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7/27/2019 linguistica generale dispensa
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Universit degli Studi di MacerataFacolt di Lettere e Filosofia
Corso di Laurea Magistrale in Lingue e culture comparate
Cl. 37/S - a.a. 2008-2009
LINGUISTICA GENERALE
(60 ORE 12 CFU)
SEMANTICASEMANTICASEMANTICASEMANTICA
PROF.SSAPROF.SSAPROF.SSAPROF.SSA CLARA FERRANTICLARA FERRANTICLARA FERRANTICLARA FERRANTI
DISPENSADISPENSADISPENSADISPENSA
a cura di Clara cura di Clara cura di Clara cura di Clara Ferrantia Ferrantia Ferrantia Ferranti
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PRIMA PARTE
SEMANTICA
RAPPORTI SEMANTICI
MODELLI DANALISI
1. Rapporti semiotici e semantica2. Significato e senso3. Semantica lessicale4. Semantica prototipica
Riferimento bibliografico:
CASADEI Federica, Lessico e semantica, Carocci, Roma 2003
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1. RAPPORTI SEMIOTICI E SEMANTICA
1.1 TRIANGOLO SEMIOTICO DI OGDEN E RICHARDS, 1923
Charles Kay Ogden (1889-1957 - psicologo, filosofo e linguista),Ivor Amstrong Richards (1893-1979 - critico letterario e studioso di semantica),The Meaning of Meaning, New York, Harcourt & Brace, 1923
Triangolo della significazione (thought, symbol, referent)
pensieroconceptis
simbolo referentevoces res
Il triangolo semiotico mostra e sintetizza linterminabile e ampio dibattito sullarelazione tra lingualingualingualingua,,,, pensierpensierpensierpensieroooo e realtrealtrealtrealt, tema sviscerato e disputato sindallantichit nella speculazione filosofica e linguistica
tale rapporto ben riassunto nella formulazione scolastica medievale:
vocesvocesvocesvoces significant resresresres mediantibus conceptisconceptisconceptisconceptis
CHE COSA VUOL DIRE?
la parola resa equivalente alla cosa mediante il concetto, ovverosia, il rapporto tralespressione linguistica e il mondo extralinguistico mediato dal pensiero
tale lettura non affatto esclusiva e condivisa e linterpretazione del triangolo edella relazione che lega le tre componenti dipende dallinterpretazione delle
componenti stesse
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LE TRE COMPONENTI DEL TRIANGOLO SEMIOTICO
SIMBOLOSIMBOLOSIMBOLOSIMBOLO= segno che sta per(si riferisce a) qualcosaltro (oggetto, referente)
il segno pu essere linguistico ma anche non linguistico (vedi la simbologia deisistemi di comunicazione non verbale, dei segnali stradali, ecc.)
in linguistica, per simbolo si intende normalmente lespressione linguistica, ilsignificantee non il segno linguistico in toto o il segno di natura non linguistica
REFERENTEREFERENTEREFERENTEREFERENTE= la cosa, loggetto (cognitivo? reale?)
la realt oggettiva, percepibile, tangibile e ontologicamente preesistente oppure una entit del pensiero, immagine astratta e cerebralizzatadelloggetto reale,
che non necessariamente definito linguisticamente?
dalla diversa interpretazione del concetto di referente dipende anche la suaposizione allinterno delle teorie semantiche, che va dalla pole positionalla totale
esclusione
la distinzione tra loggetto concreto e la sua astrazione (cio la res e loggetto che nella mente, sia che si tratti di oggetto concreto, sia che si tratti di idea astratta)
molto importante. Troviamo tuttavia che in molte speculazioni, descrizioni e
spiegazioni realt e referente coincidono
PENSIEROPENSIEROPENSIEROPENSIERO= concetto, idea, significato
concettoe significatonon significano la stessa cosa a seconda delle diverse concezioni, il significato pu essere oggettivo, o
linguistico, o cognitivo e dunque pu coincidere o meno con il concetto mentale
problematicit legata alla controversa ed eterogenea concezione del significato del significato si occupa la SEMANTICA, che parte della semiotica
Le molteplici interpretazioni delle tre componenti del triangolo semiotico comportauna lettura estremamente differenziata dello stesso, a seconda degli approcci alla
problematica della relazione tra
lingualingualingualingua----pensieropensieropensieropensiero----realt oggettivarealt oggettivarealt oggettivarealt oggettiva----realt cognitivarealt cognitivarealt cognitivarealt cognitiva ammessa, ma non concessa, la validit del modello triadico della significazione di
Ogden e Richards, cambia di molto la sua interpretazione se ai vertici poniamo
simbolo-pensiero-referente, oppure significante-significato-referente, oppure
parola-concetto-cosa, ecc., in qualsivoglia combinazione
le nozioni di pensiero, significato, concettonon sono equivalenti, come non lo sonosimbolo, significante, parola, espressione, e tantomeno lo sono referente,
realt/cosa, oggetto
tutta la complessit della problematica qui si evidenzia e allo stesso tempo siintravede la precariet di ogni modello che non tenga e renda conto di questa
complessit
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1.2 LE SEMANTICHE
CHE POSTO OCCUPA LA SEMANTICA ALLINTERNO DELLA SEMIOTICA?
La SEMIOTICA la scienza generale dei segni e non solo linguistici Tridimensionalit della semiotica:
semantica: relazione dei segnicon gli oggetticui i segni si riferiscono (referenti) sintattica: relazione dei segnitra loro pragmatica: relazione dei segni con gli utenti dei segni usati nel processo
comunicativo
SEMANTICASEMANTICASEMANTICASEMANTICA= dal greco sminein= significare, indicare con un segno (sma =segno): la scienza del significato e si occupa del rapporto di significato che
sussiste tra i segnie il loro referente
La semantica linguistica si occupa del significato dei segni linguistici e cerca dirispondere ai seguenti quesiti:
che cos il significato? come si forma il significato? come si struttura il significato allinterno di una parola? come si istituiscono e si organizzano i significati tra le varie parole?
QUANTE SEMANTICHE? tante concezioni del rapporto tra lingua - pensiero - realt
tante concezioni del concetto di significato
tante semantiche (filosofiche, linguistiche, cognitive)
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QUALI GLI INDIRIZZI FONDAMENTALI DELLA SEMANTICA MODERNA?
Questi approcci alla teoria del significato si occupano del segno linguistico, inrapporto al pensiero e al mondo dei referenti, ma non per tutte le teorie semantiche
il significato unentit linguistica, come lo per la semantica linguistica di
derivazione strutturalista
Suddivisione fondamentale tra gli innumerevoli approcci alla semantica: semantica filosofica referenziale semantica linguistica strutturale semantica cognitiva esperienziale
la SEMANTICA FILOSOFICA quella che ha radici pi antiche, la tesi referenzialista risalead Aristotele e al pensiero greco antico
la semantica referenzialemoderna, che nasce con Frege agli inizi del Novecentoinsieme alla filosofia analitica del linguaggio nellambito degli studi di logica, la
riproposta in chiave moderna della vecchia concezione referenzialista del
significato
la SEMANTICA LINGUISTICAnasce alla fine dellOttocento con Bral ed ha un orientamentostorico, cio una semantica diacronica, in armonia con la corrente linguistica
contemporanea dominante, che si interessa del mutamento semantico delle parole.
A Bral, ritenuto il padre fondatore della semantica, si deve la coniazione deltermine nel 1883
la semantica strutturale procede dalla considerevole svolta novecentescadellapproccio al linguaggio dovuta allinfluenza degli assunti saussuriani e al
rinnovato interesse per la sincronia della lingua; essa pertanto una semantica
sincronica. Tutti gli approcci strutturali moderni della semantica linguistica
scaturiscono dalla teoria del significato di De Saussure
la SEMANTICA COGNITIVA nasce negli anni 70/80 del Novecento negli Stati Uniti incontrapposizione alla linguistica generativa di Chomsky, ad opera di molti edeterogenei studiosi
la semantica esperienziale una designazione alternativa del cognitivismo,proposta dallo studioso Lakoff a motivo della forte dipendenza delle strutture
cognitive della mente umana dallesperienza corporea e fisico-percettiva
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QUALE RELAZIONE FRA LE COMPONENTI DEL TRIANGOLO SEMIOTICO?
Dicevamo che il modo in cui possibile vedere il rapporto tra le componenti deltriangolo semiotico, lingua-pensiero-realt, cambia a seconda dei diversi approcci
alla semantica e del diverso modo di concepire le componenti stesse
Nella CONCEZIONE REFERENZIALISTA, la lingua denota direttamente la realtontologicamente preesistente e pertanto:
loggettoviene prima del segno che lo indica il significato (pensiero, idea, concetto) lo stesso per tutti gli uomini e rinvia
direttamente alla realt
esso oggettivo, non mentale o cognitivo, e si forma dalla relazione tra i nomi ele cose
nelle varie lingue la realt viene indicata con espressioni linguistiche diverse,pertanto la lingua concepita come una nomenclatura e il rapporto che legalingua e realt di tipo necessario e diretto
fa parte delle dispute antiche la tesi, aristotelica, del CONVENZIONALISMO, che sioppone al referenzialismo, secondo la quale la lingua esprime le idee che sono
gi presenti nella mente umana attribuendo loro un nome convenzionale
anche in questo caso la lingua una nomenclatura ma il rapporto che legalingua e realt di tipo convenzionalee non diretto ma mediato dal concetto
lorientamento referenzialista moderno si basa sui metodi danalisi dei linguaggiformalizzati e artificiali della logica e della matematica
ogni espressione linguistica, in quanto rappresentazione della realt, sar vera ofalsarispetto alla realt extralinguistica cui si riferisce
lanalisi semantica basata sulla definizione delle condizioni di veritche rendonouna frase vera o falsa, cio sulla descrizione delle regole che permettono di
assegnare un valore di verit alle asserzioni, indipendentemente dalla verit o falsit
oggettiva del contenuto, o dalla differenza di contenuto tra due frasi, o
dallinterpretazione dei singoli costituenti, assumendo una posizione antimentalista
e antipsicologista il valore di verit dipende dalla struttura logica delle frasi Nella CONCEZIONE STRUTTURALISTA, la lingua autonoma rispetto alla realt e anche
rispetto al pensiero, pertanto:
la realt oggettiva non ha alcun ruolo nella formazione del pensiero e delsignificato, come vuole la tesi referenzialista
il pensiero in s una massa amorfa, caotica e indistinta nella fase prelinguistica;non esistono nella mente idee o concetti prestabiliti e preesistenti alla lingua, ben
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distinti e delimitati, ai quali le lingue assegnerebbero delle etichette linguistiche,
come vuole la tesi convenzionalista
preesistono solamente idee confuse dovute alla percezione del mondo reale la sostanza fonica emessa dallapparato fonatorio una materia altrettanto
indeterminata, caotica e flessibile
la lingua il principio organizzatore della realt, del pensiero e del suono inquanto:
opera una segmentazione arbitraria della realt, conosciuta dunquedistintamente dalluomo solo tramite la lingua e nel modo in cui la lingua la
organizza e categorizza; vedi ad esempio:
tanti concetti di neve in eschimese, quella che sta sul terreno, quella portatadal vento, quella che cade e come cade
it. legna/legno/bosco versusfr. bois lat. niger/ater - candidus/albus (nero e bianco brillante/opaco) versus it.
