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MENSILE ANNO 28 N. 298 GIUGNO 2012 Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Roma 4,50 Svizzera Tic. 10 FS www.bolina.it inserzioni gratuite In crociera ROTTE E METEO PER L’ESTATE * pag. 53 Classi olimpiche ESCLUSE E AMMESSE A RIO DE JANEIRO 2016 * pag. 47 Accessori BICICLETTE DA BARCA AIS E GADGET SOLARI * pag. 69 Libri ed e-book LE NOVITÀ EDITORIALI DELLA BELLA STAGIONE * pag. 49

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inserzioni gratuite

● In crocieraROTTE E METEO

PER L’ESTATE

* pag. 53

● Classi olimpicheESCLUSE E AMMESSE

A RIO DE JANEIRO 2016

* pag. 47

● AccessoriBICICLETTE DA BARCAAIS E GADGET SOLARI

* pag. 69

● Libri ed e-bookLE NOVITÀ EDITORIALIDELLA BELLA STAGIONE

* pag. 49

000-000_Cop_Giu_2012_x 210 dorso 7 mm (Pagine 136 interne) 16/05/12 14.15 Pagina 1

È ARRIVATOIL MANUALE DISEGNATO

la vela raccontataattraverso la matita

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Piedemarino Pub Col_Nero_Giu_2012 14-05-2012 10:36 Pagina 4

LA QUANTITÀ DI INFORMAZIO-ni meteorologiche disponi-

bili su i mezzi di comunicazioneè tale che spesso mette in imba-razzo il diportista. In effetti, fi-no agli Anni 80 circa, gli utiliz-zatori non professionali aveva-no una certa difficoltà nel repe-rire documentazione qualificatae soprattutto aggiornata.

Oggi si può dire che il proble-ma è quasi superato, esistono in-fatti ancora alcuni elementi cheostacolano la completa soluzio-ne, fra i quali due di una certaimportanza: l’utenza in grado divalorizzare adeguatamente leinformazioni e il cosiddetto di-

gital divide, ovvero la disparitàd’accesso alle tecnologie infor-matiche. Quest’ultimo è parti-

colarmente marcato, nei Paesiricchi e sviluppati, fra le zoneurbanizzate e quelle rurali o al-

l’interno di areecaratterizzate dadensità media dipopolazione.

Per quanto con-c e r n e i l p r i m oaspetto del proble-ma, invece, accadeche, frequentemen-te, si ha difficoltà ainterpretare nellesue essenzialitàuna carta meteoro-logica, oppure nonsi sa dove reperirne

INGANNI DELLE PREVISIONIdi GIAN CARLO RUGGERI

Aumentanoi mezzia disposizionedel velistaper conoscereil tempo che faràma anchela lorocomplessità

METEO LE INFORMAZIONI VANNO USATE SOPPESANDO OGNI VARIABILE

Le analisi provenienti dai satelliti meteorologici (banda delvisibile, dell’infrarosso, etc.), sono quelle più diffuse ma èmeglio che siano valutate confrontandole con quelle bari-che delle situazioni in superficie e con le informazioni deiradar meteorologici, delle stazioni a terra, etc.

Fig. 1 - La carta (As) dell’11 aprile 2012 mostra unaestesa saccatura sull’Italia in senso meridiano.

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Ruggeri_Giu_2012 9-05-2012 15:22 Pagina 41

SEDICI CHILOMETRI A NORD DI

Bordighera, in provincia diImperia, su un’altura a 572 me-tri sul livello del mare che bagnala Riviera ligure di Ponente sor-ge il borgo medievale di Peri-naldo. Conteso per anni fra iGrimaldi e i Doria, fu eletto Ca-poluogo di Cantone da Napo-leone Bonaparte durante laCampagna d’Italia del 1796, eha dato i natali a illustri perso-naggi, fra cui spicca l’astrono-mo Giovanni Domenico Cassini(1625-1712).

Conclusi gli studi presso ilCollegio dei Gesuiti di Genova,nel 1649 Cassini si trasferì a Bo-

logna, dove ebbe la cattedra diastronomia presso quella uni-versità, e oltre all’insegnamentosi dedicò allo studio delle come-

te, del Sole e del moto di Marte,Venere e Giove. Dei satelliti diquest’ultimo calcolò le eclissi epubblicò le effemeridi, tramite

L’ASTRONOMO DI CORTE di AUGUSTO GUIDOBALDI

Il nomedi Cassini è legatoallo studiodi Saturnoalle eclissi dei satelliti di Giove e alla meridiana di San Petronio a Bologna

IL CIELO LO SCIENZIATO ITALIANO DI LUIGI XIV, IL RE SOLE DEI FRANCESI

Oltre che dei corpi celesti e dei loro fenomeni, l’illustreligure si occupò d’idraulica, arte militare, matematica,ingegneria, biologia e medicina. Docente di astronomiaall’Università di Bologna, nel 1669 si trasferì in Fran-cia dove diresse l’Osservatorio di Parigi.

COL SOLSTIZIO DEL GIORNO 21 INIZIA L’ESTATE

Raggiungendo la sua massima declinazione di +23°27’, il 21 diquesto mese il Sole, che sorge alle ore 05,27-05,28 (gli orari so-

no riferiti al meridiano centrale del nostro fuso orario e tengonoconto dell’ora estiva) e tramonta alle 20,29-20,40, è al solstizio d’e-state e nel nostro emisfero la durata del dì è massima: 15h 14’. Do-po il tramonto, Mercurio è visibile fino alle ore 21,05-22,09; Martefino alle 01,51-00,25; Saturno fino alle 03,30-01,30. Prima dell’al-ba, Venere è visibile solo da metà mese da circa le 04,40 alle 03,42;Giove dalle 04,47-03,14; Nettuno dalle 01,15-23,20; Urano dalle02,38-00,42. La Luna è piena il giorno 4 e nuova il 19; è al perigeoil 3, a 358.485 km, all’apogeo il 16, a 405.787 km. A giugno si gua-dagnano 10 minuti di luce diurna. A.G.

