustizia sociale. Anche la costruzione di un asilo diventa in questaottica un’opera importante, perché, come ha spiegatodon Aldo, si inserisce in una più vasta attività di sup-porto ad una comunità poverissima e ad un Paese,quale l’Eritrea, devastato dalla guerra e da una situa-zione economico-sociale veramente critica. Lo sfrutta-mento della donna, la disgregazione delle famiglie,l’impiego dei bambini nel lavoro nero, nel narcotraf-

fico o nella guerra, la prostituzione mino-rile, problemi presenti in tropppi paesi,sono situazioni non più tollerabili ed ilRotary, che da sempre si impegna al ser-vizio dei più deboli con campagne mira-te, ha subito colto nell’impegnodell’OPAM gli stessi orizzonti che perse-gue, vale a dire, il miglioramento dellavita attraverso campagne di sensibilizza-zione e azioni concrete di sviluppo.L’iniziativa del club di Porto Viro è stataresa possibile soprattutto grazie all’entu-siasmo che il governatore del distretto,dottor Bruno Maraschin, ha condiviso dasubito promuovendo, pubblicizzando e

dando ampio respiro all’attuazione del progetto coin-volgendo tutti gli ottantaquattro club dell’area delTriveneto.Al termine della serata don Aldo ha espresso il suovivo ringraziamento agli organizzatori e ai partecipan-ti, augurando che un sempre più ampio raggio dicoinvolgimento di persone e di istituzioni possa por-tare frutti significativi nel campo della solidarietà edella reciproca conoscenza fra Nord e Sud del mondo.

Roma:concerto nel segno dei 150 annidell’unità nazionale

D omenica 18 dicembre nella Parrocchia di S.Luigi Gonzaga si è tenuto come da tradizio-ne il Concerto di Natale a favore

dell’OPAM. Quest’anno il ricavato è servito per poterdare degli insegnanti qualificati ad una scuola mater-na in Guinea Bissau. Il Maestro Roberto Musto, direttore del CoroPolifonico della Basilica di Sant’Agnese fuori le mura,assieme ai coristi e musicisti, ci ha regalato un pome-riggio veramente piacevole.Questo concerto dal titolo originale: “A Cesare levenne un’ambizione…” tratto da un canto popolare

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Tam tam 2012

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dell’Emilia Romagna, è stato preparato pensando ai150 anni dell’unità nazionale. Sono stati infatti ese-guiti canti natalizi tradizionali delle varie regioni ita-liane. Il pubblico ha apprezzato moltissimo la sceltadialettale intervenendo con entusiasmo.Al Maestro Musto e a tutti i componenti del Coro ilnostro grazie più sentito.Un ringraziamento particolare al Parroco Don LucaMaffione che generosamente ogni anno apre le portedella Chiesa di S. Luigi alle nostre iniziative.

Letizia Custureri

Pistoia:è arrivata la cicogna

N on credo ci sia niente di più bello che lanascita di un bambino, sapendo poi chearriva in questo mondo desiderato e amato

e che la sua vita inizia sotto i migliori auspici.Paola e Luca, sostenitori dell’OPAM già da anni attra-

verso un’adozione a distanza, agli inizi di dicembre cihanno voluto far partecipi della loro gioia: esserediventati genitori di due splendidi gemelli. Ci hannomandato questa e-mail che pubblichiamo assieme allafoto dei loro bambini.Auguriamo a Paola, Luca, Samuele e Gaia ogni bene,ringraziandoli per la loro grande generosità.“Cari amici dell’OPAM, siamo Paola e Luca, di Pistoia, genitori a distanza diMarreddy (India), di cui da circa sei anni seguiamo coninteresse e amorevole trepidazione i successi scolastici, glihobby, le condizioni di vita sue e della famiglia, le ami-cizie, il dramma dello tsunami…Scriviamo per rendere partecipi tutti voi di una splendi-da notizia: l’arrivo di due meravigliosi gemellini, Gaiae Samuele, nati rispettivamente il 15 e il 16 novembre,per la gioia immensa di genitori, nonni, zii, cugini e

amici.Per ringraziare il Signore di questo dono splendido (edoppio!!!), abbiamo deciso di raddoppiare anche il nostroimpegno con l’OPAM, offrendo la possibilità anche adun altro bimbo, più svantaggiato rispetto ai nostri, diavere un contributo per la propria crescita ed istruzione. Nel ringraziare con affetto e riconoscenza l’associazioneper l’impegno con cui svolge il suo ruolo e per le splen-dide opportunità che offre, porgiamo a tutti i volontarie a tutti i sostenitori dell’OPAM i nostri più sinceriauguri per un Santo Natale di gioia, pace e serenità.Samuele e Gaia con mamma e papà.