nero/bianco
ing. meat/flesh o fr. viande/chair versusit. carne segmenta, d forma e struttura il pensiero e il suono delimitandoli in unit
discrete e reciproche tale per cui una sequenza fonica delimitata corrisponde a
un concetto delimitato (un segmento fonico corrisponde ad un segmento del
pensiero, il segno linguistico dunque formae non sostanza)
il significato esprime un concetto, un contenuto, ma unentit puramentelinguistica, non mentale o psicologica o oggettuale, perch promana dal sistemalinguistico, cio nasce unicamente allinterno di esso
il concetto in senso strutturalista-saussuriano, dunque, si identifica con ilsignificato (Saussure chiama prima concetto e poi significato, in senso tecnico,
una delle due facce del segno linguistico) e non , come per altri approcci alla
semantica, mentale o cognitivo ma unicamente linguistico
in quanto promana dal sistema linguistico, il significato un valore differenzialeerelazionale, la sua ragion dessere sta non nellesprimere un contenuto
concettuale ma nellessere in relazionecon altri significati e nellopporsiad essi,cos come il significante in relazione con altri significanti e si oppone ad essi
il valore di ogni segno linguistico dato dagli altri valori ed in rapporto agli altrivalori
il concetto, o significato, di per s non esisteperch esso un valore puramentedifferenziale, ci che gli altri non sono: infatti nella lingua non ci sono che
differenze
lanalisi semanticaha una dimensione prettamente intralinguisticae prescinde daogni forma di mentalismo e di psicologismo
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Nella CONCEZIONE COGNITIVISTA, la lingua una facolt mentale imprescindibile dalcomplesso delle facolt cognitive che, a loro volta, scaturiscono dallesperienza
percettiva-fisico-corporea, pertanto:
conoscenze, capacit e fenomeni linguistici non possono prescindere daconoscenze, capacit e fenomeni cognitivi
la linguanon autonoma e autosufficiente rispetto al pensiero perch il pensiero gi strutturato nella mente umana prima ancora dellespressione linguistica la
quale dipende direttamente dal sistema concettuale-mentale
il significato ha natura concettuale-mentale ed il risultato di un processocognitivo
esso manifesta il pensiero, cio un contenuto mentale lanalisi semantica imprescindibile dallanalisi dei processi mentali di
costruzione e comprensionedel contenuto mentale sottostante al significato ed
ha dunque una forte attinenza con la psicologia ed un impostazione mentalista da una concezione radicale ad una pi moderata, ogni significato, in veste
fonologica-grammaticale, associato ad un concetto, con corrispondenza uno-a-
uno nelle varie lingue, ovvero non tutti i concetti sono linguisticamente
rappresentati, cio non tutti i contenuti mentali trovano espressione formale nella
lingua
il sistema concettuale del pensiero strutturato in schemi preconcettuali basilari,tipo SU-GI, DAVANTI-DIETRO, PARTE-TUTTO, CONTENITORE, PERCORSO,
EQUILIBRIO, CONTROLLO, LEGAME, ATTRAZIONE, che generano le strutturesemantico-concettuali proprie della lingua
gli schemi preconcettuali sono originati direttamente dallesperienza fisico-corporea, per i concetti concreti, o da processi immaginativi metaforici, per i
concetti astratti, i quali, attraverso laccostamento al concetto concreto, sono
comunque sia indirettamente legati allesperienza corporea
la dimensione mentale-cognitiva dunque radicata nella dimensione fisico-percettiva la quale essa stessa organizzata e strutturata a priori, prima ancora
della lingua e dei concetti mentali dimensione fisica dimensione mentale dimensione linguistica
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2. SIGNIFICATO E SENSO
2.1 INTERPRETAZIONI DIFFERENZIATE
Significato e senso delle espressioni linguistiche sono, nella terminologiaspecialistica della linguistica, due concetti distinti di grande rilevanza
linterpretazione che ne danno la semantica filosofica e la semantica linguistica molto diversa
la terminologia tecnica da un lato prolifera, perch troviamo la formulazione dialtri concetti, accanto a quelli di significato e senso, che possono essere ad essi
associati e pertanto considerati equivalenti (riferimento, intensione-estensione,
denotazione-connotazione, significato denotativo-connotativo, linguistico-sociale,
letterale-non letterale, della frase-dellenunciato), dallaltro fuorviante sia per le
interpretazioni diversificate che troviamo nelle varie cornici ermeneutiche o trastudioso e studioso, sia per linversione del significato stesso attribuito alla coppia
terminologica significato-senso
Nella SEMANTICA FILOSOFICA(approccio referenziale):Frege (1892):
significato(Bedeutung) = riferimento= entit/oggetto denotato senso (Sinn) = il modo in cui loggetto viene oggettivamente presentato o
pensato; intersoggettivo e condiviso sensi diversi per uno stesso significato (diverse espressioni che individuano, si
riferiscono e descrivono un unico referente)
rappresentazione (Vorstellung)= il modo in cui loggetto viene soggettivamentepresentato o pensato; individuale e psichico
Leibniz:
estensione( significato) = insieme delle entit del mondo reale extralinguisticocui unespressione si riferisce e che condividono delle propriet essenziali
intensione ( senso) = insieme delle propriet essenziali che individuanounentit
Carnap introduce la nozione di mondo possibile per legittimare le espressionilinguistiche che non hanno estensione (oggetti inesistenti e immaginati,
espressioni ipotetiche o possibili)
Mill:
denotazione( significato, estensione) = insieme delle entit designate connotazione ( senso, intensione) = informazione concettuale espressa che
raccoglie linsieme delle propriet delloggetto designato
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alcuni termini sono meramente denotativi (nomi propri) e mancano diconnotazione, altri sono denotativi e connotativi (nomi comuni, aggettivi, verbi)
Nella SEMANTICA LINGUISTICA(assunto saussuriano di base Langue-Parole): significato= contenuto del segno nel sistema linguistico; esprime il significato
oggettivo e condiviso senso = contenuto del segno nel contesto comunicativo; esprime linsieme dei
valori aggiunti di tipo affettivo, evocativo, emotivo, espressivo e stilistico
determinato dal contesto e dalle intenzioni comunicative dei parlanti
contesto e intenzione comunicativa sono gli ingredienti fondamentali delconcetto di senso e per comprenderlo bene occorre fare un piccolo excursus
allinterno della sociolinguistica (SL)
2.1.1 ALCUNE NOZIONI DI SOCIOLINGUISTICA Il concetto di senso equivale nella SL a quello di significato-nel-contesto e nella
linguistica testuale a quello di significato testuale
il significato specifico che una parola o una frase o un testo, scritto o orale,assumono allinterno del contesto situazionale secondo le intenzioni comunicative
del parlante o dello scrivente
il testo una qualunque espressione linguistica, scritta o orale, che abbia unsenso compiuto, che va dal proferimento di una parola alla scrittura di unintera
opera (Giovanni!, al ladro!, vai al cinema stasera?, Il sabato del villaggio, LaDivina Commedia); in altre parole, noi parliamo e scriviamo per testi
il contesto situazionale, o pragmatico-situazionale, la specifica situazionepragmatica nella quale si svolge un evento linguistico, come ad esempio:
una conversazione tra amici, conoscenti o sconosciuti; un litigio; un incontroamoroso; una telefonata; unudienza in tribunale; una visita medica; una
conferenza; una lezione; un esame; una cerimonia religiosa; un canto; una
lettera; un articolo di giornale; una ricetta; un diario; un romanzo; una poesia;
ecc. il contesto situazionale dunque ogni situazione comunicativa sociale in cui
venga usata la lingua parlata o scritta
lintenzione comunicativa data dagli obiettivi che il parlante vuole raggiungerecon il suo parlare o scrivere ed espressa dal verbo performativo sottostante le
cui caratteristiche determinano la forza illocutoria dellatto linguistico (cfr. la
teoria degli atti linguistici di Austin)
latto linguistico ha, dunque, in s, uno scopo perlocutorio(cio lintenzione delparlante, la ragion dessere dellatto linguistico) e una forza illocutoria (cio il
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grado di forza con cui lemittente vuole che il messaggio venga recepito dal
destinatario)
il parlante pu raggiungere un obiettivo anche usando verbi performativi condiversa forza illocutoria; ad es. un ordine e una richiesta possono avere lo
stesso scopo ma nonla stessa forza illocutoria:
Metti in ordine la tua stanza! e Potresti mettere in ordine la tua stanza?hanno lo stesso obiettivo perlocutorio (stanza riordinata, effetto obbedire)
ma una diversa forza illocutoria(io ti ordino... versusio ti chiedo o invito...