L’astronomo Giovanni Domenico Cassini nacque nel 1625 a Perinaldo, in Liguria.

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Cielo_Giu_2012 4-05-2012 13:59 Pagina 43

La scoperta delle celebri cascatea cavallo tra Canadae Stati Unitisi deve a un padrefrancescanoinviato dai francesiper convertirei nativi americani

Molti storici ritengono che fu padre Louis Hennepin a osservare e descrivere per primole cascate nel 1678 durante un viaggio condotto dall'esploratore René Robert Cavelier.

TRA LE PAGINE PIÙ TREPIDANTI

delle sue Memorie d’oltre-tomba, lo scrittore François-René de Chateaubriand ne dedi-ca alcune alla profonda sugge-stione suscitatagli, dopo unalunga marcia nei boschi, dallecascate del Niagara.

Siamo nel 1793, in un querce-to si bivacca con una famiglio-la di pellerossa. Da otto, noveleghe gli arrivano con il gemitodell’allocco, i sordi muggitidelle cascate che si annunce-ranno precedute da colonne divapori per una gioia mista a ter-rore di trovarsi di lì a poco difronte a uno degli spettacoli piùgrandi che la natura abbia maiofferto agli uomini. Ha visto lecascate delle Alpi, dei Pirenei,di Terni e Tivoli, ha risalito ilNilo, ma lapidario conclude “IlNiagara cancella tutto”.

E ricorda Chateaubriand, che

quella immane cascata fu rive-lata al mondo “dai missionariche cercando solitudine peradorare Dio si buttavano in gi-nocchio alla vista di quella me-raviglia della natura”. Li chia-ma “i nostri preti”, dove nostrista naturalmente per francesi.

Quindi sono gli occhi di quei

sant’uomini ad avere visto perprimi tra gli europei il masto-dontico “ferro di cavallo” dellecascate: 53 metri di salto, 800metri di larghezza dal lato ca-nadese, 300 da quello statuni-tense.

È dopo il 1600 che la Franciasi desta a un’idea coloniale in

America e se In-ghilterra e Spagnas i g n o r e g g i a n osulle coste di quelcontinente, il Car-dinale Richelieu eLuigi XIV pensa-no di penetrare al-l ’ i n t e r n o , p e rcreare un grandeimpero, esplorarlocoadiuvati in que-sto dai Padri Ge-suiti che si sareb-bero occupati diconvertire i nativi,

NIAGARA, LE ACQUE TUONANTI di PAOLO GIORGI

Cimeli

Il nome del fiume “Niagara” trae origine dal termine On-guiaahra che in lingua irochese (ossia del popolo pelle-rossa originario della regione) significa “acque tuonanti”.

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Giorgi_Giu_2012 14-05-2012 9:52 Pagina 45

La Federazione internazionale introduce due nuove derivee una disciplinaacrobatica:premiatel’innovazionee la spettacolarità

Il consiglio direttivo dell’Isaf ha selezionato il 5 maggio scorso il kitesurf maschile e fem-minile, il catamarano in doppio misto Nacra 17 e lo skiff femminile 49er Mackay FX.

SE NON È UNA RIVOLUZIONE, È

quanto meno un cambiamen-to di rotta che chiarisce le lineeguida alle quali s’ispira la velaolimpica del futuro: innovazione,versatilità e spettacolo. È questainfatti la filosofia che ha animatola federazione internazionale del-la Vela (Isaf) che il 5 maggioscorso, al termine del Mid YearMeeting svoltosi a Stresa (Vb),ha introdotto tre nuove classiolimpiche (togliendone altrettan-te) che gareggeranno a partiredalle Olimpiadi di Rio de Janeiro2016. Si tratta del kitesurf, delNacra 17 e del 49er Mackay FX.Non sono mancate sorprese equalche perplessità.

La novità più eclatante è senzadubbio il debutto olimpico delkitesurf, disciplina acquatica trale più innovative e popolari de-gli ultimi anni che manda inpensione il windsurf. Nato nel1997 nelle acque delle isole

Hawaii (Usa) fondendo surf,windsurf e wake (specialità del-lo sci nautico su tavola singola),il kitesurf consiste nel farsi trai-nare sull’acqua sfruttando la po-tenza del vento catturato da unaquilone (detto appunto kite).Uno sport un po’ distante, dun-que, dalla concezione tradizio-nale di deriva olimpica, ma chegrazie alla facilità di apprendi-

mento e di conduzione (si planacon 8-10 nodi di vento) e soprat-tutto alla sua spettacolarità, haconquistato i dirigenti dell’Isafche hanno deciso di scommette-re su questa nuova disciplina.

Per il kitesurf alle Olimpiadidi Rio verranno adottate le re-gole di classe e di regata stilatea dicembre 2011 dalla stessa fe-derazione internazionale e sa-ranno previste gare maschili efemminili con formula Racing,cioè le classiche gare tra le boe,ma anche prove di Freestyle,dove gli atleti si sfidano incomplicate figure acrobatichedurante salti a svariati metrisull’acqua.

Esce di scena dunque il wind-surf, disciplina non meno spet-tacolare e classe olimpica fin daiGiochi di Los Angeles del 1984che in tutti questi anni aveva di-mostrato di essere tra le più se-guite dal pubblico. In particola-

RIO 2016: CAMBIO DI CLASSI

Vela olimpica

Non solo tradizionali regate tra le boe,ma anche gare di salti ed evoluzionisono previste per il kitesurf olimpico.

