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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art ,1 comma 2, CB Bologna - Anno XLI - n. 1 - I trimestre Movimento Domenicano del Rosario - Provincia “S. Domenico in Italia” 1/2008

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ROSARIUMPubblicazione trimestrale del

Movimento Domenicano del Rosario

Proprietà:Provincia Domenicana S. Domenico in Italia

via G.A. Sassi 3 - 20123 Milano

Autorizzazione al Tribunale di Bolognan. 3309 del 5/12/1967

Direttore responsabile:fr. Mauro Persici o.p.

Rivista fuori commercio

LLee ssppeessee ddii ssttaammppaa ee ssppeeddiizziioonnee ssoonnoo ssoosstteennuuttee ddaaii bbeenneeffaattttoorrii

Anno 41°- n. 1

stampa:

Tipolitografia Angelo Gazzaniga s.a.s.

Milano - via P. della Francesca 38

Movimento Domenicano del RosarioVia IV Novembre 19/E

43012 Fontanellato (PR)Tel. 0521822899Fax 0521824056Cell. 3355938327

e-mail [email protected]

CCP. 22977409

La conoscenza che salva Card. Giacomo Biffi 3

Il pericolo per l’educazione dei nostri figli si nasconde... nel tubo catodicoMauro Faverzani 8

Intervista ad Alessandro Gnocchi 12

Roma: la catacomba di santa Priscillauna culla del culto mariano Suor Maria Francesca 15

Il Rosario è veramente una preghiera universalmente stimatafra Carlos Azpiroz Costa 18

Catechismo per tutti: l’acqua benedetta 23

Testimonianze 26

Nuovi iscritti 29

Pagina della riconoscenza 30

SOMMARIO

Manoscritti e fotografie, anche se nonpubblicati, non vengono restituiti.L’invio delle fotografie include il consensoper una eventuale pubblicazione.

Pag. 4 e seguenti:SEGUACE DI BERNARDINO LUINI

Paesaggio, S. Maurizio al MonasteroMaggiore, MilanoPag. 15 e seguenti:Interni di catacombe di RomaPag. 23 AURELIO E GIOVAN PIETRO LUINI,Battesimo di Cristo, S. Maurizio alMonastero Maggiore, Milano

buona pasqua

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CCCCaaaarrrrddddiiiinnnnaaaalllleeee GGGGiiiiaaaaccccoooommmmoooo BBBBiiii ffffffff iiii

AAAA rrrrcccciiiivvvveeeessssccccoooovvvvoooo eeeemmmmeeeerrrr iiiittttoooo ddddiiii BBBBoooollllooooggggnnnnaaaa

la conoscenzache salva

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L’itinerario quaresimale verso la Pasqua – che ogni anno ci è riproposto conpaziente tenacia dalla Chiesa – è un pellegrinaggio verso il «cuore» dell’avveni-mento cristiano; è la proposta di riscoprire a un livello più profondo la nostra iden-tità di credenti; è l’invito a cogliere l’essenziale dell’esistenza, dell’esistenza nuova,della nostra più autentica esistenza di uomini, che è l’esistenza stessa del Figlio diDio crocifisso e risorto offerta alla nostra condivisione.È un percorso non facile, costoso come tutto ciò che vale, insidiato come è sempreinsidiata la verità delle cose quando si trova a fare i conti con il vuoto prepotentedelle apparenze e con l’arroganza delle sempiterne menzogne; che è appunto lanostra quotidiana esperienza nel mondo.Perciò è saggio lasciarsi sorreggere e guidare in questo camminare accidentato; èsaggio lasciarsi aiutare particolarmente da colei che è stata la prima pellegrinadell’Assoluto, la più agile e la più determinata. Maria, e lei sola, ha potuto puntareall’Assoluto con un amore limpido, appassionato, totalizzante: l’amore del suocuore di vergine, che non si è mai disperso in nessuna diversa attenzione, e l’amoredel suo cuore di madre.Questa tensione a Cristo, Verità unitotale, centro e senso di ogni esistenza, è in leitanto forte ed esuberante che può comunicarsi anche a quanti, come noi, voglionolasciarsi coinvolgere e arricchire spiritualmente dalla sua imparagonabile capacità didonazione.Ecco la ragione della nostra ascesa su questo monte, a ridosso della celebrazionepasquale; ecco la ragione del nostro trovarci in questo bel santuario che da ottosecoli per le genti bolognesi raffigura e attua la presenza incoraggiante della Madredi Dio e il suo soccorso alle nostre ansie e alle nostre tristezze.A lei chiediamo che ci illumini e ci rianimi nella nostra ricerca, che è ricerca disenso, ricerca di perdono, ricerca di vita eterna; vale a dire ricerca di ciò che noi, se

Discorso pronunciato in occasione del pellegrinaggio universitario al Santuario della Beata Verginedi San Luca, venerdì 18 marzo 1994. Pubblicato in BAB, LXXXV, 3/1994, pagg. 86-89.

la conoscenzache salva

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abbandonati a noi stessi, non possiamo raggiungere in nessun modo, ed è invecequanto di più necessario ci avvenga di desiderare.Ricerca di senso, perché non tolleriamo più di vivere nell’assurdo che oggi sembraconnotare ogni cosa. Ricerca di perdono, perché il nostro peccato ci intristisce e, senon è dissolto, ci impedisce di giudicare rettamente gli accadimenti e le idee.Soprattutto ricerca di vita eterna: come accontentarsi di una vita che dopo qualchetempo finisca? Come accontentarsi di una vita che ci dia sì qualche soddisfazione,ma parziale ed effimera, e non ci renda esaurientemente felici?Che ne facciamo di una vita che, nonostante quanto ci può offrire la cultura più raf-finata e la scienza più progredita, resti enigmatica e paia sorda proprio nei confrontidegli interrogativi che contano?D’altronde, neppure ci andrebbe bene una vita eterna che fosse solo una speranzaremota o un’utopia inarrivabile come l’estremo orizzonte. Abbiamo bisogno di unavita eterna che già sia esperienza e possesso di questi nostri giorni inquieti; magariun possesso iniziale e ancora avvolto nel mistero, ma già reale e pacificante.

Solo in Cristo possiamo amare Dio e sentirlo a noi «prossimo»Ci risponde Gesù, nella grande preghiera dell’ultima sera registrata dal vangelo diGiovanni: Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui chehai mandato, Gesù Cristo (Gv 17, 3). Questa è la vita eterna: questa è già adesso lavita, la vita vera senza di che la mia anima, anche se crede di vivere, è morta; lavita che non muterà sostanzialmente, neppure quando approderemo nel Regnodella luce, al cospetto di quel Dio nel quale non c’è variazione né ombra di cam-biamento (Gc 1, 17).Che conoscano te e colui che hai mandato. Atto primo e fonte della vita dello spiri-to è sempre la conoscenza: una conoscenza che non sia illusoria, ma sia sostanzialefruizione della verità.Dio e Cristo: sembrano due oggetti distinti, e teoricamente lo sono. Ma nella con-cretezza dell’attività intellettuale dell’uomo in questo ordine di cose, l’uno è inclusonell’altro nella stessa contemplazione vitale.Dio nessuno lo ha mai visto, ci ripete san Giovanni (cf. Gv 1, 18; 1 Gv 4, 12). Soloin Cristo lo percepiamo reso accessibile e fatto «prossimo», tanto da poterlo ancheamare.In Cristo crocifisso, principio di redenzione e di salvezza, ogni contestazione di quelCreatore che non impedisce la sofferenza e il peccato si dissolve. In Cristo crocifis-so e risorto, modello e causa dell’universo rinnovato, ogni scandalo per l’apparentevittoria del male è superato nella certezza di una gloria che è già in atto e nella sco-perta di un disegno trascendente, incomprensibile in se stesso ma capace di illumi-nare le opacità della natura e della storia.Ci dice Gesù: Chi ha visto me ha visto il Padre… Credetemi: io sono nel Padre e ilPadre è in me (Gv 14, 9. 11).Ci sono certo anche coloro che dicono di accettare Dio e poi rifiutano di adorareGesù di Nazaret. Ma la contraddizione di solito è più apparente che reale. In effetti,

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costoro o non credono nel Dio vivo e vero, ma in un idolo esistenzialmente insigni-ficante; o, senza saperlo, anelano a Cristo e già lo raggiungono con un’adesionealmeno implicita e confusa.Chi odia me odia anche il Padre mio (Gv 15, 23): è un’altra parola del Signore, ben-ché sia tra le meno citate.Ciò che davvero divide l’umanità non è il Dio dei filosofi o il Dio che le religionionorano con vari nomi; è il Cristo, «Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Diovero».Perciò egli fin dall’infanzia è stato profetizzato come il segno di contraddizione,perché siano svelati i pensieri di molti cuori (Lc 2, 34. 35). Perciò lui stesso ha dettodi sé: Non sono venuto a portare pace ma una spada. Io sono venuto infatti a sepa-rare… (Mt 10, 34. 35): che è, anche questa, una frase di lui poco ricordata e pochis-simo presa sul serio.

Non attraverso i concetti razionali comprendiamo realmente Dio, ma lasciandoci afferrare da CristoPerò non ogni conoscenza di Gesù è salvifica, come non ogni conoscenza di Dio èsorgente di senso, di perdono, di vita. San Giacomo ci ammonisce che anche il dia-volo sa che c’è un Dio solo e trema davanti a lui, senza che questa consapevolezza equesto timore abbiano valore alcuno (cf. Gc 2, 19). La narrazione di Marco nota chei demòni conoscevano Cristo (cf. Mc 1, 34) e gli obbedivano (cf. Mc 1, 28); marestavano creature irredimibili.La pagina evangelica che è stata qui proclamata affronta esplicitamente il problemadell’ambiguità che può esserci nella nostra conoscenza del Salvatore.Gesù ammette che anche i suoi malevoli ascoltatori sanno tutto di lui: Voi mi cono-scete e sapete di dove sono (Gv 7, 28). Eppure cercano di sopprimerlo.In realtà, c’è una conoscenza di Cristo che non è salvifica, anche quando è sorrettadall’erudizione e dalla serietà metodologica.Quanti studi sull’origine del cristianesimo, quante esegesi puntigliose dei testi bibli-ci, quante esplorazioni che ritengono di essere spassionatamente storiche, assomi-gliano alla cristologia degli scribi e dei farisei! Il Signore viene studiato quasi con-trapponendosi a lui, quasi con l’atteggiamento di un entomologo che scruta gli inset-ti. Viene studiato oggettivando, per così dire, colui che è la Luce e la Vita degliuomini e facendo attenzione che il suo messaggio e il suo mistero non arrivino alcuore e non sconvolgano le persuasioni fondamentali e le care abitudini del ricerca-tore. Alla sessione di esami ultima e definitiva Gesù, unico e assoluto Maestro, boc-cerà questi analizzatori dell’evento cristiano – siano essi studenti o professori –dicendo: Non hanno conosciuto né il Padre né me (Gv 16, 3).Chi pensa a Dio solo considerandolo come un’eventuale ipotesi alternativa a quelladel caso e del mondo come accidente fortuito, crede magari di fare della scienzareligiosa o addirittura della teologia; in effetti, non esce dal piccolo groviglio deisuoi concetti e non si accorge della vastità e della ricchezza del reale. Per lui la