Per comprendere il senso occorre tener conto, oltre che del contesto situazionale,anche:
del contesto umano, che multiforme e complesso perch allo stesso tempoun contesto sociale, culturale, cognitivo, psicologico e comportamentale
del contesto argomentativo, cio dellargomento di cui si parla o si scrive del contesto linguistico, cio della variet di lingua usata nello scambio
comunicativo (codice, sottocodice e registri sociolinguistici), la cui scelta
dipende dalla competenza linguistica individuale e dagli altri contesti
Il contestocontestocontestocontesto umanoumanoumanoumano,,,, situazionalesituazionalesituazionalesituazionale e argomentativoe argomentativoe argomentativoe argomentativo nel quale si svolge un eventocomunicativo condiziona dunque la scelta della variet di lingua che verr usata tra
le diverse possibilit che sono alla portata del parlante, o dello scrivente, e che
fanno parte della sua competenza individuale
Il parlante/scrivente esprime unintenziointenziointenziointenzione comunicativane comunicativane comunicativane comunicativa e sar anche questaintenzione a condizionare le sue scelte lessicali, sintattiche e stilistiche
se ad es. lintenzione di un parlante quella di litigare, egli operer sceltelinguistiche, soprattutto lessicali e paralinguistiche, orientate in tal senso; se
quella di mediare in una situazione di litigio, opter per un repertorio lessicale,
stilistico e paralinguistico differente e adeguato
Da tutto questo dipende il sensoMESSAGGIO/SIGNIFICATO CODICE TESTO/SIGNIFICATO TESTUALE
Il messaggio una combinazione di elementi linguistici grammaticalmente benformata che comunica uninformazione
prendiamo ad es. le frasi convenzionali usate verosimilmente nei libri digrammatica di una lingua straniera: il gatto sul divano, Mario sta aprendo la
porta, ecc.
gli elementi linguistici che le compongono sono dotati di un significato chechiamiamo significato-codice: il significato referenziale, denotativo,
grammaticale, cio quello che troviamo nel dizionario e che estraneo al contesto
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Se per inseriamo il messaggio linguistico nel contesto, il messaggio innanzituttoun testoe, inoltre, il significato-codice si arricchisce di altre componenti e diventa
significato testuale
ad es., il gatto sul divano, che una semplice constatazione, in una situazionedi proferimento pu essere un invito a farlo scendere dal divano perch gli
proibito starci; Mario sta aprendo la porta pu voler dire che giunto ilmomento di accendere le luci e di cantare tanti auguri a te!
Accanto al significato referenziale esiste dunque nella coscienza linguistica delparlante anche un significato testuale, che propriamente:
il senso del messaggio inteso dal parlante in una specifica situazionecomunicativa
un significato che comunica non solo informazioni di tipo denotativo,referenziale e grammaticale, ma comunica anche lintenzione, lo stato emotivo e
la condizione socio-geografica e cognitiva del parlante Nella linguistica testuale Eugenio Coseriu il teorizzatore del concetto di senso ed
egli lo riferisce sia ai segni linguistici che compongono il testo, sia allintero testo
CHE COS DUNQUE ESATTAMENTE IL SENSOSENSOSENSOSENSO RIFERITO AL SEGNO LINGUISTICO O AL TESTO?
Riferito ad un segno linguistico, il senso il significato testuale di una parolasignificato testuale di una parolasignificato testuale di una parolasignificato testuale di una parola usatain un preciso contesto linguistico, argomentativo, umano e pragmatico-situazionale
Riferito ad un intero testo (scritto o orale) esso il senso globale del discorsosenso globale del discorsosenso globale del discorsosenso globale del discorso Il senso ha natura composita perch presuppone un insieme di significati
compresenti; tali significati costituiscono i valori aggiunti:
significato geografico, in rapporto al codice prescelto significato sociolinguistico, in rapporto al registro o sottocodice significato pragmatico, in rapporto alla situazione e agli interlocutori significato emotivo, in rapporto allo stato danimo del locutore significato performativo, in rapporto allintenzione del locutore
Tale compositivit del significato testuale deriva dal fatto che esso quello cheemerge nellevento comunicativo, che per definizione un evento complesso
Nella DECODIFICAZIONEdel messaggio, il destinatario ne interpreta il sensoe, se riescea coglierlo completamente, percepisce nellinsieme tutti questi significati.
Automaticamente infatti il destinatario:
associa il parlante ad una determinata area geografica (significato geografico) individua il grado di formalit del registro usato, e di conseguenza mantiene lo
stesso livello se risponde, nei limiti delle sue competenze (significato
sociolinguistico)
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coglie il significato particolare per la situazione in cui il messaggio viene proferito(significato pragmatico)
coglie lo stato danimo del locutore (significato emotivo) coglie la forza illocutoria e lo scopo perlocutorio del messaggio (significato
performativo)
Il senso dunque un significato che va oltre il significato-codice e che trovagiustificazione allinterno del testo, anche nel caso in cui la frase dovesse presentare
qualche incongruenza sul piano linguistico
ad es. in un bar posso pronunciare una frase del tipo io sono il caff, perspecificare che sono io che ho ordinato il caff: lenunciato scorretto dal punto
di vista grammaticale, ma adeguato dal punto di vista testuale in quella specifica
situazione
Pu tuttavia accadere che questo significato che va oltre il significato-codice siaassente, ossia, il significato testuale coincide con il significato-codice. In tal caso ilsenso del testo lobiettivit, come nelle formule matematiche e chimiche (ad es.
H2O) o nei testi scientifici descrittivi (ad es. un testo di anatomia umana)
Riprendiamo ora il discorso sulle nozioni di significato-senso per la semanticalinguistica. Tenendo conto delle interpretazioni delle nozioni stesse secondo le
diverse angolature dei vari indirizzi disciplinari della scienza linguistica (SL,
linguistica testuale, pragmatica), vediamo che la coppia terminologica viene
espressa con concetti equivalenti significato referenziale/denotativo/descrittivo = significato linguistico (
significato) = valore dellespressione nella lingua che prescinde da altri valori e
funzioni assunti nelluso
significato contestuale/connotativo= significato sociale( senso) = valori socialidi unespressione nelluso interazionale. Due tipi di significato connotativo:
significato affettivo/evocativo/emotivo, riferito alle sensazioni, emozioni esuggestioni che una parola pu suscitare
significato espressivo/stilistico, riferito al carattere stilisticamente marcato di unaparola che abbia una specifica connotazione diafasica, cio appartenente ad un
determinato registro (ad es. connotazione poetica o letteraria)
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pragmatica opera una distinzione analoga:
significato proposizionaleo della frase ( significato) significato dellenunciato o del parlante ( senso)altre distinzioni:
significato letterale( significato) = significato linguistico significato non letterale( senso) = significati aggiuntivi del significato linguistico
che assume un valore pragmatico in particolari contesti come il linguaggio
figurato (metafora, metonimia, espressioni ironiche e idiomatiche)
significato lessicale e grammaticale = tipi di significato che individuano classidiverse di parole: parole che esprimono entit o concetti (nomi, aggettivi, verbi)
versusparole che esprimono relazioni grammaticali (preposizioni, congiunzioni,
articoli)
2.2 POLISEMIA: LA VAGHEZZA SEMANTICA
La manifestazione concreta della complessit del significato delle parole, cheabbiamo visto analizzando i concetti di significato-senso, rappresentata dal
fenomeno della polisemia la quale riguarda la maggior parte delle parole che
compongono il lessico di una lingua ed appunto la caratteristica delle parole di
possedere pi significatia motivo della sua natura elastica ed estendibile in rapporto
alluso Nel corso del tempo le parole possono mutare significato, abbandonare o
aggiungere vecchi e nuovi sensi, assumere significati contrari o contrastanti:
questultimo il caso dellenantiosemia (enantio-: 1 elemento di composti nella
terminologia scientifica lavorativo ospite colui che ospita e colui che viene ospitato affittare prendere in affitto e dare in affitto
Il significato dei segni linguistici dunque flessibile, aperto e variabilee si modella eriorganizza nel tempo e nello spazio in base alle esigenze espressive delle comunit
parlanti e dei singoli parlanti
Tale fenomeno costituisce la caratteristica pi marcata delle lingue naturali ed chiamata vaghezza semantica (termine tecnico), la quale il segno pi visibile
dellefficacia comunicativa del sistema linguistico ma, al tempo stesso, ci che
rende estremamente complessa lanalisi semantica, difficilmente regolabile e
sistematizzabile su base logico-formale
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3. SEMANTICA LESSICALE
3.1 PAROLA E LESSEMA
La semantica lessicalesemantica lessicalesemantica lessicalesemantica lessicale una branca della semantica che si occupa delle relazioni trai significati delle parole, cio dei rapporti semanticiche sussistono tra i lessemi diuna lingua
Il termine parola, anche se di indubbia comprensione nella coscienza linguistica diogni parlante, in realt ambiguo e indefinibile in maniera univoca e universalmente
valida sul piano linguistico a motivo della diversit tipologica delle lingue che non
permette una definizione di tale unit valida per tutte
La definizione di parola dunque prototipica e genericamente valida, ma non inassoluto: la parola un segmento della catena fonica o del testo scritto tale che sia
mobile, che possa comparire da solo, che abbia un significato e che non siainterrompibile da altri elementi
si applica alle lingue analitiche, flessive e agglutinanti, ma non alle incorporantiche presentano anche frasi intere come ununica parola
La grammatica tradizionale distingue parole piene(nomi, aggettivi, verbi, avverbi) parole vuote(pronomi, articoli, congiunzioni, preposizioni, affissi)che equivale alla distinzione tra classi diverse di parole con significato lessicale o
grammaticale, infatti: le parole piene sono parti del discorso lessicaliche segnalano concetti le parole vuote sono parti del discorso funzionaliche segnalano relazioni
Per parola, inoltre, si pu intendere: la parola grafica= gruppi di lettere separati da spazi bianchi le occorrenze= stesse forme di parole che compaiono in un testo il lessema = unit di base che assume forme diverse per via delle modifiche
grammaticali che subisce
Il termine lessema invece, rispetto a parola, un termine tecnico pi preciso eadeguato allanalisi linguistica poich indica ununit astratta, portatrice di
informazioni semantiche, che pu presentare forme flessionali e derivazionali
attraverso laffissazione di morfemi (prefissi, suffissi e infissi), a loro volta unit
astratte portatrici di informazioni grammaticali
nella teoria della doppia articolazione di Martinet, lessema e morfema sonomonemi, unit significative di prima articolazione, distinti dai fonemi, unit
distintivedi seconda articolazione; negli studi di morfologia
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il morfema lessicale lunit minima significativa che contiene informazioni suitratti semantici della radice lessicale (cas-, amic-, libr-, bell-, ecc.)
il morfema grammaticale lunit minima significativa che contieneinformazioni sulle categorie e relazioni grammaticali (genere, caso, numero,
tempo, modo, ecc.)