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Classi Olimpiche_Giu_2012 16-05-2012 11:52 Pagina 47

Leggere è un’attività i cui pregi non hanno certobisogno di essere decantati. Per molti però pur-

troppo sfogliare un libro è anche un lusso poichédifficilmente la quotidianità lascia lo spazio suffi-ciente per coltivare l’ozio, quello dell’antica Romas’intende, ossia il tempo libero in cui è possibiledare sfogo all’approfondimento culturale e alla di-mensione creativa. Le ferie estive rappresentano

così una opportunità unica per dedicarsi con più se-renità a qualche sana lettura. Lo sanno bene le ca-se editrici che quando si fa più nitido il miraggiodel solleone, fanno a gara a lanciare nuovi titoli,molti dei quali (sarà un caso?) ambientati in mare.Nelle pagine che seguono proponiamo una selezio-ne delle ultime novità, più qualche sorpresa relati-va all’ultima frontiera dell’editoria: gli e-book.

- Una ballata del mare salato,Rizzoli, 250 pagine, 17 euro.

Non si tratta diuna vera e pro-pria novità, maUna ballata delmare salato, ro-manzo del cele-bre scrittore ed i s e g n a t o r eHugo Pratt, ètornato in li-breria dopo un

lungo periodo di assenza. Prota-gonista è l’indimenticabile Cor-

to Maltese, impegnato in unviaggio tra le isole sperdute del-l’Oceano Pacifico. Naufragi, in-digeni e colonizzatori, tesori,sparatorie, passioni, sommergi-bili e incrociatori. Questi e altri

gli ingredienti di un’avventuraambientata tra baie e palmeti neiprimi del No-vecento e chesi fa “divora-re” come ungrande fumettod’autore.

In appendiceun’esc lus ivaselezione di ac-querelli firmatida Pratt.

- Storie di pirati, Donzellieditore, 129 pagine, 23 euro.

Romanzi, esplorazioni, vela e ricette...

LA BIBLIOTECA SALATA

Editoria

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Tra libri ed e-bookuna selezionedelle ultime novità editorialiambientatein mareo a questo ispirate

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Libri_Giu_2012 16-05-2012 11:40 Pagina 49

Dieci rotte tra le più battutedai velistinel Tirrenoe in Adriaticoper pianificarela crociera estiva

La navigazione d’altura è una delle esperienze più emozionanti per chi va a vela e affron-tare una traversata significa avere raggiunto una completa autonomia di conduzione.

Itinerari

tre mille chilometri di lunghezza: un’enorme mo-lo da cui partire verso innumerevoli destinazioni.

Per chi salpa dalla costa tirrenica, per esem-pio, la Corsica e la Sardegna sono le isole chespesso “battezzano” la prima altura. Itinerariche difficilmente superano le 150 miglia e chenel tratto del Tirreno centro settentrionale of-frono il comodo appoggio delle isole dell’Arci-pelago Toscano. Più a Sud, a costituire un pe-renne polo d’attrazione sono invece le isole Eo-lie, dove d’estate convergono rotte e vacanze dimolti velisti.

In Adriatico, invece, la scelta obbligata è quelladelle coste croate, facilmente raggiungibili e con

centinaia di isole da esplora-re. Oppure la Grecia ionica,in cui la bellezza del paesag-gio si unisce a miti condizio-ni meteorologiche e moltepossibilità di approdo. L’of-ferta è ampia, la bella stagio-ne è arrivata, non resta chesalpare. Nelle pagine che se-guono presentiamo dieci rot-te d’altura a seconda dellabase di partenza. F.C.

TRASFERIMENTI ESTIVIPer il velista ogni traversata è un nuovo batte-

simo del mare. Un piccolo Capo Horn che in-cute giustamente timore e va affrontato con ladovuta preparazione. Verificando la barca e ledotazioni di sicurezza, pianificando la rotta, se-guendo l’evoluzione dei fenomeni meteorologi-ci, scegliendo l’equipaggio appropriato e prepa-randolo con un breafing esauriente.

Se si è alle prime esperienze d’altura è meglioprogrammare trasferimenti non troppo lunghicon itinerari poco impegnativi. Evitando di in-crociare rotte trafficate da traghetti o unità mer-cantili e scegliendo destinazioni che non presen-tino complicazioni all’arrivo. Il momento piùdelicato di ogni traversata èinfatti proprio l’approdo,quando alla stanchezza dellanavigazione si somma l’en-tusiasmo per avere raggiun-to la meta e la voglia di sbar-care a terra.

Fortunatamente il nostroPaese ha il pregio di essere alcentro del Mediterraneo e lacaratteristica di sviluparsi inquesto grande bacino per ol-

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Traversata_Giu_2012 14-05-2012 9:57 Pagina 53

Il Mare nostrumpuò riservare anchenella bella stagionesalti di ventoe perturbazioniimprovvise.Una meteoguida per pianificareal meglio la crociera

Nei mesi estivi le coste di Italia, Spagna, Francia, Dalmazia, Turchia e Nord Africa, re-galano in massima parte tempo stabile, temperature miti e regimi di brezze stabili.

Clima

ESTATE, TEMPO DI CROCIERA. Ènaturale per la maggior parte

dei velisti italici sfruttare il perio-do estivo per mettersi al timone diun cabinato e godersi per una opiù settimane un itinerario lungocosta, un arcipelago o una parti-colare area del Mar Mediterraneo.

Non c’è dubbio infatti che ilMare nostrum con i suoi 46.000chilometri di coste rappresentisoprattutto da giugno a settem-bre uno degli scenari più appeti-bili per il velista: prevalenza dicielo sereno, temperature medio-alte, precipitazioni scarse e unregime di brezze stabili che per-mettono di pianificare agevol-mente gli itinerari.

E tuttavia i diportisti che fre-quentano abitualmente questomare sanno che anche nei mesiestivi è meglio diffidare del suocarattere apparentemente “man-sueto”. La configurazione geo-

grafica del Mediterraneo infattifa sì che la sua meteorologia pre-senti caratteristiche non cosìscontate, tanto che c’è chi lo de-finisce il “piccolo oceano”.