Roma:un maestro come regalo

I l sorriso radioso di Vera e Fabio, che si sono spo-sati a settembre, testimonia anche una loro bel-lissima azione. Fabio è un giovane insegnante

della Scuola Elementare “Giorgio Franceschi” diRoma. Qui sono nati ben quattro gemellaggi, con ibambini delle Filippine, dell’India e della Thailandia.I colleghi gli avevano chiesto di scegliere un regalo,perché avevano raccolto una piccola somma a que-sto scopo. La risposta è stata: ”Destinatela all’adozio-ne di un maestro”. E’ questa una delle iniziativedell’OPAM per promuovere l’istruzione nei Paesi inVia di Sviluppo. Alla nostra lettera di ringraziamento, Fabio ha rispo-sto ringraziando noi “per l’attenzione e l’affettomostrato”. E minimizza la generosità del dono:“Vorrei sottolineare la partecipazione e l’importanzadelle colleghe della Scuola “Giorgio Franceschi”, che mihanno dato l’opportunità di conoscervi e che hanno con-diviso con noi questo piccolo gesto”.E la somma, non così piccola, servirà per ben tre annia sovvenzionare un maestro, che insegnerà ad un inte-ro villaggio.

Anna Maria Palmieri

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Tanti modi per...

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I nvitato dal Gruppo OPAM di Pisa il 25 novembre scor-so ho avuto la gioia di incontrare una comunità chenegli anni ha dato tanto alla causa dell’alfabetizzazione.

Dopo la scomparsa nell’arco di neppure due anni di tremembri fortemente significativi - Don Waldo Dolfi, SergioPellegrini e Loredana Penco - si è sentito il bisogno di “ser-rare le fila” per riprendere il cammino, come spiegaGiuseppe Meucci, membro del Gruppo nel suo resoconto:“Una risposta possibile, concreta e piena di speranza, all’ingiu-

stizia e alla povertà. Così nasceva 40 anni fa l’OPAM, fonda-ta da D. Carlo Muratore in seguito alla sua diretta esperienza,durante gli anni di missione, dei tanti soprusi di cui erano vit-time i contadini venezuelani, che non potevano difendersi per-ché non sapevano leggere e scrivere. “Poveri Cristo”, come milio-ni di essere umani che ci dicono (parafrasando): “…avevo famee avevo sete di giustizia…”. Proprio da qui si sviluppava la mis-sione propria dell’OPAM. Alfabetizzare i popoli del TerzoMondo perché fossero in grado di leggere la realtà per compren-derla, e aiutarli a raggiungere la propria autonomia. La mis-sione dell’OPAM si è radicata da molti anni anche nel nostroterritorio, prendendo vita nella Comunità Parrocchiale di S.Stefano nel 1994, anno di fondazione del Gruppo, e coinvol-gendo molte persone di altre Parrocchie. Tra i “Soci fondatori”Jone Guerrieri Duminuco e Anna Lucia Picotti Varanini, lequali – nonostante un’età di tutto… rispetto – continuano aregalarci la loro testimonianza di fiducia nel bene. Tra le perso-ne che nel tempo hanno dato sostanza e impulso all’iniziativadell’OPAM spiccano don Waldo Dolfi, assistente ecclesiastico,Sergio Pellegrini e Loredana Penco, che hanno animato e soste-nuto il Gruppo nel corso degli anni e ne hanno successivamen-te assunto la responsabilità, garantendo i collegamenti con lasede di Roma. Alla loro opera e di tanti soci generosi si deve ilmantenimento dell’iniziativa pisana e proprio nella memoriadi questi tre amici il gruppo è stato convocato per un incontro