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ragione è sì un chiarore che illumina un po’ la vicenda terrena; ma un chiarorecome quello del sole che, fasciando il cielo, ci impedisce di percepire l’immensitàdello spazio popolato dalle miriadi di stelle.La conoscenza salvifica di Cristo e di Dio – nella quale sta la vita eterna – è fruttosenza dubbio di leale, disinteressata, rigorosa ricerca del vero, ma anche di apertadisponibilità a lasciarsi afferrare da colui che non è mai adeguatamente capito senon è anche amato.Il Redentore, che ci è stato assegnato dal Padre, ci ha riscattato sacrificandosi perso-nalmente per noi; così noi possiamo accedere a lui soltanto se abbiamo il coraggiodi mettere in gioco per lui tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo.Come ha fatto Maria, che ha cominciato a comprendere il disegno trascendente diDio su di lei quando col suo «sì» ha accettato di entrarvi e di compiere la parteeccezionale ed esigente che le veniva assegnata. Perché il disegno eterno pensato evoluto per noi – che si corona e si compendia nel mistero di Cristo – lo si capiscesolo dal di dentro: chi se ne tiene estraneo si autocondanna all’ottusità.Allo stesso modo l’intelligibilità della Chiesa, Sposa e Corpo del Signore, è conces-sa soltanto a chi cordialmente, docilmente, gioiosamente, si fa partecipe della suavita e del suo patrimonio di verità, senza riserve. Chi invece dall’esterno analizza evaluta la sua costituzione e la sua storia, non valuta secondo verità e analizza undato irreale.Il dono pasquale da implorare oggi, qui, nella casa della Madre del Redentore e deiredenti, è appunto, come ci ha fatto pregare la liturgia della prima domenica di qua-resima, «di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo conuna degna condotta di vita».

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Gli articoli pubblicati su “Rosarium”sono tratti dal libro““LLaa ddoonnnnaa iiddeeaallee””

del Cardinale Giacomo BiffiArcivescovo emerito di Bologna

in vendita presso Edizioni Studio Domenicano

via Dell’Osservanza, 72 - 40136 Bologna Tel. 051/582037

Fax 051/331583 - [email protected]

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Media e new media propongono spesso veri e propri disvalori o con-tenuti immorali, all’insaputa dei genitori.Il Papa è molto chiaro: “I programmi che inculcano violenza e com-portamenti anti-sociali o volgarizzano la sessualità umana sonoinaccettabili, tanto più se proposti ai minori”. Eppure in molte casesono proprio papà e mamma ad affidare al piccolo schermo lo sco-modo ruolo di “baby sitter elettronica”. Senza percepirne le possibi-li, pesanti conseguenze…

Papa Benedetto XVI è stato chiaro: “Le mie preoccupazioni – ha detto nel marzo scor-so, rivolgendosi ai partecipanti all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delleComunicazioni Sociali – non sono diverse da quelle di ogni padre o madre o cittadinoresponsabile”. In che senso? Nel senso che “la responsabilità di introdurre ed educare ibambini e i giovani nella via della bellezza, della verità e della bontà è seria” e puòessere sostenuta dai mass-media “solo nella misura in cui promuovano la dignitàumana fondamentale, il vero valore del matrimonio e della vita familiare, i successi egli obiettivi dell’umanità”. Il che da una parte chiama in causa i “leader dell’industriadei media” ed “i produttori”, ma dall’altra chiama in causa direttamente le famiglie,invitate a non delegare, a non trasformare cioè il tubo catodico in una baby-sitter elet-tronica, cui affidare indiscriminatamente ed “a prescindere” i propri figli, per non farlicrescere a telepromozioni e spot, anziché a biberon e coccole.

Ma è proprio così? Papà e mamme percepiscono il problema nella sua reale portata edin tutta la sua complessità? Hanno, essi stessi, le chiavi di lettura, gli strumenti interpre-tativi fondamentali, per assolvere tale compito?

Quanti hanno piazzato i pargoli davanti alla serie “The Simpson” o li hanno portati avedere il relativo film, alzino la mano! Molto bene, anzi no. Il perché, basta un minimodi passione educativa e d’interesse critico verso quanto venga propinato ai figli, persaperlo. Tuttavia, ricorriamo per autorevolezza e serietà scientifica di analisi agli espertidel settore. Il professor Armando Fumagalli è docente di Semiotica e direttore delMaster Universitario in Scrittura e produzione per la fiction ed il cinema presso l’Uni-

il pericolo per l’educazione dei

nostri figli

si nasconde … nel tubo catodico

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versità Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché consulente per lo sviluppo progettipresso la società di produzione televisiva Lux Vide. Un “addetto ai lavori”, insomma.Ha recentemente pubblicato presso l’editrice Ares il volume “Scegliere la tv” a quattromani con un’altra esperta, Chiara Toffoletto, story analist per la stessa casa di produzio-ne televisiva e collaboratrice per le attività didattiche presso lo stesso Master.Bene, sfogliando il loro libro ed andando alla voce “I Simpson” si fa una prima “sco-

perta” (che in realtà scoperta non è, perché i più avveduti già ne erano informati): laserie nacque vent’anni fa “per i grandi” (pag. 334 del testo). Quindi, non per i bambini.Non voleva sin dall’inizio essere una fiaba, bensì “una pungente satira sociale” di“inaudito cinismo” e “di inconcepibile cattivo gusto”. Basterebbe questo per spegnereil piccolo schermo. Ma andiamo avanti. Sin dalla sigla di apertura, i protagonisti si pre-

sentano con “la loro lista di pecche”. Lo stesso nome Simpson deriva da Son of a sim-pleton ovvero “figlio di un credulone, di un sempliciotto”. Il padre Homer “è disordi-nato, pigro, un po’ superficiale”, mentre il figlio Bart “ha fatto della scuola elementaredi Springfield il proprio inferno personale”: i due “sono senz’altro i principali respon-sabili delle accuse mosse alla serie di cinismo, volgarità, feroce parodia”. È questo il modello di famiglia che vogliamo proporre ai nostri figli ed a noi stessi?Morale? Questo il giudizio espresso dagli autori del libro: “I Simpson è ideale per un pubblicoadulto, in grado di recepirne le allusioni, i riferimenti, la portata ironica, che a voltesconfina in un compiacimento un po’ sadico; viceversa, i bambini potrebbero restarespiazzati”. Non solo: in alcuni casi “la forte carica sarcastica delle storie sembra ingrado di intaccare ogni valore e per questo richiede allo spettatore adeguata maturitàcritica e discernimento”. Capito? Che, alla fine, sia “la famiglia a vincere, contro ogni pronostico”, ch’essa sia“al centro” e che non manchi “un inconsueto ottimismo di fondo”, non toglie che taletrasmissione non sia esattamente la “tata” ideale, cui abbandonare soli soletti i nostrifigli. Se siete tra coloro che l’hanno fatto, comunque, non preoccupatevi: siete in buonacompagnia! La serie trasmessa da “Italia 1” è stata seguita da 2.533.000 spettatori, parial 17,81% dello share. Senza tener conto di quanti hanno continuato e continuano a sor-birsela sul canale satellitare “Fox”.

Ma “The Simpson” non sono l’unico esempio. Potremmo citarne molti altri, anche trai programmi più popolari e cosiddetti (dalle stesse emittenti) “per le famiglie”. Ciascuno

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di loro meriterebbe una riflessione a sé. Tanto per dare qualche riferimento: “I Griffin”,proposti sempre da “Italia 1” e dall’emittente satellitare “Fox”. Benché sia stata trasmessa anche in orari pomeridiani, alle ore 14.30 (intercettando circa3 milioni di spettatori, pari al 15% dello share, tra cui - ahimé - tanti ragazzini), taleserie è “politicamente scorretta” e “per adulti” (quindi, “del tutto inadatta ai bambiniper modalità narrativa e contenuti”): “qualsiasi tipo di credo – si legge sul volume diFumagalli e Toffoletto – è deriso e banalizzato, in testa il Cristianesimo”. Anzi, i cri-stiani vengono definiti come “violenti, bigotti e stupidi. La figura di Dio è spesso ridi-colizzata in modo blasfemo: Gesù, paragonato a Snoopy e ad altri personaggi per bam-bini, è un mago impostore, Dio Padre va a letto con le prostitute e vorrebbe fare sessosenza il profilattico, lo Spirito Santo viene sostituito da Fonzie di Happy Days in unnuovo culto creato da Chris”, che è uno dei figli dei protagonisti della serie, Lois ePeter, i quali, come genitori, “non sono esemplari e le loro capacità educative sonodiscutibili”. Vengono, inoltre, ridicolizzati “anche gli ebrei osservanti per il loro mododi comportarsi”. Spesso vengono presentate scene di sesso o comunque morbose, sebbene non del tuttovisivamente esplicite. Frequenti le apparizioni di prostitute o di nudi maschili parziali, iltema dell’omosessualità viene guardato con compiacente benevolenza (nozze gay com-prese), numerose sono le scene di violenza “con spargimento di sangue ed arti mozza-ti”. “Può valere come sintesi –affermano gli autori del libro- la filosofia di Peter difronte ai difficili problemi familiari: ‘Questo è il tipo di problema che si risolve da solo,se lo ignori’. Non c’è nessun orizzonte valoriale su cui possa basarsi il rapporto educa-tivo e i legami familiari, se non un reciproco, ma inverosimile, accettarsi”. Tra i perso-naggi pubblici messi in ridicolo, figurano il Presidente Bush, il Papa e Gandhi. In moltenazioni la diffusione dei “Griffin” è stata vietata. In Italia no, sebbene una multa inflitta

a “Italia 1” dall’Agcom, Autorità per le Garanzie sulle Comunicazioni, abbia indottol’emittente a “depurare” semplicemente da alcune espressioni, ritenute più volgari, lepuntate pomeridiane, inventando così - oltre tutto! - una fascia di seconda serata daltitolo “I Griffin VM”, cioè vietati ai minori, con la diffusione integrale della sit-comanimata. Il che non tutela alcuno, ragazzini compresi, dato che – come giustamente evi-denziano gli autori del libro, Fumagalli e Toffoletto – “le loro camere sono dei veri epropri media center privati in cui a ogni ora è possibile fruire qualsiasi tipo di pro-gramma” (e qui la responsabilità è ancora una volta dei genitori, che hanno acquistato

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loro le strumentazioni necessarie ed offerto sul piatto d’argento tale diseducativa“opportunità”…). Non si salvano nemmeno varietà nazional-popolari quali “Buona Domenica” (definito

come un programma privo di fisionomia, caratterizzato da uno “sconcertante relativi-smo”, “cinque ore di nulla” che pongono sullo stesso piano problemi etici, gossip, di-scussioni politiche e telepromozioni, il tutto farcito di liti ed insulti, ancheggiamenti eragazzine scosciate in cerca di visibilità, affiancando starlette coinvolte nelle intercetta-zioni di Vallettopoli a “reduci” della casa del “Grande Fratello”; insomma, una Tv “au-toreferenziale e claustrofobica”, oppure tv movie come “La Sacra Famiglia” (bollatocome un “maldestro tentativo di rilettura della storia della nascita e dell’infanzia diGesù”, debitore delle soap opera per temi, toni e moduli narrativi, nonché privo “di ri-spetto verso i dati più comuni ed accettati della storia sacra, ma anche di contestualiz-zazione storica e geografica di quello che si va a raccontare”, il tutto “a favore di unqualunquismo attualizzante che legge l’esperienza religiosa con linguaggio sentimenta-le”). Tutti programmi, insomma, di fronte ai quali tranquillamente vengono posti inostri figli, spesso non sospettando i rischi in essi viceversa insiti.