Da tale distinzione risulta chiaro che la parolae il lessemanon coincidono perchgeneralmente il lessema, tranne in alcuni casi (es. ing. good, bad), non autonomo
mentre la parola ununit comprensiva di lessema e morfema (amic-
o/a/evole/izia)
Linsieme dei lessemi compongono il lessicolessicolessicolessicodi una lingua e di questo si occupano,da tre angolazioni diverse ma in parte sovrapponibili, la semantica lessicale, la
lessicologiae la lessicografia
Il presupposto teorico dellanalisi semantica lassunto saussuriano del significatocome valore differenziale e relazionale: determinato in negativo e dunquenecessariamente relazionato agli altri valori del sistema; pertanto lo studio del
significato non pu che essere di tipo relazionale
Saussure individua due tipi di relazione tra le unit linguistiche:rapporti sintagmaticie rapporti associativi(Saussure, pp. 149 ss.)
Tipologia di analisi della semantica lessicale: interlessicale, analisi dei rapporti di senso e di combinazione tra lessemi (rapporti
sintagmatici e paradigmatici)
intralessicale, analisi semantica dei singoli lessemi (significato, senso, accezioni)
3.2 ANALISI SEMANTICA INTERLESSICALE
I lessemi di una lingua sono in rapporto tra di loro esistono due tipi di rapporti:
luno riguarda lasse paradigmatico, di tipo associativo e mentale laltro riguarda lasse sintagmatico, di tipo combinatorio nella successione lineare
degli elementi linguistici Rapporti paradigmatici: nella mente, in absentia
associazione mentale tra unit linguistiche, basata sui legami di senso o di forma,cio legami di tipo semantico o morfologico
poich mentale, le associazioni sono soggettive e non determinabili a priori esistono tuttavia percorsi semantici condivisi dai parlanti che formano una rete di
rapporti paradigmatici consolidati e sistematici
Rapporti sintagmatici: nel discorso, in praesentia
capacit di un lessema di combinarsi con gli altri lessemi compresenti sullasselineare del discorso secondo regole combinatorie di tipo sintattico e semantico
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il valore di ogni elemento che cooccorre dato in relazione agli elementi cheprecedono e che seguono
esistono vincoli sintattici, semanticie lessicaliallordine e alla combinatoria deglielementi: la selezione di un lessema comporta il suo accostamento a determinati
tipi di lessemi, e non altri, secondo regole sintattiche, regole semantiche e
convenzioni lessicali stabilite da una comunit nelluso della lingua la selezionedegli elementi linguistici sullasse sintagmatico non dunque libera
ma lessicalmente determinata
le regole combinatorie di ordine sintattico non coincidono con quelle di ordinesemantico o lessicale, infatti una frase pu essere
semanticamente corretta ma sgrammaticatagrammaticalmente corretta ma insensatagrammaticalmente e semanticamente corretta ma lessicalmente inappropriatapertanto:
alla congruenza semantica pu corrispondere unincongruenza grammaticaleme lho mangiata tutta la marmellata, ha piovuto tutto il giorno, ho andato a casa,
ho parlato con il psicologo, ho aprito la bocca(secondo le regole dellit. standard)
alla congruenza grammaticale pu corrispondere unincongruenza semanticaidee verdi senza colore dormono furiosamente(es. classico di Chomsky)
la sedia rideva saltando sul tavolo malinconico, Ada ha appeso Luigi
alla congruenza semantica e grammaticale pu corrispondere unincongruenzalessicaleproporre unipotesi (fare/formulare/avanzare unipotesi), penare la fame
(soffrire/patire la fame)
dei rapporti sintagmatici a livello sintattico, e dunque delle incongruenzegrammaticali, si occupa la sintassi
dei rapporti sintagmatici a livello semantico-lessicale, e dunque delleincongruenze semantiche e lessicali, si occupa la semantica
3.2.1 TIPOLOGIA DEI RAPPORTI PARADIGMATICI
Quattro tipi di relazioni semanticheparadigmatiche (rapporti di senso):sinonimia opposizione gerarchia- meronimia
1.SINONIMIA: somiglianza di significato(dono/regalo) condivisione parziale del contenuto semantico:
condivisione del significato denotativo, differenza nel significato connotativo intercambiabilit perfetta solo in casi rarissimi (varianti formali)
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sostituibilit impossibile nelle espressioni idiomatiche 2.OPPOSIZIONE:
significato contrario 3 tipi di relazioni binarie:
antonimia= opposizione graduabile: estremi di una scala con gradi intermedi,talvolta lessicalizzati (caldo/freddo tiepido)
i termini di una scala graduabile, i cui estremi sono antonimi, sono legatidalla relazione di incompatibilit(non binaria)
nella logica classica gli antonimi sono i contrari: due affermazioni contrarienon possono essere tutte e due vere ma possono essere tutte e due false
complementarit = opposizione non graduabile: termini reciprocamenteesclusivi senza gradi intermedi, apparte luso idiomatico che permette la
graduabilit (vivo/morto) nella logica classica i complementari sono i contraddittori: due affermazioni
contraddittorie non possono essere entrambe vere o entrambe false, una
deve essere vera, una deve essere falsa
inversione= termini che indicano prospettive opposte o diverse e simmetrichearee lessicali delle relazioni di parentela, dei ruoli sociali, delle relazioni
spazio-temporali (padre/madre, dottore/paziente, sopra/sotto, prima/dopo)
conversi: terminologia usata per termini che indicano relazioni spaziali erelazioni temporali interpretate come estensione metaforica di relazionispaziali (sopra/sotto, prima/dopo)
opposizione direzionale = termini che indicano direzioni opposte omovimento in direzioni opposte (su/gi, andare/venire)
1 tipo di relazione non binaria: incompatibilit = insiemi di termini reciprocamente esclusivi raggruppati
secondo un criterio ciclico o seriale (primavera/estate/autunno/inverno,
uno/due/tre ....)
3.GERARCHIA (RELAZIONE DI IPONIMIA/IPERONIMIA): uno dei pi importanti criteri di categorizzazione lessicaleed alla base delle
tassonomie: classificazioni di entit in tipi e sottotipi
le tassonomie possono essere scientifiche o naturali relazione tra termini di significato generale/specifico(fiore/rosa-violetta-giglio) relazione di iponimia del tipo -UN(la rosa un fiore) una relazione di inclusione:
se X iperonimo e Y iponimo allora X include Y(i fiori includono le rose)
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una relazione di implicazione unilaterale:Y iponimo di X se Y implica X, ma X non implica Y
(tutte le rose sono fiori, ma non tutti i fiori sono rose)
i termini in relazione sono detti: iperonimoo sovraordinato, con significato generale:
termine generico che possiede una maggiore estensione il suo significato include quello degli iponimi, ad esclusione dei tratti
specifici
iponimoo subordinato/sottordinato, con significato specifico: termine specifico che possiede unestensione ridotta ma ha una maggiore
intensione, e pertanto caratterizzato da un numero maggiore di tratti
semantici
il suo significato incluso in quello del suo sovraordinato per i tratti pigenerici
co-ipomini: iponimi dello stesso iperonimo 4.MERONIMIA (RELAZIONE PARTE-TUTTO):
relazione tra termini che indicano una parte e il tutto(dito/mano, ramo/albero) relazione di meronimia del tipo PARTE-DI(il dito parte della mano) per un principio di coesione, quando il tutto complesso, formato cio da molte
parti e da parti di parti, la relazione di meronimia si instaura solo tra le parti
intermedie, direttamente legate tra loro (corpo umano: pollice/mano,mano/polso, ma non pollice/polsoanche se pollice e polso fanno parte del corpo
umano)
meronimo il termine che donota la parte di un tutto la relazione tra un lessema e i suoi meronimi presuppone fattori percettivi e
cognitivi, ma in ultima analisi la lingua che segmenta il mondo: siamo in grado
di riconoscere le parti di un tutto grazie alla segmentazione che opera la lingua
3.2.2 TIPOLOGIA DEI RAPPORTI SINTAGMATICI
Due tipi di relazioni semantico-lessicalisintagmatiche (rapporti combinatori):collocazione selezione
ambedue esprimono dei vincolialle possibilit combinatorie dei lessemi: le restrizioni di collocazione sono di tipo lessicale, pertanto la combinazione
fissata da convenzioni esistenti nelluso di una lingua violando le quali si
producono espressioni inappropriate
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le restrizioni di selezione sono di tipo semantico, in questo caso la combinazione obbligata dalle propriet semantiche dei lessemi stessi e la violazione di tali
vincoli comporta la produzione di espressioni anomale
1.COLLOCAZIONE (CONGRUENZA LESSICALE): cooccorrenza regolaredi due o pi parole vicine in un enunciato che presentano
un certo grado di fissit distribuzionaletale per cui la selezione di un lessema B
lessicalmente determinata dalla selezione del lessema A
sono dunque ammesse determinate combinazioni e ne sono escluse altre; il gradodi possibilit combinatorie dipende dalle caratteristiche lessicali dei lessemi
selezionati:
alcuni hanno distribuzione fissa e cooccorrono con uno solo o pochi altrilessemi (zonzo, ruba, lasso, madornale)
altri hanno distribuzione libera (ipotesi, provvedimenti) ma usati in determinatecombinazioni comportano una scelta lessicale determinata entro certi limiti
(fare o formulare o avanzare unipotesi, ma non dire/proporre unipotesi,
prendere provvedimenti, ma non stabilire/decidere provvedimenti)
il termine collocazione anche inteso come iperonimo di diversi tipi dicooccorrenze che vanno da un grado variabile di fissit lessicale, e sono dunque
possibili delle sostituzioni con alcuni sinonimi, ad un grado massimo di fissit, e
in tal caso la sostituzione non ammessa:
solidariet lessicali: lessemi il cui significato specifico limita fortemente lalibert di combinarsi con altri lessemi (leccare/lingua, miagolare/gatto,
isoscele/triangolo)
verbi frasali: combinazione di verbo+preposizione tipica in inglese (get in, giveup, go with)
espressioni idiomatiche: espressioni cristallizzate che non ammettonovariazioni lessicali e pertanto, pur avendo equivalenti in altre lingue, sono
difficilmente traducibili letteralmente (tirare le cuoia, girare al largo, piantare in
asso) proverbi: tanto va la gatta al lardo..., lerba del vicino..., meglio un uovo oggi... formule fisse, come frasi fatte e formule convenzionali (tragica scomparsa,
come stai? grazie mille)