Dal punto di vista orografico ilMediterraneo può considerarsiun mare “chiuso” all’afflussodelle correnti settentrionali gra-

zie a una barriera montuosa cen-trale pressoché continua che dal-la dorsale appenninica passa perle Alpi, i Pirenei e arriva ai mas-sicci della Spagna. Così protetto,questo bacino accumula perònella stagione estiva una grandequantità di calore negli stratibassi dell’atmosfera che può inrealtà moltiplicare gli effetti dieventuali perturbazioni.

Queste ultime in estate sono piùrare perché il clima e la circola-zione atmosferica del Mediterra-neo sono in massima parte in-fluenzati dall’Anticiclone delleAzzorre, un’area di alta pressioneche staziona in prossimità diqueste isole portoghesi e che rie-sce a deviare verso Nord la mag-gior parte delle depressioni.

C’è da sottolineare tuttavia chese pur solido nel suo versante oc-cidentale, l’Anticiclone è più fra-gile in quello orientale e periodi-

L’ESTATE IN MEDITERRANEOdi DAVID INGIOSI

All’inizio e alla fine dell’estate non è ra-ro l’ingresso in Mediterraneo di frontifreddi associati a vento e temporali.

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Clima_Giu_2012 14-05-2012 9:59 Pagina 59

UNA BARCA, TANTE MISURE

La lunghezzadi uno scafosi presta a moltedefinizionisia tecnicheche burocraticheed è causadi equivoci

A bordo

LA LUNGHEZZA DI UNA BARCA

dovrebbe essere un datocerto, geometrico, unico e in-controvertibile. Così come ilsuo dislocamento o la superficievelica. Ma ogni velista sa chenon sempre è così.

Dalla lunghezza al galleggia-mento a quella fuori tutto, dallemisure certificate in fase diomologazione a quelle riportatedai depliant, le dimensioni delloscafo si possono allungare o ac-corciare di volta in volta comeuna molla. A confondere ancoradi più le idee ci sono poi i crite-ri di misurazione “burocratici”,ancora più variabili e pericolosiperché possono comportare pre-cisi obblighi come l’immatrico-lazione o il rispetto di un limitedi navigazione.

Nel passato, per esempio, nelclassificare le unità da diportosi usava calcolare la loro “staz-za”, poi si è passati al sistema

“metrico”, stabilendo dei criteridi misura specifici (DM 378/94)e quindi dal 1998 ci si è unifor-mati al sistema di certificazioneeuropeo, con l’introduzione del-le norme armonizzate (Iso8666) che hanno di nuovo mo-dificato questi criteri.

Capita, allora, che barche diuguale lunghezza effettiva pos-sano avere documenti con mi-sure diverse, o che unità co-struite vent’anni fa e classifica-te come “natanti” (inferiori ai10 metri) in base all’attualenormativa possano risultare

“imbarcazioni” (superiori ai 10metri).

Un problema non di poco con-to. Perché la lunghezza, precisa,di una barca serve per esempionello stabilire la percentuale diforfettizzazione della base impo-nibile in caso di acquisto con lea-sing finanziario, oppure per cal-colare la tariffa della tassa di re-gistrazione nelle compravendite,o anche per stabilire quante per-sone sono trasportabili su un na-tante non marcato CE, o per de-finire se va immatricolato o me-no, e anche per calcolare la tassadi proprietà introdotta dal mesedi maggio per tutte le unità supe-riori ai 10 metri.

Un’impasse dal quale si puòuscire solo facendo riferimentoalla documentazione ufficialedell’unità (Licenza di Naviga-zione, certificato di omologa-zione, dichiarazione di confor-mità, manuale del proprietario,

Negli Anni 70 la lunghezza ufficiale di una barca spesso non comprendeva alcuni tipi dispiaggette; misurato con gli attuali criteri, lo scafo avrebbe una lunghezza maggiore.

BOLINA Giugno 2012 63

Lung Barche_Giu_2012 9-05-2012 14:51 Pagina 63

Quando si naviga lontano dalla costaoccorre riadattarsial rollio della barca alle guardiealla cucina di bordo.Poi magicamentesi torna marinai...

Grande Altura

VIVERE IN BARCA E GIRARE AT-torno al mondo vuol dire an-

che avere lunghi periodi da passa-re in oceano, in spazi che si dila-tano al di là dell’immaginabile, alcentro di orizzonti vasti che fannosembrare perduto il resto delmondo. E la vita in alto mare èprofondamente diversa da quelladi tutti i giorni, così tanto da com-portare sempre, almeno all’inizio,un certo grado di scombussola-mento, di fastidio e di sgomento.

Pochi mesi fa, al termine dellastagione dei cicloni nel Pacificomeridionale, abbiamo raggiuntola barca alle Fiji e dopo le solitemanutenzioni primaverili siamopartiti, puntando in direzione delKiribati, 1.200 miglia più a Nord.Era una giornata di vento teso,con l’aria tersa e il mare che luc-cicava di riflessi abbaglianti.

Dopo qualche ora, quando l’iso-la più settentrionale delle Fiji smi-

se di darci ridosso, l’oceano co-minciò a gonfiarsi e la barca a rol-lare pesantemente.

Avevamo previsto che ci sareb-be stato mare e prima di salpareavevamo legato tutto quel chec’era da legare, preso tre mani diterzaroli e montato un fiocco pic-colo rollato per due terzi. Il timo-ne a vento lavorava egregiamen-

te, tenendo la barca in rotta, cosìche per noi non restava altro da fa-re che guardare il mare scorrere.Insomma, era tutto a posto, erava-mo sulla nostra barca che è solidae bene attrezzata, in un oceanoche conosciamo bene e all’iniziodi un’avventura che ci avrebbeportato in un paese nuovo.

Tuttavia ecco cosa scrivevaCarlo sul diario di bordo: “Inquelle prime ore di navigazionedentro quell’oceano collinoso,la mia anima era grigia. Ero tri-ste e a disagio. Qual mare misembrava troppo grande, ostile eimmenso, il rollio mi sembravaesagerato e la strada da compie-re infinita. Se stavo in pozzettoc’erano gli spruzzi, se scendevosottocoperta non riuscivo a tro-vare un posto che fosse comodo.Faceva capolino una sottile nau-sea e c’erano pensieri illogiciche frullavano per la testa: del ti-

BELLA VITA IN ALTO MAREdi CARLO AURIEMMA ed ELISABETTA EÖRDEGH

Carlo Auriemma ed Elisabetta Eördeghda oltre vent’anni girano il mondo a bor-do del ketch Barca Pulita (13,41 m).