L’elenco potrebbe continuare davvero a lungo e non cesserebbe di riservare autentichesorprese rispetto all’immaginario collettivo… Allora, non potendo più contare su di una seria censura, in grado non tanto di vietare odi proibire, quanto di tutelare e garantire il pubblico da contenuti immorali, scadenti e dicattivo gusto, il problema è quello evidenziato dal Santo Padre in occasione della 41

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Giornata Mondiale delle Comunicazioni: la chiave di tutto sta nella formazione, “essen-ziale” per un uso corretto dei media, nonché in un’autentica collaborazione tra genitori,professori e comunità ecclesiale, tra coloro cioè che sono preposti all’educazione dellenuove generazioni, al fine di renderli essi stessi “selettivi”, capaci di discernimento,così da far maturare in loro “un atteggiamento critico, coltivando il gusto per ciò che èesteticamente e moralmente valido”. Tutti “i programmi – ha detto Papa BenedettoXVI – che inculcano violenza e comportamenti anti-sociali o volgarizzano la sessualitàumana sono inaccettabili, tanto più se proposti ai minori”. Papà e mamme lo tengano presente…Sempre.

Mauro Faverzani

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Èuscito l’ultimo libro di Gnocchi e Palmaro, rappresentazione semiseria dei drammi dellafede di oggi: “Io speriamo che resto cattolico. Nuovo manuale di sopravvivenza contro il laicismomoderno”.Dal modernismo al nuovo calendario scolastico “laico”, che rende festivo Halloween: in 237 paginetutti gli abusi, di cui la società contemporanea è protagonista. Nostra intervista all’autore, Ales-sandro Gnocchi.

Chi si inginocchia più durante la Santa Messa, al momento della Consacrazione e dopo la Comu-nione? Perché è sempre più frequente notare in chiesa fedeli che ruminano chewing gum durante lacelebrazione eucaristica? È stato forse abolito il segno della Croce, quando si metta piede in untempio sacro? Oppure, qualcuno lo ha reso un gesto appena appena accennato, così frettoloso dasembrar che si stiano scacciando le mosche? Quanti preti si genuflettono ancora davanti al taberna-colo? E quanti vestono la talare? Da dove spuntano quegli zelanti catechisti super-moderni, che hantrasformato le adunanze, da momenti d’apprendimento della dottrina cristiana – quali erano e qualiancora dovrebbero essere –, in generici corsi d’educazione alla pace? Perché tutto quanto un tempoci veniva scrupolosamente insegnato, oggi sembra venire con altrettanto zelo smentito?Sono solo alcuni degli interrogativi che emergono, leggendo le pagine del volume “Io speriamo cheresto cattolico”, scritto da Mario Palmaro ed Alessandro Gnocchi, da poco pubblicato da Piemme. Idue autori – il primo docente presso la Facoltà di Bioetica dell’Università Pontificia “ReginaApostolorum” di Roma, il secondo studioso di tematiche religiose nella letteratura moderna e con-temporanea, nonché massimo esperto italiano dell’opera di Giovannino Guareschi –, hanno già fir-

“Io speriamo cheresto cattolico”

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mato anche altri libri sulla falsariga di questo, come “Catholic Pride” ed “Il Crocifisso scomodo”,inaugurando di fatto un innovativo filone, capace in tono semiserio di rappresentare efficacementegli abusi, spesso drammatici, perpetrati – per lo più per ignoranza – a danno della liturgia e dellaretta dottrina: «Per la verità, alla fine, il bilancio più che semiserio, è semitragico – ci spiegaAlessandro Gnocchi, da noi interpellato –. In questo caso abbiamo utilizzato un espediente lettera-rio, proponendo varie situazioni in forma di lettere scritte da un bambino al proprio padre, cui chie-de lumi su come ci si debba via via comportare».

Nel volume vengono analizzate posizioni culturali e correnti di pensiero, oggi alquanto diffuse –come il modernismo o il caos dottrinale –, da voi apertamente criticate. Perché?Per la verità, il modernismo è una delle piaghe più gravi attraversate dalla Chiesa in questo periodo– risponde Gnocchi – Lo stigmatizzò a suo tempo Papa san Pio X nell’enciclica “Pascendi”, doveindicò anche che cosa si sarebbe dovuto fare. Evidentemente non venne ascoltato, se è vero – comeè vero – che oggi ci troviamo di fronte ad un mondo cattolico attraversato al proprio interno da unpluralismo di visioni e concezioni della fede.

Fantasia al potere, insomma?Sì, si incontrano credenti, che di fatto non professano più il Cattolicesimo, bensì un semplice senti-mento personale, una propria filosofia di vita, lontano anni luce dalla fede in Cristo crocifisso erisorto. Una religione “fai-da-te”, quindi, le cui ripercussioni non mancano anche nel vivere civile.Ad esempio, nel mondo della scuola, dove si insegnano i nuovi “dogmi” – come quello del darwini-smo – e si introduce il nuovo calendario “laico”, che rende festivo Halloween.

Alessandro Gnocchisi occupa delle tematiche religiose nella letteratu-ra moderna e contemporanea.È considerato il maggior studioso di GiovanninoGuareschi, al quale ha dedicato una decina disaggi, tra cui “Don Camillo & Peppone: l’inven-zione del vero” (Rizzoli), “Giovannino Guareschi,una storia italiana” (Rizzoli), “Viaggio sentimen-tale nel mondo piccolo di Guareschi” (Rizzoli) e,con Mario Palmaro, “Don Camillo, il Vangelo deisemplici” (Ancora). Scrive anche di attualità reli-giosa: in questo settore, in coppia con Mario Pal-maro, ha pubblicato, tra l’altro, “Catholic Pride”,“Contro il logorio del laicismo moderno” e “Iosperiamo che resto cattolico” (tutti editi da Piem-me). È editorialista del quotidiano “Il Giornale”,collabora a “Il Foglio” e “Il Timone”.

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Bella MariaIn una cappella, una sera, mentre stava con altri frati a contemplare l'Immacolata, S. Giu-

seppe da Copertino, con il volto rapito, si rivolse al Padre Custode e gli disse con traspor-

to: Padre Custode, ripeti con me: «Bella Maria! Bella Maria!». A quell'invito il Padre Cu-

stode disse anche lui: «Bella Maria! Bella Maria!». Ma Padre Giuseppe non sentiva nella

voce dell'altro il suo fervore, e gli disse animandosi ancora più: Padre Custode, ripeti più

forte: «Bella Maria! Bella Maria!» e nel dire questo lo abbracciò con grande impeto e lo

sollevò con sé in volo verso la "Bella Maria".

(Da "I Santi e la Madonna" - P. Stefano Maria Manelli - Casa Mariana)

Ma l’elenco di casi analoghi, che Voi stilate, è piuttosto lungo.Sì, purtroppo è lunghissimo! – afferma Gnocchi –. Queste cose si constatano tutti i giorni! Unadelle più grandi consolazioni – pur non essendo propriamente tale – che abbiamo come autori diquesto libro è, andando in giro a presentarlo, il riscontro fornitoci dalla gente, che ci confermacome molto di quanto elencato capiti anche a loro, a riprova del fatto che non siamo dei visionari.Gli episodi relativi al mondo della scuola, ad esempio, sono tutti tratti dall’esperienza quotidianadei nostri figli, ma toccano veramente tutti.

In fondo al libro, come in altri titoli dello stesso filone, proponete anche un test. Di cosa si tratta? Sì, cerchiamo di fornire qui dei profili circa l’essere cattolico e l’essere laico, attraverso tutta unaserie di domande anche ironiche, ironiche nella forma ma non nella sostanza, perché, ahimé, ribadi-scono esattamente la realtà qual è. Allora, davvero: io speriamo che resto cattolico!

Mauro Faverzani

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La Via Salaria aveva due punti di partenza dalle vecchie mura di Roma, uno all’attuale PiazzaFiume e l’altro a Porta Pinciana. Due strade che confluivano nell’incontro col Tevere per poi sno-darsi insieme lungo la Sabina, attraversando di seguito le regioni dell’Appennino centrale e andan-do finalmente a sboccare a Porto d’Ascoli, nelle Marche, da dove si portava nell’Urbe il sale, mate-ria ben più preziosa allora che ai nostri giorni. Ed era proprio il sale che dava il nome alla celebrestrada.

Le catacombe della via del saleMeno noti e visitati dai turisti, ma forse non meno importanti dei cimiteri romani sotterranei

(denominati usualmente catacombe) che si trovano sulla Via Appia, troviamo anche sull’estremoromano della Via Salaria una serie di cimiteri antichi, di cui il più famoso è quello di Priscilla.

Questa era una nobile cristiana, sicuramente appartenente alla famiglia degli Acili, secondoalcune epigrafi trovate nel luogo, che ha messo la sua proprietà a disposizione per la sepoltura deicristiani.

Al numero civico 430 della Via Salaria, quasi davanti ai cancelli di accesso a Villa Ada, tro-viamo anche l’ingresso alla catacomba di Priscilla, che si snoda sotto la Basilica di San Silvestro,dove questo pontefice romano è sepolto assieme ad altri Papi e Martiri.