lessemi complessi: carta carbone, macchina da scrivere binomi e trinomi: sali e tabacchi, aglio, olio e peperoncino
Dal punto di vista formale le collocazioni (escludendo proverbi ed espressioniidiomatiche e stereotipiche) possono essere composte da:
verbo+nome (avanzare unipotesi) verbo+avverbio (accusare apertamente, dormire pesantemente)
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nome+verbo (il telefono squilla, la mente vacilla) nome+aggettivo (errore madornale, sonno ristoratore) nome+di+nome (spicchio daglio, risma di carta)
La convenzionalit che alla base delle restrizioni di collocazione, tale per cui laloro violazione comporta linadeguatezza espressiva, trova una base teorica nella
funzione poetica postulata da Jakobson (1960), una delle 6 funzioni dellinguaggio che predomina quando la comunicazione maggiormente orientata
sugli aspetti formali del messaggio
2. SELEZIONE (CONGRUENZA SEMANTICA): la nozione introdotta da Jakobson e indica la scelta delle formenecessarie e
adeguate, che ogni parlante opera per costruire un enunciato, che presentino
determinate caratteristiche semantiche
tale scelta implica dunque che le propriet semantichedei lessemi che vengonoselezionati da un repertorio paradigmatico e combinati sullasse sintagmatico
siano reciprocamente congruentiin modo da produrre frasi dotate di senso
le restrizioni selettivesono i vincoli che impediscono la combinazione di paroleaventi tratti semantici incongruenti e la loro violazione comporta la produzione di
frasi anomale o bizzarre, prive di senso, e dunque non interpretabili:
tratto semantico [INANIMATO] di un lessema incongruente con il trattosemantico [ANIMATO] di un altro lessema e pertanto la loro combinazione
comporterebbe unanomalia (il muro sbadiglia), cos come la combinazione dilessemi i cui tratti semantici non si accordano (idee verdi senza colore dormono
furiosamente)
le eccezioni alle regole di selezione sono costituite dagli usi metaforici emetonimicidella lingua (il piatto piange, la primavera esulta, la vita mi sorride,
quelluomo un orso, Ada unoca, ascolto Mozart, bevo una bottiglia)
3.3 I CAMPI LESSICALI I campi lessicalisono un insieme di unit lessicalilegate da relazioni paradigmatiche
che strutturano unarea concettuale e si delimitano a vicenda, ricevendo il proprio
significato dalla reciproca relazione semantica e dal valore differenziale di ogni unit
(presupposto saussuriano)
esempi di campi lessicali: area cromatica, area della parentela, delle stagioni,sfera dei sentimenti, settore culinario
I campi lessicali non sono sfere chiuse e circoscritte ma piuttosto si intersecanotradi loro perch ogni lessema pu appartenere a pi campi lessicali
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Il campo lessicale dunque una struttura in cui ogni unit ritaglia una sezionedellarea concettuale cui appartiene ma, allo stesso tempo, pu costituire unaltra
area concettuale
Le relazioni paradigmatichetra i lessemi allinterno di un campo sono di vario tipo,dalla sinonimia allopposizione
Se esiste un lessema indicativo di tutte le unit del campo, cio il cui significatocorrisponde al contenuto dellintero campo (come colore o stagione), questo in
relazione di iperonimia con tutti i lessemi, che sono dunque co-iponimi, e si chiama
arcilessema(Coseriu)
La teoria del campo lessicale nasce negli anni 20-30 ad opera soprattutto di Trier eWeisgerber, Porzig e Ipsen (che preferiscono la dizione campo semantico)
Trier lha applicata anche alla semantica diacronica, mostrando levoluzione deirapporti di valore tra i lessemi di un campo. Lanalisi pi nota quelladellevoluzione del lessico medio alto-tedesco, relativo alle parole che si riferiscono
al campo della conoscenza e dellintelligenza (wisheit, kunst, list> wisheit, kunst,
wissen), analizzato non in termini di sostituzionedi un lessema con un altro ma di
ristrutturazionedel significato e dei rapporti di senso fra i tre lessemi
Nel basarsi sugli assunti saussuriani del valore relazionale e differenziale del segnolinguistico e della lingua come principio organizzatore di una realt percepita ma
non segmentabile e di un pensiero di per s amorfo, la teoria del campo lessicale
relativistica e deterministica, perch ogni campo lessicale che organizza unareapsicopercettiva rappresenta la visione particolare del mondo in quella specifica
comunit che parla una determinata lingua (cfr. ad es. la visione delle sfere
concettuali che si riferiscono alla parentela e ai colori)
Il relativismo e determinismo linguistico una tesi che si sviluppa in epocaromantica, echeggiata dalle idee di Herder e di Humboldt, e che viene sintetizzata
nella cosiddetta ipotesi Sapir-Whorf (antropologi e linguisti nordamericani)
secondo la quale la linguadi una data cultura determinala sua visione del mondo,
la quale riflessa nella struttura lessicale e grammaticale di quella lingua; la lingua pertanto prioritaria rispetto alla realt, poich influisce sulla
categorizzazione culturale del mondo (determinismo)
ogni sistema linguistico , nel lessico e nelle strutture grammaticali,intrinsecamente peculiarea una determinata cultura e nazione, escludendo con
ci propriet universali delle lingue naturali (relativismo)
Tale impostazione strutturalista, che spiega il significato unicamente allinterno delsistema linguistico (il significato infatti unentit linguistica), concepisce le
relazioni di senso allinterno di un campo lessicale solamente in termini di rapportilinguistici tra le varie unit escludendo totalmente il piano extralinguistico
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Il campo lessicale ha dunque natura linguisticae non concettuale, perch i concettistessi sono creati dal sistema linguistico. Ci pone ovviamente alcuni problemi
perch:
innanzitutto, non affatto dimostrato che, univocamente, la lingua creilimmagine della realt (tesi del determinismo linguistico) essendo vero anche il
contrario, e cio che anche la realt determina in qualche modo la lingua, nelsenso che lorganizzazione cognitiva che luomo d alla realt impone le sue
caratteristiche alla lingua (il concetto di neve che ha un solo nome in alcune
culture rispetto a quelle in cui ne ha molti, come in eschimese, un fatto che pu
essere interpretato, strutturalisticamente, come segmentazione arbitraria della
realt ma anche, cognitivisticamente, come imposizione di una specifica realt di
determinati luoghi sulla cultura che la esperisce)
inoltre, limmagine peculiare della realt di una data cultura, che sarebbe riflessanella struttura lessicale e grammaticale di una lingua (tesi del relativismolinguistico), pu essere di fatto modificata e ampliata da altre culture a motivo dei
prestiti interlinguistici e della naturale permeabilit delle lingue
Nellimpostazione cognitivista, invece, i piani linguistico ed extralinguistico vengonointegrati e pertanto le relazioni di senso allinterno di un campo lessicale implicano
un insieme di conoscenze extralinguistiche, ovvero una cornice interpretativa
necessaria alla comprensione dei rapporti tra lessemi chiamata frame
La concezione del campo lessicale sempre dunque di tipo strutturale, perch isignificati si organizzano strutturalmente, ma esso ha natura concettuale poichoccorre un contesto cognitivo per interpretare le relazioni che si instaurano tra i
lessemi
3.4 ANALISI SEMANTICA INTRALESSICALE: LA SEMANTICA COMPONENZIALE
3.4.1 CONCETTI PRELIMINARI DELLANALISI SEMICA: ALCUNE NOZIONI DI FONOLOGIA
Lanalisi semantica dei lessemi, di cui uno dei metodi pi diffusi lanalisicomponenziale, o analisi semica, si avvale di alcuni concetti fondamentali che
derivano dalla fonologia, vediamoli
1.IL TRATTO
La nozione di tratto si riferisce al fono/fonema e indica le caratteristiche chedescrivono o definiscono il suono linguistico inteso come entit fisica della catena
fonica (fono) ovvero come entit astratta distintiva di significato (fonema)
rappresenta la scomposizione del fono/fonema in unit minime non ulteriormentefrazionabili
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si applica al fono come tratti articolatori o fonetici, che sono descrittivi della suaqualit sonora (sono dunque tratti classificatoriin quanto classificano i foni di tutte
le lingue del mondo)
si applica al fonema come tratti pertinentio distintivi, tratti funzionali, ovvero trattinon pertinenti, tratti ridondanti, che sono definitori del suo valore distintivo
allinterno di un sistema linguistico (sono dunque tratti definitori in quantodefiniscono ogni fonema in relazione agli altri fonemi del sistema fonematico)
tratti pertinentisono i tratti definitori che nel sistema fonematico di una specificalingua definiscono sufficientemente ogni fonema in relazione a tutti gli altri
fonemi del sistema; linsieme dei tratti che definiscono ogni fonema si chiama
fascio di tratti pertinenti(o distintivi)
tratti funzionalisono i tratti pertinenti distintivi di significatoin una determinataopposizione fonologica in quanto distinguono i due termini di una coppia minima;
dei tratti pertinenti definitori di due fonemi in opposizione sono infatti funzionalisolo quelli che la determinano
tratti non pertinentisono i tratti definitori di due fonemi in opposizione che nonsono funzionaliper quella specifica opposizione in quanto condivisi da entrambi:
es. in it. possono essere pertinenti:tutti e tre i tratti per unopposizione /p/ ~ /v/, come in para ~vara:
1. [+occlusivo] ~ [+fricativo] modo di articolazione
2. [+bilabiale] ~ [+labiodentale] luogo di articolazione
3. [sonoro] ~ [+sonoro] meccanismo laringeosolo due per unopposizione /p/ ~ /f/, come in pare ~fare:
1. [+occlusivo] ~ [+fricativo] modo di articolazione
2. [+bilabiale] ~ [+labiodentale] luogo di articolazione
[sonoro] tratto non pertinente meccanismo laringeo
solo uno per unopposizione /p/ ~ /b/, come in palla ~balla:
1. [sonoro] ~ [+sonoro] meccanismo laringeo
[+occlusivo] tratto non pertinente modo di articolazione
[+bilabiale] tratto non pertinente luogo di articolazione
2. LA RIDONDANZA
Il concetto di ridondanzasi riferisce al fonema e indica, nella forma tratti ridondanti,una sottospecie dei tratti non pertinenti del fonema che sono superflui per la
definizione di una determinata opposizione in quanto sono:
peculiarisolo ad unodei due fonemi in opposizione ma che non vi contribuisconoperch sono obbligatoriamente presenti in certi contesti:
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es. in ing. le occlusive sorde in posizione iniziale sono sempre aspirate, mentrele occlusive sonore non lo sono, pertanto, poich la mancanza di sonorit nelle
occlusive in posizione iniziale implica laspirazione, il tratto [aspirato]
ridondante, come nell'opposizione pin ~ bin:
/ph- ~ b-/ [sonoro] ~ [+sonoro] [sonorit] tratto pertinente
[aspirazione] tratto ridondante[+occlusivo] tratto non pertinente
[+bilabiale] tratto non pertinente
automaticamente fruitida alcuni fonemi di un sistema privo di fonemi dello stessotipo che non fruiscono di quel determinato tratto:
es. in it. le vocali anteriori sono sempre non labializzate, le vocali posteriorisempre labializzate, non esistono cio anteriori labializzate (come in francese) e
posteriori non labializzate (come in inglese), pertanto, poich il tratto
[anteriorit] implica la non labializzazione e il tratto [posteriorit] implica lalabializzazione, il tratto [labializzato] ridondante, come nellopposizione
pipa ~ pupa:
/i ~ u/ [+anteriore] ~ [+posteriore] [anteriore] tratto pertinente
[labializzato] tratto ridondante
[+alto] tratto non pertinente
3.LA MARCATEZZA E IL BINARISMO
La nozione di marcatezzasi riferisce a unopposizione privativa in cui un termine provvisto di marca (termine marcato), e laltro ne privo (termine non marcato), es.:
marca sonorit in unopposizione privativa di sonorizzazione, come nei fonemi/p/ ~ /b/ (palla ~balla) in cui luno sordo laltro sonoro:
il fonema sonoro il termine marcato, il fonema sordo il termine non marcato
marca duratain unopposizione privativa di quantit, come nei fonemi // ~ //(lat. lvislieve ~ lvislevigato) in cui luno breve laltro lungo:
il fonema lungo il termine marcato, il fonema breve il termine non marcato
dalla fonologia la nozione si estesa a tutti i livelli dellanalisi linguistica, da quellamorfologica a quella semantica, fino allanalisi sociolinguistica
insito nella nozione di marcatezza il principio del binarismo La nozione di binarismosi riferisce al tipo di opposizione tra i fonemi che sempre
binaria in quanto affidata al valore positivo o negativo di un singolo tratto,
denotato graficamente dai simboli [], ovverosia si basa sulla presenza/assenza di
un determinato tratto
in tal senso, i tratti distintivi sono sempre binari perch in unopposizionefonologica o sono presenti o sono assenti
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3.4.2 LANALISI COMPONENZIALE
Lanalisi componenziale, o analisi semica, un metodo di analisi semanticasviluppato da vari studiosi, in particolare Katz e Fodor, Hjelmslev, Coseriu, Pottier
(tra gli anni 60/70), finalizzato allanalisi del significato dei lessemi e alla
deduzione dei rapporti di senso tra le unit lessicali sul piano paradigmatico(iponimia, sinonimia, antinomia, ecc.) e sintagmatico (collocazioni e restrizioni di
selezione nellanalisi semantica dellenunciato)
consiste nella scomposizione del significato del segno minimo, cio dellunitlessicale, o morfema, in unit atomiche (componenti del significato) non
ulteriormente segmentabili, chiamate tratti semanticio semi
Il tratto semanticoo sema dunque lunit minima di significato linsieme dei semi necessari e sufficienti a definire il significato del segno minimo
costituisce un fascio di tratti semantici, chiamato anche semema(Pottier)
i semi sono rappresentati con dei nomi in maiuscoletto, tra parentesi quadre,chiamati indicatori semantici
ad es. gli indicatori semantici di uomosono [UMANO][MASCHIO][ADULTO] Dal confronto dei tratti semantici dei lessemi appartenenti allo stesso campo
lessicale si possono ricavare vari tipi di opposizioni semantiche
Principio del binarismo: le opposizioni semantiche sono generalmente binarie inquanto sono affidate al valore positivo o negativo di un singolo tratto, la cui
presenza/assenza descrive il significato di una parola, da un lato, e le differenze e/o
somiglianze con altre parole, dallaltro:
ad es. nel confronto del contenuto di uomo- donnauomo[+UMANO,+MASCHIO,+ADULTO]
donna[+UMANO,-MASCHIO,+ADULTO]
il lessema donna privo del tratto semantico [MASCHIO] (cos come lo
bambina, pecora, vacca, scrofa, giumenta, pecchia) ma uguaglia uomoe bambina per il tratto [UMANO] (che invece lo differenzia da pecora, vacca,
scrofa, giumenta, pecchia che posseggono il tratto [ANIMALE], ossia [-UMANO])
Non tutte le opposizioni sono tuttavia binarie in quanto nella descrizione delsignificato il valore meramente dicotomico talvolta insufficiente, nel senso che non
tutti i valori rispondono al criterio +/-, ma possono essere graduati su una scala che
va dal + al -
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Principio della marcatezza: il binarismo dei tratti semantici connesso allacondizione di termine marcatoo non marcatodei lessemi, che deriva generalmente
da unarbitraria considerazione della marcatezza di un tratto rispetto ad un altro
se un lessema privo di un tratto semantico non marcato significa che esso iltermine marcato, come ad es. donna rispetto a uomo in quanto non possiede il
sema [MASCHIO], che considerato non marcato rispetto a [FEMMINA] I lessemi non marcati, rispetto a quelli marcati, sono forme:
basilari pi frequenti meno intrinsecamente complesse, anche dal punto di vista morfologico che hanno un significato pi generale, che implica quello dei lessemi marcati che possono dunque fungere da iperonimi dei rispettivi lessemi marcati, con
significato pi specifico
che costituiscono il metro di riferimento neutrale per la caratterizzazione deilessemi marcati
nel caso ad es. di uomo - donna il lessema uomo il termine non marcatoperch pi generico di donna e in taluni enunciati inclusivo del suo significato; il
sema non marcato dunque [MASCHIO], rispetto a [FEMMINA] che marcato
non vale tuttavia la non marcatezza di [MASCHIO]nel caso di pecora montone, dalmomento che il lessema non marcato pecora; rimane per confermato il principio
che i lessemi non marcati sono pi neutrali, generici e di uso pi frequente
Principio della ridondanza: nella scomposizione del significato in semi, alcuni di essirisultano superflui, e possono dunque essere omessi, a motivo del rapporto
gerarchico di tipo implicativo che esiste tra i semi di significato generale e
specifico di un lessema
il tratto gerarchicamente pi alto quello che esprime un significato pi generale einclusivo dei significati via via pi specifici espressi da altri semi gerarchicamente
pi bassi:
esempio di scala implicativa: [UMANO] implica[ANIMATO]che implica [CONCRETO] i significati di [CONCRETO] e [ANIMATO] sono compresi in [UMANO], che il sema pi
estensivo, e sono dunque ridondanti nella descrizione semica ad es. di uomo
Per quanto concerne la tipologia dei semi, essi possono essere: costanti, descrivono il significato denotativodel lessema contestuali, ne descrivono il significato connotativoe pertanto sono variabili i semi costanti possono essere:
generici, esprimono il significato generale di un lessema, comune ad altrilessemi appartenenti a vari campi lessicali, come [ANIMATO], [UMANO], [MASCHIO];
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da essi dipendono i rapporti sintagmatici che si instaurano tra i lessemi di un
enunciato
specifici, esprimono il significato specificodi quel lessema, assente in altri i semi contestuali esprimo il sensoe sono ricavabili dallanalisi dei testi
esempio:bue [+BOVINO,+MASCHIO,+ADULTO] semi costanti generici[-ATTO ALLA PROCREAZIONE] semi costanti specifici[+PAZIENTE,-AGGRESSIVO,+ATTO AL LAVORO] semi contestuali
toro [+BOVINO,+MASCHIO,+ADULTO] semi costanti generici
[+ATTO ALLA PROCREAZIONE] semi costanti specifici
[+FORTE,+AGGRESSIVO,+ROBUSTO] semi contestuali
La terminologiausata dagli studiosi varia:Pottier:
sememasememasememasemema
semi costanti semi contestualisignificato denotativo significato connotativo
semi genericisemi genericisemi genericisemi generici semi specificisemi specificisemi specificisemi specifici semi connotativisemi connotativisemi connotativisemi connotativi
classemi semantemi virtuemiKats e Fodor:
marcatori= tratti semantici generici differenziatori= tratti semantici specificiCoseriu:
classemi( marcatori) = tratti semantici generici semi( differenziatori, semantemi) = tratti semantici specifici
I classemi, o marcatori, creano le classi lessicali: un insieme di unit lessicalilegate,indipendentemente dallarea concettuale cui appartengono, da un sema generico
comune; ad es. coltello e bisturi condividono il tratto [+TAGLIENTE] ma
appartengono a campi diversi: coltello appartiene a utensili da cucina e armi,
bisturia strumenti chirurgici
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tra i lessemi della classe lessicale si instaura, come nel campo lessicale, unarelazione paradigmatica; la differenza che le unit lessicali:
nel campo condividono unarea concettuale (es. parentela, colori, aggettivi di et) nella classe condividono un tratto semantico (es. [ANIMATO], [UMANO], [ANIMALE])e pertanto campo e classe non si sovrappongonoe possono intersecarsitra di loro:
i lessemi di un campopossono correlarsi ad una classeo a pi classi(parentela esseri umani) (aggettivi di et esseri umani-entit non animate)
i lessemi di una classesono normalmente correlati a pi campi(esseri umani parentela, aggettivi di et, mestieri, ecc.) (entit non animate
sedili, utensili, arredamento, ecc.)
La forma descrittiva dei lessemi usata nellanalisi componenziale lineare, ovveroun diagramma ad albero, che va dai semi +generali e quelli via via +specifici e/o
connotativi possibile descrivere ogni tipo di lessema. La differenza tra la descrizione di nomi e
quella di verbi sta nellordine combinatorio dei tratti che pu essere
casuale in quella dei sostantivi/aggettivi (bue [+BOVINO, +MASCHIO, +ADULTO]oppure [+BOVINO,+ADULTO,+MASCHIO]indifferentemente)
preciso in quella dei verbi, che esclude lo spostamento di posizione, a motivodella priorit di un sema rispetto ad un altro nella comprensione del significato
(uccidere [CAUSARE,DIVENTARE,NON VIVO] ma non [NON VIVO,CAUSARE,DIVENTARE])
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3.5 STATUTO E DEFINIZIONE DEI TRATTI SEMANTICI
Gli indicatori semantici che rappresentano i semi sono gli stessi termini chetroviamo nelle lingue naturali, ma non tutti gli studiosi sono daccordo sullo statuto
di tali indicatori
SONO PAROLE O ENTIT DIVERSE?