con Mons. Aldo Martini, Presidente dell’OPAM. La riunionesi è svolta presso la Parrocchia di S. Stefano e ha visto la parte-cipazione attenta e commossa di oltre 50 persone, ricche di unaesperienza di sostegno ai progetti, condivisa negli anni e legateda stima, amicizia, affetto, riconoscenza a chi nel tempo hacostituito la spina dorsale del gruppo.Mons. Martini ha illustrato le caratteristiche dell’OPAM, alter-nando testimonianze di vita con presentazioni filmate. Daldiritto all’istruzione nei Paesi in Via di Sviluppo la riflessione siè allargata agli altri bisogni che emergono in queste situazioni:la fame, la salute, la casa, la mancanza del lavoro, le situazio-ni di conflitto e di guerra… L’OPAM, nel suo impegno cre-scente, sta tracciando un sentiero di speranza, per garantire lapossibilità di una crescita per tanti bambini, giovani e adultiche altrimenti non avrebbero una possibilità per il loro futuro.Il gruppo di Pisa intende riprendere di buona lena il propriocammino, proprio nel nome degli amici di cui facciamo memo-ria. Per dare concretezza al desiderio espresso dal Prof. UmbertoPenco, che lui stesso ricordava nel volantino di invito (“realiz-zare un progetto in ricordo di Loredana, Sergio e DonWaldo, perché i loro nomi siano portati in qualche angolosperduto del mondo, dove il nostro aiuto concreto sarà illu-minato dal brillare di un sorriso”), è stato individuato un pro-getto particolare, che verrà intestato ai tre soci defunti: il rifaci-mento di tre aule di un complesso scolastico a Loto, in diocesi diKole, nella Repubblica Democratica del Congo. Durante la riunione è stato dato il via alla raccolta di contri-buti per questo progetto, che prevede un impegno di circa15.000 Euro. Per ulteriori contatti e per far pervenire il propriocontributo si può far riferimento a Maria Iacona Carbone (tel.339.7935.997) socia OPAM e incaricata dal Gruppo”. All’iniziativa sostenuta da D. Carlo Campinotti Parroco diS. Stefano, ha subito aderito Don Luigi Gabbriellini, il qualeha voluto inserire il Progetto tra le tre attività caritative pro-poste alle sue comunità parrocchiali di S. Marta e di S.Maria Madre della Chiesa durante tutto l’anno liturgico2012, invitandomi a illustrarlo durante l’omelia alle Messedella Ia Domenica di Avvento.Ringrazio gli amici di Pisa per l’accoglienza riservatami, l’en-tusiasmo dimostrato e l’impegno che con coraggio hannoassunto. Ma siamo sicuri che i nostri tre amici Pisani dalCielo non faranno mancare il loro potente sostegno.

Don Aldo

Gruppi OPAM

Incontro col Gruppo di Pisa

In primo piano le due fondatrici del gruppoIn primo piano le due fondatrici del gruppo