È lui il Papa del tempo di Costantino che ha eretto, quando la situazione politica dell’Impero

Roma:la catacomba di santa Priscilla,una culla del culto mariano

Luoghi di culto

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lo rese possibile, questo tempioall’esterno, sulla tomba dei martiriFelice e Filippo, anche per rendereil dovuto culto alle grandi figureche nel cimitero erano state tumu-late, come il Papa Marcellino, ilPapa Marcello, le martiri Puden-ziana e Prassede e centinaia di altriricordati nei documenti della Chie-sa primitiva.

Tre tesori fragili ma preziosiTra i grandi tesori che il cimite-

ro di Priscilla nasconde nelle suevenerande gallerie e stanze, alcuniin particolare sono molto cari alla

memoria dei cristiani. Infatti, lì si venerano le più antiche raffigurazioni esistenti della Madonna, lequali possono ritenersi databili una alla fine del secondo secolo o inizi del terzo, le altre due al terzoavanzato.

Naturalmente queste immagini, oltre che essere una preziosa testimonianza dell’antichità delculto alla Vergine Maria sin dagli inizi della Chiesa, hanno un significato cristologico: quel Bam-bino in braccio a sua Madre, o nella scena dell’Annunciazione predetto dall’angelo, è il protagoni-sta della storia, dal quale però non può essere disgiunta colei che l’ha generato.

Infatti da questo inseparabile legame col Figlio nasce nella Chiesa primitiva il culto, cioè ilriconoscimento della grandezza della Vergine Maria e l’onore e l’amore a lei tributato. Tale culto,che nei secoli ha contemplato, approfondito e rappresentato le prerogative della Vergine, a lei con-cesse in funzione della sua maternità divina, non è certo, come alcuni credono, una elaborazionequasi mitologica della pietà del medioevo ma un frutto dell’azione illuminativa dello Spirito Santodall’inizio del Cristianesimo.

La Madonna col ProfetaNel più antico dei due affreschi, dipinto sull’intonaco nella volta di una nicchia, trasformata in

galleria per la presenza di una tomba venerata, la Vergine è seduta in cattedra, rivestita di stoladalle maniche corte e con la “palla” che le copre il capo, reclinato in atteggiamento di tenerezzaverso il Figlio che tiene in grembo.

Davanti a lei il profeta Balaam in piedi, vestito di pallio, tiene nella mano sinistra un rotolo,mentre con la destra addita una stella in alto, sulla testa della Madonna.

La composizione s’ispira al passo biblico: «Oracolo di Balaam, figlio di Beor, oracolo dell’uo-

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mo dall’occhio penetrante, oracolodi chi ode le parole di Dio e cono-sce la scienza dell’Altissimo, di chivede la visione dell’Onnipotente, ecade ed è tolto il velo dai suoiocchi. Io lo vedo, ma non adesso, iolo contemplo, ma non da vicino:una stella spunta da Giacobbe euno scettro sorge da Israele» (Nu-meri 24, 15-17).

Come non provare una profon-da emozione nell’incontrare questetestimonianze, leggermente sbiaditenelle immagini ma così vive nellaloro essenzialità, del culto tributatodai primi cristiani alla Madre diDio, la Theotokos, quale trono dell’Altissimo, di colui che è la Stella che darà luce a tutto il mondo?

L’EpifaniaLa seconda raffigurazione della vergine la troviamo sull’arco centrale della cosiddetta “Cap-

pella greca”. Qui la Madonna, sempre assisa in cattedra, porge il Figlio all’adorazione dei Magi.Come si trova frequentemente nei cimiteri antichi, questa scena che sta a indicare una salvezza nonriservata al popolo eletto ma estesa a tutti i popoli del mondo! Qui a Priscilla ce n’è un altro esem-pio in un frammento di sarcofago, posto sotto l’altare nella basilica di san Silvestro.

L’AnnunciazioneAncora una volta ritroviamo, in un cubicolo dell’arenario (forse anche qui la presenza di una

tomba venerata?), dipinta sulla volta, la figura della Vergine nella scena dell’Annunciazione. Èseduta su una cattedra, in atteggiamento maestosamente eretto, mentre l’angelo col braccio protesoverso di lei le comunica il disegno di Dio e ne riceve l’assenso.

È da questo momento che inizia l’opera della Redenzione, il Vangelo della salvezza che com-pie l’attesa messianica e sarà annunciato in tutto il mondo. E da allora Madre e Figlio sono stretta-mente legati all’umanità intera, Lei come l’eletta, la più santa tra le creature, Lui come Dio che neassume l’umanità per divinizzarla!

Suor Maria FrancescaTratto da “Radici Cristiane”

N° 29 - novembre 2007

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La memoriaPermettetemi di evocare alcuni ricordi personali, sperando che questi ne susciteranno altret-tanti in voi. I ricordi sono importanti per forgiare la nostra identità, dare carne e sangue allenostre idee e permetterci di rivivere e reinterpretare gli eventi-chiave della nostra vita.Il mio primo ricordo del rosario risale agli anni giovanili quando ero al collegio Cham-pagnat dei Maristi a Buenos Aires, con la prima corona che ebbi nelle mani. I fratelli ci ispi-ravano un vero amore a Maria in quanto Madre che ci ama incondizionatamente e intercedeper i suoi amati figli e figlie, a Maria come risulta dal vangelo di Giovanni. Ovviamente c’era il mese diMaria con processioni, rosari elitanie. Da giovane portavo intasca una “decina”. La ripetizio-ne del Padre nostro, dell’AveMaria, del Gloria al Padre haprofondamente ancorato questapreghiera nella mia vita.Oggi amo specialmente pregarecon il rosario mentre cammino.Questa preghiera mi accompa-gna da un paese dall’altro, men-tre viaggio o mentre sono in

Il Rosario è veramente una preghiera universalmentestimata

... il rosario resta un’esperienza quanto maivivente nell’Ordine. Con questa lettera vor-rei proporre una semplice meditazione sulrosario dal punto di vista della memoria,della riflessione teologica e della religiositàpopolare.

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città. È la “contemplazione della strada” di cui parlava fra Vincent de Couesnongle. Adagioadagio questa preghiera segna il ritmo dei miei passi, mi fa prendere presa sul mondo incostante trasformazione. Essa mi permette di donare anima, vita e cuore alla città o al luogoche talvolta mi limito ad attraversare, agli incontri che mi attendono con le loro gioie, spe-ranze, luci, ombre.Di recente, in un giorno dei nostri ritiri, il consiglio generalizio meditava sul mistero dellamorte. Uno dei frati ha evocato come i frati agonizzanti richiedano quasi sempre il lororosario, anche solo per tenerlo in mano. Mi viene in mente il film “Battesimo di sangue” cheracconta la storia dei nostri frati brasiliani torturati negli anni ’70 sotto la dittatura. Il nostrofrate Tito de Alencar, nel momento in cui viene portato fuori del convento, grida a un fratedi andargli a cercare il rosario. Che senso aveva per lui in quel momento di terrore?E voi quali ricordi associate al rosario? Quale è il senso di questa memoria per voi? per me?che cosa possono dirci il nostro studio e la nostra riflessione teologica?

La riflessione teologicaCredo che questi ricordi ci parlino della prossimità di Dio. Il mistero dell’Incarnazione nonconcerne soltanto la nascita del Signore in un passato millenario, ma l’incarnazione dellagrazia, ossia la nascita di Dio nella nostra vita quotidiana. Gesù vive e il suo Spirito conti-nua nei nostri confronti a guarire, insegnare, perdonare, consolare e stimolare. Non è unavana astrazione, ma si manifesta nelle immagini associate ai misteri del rosario. La cono-scenza dell’Incarnazione si sviluppa nella misura in cui lasciamo che queste immagini siintreccino con la nostra vita quotidiana. Così il rosario è profondamente legato all’In-carnazione, è biblico, cristocentrico e contemporaneo.Il rosario – ci mancherebbe! – è mariano. Ma facciamo un po’ di chiarezza su che cosasignifica questa asserzione. In Maria il divino si unisce all’umano, la creatura si unisce alCreatore. In Maria noi riconosciamo la nostra identità e insieme il nostro destino. Vediamoquesta santa comunione di “Dio con noi” e di “noi in Dio”. Riconosciamo che Dio è il “Dioper noi”, redentore e salvatore, santificatore e glorificatore.Maria è una figura centrale nella nostra vita di fede. Mentre la consideriamo figlia del Padre,madre del Figlio e sposa dello Spirito Santo, siamo anche chiamati a vedere in lei una cre-dente nella valle di lacrime, una credente che continua a sperare a fronte di una situazione didisperazione. Si può pensare a lei come a una patrona delle donne incinte che partoriscononella povertà, a una patrona di coloro che emigrano verso terre straniere per sopravvivere, auna madre che porta il dolore per il figlio arrestato, torturato, ucciso. Infine in tutto questopossiamo scorgere il trionfo della fede, della speranza, della carità.Giovanni Paolo II ci invitava a contemplare il volto di Cristo con gli occhi di Maria.Che cosa significa tutto questo per noi? Come Maestro dell’Ordine sono un missionario chesostiene fratelli e sorelle dispersi per il mondo. Ascolto la loro storia e osservo la loro situa-

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zione. Rivedo i volti del-le famiglie cristiane gra-vemente ferite a Baha-walpure in Pakistan nel2001; i vicini delle nostresuore nei quartieri piùmiserabili di Kinshasanel Congo; i ragazzi checontinuavano a seguirciin Cameroun e quellidella Piazza della guerracivile a Campodos (Tibú)in Colombia; le famigliea pesca nelle canoe allargo di Gizo nelle IsoleSalomone o sulla rivadell’Urubamba nell’A-mazzonia peruviana.Queste immagini accom-pagnano i misteri e ilrosario diventa la miapersonale intercessioneinsieme all’intercessionedi Maria, mentre depon-go tutti i feriti ai piedi delSignore Gesù.Il nostro mondo sembraperpetuamente divisodalla guerra. Mi si pre-senta alla mente innanzi-tutto l’Irak lacerato e poila continua effusione disangue tra Israeliani ePalestinesi. Il secolo XXè stato un secolo di guer-re e di devastazioni pla-netarie. Nei momentipeggiori, le genti si sono

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volte verso il rosario pregando per la pace. E d’altra parte non era questo il messaggio cen-trale della devozione di Fatima per la conversione della Russia e non si invoca la Madonnacome Regina della pace? Contestualmente, non minimizziamo le “guerre fredde” che posso-no svilupparsi in seno alle famiglia, alla comunità, nel nostro stesso cuore e nella nostrastessa anima. Il rosario non potrebbe forse condurci alla pace? Quest’anno festeggeremo ilcinquantesimo del conferimento del Premio Nobel della Pace al nostro frate belgaDominique Pire che aveva fondato le “isole di pace”. Avrà egli trovato l’ispirazione di que-sto progetto meditando il rosario per chiedere la pace?Le parole delle preghiere che accompagnano le mie meditazioni parlano del Regno di Dio,del pane quotidiano, di essere liberati dal male; parlano del frutto delle viscere, dei peccato-ri, dell’ora della morte. Il regno di Dio è giustizia e pace, la volontà di Dio non si accordacon l’oppressione, il pane lo si spezza insieme e il perdono lo si dà. Il frutto benedetto delventre materno è sacro. Sì, il rosario – le parole bibliche e la nostra meditazione – è una pre-ghiera profetica tanto quanto è contemplativa, una preghiera che insieme annuncia e denun-cia, consola e trasforma. Le parole che glorificano la Trinità ci invitano a vivere in comunitàsenza falsa sottomissione e con apertura e disponibilità verso l’altro.Sì, la “volontà di Dio” sarà compiuta: è per questo che non perdiamo mai la speranza. Lanostra predicazione è piena di speranza perché «ciò che era fin da principio, ciò che noiabbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contem-plato e ciò che le nostre mani hanno toccato» è «il Verbo della vita» (cf 1Gv 1,1). Vivendoin compagnia di Gesù, come lo fu Maria, noi ci convertiamo nel discepolo e nell’apostolodei quali il mondo ha bisogno e che Dio desidera.