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Auriemma_Giu_2012 14-05-2012 10:01 Pagina 65

Piccole e avveniristichele due ruoteda barcadiventano semprepiù leggeree affidabili

Ecologica ed economica la bicicletta in barca permette di avere ogni volta che si ormeg-gia un mezzo di trasporto sempre pronto per brevi spostamenti o lunghe escursioni.

In banchina

Le biciclette pieghevoli si possonostivare velocemente e in poco spazio.

AVOLTE QUANDO SI ARRIVA IN

un porto, una piccola isolao un caratteristico borgo lungola costa, capita che il luogo del-l’attracco sia lontano da un cen-tro abitato, un punto dove rifor-nire la cambusa o, magari, da unposto che merita di essere visi-tato. Così, ormeggiata la barca escesi a terra, sarebbe comodo unmezzo per spostarsi senza dove-re macinare chilometri a piedi.Per esempio una bicicletta pie-ghevole.

Come la barca a vela, la bici-cletta è ecologica inoltre è, al-meno sul fronte dell’alimenta-zione, economica non ha biso-gno di documenti e permette dicompiere della sana attività fisi-ca. L’aumento di interesse degliutenti nautici verso questo siste-ma di locomozione, ha spinto leaziende produttrici a migliorarela qualità anche di quelle pensa-

te per l’ambiente marino, realiz-zandole con materiali e compo-nenti in grado di resistere allasalsedine. Oggi chi vuole acqui-stare una bicicletta pieghevolepuò scegliere tra un’ampia of-ferta: dai modelli di poche cen-tinaia di euro fino a quelli superaccessoriati che ne costano mi-gliaia. Le biciclette da barca de-

vono avere poche ma indispen-sabili caratteristiche: essere leg-gere e pieghevoli per facilitarnelo stivaggio. Inoltre devonoavere il telaio in alluminio o inacciaio verniciato con prodottianti corrosione, bulloneria inacciaio inossidabile e la trasmis-sione con catena trattata con te-flon o a cinghia. Per il velista èfondamentale poi tenerla in per-fette condizioni con un minimodi manutenzione.

Le ruote hanno in genere pic-cole dimensioni: 12, 16, 18 o 20pollici (circa 30, 40, 45, 50 cm)di diametro. Quelle con un dia-metro maggiore sono per chipreferisce coprire distanze piùlunghe, fare escursioni o avven-turarsi su strade sterrate. Se in-vece si sceglie un mezzo perspostarsi con rapidità all’internodei porti o nei centri abitati, sipuò optare per ruote da 12 a 16

BICI, AMICA PIEGHEVOLEdi ANGELO SINDONI

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Bici da barca_Giu_2012 16-05-2012 11:39 Pagina 69

AIS, UTILE SENTINELLAdi FABRIZIO COCCIA

Pensatoper le naviil sistemache identificaautomaticamentele unitàin navigazioneè utile anchenel diporto

Sicurezza

DISPORRE DI UNA BUONA VISI-bilità esterna e creare le

condizioni migliori per essereavvistabili è una delle regole ba-se per una navigazione sicura.Soprattutto di notte, in caso dinebbia o foschia, oppure quan-do si è all’ancora in rada o si in-crociano rotte trafficate.

Per questo serve un’attenta vi-gilanza in coperta e l’utilizzo ditutti gli strumenti previsti dallenorme internazionali, come leluci di via e di fonda, gli stru-menti sonori, la radio Vhf, ilgps, etc. C’è poi la possibilità diintegrare la dotazione di bordocon ulteriori apparati che si ser-vono delle più recenti tecnolo-gie per monitorare le unità innavigazione. Tra questi l’Ais èquello che sta avendo la mag-giore diffusione. Vediamone lecaratteristiche principali.

Che cos’è l’Ais. La sigla Ais è

l’acronimo di Automatic Identi-fiction System, ovvero un siste-ma di identificazione automati-ca per le navi ideato dallo sve-dese Hakan Lans e sviluppato apartire dagli Anni 90 dall’Imo,l’Organizzazione MondialeMarittima, per evitare le colli-sioni in mare. Integra i tradizio-nali sistemi di osservazione vi-

suale, quelli di ascolto radio o ditracciamento radar. A differenzadi altri strumenti consente diavere numerose informazionisul tipo di unità, la sua rotta edestinazione.

Come funziona. Il sistema Aistrasmette in tempo reale, su fre-quenze Vhf, una serie di infor-mazioni che riguardano l’unitàsul quale è installato, ricevendoal tempo stesso quelle relativealle altre unità nelle vicinanze.

Funziona con uno strumentoricetrasmittente chiamato tra-sponder, ci sono poi anche soloi ricevitori di segnale.

Le informazioni trasmesse so-no di due tipi: statiche, inseritedall’armatore (nome e tipo dellanave, numero di registrazione,tipo di carico, codice Mmsi,lunghezza, pescaggio, destina-zione, etc.) e dinamiche ovveroricavate automaticamente dagli

L’Ais consente di vedere nello schermoposizione e informazioni delle unità vi-cine, dotate dello stesso sistema.

Attraverso il sistema Ais si possono rilevare le navi e conoscere anche la loro rotta.

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Ais_Giu_2012 14-05-2012 10:02 Pagina 73

Gli strumentialimentatidal fotovoltaicosono un’alternativaecologicaed economicaal consumo di carburantee delle batteriedi bordo

L’assenza di cavi permette di spostare gli apparecchi a energia solare ovunque servono.