Tre interpretazioni:1. IPOTESI STRUMENTALE: gli indicatori hanno statuto lessematico:
sono parolesovraordinate, cio lessemi che fungono da descrittori di tutti gli altri
lessemi di una lingua, con i quali sussiste un rapporto di iperonimia
difficolt: tali parole a statuto speciale, essendo lessemi, sono a loro voltaoggetto di definizionee pertanto rimane il problema definitorio dei tratti poich
non ha senso descrivere con altre parole proprio le parole che hanno la
capacit esplicativa pi ampia e che dovrebbero essere in grado di descrivere
tutto il lessico di una lingua
2.IPOTESI CONCETTUALE: gli indicatori hanno statuto psicologico:
sono concetti universali e innati nella mente umana, rappresentati attraverso
lessemi di una lingua naturale ma che rappresenterebbero la manifestazione di
una lingua mentale (linguistica generativa)
3.IPOTESI METALINGUISTICA: gli indicatori hanno statuto metalinguistico:
sono costrutti teorici del metalinguaggio, di cui il linguista si serve per la
descrizione dei significati, totalmente sganciati da ogni concezione mentalista opsicologista (linguistica strutturale)
difficolt: anche in queste due ipotesi rimane aperto il problema definitorio deitratti semantici perch il rischio sempre quello di descrivere gli indicatori
semantici rinviando al significato che essi hanno nella lingua
Il problema principale dellinterpretazione dei tratti semantici sta evidentemente neilimiti della semantica componenziale stessa, il cui potere esplicativo si rivela poco
efficace pur nella sua adozione ancora diffusa come metodo danalisi
3.6 CONTRADDIZIONE TRA LA NATURA DEI TRATTI E LA NATURA DEL SIGNIFICATO
Comunque li si voglia definire nel loro statuto, un punto fermo e condiviso da tuttiche i tratti semantici siano concepiti come condizioni necessarie e sufficienti a
definire il significato del segno minimo
il fascio di tratti semantici individuato per ogni lessema pertanto quanto bastaper descriverne il significato
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Tale concezione sarebbe valida e applicabile se il significato delle parole fosse bendelimitato, univoco, dai confini precisi; tuttavia il principio della vaghezza semantica
punta invece alla complessit del significato che, al contrario, ha una natura
fortemente elastica poich variabile, modificabile ed estendibile in rapporto
alluso, dai confini sfumati e indefiniti:
COME RENDERE CONTO DEI SIGNIFICATI CONNOTATIVI?
COME RENDERE CONTO DEGLI USI ESTENSIVI DELLE PAROLE?
COME RENDERE CONTO DEGLI USI METAFORICI,METONIMICI E,IN GENERE,
DEL LINGUAGGIO FIGURATO,SENZA INCORRERE,SECONDO LA LOGICA FERREA CHE
LANALISI COMPONENZIALE RICHIEDE,NELLANOMALIA SEMANTICA?
Eppure il senso che si aggiunge al significato e ogni forma di uso estensivo efigurato della lingua costituiscono la connotazione peculiaredi ogni lingua naturale,
ne sono una prerogativa fondamentale, pertanto una teoria semantica non pu non
tenerne conto in tutte le sue sfaccettature
La concezione stessa della natura dei semi, che sottostanno alla definizione dinecessit e sufficienza, nonch ai principi del binarismo e della marcatezza,
dunque in prima linea incongruente con la reale natura del significato, rendendo
vano il metodo dellanalisi componenziale che risulta troppo limitante e riduttivo
3.7 IL DILEMMA DELLA COSTITUZIONE DEL SIGNIFICATO:
DIZIONARIO ED ENCICLOPEDIA
Un altro problema del metodo componenziale legato alla distinzione tra dizionarioed enciclopedia: questi due concetti si riferiscono alle conoscenze linguistiche ed
extralinguisticherelative alle entit denotate dalle parole
la rappresentazione semantica di una parola data dunque dallinsieme di questeconoscenze, ma il problema sta nella costituzione del significato: quali conoscenzedevono essere considerate?
Vediamo in che cosa consiste la differenza tra dizionario ed enciclopedia
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RAPPRESENTAZIONE SEMANTICA DELLE PAROLE
DIZIONARIO ENCICLOPEDIA
conoscenze linguistiche conoscenze extralinguistiche
propriet semantiche intrinseche insieme delle conoscenze, credenze,
tratti semantici opinioni di un individuo / collettivit
tratti costitutividel significato tratti aggiuntividel significato
Anche in questo caso, la rigida natura dei tratti semantici, cos come sono concepitidalla semantica componenziale, rappresentano un limite alla descrizione del
significato perch non affatto chiaro n il criterio per distinguere le conoscenze
dizionariali da quelle enciclopediche, n il modo in cui i tratti costitutivi e i tratti
aggiuntivi debbano entrare nel significato dei lessemi senza incorrere nel rischiodellinsufficienza descrittiva, se troppo pochi, o delleccesso descrittivo, se troppi
Le questioni fondamentali cui difficile trovare una risposta sono:QUALI CONOSCENZE SONO DA CONSIDERARSILINGUISTICHE (COSTITUTIVE)
E QUALI ENCICLOPEDICHE (AGGIUNTIVE)?
QUALE DUNQUE IL LIMITE TRA DIZIONARIO ED ENCICLOPEDIA?
QUALI INFORMAZIONI COSTITUISCONOIL SIGNIFICATO DI UNA PAROLA?
SOLO QUELLE DIZIONARIALI O ANCHE QUELLE ENCICLOPEDICHE?
IL SIGNIFICATO DEVE CIO ESSERE COMPRENSIVO
DELLE CONOSCENZE ENCICLOPEDICHE O DEVE ESCLUDERLE?
COME ESCLUDERE LE CONOSCENZE DI TIPO ENCICLOPEDICO DAL SIGNIFICATO DI TERMINI CHE NON
SAREBBERO ALTRIMENTI DISTINGUIBILI TRA LORO SE FOSSERO LE SOLE
CONOSCENZE DIZIONARIALI A COSTITUIRE IL SIGNIFICATO?
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Su queste questioni gli studiosi sono divisi: si va da una posizione di totale esclusione delle conoscenze enciclopediche dal
significato ad una posizione di totale inclusione, la quale renderebbe tuttavia
impossibile una definizione precisa del significato di ogni parola poich le
conoscenze enciclopediche sono potenzialmente inesauribili
la posizione intermedia tiene conto di un criterio di condivisione e diconvenzionalit delle informazioni affinch esse possano essere considerate
costitutive del significato
sono tratti costitutividel significato le conoscenze scontate per ogni parlante diuna lingua, con un grado massimo di condivisione e di convenzionalit
(DIZIONARIO)
sono tratti aggiuntivi e non costitutivi del significato le conoscenze nonscontate per ogni parlante, non convenzionali e non condivise da ogni parlante
(ENCICLOPEDIA)
3.8 I PRIMITIVI SEMANTICI
I primitivi semanticisono i semi elementariin cui si presuppone sia scomponibile ilsignificato di tutte le unit lessicali tale per cui ogni concetto possibile pu essere
analizzato attraverso un numero finito di concetti primitivi
essi rappresentano dunque una specie particolare di tratti semantici, precisamentegli elementi ultimi, fondamentali, atomici e universali che trovano lessicalizzazionein tutte le lingue naturali in quanto costituiscono un inventario universale e fanno
parte della generale capacit di linguaggio degli esseri umani
i principi che fondano questa concezione sono luniversalismo, latomismo elinnatismo
La ricerca dei primitivi semantici, di cui Anna Wierzbicka la maggior esponentecontemporanea, si inserisce nella corrente di pensiero che si ispira a Leibniz il quale
postula una lingua simbolica universale, la characteristica universalis, i cui
componenti sono caratteri simbolici essenziali che rappresentano le idee semplicie che, tramite regole combinatorie di carattere matematico, la ars combinatoria,
formano le idee complesse
la characteristica universalis di Leibniz si chiama oggi Metalinguaggio SemanticoNaturale di Wierzbicka, formato inizialmente da un inventario di 14 primitivi e poi
ampliato per arrivare a circa 60
Il problema fondamentale della teoria dei primitivi sta nellinsufficienza enellinefficacia descrittiva degli inventari proposti e dei criteri di formulazione e di
costruzione dellinventario stesso
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4. SEMANTICA PROTOTIPICA
Attraverso ladozione di modelli teorici e metodi della psicologia cognitivanasce, tragli anni 80-90, un nuovo indirizzo della semantica, di impostazione cognitiva,
chiamata semantica prototipica Il nome deriva dallapplicazione alla teoria del significato della nozione di prototipo,
che scaturisce, in ambito psicologico, da una teoria formulata da Eleanor Rosch: la
teoria dei prototipi, che una teoria della categorizzazione del mondo
4.1 LA CATEGORIA
La categorizzazione un processo naturale della mente umana: luomo, attraversola percezione e lesperienza fisico-corporea, elabora e segmenta la realtextralinguistica in categorie, cio in unit discrete e in insiemi o classi di unit,
mettendo in atto processi psico-cerebrali di categorizzazione che gli permetter di
svolgere tutta la sua attivit cognitiva:
la categorizzazione dunque un processo di astrazione del reale che originacategorie mentali; le entit del mondo reale diventano entit mentali
le categorie che man mano vengono formandosi nella mente delluomo sono afondamento di ogni facolt cognitiva, dal riconoscimento di tutto ci che lo
circonda, alla costruzione di concetti astratti e concreti e di sistemi segnici, finoalluso di tali sistemi
La riflessione sulla categorizzazione ha origini antiche e risale ad Aristotele; dunque in ambito classico che si forma la concezione moderna della categoria,
accettata e data per scontata a lungo dal pensiero occidentale, finch non stata
criticata, evidenziandone linadeguatezza, e poi sottoposta ad una revisione teorica
che ne ha cambiato quasi totalmente i connotati
i punti che mettiamo a confronto nelle concezioni CLASSICA e RECENTE dellacategoria sono tre: 1. definizione
2. delimitazione
3. membi, suddiviso in appartenenzae rappresentativit
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CATEGORIACATEGORIACATEGORIACATEGORIACONCEZIONE CLASSICA CONCEZIONE RECENTE
DEFINIZIONE
insieme di proprietnecessariee
sufficientiche esprimono le
propriet essenziali e definitorie dei
suoi membri e che le distinguono da
altre categorie
insieme di somiglianzee di