La pratica religiosa popolareDopo il Vaticano II è invalsa la tendenza a minimizzare l’importanza della “religiosità popo-lare”. A giusto titolo, si insisteva sullo studio della Bibbia e sulla accresciuta partecipazionealla liturgia. Ma, così facendo, si minimizzavano anche le espressioni popolari che primapermettevano al sentimento religioso di manifestarsi: per esempio, le esposizioni delSantissimo, le processioni, i pellegrinaggi ai santuari, le devozioni al rosario ecc. Oggi, fortidi una esperienza di quarant’anni, constatiamo che i giovani come i meno giovani hannobisogno di queste espressioni per «ravvivare il carisma di Dio che è in te» (2Tm 1,6).Questo tipo di religiosità popolare continua ad affermarsi dappertutto nel mondo nei grandisantuari mariani. Quest’anno festeggiamo i 150 anni di Lourdes (Francia) e i 90 anni diFatima (Portogallo), due santuari che attirano milioni di persone ogni anno. Si può ancheriandare con il pensiero a Guadalupe (Messico), Czestochowa (Polonia), Knock (Irlanda),Chiquinquira (Colombia), Coromoto (Venezuela), Lujan (Argentina), Manaoja (Filippine) evia di seguito. Quasi ogni popolo di questo mondo ha un santuario nazionale dedicato allaVergine, che raduna in un abbraccio materno i fedeli da ogni dove.

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Si vedono ancora delle medaglie di S. Cristoforo nelle automobili e dei rosari appesi allospecchio retrovisore, dei piccoli altari nelle case e delle statue nei giardini. Il rito della imposizione delle Ceneri all’inizio della Quaresima e quello delle Palme all’ini-zio della Settimana Santa ci insegnano molto sul desiderio e sul sentimento religioso delpopolo. Sono dei riti che introducono un certo ordine, una stabilità, un certo ritmo e unadimensione dell’incarnazione nella vita della gente, permettendo di vivere più profonda-mente questi eventi religiosi. E noi Domenicani non potremmo ritrovare la pietà popolareche ci caratterizza, cioè il rosario?Ho scoperto che il rosario è veramente una preghiera universalmente stimata. In Italia comein Ucraina, in Messico o negli USA, nelle Filippine o in Viêt-Nam, in Kenia come in Nigeria,il rosario è recitato e amato. Ritengo che una ragione di questo attaccamento è che si tratta diuna realtà di orazione tangibile.Quasi tutti i cattolici hanno unacorona del rosario. La si regala.È un rito che si celebra da soli oin gruppo. È un oggetto che sipuò toccare, tenere, stringere trale mani nei momenti difficilidella nostra vita; è come stringe-re le stesse mani di Maria. Ilrosario è posto nelle nostre mani«nell’ora della nostra morte» enel giorno della nostra consegnaalla terra. Le preghiere che com-pongono il rosario sono un rias-sunto della nostra fede. Im-pararle è come imparare a parla-re, è l’inizio della nostra vita dipreghiera e ne è anche il compi-mento: «sia fatta la tua volontà»,«adesso e nell’ora della nostramorte». Ci viene offerto unrosario in gioventù, riceviamoun rosario vestendo l’abitodomenicano, un rosario ci ac-compagnerà quando saremo de-posti nella terra.fra Carlos Azpiroz CostaMaestro dell’Ordine

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Proseguiamo nella meditazione sui “santi segni” alla scuola di RomanoGuardini, attingendo dal suo omonimo libretto.

L’acqua benedetta gioca un ruolo assai rilevante nella liturgia, e quando noientriamo in chiesa prima di tutto ci segniamo con l’acqua benedetta. Ma già lasemplice acqua, anche non benedetta, è un segno molto eloquente e prezioso.Scrive Guardini: «Misteriosa è l’acqua. Tutta pura e modesta, “casta” l’ha chia-mata san Francesco. Senza pretese, come se non volesse significare nulla per sestessa. Per così dire ignara di sé, esistente solo per servire ad altri, per mondare eristorare». Noi ci accorgiamo di quanto sia preziosa l’acqua quando viene amancare. Però l’acqua ha anche un altro aspetto, di segno opposto, per così dire.Continua il nostro autore «non hai mai guardato dove essa essa s’indugia a granprofondità e non ti ci sei mai immerso con anima sensitiva? Hai percepito comefosse misteriosa quella profondità? Come essa sembrasse tutta piena di meravi-glie, attraente e insieme spaventevole? Oppure ti sei mai raccolto in ascoltoquando l’acqua in fiumana scorre a valle, senza posa fluendo e mormorando?Oppure quando i vortici disegnano i loro cerchi, e fan mulinelli e risucchi? Al-lora ne può sorgere una tale impressione di forza opprimente che il cuore del-l’uomo le si deve sottrarre».

Scendendo più in profondità Guardini prosegue: «semplice, limpida, disinte-ressata; pronta a mondare ciò che è sordido, a ristorare ciò che è assetato. E nellostesso tempo profonda, insondabile, irrequieta, piena di enigmi e di forza. Im-magine adeguata dei fecondi abissi da cui sorga la vita e immagine della vitastessa che sembra così chiara ed è così misteriosa».

A questo punto Guardini comincia ad analizzare e descrivere l’aspetto sacrodell’acqua. E scrive: «comprendiamo bene come la Chiesa faccia dell’acqua ilsimbolo e il veicolo della vita divina, della grazia. Dal Battesimo noi siamo usci-ti uomini nuovi, “rinati in virtù dell’acqua e dello Spirito Santo”. E con l’acquasanta, con l’acqua benedetta, noi bagniamo nel segno della Croce fronte e petto,spalla e spalla; con l’elemento originario, misterioso, limpido, semplice, fecon-do, che è simbolo e strumento della vita soprannaturale, la grazia».

Qual è l’effetto della benedizione sull’acqua? Sentiamo Guardini: «Benedi-cendola, la Chiesa ha reso monda l’acqua: l’ha purificata dalle oscure forze chein essa sonnecchiano. E queste non sono parole vuote! Chi possiede un’animasensibile ha già percepito l’incanto della forza naturale che può sprigionarsi dal-l’acqua. E questo è semplicemente potenza della natura? O non è qualcosa di o-scuro, di extranaturale? Nella natura, in tutta la sua ricchezza e bellezza, vi è an-che il male, il demoniaco. La città intontitrice delle anime ha reso l’uomo ottuso

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al punto ch’egli non ha più senso per questo. La Chiesa però non lo ignora e“purifica” l’acqua da ogni elemento contrario a Dio, la “consacra” e prega Dioche la renda strumento della Sua grazia».

Alla luce di queste parole possiamo comprendere il significato profondo delgesto che compie il cristiano entrando in chiesa: «il cristiano, quando varca lasoglia della casa del Signore, si inumidisce la fronte, il petto e le spalle, vale adire tutto l’essere suo, con l’acqua pura e purificante, affinché l’anima sua diven-ti monda. Non è bello questo modo in cui vengono a incontrarsi la natura depu-rata dal peccato, la grazia e l’umanità anelante alla purezza, e tutto nel segnodella Croce?».

L’acqua benedetta serve anche a concludere bene la giornata. Scrive Guar-dini: «Oppure la sera. “La notte non è amica dell’uomo” dice il proverbio. C’èdel vero in questo. Noi siamo creati per la luce. Appena l’uomo si abbandona al-la potenza del sonno e dell’oscurità in cui si spengono la luce della coscienza ela luce del giorno, allora egli si fa il segno della Croce con l’acqua santa, simbo-lo della natura riscattata, liberata dal peccato: che Dio lo protegga da tutto ciòche è oscuro! E quando al mattino si ridesta dal sonno uscendo dall’oscurità edall’incoscienza e ricomincia la sua vita, lo fa di nuovo. È come un lieve ricordodi quell’acqua santa per cui nel battesimo è uscito alla luce di Cristo. E bello èpure quest’uso. In esso s’incontrano l’anima redenta e la natura redenta nelsegno della Croce».

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Questo testo, presentatoci da fra Roberto Coggi o.p., è statotratto dal volume “Lo spirito della liturgia. I santi segni” diRomano Guardini, Edizioni Morcelliana. Romano Guardini,nato in Italia ma sempre vissuto in Germania, fu una persona-lità di grande spicco ed un insigne professore nelle facoltàuniversitarie tedesche (prima a Berlino poi a Monaco) oltreche un grande animatore del mondo giovanile. Morì nel 1968,dopo aver dato un notevole contributo alle discussioni conci-liari, soprattutto nel campo della Liturgia.Joseph Ratzinger lo conobbe bene e fu anche suo allievo. Eglisoleva dire: il guaio dei teologi tedeschi del postconcilio èstato quello di non aver seguito le orme di Romano Guardini.