Energia pulita

Tenere sotto controllo i con-sumi di energia in barca èfondamentale per non gra-vare sull’impianto di bordo.Per evitare sprechi si posso-no installare strumenti au-tonomi perché alimentatida piccoli pannelli solari;vediamone alcuni.

< w w w. c a r -manah.com>.

L a s t e s s atecno log ia ,con pannellosolare inte-grato e luce aled, è utiliz-z a t a a n c h edalla Railli-ght, una lam-pada mobile

visibile a360 gradi dotata di ungancio a morsetto perinstallarla dovunque

sia necessario. Con lamassima carica haun’autonomia di 8ore. Info: <www.sol-

light.com>.

per desalinizzare l’acqua delmare ed eliminare i residui in-quinanti. Il dispositivo è forma-to da uno speciale pannello intessuto di 90 per 180 centimetricirca, che viene montato all’oc-correnza sulla coperta, i raggidel sole filtrati fanno evaporarel’acqua posta in un serbatoiosottostante, il sale rimane sulfondo mentre l’acqua conden-sata viene raccolta in un conte-nitore. In condizioni ottimali èin grado produrre fino a 7,5 li-tri d’acqua al giorno. Info:<www.seapanel.com>.

ACCESSORI BACIATI DAL SOLE

Più luce in coperta. Sonomolte oramai le luci di bordoche possono essere alimen-tate dal sole. Per esem-pio la Carmanah M502è una luce per la coper-ta disponibile in più co-lorazioni e provvistadi lampadina a ledvisibile fino a un mi-glio di distanza. La ri-carica avviene durante il giornotramite un piccolo pannello so-lare. L’involucro esterno è im-permeabile e resistente agli urti,l’autonomia è di 300 ore. Info:

Acqua dolce dal sole. Una ri-serva d’acqua dolce a bordo sipuò ottenere con sistemi ecolo-gici come il Rapid Deploy Ma-rine che sfrutta i raggi del sole

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Accessori Solari_Giu_2012 14-05-2012 10:09 Pagina 75

Un cabinato di nove metri se costruito solidamente e opportunamenteattrezzato consentedi effettuare in sicurezza navigazioni ad ampio raggio

Piuttosto che installare la landa per lo strallo di trinchetta su una piccola barca si può ab-bracciare lo scafo ai masconi con una fettuccia di adeguata robustezza munita di paranco.

QUANDO COGLI L’ESSENZA DEL

navigare a vela non impor-ta essere a bordo della AmerigoVespucci o di un piccolo cabina-to, ciò che conta è godere al me-glio quei momenti.

A tal fine anche modelli dai 7ai 9 metri possono risultare otti-mi, tanto più oggi che l’econo-mia gira a rilento.

Indipendentemente dalle di-mensioni una barca dovrebbegarantire caratteristiche di mari-nità. Invece la maggior parte deicantieri, quando produce mo-delli di dimensioni contenute ri-tiene di poter risparmiare su ma-teriali e sicurezza perché chi leacquisterà ne farà comunque unutilizzo limitato. Sul mercato sitrovano così tutti i tipi, spessodavvero poco affidabili.

A seguire alcune rapide consi-derazioni per individuare anchetra le piccole barche quelle adat-

te a navigazioni anche molto im-pegnative e qualche consiglioutile a ottimizzarle.

Linee di carena. Il cuore dellabarca a vela è la carena e questapuò essere dislocante o planante.

Se il pescaggio è di un metro emezzo con un pinna di deriva diun metro abbiamo una carena a“V”, profonda; viceversa unabarca con pescaggio di un metroe ottanta centimetri e la pinna dideriva profonda un metro e ses-santa, avrà la cosiddetta carenapiatta. Nel primo caso lo scafoentrerà con morbidezza nell’on-da, nel secondo tenderà a batter-ci contro con sollecitazioni che siripercuoteranno sull’attrezzaturae in particolare sullo strallo. Unaltro vantaggio delle careneprofonde è indubbiamente lamaggiore stabilità di rotta.

Costruzione monolitica. Labarca deve essere ben costruita, sepossibile monolitica, ossia in ununico pezzo, senza bulbo applica-to, né skeg per la pala del timone.Quest’ultimo è preferibile a barra,sia per semplificare la costruzionee la manutenzione che per “senti-

LA BARCA (PICCOLA) IDEALEdi ANGELO PREDEN

Meditazioni

Lo scafo deve essere rinforzato conlongheroni, madieri e paratie non soloresinate ma irrigidite con viti passanti.

Una sagola passante negli ombrinali dellafalchetta obbliga la fascia a non muoversi

Fascia tessile che abbraccia i masconi diprua per un attacco rapido, sicuro e solidodi uno strallo mobile.

strallo mobile

paranco

giunzione in vetroresi-na che salda la para-tia di legno allo scafo.

Viti passanti per irrigi-dire paratia e scafo

paratia di legno

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Preden_Giu_2012 14-05-2012 10:14 Pagina 77

Lo spostamentodelle masse d’acquaè soggetto a molte variabili.Elementi e metodiper calcolarne le dimensionie stimarne gli effetti

Per mare vivo si intende il modo ondoso causato dalla forza del vento presente; il mare mor-to invece è in atto anche in assenza di vento, effetto del passaggio di una depressione.

Scienza

La parte più alta di un’onda è la cresta, la parte più bassa il cavo. Altri para-metri utili a descriverle sono l’altezza, la lunghezza, il periodo e il fetch.

ALL’INIZIO DELLA BELLA STA-gione si sente parlare di ve-

le, antivegetative e strumentielettronici, al termine della sta-gione i racconti abbondano dionde alte come palazzi che poi,coi rigori invernali vengonoscordate per tornare a lasciare ilposto ai tepori primaverili e aidecimi di nodo del Code-Zero.