propriet tipichenon
necessariamente condivise da tutti i
suoi membri
DELIMITAZIONE
le categorie sono discrete, dai
confini netti e definiti
le categorie possono essere vaghe
poich hanno confini variamente
sfumati e variamente definiti
appartenenzaappartenenzaappartenenzaappartenenza
lappartenenza alla categoria
sicurae non graduabileed
stabilita con certezza dalla
discretezza dei confini categoriali e
dal possesso delle proprietessenziali definitorie
lappartenenza alla categoria pu
essere incertae graduabilea motivo
dellindefinitezza dei confini
categoriali ed stabilita non dal
possesso di tutte le propriet tipichema dal grado di somiglianza con il
membro pi tipico
rappresentativitrappresentativitrappresentativitrappresentativit
i membri sono tutti equivalentitra
loro e rappresentativi della categoria
i membri nonsono equivalentitra
loro: alcuni sono pi tipicie dunque
pi rappresentativi di altri
MEMBRI
nella concezione recente un membro pu essere:
- appartenente e rappresentativo
- appartenente ma non rappresentativo
- appartenente entro un certo grado e non rappresentativo
La nuova concezione della categoria, diametralmente opposta a quella classica: costituisce la base della teoria dei prototipidi Rosch, a partire dagli esperimenti
degli antropologi Berlin e Kay sulluso dei colori da parte di parlanti di varie
lingue; gli esperimenti di Berlin e Kay:
minano il presupposto del relativismo linguisticoe dellarbitrariet, in quanto irisultati mostrano che la categorizzazione dei colori tuttaltro che arbitraria
perch guidata da fattori extralinguistici universali
mostrano che alcuni colori (membri della categoria colore) sono, pi di altri,rappresentativi dellintera categoria: da qui nasce lidea del prototipo (che
possiamo chiamare prototipo categoriale)
si affermata in linguistica, prima grazie alla riflessione critica di filosofi elinguisti quali Wittgenstein e Labov, poi agli studi di linguisti cognitivisti come
Jackendoff, Lakoff, Taylor, Geeraerts ed altri
Lapproccio cognitivo al linguaggio, da un lato, e ladozione della nozione diprototipo, dallaltro, hanno dato origine ad un nuovo modello di analisi semantica,
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che si propone come alternativa alla semantica componenziale: la semantica deisemantica deisemantica deisemantica dei
prototipiprototipiprototipiprototipi o semantica prototipicasemantica prototipicasemantica prototipicasemantica prototipica
4.2 IL PROTOTIPO
Il prototipo lesemplare pi rappresentativotra i membri di una categoria perchne possiede pi propriet tipiche che permettono di distinguerla da altre categorie
Secondo la TEORIA DEI PROTOTIPIdi Rosch, le categorie sono strutturate e organizzatesu due dimensioni:
sullasse verticale, le categorie sono organizzate gerarchicamente, tale dacostituire dei livelli in rapporto di subordinazione: dal livello pi alto e inclusivo si
andr a quello pi basso e specifico, costituito da elementi unici, passando per i
livelli intermedi (ad es. MOBILE armadio, letto, tavolo, sedia, ecc. tavolo rotondo,
tavolo quadrato, tavolino, tavolo da lavoro, ecc. il tavolino di Maria, il tavololiberty di mia nonna)
sullasse orizzontale, pi categorie sono in rapporto paritario e tutte incluse inuna categoria superiore; implicito che le categorie di un livello inferiore
costituiscono i membridella categoria a livello superiore (le categorie armadio,
credenza, letto, tavolo, sedia sono i membri della categoria MOBILE)
tale rapporto bidimensionale ci richiama lassunto della paradigmaticit esintagmaticit dei rapporti semantici secondo cui esiste una relazione
gerarchica di iper-/iponimia tra lessemi di significato generale/specifico e unarelazione paritaria di co-iponimia tra lessemi inclusi nello stesso iperonimo;
pur essendo improprio parlare di rapporto di iponimia e co-iponimia tra le
categorie, indubbio che gli assunti di paradigmaticit e sintagmaticit siano
presenti anche nella categorizzazione
un livello tra i livelli organizzati sullasse verticale e una categoria tra le categoriestrutturate sullasse orizzontale sono, secondo la Rosch, pi rilevanti degli altri livelli
e categorie:
il livello basico, costituito da un insieme di categorie intermedie (ad es. armadio,credenza, letto, tavolo, sedia)
il prototipo, il membro pi tipicamente rappresentativo di una categoriasovraordinata (ad es. armadio il prototipo della categoria mobile)
livello basico e prototipo sono, rispetto agli altri livelli e membri, pi salienti,immediati, frequenti, prioritari:
dal punto di vista psicologico a livello di immagine mentale
nellacquisizione e nelluso linguistici nellelencazione dei membri di una categoria
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Tale distintivit allinterno del processo di categorizzazione risponde ad un principiodi economia cognitiva: fornire il massimo di informazione con il minimo sforzo
si tratta di una necessit per luomo di ottimizzare le informazioni concernenti ilmondo attraverso lesaltazione delle somiglianze tra membri della stessa
categoria e delle differenze con i membri di altre categorie
somiglianze e differenze sono dunque al livello basico e nel prototipomaggiormente visibili poich queste entit enucleano meglio le propriet tipiche
e, allo stesso tempo, discriminatorie
Il principio di economia cognitiva che guida la struttura della categorizzazionetestimonia la non arbitrariet di questo processo, provata di fatto dalle
corrispondenze tra le varie lingue nella scelta del livello basico e del prototipo
categoriale
4.3 APPLICAZIONE DEL PROTOTIPO ALLA SEMANTICA: LA SEMANTICA PROTOTIPICA
Il concetto di prototipo non applicabile alla semantica cos com concepito,facendolo coincidere col significato, perch il prototipo lesemplare mentale pi
tipico di una categoria, ma non il suo significato che viene lessicalizzato in una
parola che la designa (lentit passero il prototipo dellentit sovraordinata
uccello, ma non il significato di uccello)
esso stato dunque applicato alla semantica operando unastrazione del concettostesso, intendendolo non come esemplare mentale di unentit concreta, bens comeentit astratta (che possiamo chiamare prototipo semantico) che raccoglie le
propriet tipiche di una categoria le quali, intersecandosi, rappresentano il
significato lessicale
il prototipo semantico, che astrattoper definizione, non dunque identificato conil prototipo categoriale, ma ne rappresenta appunto unastrazione:
prototipo categoriale = categoria mentale, cio esemplare mentale di unentitconcreta che rappresenta una categoria sovraordinata
(es. lesemplare passero il prototipo della categoria uccello) prototipo semantico= categoria semantica, cio insieme di propriet tipiche di
una categoria lessicale che rappresentano il significato di una parolache ad essa
si riferisce e di cui il prototipo categoriale lesempio migliore
(es. linsieme delle propriet avere le ali, avere le piume, avere il becco, essere
oviparo, saper volare, il prototipo astratto del lessema uccello che viene
meglio rappresentato dallentit passero; ovviamente non tutte le propriet
tipiche si applicano a lessemi che denotano membri meno rappresentativi di una
categoria, come pinguino, il quale scevro della propriet saper volare)
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Il fatto che la rappresentazione semantica di determinate entit sia datadallintersezione di propriet tipiche e che non tutte le entit le posseggano
integralmente dovuto alla graduabilit dellappartenenza categoriale (secondo la
nuova concezione di categoria), che pu dunque essere piena ma anche sfumata
la prototipicit, tuttavia, sembra manifestarsi sempre, anche in categorie semantichenon vaghe come i numerali, perch in ogni categoria esistono esemplari pirappresentatividi altri
ci vuol dire che la prototipicit si manifesta anche laddove il fenomeno dellavaghezza semantica non si manifesta, e che la vaghezza dovuta alla graduabilit
dellappartenenza categoriale ma non alla rappresentativit
4.4 PROTOTIPO E SIGNIFICATO TRATTI TIPICI E TRATTI SEMANTICI
Secondo questa impostazione della semantica prototipica, il prototipo semantico ilsignificato lessicale e le sue propriet tipiche, dal cui incrocio generato il
prototipo, corrispondono ai tratti semantici
sono cambiate le etichette definitorie, ma CAMBIATA LA SOSTANZA?Poniamoci alcuni quesiti
LE PROPRIET TIPICHE DEL PROTOTIPO CATEGORIALE
SONO IDENTIFICATE CON
LE PROPRIET TIPICHE DEL PROTOTIPO SEMANTICO?
sembrerebbe di s, visto che, nel trasformare la nozione di prototipo in prototipoastratto, non si fa alcuna distinzione tra le propriet tipiche riferite al prototipo
categoriale e quelle riferite al prototipo semantico
lo scarto tra le due nozioni dato solamente dalla concezione di esemplare mentaleche si aggancia direttamente a unentit concreta, per luno, e di insieme di
propriet astratte, per laltro, ma le propriet tipiche dellesemplare corrispondono
esattamente alle propriet astratte
LE PROPRIET DI UNA CATEGORIA SONO IDENTIFICATE CON
I TRATTI SEMANTICI DI UN LESSEMA CHE DESIGNA QUELLA CATEGORIA?
abbiamo detto che unentit categorizzata possiede determinate propriet che nepermettono il riconoscimento:
alcune coincideranno con le propriet tipichedel prototipo
altre saranno propriet diverse, secondarie, che quellentit non condivide con ilprototipo ma che condivide con altre entit diversamente categorizzate
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le propriet, tipiche e non, di una categoria sembrano dunque identificarsi con laconcezione dei tratti semantici costitutivi e aggiuntividel significato lessicale
Esiste tuttavia una differenza sostanziale che impedisce una tale identificazione: i tratti semantici secondo lapproccio classico sono condizioni necessarie e
sufficienti per lappartenenza alla categoria, mentre
le propriet tipichesono la misura della somiglianzadelle entit alla categoria c