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... messa al posto del televisore

Dal primo luglio 2000 ad oggi sono trascor-si sette anni e sei mesi da quando è iniziatanella provincia di Udine, provincia del FriuliVenezia Giulia, la “Peregrinatio Mariae”. Hocominciato per così dire per “caso” quando, afine giugno del 2000, l’amico Tiziano ha accet-tato, anche per me, di dare inizio a quanto pro-posto da Padre Mauro Persici, responsabile delMovimento Domenicano del Rosario, di farveicolare, in tutta la provincia di Udine, unastatua raffigurante la Madonna del Rosario nel-le chiese, nelle parrocchie, nelle comunità, da-gli anziani, dalle persone sole e soprattutto nel-le famiglie, allo scopo divulgare la preghieradel Santo Rosario.L’iniziativa, a parte qualche titubanza iniziale,mi è sembrata da subito molto attraente perchéin linea con quanto da sempre auspicato dallaChiesa attraverso i Papi, i Santi ed in modoparticolare dall’allora Sommo pontefice Gio-vanni Paolo II che sul Santo Rosario ha scrittouna lettera apostolica intitolata “RosariumVirginis Mariae” proclamando il 2002 anno delSanto Rosario. Nella lettera apostolica il Santo Padre scriveche tale preghiera così semplice ma al contem-po così profonda è destinata a portare frutti disantità. Inoltre, il Santo Padre Giovanni PaoloII, sempre nella lettera apostolica, considera ta-le preghiera efficace per chiedere a Gesù, coluiche è il Principe della Pace, attraverso la poten-te intercessione di Maria, la pace nel mondo enella famiglia, piccola Chiesa domestica oggitanto martoriata da forze disgregatrici a varilivelli.Da sempre la preghiera del Santo Rosario èstata presentata come preghiera contemplativaassai efficace, anzi probabilmente la preghieracontemplativa per eccellenza perché è un misto

testimonianze

di preghiera e di meditazione. Proprio attraversola meditazione dei misteri noi contempliamo gliavvenimenti salienti della nostra salvezza.Non solo, ma le stesse preghiere che compongo-no il Santo Rosario, pur nella loro semplicità,sono preghiere di natura biblica. Non solo innumerevoli Papi, Santi e Beati, ma laStessa Santissima Vergine Maria, nelle sue in-numerevoli apparizioni nel mondo – ricordiamosolo le più importanti di Lourdes, Fatima e leattuali presunte di Medjugorje – raccomanda lapreghiera del Santo Rosario a tutti i fedeli, as-sieme alla penitenza, come mezzo per chiederela pace nei nostri cuori, nelle famiglie e nelmondo così tormentato da guerre e divisioni. Difronte a una crisi mondiale di valori umani e incui l’uomo si è allontanato dalla fede e si è eret-to a padrone del mondo la risposta della Madre èla preghiera.In questo contesto, quindi, bene si inserisce l’ini-ziativa Domenicana della “Peregrinatio Mariae”che da subito ha riscosso una indubbia benevo-lenza dalle parrocchie, gruppi e famiglie da Leivisitate. Ricordo in particolare che, in questi anni, tutte lepersone in cui Lei ha fatto visita, rivelavano disentire la presenza viva della Vergine come se,dietro le apparenze della statua, Lei fosse real-mente presente.

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Il mondo oggi ha bisogno di pace, amore, com-passione, ma per far questo abbiamo bisognodi una profonda unione con Dio. È molto diffi-cile portare Gesù alla gente, se non abbiamoGesù nei nostri cuori. Per questo è indispensa-bile approfondire la nostra vita d’amore, dipreghiera e di sacrificio per poi successivamen-te donarlo agli altri.Un grande grazie va a Padre Mauro per quanto,sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, sta fa-cendo per le Parrocchie, le comunità, le fami-glie ed i fedeli in genere; un grazie anche a chi,assieme a me, collabora da ormai qualche annoed in particolar modo a Loretta, Ennio, Simo-netta, Claudio, Graziella, Franco, Marisa, Fran-co, Renata, Renato e Mariella e tanti altri che sisono prodigati e si prodigano per far conosceree divulgare la preghiera attraverso la “Peregri-natio Mariae”. Infine, un grazie specialissimo alla nostra Ma-dre Celeste che ha messo nei nostri cuori un se-me: il desiderio del Cielo. Sta a noi ora far cre-scere questo seme con il nostro umile, fiducio-

In particolare, nelle famiglie da Lei visitate,come per miracolo, mariti, mogli, piccoli egrandi, trovavano il tempo di pregare insiemespegnendo i televisori. Mi ricordo addiritturache in alcuni casi volevano che la statua dellaVergine venisse messa al posto del televisore.Ricordo poi che alcune famiglie, che primaerano divise ed in disaccordo per motivi futili,durante il passaggio della “Madonna Pelle-grina” si ritrovavano, quasi unite da una forzamisteriosa, a pregare ogni sera insieme.Altre famiglie, poi, dove alcuni membri eranolontani dalla Chiesa, dopo aver pregato insiemeper un certo periodo, proprio grazie al passag-gio della Madonna Pellegrina, si ritrovano tut-t’oggi a pregare ogni sera insieme con i loro fi-gli ed a partecipare attivamente alla vita par-rocchiale. Sono tanti i piccoli e grandi miracoliche si sono verificati in questi anni nelle fami-glie, nei gruppi e nelle comunità visitate dallaMadonna Pellegrina.Posso dire con assoluta certezza che quando laMadonna, attraverso l’immagine della Madon-na pellegrina, entra in un luogo, sia esso unaparrocchia, una famiglia o altro, dispensa sem-pre innumerevoli grazie: la guarigione fisica omorale di una persona, la conversione di qual-che esponente della famiglia o anche qualchegrazia materiale di cui Lei sa esservi il bisogno. Per ultimo, ma non meno importante, va sotto-lineato il fatto che in tutti questi anni sono natetante belle amicizie che durano a tutt’oggi eche, personalmente, credo siano destinate adurare per sempre perché nate dalla condivisio-ne di uno speciale amore a Maria e a Gesù. Personalmente vedo in tutte le apparizioni Ma-riane ed in tutte queste iniziative della Chiesa,dove si propaga e si promuove la preghierapersonale, familiare, comunitaria, un'unica ma-no, la mano di Dio che continua a dirci, comeduemila anni fa, ECCO TUA MADRE. Una Madre, che con la dolcezza e l’amoredelle migliori delle madri, malgrado i nostricontinui peccati, le nostre miserie ed infedeltà,cerca le nostre mani per condurci a Gesù.

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... cercando di liberare il terreno dai macigni

Rieccomi dopo poco più di un anno, siamoancora vivi e per grazia di Dio anche in ottimasalute ma, soprattutto, in cammino con Mariaverso il Paradiso.Come mi aveva anticipato nei nostri primi collo-qui, il fervore iniziale dell'esperienza del RosarioVivente, dopo qualche mese è andato sceman-do. Attenzione: di cambiamenti e grazie neabbiamo visti tanti qui da noi, a cominciare dallascoperta di questa preghiera che prima veniva datutti noi recitata con una certa meccanicità.Qualcuno è passato dalla recita della decina alrosario intero e magari più di uno... qualcuno poiha aggiunto la liturgia delle ore... altri, quandopossibile, la messa quotidiana... chi ha iniziato uncammino di direzione spirituale... in tutti il desi-derio di portare anime a Gesù: quindi servizio,apostolato ed evangelizzazione. Famiglie distrat-te che oggi sono più salde, uomini che si erano“sviati” che sono tornati “all'ovile”... per farla inbreve, tanti cuori che cambiano. Ma nel miracolo dei miracoli c’è l'opera, tuttorain corso, che credo fermamente figlia del Rosa-rio: si tratta di un gruppo di evangelizzazione na-to all'interno della Questura (io sono un poliziot-to) nell'ottobre del 2006. Prima di andare avantile chiedo una preghiera per questa iniziativatanto difficile. Il gruppo è stato messo sotto laprotezione della Mater Ecclesiae. A volte, un po’ per ridere, racconto che più cheseminare stiamo cercando di liberare il terrenodai macigni, la semina più avanti; ma con l'aiutodi Dio tutto è possibile. Allora, dovendo seguire quest'opera, ho allentatole riunioni con gli animatori del Rosario Viventelasciando a loro piena autonomia; adesso, daqualche settimana abbiamo ripreso le fila e ...

Francesco

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so e perseverante impegno quotidiano.Mi piace terminare con una frase di una grandesanta dei nostri tempi:il frutto della preghiera è la fede,il frutto della fede è l’amore,il frutto dell’amore è il servizio,il frutto del servizio è la pace.Madre Teresa

Milko

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A) SONO STATI ISCRITTI ALL’ASSOCIAZIONE DEL ROSARIO VIVENTE:sseeggrreetteerriiaa:: Corina Bonzagni di Ferrara; Lina Rizzi di Locorotondo (Ba); Maria Cecilia Fiorentini diPontassieve (Fi); Antonella Poli di Piangipane (Ra); Romina Pozzi di Cesenatico (Fc); Rita Allegrini diRoma; Elisabetta Lamorini di Sanremo (Im); Maria Marigosu di Civitella di Romagna (Fc); GiuseppeGattamorta di Borello (Fc); Anna Lisa D’Ascola di San Giorgio di Nogaro (Ud); Danila Bertozzi Fraternalidi Rimini; Roberta D’Addazio di Sanremo (Im); Gabriele Amadei di Fano (Pu); Giovanni Disarò di Piove diSacco (Pd); Eleonora Bartoletti di Faenza (Ra).ddaa MMaarrgghheerriittaa DDii MMiicchheellee ddii SSttaattttee ((TTaa)):: Anna Dragone di Prato; Rosa Migliati di Taranto;Uliana Zanzarelli di Oria (Br); Celeste Cardellicchio, Caterina Chiocchia, Carmela D’Alessandro, AntoniaDilingua, Margherita Di Michele, Patrizia Ferretti, Viviana Fiammingo, Angela Galeone, Gianni Galeone,Grazia Genchi, Anna Guarino, Elena La Sorsa, Lonrenza Ligurgo, Lucia Marangi, Rosanna Marangi,Antonella Masciullo, Lucio Masciullo, Rosalba Masciullo, Antonia Miccoli, Carmela Paradiso, GaetanaPerniola, Patrizia Ricciato, Anna Scalera, Anna Maria Vozza di Statte (Ta).