Come sappiamo le barche avela si muovono grazie al ventoed esistono tanti manuali chespiegano come sfruttare al me-glio questo mezzo di propulsio-ne. Ma le barche si muovono inun altro ambiente, non aereo maliquido, il mare, e il mare non èsempre calmo come l’olio; il piùdelle volte è solcato da onde chein alcuni casi influenzano la na-vigazione al punto da costringe-re anche i più grandi cargo acambiare rotta. Le onde presen-ti sulla superficie del mare sono

causate dal vento anche se esi-stono altri elementi in grado digenerarle come per esempio al-tre imbarcazioni, le maree, i ma-remoti, etc.

Se una bava di vento fino a duenodi colpisce la superficie cal-ma del mare, si formano incre-spature che hanno una durata li-mitata all’azione del vento stes-so. Finita l’aria le increspaturespariscono riassorbite dalla ten-sione superficiale dell’acqua e il

mare torna calmo. Se la velocitàdel vento supera i due nodi ab-biamo invece la formazione dionde che assumeranno caratteri-stiche differenti secondo varifattori e che, anche quando ilvento cesserà o cambierà di di-rezione, continueranno a esiste-re per un certo periodo di tempo.

I movimenti di masse d’acquasulla superficie del mare deter-minati dalla forza del vento sichiamano onde, mentre quelli di

LA MISURA DELLE ONDEdi GALILEO FERRARESI

livello del mare

cavo

altezzaperiodo

lunghezza

cresta

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Misura Onde_Giu_2012 14-05-2012 10:18 Pagina 79

Per impiombarei cavi intrecciando i lorotrefoli o legnoliservono strumentiparticolarinozioni tecnichee molta pratica

I velisti che vogliono imparare l’arte di eseguire le impiombature possono ricorrere ad appo-siti manuali di rigging o consultare i video didattici on-line delle aziende produttrici di cime.

Fai-da-te

GLI UTENSILI DEL MARINAIOdi ALFREDO MOSSO

ESEGUIRE LE IMPIOMBATURE È

una delle tante attività ma-nuali che identificano il mari-naio. Lavorare con i cavi dellelinee d’ormeggio, di ancoraggioe delle manovre correnti moltevolte è una necessità. Sapereeseguire i nodi è molto utile e damolti viene considerato suffi-ciente; in realtà dal punto di vi-sta meccanico, l’uso del nodo èquantomeno controindicato per-ché il suo impiego comportauna perdita di carico considere-vole come si può vedere nellatabella accanto. L’impiombatu-ra invece ha una perdita di cari-co, se ben eseguita, trascurabile.

I produttori indicano comecarico di rottura quello ottenu-to con “provini”, ossia spezzo-ni di cavo sui quali sono utiliz-zate due impiombature per col-legarli alla macchina (dinamo-metro), ma non prendono in

considerazione l’uso del nodo edanno come carico massimod’uso o Cmu (in inglese Swl,ossia safe working load) il 20per cento del carico di rottura oCr (in inglese Bl, ossia breaking

load) indicato per quel tipo dicavo. Questo significa che seper esempio una scotta lavoracon un Cmu pari a 200 chilo-grammi, si deve acquistare uncavo con un Cr di 1.000 chilo-grammi. Si comprende peròche se si utilizza un nodo, sup-poniamo la classica gassa, i1.000 chilogrammi diventano600 con una perdita di sicurez-za importante.

Da tutto ciò si ricava che l’im-piego delle impiombature è indi-

Nonostante l’impiego dei nodi sia fondamentale in barca, dal punto divista meccanico questi riducono la capacità di carico della cima a cui

sono applicati. Ecco qualche esempio relativo ai nodi più comuni.

tipo di nodo nodo semplice nodo piano gassa d’amantenodo parlato

perdita di carico 55%55%40%40%

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IL NODO: QUANTO GRAVA SUL CARICO?

Mosso_Giu_2012 14-05-2012 10:20 Pagina 84

Esaminando la sola Licenzadi Navigazione di una barca d’occasione spesso è possibilescoprirese si tratta di un “bidone”

Tra i trucchi messi in atto dai venditori, c’è quello di nascondere le attività pregresse del-le imbarcazioni, per esempio anni di charter, oppure il numero degli ex proprietari.

Compravendita

LA MIA COLLABORAZIONE CON

la rivista BOLINA iniziò neldicembre del 1993. L’amicoGiorgio Casti mi chiese di scri-vere una serie di articoli a carat-tere tecnico per evidenziare ailettori cosa contasse veramentee dove “cacciare il naso” nellefasi che precedevano l’acquistodi una barca usata.

È passata ormai una genera-zione e ora mi trovo a ricevereun’identica richiesta pervenu-tami dall’attuale direttore diBOLINA, figlio dell’amico pre-maturamente scomparso.

Di acqua ne è passata sotto lechiglie delle barche in questiquasi 19 anni e il mondo della“nostra” nautica è cambiatomolto, con alti e bassi, ma daquanto sembra, tendenzialmen-te verso il peggio. Non è poidetto che si sia già toccato ilfondo. In questo ventennio la

nautica “popolare” non è mairiuscita a decollare, il leasingha drogato il mercato, la moto-nautica ha fatto da padronaschiacciando la vela in un an-golino, le direttive CE hannoprodotto imbarcazioni semprepiù “conformi”, solo sulla car-ta, a norme astruse. Le barchesono in realtà oggi molto menomarine rispetto a quelle di 20

anni fa, una certa parte dellagrande cantieristica nostrana èdivenuta campo di gioco per fi-nanzieri senza scrupoli, centi-naia di piccole realtà produttivesono state spazzate via da ini-ziative fiscali cervellotiche edemagogiche.

E gli utenti nautici? Oggi nonsono più liberi di spendere ipropri soldi come desideranofarlo per le proprie barche, madevono consegnarli allo Stato,che si è arrogato il diritto di sta-bilire come questi vadano spe-si, deducendone ovviamente unbuon 80 per cento per mantene-re un apparato burocratico im-produttivo e auto referenziato,nonché una manciata di caste aldi sopra della legge.