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“Vera carissima, eccoci qua, tutti intorno a te per dirti addio.Di quanti impegni e incarichi ti sei sempre caricata, sia inparrocchia che nelle varie associazioni! Specialmente l’O.P.A.M., di cui ti eri fatta portavoce nella nostra città e allaquale hai dato molto, ha assorbito molte tue energie. TraA.I.M.C. e O.P.A.M., hai dato vita ad un felice sodalizio incui tutte ci siamo sentite coinvolte perché hai saputo tenerciunite con la tua bontà, la tua dolcezza, la tua amicizia discre-ta e sincera, diventando un nostro punto di riferimento.Soprattutto in quest’ultimo scorcio della tua vita anche questoci hai insegnato: l’accettazione serena e cristiana di quanto tistava capitando. Grazie Vera, e grazie per la tua preziosa ami-cizia di cui ci hai fatto dono.”Ma il ricordo più toccante ce l’ha inviato la figlia Debora.“Nel doloroso bisogno di riuscire a dire sulla mia mammaqualcosa che la ricordi nel modo giusto, ho ritrovato nellamente un episodio per me speciale. Sento che racchiude l’essen-za di quello che lei è stata e lo condivido con voi, perché so chevi sono incastonate le parole per raccontarla.È domenica, la cagna abbaia al cancello con una ferocia cheriserva solo a lui, alle sue enormi borse di venditore de-ambu-lante nordafricano. È un omone alto e robusto, è sempre statoproblematico per mia madre trovargli scarpe e abiti adatti. Hacapelli grigi, occhiaie e occhi neri, la voce che dondola come ilsuo passo sotto il peso della sua merce. “Ciao, eccomi qui!” –grida appena mi vede alle prese con il cane che non tace. Sulviso ha la certezza di essere giunto in un posto dove è sempreaccolto e io non trovo la forza di spiegargli niente: che miamadre è nel letto, che non scenderà le scale per comprargli cal-zini e tute, che non lo farà mai più… dico solo: “è malata,tanto”. I miei occhi gli dicono il resto, non occorre altro. Laluce si spegne sul suo volto e ci troviamo per un attimo a con-templare insieme il dolore: è vera intercultura, perché il dolo-re, come l’amore parlano una lingua che tutti sappiamo. Dice:“La tua è una mamma del mondo”. Ha semplificato al mas-simo, come succede quando si parla in una lingua straniera eha saputo raccontare mia madre a me che di parole non neavevo più.Ci sono, in giro, di queste mamme del mondo, passano sorri-dendo e operano silenziose. Si riconoscono perché accanto aloro tutti, amici, parenti, figli, stranieri, poveri e ricchi, bam-bini e grandi, stanno bene. Mia madre era una di queste, eracome d’inverno l’abbraccio di una cucina calda e luminosa,fragrante di pane appena sfornato: senza di lei ho capito cosasia il freddo”.Cara Vera, ci mancherà il tuo sorriso, la tua fine signorilità,la tua visione serena, il tuo incoraggiamento. Ma pensan-doti nella Luce del Signore siamo sicuri di non averti persa:non sei un’assente, sei solo un’invisibile presente.

Don Aldo

L a mattina del 28 novembre scorso il Signore hachiamato a Sé la nostra cara amica VeraCiambellotti in Roncari, infaticabile collaboratrice

e animatrice del Gruppo OPAM di Ventimiglia, che avevafondato assieme al marito Idelmo accogliendo il messaggiodi don Carlo Muratore. Fino all’ultimo l’OPAM è stata neipensieri e nel cuore grande di Vera. Ero andato a trovarlanelle festività di Tutti i Santi, quando il male stava avan-zando inesorabile. Volle alzarsi dal letto e, attorniata dallafamiglia e da alcune amiche, mi chiese insistentemente:“Don Aldo, ci parli dell’OPAM. Come va l’Associazione,quali progetti avete in mente? Cosa facciamo per ilQuarantesimo?” Fu la sua ultima riunione, quasi la conse-gna del testimone. Il suo lungo impegno, intelligente, pru-dente, fattivo è stato il frutto di una forte convinzione e diun squisita sensibilità umana, ma anche di una fede profon-da, nutrita dall’Eucaristia quotidiana e dalla Parola di Dio,come ha sottolineato con toccanti parole nell’omelia fune-bre il suo Parroco, D. Claudio Bigarella. Ai funerali la pre-senza di tanti sacerdoti concelebranti ha evidenziato il suoradicato legame con la Chiesa locale, che trovava espressio-ne concreta nelle multiformi opere di carità a cui si dedica-va in silenziosa umiltà. La folla imponente che l’ha accom-pagnata ha testimoniato la grande stima e l’affetto che lacircondava.Le sue amiche dell’Associazione Maestri Cattolici cosìl’hanno ricordata con commozione al termine della Messa:

Addio Vera, mamma del mondo

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Incontro col Gruppo di Pisa

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O.P.A.M. - Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo - ONG-ONLUS. Mensile di informazione - Direttore Responsabile: MarioSgarbossa - Redazione: Alfredo Bona, Anna Maria Errera, M.Grazia De Strobel, Letizia Custureri, Aldo Martini - Autorizz. del Tribunale di Roma n. 14589 del 7-6-1972. Grafica: Stefano Carfora. Stampa: ABILGRAPH - Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 Roma, Tel. 06.4393933Finito di stampare nel mese di febbraio 2012 • Quota annuale 15 € - 23 CH.F.

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