B) SONO STATI ISCRITTI ALLA FRATERNITA O GRUPPO DEL ROSARIO:ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Adriana Alicia Baretta, Teresa Imoberdof e Egle Magdalena Francisette diCórdoba (Argentina); Bruno Riondel di Parigi (Francia); Dulce Maria Duràn Espinosa di Azcapotzalco(Messico); Sergio Alejandro Giacobone e Silvina Andrea Zapparrata di Buenos Aires (Argentina); LuigiaCisotto, Marta e Oliviero Grussani di Valdagno (Vi); Massimo Craboledda e Anna Rita Folesni diBologna; Riccardo De Simone e Angela Portacci di Taranto; Pietro Piscopo di Aversa (Ce).ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Livia Grazian di Udine; Lorena Carioni di Trescore Cremasco (Cr); Mirta DenisMonge e Maria ranzuglio de Caporuzzo di Cordoba (Argentina); Rosaria Cucchiara di Palermo;Giuseppe Rossi, Michele Colombo e Paola Rossi di Piacenza; Marie-Françoise Thomas di Olargues(Francia); Massimo Salati di Agugliano (An); Stefano Ventura di Roma; A.Yohaira Nunez (USA); RosaFiengo di Giugliano (Na); Ana Maria Zañartu di Santiago del Cile (Argentina); Giuseppe Parrilla diPorcia (Pn).ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Francesca Scarangella di Milano; Maria Cristina Colombi di Piacenza; MariaMaistrini di Napoli; Caprasse Quintin di Bassilly (Belgio); Elvira Thelma Pagliettini di Buenos Aires(Argentina); Claudia Catani Boldrini di Rovigo; Eddy Menouer e Rachel Idaine di Gravelines (Francia); M.del Valle Valverde Laborde di Sevilla (Spagna); Margarita de las Mercedes Valdés Moreno e Ana MariaFredes Castro di Santiago del Cile; Maria Gloria Portell Torrellas di Ravensburg (Germania); Maria de losAngeles Méndez Gutiérrez di Jalisco (Messico); Ismael Herranz De Andres di Alicante (Spagna); MariaAntonietta Giovanditti di Sesto San Giovanni (Mi). ddaallllaa sseeggrreetteerriiaa:: Enrique Sanchez Blazquez di Madrid (Spagna); Pamela Lorenza Evola di Limito diPioltello (Mi); Martine Planche-Wilkes di Ashford (Inghilterra); Nunzia Corcella di Bari Palese; JorgeEnrique Amezquita Caicedo di Tunja-Boyaca (Colombia); Giuseppina Mazzani di Milano; GracielaBernardi di Cordoba (Argentina); Pietro Formentini di Pordenone; Ursule Mekongo di Giessen(Germania); Barbara Vinci di Monfalcone (Go); Yolanda Lucia Otalvaro Posada di Medellin (Colombia);Steve Carlos e Emilie Bourreau di Montfort l’Amaury (France); Silvia Stoppa di Noventa Vicentina (Vi);Claudio Chiscuzzu di Olbia (Ot).

C) SONO STATI ISCRITTI ALL’ORA DI GUARDIA:Rosaria Cucchiara il 1° lunedì del mese dalle ore 14,00 alle ore 15,00; Maria Maistrini il giorno 21 diogni mese dalle 22,00 alle 23,00;

D) SONO STATI NOMINATI ZELATORI O ZELATRICI:Margherita Di Michele di Statte (Ta); Francesca Romana Sabella di Grosseto;

Ricordo che per gli iscritti (vivi o defunti) alle Associazioni del Rosario nellaBasilica Patriarcale di S. Domenico a Bologna nelle prime quattro domeniche delmese, alle ore 18, viene celebrata una santa messa.

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HANNO INVIATO OFFERTE:

1) per onorare la B.Vergine, sostenere ROSARIUM e il Movimento del Rosario:Salvatore Mansueto; Maria Luisa Zanus; Domenicane della Beata Imelda di S.Maria di Sala (Ve); Amadei Chin; Loreta Tozzo; LuigiAveraimo; Lidia Agostoni; Angelo Cangero; Manuela Sanzogni; Claustrali Domenicane dell’Ara Crucis; Parrocchia Ss. Gervasio eProtasio, Parrocchia Ss. Cosma e Damiano; Maria Cecilia Fiorentini; Monica Di Marzio; Domenica Cangiotti; Giorgio Bonotto;Famiglia Feroldi Tagliaferri; Angela Boerci; P. Fausto Guerzoni o.p.; Teodolinda Pontello; Giovanna Scaffidi; Imelde e AlbertaSponticcia; Angelo Frison; Angela Lamanna; Luigina Mason; Piergiorgio Zanini; Giuseppe Zappalà; Silvana Lecca; Antonio Artusi;Giuseppe Brilli Placci; Luigi Montenovo; Viola Maga; Maria Rosaria Vairano; Domenicane di Genova; Virgilia Colonnella; Dr. AntonioRiguzzi; Mario Londero; Giuseppe Campisi; Mariella Santoni; Giuseppe Di Grazia; Federica e Michele Londero; Carlotta Bassi;Arieda Tavano; Renzo Stefanel; Savina Pezzuolo; Gabriella Bertinelli; Domenicane di Genova; Ciro Bux; Adriana Anselmi; MarisaDondi; Francesco Bruno; Roberto Trocchia; Rina Matteucci; Erminia Balena; Tina Amodio; Laura Veglio Faudella; Cinzia Raggi; CesareGirardelli; Mario Antonio Rossi; Emilia Gallazzi; Stella Tombolesi; Massimo Salati; Francesca Vallorani; Pina sacchi con 19 abbona-menti; Paola Grassi; Luigi Cernuschi; Raoul Gavioli; Famiglia Craboledda Folesani; Rina Montanarini; Emidia Vannicola; MariaAntonietta Collazzoni; Maria Pia Cicchini; Cinzia Lai; Lucia Schiavo; Donatella Ceron; Tino Baravelli; Alfredo Tomassetti; FamigliaOreficini; Alessandra Dubrovich; Gianluca Cremonesi; Osvaldo Pennacchioni; Nazzarena Mori; Domenicane di Fossano (Cn); MariaNegro; Caterina Drigani; Luigi Di Teodoro; Bruna Portioli; Giuseppina Bigoni; Edgardo Vietti; Luciano Marinelli; Jolanda Marconi; RitaMisuracchi; Antonio e Margherita Canali; Elena Festa; Mirella Esposti Zardini; Alfia Sangiorgio; Lorenzo Cucchieri; Maria Santilli;Maria Cecilia Fiorentini; Cristiana Bartolini; Elena Augusti; Anna Maria Focante; Anna Maria Marcellini; Gino Bezze; Lina Moretti con100 abbonamenti; Romana Francesca Sabella; Maria Angeli; Natalia Belli; Filippo Orati; Maria Rosa Civera; Pier Raffaele Savarè;Claudio Campanella; Massimo Restano; Margherita Tonin; Germana Govoni; Maria Formaggio; Laura; Maria Vassalli; Luciano MariaGiancotti; Teresa Bruzzone; Giampaolo Baschetti; Wally Monetti Thorel; Concetta Gasparini; Clara Baraldi; Dionisio Sparacio;Monica Bianchi; Claustrali Domenicane di Cagli (Pu); Laura Molteni; Graziano e Maria Teresa Macor; Famiglia Pignato Coatti; SergioCavelli; Cesare Carloni; Riccardo Caldironi; Paolo Caleffi; Maria Luisa Bignami; Maria Luisa Odifreddi con 5 abbonamenti;Secondina Perco; Annateresa Lunardini; Famiglia Cirilli Lettieri; Maria Luisa Clerici; Orietta Rabini; Santina Magnani; FedericoColombari; Milena Agostini; Santi Uccello; Anna Maria Inga; Anna Lisa Diascola; Giovanna Simoncini; Claustrali Domenicane diAzzano San Poalo (Bg); Paola Boiani; Valperto Mansutti; Maria Cogo; Aldo Galassi; Annarosa Guiducci; Lorenzo Pedrali; LodiRizzini; Massimo Scardovelli; Liliana Botta; Tiziana Marcolongo; Barbara Bacca; Biancamaria Castelli; Centro Spiritualità Villa Imelda;Famiglia Gattelli Piraccini; Famiglia Zanchini Palmonari; Gruppo del Rosario di Fognano (Ra); Laici Domenicani di Mantova;Alessandro Lotti; Nicola Ilacqua; Teresa Bortolossi; Edda Tamagnini; N.N.; Maria Zana; Pierluigi e Lea Casoli; Fabiola Di Filippo;Giuseppe Paradisi; Amedeo Girardello; Isabella Del Giudice; Annarosa Minto; Marastona Maria Vittoria; Anna Fiengo; GabriellaPreviato; Lucio Pantanali; Ennio Borin; Annita Ippoliti; Diana Blasi Angeloni; Giuliana Rocchetti; Gino Trombi; Silvana Arcuri;Domenicane di Bergamo Alta; Angelo Caronni; Imelda e Leonia Giuriceo; Giuseppina POletto; Famiglia Lubich; Bruna Boscarol;Vincenzo Favaretto; Antonio Gallo; Luigi Averaimo; Vincenza Mazzarella; Rosaria Cucchiara; Mariano Cammarota; Famiglia CelatoMozzi; Altomare De Felice; Valter Fabbro; Anna Gibellini; Maestre Pie dell’Addolorata di San Marino; Giuseppina Cavedaschi;Giacomo Casoli; Superiora Generale delle Domenicane di S. Maria dell’Arco; Suor Yaqueli Diaz; Anna Maria Fortichiari; EmanuelaCopreni; Gloriana Simoncini; Olga Dolcetta Grisolia; Antonio Aliata; Augusta Paridi; Angela Mariani; Ines Ruscelli; Don GiuseppeBergamaschi; Palma Cornago; Santina Lodrini; Giulio Pertile per 6 abbonamenti; Domenicane di Ponte della Priula (Tv); GiuseppeScarnato; Salvatore Francavilla; Paolo Rubechini; Cosima Tampieri; Maria Fasoli; Natalina Bruttomesso.

2) in memoria dei defunti, per preghiere, chiedere grazie o celebrazione di ss. messe:Marta Vicentini; Giampaola Negri secondo le sue intenzioni, per vivi e defunti delle famiglie Recchi e Giardi, Di Gennaro e Cherubini,Borri e Meles; Annarosa Minto in suffragio defunto Nereo; Giovanna Forma per Luca, Giovanna, Nicola e Marianna; ImperiaFornaciari; Flora Manzotti, Maria Carnevali e Maddalena La Roccia per i defunti; Anna Pirani per i defunti; Vannina Laconi pro defun-ti; Maria Angela Levato per guarigione suor Giuliana ed esami M.A.; Eva Buonerba per defunto Ciro Buonerba; Guido Mozzicafreddotutti i 6 del mese per sua moglie e suo cognato; Marialuisa Staffolani per Famiglia Staffolani Accorsi; Annunziata Borsini per i proprimorti; Santina Lodrini.

3) per acquisto di sussidi: Parrocchia Ss. Gervasio e Protasio, Parrocchia Ss. Cosma e Damiano; Luigi Oriano Bezzi; Don Tommaso Rota; Santuario della BeataVergine del Rosario di Fontanellato (Pr); Fulvia Vatta; Francesco D’Angelo; Guido Mozzicafreddo; Claustrali di Castelbolognese (Ra);Guido Mozzicafreddo; Suor Carla Guarniero.