Da sempre a metà aprile i piaz-zali e i capannoni dei cantierinautici di costruzione e di ripa-razione hanno rappresentato

USATO: IL PRIMO APPROCCIOdi MARCO COBAU

Quando si compra una barca, ci si tro-va in uno stato di “debolezza” psicologi-ca che può portare a scelte incaute.

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Cobau_Giu_2012 8-05-2012 0:10 Pagina 87

LA STORIA DEL TRIMARANO

B&Q-Castorama è legata aun progetto velico ambizioso.Quello della navigatrice britanni-ca Ellen MacArthur che nel 2003si mette in testa di battere il re-cord del giro del mondo in solita-rio. Al di là delle oggettive diffi-coltà, l’impresa suona particola-mente audace al popolo dei veli-sti, per due motivi: il primo per-ché la MacArthur è una donnaappena ventisettenne e di corpo-ratura minuta, anche se già moltoesperta e determinata, poi perchéun inglese vuole cimentarsi conun primato, il celebre Trofeo Ju-les Verne, che è da sempre appan-naggio dei navigatori francesi.

Argomentazioni deboli tuttaviaper una velista di razza come leiche in realtà un giro del mondo loha già concluso appena due anniprima (un secondo posto alVendée Globe sull’Open 60 King-fisher). Per battere il primato però

zioni estreme. Ma i trimarani Or-ma all’epoca si trovano nell’oc-chio del ciclone a causa di una se-rie di incidenti che stanno deci-mando il circuito internazionale.

Dopo un’attenta analisi, la scel-ta ricade su un prototipo di 16,20metri di larghezza, 8,3 tonnellatee con una lunghezza totale di22,90 metri (75 piedi), in modo dacompensare il punto debole dei60 piedi che è la stabilità longitu-dinale. Quanto alla superficie ve-lica, invece, si mantiene la misuratotale di 320 metri quadrati, ilmassimo gestibile da un solitarioe si opta per un efficiente alberoalare di 30,60 metri di altezza sucui sono inferiti la randa, quattrofiocchi e due gennaker.

Gli scafi e le traverse vengonorealizzati in sandwich con tessutipre-impregnati di carbonio eschiuma di Nomex, le manovremobili sono in kevlar e le vele as-semblate con la tecnica 3DL(sen-

MULTISCAFI LE IMPRESSIONI IN MARE, I DATI TECNICI E I PIANI VELICI

Evoluzione dei veloci trimarani Orma di 60 piedi, il multiscafo costruito dal cantiere austra-liano Boatspeed è più stabile e solido per affrontare il mare formato delle basse latitudini.

le serve una barca speciale, da re-cord appunto.

Il progetto viene affidato al con-nazionale Nigel Irens, progettistadi alcuni dei più veloci trimaranimai realizzati (Fleury Michon,Enza, Fujicolor) che decide di la-vorare in coppia con il franceseBenoît Cabaret. Ed è proprio a untrimarano Orma di 60 piedi che idue pensano: veloce e più stabilerispetto ai catamarani, soprattuttose condotto in solitario in condi-

B&Q: LA SAETTA A TRE SCAFI

All’età di 27 anni Ellen MacArthur hastabilito il record del giro del mondo.

Progettodi Nigel Irenscon il qualela navigatrice Ellen MacArthurnel 2005 conquistòil Trofeo Jules Verne

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Multiscafi_Giu_(AL)_2012 15-05-2012 17:24 Pagina 91

L’incontro

di due amicicon unatromba d’ariamentre naviganoal largodella costaToscana

Sapore di Mare / Articoli scritti dai lettori

ÈIL 4 SETTEMBRE 2011. IO E ilmio amico Antonio, che ha

preso una settimana di ferie perl’agognata crociera all’isolad’Elba, siamo in banchina a Via-reggio a scrutare il cielo e il ma-re. Il bollettino dell’aeronauticadà burrasca sul mar di Corsica etemporali sparsi sul mar Ligure.

Non sono Soldini ed esprimo imiei dubbi a un mio vicino dibanchina che sentenzia: «Quan-do c’è uno che ha impegni emette fretta al viaggio si va in-contro a guai». Ma Antonio nonvede l’ora di salpare. Lasciamoquindi Viareggio con tempo di-screto, qualche nuvola e un po’di sole e mi dico che al peggioprenderemo un po’ di pioggia.

Il fiocco è legato in coperta al-la draglia, randa a riva e motore,con mare calmo e pochissimovento passo oltre Marina di Pisaverso le 17.30, ma più a Sud ve-do un imponente muro nero, co-

sì prendo una mano di terzaroli.Alla fine dell’operazione sonosolo in coperta perché il mioamico pisola in cuccetta, il neroè sempre più evidente.

Lo chiamo, ma a vedere quellospettacolo rimane scosso e michiede di tornare indietro per ripa-rare nella foce dell’Arno, pocopiù a Nord. Sono perplesso, indu-gio, ma qualsiasi decisione, ancheimmediata, non sarebbe adegua-ta. Il fronte nero arriva a una velo-cità imprevista: ci colpisce unmuro di acqua e vento che ci faentrare in una situazione dic o m p l e t ocaos, pochis-sima luce,pioggia

che frusta la faccia e superficiedel mare nebulizzata dalla forzadel vento.

Prendo due grandi onde difianco che fanno sbandare il mioGura, un Plastivela di 7,32 me-tri, in maniera paurosa, ma labarca miracolosamente si rad-drizza e io timono per affronta-re le onde a prua e mascone disinistra. A quel punto sono ingrado di controllare la barca an-che se intorno a me è tutto inconfusione. Antonio lucida-mente indossa il giubbottodisalvataggio e lo mette anche ame che non mi posso muovere

dal timone e riesce quasi adammainare tutta la randa

che avrebbe dovuto es-sere tutta terzaro-

lata per tem-po. Il mioa m i c ovorrebbechiamare

SORPRESI DA UN GROPPOdi GIOVANNI MIGNONE

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Sapore di Mare_(AL)_Giu_2012 16-05-2012 11:39 Pagina 95