4) per le adozioni a distanza: Ambrogio Caserini per Ana Paula Ferriera Caetano; Ambretta Negri per Pâmela Janaina da Silva; Giampaola Negri per Fabiola deCamargo da Silva; Famiglia Giacobazzi Breveglieri per Kelly Cristina da S.Aureliano; Ada Giacomello per Matheus Alves Siquiera;Famiglia Giantomassi per Amanda Inacio Da Silva; Ermanno Boggio per João Pedro Arcanjo; Tonina Magi per Daiana da Silva;Farolfi Gaddoni per Oaissa Vitoria Lourenco; Famiglia Sandro Tittarelli per Tainà Maria Esquinelli; Rita Della Casa per Bruno GabrielLourenco da Silva; Irene Di Giovanni per Isabella Silva; Daniele Savelli per Renata Guedes Nolasco; Stefano Fini per Isadora OliveiraCascales; Diletta Lucia Montanari per Jasmin Aparecida Caetano; Rossi Giannina per Yociele Aparecida Rocha; Giorgio Acciarini perLaleska Bianca de Paiva; Famiglia Sansa Angelini per Ismael Alan Esteves Geà; Famiglia Vitali Guerrini per Dirceau da Silva.

Hanno collaborato con la loro opera:Dorotea Lancellotti; Mauro Faverzani; Giampaola Negri; Fratini Fernando; Daniela Triaca e Angelo Gazzaniga; Anna e Dario Persici;Enrico Veneziani; Ilaria Giannarelli; Elvio Barzotti; Giampaola Negri; Vittoria Radi; Tania Rondani e Luca Borelli; Regina e GiulianoBongiovanni; Massimiliano Guerrini; Anna Scarpenti; Stefania Beduzzi; Emilio e Giuseppina Lafaiette; Olindo Pressato; Luca Gavelli.

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quest’anno aspettiamo anche te!partecipa ai nostri pellegrinaggi

notizie sul prossimo numero

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In caso di mancato recapito inviare all’ufficio di Bologna CMP detentore del contoper la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

ore 10,00 Ritrovo dei partecipanti nel piazzale del Santuario

ore 10,30 Ora Mariana nel salone a fianco del Santuario

ore 11,30 Meditazione

ore 12,30 Pranzo al sacco

ore 14,00 Visita guidata di Comacchio

ore 16,00 S. Messa in santuario e momento di adorazione

ore 17,30 Saluti

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Cari bambini,nel numero scorso abbiamo festeggiato insieme ilNatale, abbiamo adorato Gesù Bambino nel presepe…ma abbiamo notato che le sue piccole braccia erano aperte? Anche Gesù sulla croce ha le braccia aperte… e quando risorge? …

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Chi di noi non hapaura di veder fini-re le cose belle chesono iniziate?...

Egli vuole abbrac-ciarci sempre per nonabbandonarci mai…quell’amore appenanato nel Presepe nonfinirà mai…

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… abbiamo paura che finisca un’amicizia, che mammae papà non ci vogliano più bene se non siamo buoni, checi colpisca qualche malattia o qualche dolore…

Solo Gesù ci rassicura che il suo amore per noi nonfinirà mai… è la vita eterna, dove potremo essere tuttiinsieme a Gesù e insieme tra noi, per sempre!

dobbiamo imparare a voler bene a Gesù, a capire quan-do e come lo facciamo soffrire e qual è la strada per sal-varci.

Questo vuol dire iniziare a stare dalla parte del bene,sceglierlo sempre, senza eccezioni, anche quando cicosta fatica, anche quando il bene è meno simpatico delmale!

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ddee ii bbaammbbiinnii... non sempre il maleè orribile e fa paura.Molto più spesso entradentro di noi mascherato con questi ragionamenti: “che male c’è?” oppure “tanto lo fannotutti…”o ancora “fai così che è più comodo”.

Cerchiamodi essere furbi!

non lasciamoci imbro-gliare da questi ragio-namenti,

scegliamo il bene…

perché più saremo forti nelle piccole battaglie quotidianecontro la nostra pigrizia, la nostra prepotenza e le nostrepiccole bugie, tanto più sentiremo vicino a noi la dolcezza,l’amicizia e l’amore grande di Gesù. Sarà il nostro compa-gno e il nostro amico quotidiano !

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scrivi anche tu i tuoi grazie a Gesù….

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19 marzo Festa del papàLo sapete perché il 19 marzo è la festa di ogni papà? Perché è il giorno in cui tutta la Chiesa festeggia unpapà speciale: il papà terreno di Gesù.Eh sì, perché Gesù è il Figlio di Dio e Dio Padre nonavrebbe mai voluto che suo Figlio crescesse senza unafamiglia, senza un papà che lo educasse, lo protegges-se, gli insegnasse a lavorare e soprattutto che ognigiorno gli facesse sentire quanto gli voleva bene!

colora tu la SacraFamiglia

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Ma cosa sappiamo di questo papà così speciale?

Giuseppe nacque probabilmente a Betlemme, il padre sichiamava Giacobbe (Mt 1,16) e pare che fosse il terzo disei fratelli. La tradizione ci tramanda la figura del gio-vane Giuseppe come un ragazzo di molto talento e untemperamento umile, mite e devoto.Giuseppe era un falegname che abitava a Nazareth.All’età di circa trenta anni fu convocato dai sacerdoti altempio, con altri scapoli della tribù di Davide, per pren-dere moglie. Giunti al tempio, i sacerdoti porsero a cia-scuno dei pretendenti un ramo e comunicarono che laVergine Maria di Nazareth avrebbe sposato colui il cuiramo avesse sviluppato un germoglio. "Ed uscirà unramo dalla radice di Jesse, ed un fiore spunterà dallasua radice" (Isaia). Solamente il ramo di Giuseppe fiorì e in tal modo furiconosciuto come sposo destinato dal Signore allaSanta Vergine.Giuseppe fu il padre terreno di Gesù e come tale dovetteprovvedere alle necessità della famiglia, tutelare e alle-vare il suo figliolo adottivo, sempre pronto a soddisfare idesideri di Dio.Faticò quotidianamente per non far mancare nulla allafamiglia e, come padre, per insegnare le cose della vita asuo figlio, perché egli doveva, come un fanciullo qualun-que, essere sottomesso alla volontà paterna.

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un papà speciale… scrivi nella cornice i motivi per cui credi che Dio

ti abbia affidato proprio a lui ...

Anche per te il Signore ha scelto

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Ecco il mio papà:

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E perché Dio

ha affidato il suo carissimo Figlio e la sua amata Mariaproprio a Giuseppe?

Nel silenzio che avvolge questa persona a volte dimenti-chiamo quello che fu il suo compito e il suo più grandemerito: non discusse mai gli ordini impartiti nel sonno, oattraverso i messaggeri di Dio, ma eseguì fedelmente,

anche se questo comportava dover abbandonare tuttoquello che aveva realizzato in quel momento: le amicizie,gli averi e la sicurezza sociale per affrontare l'ignoto.

Pensiamo alla sua fede, al suo Sì al messaggio dell’An-gelo che gli diceva di accogliere Maria nella sua casaperché il bambino che Ellaaspettava era il Figlio di Dio….

E pensiamo a quando improv-visamente dovette fuggire inEgitto per proteggere il suoBambino…

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Santa Teresa diceva: «Io non mi ricordo di aver sino ad oggi domandatouna grazia a S. Giuseppe, che non me l’abbia accor-data. Agli altri Santi Dio concede soltanto la grazia disoccorrerci in questo e tal altro bisogno, ma il glorio-so S. Giuseppe, ed io lo so per esperienza, stende ilsuo potere a tutto».

Difficile dubitarne, se pensiamo che fra tutti i santi l’u-mile falegname di Nazareth è quello più vicino a Gesù eMaria: lo fu sulla terra, a maggior ragione lo è in Cielo!

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San Giuseppe è stato proclamato dal papa Pio IX il patrono di tutta la Chiesa

e tanti Santi hanno riconosciuto i suoi meriti.

Oggi come onoriamo San Giuseppe?

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25 marzo: Annunciazione

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Nel Primo Mistero Gaudioso si contempla l’arcangeloGabriele che annuncia a Maria la nascita di Gesù

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Avete riconosciuto le parole con cui l’Angelo ha salutato Maria?.... Sono l’inizio della preghiera dell’Ave Maria!Pensate che bello: ogni volta che iniziamo questa preghiera Maria sisente ripetere quelle parole stupende che le annunciavano che sareb-be stata la Mamma di Gesù.

E a noi cosa ricordano?Ogni volta che le recitiamo dovrebbero ricordarci il Sì che Mariaha detto a Dio, la sua immensa fiducia nel Signore….Chissà che gioia è esplosa in Cielo nel momento in cui la Madonnaha accettato che la volontà di Dio prendesse tutta la sua vita…E noi non dobbiamo dimenticare che gli Angeli, Dio e la Madonnaaspettano ogni giorno i nostri Sì e appena vedono la nostra dispo-nibilità sono pronti a gioire

come fecero 2000 anni fa!

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dal Vangelo di Luca (1,26-31):“L’angelo ............ fu mandato da Dio inuna città della Galilea, chiamata Nazaret, auna vergine, promessa sposa di un uomodella casa di Davide, chiamato .................La vergine si chiamava ............... Entrandoda lei, disse: «ti saluto, o piena di grazia, ilSignore è con te» concepirai un figlio, lodarai alla luce e lo chiamerai Gesù”.

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La pietra azzurra

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Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente lastrada attraverso la vetrina del suo elegante negozio.Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro lavetrina.I suoi occhi, color del cielo, si illuminaronoquando videro uno degli oggetti esposti.

Entrò decisa e puntò ildito verso uno splendi-do collier di turchesiazzurri.

“ È per mia sorella. Può farmiun bel pacchetto regalo?”.

Il padrone del negozio fissòincredulo la piccola cliente e lechiese: “Quanti soldi hai?”.Senza esitare la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul bancouna scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualchebiglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchi-glie, qualche figurina.

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“Bastano?”- disse con orgoglio - “Voglio fare un regalo a mia sorella più grande.Da quando non c’è più la nostra mamma, è leiche ci fa da mamma e non ha mai un secondodi tempo per se stessa.Oggi è il suo compleanno e sono certa che con

Un’ora dopo entrò nella gioielle-ria una bella ragazza, con lachioma color miele e due meravi-gliosi occhi azzurri.

Posò con decisione sul banco ilpacchetto e disse:

questo regalo la farò molto felice.Questa pietra ha lo stesso colore dei suoiocchi…”. L’uomo entra nel retro e ne riemerge conuna stupenda carta regalo rossa e orocon cui avvolge con cura l’astuccio.“Prendilo” - disse alla bambina - “por-talo con attenzione”.La bambina partì orgogliosa tenendo ilpacchetto in mano come un trofeo.

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“Questa collana...... è stata comprata qui?”. “Sì signorina”. -“E quanto è costata?” “I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardanosolo il mio cliente e me”. “Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potutopagare un collier come questo!”. Il gioielliere prese l’astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto,rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza.“Sua sorella ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa paga-re: ha dato tutto quello che aveva”.

Dio ha tanto amato il mondoda daretutto quello che aveva: il suo Unico Figlio….Perché chi crede il Luinon muoiama abbia la vita eterna….

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